Un delegato della Lega Calcio non gli ha permesso di fare la conferenza stampa dal vivo per direttive anti-Covid decise dalla Lazio (la società ospitante del derby di domenica)
Chi pensava a un José Mourinho pacificato, con gli angoli smussati dalla «dolce vita», si sbagliava. Nel dopo-derby, perso per 2-3, l’allenatore della Roma si è scatenato contro la burocrazia – impersonificata da un delegato della Lega Calcio – che non gli ha permesso di fare la conferenza stampa dal vivo per ripetere un concetto già detto ai microfoni di Dazn ma che lo Special One voleva ribadire: l’arbitro e il Var hanno condizionato la gara, sfavorendo la sua squadra. La Lazio ha scelto una delle tre opzioni date dalla Lega per il post-gara: non ci sono domande con giornalisti in presenza ma vengono raccolte dall’addetto stampa della squadra, che poi le pone all’allenatore.
La procedura nella partite casalinghe della Roma è diversa e così Mou si è trovato seduto al tavolo della sala conferenze, con tanta voglia di parlare e alcuni giornalisti presenti che, però, non potevano parlare direttamente con lui. Mou ha chiesto di poterlo fare fuori dalla sala, ricevendo però il rifiuto del delegato perché «la Lazio è la società ospitante e queste sono le sue direttive anti-Covid». continua a leggere