Covid, addio app Immuni, stop dal 31 dicembre


articolo della redazione Cronaca: https://www.repubblica.it/cronaca/2022/12/27/news/covid_addio_app_immuni_stop_dal_31_dicembre-380910764/?ref=RHLF-BG-I0-P3-S3-T1

Verrà interrotto ogni trattamento di dati personali associato al sistema di allerta coronavirus

foto: https://www.salute.gov.it

App Immuni addio. Dal 31 dicembre sarà dismessa la Piattaforma unica nazionale per la gestione del Sistema di allerta Covid-19 e la relativa applicazione, lanciata nel giugno del 2020 per allertare le persone entrate in contatto stretto con altre risultate positive al coronavirus pandemico. Lo comunica il ministero della Salute, precisando che dalla stessa data “verrà interrotto ogni trattamento di dati personali effettuato” dal dicastero “ai sensi dell’articolo 6 del decreto legge 30 aprile 2020, n. 28, convertito con modificazioni dalla legge 25 giugno 2020, n. 70″. continua a leggere

Tampone post Covid, le nuove regole:…..


articolo di Alessia Conzonato: https://www.corriere.it/economia/lavoro/cards/tampone-post-covid-green-pass-quarantena-addio-cancellata-pandemia/pandemia-annullata.shtml

Tampone post Covid, le nuove regole: green pass e quarantena addio. Cancellata la pandemia

Pandemia annullataIl tampone per uscire dall’isolamento non sarà più necessario. Anche con febbre, tosse e mal di gola, dopo 5 giorni di quarantena, non sarà più obbligatorio rimanere a casa e per tornare alla normalità non servirà alcun test. Addio anche al Green Pass, che non sarà più necessario neanche per accedere a ospedali e Rsa. Infine, il periodo di autosorveglianza con obbligo di mascherine Ffp2 si riduce da 10 a 5 giorni. Il decreto anti rave, oltre a introdurre il «reato di rave party» punendo con il carcere da 3 a 6 anni chi organizza questo genere di raduni, contiene una serie di norme di carattere sanitario che di fatto annullano quasi tutte le regole anti-Covid in vigore negli ultimi due anni. Il testo ha già ottenuto il via libera del Senato e ora approda alla Camera, dove si prevede una rapida approvazione. Dal tracciamento dei contagi e dei casi nelle strutture ospedaliere emerge un miglioramento rispetto al periodo iniziale di emergenza, ma dall’inizio del 2022 il virus ha causato 48 mila morti, di cui la maggior parte tra anziani e persone fragili. Le novità, quindi, hanno suscitato inevitabili polemiche e preoccupazioni. Vediamo, nel dettaglio, cosa cambierà.

Via il tampone dopo 5 giorni di quarantena – L’abolizione più discussa riguarda l’obbligo di tampone dopo 5 giorni di quarantena nonostante la presenza di sintomi, il che consentirà alle persone positive al Covid o potenzialmente ancora tali di uscire di casa. Le norme in vigore in questo momento, infatti, prevedono un isolamento delle persone contagiate di 5 giorni, al termine del quale è necessario svolgere un tampone. Se fosse positivo, l’isolamento prosegue fino al primo risultato negativo.
La fine della quarantena era già stata annunciata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, ma inizialmente solo per gli asintomatici, senza però che i virologi abbiano mai confermato la tesi secondo cui in assenza di sintomi si è certamente negativi. «Si poteva aspettare prima di derubricare il Covid al livello di malattia banale — ha affermato Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la società scientifica degli infettivologi —, dato che ha una mortalità pur sempre 10 volte superiore a quella dell’influenza e che più lasciamo il virus libero di circolare, maggiore è il rischio che possa farci qualche brutto scherzo mutando in peggio».
D’altra parte c’è anche da sottolineare che la quarantena domiciliare, in alcuni Paesi europei, è semplicemente raccomandata, così come tampone al termine del periodo. Una libertà che lascia, quindi, spazio al senso di responsabilità individuale.

Solo 5 giorni di autosorveglianza – Medesima reazione per la riduzione da 10 a 5 giorni anche del periodo di autosorveglianza di chi è stato a stretto contatto con un soggetto positivo al virus. Il regolamento attuale prevede lobbligo di indossare la mascherina Ffp2 nei luoghi al chiuso e in presenza di assembramenti. Con i nuovi provvedimenti, queste norme saranno abrogate, così come il tampone al termine del periodo di isolamento.

No sanzioni per mancato rispetto all’obbligo vaccinale – Tra gli emendamenti al decreto anti rave approvati da Palazzo Madama c’è anche quello firmato dalla Lega che, fino al prossimo 30 giugno, blocca le multe nei confronti di 2 milioni di no vax con più di 50 anni, insegnanti e addetti delle forze dell’ordine che non hanno rispettato l’obbligo vaccinale in vigore fino al 30 giugno scorso. A fine novembre sono scaduti i termini entro cui contestare la sanzione, l’Agenzia delle Entrate aveva già pronte le cartelle esattoriali in cui inserire l’ammenda del valore di 100 euro. Gli invii, però, sono stati sospesi con l’annuncio della nuova normativa che fa slittare la questione alla seconda metà del 2023.

Stop Green pass in ospedale – Gli ospedali, le rsa e i luoghi di cura sono rimasti gli ultimi e gli unici a richiedere ancora la certificazione anti-Covid, il cosiddetto Green Pass. Ma, dopo la definitiva approvazione del decreto, non sarà più necessario presentarlo. Il Senato, infatti, ha approvato un emendamento che cancella l’obbligo del Green pass per coloro che entrano a fare visite in ospedali, ambulatori, Rsa, hospice e per i pazienti che sono destinati al reparto di degenza. Anche per la sosta nelle sale d’attesa e delle strutture sanitarie e assistenziali non sarà più necessario.

Fondi contro l’influenza – Infine, non solo per il Covid ma anche per l’ondata di virus influenzale che ha colpito in particolare alcune regioni dell’Italia, il provvedimento stanza risorse per 35,8 milioni di euro in più per coprire le emergenze del 2023. Il decreto anti rave ora dovrà ricevere il via libera definitivo dalla Camera, dove si prevede una rapida approvazione.

Smart working fino al 31 dicembre 2023 – L’unica misura di quelle adottata come contenimento del contagio da Covid-19 a sopravvivere è lo smart working, almeno per le categorie fragili (lavoratori che, dietro certificazione medica, risultano immunodepressi, pazienti oncologici, con terapie salvavita in corso, o disabili gravi) e per i genitori di figli sotto i 14 anni. Al momento, con una novità che il governo intende inserire nel decreto Milleproroghe, il lavoro da remoto è stato prorogato fino al 31 marzo 2023. Ma non è ancora del tutto esclusa la possibilità di allungare la misura fino alla fine del prossimo anno: infatti, uno degli emendamenti presentati alla legge di bilancio, firmata da Fratelli d’Italia, che ancora ha resistito ai primi due tagli che il governo ha attuato sulle modifiche presentate dai partiti, chiede la conferma dello smart working per fragili e genitori di figli under 14 fino al 31 dicembre 2023.

Covid, “più morti in Italia? Ecco perché non è come sembra”


articolo: Covid, “più morti in Italia? Ecco perché non è come sembra” – Adnkronos.com

In questa estate all’insegna dell’ondata di Omicron 5, a colpire l’attenzione sono inevitabilmente i bollettini dei morti Covid. Ma, andando al di là dei numeri quotidiani e decontestualizzati, com’è andata l’Italia rispetto agli altri Paesi? “All’interno dei 5 maggiori Paesi dell’Europa occidentale non ci sono grosse differenze“, spiega all’Adnkronos Salute l’epidemiologo Carlo La Vecchia, docente dell’università Statale di Milano. “L’Italia non è un Paese che si distingue per essere andato peggio di altri“.

L’esperto guarda i dati di Regno Unito, Italia, Francia, Spagna e Germania: “Il Regno Unito in fase Omicron ha registrato circa 6.500 morti con un picco di circa 1.350 a settimana, quattro settimane fa, al 20 luglio. L’Italia è arrivata un po’ dopo e finora ha registrato 5.600 morti e il picco è stato 3 settimane fa, pari a circa 1.200 – quindi sui 170 morti registrati al giorno – attorno a inizio agosto. La Francia ha registrato circa 3.500 morti finora e il picco è arrivato 4 settimane fa, pari a 750 a settimana. La Spagna ha registrato intorno a 4.200 morti e il picco era due settimane fa, verso il 10 agosto, pari a circa 700. La Germania ha registrato intorno ai 4mila morti e il picco 2 settimane fa è stato di 800 morti a settimana. Se guardiamo l’insieme dell’ondata Omicron, i 6.500 morti Uk equivalgono a quelli italiani considerando che il Regno Unito ha il 10% in più di popolazione rispetto al nostro Paese. E allo stesso modo i dati sono comparabili con quelli della Spagna che ha circa il 15% di popolazione in meno rispetto all’Italia. Sono andati meglio in Germania, Paese che sempre ha avuto un impatto minore sul fronte dei decessi Covid rispetto a noi. Ed è andata meglio in Francia con Omicron“.

Omicron 5 e Omicron 2 non sono stati enormemente diversi“, prosegue l’esperto che analizza ogni possibile fonte che può incidere nei bilanci delle vittime di ciascun Paese. Per esempio quanto può pesare il modo in cui si conteggiano? “Le regole di registrazione dei decessi sono state standardizzate, sono uguali per tutti. Ma – precisa – non sono osservate allo stesso modo da tutti i medici. Se nelle tante concause che ci sono in ogni certificato di morte c’è Covid, questa viene recuperata come una morte Covid, a meno a che il medico non specifichi che quella persona è morta per esempio per incidente stradale, nonostante avesse il Covid. E questa attenzione a registrare la causa principale varia da Paese a Paese. Questo può spiegare un 10-20% di differenza“.

L’uso degli antivirali orali può avere un impatto? “Senza dubbio Paxlovid non è stato molto usato in Italia, ma credo che in questa situazione di Omicron 5 non ci fosse neanche ragione per usarlo molto di più – ragiona La Vecchia – Buona parte di chi fa Omicron, a meno a che non sia estremamente fragile, dopo 5 giorni migliora, anche gli anziani. Io non vedo maggior problema in questo. E non penso che oggi in Italia ci siano delle carenze terapeutiche. Credo che l’impatto di Paxlovid, se c’è, è molto piccolo sulla mortalità nazionale. Forse qualche morte risparmiata – sui 5.600 decessi registrati, che poi saranno stati intorno a 4mila per Covid – l’avremmo ottenuta più nel fare i booster prima. Sapevamo già da aprile che il secondo booster ha un effetto di breve termine ma riduce ospedalizzazione e mortalità attorno al 70% negli over 70. In Italia la campagna è stata aperta però inizialmente solo agli over 80 e quando a metà luglio è stata allargata agli over 60 le persone erano poco convinte. Alcuni si erano già ammalati e molti avevano visto amici e parenti guarire in pochi giorni e non correvano a vaccinarsi“.

Per l’epidemiologo, “se si fosse aperto a metà maggio forse i 60enni si sarebbero vaccinati con più convinzione. Va considerato che dal momento del vaccino all’inizio dell’efficacia” della protezione “passano due settimane e vaccinare a fine luglio, con efficacia a metà agosto, quando ormai l’ondata è finita, serve relativamente a poco. Non è che la gente sia del tutto irresponsabile“.

C’è poi un altro parametro che va guardato: è l’eccesso di mortalità. “Io non vedo questo eccesso di mortalità in Italia rispetto ad altri Paesi. Oggi i morti Covid sono meno di 100 al giorno. Ma va guardato anche l’eccesso di mortalità totale. Fino a marzo, noi abbiamo visto che non c’era un eccesso di mortalità totale. E quindi i morti attribuiti a Covid a febbraio-marzo non corrispondevano a un eccesso di mortalità totale. Questo non vuol dire che – spiega La Vecchia – non ci siano anziani fragili che muoiono a causa del Covid. Ora l’ondata di Omicron 5 sta livellandosi e senza dubbio sulla carta ha causato qualche migliaio di morti, ma lo ha fatto in tutti i Paesi. In definitiva, che l’Italia abbia più morti Covid è un problema che va verificato anche con gli ultimi dati sull’eccesso di mortalità e non è detto che sia vero. A parte i primi mesi” della pandemia “un grosso eccesso non c’è rispetto agli altri Paesi analoghi. Se abbiamo visto più morti nei scorsi giorni, questi riflettevano il picco di Omicron“, che si è verificato in momenti diversi in ciascun Paese.

Se invece consideriamo il tasso di letalità – conclude l’esperto – ossia il numero di decessi sui contagi registrati, in Italia può essere leggermente più alto perché le più strette regole di quarantena hanno fatto sì che una maggior proporzione di contagi sfuggisse alla registrazione“.

«Covid, ho i sintomi ma il tampone è negativo»: perché? Le tre ipotesi


articolo di Redazione Salute: https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/22_luglio_16/covid-sintomi-tampone-negativo-104caf5c-0445-11ed-8b08-7ec996ecfc4c.shtml?refresh_ce

Molte persone segnalano che il tampone diventa positivo solo quando si affievoliscono i sintomi. La Federazione dell’Ordine dei medici prova a fare chiarezza sui motivi.

La domanda se la stanno ponendo in tanti durante questa nuova ondata di contagi Covid: perché mi sento addosso tutti i sintomi compatibili con il Covid ma il tampone è negativo? Nelle settimane scorse ha cominciato a circolare l’idea che i tamponi non funzionassero più a dovere con le nuove varianti in circolazione, in particolare con Omicron 5 che, secondo l’ultimo bollettino rappresenta il 75,5% dei contagi in Italia. In particolare, chi decide di ripetere il tampone spesso segnala che la positività arriva solo dopo che i sintomi si sono affievoliti.

Lo «scarto temporale» segnalato ha attirato l’attenzione della comunità scientifica e la rubrica web «Dottore, ma è vero che?» a cura della federazione dell’Ordine dei medici (Fnomceo) ha voluto analizzare il problema cercando una spiegazione. Non è facile stimare quanto sia diffuso il fenomeno e quali sono le persone più a rischio «perché sempre meno ci si sottopone ai test ufficiali».

