Rovigno
Una splendida veduta di Rovigno
https://www.facebook.com/notes/fam%C3%ACa-ruvignisa/tornare-a-rovigno/1911470145842394/
Anche quest’anno, il raduno della Famìa si terrà nella nostra città d’origine, come da diversi anni abbiamo tenacemente voluto, seguendo dei sentimenti e dei principi ben precisi e condivisi da chi volentieri ci ha seguito.
Tornare a Rovigno, per chi vi è nato e ne è stato allontanato per le ben note circostanze del dopoguerra istriano, significa prima di tutto prendersi un piccolo simbolico risarcimento morale. Molte testimonianze di esuli istriani riportano che essi, al momento della partenza, avevano la netta sensazione che non avrebbero mai più rivisto la propria “piccola patria”; per una buona parte di essi, purtroppo, è stato proprio così, soprattutto per coloro che si sono trasferiti in altri stati e continenti. Molti altri, invece, presto o tardi hanno avuto la fortuna di poter tornare, appena il parziale disgelo dei rapporti italo-jugoslavi lo ha permesso, attratti dai dolci ricordi d’infanzia, dall’atmosfera incantevole del centro storico, dalla bellezza del mare e del suo verdeggiante arcipelago. Molti, peraltro, si recavano a Rovignoa visitare parenti o amici rimasti a Rovigno, rinsaldando legami familiari che andavano al di là delle laceranti diffidenze socio-politiche tra esuli e rimasti.Mettersi in viaggio per Rovigno, attorniati da migliaia e migliaia di viaggiatori inconsapevoli di queste storie personali, è quindi un’azione apparentemente semplice ma estremamente significativa, che si riassume in una parola che ha assunto un’accezione quasi spirituale: “tornar”! Si ritorna da rovignesi, non certo da turisti, soprattutto per riappropriarsi di quelle calli, di quelle case, di quel territorio che agli esuli sono stati strappati… si ritorna orgogliosamente a casa propria.
Tornare a Rovigno, in un modo o nell’altro, significa anche incontrare chi oggi vi risiede. La Famìa, ancor prima di altre associazioni, ha avviato da molti anni un percorso di avvicinamento ed in seguito di collaborazione con chi ancor oggi si sente italiano e non ha timore o vergogna di definirsi tale. Ciò è stato fatto non certo per “moda” o per una strategia studiata dalle alte sfere dell’associazionismo, ma perché a Rovigno abbiamo trovato persone disponibili a comprendere e riconoscere la tragedia patita dalla nostra gente per mano del regime di Tito, persone altresì motivate a ricostruire l’unità di quel tessuto sociale lacerato dai noti eventi bellici e del dopoguerra. Certamente, esuli e rimasti non sono uguali e men che meno lo sono i rispettivi discendenti; nel corso dei decenni le diverse strade che essi hanno imboccato li hanno portati a vivere esperienze sociali, politiche, culturali e linguistiche molto diverse e talvolta opposte. Ma oggi gli appartenenti a queste categorie hanno la possibilità di dare assieme il loro contributo affinché l’italianità di Rovigno non si estingua; un risultato tutt’altro che semplice, perseguibile solo con la coesione, che poggia le fondamenta su quella ricca tradizione rovignese che nei secoli si è esplicitata nel suo dialetto romanzo, nella storia così travagliata e documentata da valenti studiosi, nelle tradizioni popolari che l’hanno resa un unicum nell’ambito istriano.Pare assodato che, se non ci si accontenta di vivere di ricordi e di rievocazioni ma si intende garantire un futuro alla nostra cultura, il principale lavoro di preservazione di questa ricchezza storica e sociale va svolto in loco, dove sono palpabili le vestigia del passato e dove ogni anno transitano frotte di turisti che, evidentemente, sarebbe opportuno informare correttamente sulla storia del luogo che hanno scelto di visitare.Del resto, va anche osservato che il clima attorno all’italianità istriana non è ancora del tutto disteso, basti pensare agli attacchi ricevuti recentemente proprio dagli italiani di Rovigno, che documenteremo nei prossimi numeri. Anche per tutto questo, quindi, abbiamo predisposto un programma in collaborazione con la Comunità degli Italiani rovignese, che permetterà ai nostri partecipanti di rivivere in parte la Rovigno di un tempo, attraverso il dialetto, le canzoni, le storie della nostra tradizione.