Il comportamento del nostro sistema immunitario – Difficile però anche capirne la causa. L’ipotesi più supportata «è legata al comportamento del nostro sistema immunitario: si pensa che i sintomi precedano il risultato positivo ai test perché oggi il sistema immunitario si attiva molto più velocemente contro il virus. La comparsa dei primi sintomi sarebbe la conseguenza dell’attivazione del sistema immunitario che combatte l’infezione. All’inizio della pandemia, infatti, i contagi avvenivano tra persone che non avevano mai preso prima Sars-CoV-2 e che non erano vaccinate, e il virus poteva agire indisturbato per diversi giorni prima che l’infezione fosse tale da essere rilevata dal sistema immunitario. Oggi, invece, con la maggior parte della popolazione vaccinata o già esposta al virus, la reazione immunitaria è più rapida e può portare a casi in cui si hanno sintomi, ma non si risulta positivi, perché la carica virale non è ancora sufficiente rispetto alla sensibilità del test». Tuttavia anche persone che incontrano per la prima volta il virus hanno in alcuni casi manifestato il ritardo la positività al virus e questo .

Le dinamiche di alcune varianti

Un’altra ipotesi riguarda la diversa dinamica con cui le più recenti varianti circolano nell’organismo. Alcuni studi, infatti, hanno rilevato, con le nuove varianti, un minore accumulo delle particelle virali nelle cellule del naso, rendendo più probabili i falsi negativi perché durante il prelievo con tampone non si raccoglie una quantità sufficiente per risultare positivi al test. Altri studi hanno anche scoperto che Omicron può, in alcune persone, essere rilevato in bocca o in gola prima che nelle narici. Inoltre visto la genericità dei sintomi non si può escludere che le manifestazioni siano dovute effettivamente ad altro.

L’esecuzione del tampone – Una terza possibilità è che il ritardo sia il riflesso di come è cambiato nel tempo il modo in cui il tampone nasale viene eseguito. Il maggior ricorso ai tamponi fai-da-te, infatti, può incidere sulla qualità del risultato: molte persone non raccolgono con particolare cura né in grande profondità il materiale biologico nel naso, determinando una frequenza più alta dei falsi negativi.

Precauzioni anche con test negatico – Per ora non serve preoccuparsi, ma può essere utile prendere qualche precauzione. «Se inizi ad avere sintomi, supponi di essere contagioso» spiega Yonatan Grad, che sta studiando SARS-CoV-2 presso la School of Public Health di Harvard . «La gente dimentica che non appena si diventa sintomatici, bisognerebbe comportarsi in modo diverso. Un test negativo in presenza di sintomi non dovrebbe essere un lasciapassare per uscire» conferma Emily Martin, epidemiologa esperta in malattie infettive dell’Università del Michigan . E questo vale in presenza di tutti i tipi di virus, non solo di SARS-CoV-2.

Omicron, l’ora dei vaccini aggiornati. Si ricomincia a ottobre dagli over 50


articolo di Michele Bocci: https://www.repubblica.it/cronaca/2022/06/23/news/omicron_lora_dei_vaccini_aggiornati_si_ricomincia_a_ottobre_dagli_over_50-355053437/?ref=RHTP-BH-I353657054-P1-S2-T1

Dopo l’estate pronta una versione bivalente: proteggerà dal ceppo originale e dalle varianti

Ad autunno si ricomincia. Con Omicron 5 che spinge in su la curva del contagio al ritmo di un +65% alla settimana, la discussione sulla nuova campagna vaccinale, che partirà tra settembre e ottobre, entra nel vivo. A luglio sarà pronto il piano per proteggere una parte della popolazione con una nuova somministrazione. Probabilmente toccherà agli over 50, che avranno a disposizione vaccini bivalenti, cioè progettati contro il virus di Wuhan e contro la variante Omicron.

Chi sarà vaccinato – La prima questione da definire riguarda la popolazione oggetto della campagna. Al momento il ministero alla Salute e i suoi consulenti ritengono che limitarsi agli anziani e ai fragili sia riduttivo. Dall’altro lato, coinvolgere anche i giovani non sarebbe utile. E così la nuova dose (che per qualcuno sarebbe la quarta e per altri la quinta) verrà molto probabilmente proposta a tutti gli over 50. Si tratta di 27,7 milioni di persone, il 92,8% delle quali ha fatto due somministrazioni. La percentuale di chi ha anche la terza scende invece all’83,4%. Infine, una piccola parte, cioè circa il 20% degli over 80, ha fatto pure la quarta dose. Anche ai fragili che hanno meno di 50 anni sarà proposta la nuova iniezione.

L’idea di un richiamo annualeQuello di ottobre sarà definito un richiamo e non una quarta o quinta dose. Non si tratta solo di una questione di termini. Il linguaggio descrive la nuova fase della campagna di prevenzione. L’idea è quella di far diventare la vaccinazione contro il Covid un appuntamento fisso annuale, almeno per le persone più a rischio, come succede con l’influenza. Se si riuscirà a procedere in questo modo, senza bisogno di altri richiami dopo pochi mesi, significa che è stato fatto un passo importante verso l’endemizzazione del virus.

Si farà dal medico di famiglia – Altro tema importante è quello organizzativo. Come si sa, non c’è più la struttura commissariale a gestire la campagna e soprattutto le consegne delle dosi, ma tutto è in mano a una organizzazione mista tra i ministeri della Difesa e della Salute. In più, le Regioni hanno dismesso gli hub vaccinali. A ottobre potrebbe essere necessario riaprirne alcuni, anche se l’idea è quella di fare tutto con le forze del sistema sanitario, in particolare coinvolgendo i medici di famiglia e i dipartimenti di prevenzione delle Asl.

Arriva il bivalente – Infine, c’è la questione — piuttosto delicata — di quali vaccini verranno usati. Intanto l’Europa, che sugli acquisti si muove in modo unitario, ha chiesto ai produttori di interrompere le consegne per luglio e agosto. Nei magazzini ci sono abbastanza dosi per chi volesse ricevere una somministrazione adesso. L’idea è che l’industria sostituisca i lotti in consegna quest’estate con quelli dei nuovi medicinali. Ad autunno, probabilmente già a settembre, dovrebbero avere il via libera i vaccini “aggiornati”, cioè bivalenti, contro il virus originario, il Wuhan, e Omicron 1. Un po’ più avanti, a novembre, potrebbero essere disponibili prodotti per Omicron 5. “Quelli progettati contro Omicron saranno efficaci anche per eventuali sottovarianti, al di là del loro “numero”. Del resto, il vaccino prodotto per contrastare il virus di Wuhan ha protetto le persone anche dalle altre forme, soprattutto per quanto riguarda la malattia grave. Non bisogna pensare che sia necessario avere un vaccino progettato contro l’ultima forma in circolazione, dice Armando Genazzani, farmacologo di Torino che lavora per Ema e per Aifa, cioè le agenzie del farmaco europea e italiana. E proprio ieri il ceo di Moderna, Stéphane Bancel, ha detto che il vaccino bivalente dell’azienda provoca una «potente risposta anticorpale» anche contro le sottovarianti 4 e 5 di Omicron. L’azienda, ovviamente, diffonde le notizie nel suo interesse commerciale, ma il dato pare interessante. continua a leggere

Ecco tutti i segreti di Omicron 5: i sintomi per riconoscerla, i dubbi sui tamponi e i consigli per le vacanze

articolo di Michele Bocci: https://www.repubblica.it/cronaca/2022/06/21/news/omicron_5_sintomi_vaccino_tampone_cure-354895548/?ref=drla-1

Virus o raffreddore da aria condizionata? La nuova variante è ormai dominante in Italia colpisce i vaccinati ma anche chi ha avuto altre varianti della stessa Omicron

No, non è stato un colpo di freddo da aria condizionata. E nemmeno una notte passata a girarsi nel letto, sudati per il caldo. Quel malessere, quei dolori e quel mal di gola con la febbre, sono provocati dal Covid. In sempre più casi. Il virus è tornato a circolare nella sua nuova versione, la Omicron 5. Si tratta di una sottovariante che la settimana scorsa in base alla “flash survey” dell’Istituto superiore di sanità era la causa del 23% dei casi ma oggi è già considerata prevalente, cioè sopra al 50%. Il ritmo di crescita settimanale delle infezioni è tra il 50 e il 60%, con oltre 62 mila contagiati oggi, ma fortunatamente la stragrande maggioranza dei casi non sono gravi. Lo dimostrano i tassi di occupazione dei letti ospedalieri, ancora molto bassi.

In cosa sono diversi i sintomi di Omicron 5 rispetto a quelli delle varianti e sottovarianti che l’hanno preceduta? Quali sono le cure? Chi è vaccinato evita l’infezione? Dopo alcune settimane di tranquillità, i cittadini tornano a farsi tante domande.

I sintomi: tutto inizia con il mal di gola – “In molti hanno il mal di gola e la febbre, anche fino a 39“, spiega Khalid Kussini, medico di famiglia a Latisana, in Friuli Venezia Giulia, cioè una delle Regioni che in questi giorni ha visto una crescita molto importante dei casi (+85% in una settimana). “Ormai ogni giorno ci sono pazienti che vengono da me per fare il tampone, dopo essere risultati positivi al test casalingo“. I sintomi di Omicron 5 sono un po’ più evidenti di quelli delle sottovarianti Omicron precedenti, che spesso si limitavano a un malessere. Qui c’è spesso la febbre e in molti casi tutto inizia con un forte mal di gola, problema un tempo meno diffuso (c’era molto spesso mal di testa). Ma qualcuno sviluppa anche raffreddore o la tosse, oltre ad avere debolezza e dolori diffusi che invece si trovavano anche in chi era infettato da altre sottovarianti. Ormai difficilmente scompaiono gusto e olfatto, come accadeva con Delta. “Il virus, comunque, generalmente si ferma nelle alte vie respiratorie, alla trachea e ai bronchi. Quindi non causa polmoniti“, spiega il presidente della Società italiana di malattie infettive (Simit), Claudio Mastroianni, ordinario alla Sapienza. continua a leggere

Mascherine, dal 15 giugno via al chiuso: dal lavoro ai mezzi pubblici, cosa cambia


articolo di Michele Bocci: https://www.repubblica.it/cronaca/2022/06/12/news/mascherine_15_giugno_lavoro_mezzi_pubblici-353525748/?ref=drrt-3

L’obbligo di indossare le protezioni potrebbe restare su aerei, treni e autobus mentre sparirebbe in cinema e teatri

Tra tre giorni, il 15 giugno, decade l’obbligo di portare la mascherina al chiuso. Il governo deve decidere se mantenerlo in alcune situazioni particolari oppure se lasciare una raccomandazione. Ci sono ancora discussioni nella maggioranza, con il ministero alla Salute che come sempre è molto cauto e vorrebbe lasciare l’imposizione di indossare le protezioni a bordo dei mezzi di trasporto pubblici. Poi c’è la questione del lavoro. Per quanto riguarda quello privato, in base ai protocolli resterà necessario avere la protezione quando non si riesce a mantenere la distanza di sicurezza dai colleghi. Ma ecco nello specifico cosa succederà.

Sui trasporti potrebbe restare – E’ il punto più dibattuto nella maggioranza, perché gli esperti ritengono che, visto che il virus circola ancora, sia necessario lasciare l’obbligo ancora per un po’, magari un mese. Per questo le mascherine potrebbero restare obbligatorie a borto di autobus, tram, metropolitane, aerei e treni.

Cinema e teatri, via l’obbligo – Per quanto riguarda spettacoli, eventi culturali e sportivi al chiuso, sembra invece esserci una certezza. L’obbligo dovrebbe infatti essere sostituito da una raccomandazione. Del resto, è la riflessione che fanno molti, con la bella stagione gli eventi culturali e sportivi si tengono prevalentemente all’aperto.

Lavoro privato, per ora non cambia niente – Se nel pubblico l’obbligo è decaduto da tempo, sostituito da una raccomandazione via circolare del ministro Renato Brunetta, nel privato ci si basa su protocolli. In questi documenti, firmati da tutte le parti sociali, si prevede che la mascherina debba essere indossata in tutte le situazioni di rischio, cioè quando il lavoro viene svolto a contatto con dei colleghi. Per ora, almeno fino al 30 giugno quando ci sarà un nuovo incontro al ministero del lavoro, non cambia niente.

Scuola, il nodo maturità – Si scioglierà domani il nodo della maturità. Teoricamente la mascherina è obbligatoria ma i ministri alla Salute e all’Istruzione potrebbe decidere di cambiare, lasciando una raccomandazione quando gli ambienti permettono il distanziamento tra gli alunni.

Over 50, addio all’obbligo ma restano le multe – Il 15 giugno scade anche l’obbligo di vaccinazione per gli over 50, i lavoratori della scuola e quelli delle forze dell’ordine. Nessuno ha intenzione di prorogare la legge. Continuano però ad arrivare le sanzioni da 100 euro per chi non è in regola con le tre dosi. L’unica categoria per la quale l’obbligo arriverà fino alla fine dell’anno è quella dei lavoratori della sanità. Senza copertura non possono svolgere la loro attività e vanno incontro alla sospensione da parte del loro Ordine.

Mascherine al chiuso: quando è obbligatoria la FFP2? E la chirurgica? Le regole in vigore dal 1 maggio


articolo di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini: https://www.corriere.it/cronache/22_maggio_03/mascherine-chiuso-regole-1-maggio-ordinanza-55df84c8-ca33-11ec-829f-386f144a5eff.shtml

Le nuove regole sull’obbligo di indossare le mascherine: l’ordinanza del ministro della Salute Speranza indica i luoghi dove bisogna indossarle. Le raccomandazioni contenute nella circolare del ministro Brunetta

In alcuni luoghi sono obbligatorie le mascherine chirurgiche, in altri le FFP2. In alcuni luoghi le mascherine sono soltanto raccomandate. Ecco dove bisogna indossarle e di quale tipo devono essere.

Trasporti con FFP2§: Secondo l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza in vigore fino al 15 giugno è obbligatorio indossare la mascherina FFP2:

  • aeromobili adibiti a servizi commerciali di trasporto di persone
  • navi e traghetti adibiti a servizi di trasporto interregionale
  • treni Intercity, Intercity Notte e Alta Velocità
  • autobus che collegano più di due regioni
  • autobus adibiti a servizi di noleggio con conducente
  • mezzi del trasporto pubblico locale o regionale: autobus, tram e metropolitane
  • scuolabus

Cinema, teatri, sale da concerto con FFP2: Secondo l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza in vigore fino al 15 giugno è obbligatorio indossare la mascherina FFP2:

Stadi liberi, palazzetti con FFP2: Negli stadi non c’è alcun obbligo mentre va indossata la FFP2 «per gli eventi e le competizioni sportive che si svolgono al chiuso» fino al 15 giugno.

Ospedali, Rsa, strutture sanitarie: È obbligatorio indossare la mascherina chirurgica per utenti e ai visitatori di:

  • strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali
  • strutture di ospitalità e lungodegenza
  • residenze sanitarie assistite (RSA), hospice, strutture riabilitative, strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti.

«Raccomandata la FFP2 negli uffici pubblici: Secondo la circolare firmata dal ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta è raccomandata la FFP2 per la pubblica amministrazione nei seguenti casi:

  • per il personale che si trovi a contatto con il pubblico (c.d. sportello) e che sia sprovvisto di altre idonee barriere protettive
  • per il personale che svolga la prestazione in stanze in comune con uno o più lavoratori, anche se si è solo in due, salvo che vi siano spazi tali da escludere affollamenti
  • nel corso di riunioni in presenza
  • nel corso delle file per l’accesso alla mensa o altri luoghi comuni (ad esempio bar interni, code per l’ingresso in ufficio)
  • per coloro che condividano la stanza con personale cosidetto “fragile”
  • in presenza di una qualsiasi sintomatologia che riguardi le vie respiratorie
  • negli ascensori
  • in ogni caso in cui, anche occasionalmente, si verifichi la compresenza di più soggetti nel medesimo ambiente

Negozi, supermercati, aziende private: Per i negozi, i supermercati e le aziende private valgono i protocolli in vigore che prevedono l’utilizzo della mascherina chirurgica ma non esiste alcun obbligo di legge.

Scuole: Fino alla fine dell’anno scolastico gli studenti che hanno più di 6 anni devono indossare la mascherina chirurgica.

Perché in Italia la mortalità per il Covid è così alta?


articolo di Fabio Savelli: https://www.corriere.it/cronache/22_aprile_15/mortalita-covid-cosi-alta-italia-perche-82d59b56-bc24-11ec-af7f-583e72875555.shtml?refresh_ce

L’Iss: sarebbero il 10% in più rispetto al resto d’Europa. Omicron variante prevalente al 100%

«Eccesso di mortalità» rispetto agli anni pre-pandemia. Per capire quanti decessi abbia causato il Covid in Italia e negli altri Paesi europei , con sistemi sanitari analoghi perché universalistici, conviene partire dall’analisi qualitativa più attendibile di questi due anni. Quella redatta dall’Istat in collaborazione con l’Istituto superiore di Sanità che ha analizzato le cause dei decessi partendo dalla certificazioni compilate dai medici. L’indagine si ferma a febbraio 2022, ma dà lo spaccato di quello che è accaduto. Il geriatra dell’Iss, Graziano Onder, spiega che nove certificati su dieci «attribuiscono al virus la causa direttamente responsabile del decesso». In una scheda su dieci la «morte è dovuta ad altre causetra le quali le più rappresentate sono le malattie del sistema circolatorio e i tumori», puntualizza Onder.

La sovrastima – Il campione di certificazioni redatto dall’Iss è sufficientemente rappresentativo — per età, provenienza geografica, patologie — dei decessi Covid nel complesso. Dunque, è possibile, aggiunge Onder, che nel confronto con l’Europa l’Italia abbia una sovrastima di circa il 10% di morti Covid. Considerando che da inizio pandemia abbiamo appena raggiunto le 161.336 vittime, contabilizzate dal sistema di sorveglianza del ministero della Salute su dati forniti dalle Regioni, circa 16 mila decessi sarebbero avvenuti “con” il Covid e non “per” il Covid. Ecco perché l’Organizzazione mondiale della Sanità ha riconosciuto come unico metodo attendibile il calcolo dell’eccesso di mortalità rispetto ai 4-5 anni precedenti al 2020. «Restituisce una fotografia più attendibile dell’impatto del Covid sulla mortalità perché ogni Paese li ha calcolati come ha creduto, il Regno Unito ad esempio ha escluso dal conteggio delle morti Covid quelle avvenute dopo 28 giorni dal contagio, noi invece ricomprendiamo tutti», segnala Onder. Secondo questo calcolo l’Italia avrebbe molte più vittime dei Paesi nordici, molte più della Germania, sarebbe in linea con la Francia, avrebbe molti meno decessi della gran parte dei Paesi dell’Est Europa, in primis della Polonia, e del Belgio, se confrontiamo l’ecesso di mortalità del 2020 e del 2021 rispetto agli anni precedenti. continua a leggere

La strategia della Svezia contro il Covid è stata un fallimento, ora ci sono le prove: morfina invece di ossigeno, bimbi usati per diffondere il virus e manipolazioni


articolo di Elena Tebano: https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/22_aprile_12/svezia-covid-fallimento-prove-6d259266-ba30-11ec-ac09-3ceafb137606.shtml?refresh_ce

Disamina impietosa sull’Agenzia di Salute Pubblica: «Non ha basato i consigli su prove scientifiche, il popolo svedese è stato tenuto all’oscuro di fatti fondamentali, agli anziani morfina anziché ossigeno, i bambini usati per diffondere il virus». Nel documento la prova della scelta fatta tra chi curare e chi no

L’approccio svedese all’epidemia di Covid è stato un fallimento. È quanto emerge dal primo studio scientifico sistematico sulla strategia della Svezia nella gestione della pandemia realizzato a due anni dai primi contagi, pubblicato su Humanities & Social Sciences Communications tramite Nature.com.

Come è noto l’approccio della Svezia era orientato a evitare una chiusura della società per limitare il più possibile i danni economici, cercando un’immunità di gregge «naturale» e senza imporre mai lockdown, né limitazioni alla libertà di commercio e movimento dei cittadini, ma facendo affidamento sulla responsabilità individuale (ristoranti e scuole per i bambini sotto i 16 anni, per esempio, sono rimasti aperti e in presenza per tutta la pandemia). «Questa strategia svedese del laissez-faire ha avuto un grande costo umano per la società svedese» e «diversi studi hanno dimostrato che i costi umani sarebbero stati significativamente inferiori in Svezia se fossero state attuate misure più severe, senza impatti più dannosi sull’economia» scrivono gli autori dello studio, scienziati di università del Belgio, della Svezia e della Norvegia, un «gruppo multidisciplinare con un background in epidemiologia, medicina, studi religiosi, storia, scienze politiche e diritti umani», che è stato «consigliato da diversi esperti indipendenti nazionali e internazionali», ha esaminato tutti «gli articoli scientifici rilevanti, sottoposti a revisione tra pari, pubblicati sulla gestione della pandemia in Svezia e negli altri Paesi nordici» e ha «cercato di raccogliere tutte le conversazioni via e-mail, gli ordini del giorno delle riunioni, gli appunti delle riunioni e i comunicati stampa delle parti interessate coinvolte nel processo decisionale a livello nazionale» appellandosi alle «leggi sulla libertà d’informazione».

Il governo svedese ha delegato la gestione della pandemia all’Agenzia di Salute Pubblica, che però dal 2014 aveva licenziato o trasferito tutti i suoi più autorevoli consulenti scientifici all’Istituto Karolinska. «Con questa configurazione, l’autorità mancava di competenza e poteva ignorare i fatti scientifici» spiega il rapporto. «L’Agenzia della Salute Pubblica non ha basato i suoi consigli su prove scientifiche ma su preconcetti sulle pandemie influenzali e sull’immunità di gregge, affidandosi principalmente a un piccolo gruppo consultivo con un focus disciplinare ristretto e una competenza troppo limitata», è stata «sistematicamente scorretta nelle sue valutazioni del rischio, e ha ignorato le prove scientifiche sulle strategie di soppressione, la trasmissione per via aerea». Inoltre ha «etichettato i consigli degli scienziati nazionali e delle autorità internazionali come posizioni estreme, facendo sì che i media e gli organi politici accettassero invece la propria politica (Qui l’intervista al regista della strategia di Stoccolma: «Da noi niente lockdown e ora non c’è la seconda ondata»).

Il popolo svedese è stato tenuto all’oscuro di fatti fondamentali come la trasmissione aerea del Sars-Cov-2, che gli individui asintomatici possono essere contagiosi e che le maschere facciali proteggono sia il portatore che gli altri» si legge ancora nel rapporto. Le conseguenze pratiche di questa scelta sono state deleterie.

Ecco come le descrive il rapporto pubblicato da Nature.com :

  • «A molti anziani è stata somministrata morfina invece di ossigeno, nonostante le scorte disponibili, ponendo fine di fatto alla loro vita».
  • «La decisione di fornire cure palliative a molti adulti anziani è molto discutibile; pochissimi anziani sono stati ricoverati per il Covid 19. Un trattamento appropriato (potenzialmente salvavita) è stato negato senza esame medico, e senza informare il paziente o la sua famiglia o chiedere il permesso. Molti funzionari hanno continuato a negare ogni responsabilità, e c’è stata solo una limitata protesta pubblica in Svezia quando questo è venuto fuori, la narrazione comune è che quelli nelle case di cura sono destinati a morire presto comunque».
  • «Durante la primavera del 2020, molti individui non sono stati ricoverati negli ospedali e non hanno nemmeno ricevuto un esame sanitario poiché non erano considerati a rischio, con il risultato che gli individui sono morti a casa nonostante avessero cercato aiuto. Inoltre, c’erano istruzioni di triage disponibili nella regione di Stoccolma, che mostravano che gli individui con comorbidità, indice di massa corporea superiore a 40 kg/m2, età avanzata (80+) non dovevano essere ammessi in unità di terapia intensiva, poiché “era improbabile che si riprendessero”».
  • «Nonostante i segnali preoccupanti di diversi ospedali che hanno superato i loro limiti, l’Agenzia per la salute pubblica e il governo hanno continuato a sostenere che c’erano ancora letti di terapia intensiva disponibili in Svezia, e che la loro strategia non è fallita poiché sono stati in grado di mantenere il contagio a livelli che il sistema sanitario poteva gestire. Tuttavia, la Svezia ha ottenuto il punteggio più basso sull’accessibilità dei letti di terapia intensiva in base a uno studio di 14 Paesi europei che ha esaminato l’impatto sul tasso di mortalità da Covid 19».
  • «L’Agenzia della Salute Pubblica ha negato o declassato il fatto che i bambini potessero essere infettivi, sviluppare malattie gravi, o guidare la diffusione dell’infezione nella popolazione; mentre le loro e-mail interne indicano il loro obiettivo di usare i bambini per diffondere l’infezione nella società».
  • «Ci sono stati anche rapporti su disuguaglianze e ingiustizia sociale come conseguenza della risposta della Svezia, in particolare con gli anziani, le persone nelle case di cura, gli individui con un background migratorio e i gruppi socio-economicamente meno avvantaggiati (anche di giovane età) colpiti dall’eccesso di mortalità. Questa narrazione della disuguaglianza è stata apertamente comunicata dai funzionari, compresa l’Agenzia della Salute Pubblica, sostenendo che “l’infezione da coronavirus nelle case di cura può essere stata diffusa dal personale con scarsa padronanza della lingua svedese”, “abbiamo una maggiore diffusione a causa della maggiore popolazione immigrata”, “solo gli stranieri si ammalano”, “solo le persone che sembrano turisti indossano maschere facciali in pubblico”. Non sono stati fatti sforzi significativi per diminuire queste disparità». continua a leggere

Quarantena, regole confermate dalla Consulta: cosa prevedono per positivi e contatti stretti


articolo di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini: https://www.corriere.it/cronache/22_aprile_10/quarantena-regole-consulta-positivi-contatti-stretti-e77299fe-b8ca-11ec-90ff-73ad5f64beff.shtml

La Corte costituzionale ha confermato la validità delle norme in vigore, quindi isolamento obbligatorio e relative sanzioni penali per i positivi e per i contatti stretti

La quarantena per i positivi e per i contatti stretti non cambierà. La conferma arriva dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha ribadito la validità della norme in vigore. Secondo la Consulta «la quarantena obbligatoria e le relative sanzioni penali, così come regolate dalle disposizioni impugnate, incidono sulla sola libertà di circolazione. Non comportano alcuna coercizione fisica, sono disposte in via generale per motivi di sanità e si rivolgono a una indistinta pluralità di persone, accomunate dall’essere positive al virus trasmissibile ad altri per via aerea».
Tutto confermato dunque e questo vale anche per i contatti stretti.

Ecco le regole per la quarantena – Ecco le regole in vigore. Rimane dunque l’obbligo di attendere i 7 giorni (o 10 giorni per i non vaccinati o per chi non ha la terza dose o ha fatto la seconda dose da più di 120 giorni) per chi è positivo. Nel provvedimento è specificato che all’esito del tampone negativo, «la trasmissione, con modalità anche elettroniche, al dipartimento di prevenzione territorialmente competente del referto, con esito negativo, determina la cessazione del regime dell’isolamento».

La circolare – Secondo la circolare queste sono le regole:

  • «Per i non vaccinati o i vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da più di 120 giorni e per i guariti da più di 120 giorni l’isolamento dura 10 giorni con un test antigenico o molecolare negativo alla fine del periodo».
  • «Per i vaccinati con 3° dose booster o che hanno completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni e per guariti da meno di 120 giorni l’isolamento dura 7 giorni con un test antigenico o molecolare negativo alla fine del periodo».
  • Se si è sintomatici «il test finale dovrà essere eseguito dopo tre giorni dalla scomparsa dei sintomi. In caso di esito positivo del primo tampone di guarigione, può essere prenotato un ulteriore tampone a distanza di 7 giorni».