Tornare a Rovigno, a proposito di tradizioni, significa anche alimentare il culto di Sant’Eufemia, indubbiamente uno dei pilastri della nostra cultura popolare. Anche in quest’occasione, si potranno rivivere i momenti salienti di una celebrazione che va avanti da molti secoli, pur con diverse modalità: ci si ritroverà nel duomo per la messa solenne in italiano, scoprendolo piacevolmente gremito, si riproporrà la fila di fedeli per contemplare il corpo della Santa, attraverso lo sportello dell’antico sarcofago aperto solo in questa occasione, si ritroveranno tra le rive, le piazze e le calli amici e volti noti… dopo un anno o dopo una vita.
Tornare a Rovigno è sempre un’emozione anche per chi in realtà non vi è nato, ma fa parte delle cosiddette seconde e terze generazioni, o meglio per quella parte della discendenza rovignese che sente l’importanza delle proprie radici, di coloro che alla prima vista del profilo cittadino, arrivando al “ponte della Villa”, hanno la sensazione di essere a casa, di realizzare essi stessi il ritorno rispetto al distacco subito dai loro avi. Il futuro delle associazioni degli esuli è quanto mai incerto e con esso è in pericolo quel bagaglio di esperienze, memorie, tradizioni e dialetti che esse hanno preservato dall’oblio.Tutto questo potrà in qualche modo essere portato avanti solo con l’apporto delle nuove generazioni, di quella parte di giovani che portano nel cuore la terra in cui sono vissuti i loro avi, amano visitarla e vi si sentono in qualche modo legati.Ai giovani non si chiedono sforzi sovrumani, non si chiede di cambiare la propria vita, ma semplicemente di partecipare anche saltuariamente alle nostre attività, inviando ricordi familiari, fotografie o impressioni sulla Rovigno odierna, ma soprattutto partecipando almeno in parte al nostro ritrovo annuale, consolidando la presenza nella città dei nostri padri. Si tratta di un obiettivo non troppo utopistico, essendo Rovigno un luogo piacevolissimo in cui soggiornare,che solo per la sua bellezza già conquista decine di migliaia di comuni visitatori.
Tornare a Rovigno insomma… anche per gettare un seme per il futuro.
Sono già iniziati i preparativi per il 60° raduno della Famìa, in occasione della festa di Sant’Eufemia.

LUNEDÌ 11 SETTEMBRE: partenza di un pullman di Rovignesi da Genova ed uno da Trieste; arrivo a Rovigno e sistemazione presso il Resort Amarin.
MARTEDÌ 12 SETTEMBRE
Ore 20.30: estivo della Comunità degli Italiani (p. Campitelli): esecuzione spettacolo teatrale “L’ultimo liòn”, di Giovanni Marchesan Stiata, regia di Tullio Svettini, compagnia teatrale dell’Associazione Grado Teatro. Lo spettacolo tratta la delicata fase della caduta della Repubblica di Venezia e del periodo di …
Rovigno e polo Che bella coppia
http://editfiume.info/lavoce/istria/23851-rovigno-e-polo-che-bella-coppia
Rovigno – Non poteva chiudersi altrimenti che con un finale spettacolare la seconda edizione del Beach Polo Cup di Rovigno. Per il grande entusiasmo di cittadini e turisti, l’ultima giornata dell’evento – unico in Croazia – ha visto sfilare lungo la Riva cittadina i giocatori del torneo in sella a una quindicina di bellissimi cavalli argentini, accompagnati da lussuose automobili Bentley. Una scelta in realtà casuale, visto che la sfilata era inizialmente pianificata per sabato, ma è stata poi rimandata a causa della pioggia, che però si è dimostrata assolutamente vincente.