Contatti stretti – Si può uscire dall’isolamento dopo 21 giorni senza tampone se nell’ultima settimana non ci sono stati sintomi. Per i «contatti stretti», anche conviventi «è applicato il regime dell’autosorveglianza, consistente nell’obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2, al chiuso o in presenza di assembramenti fino al decimo giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto» e si deve «effettuare un test antigenico rapido o molecolare alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto».

Cosa cambia dal 1 aprile per green pass, mascherine e scuola: le nuove regole Covid


articolo di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini: https://www.corriere.it/cronache/22_marzo_31/1-aprile-green-pass-regole-covid-c39eccc6-b05c-11ec-9789-5da5d2d36231.shtml

Stop quarantena per i contatti stretti: test quotidiani solo per i sanitari. Il generale Petroni successore di Figliuolo

Da domani si applicano le nuove regole per il contenimento del Covid 19. In molti luoghi si potrà entrare senza green pass, in altri servirà solo quello base. Non cambiano le regole per l’isolamento di chi è positivo7 giorni se si è vaccinati, 10 se non si è immunizzati o se l’ultima dose è stata fatta da più di 120 giorni. Cambia invece la quarantena per chi ha avuto contatti stretti con contagiati: l’autosorveglianza, «con l’obbligo di indossare Ffp2, al chiuso o in presenza di assembramenti, fino al decimo giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto» vale per chi è vaccinato e per chi non lo è. Gli operatori sanitari devono eseguire un test antigenico o molecolare per 5 giorni dall’ultimo contatto con un positivo. Il generale Tommaso Petroni è stato nominato dal premier Mario Draghi successore di Francesco Paolo Figliuolo per dirigere il completamento della campagna vaccinale.

Covid, cosa cambia dall’1 aprile: le nuove regole – 28 mar 2022Corriere della Sera

Il super green pass resta per ospedali e cinema

Dal 1° al 30 aprile il green pass rafforzato — che si ottiene se si è vaccinati da meno di 120 giorni oppure guariti — sarà obbligatorio per:
– piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra e di contatto, centri benessere (anche all’interno di strutture ricettive) al chiuso
– spogliatoi e docce
– convegni e congressi
– centri culturali, centri sociali e ricreativi al chiuso
– feste, comprese quelle dopo le cerimonie
– sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò
– sale da ballo e discoteche
– cinema, teatri, palazzetti dello sport
– strutture sanitarie
Dal 1° maggio non servirà più la certificazione verde.

Il green pass base richiesto per aerei e stadi

Dal 1° al 30 aprile il green pass base, che si ottiene con certificato di vaccinazione, di guarigione, oppure con tampone antigenico (valido 48 ore) o molecolare (valido 72 ore) sarà obbligatorio per accedere a:

  • bar e ristoranti al chiuso
  • concorsi pubblici, corsi di formazione pubblici e privati
  • colloqui in carcere
  • spettacoli all’aperto
  • stadi
  • aerei
  • treni
  • navi e traghetti (esclusi i collegamenti nello Stretto di Messina e con le Isole Tremiti)
  • pullman turistici oppure che effettuano i collegamenti tra regioni.

Dal 1° maggio non servirà più la certificazione verde per nessuno di questi luoghi.

Mascherine: quando usare le chirurgiche o le Ffp2

In tutti i luoghi al chiuso dal 1° al 30 aprile è obbligatoria la mascherina chirurgica.
In discoteca la mascherina può essere tolta al momento del ballo.
Nei bar e ristoranti deve essere indossata quando non si è al tavolo.
Nei seguenti luoghi è invece obbligatorio indossare la Ffp2:
– aerei
 navi e traghetti adibiti a servizi di trasporto interregionale
– treni
– pullman turistici oppure per il collegamento di regioni diverse
– autobus, metropolitane, tram, scuolabus
– funivie, cabinovie e seggiovie con cupola paravento
 cinema, teatrisale da concerto, competizioni sportive all’interno dei palazzetti dello sport.

Scuola, in Dad solo i positivi, autosorveglianza per gli altri studenti

Se nelle classi ci sono quattro casi «le attività proseguono in presenza e docenti, educatori e bambini che abbiano superato i sei anni utilizzano le mascherine Ffp2 per dieci giorni dall’ultimo contatto con un soggetto positivo. In caso di comparsa di sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo all’ultimo contatto, va effettuato un test».
Gli alunni «in isolamento per infezione da Covid, possono seguire l’attività scolastica nella modalità di didattica digitale integrata accompagnata da specifica certificazione medica che attesti le condizioni di salute dell’alunno».
Si può tornare in classe «dimostrando di aver effettuato un test antigenico rapido o molecolare con esito negativo».

Lavoro: basta un tampone anche per gli over 50. Eccezione per i sanitari

Fino al 15 giugno 2022 rimane l’obbligo vaccinale per alcune categorie professionali — personale scolastico e forze dell’ordine — e per gli over 50 ma per andare al lavoro sarà sufficiente esibire il green pass base, che si ottiene con il tampone. E quindi non è più prevista la sospensione da funzioni e stipendio per chi non è vaccinato.
Per gli over 50 che non sono vaccinati rimane la sanzione da 100 euro che sarà erogata dall’Agenzia delle Entrate.
Per il personale sanitario e i dipendenti delle Rsa l’obbligo vaccinale rimane fino al 31 dicembre 2022.
Chi non è in regola deve essere sospeso da funzioni e stipendio fino a quando non risulta in regola con le vaccinazioni.

Turismo, se clienti degli hotel accesso libero a ristoranti e piscine

Dal 1° aprile sarà possibile soggiornare negli alberghi e nelle altre strutture senza avere il green pass.
I clienti che alloggiano negli alberghi e nelle strutture possono accedere ai bar e ai ristoranti , alle palestre e alle piscine, ai centri benessere senza il green pass base.
Chi non alloggia negli alberghi e delle strutture deve invece esibire il green pass base per tutti i servizi che si trovano all’interno.
Sarà libero anche l’accesso a:
– negozi
– uffici pubblici
-uffici postali
-banche
In tutti questi luoghi bisognerà però indossare la mascherina ed evitare gli assembramenti.

Le regole Covid dal 1 aprile: decreto pubblicato in gazzetta ufficiale, ecco cosa cambia


articolo di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini: https://www.corriere.it/cronache/22_marzo_25/regole-covid-aprile-2022-decreto-0a4e2dd2-ac21-11ec-b7d6-769a9aeeea07.shtml

L’Italia riapre dal primo maggio, ma tra una settimana iniziano a cambiare le regole e le restrizioni anti Covid

Entra in vigore oggi con la pubblicazione in gazzetta ufficiale il nuovo decreto del governo che cambia le regole per il contenimento del Covid 19. Il percorso verso la normalità comincia venerdì 1 aprile e proseguirà il 1 maggio quando il green pass non servirà più e l’ingresso sarà libero ovunque.

Dalla prossima settimana già si alleggeriscono le restrizioni e in molti luoghi il green pass rafforzato (che si ottiene se si è vaccinati con tre dosi oppure con due dosi da meno di 120 giorni oppure se si ha un certificato di guarigione) viene sostituito dal green pass base (che si ottiene con un tampone antigenico valido 48 ore oppure molecolare valido 72 ore).

Per favorire il turismo anche in vista delle vacanze pasquali si è deciso che dal 1 aprile per entrare negli alberghi non servirà il green pass e nei ristoranti dall’1 aprile agli stranieri basterà il green pass base. La stessa regola per gli italiani scatterà il 15 aprile.

Ecco tutte le nuove regole e il percorso verso la normalità.

Qui tutti i dettagli sul nuovo decreto

1 – Fino a quando si dovranno indossare le mascherine al chiuso?
Fino al 30 aprile.

2 – Dall’1 aprile si potrà andare a lavorare senza super green pass, anche se si hanno più di 50 anni?
Sì, tutte le categorie di lavoratori dal primo aprile potranno entrare al lavoro con il green pass base, che si ottiene con il tampone negativo.

3 – Dall’1 aprile chi non si vaccina rischia ancora la sospensione?
La sospensione dall’incarico e dallo stipendio resta come sanzione solo per medici, infermieri e personale delle Rsa fino al 31 dicembre.

4 – Quando si potrà viaggiare su autobus e metropolitane senza green pass rafforzato?
L’obbligo cade il primo aprile. Fino al 30 aprile sarà però obbligatoria la mascherina Ffp2.

5 – Cosa serve per salire su aerei, treni e navi?
Dall’1 al 30 aprile basterà il green pass base. Dal primo maggio non sarà richiesto alcun certificato e non sarà più obbligatorio indossare la mascherina Ffp2.

6 – Ci si può sedere al tavolo di un bar o di un ristorante senza green pass?
Dall’1 aprile si potrà entrare senza certificato verde nei bar e nei ristoranti all’aperto, mentre per bar e ristoranti al chiuso sarà necessario aspettare il 15 aprile.

7 E i turisti stranieri?
Per uniformare le regole italiane con quelle degli altri Paesi europei dal primo aprile i turisti stranieri potranno mangiare nei bar e nei ristoranti al chiuso mostrando un tampone negativo antigenico (valido 48 ore) e molecolare (valido 72 ore).

8 – Per entrare nei negozi, andare dal parrucchiere, in banca, alle poste o negli uffici pubblici occorre il green pass?
Dall’1 aprile l’ingresso sarà libero, si dovrà indossare la mascherina.

9 – Cosa deve fare chi ha avuto un contatto stretto con una persona positiva al Covid?
Non deve rispettare la quarantena ma ha l’obbligo di indossare (al chiuso o in presenza di assembramenti) la mascherina Ffp2 per dieci giorni dall’ultimo contatto.

10 – Come cambiano le regole a scuola?
Fino a quatto studenti contagiati si resta in classe, con l’obbligo sopra i 6 anni di usare per dieci giorni la mascherina Ffp2. La regola vale per le scuole dell’infanzia e per tutte le altre classi fino alle superiori.

11 – Chi va in Dad?
Soltanto gli alunni positivi.

12 – Nelle università gli studenti devono avere il green pass?
Fino al 30 aprile.

13 – Cosa serve per andare allo stadio?
Dal primo aprile basta il green pass base e la mascherina Ffp2. La capienza è al 100%.

14 – Quali sono le regole per cinema, teatri, sale da concerto ed eventi sportivi al chiuso?
Fino al 30 aprile serve il green pass rafforzato, dal primo maggio il certificato non è più richiesto e cade l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2.

15 – Fino a quando si dovrà entrare con il green pass rafforzato nelle strutture sanitarie?
Fino al 31 dicembre.

16 – Quando potremo togliere le mascherine?
Il 30 aprile.

17 – Dove è obbligatoria la mascherina Ffp2?
Fino al 30 aprile per salire su autobus e metropolitane, aerei, treni e navi, pullman, pulmini scolastici, funivie, cabinovie e seggiovie, spettacoli in cinema, teatri, sale da concerto, locali e discoteche, eventi e competizioni sportive.

18 – Cambiano le regole per praticare sport al chiuso ed entrare negli spogliatoi?
Dal primo maggio non serve il green pass per lo sport al chiuso e gli spogliatoi.

19 – Dal primo aprile si possono praticare gli sport all’aperto senza green pass?
Sì.

20 – Serve il green pass per le funivie?
Dall’1 al 30 aprile è obbligatoria solo la mascherina Ffp2.

21 – Quali sono le regole per feste e cerimonie pubbliche?
Dal primo aprile l’ingresso è libero.

22 – Anche per sagre, fiere e centri culturali, sociali e ricreativi all’aperto?
Sì, dal primo aprile il certificato non sarà richiesto.

23 – Serve il certificato verde per entrare alle terme, nei parchi tematici e di divertimento?
Solo fino al 31 marzo.

24 – E i centri benessere, sale gioco e centri congressi?
Fino al 30 aprile serve il green pass rafforzato.

25 – Cosa cambia per feste al chiuso e discoteche?
Fino al 30 aprile è richiesto il green pass rafforzato e bisogna indossare la mascherina.

26 – Ci sono limitazioni per il numero di persone ammesse alle feste?
No, non c’è alcun limite.

27 – Ci sono limitazioni per le discoteche?
No, dal primo aprile è prevista la capienza al 100 %.

28 – Per andare in albergo bisogna avere il green pass?
Dall’1 aprile l’ingresso negli hotel e nelle strutture ricettive è senza alcuna limitazione.

29 – Nei ristoranti interni bisogna avere il green pass?
Per i clienti che alloggiano non serve.

30 – La regola vale anche per i turisti stranieri?
Anche per chi arriva dall’estero non c’è alcun obbligo.

GIORNATA NAZIONALE IN MEMORIA DELLE VITTIME DEL COVID-19


GIORNATA NAZIONALE IN MEMORIA DELLE VITTIME DEL COVID-19

In ricordo di tutte le vittime del Covid.

#giornatanazionalevittimecovid

COVID-19
Ministero della Salute: ricevi notizie su COVID-19.
– Programma RAI – Il giorno e la storia – 2022

Fine del green pass, smart working e riaperture: le date per uscire dalla pandemia


articolo di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini: https://www.corriere.it/politica/22_febbraio_20/green-pass-fine-fino-a-quando-italia-0254792e-91b9-11ec-b793-2265998432ac.shtml?refresh_ce

Fino a quando servirà il green pass in Italia? Quando sono previste le riaperture? Tutte le date: dalla capienza degli stadi alla certificazione verde per locali, negozi e mezzi di trasporto

Ancora qualche giorno e il governo annuncerà quella road map «per eliminare al più presto possibile le restrizioni» contro l’emergenza da Covid 19, di cui Mario Draghi ha parlato nell’ultima conferenza stampa.

L’obbligo vaccinale per il personale sanitario, per quello scolastico, per le forze dell’orine e per gli over 50 resterà almeno fino al 15 giugno e così l’obbligo di green pass rafforzato per tutti i lavoratori del settore pubblico e di quello privato (autonomi e professionisti compresi). Ma l’iter per allentare le ultime restrizioni è partito.