Il corteo, partito dall’arena di Porton Biondi, si è fermato in Piazza, di fronte all’albergo “Adriatic”, dove i numerosissimi spettatori hanno potuto ammirare tutta la bellezza e l’eleganza dei cavalli da vicino. I più coraggiosi hanno accarezzato anche le folte e lisce chiome degli animali.
Un’ouverture magnifica al gran finale nell’arena dove si sono svolte nel pomeriggio le partite decisive del torneo e la cerimonia di premiazione, accompagnata dall’esibizione della rinomata violoncellista Ana Rucner.
6 cose da fare a Rovigno – Croazia
Foto e articolo completo: https://turistipersbaglio.com/2016/07/26/6-cose-da-fare-a-rovigno-croazia/
1) Girare di mercato in vicolo, di vicolo in piazzetta, di piazzetta in larghetto nel dedalo della Città Vecchia.
2) Farsi guidare da Santa Eufemia per scoprire la città e la sua storia.
3) Arrampicarsi sul campanile per una sana scarica di adrenalina.
4) Fare il giro delle isole in barca per vedere Rovigno dal mare e scoprire l’isoletta di San Giovanni.
5) Scoprire il Museo Cittadino e le mostre di pittura contemporanea che ospita
6) Prendere un caffè la mattina presto seduta ai tavolini all’aperto nel porticciolo sulla Riva Pino Boudicin
Affresco cinquecentesco nell’antica sala del Consiglio
Affresco cinquecentesco nell’antica sala del Consiglio, nel palazzo municipale di Rovigno. Al centro la Madonna col Bambino e i patroni cittadini: Sant’Eufemia, che porge il castello di Rovigno alla Vergine, in segno di protezione, San Giorgio, con lo scudo divenuto lo stemma cittadino. Agli angoli superiori e nelle lunette inferiori le allegorie di 4 virtù: la giustizia (donna in veste rosa con l…a bilancia), la temperanza (donna in verde intenta a temperare il vino con l’acqua), la prudenza (donna che si guarda allo specchio) e la carità (donna che allatta). Ai lati gli stemmi nobiliari dei dogi Da Ponte e Steno e del podestà di Rovigno Benzono. Sulla destra, la dedica del committente: il podestà di Rovigno Scipione Benzono, che nel 1584 commissionò l’opera in onore del Doge Michele Steno.
Famìa Ruvignisa
07 ottobre 2016 – L’ing. Zuliani, presidente della Famìa Ruvignisa, riceve la medaglia della città di Rovigno dal sindaco Giovanni Sponza e dal presidente del consiglio comunale Davorin Flego
Fonte: https://www.facebook.com/Famìa-Ruvignisa-1696184294037648/?hc_ref=NEWSFEED
Dal 1958 la Famìa si impegna nel preservare la storia e la tradizione di Rovigno, nel tener uniti i rovignesi sparsi in Italia e nel mondo a seguito dell’esodo del secondo dopoguerra.
Nell’intento di proseguire su questa strada, la Famìa dà vita a questa pagina, rivolta ai rovignesi esuli ed a quelli tuttora residenti, ai loro discendenti ed a tutti coloro che amano questa città.
Non sarà uno spazio di soli ricordi e rievocazioni, ma una pagina viva nel perseguire il mantenimento dell’identità rovignese, coniugando modernità e tradizione, attualità e storia civica, valorizzando gli aspetti che lungo i secoli hanno reso unica la nostra Rovigno, per le sue tradizioni, la sua vivacità sociale, la sua parlata, per quella grande ricchezza culturale spesso ignorata nel caos del turismo di massa.
Il 17 gennaio, ricorre la festa di Sant’Antonio Abate. In questo piazzale si trovava la chiesetta dedicata a questo Santo, popolarmente considerato il protettore degli animali domestici e da stalla. Un tempo, infatti, in questa data i rovignesi vi portavano a benedire il bestiame.
La chiesetta, ormai abbandonata e pericolante, fu abbattuta l’11 marzo del 1951 dalle autorità locali, tramite i cosiddetti “lavoratori volontari
Nell’anniversario del nefasto trattato, ricordiamo quel treno dal quale tanti rovignesi videro allontanarsi la propria città… per l’ultima volta.