La data chiave è il 31 marzo, ultimo giorno dello stato di emergenza che fu dichiarato dal governo di Giuseppe Conte il 30 gennaio del 2020. Se i contagi continueranno a calare, tra quaranta giorni Palazzo Chigi toglierà ufficialmente la cornice che ha consentito due anni di norme speciali per contrastare il Covid-19. E la via verso il ritorno alla normalità sarà spianata.

Stadi – Già oggi negli stadi è possibile l’occupazione del 75% dei posti disponibili. La data fissata dal governo era l’1 marzo, ma il Parlamento ha anticipato questa data con la conversione in legge dell’ultimo decreto approvato per contrastare l’emergenza.

Pop corn e bevande – Dal 10 marzo si tornerà a mangiare e a bere nelle sale dei cinema e dei teatri, dove i bar potranno riaprire. La chiusura era prevista fino al 31 marzo, ma la Camera ha approvato in via definitiva il decreto Covid che proroga lo stato di emergenza e le norme del super green pass.

Visite in ospedaleDal 10 marzo sarà nuovamente possibile visitare i familiari ricoverati in ospedale per 45 minuti al giorno. La regola sarà valida in tutta Italia, anche nelle terapie intensive e la novità è che i direttori sanitari non potranno impedire l’accesso dei parenti. Per i guariti dal Covid basterà fare un tampone dopo aver completato il ciclo vaccinale primario. Per chi ha tre dosi il tampone non sarà necessario.

Stato di emergenza – Draghi ha già deciso. Salvo peggioramenti improvvisi del quadro epidemiologico, il 31 marzo sarà l’ultimo giorno dello stato di emergenza. Si torna dunque alla gestione ordinaria.

La campagna vaccinale

La struttura emergenziale guidata dal commissario Francesco Paolo Figliuolo sarà smantellata e l’idea che prevale nelle stanze della presidenza del Consiglio è di riportare tutte le competenze al ministero della Salute, a cominciare da quel che resterà della campagna vaccinale. L’ipotesi di spostare le responsabilità di Figliuolo sulle spalle di Fabrizio Curcio alla Protezione civile sembra tramontata. Ma se l’Ema dovesse dare il via libera alla quarta dose di vaccino, il governo potrebbe chiedere aiuto all’esercito e alla stessa Protezione civile per le somministrazioni. continua a leggere

Green pass senza scadenza per chi ha la terza dose: il piano del governo per allungare la durata


articolo di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini: https://www.corriere.it/cronache/22_gennaio_24/green-pass-senza-scadenza-terza-dose-piano-db82668a-7c91-11ec-8a2d-4c61d1a6b1fa.shtml

Qual è la durata del green pass? Per chi ha fatto la terza dose potrebbe essere senza scadenza. L’ipotesi del governo in attesa di capire se servirà un quarto richiamo. Da oggi in arancione Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia

Green pass senza scadenza per chi ha tre dosi di vaccino: la decisione è presa e nei prossimi giorni il governo metterà a punto il provvedimento che dispone l’allungamento della validità. Ma dovrà anche decidere se rinnovare l’ordinanza che impone il tampone a chi entra nel nostro Paese, anche se possiede la certificazione verde. È uno degli argomenti all’ordine del giorno della riunione con i presidenti di Regione convocata per domani. L’altro è l’abolizione delle fasce di colore che prevedono restrizioni e scattano quando si supera la soglia critica di occupazione dei reparti ospedalieri, in particolare le terapie intensive.

Green pass allungato – Il decreto in vigore prevede che dal 1° febbraio la certificazione verde sia valida sei mesi, ma per molti cittadini a metà marzo scadrà la certificazione e al momento non c’è alcuna autorizzazione alla somministrazione della quarta dose. Ecco perché il governo sta valutando di renderlo valido fino a che non saranno prese decisioni sull’eventuale nuovo richiamo. Il via libera al booster è arrivato a metà di settembre e quindi nelle prossime due settimane si dovrà procedere con l’allungamento, visto che secondo i calcoli del ministero della Salute almeno 100 mila persone sarebbero costrette a fare il tampone per lavorare, ma anche per poter svolgere tutte le altre attività della vita quotidiana.

Parere al Cts – Nei prossimi giorni il governo chiederà un parere al Comitato tecnico-scientifico per avere indicazioni, l’ipotesi più probabile è che per chi ha effettuato tre dosi non venga fissata una nuova scadenza, almeno fino a quando non sarà chiaro quali saranno i prossimi passi della campagna vaccinale. continua a leggere

Zona arancione per Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia: oggi l’ordinanza sui colori delle regioni


articolo di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini: https://www.corriere.it/cronache/22_gennaio_21/abruzzo-friuli-venezia-giulia-piemonte-sicilia-l-arancione-a4f24796-7a36-11ec-8e5a-46f0afadec3f.shtml?fbclid=IwAR0quSGOfWubzlGE_mbmO7sO2cA1Xg2Vy4uxDOaYg2-fV6PU0Sz0pe3IOGo

Oggi l’ordinanza del ministro della Salute Speranza. Migliora la situazione in Lombardia

Altre quattro regioni in arancione: Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e SiciliaÈ questo il quadro che emerge dagli indicatori sull’andamento dell’epidemia da Covid-19. Si aggiungono alla val d’Aosta che è già in arancione mentre in bianco rimangono Basilicata, Molise, Puglia, Sardegna e Umbria. La media delle terapie intensive occupate in tutta Italia è al 17,3%, in area medica è al 31,6%. Ci sono 2011 nuovi contagiati settimanali su 100mila abitanti. Il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà oggi l’ordinanza.

Piemonte e Friuli Venezia Giulia con Sicilia e AbruzzoPeggiora la situazione in Piemonte che ha le terapie intensive occupate al 22,8% e in Friuli Venezia Giulia con l’occupazione nei reparti dei malati più gravi al 22,9%. Male anche la Sicilia che sta al 20,2% in terapia intensiva e in Abruzzo che ha il 22,2% dei posti occupati.

Lombardia Lazio e Veneto – Scende invece il livello critico in Lombardia dove ci sono il 15% dei posti occupati in terapia intensiva e il 35,6% in area medica. Sta meglio anche il Lazio: 17% in terapia intensiva, 29,8 % in area medica. Il Veneto che è stato in bilico per tutta la settimana rimane in giallo con il 18% in terapia intensiva e il 25,8% in area medica. In giallo anche Calabria, Campania, Emilia Romagna, Liguria , Marche, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento, Toscana e Veneto.

Le regole dell’arancioneIn zona arancione tutte le attività rimangono aperte ma nei bar e nei ristoranti possono entrare soltanto i possessori di green pass rafforzato. Per chi non ha il green pass rafforzato in zona arancione ci sono divieti ulteriori rispetto alle altre zone:

  • 1) Non può uscire dal proprio comune di residenza se non per motivi di «lavoro, necessità, salute o per servizi non sospesi ma non disponibili nel proprio comune»;
    2) Non può accedere agli impianti di risalita delle piste da sci;
    3) Non può entrare nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi;
    4) Non può partecipare ai corsi di formazione in presenza;
    5) Non può praticare gli sport di contatto.

Green pass per i negozi: oggi il Dpcm per alimentari, farmacie, edicole


articolo di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini: https://www.corriere.it/cronache/22_gennaio_20/green-pass-dpcm-negozi-93ac5c48-7954-11ec-8a8d-61f2621d8537.shtml?fbclid=IwAR3ES82J8tQ0epm4kHf_bvtoeCRzNGYDK_S1-z4x5M7rwJ_i1kGXfW1enEU

In vigore da oggi la certificazione verde per andare dal parrucchiere, dal barbiere e dall’estetista

Sarà firmato oggi dal presidente del Consiglio Mario Draghi il Dpcm con la lista dei negozi dove non sarà obbligatorio avere il green pass dal 1° febbraio 2022. Mentre entrano in vigore le nuove regole per andare dal parrucchiere dal barbiere e dall’estetista, si mette a punto l’elenco degli esercizi commerciali esentati.

Parrucchieri, barbieri, centri estetici – Scatta oggi l’obbligo di esibire almeno il green pass base (che si ottiene con tampone antigenico valido 48 ore oppure molecolare valido 72 ore) se si va dal parrucchiere, dal barbiere o nei centri estetici.

Colloqui in carcereIl decreto entrato in vigore il 7 gennaio 2022 prevede che da oggi per entrare nelle carceri si deve avere il green pass base.

Green pass valido sei mesi – Dal 1° febbraio 2022 il green pass rilasciato a guariti e vaccinati sarà valido sei mesi. Vuol dire che se sono trascorsi più di sei mesi dall’ultima somministrazione la certificazione verde viene bloccata.

UfficiIl 1° febbraio il green pass base servirà invece per accedere a: «Pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari». Non dovranno avere il green pass i cittadini che devono entrare in una stazione dei carabinieri o in un commissariato per presentare una denuncia o comunque svolgere un atto «indifferibile». Niente green pass anche per partecipare a un processo in tribunale.

Negozi – Il 1° febbraio scatta l’obbligo anche per i negozi. Oggi il presidente del Consiglio Mario Draghi firmerà il Dpcm che contiene l’elenco degli esercizi commerciali esentati.

Alimentari, mercati, farmacie, edicole – Non servirà la certificazione verde per acquistare generi alimentari sia nei negozi al dettaglio, sia nei supermercati. Sono nell’elenco i negozi che vendono surgelati, le pescherie, le bevande, i rappresentanti di ittica. Libero accesso anche nei mercati rionali.

Farmaci, prodotti per la persona, ottici – Per comprare medicinali e prodotti per la cura per il corpo non servirà il green pass, che sarà invece necessario per i negozi di cosmetica. Niente green pass anche per parafarmacie e negozi che vendono i prodotti igienico sanitari compresi deodoranti, bagno schiuma, shampoo. Libero ingresso anche negli ottici.

Edicole e librerieNiente certificato per le edicole all’aperto (i chioschi) mentre servirà per i negozi che vendono giornali o le librerie.

Prodotti per animali – Niente green pass anche nei negozi che vendono generi alimentari e per la cura degli animali.

Carburante – No green pass per acquistare carburante per veicoli e motoveicoli, ma anche i prodotti per il riscaldamento: pellet, legna, combustibili.

I tabaccaiDal tabaccaio servirà il green pass base. Durante il lockdown questi negozi rimanevano aperti ma il governo ritiene che non possano essere inseriti nella lista degli esercizi commerciali che vendono prodotti essenziali per la cura della persona.

Green pass, la lista dei negozi dove non serve dal 1 febbraio: ci sono gli alimentari, non i tabaccai


articolo di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini: https://www.corriere.it/cronache/22_gennaio_17/green-pass-negozi-dove-non-serve-e8d33aba-77b6-11ec-9b84-15d17d060c69.shtml

Il governo vincola alla certificazione base, che si ottiene con il tampone, anche per acquistare cosmetici. Niente obbligo invece per i prodotti per animali.

Il governo ha deciso la lista dei negozi dove non sarà obbligatorio avere il green pass base (che si ottiene con tampone antigenico valido 48 ore oppure molecolare valido 72 ore) dal 1° febbraio 2022. L’elenco è frutto di una mediazione tra il ministero della Pubblica Amministrazione e il ministero dello Sviluppo Economico e comprende tutti i prodotti alimentari, le farmacie e le edicole all’aperto, i distributori di carburante, mentre per andare dal tabaccaio servirà il green pass. Il Dpcm che sarà firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi inserirà gli esercizi commerciali che vendono prodotti necessari ad «assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona».

Alimentari, mercati, grande distribuzione: Non servirà la certificazione verde per acquistare generi alimentari sia nei negozi al dettaglio, sia nei supermercati. Sono nell’elenco i negozi che vendono surgelati, le pescherie, le bevande, i rappresentanti di ittica. Libero accesso anche nei mercati rionali.

Farmacie no, cosmetica sì: Per comprare medicinali e prodotti per la cura per il corpo non servirà il green pass, che sarà invece necessario per i negozi di cosmetica. Niente green pass anche per parafarmacie e negozi che vendono i prodotti igienico sanitari compresi deodoranti, bagno schiuma, shampoo.

Edicole no, librerie sì: Niente certificato per le edicole all’aperto (i chioschi) mentre servirà per i negozi che vendono giornali o le librerie.

I tabaccai: Dal tabaccaio servirà il green pass base. Durante il lockdown questi negozi rimanevano aperti ma il governo ritiene che non possano essere inseriti nella lista degli esercizi commerciali che vendono prodotti essenziali per la cura della persona.

Prodotti per animali: Niente green pass anche nei negozi che vendono generi alimentari e per la cura degli animali.

Carburante: No green pass per acquistare carburante, ma anche i carburanti per la casa compresa la legna, o liquidi e l’alimentazione per le stufe.

Il report quotidiano diventa un caso, Bassetti: “Non ha più senso, anche i dati dei deceduti sono falsati”


articolo: https://genova.repubblica.it/cronaca/2022/01/11/news/bassetti_basta_con_il_report_quotidiano_sui_contagi_non_ha_piu_senso_il_sottosegretario_alla_salute_costa_ha_ragione_-333431697/?ref=RHTP-BH-I333397646-P1-S1-T1

Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa: “Ha ragione, ne parlerò col ministro”

Questa modalità di gestione del Covid deve cambiare. Non dobbiamo continuare a contare come malati di Covid quelli che vengono ricoverati per un braccio rotto e risultano positivi al tampone. Bisogna anche finirla col report serale, che non dice nulla e non serve a nulla se non mettere l’ansia alle persone, siamo rimasti gli unici a fare il report giornaliero“. A dirlo è Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, intervenuto alla trasmissione L’Italia s’è desta su Radio Cusano Campus. E contestualmente, all’Agi, lo stesso infettivologo denuncia un effetto doping sui dati effettivi di ricoveri e decessi Covid a causa del numero altissimo di tamponi: “Nei nostri reparti siamo ben oltre il 35% di ricoverati che con il Covid-19 non c’entrano nulla. Non hanno della malattia nessun sintomo, ma solo la positività al tampone per l’ingresso in ospedale. Dirò di più: questo avviene anche nella registrazione dei decessi, se il paziente entra in ospedale per tutt’altro, ma e’ positivo e muore, viene automaticamente registrato sul modulo come decesso Covid. Sono numeri assolutamente falsati“.

Bassetti infatti commenta il report della Fiaso, Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, dal quale emerge che circa il 34% dei pazienti positivi ricoverati non è malato di Covid ma si trova in ospedale per altri motivi. “Noi abbiamo i reparti occupati al 26%, ma li avremmo al 10% se usassimo criteri diversi – aggiunge Bassetti – Quindi sarebbe un gennaio normale: sempre infatti in questo mese invernale avevamo in reparto pazienti con influenze e polmoniti. Se non entriamo nella nuova logica continueremo a essere in emergenza. Faccio un appello a Draghi perchè ascolti un po’ più i medici e un po’ meno i burocrati“. E aggiunge, indicando il picco dei contagi tra circa due settimane: “Il report giornaliero andrebbe evitato. Siamo gli unici in Europa, un conto era un anno fa, un altro oggi con la popolazione vaccinata al 90%“.

Bassetti spara alzo zero sul “tamponificio” come lo ha ribattezzato recentemente: “Che senso ha dire che abbiamo 250mila persone che hanno tampone positivo? Bisogna specificare se sono sintomatici, asintomatici, sono ricoverati, stanno a casa – aggiunge – Da una parte sono numeri che ci fanno fare brutta figura col resto del mondo, perché sembra che vada tutto male e invece non è così, nella realtà altri Paesi che hanno molti più contagi di noi cercano di gestirli in maniera diversa. Se continuiamo così finiremo con l’andare in lockdown di tipo psicologico e sociale. Continuando a fare tutti questi tamponi immotivati, arriveremo a un punto che avremo talmente tanti positivi e contatti con positivi che l’Italia si fermerà“.

Per Bassetti, “la cosa importante sarebbe sapere quanta gente entra in ospedale con la polmonite da Covid e quanta gente invece entra in ospedale per altre patologie e ha un tampone positivo“. “Bisogna capire se la pressione sugli ospedali è da polmonite da Covid oppure se è dovuto all’enorme numero di tamponi che viene fatto – sottolinea – Ci vorrebbe una distinzione molto chiara. Bisognerebbe ascoltare un pò di più i medici. Oggi questo virus per la maggioranza dei vaccinati dà una forma influenzale. Gli ospedali sono pieni di non vaccinati, che devono vaccinarsi. Nella gestione della pandemia ci vuole un cambio di passo necessario e urgente“. continua a leggere

Covid, il mistero dei due milioni di positivi: ecco perché i conti non tornano


articolo di Michele Bocci: https://www.repubblica.it/cronaca/2022/01/10/news/il_mistero_dei_due_milioni_di_positivi-333327123/?ref=RHTP-BH-I322793271-P2-S5-T1

Sono troppi, visto che il numero è identico a quello dei nuovi casi delle ultime tre settimane. “Ci sono persone negative ancora bloccate a casa perché la Asl non le libera, oppure già uscite ma che non sono state registrate sul sistema nazionale”. Per gli epidemiologi comunque, i casi scoperti sono molti meno di quelli effettivi e quasi un decimo degli italiani potrebbero essere contagiati in questo momento

10 gennaio 2022

Un numero alto, che racconta di quanto stia correndo Omicron in Italia ma anche di come il tracciamento dei casi sia in grande crisi, talvolta proprio saltato. Ci sono decine di migliaia di cittadini, se non centinaia di migliaia a sentire alcuni esperti, che hanno il tampone negativo ma si trovano ancora in isolamento.

In questi giorni l’Italia ha raggiunto 2 milioni di attualmente positivi. Si tratta di un numero altissimo, che però equivale al totale dei nuovi casi registrati nelle ultime tre settimane: cioè 1 milione e 100 dal 3 al 9 gennaio, 680 mila dal 27 dicembre al 2 gennaio e 258 mila dal 20 al 26 dicembre. In tutto 2 milioni e 47 mila. Visto che a 21 giorni dalla prima positività si esce automaticamente dall’isolamento, senza bisogno di fare il tampone, tutti coloro che hanno ricevuto la diagnosi prima del 20 dicembre non sono presi in considerazione nel numero degli attualmente positivi.

Non è possibile che praticamente nessuno dei 2 milioni di italiani che è diventato positivo dopo il 20 non sia stato ancora liberato – spiega l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco –  Sono troppi, è evidente che è saltato il tracciamento. Potrebbe anche darsi che molti siano già fuori di casa ma il sistema non li abbia ancora eliminati dal conto dei positivi”. Nei 2 milioni ci sono però anche persone che non hanno ancora ricevuto dalla Asl il certificato che interrompe la quarantena oppure non hanno avuto il rinnovo del Green Pass da parte del ministero alla Salute. Non possono così tornare a scuola o al lavoro. “Sì, ci sono un po’ tutte e due le tipologie – spiega LopalcoDipende dalla Regione, ci sono quelle più attrezzate a far scattare in modo automatico la fine quarantena e altre che non riescono”. continua a leggere

Vaccino obbligatorio: quali Stati lo prevedono


articolo di Claudio Del Frate: https://www.corriere.it/esteri/22_gennaio_06/vaccino-obbligatorio-quali-paesi-c937ba48-6f12-11ec-97e0-94289cfbf176.shtml

In Europa l‘obbligo vaccinale è stato adottato dall’Austria; Grecia e Repubblica Ceca lo prevedono solo per over 60, la Germania è in stand by. Nel resto del mondo legge in vigore solo in cinque Stati

Con l’ obbligo vaccinale previsto per gli over 50, l’Italia si unisce a una pattuglia – ancora ristretta di Paesi – che hanno adottato questa misura. Paesi che spaziano dall’Europa al Sudamerica fino agli atolli sperduti del Pacifico. Più ampia, invece la platea dei governi che hanno adottato questa misura per particolari categorie di lavoratori, ad esempio quelli della sanità.

In Europa la strada è stata aperta dall’Austria: Vienna ha da tempo annunciato che a partire da febbraio renderà il vaccino obbligatorio per tutti gli over 14, prevedendo multe fino a 3.600 euro (ogni tre mesi) per i «renitenti».

Affretterà i tempi invece la Grecia, pur vincolando una platea più ristretta di popolazione. L’obbligo scatterà infatti già il 16 gennaio ma riguarderà solo gli ultrasessantenni. Multa di soli 100 euro per gli evasori, il gettito andrà direttamente a finanziare la sanità pubblica.

A marzo partirà anche la Repubblica Ceca, dove dovranno sottoporsi per legge all’immunizzazione tutti gli over 60. In Russia l’obbligo riguarda i soli residenti a San Pietroburgo ma solo se anziani e affetti da patologie croniche. continua a leggere

Regole green pass, quando scattano le nuove misure: il calendario


articolo di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini: Regole green pass, quando scattano le nuove misure: il calendario- Corriere.it

Tutte le date di entrata in vigore delle regole sul green pass e le misure approvate per decreto a dicembre e gennaio

Ecco il calendario dei nuovi obblighi che scattano con i decreti entrati in vigore nell’ultimo mese per cercare di frenare la risalita della curva epidemiologica da Covid 19.

6 gennaio 2022

  • Scatta l’0bbligo vaccinale per tutti coloro che hanno compiuto i 50 anni. Se non ci di vaccina entro il 1 febbraio scatta la sanzione di 100 euro.

    – L’obbligo vaccinale è esteso al personale universitario così equiparato a quello scolastico

     Scatta lo sblocco automatico del green pass per i guariti

10 gennaio 2022

  • Fino alla cessazione dello stato di emergenza che è stato fissato al 31 marzo, si amplia l’uso del green pass rafforzato alle seguenti attività:

    alberghi e strutture ricettive
    – feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose
    – sagre e fiere
    – centri congressi
    – servizi di ristorazione all’aperto
    – impianti di risalita con finalità turistico-commerciale anche se ubicati in comprensori sciistici
    – palestre, piscine, centri natatori, sport di squadra e i centri benessere ora anche all’aperto
    – centri culturali, centri sociali e ricreativi per le attività all’aperto
    – Aerei, treni e navi
    – Trasporto pubblico locale

20 gennaio 2022

01 febbraio 2022

  • I lavoratori pubblici e privati con 50 anni di età dovranno fare almeno la prima dose perché dal 15 febbraio 2022 sarà necessario il Green Pass Rafforzato per l’accesso ai luoghi di lavoro fino al 15 giugno 2022

Il green pass base (rilasciato con tampone antigenico valido 48 ore oppure molecolare valido 72 ore) è esteso ai clienti di:
pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari
attività commerciali fatte salve eccezioni che saranno individuate con atto secondario per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona
.

Il nuovo decreto sull’obbligo vaccinale per over 50 e la scuola


articolo di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini: https://www.corriere.it/cronache/22_gennaio_05/nuovo-decreto-obbligo-vaccinale-scuola-oggi-d21b1ad8-6e04-11ec-b03a-4a0e157e4787.shtml

Obbligo vaccinale, approvato oggi il nuovo decreto Covid: dovranno vaccinarsi tutti gli over 50 e servirà il green pass (base o super) per entrare da estetisti, parrucchieri, negozi, servizi pubblici e privati. Cambiano anche le norme per la scuola

Il governo ha approvato all’unanimità un nuovo decreto con una serie di importanti misure per il contenimento della pandemia di Covid, che vede numeri di casi e di decessi in costante ascesa a causa dell’impatto della variante Omicron (qui il bollettino odierno). I provvedimenti di oggi «vogliono preservare il buon funzionamento delle strutture ospedaliere e, allo stesso tempo, mantenere aperte le scuole e le attività economiche», ha detto il premier Mario Draghi. «Vogliamo frenare la crescita della curva dei contagi e spingere gli italiani che ancora non si sono vaccinati a farlo. Interveniamo in particolare sulle classi di età che sono più a rischio di ospedalizzazione per ridurre la pressione sugli ospedali e salvare vite».

L’obbligo vaccinale:

  • Dopo una discussione durata 2 ore e mezzo, il governo ha deciso di varare l’obbligo di vaccinazione per tutti coloro che hanno compiuto 50 anni.

    Per i lavoratori pubblici e privati, per accedere al luogo di lavoro sarà necessario avere il super green pass (che viene dato a chi è vaccinato o guarito dal Covid) .

    Senza limiti di età, l’obbligo vaccinale è poi esteso al personale universitarioche viene dunque equiparato a quello scolastico.

    L’obbligo decorre a partire dall’entrata in vigore del decreto (il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale). Se non ci si vaccina entro il 1 febbraio, scatterà la sanzione.

    I lavoratori over 50 dovranno avere il super green al più tardi a partire dal 15 febbraio (perché per ottenere il super green pass occorre che passino 14 giorni dalla prima dose).

    Nel decreto si legge che l’obbligo vaccinale si applica a tutti i residenti in Italia, anche cittadini europei e stranieri, e prevede eccezioni per casi di «accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal medico vaccinatore».

Le multe:

  • La sanzione per gli over 50 che non si vaccineranno sarà di 100 euro.

    La sanzione prevista per gli over 50 che si presentano al lavoro senza super green pass sarà da 600 euro a 1.500 euro.

Dove serve il green pass? E da quando?:

  • Fino al 15 giugno, secondo un compromesso raggiunto nel consiglio dei ministri (e a causa della decisa opposizione della Lega a misure più stringenti), viene esteso l’obbligo di green pass base a:

     lavoratori e clienti dei servizi alla persona (estetisti, parrucchieri: l’obbligo scatta dal 20 gennaio)

     lavoratori e clienti/utenti di pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziariattività commerciali, fatte salve eccezioni che saranno individuate in seguito per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali (dal 1 febbraio al 15 giugno).

    Non è prevista la necessità di avere il green pass base per clienti dei negozi di alimentari e farmacieQui tutte le specifiche su quale attestazione occorra, dove, e da quando.

Come cambia lo smart working?:

  • Novità anche per lo smart working : è stata firmata dai ministri per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e del Lavoro, Andrea Orlando, una circolare per sensibilizzare le amministrazioni pubbliche e i datori di lavoro privati a usare pienamente gli strumenti di flessibilità che le discipline di settore già consentono sul ricorso allo smart working.

Cosa cambia per la scuola?

  • Sulla scuola, il governo è orientato a una riapertura regolare dal 10 gennaio.

    Ecco quali saranno le nuove regole, legate alle fasce d’età:

    Per la fascia 0-6 anni, nel caso di 1 positivo in classe scatterà la quarantena per tutta la classe, per una durata di 10 giorni.

    Per la fascia delle scuole primarie, con un caso di positività, si attiva la sorveglianza con testing, ma l’attività in classe prosegue effettuando un test antigenico rapido o molecolare appena si viene a conoscenza del caso di positività (T0), test che sarà ripetuto dopo cinque giorni (T5).
    In presenza di due o più positivi scatterà la Dad per 10 giorni.

    Per la fascia degli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado ci sono molte distinzioni,
    -» con 1 solo caso Covid è prevista l’autosorveglianza con l’uso, in aula, delle mascherine FFP2;
    -» con 2 casi, è prevista la didattica digitale integrata per coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale primario da più di 120 giorni, che sono guariti da più di 120 giorni, che non hanno avuto la dose di richiamo. Per tutti gli altri, è prevista la prosecuzione delle attività in presenza con l’autosorveglianza e l’utilizzo di mascherine FFP2 in classe;
    dal terzo caso, tutti andranno in dad per 10 giorni.

    Il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, si è espresso contro la misura, spiegando che «fare la distinzione tra vaccinati e non vaccinati è una misura discriminatoria tra gli studenti. È giusto e corretto, invece, distinguere in base all’età, perché a fasce diverse corrispondono situazioni vaccinali diverse». continua a leggere

Quarantena e green pass rafforzato, mascherine e ritorno a scuola: così cambiano le regole


articolo di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini: https://www.corriere.it/politica/21_dicembre_30/quarantena-green-pass-rafforzato-regole-c24efd26-68f6-11ec-b54e-d173b9021fcd.shtml

Dai locali allo sport, giro di vite a partire dal 10 gennaio. Le raccomandazioni per le feste in famiglia

Il governo vara il lockdown per i non vaccinati a partire dal 10 gennaio. A partire da quella data tutte le attività sociali e ricreative potranno infatti essere svolte soltanto da chi ha il green pass rafforzato che viene rilasciato a vaccinati e guariti. Una regola che vale sia per le attività nei locali al chiuso, sia all’aperto. Rimane al momento escluso l’obbligo di green pass per tutti i lavoratori, che dovrà essere valutato in un Consiglio dei ministri previsto per il 5 gennaio.

Cambiano anche le regole della quarantena, che non dovrà più essere rispettata da chi è vaccinato con due dosi da meno di 4 mesi o con tre dosi. Rimane invece la quarantena per chi non è vaccinato. Una scelta fatta sulla spinta delle Regioni che avevano paventato il rischio di blocco per i servizi essenziali. Le norme approvate oggi entrano in vigore insieme ad alcune altre regole che erano state varate la scorsa settimana proprio per l’impennata della curva epidemiologica. E prevedono tra l’altro il tentativo di far tornare in classe gli studenti il 10 gennaio. Alcuni governatori avevamo chiesto di prolungare le vacanze natalizie di almeno due settimane per provare ad arginare i contagi ma il governo ha deciso di tenere aperte le classi affidando al generale Figliuolo uno screening degli studenti e la consegna delle mascherine FfP2 per quelle situazioni ritenute a rischio. Le stesse mascherine filtranti sono diventate obbligatorio sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza e sui mezzi del trasporto pubblico urbano. Anche se i controlli dimostrano che pochi passeggeri le indossano.

Niente quarantena con 2 dosi entro i 4 mesi – Ecco le nuove regole della quarantena per chi ha avuto un contatto stretto con un positivo: non deve fare quarantena chi ha completato il ciclo vaccinale primario o la dose di richiamo o è guarito da 120 giorni. Fino al decimo giorno successivo all’ultimo contatto queste persone hanno l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo Ffp2 e di effettuare — solo qualora sintomatici — un test antigenico rapido o molecolare al quinto giorno successivo all’ultima esposizione al caso. La cessazione della quarantena o dell’auto-sorveglianza «consegue all’esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare, effettuato anche presso centri privati; in tale ultimo caso la trasmissione all’Asl del referto a esito negativo, con modalità anche elettroniche, determina la cessazione di quarantena o del periodo di auto-sorveglianza». Per i vaccinati da più di quattro mesi, invece, la quarantena scende da 7 a 5 giorni, con obbligo di tampone negativo al termine di periodo di isolamento.

Per chi non è vaccinato isolamento di 10 giorni – Rimangono uguali le regole della quarantena per i non vaccinati: le persone non vaccinate che hanno avuto un contatto con una persona positiva hanno l’obbligo di rimanere in quarantena per 10 giorni. Rimangono le stesse le regole della quarantena per i positivi: le persone asintomatiche risultate positive possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni a partire dalla data di prelievo del tampone risultato positivo, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare (non antigenico) con esito negativo. Le persone sintomatiche risultate positive possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi accompagnato da un test molecolare con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi.

Conviventi e non solo: chi sono i contatti stretti – Sono le linee guida stilate dal ministero della Salute a identificare i contatti stretti delle persone risultate positive al Covid 19: i conviventi; chi ha avuto un contatto fisico diretto (per esempio la stretta di mano); chi è stato a contatto diretto non protetto con le sue secrezioni (ad esempio fazzoletti di carta usati); chi è stato a contatto diretto (faccia a faccia) per oltre 15 minuti a meno di 2 metri di distanza senza protezione in un ambiente chiuso; il passeggero in treno o in aereo seduto a meno di 2 posti di distanza; i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo o del treno dove la persona positiva era seduta; il personale sanitario senza adeguati dispositivi di protezione.

Dai ristoranti agli hotel, dove serve il super pass – Il green pass rafforzato diventa obbligatorio dal 10 gennaio e fino alla cessazione dello stato di emergenza (31 marzo) per tutti i mezzi di trasporto: aerei, treni, navi, autobus, metropolitane e treni regionali. Negli alberghi e in tutte le strutture ricettive. Per le feste conseguenti alle cerimonie civili e religiose (come i matrimoni), per le sagre e le fiere, per i centri congressi. Solo vaccinati e guariti possono sedersi al ristorante anche all’aperto, frequentare piscine e centri benessere anche all’aperto. La limitazione è estesa agli sport di squadra e ai centri natatori, ai centri culturali, sociali e ricreativi. Anche per andare a sciare servirà il «super» green pass. Nella nota di Palazzo Chigi a seguito del consiglio dei ministri si parla di «impianti di risalita con finalità turistico-commerciale anche se ubicati in comprensori sciistici».

Bus, metro, treni, aerei: solo vaccinati o guariti – Il governo ha deciso di rendere obbligatorio il green pass rafforzato anche per tutti i mezzi di trasporto, sia a lunga percorrenza, sia per il trasporto pubblico urbano, che fino ad ora era rimasto escluso. Per salire a bordo di tutti questi mezzi è già obbligatorio indossare la mascherina Ffp2. L’elenco dei nuovi obblighi, che entreranno in vigore dal 10 gennaio, comprende: treni dell’alta velocità; treni a lunga percorrenza; treni regionali; aerei; navi; autobus; tram; metropolitane. Sarà quindi impossibile spostarsi con i mezzi pubblici nelle città senza il green pass rafforzato. A bordo dei taxi è obbligatorio sia per il conducente, sia per il passeggero indossare la mascherina, anche se l’autovettura è dotata di parete divisoria per separare passeggero e conducente. Resta vietato sedere al lato del guidatore.

Stadi, pubblico ridotto: all’aperto soglia del 50% – Vista l’impennata della curva epidemiologica il governo ha deciso di ridurre nuovamente la capienza degli impianti sportivi. In base alle nuove disposizioni la capienza prevista per gli impianti sportivi all’aperto è pari al 50% di quella massima consentita, al chiuso è pari al 35% di quella massima consentita. Negli stadi e nei palazzetti dello sport all’aperto e al chiuso sarà sempre obbligatorio esibire il green pass rafforzato (rilasciato a guariti e vaccinati) e indossare la mascherina. È vietato il consumo di cibi e bevande sia negli impianti all’aperto, sia in quelli al chiuso e non è consentita la vendita di prodotti alimentari all’interno. Il protocollo già in vigore prevede che ci siano percorsi separati per l’ingresso e l’uscita degli spettatori. Si devono prevedere meccanismi che evitino gli assembramenti e i posti devono essere numerati.

Le Ffp2 obbligatorie per cinema e autobus – È già in vigore l’obbligo di indossare le mascherine anche quando ci si trova all’aperto e pure quando si è in zona bianca. È in vigore anche l’obbligo di portare le mascherine di tipo Ffp2 in occasione di spettacoli accessibili al pubblico che si svolgono all’aperto e al chiuso in teatri, sale da concerto, cinema, locali di intrattenimento e musica dal vivo (e altri locali assimilati); eventi e competizioni sportive che si svolgono al chiuso o all’aperto. In tutti questi luoghi è anche vietato il consumo di cibi e bevande al chiuso. La mascherina Ffp2 è obbligatoria a bordo di: treni, aerei, navi, autobus, tram, metropolitane. continua a leggere

Stadi, si cambia: ingressi al 50% a scacchiera, palazzetti al 35%. Calciatori: obbligo di vaccino


articolo di Mario Canfora: Stadi, si cambia: ingressi al 50% a scacchiera, palazzetti al 35%. Calciatori: obbligo di vaccino – La Gazzetta dello Sport

La capienza fa un passo indietro di fronte alla quota centomila contagi sfiorata oggi. Il massimo livello di riempimento torna a essere quello di metà degli spalti, finora entrava il 75%. Le altre decisioni: niente quarantena per chi ha contatti con un positivo ma ha già ricevuto il booster

Il giro di vite anti variante Omicron passa anche per stadi e palazzetti. La capienza fa un passo indietro di fronte alla quota centomila contagi sfiorata con i dati di oggi. Il massimo livello di riempimento torna a essere quello di metà degli spalti, il 50 per cento con la soluzione a scacchiera in vigore prima dell’estensione al 75 per cento che è attualmente in vigore. Un passo indietro, alla situazione precedente, anche per gli impianti sportivi al chiuso, che potranno arrivare al 35 per cento. È questa la soluzione adottata dal Consiglio dei ministri dopo una discussione non facile in cui si è anche dibattuto sulla possibilità di una riduzione “alla francese” caldeggiata da una parte degli scienziati, che permette solo il tetto di 5000 spettatori in uno stadio.

INGRESSI  – Si entrerà con il green pass rafforzato, come già previsto dalle norme attualmente in vigore. Quindi per poter andare allo stadio sarà necessario essere stati vaccinati (il green pass scatta dopo 15 giorni dalla prima dose) o guariti dal Covid da meno di sei mesi. I nuovi limiti dovrebbero entrare in vigore già dalla ripresa del campionato di serie A prevista per il 6 gennaio.

NO VAX, NO PARTITE  – Altra novità importante scaturita è l’allargamento dell’obbligo di green pass rafforzato per gli sport di squadra all’aperto, quindi in tutto il mondo del calcio – a partire dalla Serie A fino al calcio a 5 – si stabilisce di fatto l’obbligo vaccinale. Non è più una questione di spogliatoio o di palestre o di impianti al chiuso, il requisito vale per tutte le discipline di squadra. Quindi, non si potrà più scherzare. I no-vax non potranno più prendere parte ad alcuna attività agonistica e si tratta di una novità sostanziale visto che non sono previste deroghe per i professionisti.

NIENTE QUARANTENA CON BOOSTER – Altra decisione importante è quella che riguarda l’esonero da quarantena per i vaccinati con due dosi più booster che vengono a contatto con un positivo. Dovranno solo indossare la mascherina Ffp2 per una settimana. Regola che si applicherà anche a chi ha fatto la seconda dose da meno di 4 mesi. Chi è nell’intervallo di “rischiotra seconda e terza dose dovrà fermarsi per 5 giorni e poi avere un tampone negativo rapido o molecolare. Ovviamente solo se senza sintomi. Per i positivi, invece, per uscire dall’isolamento potrebbero bastare sette giorni seguiti da un test che potrà essere anche rapido e non più solo molecolare come adesso. continua a leggere

Tamponi e mascherine Ffp2, scorte esaurite e aumento dei prezzi. Cosa succede?


articolo di Andrea Bonafede: https://www.corriere.it/economia/consumi/21_dicembre_27/tamponi-mascherine-ffp2-scorte-esaurite-aumento-prezzi-cosa-succede-c27d4720-6703-11ec-bb28-0e0a80cf262b.shtml

Foto dall’art. Corriere.it

L’arrivo della quarta ondata di Covid-19, a cui si sono aggiunte le vacanze di Natale e le feste in famiglia, ha notevolmente aumentato la richiesta di tamponi, che siano molecolari, rapidi o fai-da-te. E il recente decreto del governo, che obbliga a utilizzare solo le mascherine Ffp2 in determinati luoghi e in specifiche situazioni, ha necessariamente orientato le scelte degli italiani verso questo prodotto. Il risultato è, da entrambi i lati, una continua rincorsa: a trovare la farmacia o il laboratorio dove sottoporsi al test antigenico, con rischio di code interminabili; a cercare il supermercato che possieda ancora qualche scatola di mascherine (o di tamponi fai-da-te). Un possibile risvolto di questa situazione, già verificatasi in passato, è un rialzo dei prezzi, che almeno a Milano e provincia, al momento, non sembra esserci stato.

Le mascherine Ffp2 – Con il decreto Natale il governo ha reso obbligatorio l’utilizzo delle mascherine chirurgiche Ffp2 per viaggiare sui mezzi di trasporto, per recarsi allo stadio, al cinema, a teatro o nei musei.
Questo perché, rispetto alle mascherine chirurgiche che rimangono obbligatorie in tutte le altre situazioni di possibile assembramento, le Ffp2 offrono maggiore protezione contro il Covid-19.
 Da quel momento è partita una specie di caccia a questo dispositivo di protezione, con il risultato che diverse farmacie e supermercati ne hanno esaurito in fretta le scorte, considerando anche che le chirurgiche rimangono comunque le più diffuse per via della loro leggerezza e del costo contenuto. In ogni caso, attualmente non sembrano esserci le avvisaglie per un rialzo dei prezzi delle Ffp2: nella zona di Milano, in farmacia vanno in media da 1,50 a 2,60 euro a pezzo, mentre al supermercato si possono trovare all’interno di pacchetti, per una media di 80-90 centesimi a dispositivo (di solito si trovano in confezioni da tre, a 2,70 euro, ma il prezzo può variare da supermercato a supermercato). continua a leggere

Dopo Jovanotti e Savino anche Fedez e Chiara Ferragni positivi al Covid


Nicola Savino: «Io e Jovanotti all’Omicron bar. Sono positivo al Covid, ma sto bene»

articolo corriere.it, Redazione Spettacoli: https://www.corriere.it/spettacoli/21_dicembre_27/nicola-savino-io-jovanotti-all-omicron-bar-sono-positivo-covid-ma-sto-bene-07ed1584-66f4-11ec-bb28-0e0a80cf262b.shtml?cx_testId=18&cx_testVariant=cx_1&cx_artPos=0#cxrecs_s

Il conduttore radiofonico e televisivo annuncia su Instagram: «Non ho sintomi, magno da mane a sera». E ringrazia i fan per la vicinanza. Jovanotti: «Grazie a tutti per la solidarietà»

«Io e @lorenzojova all’Omicron bar, un locale malfamatissimo. Sto bene, non ho sintomi, magno da mane a sera… grazie a tutti!». Poche parole quelle postate su Instagram da Nicola Savino, 54 anni, positivo al Covid, come l’amico Jovanotti . Il conduttore radiofonico e televisivo ha postato una fotografia nella quale è ritratto assieme al cantautore, che ieri aveva annunciato su TikTok la positività di Savino. «Nonostante il tampone rapido avesse stabilito che non lo era. I tamponi rapidi non funzionano granché. Mi ha chiamato la sera Nicola, mi ha detto “stamattina ero negativo, ora ho fatto il molecolare e sono positivo“», aveva scritto il cantante. continua a leggere

Covid, Chiara Ferragni e Fedez sui social: «Siamo positivi»

articolo e video dal Corriere.it: https://video.corriere.it/spettacoli/covid-chiara-ferragni-fedez-social-siamo-positivi/2a9cc93e-6709-11ec-bb28-0e0a80cf262b

La coppia è in isolamento a Milano

Ansa / CorriereTv

Chiara Ferragni e Fedez hanno annunciato con un video sulle loro pagine social di essere positivi al Covid. «Come potete facilmente intuire io e Chiara siamo positivi» ha spiegato il cantante nel video girato nella loro casa di Milano insieme alla moglie dove entrambi indossano una mascherina. «Ci stavamo testando ogni giorno per essere sicuri e ieri abbiamo fatto un molecolare – ha aggiunto Ferragni -, il cui risultato è arrivato adesso e siamo positivi ma i bambini non si sa come per ora sono negativi».

Coronavirus, le ultime notizie dall’Italia e dal mondo sul Covid, il green pass e i vaccini


articolo di Valentina Santarpia: https://www.corriere.it/salute/21_dicembre_26/coronavirus-ultime-notizie-dall-italia-mondo-covid-green-pass-vaccini-53d8e9e2-6612-11ec-b637-b5d66a8044dd.shtml

Gli aggiornamenti sul coronavirus di domenica 26 dicembre

Record di contagi da Covid nel giorno di Natale, in gran parte attribuito alla variante omicron. Ieri se ne sono contati 54.762 circa 4 mila in più rispetto al giorno primamai così tanti dall’inizio della pandemia. Quasi un milione i tamponi effettuati alla vigilia, con un tasso di positività al 5,6%. Prorogata per altri 15 giorni, a cominciare dal 27 dicembre, la zona gialla per Friuli Venezia Giulia e Calabria. Prosegue intanto la campagna vaccinale: da domani via al booster per i ragazzi di 16 e 17 anni e per i fragili tra i 12 e i 15 anni. In vigore il decreto festività: niente feste in piazza e discoteche chiuse fino al 31 gennaio, niente più caffè al bancone del bar per i non vaccinati. A carico dei viaggiatori l’isolamento in caso di positività al test. Quasi 6.000 voli sono stati cancellati dalle compagnie aeree in varie parti del mondo e altre migliaia hanno subito ritardi a Natale per effetto della diffusione della variante Omicron tra piloti ed equipaggi, in particolare legati agli Stati Uniti e alla Cina. Oltre 900 cancellazioni sono previste per oggi. I contagi non risparmiano lo sport, dal basket Nba al calcio: in Belgio da oggi stadi a porte chiuse. continua a leggere

Covid, la stretta di Natale: Ffp2 per cinema e bus. Chiuse le discoteche


articolo da repubblica link: https://www.repubblica.it/cronaca/2021/12/23/news/cabina_di_regia_nuovo_decreto_natale-331334113/?ref=RHTP-BH-I329541896-P1-S1-T1

Repubblica 23 dicembre 2021 – articolo di Viola Giannoli

Bar, palestre e musei accessibili solo per chi è vaccinato. Dal 1° febbraio 2022 la durata del Green Pass si riduce a sei mesi. Nessun limite di ospiti per i pranzi delle feste a casa. Obbligo di mascherine all’aperto dovunque

Il consiglio dei ministri ha approvato il “dl festività“, ovvero il decreto legge del governo per reagire all’impennata di contagi in vista delle feste di Natale e Capodanno e arginare i nuovi casi che galoppano per colpa della variante Omicron che è arrivata a toccare, secondo il dato che l’Istituto superiore di sanità ha illustrato durante l’incontro, il 28,2 per cento dei casi.

Una conferenza stampa del ministro della Salute Roberto Speranza, del coordinatore del Cts Franco Locatelli e del portavoce del Cts Silvio Brusaferro ha illustrato i contenuti del testo. Slitta per ora l’estensione ad altre categorie di lavoratori dell’obbligo vaccinale. “Una misura che è sempre stata sullo sfondo. Non è mai stata esclusa“, aveva ribadito ieri in conferenza stampa il presidente del Consiglio Mario Draghi. Ma per ora è lì, sullo sfondo, che resterà.

Ecco cosa prevede il decreto:

Green PassLa validità scende da 9 a 6 mesi

alanewsVaccino anti COVID-19
Leggi le ultime informazioni del Ministero della Salute
. Covid, Speranza: “Decreto approvato all’unanimità. Cambia la durata del green pass”

Si accorcia la validità del Green Pass vaccinale. Nel nuovo decreto, il cosiddetto Dl festività varato dal governo Draghi, la durata della Certificazione verde ottenuta dopo la somministrazione della seconda dose o del booster scende, a partire dal 1° febbraio 2022, da nove a sei mesi. Si torna insomma alle origini: tanto, un semestre, valeva il Green Pass nel momento della sua introduzione. La data di scadenza era stata poi dilatata a 12 mesi, ridotta a 9 a metà dicembre e ora di nuovo accorciata perché la protezione dei vaccini tende a scemare. Per questo il ministero della Salute è al lavoro anche per anticipare i tempi della terza dose: tra la seconda iniezione anti-Covid e il booster dovranno passare almeno 4 mesi (e non più 5), poi sarà raccomandata la nuova inoculazione. Anche perché, due mesi dopo, il Pass scade. La data di partenza della nuova tempistica sarà decisa dal commissario Figliuolo in accordo con le Regioni.

Mascherine – All’aperto tornano obbligatorie

alanewsCOVID-19
Ministero della Salute: ricevi notizie su COVID-19.
Covid, Speranza: “Mascherine obbligatorie all’aperto. Ffp2 per trasporti”

Tornano le mascherine all’aperto, ovunque, in tutta Italia, anche in zona bianca. L’obbligo sarà in vigore dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta e fino al 31 gennaio 2022. Si potranno indossare le mascherine chirurgiche, quelle di stoffa o le Ffp2. Proprio queste ultime, più filtranti, sono al centro della principale novità che riguarda i dispositivi di protezione individuale: fino alla fine dello stato di emergenza e quindi al momento fino al 31 marzo, sarà obbligatorio indossare le Ffp2 in cinema, teatri, locali per la musica dal vivo o l’intrattenimento, discoteche, stadi all’aperto e palazzetti dello sport. Inoltre in tutti questi luoghi, se al chiuso, è vietato consumare cibo e bevande. Proibiti quindi coca e pop corn durante i film. Le Ffp2 dovranno essere indossate anche a bordo dei mezzi di trasporto: dagli aerei ai treni, dai traghetti agli aliscafi, ma pure su bus, tram, pullman e metropolitane.

Feste e discoteche – Stop fino a gennaio, poi solo con 3 dosi

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Ministero della Salute: ricevi notizie su COVID-19.Covid, Speranza: “Fino al 31 gennaio chiuse sale da ballo e discoteche” – da Youtube –

Sulle feste arriva la stretta di Capodanno. Richiudono le discoteche, le sale da ballo e gli altri locali assimilati dove si svolgono eventi, concerti, feste aperte al pubblico. La decisione, ha spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza, è stata presa all’unanimità e varrà fino al 31 gennaio. Le discoteche hanno avuto insomma vita breve: erano state riaperte l’11 ottobre. A febbraio, quando le casse torneranno a battere, e fino al 31 marzo, per ballare ci vorrà la terza dose oppure la seconda dose più un tampone antigenico o molecolare fatto al massimo 48 ore prima della serata. La stessa regola è prevista, dopo il 31 gennaio, per entrare in un locale dove è stata organizzata una festa o un evento (ad esempio un ristorante che dopo cena ha previsto un dj set): “Mega Green Pass” da booster o seconda dose più test negativo.

Concerti in piazza – Niente Capodanno nelle strade

Oltre alle discoteche si spengono, da subito, anche le luci dei concerti, degli eventi, delle feste di piazza che inevitabilmente avrebbero implicato assembramenti e presenza di folla. Stop quindi al Capodanno in strada, ai fuochi d’artificio popolari e alle iniziative di massa all’aperto. Molte delle quali già annullate a livello locale, prima del decreto, dai sindaci. La norma sarà in vigore fino al 31 gennaio 2022.
Al contrario dello scorso anno, invece, non sono stati previsti da decreto limiti al numero di ospiti da ricevere in casa al cenone della Vigilia, al pranzo di Natale, alla tombolata di Santo Stefano o al Veglione di Capodanno. Restano dunque solo i consigli di virologi, epidemiologi, igienisti che invitano a tavolate contenute, con invitati vaccinati, possibilmente già conviventi o scelti nella cerchia dei contatti stretti, rispettando le norme igieniche di base: finestre socchiuse, abbracci limitati, piatti e bicchieri personali.

Bar e ristoranti – Caffè al banco col Super Pass

Nei bar e nei ristoranti, nelle enoteche, nei pub e nei locali, sarà necessario esibire il Super Green Pass, ovvero quello che si ottiene con la vaccinazione o dopo la guarigione dal Covid-19, anche per consumare al banco, se questo è al chiuso.
La regola era già in vigore dal 6 dicembre per pranzare, cenare o fare colazione seduti tra i tavolini al chiuso, mentre al bancone e all’aperto era possibile consumare cibi e bevande anche con il solo tampone antigenico o molecolare negativo effettuato massimo 48 o 72 ore prima del pasto. Con il nuovo decreto la regola cambia, in senso restrittivo: fino alla fine dello stato di emergenza (31 marzo 2022) i No Vax non potranno più sorseggiare un caffè al bancone, mangiare un tramezzino con una spremuta in piedi al chiuso o sedersi sugli sgabelli per birra e patatine davanti allo spillatore.

Palestre e musei – Il test negativo non basta più

Il decreto allunga pure la lista dei luoghi in cui sarà richiesto il Green Pass rafforzato rilasciato a chi è vaccinato o guarito dal Covid. Per entrare in musei e luoghi di cultura, palestre e piscine, svolgere allenamenti di sport di squadra, nei centri benessere al chiuso e nei centri termali (salvo che per livelli essenziali di assistenza e attività riabilitative o terapeutiche), nei centri culturali, sociali e ricreativi (esclusi i centri educativi per l’infanzia), nei parchi tematici e di divertimento, in sale gioco, sale bingo e casinò non sarà più sufficiente il solo tampone. Lo stesso vale per i corsi di formazione privati, se svolti in presenza. Il decreto prevede un rafforzamento delle misure anti-contagio anche per far visita ai propri cari nelle strutture residenziali, socio-assistenziali, socio-sanitarie e negli hospice: potranno entrare solo le persone con Super Green Pass e tampone negativo oppure vaccinati già con la terza dose. continua a leggere

Vaccino Novavax, l’ok dell’Ema


articolo: https://www.repubblica.it/salute/2021/12/20/news/vaccino_novavax_l_ok_dell_ema-330957119/

È il quinto vaccino contro il virus del Covid autorizzato in Europa. L’Ue, già prima del via libera odierno, ha firmato un contratto per l’acquisto di 200 milioni di dosi. Si basa sulla tecnica tradizionale delle proteine ricombinanti, come il vaccino già in uso contro l’epatite B e il papilloma virus

(reuters)

L’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha dato lil via libera all’immissione in commercio condizionata nell’Ue del vaccino anti-Covid Nuvaxovid, prodotto da Novavax. Lo ha deciso il Comitato tecnico per i medicinali a uso umano dell’Ema dopo una riunione straordinaria. È il quinto vaccino contro il virus del Covid autorizzato in Europa.

Novavax è un vaccino di tipo “tradizionale“, basato sulla tecnologia delle proteine ricombinanti, già usata per altri vaccini, come quello già in uso contro l’epatite B e il papilloma virus.

Dopo un’approfondita valutazione, il Comitato per i medicinali umani (Chmp) dell’EMA ha concluso per consenso che i dati sul vaccino Novavax erano solidi e soddisfacevano i criteri dell’Ue per l’efficacia, la sicurezza e la qualità.

I risultati degli studi – I risultati di due principali studi clinici hanno scoperto che Nuvaxovid era efficace nel prevenire il Covid-19 nelle persone dai 18 anni di età. Gli studi hanno coinvolto in totale oltre 45 mila persone. Nel primo studio, circa due terzi dei partecipanti hanno ricevuto il vaccino e agli altri è stata somministrata un’iniezione di placebo; nell’altro studio, i partecipanti erano equamente divisi tra Nuvaxovid e placebo.

Il primo studio, condotto in Messico e negli Stati Uniti, ha riscontrato una riduzione del 90,4% del numero di casi sintomatici di Covid-19 da 7 giorni dopo la seconda dose nelle persone che hanno ricevuto Nuvaxovid (14 casi su 17.312 persone) rispetto alle persone a cui è stato somministrato Nuvaxovid.

Anche il secondo studio condotto nel Regno Unito ha mostrato una riduzione simile del numero di casi sintomatici di Covid-19 nelle persone che hanno ricevuto Nuvaxovid (10 casi su 7.020 persone) rispetto alle persone a cui è stato somministrato placebo (96 su 7.019 persone); in questo studio, l’efficacia del vaccino è stata dell’89,7%“, aggiunge.

Le modalità di somministrazioneNovavax viene somministrato nelle persone dai 18 anni in su tramite due iniezioni, di solito nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di 3 settimane l’una dall’altra.

Come funziona – Quando Nuvaxovid viene somministrato, il sistema immunitario identifica la proteina come estranea e produce difese naturali – anticorpi e cellule T – contro di essa. Se in seguito la persona vaccinata entra in contatto con il coronavirus Sars-CoV-2, il sistema immunitario riconoscerà la proteina Spike sul virus e sarà pronto ad attaccarla. Gli anticorpi e le cellule immunitarie possono proteggere da Covid lavorando insieme per uccidere il virus, impedire il suo ingresso nelle cellule e distruggere le cellule infette. continua a leggere