L’ultimo liòn
Venerdì scorso, al teatro Gandusio, grazie alla Comunità degli Italiani di Rovigno, gran successo de “L’ultimo liòn“, di Giovanni Marchesan Stiata, interpretato, tra gli altri, dal nostro Tullio Svettini. Rovigno ha così rivissuto un pezzo importante della sua storia.
Grado – “L’ultimo Liòn” di Giovanni Marchesan (Stiàta).
Siamo nel 1810 e regna Napoleone.
Venezia è finita da tempo. Mille anni di Serenissima Repubblica svaniti nel nulla.
Può essere? Qualcuno non la pensa così ed è L’ultimo Liòn, che vive nell’Isola di Grado, che da Venezia è stata sempre protetta e difesa, e pertanto le è fedele, come lo è Matteo Gradenigo (detto Tio Kalamata) ovvero L’ultimo liòn che per vent’anni è stato “mariner sulle galie della Serenissima”.
Egli fa di professione l’oste e Venezia è tutto per lui, anche se adesso c’è Napoleone. Intanto dalle nostre parti succede di tutto, in Istria, in Dalmazia, in Friuli e financo a Trieste.
“Il piccolo presidio militare napoleonico giunto in Grado inalberò sul campanile il tricolore. Nemmeno la tradizione rischiara questo periodo, non si sa quindi se i gradesi subirono tranqulli la rioccupazione o tentassero di apporre resistenza armata, come alcune popolazioni istriane. Il 29 giugno del 1810 si presentarno nelle acque di Grado due vascelli inglesi e tirarono a palla per proteggere lo sbarco della propria fanteria. Vinta la debole resistenza francese, si impossessarono della città saccheggiandola. Non potendo far altro bruciarono l’archivio storico della città. Le poche carte che si salvarno confermano delle libertà godute dai gradesi dalla Serenissima Repubblica di Venezia”.
Il 4 novembre del 1918 i cacciatorpedinieri italiani Nullo e Ardito approdarono a Rovigno, accolti festosamente dalla popolazione. Si realizzava così la tanto attesa Redenzione.
Questa foto, in realtà, fu scattata nel marzo del 1922, in occasione dell’inaugurazione del Pilo della Redenzione
La metamorfosi di piazza Tito
Al concorso bandito per l’elaborazione dei progetti urbanistico-architettonici che interessano la zona d’intervento – è rimasto aperto dal 4 ottobre al 20 dicembre –, sono pervenuti in tutto 17 lavori. È stato notevole, quindi, l’interesse da parte dei progettisti nei confronti di questa significativa e delicata sfida architettonica, che risulterà nella metamorfosi di uno dei luoghi più rappresentativi di Rovigno, elemento imprescindibile del panorama cittadino.
Il 16 gennaio si riunirà pertanto la commissione giudicatrice, che avrà l’importante compito di scegliere entro il 31 gennaio i progetti migliori. La commissione è composta da architetti e storici rinomati, con alle spalle un’esperienza lavorativa che li ha coinvolti in alcuni dei progetti più importanti che hanno interessato le strutture e gli edifici della città.
Gianni Morandi a Rovigno
Rovinj 2016
Sta per … tramontare la storica vista sull’ albergo Park
Fonte e articolo completo: http://editfiume.info/lavoce/istria/21249-sta-per-tramontare-la-storica-vista-sull-albergo-park
Dettagli – Creato: Domenica, 30 Ottobre 2016 13:09 Scritto da Cristina Golojka
dalle cui “ceneri” rinascerà una nuova struttura a 5 stelle. È un progetto del valore di quasi 600 milioni di kune, che il Governo croato ha definito di valore strategico, oltre a rappresentare il maggiore investimento nel settore del turismo per l’anno prossimo.
Dopo che la settimana scorsa l’edificio è stato completamente svuotato di tutti i suoi contenuti, mobili e arredi vari, è iniziato il processo di demolizione dell’edificio, che durerà una cinquantina di giorni, prima di poter passare ai lavori di costruzione del nuovo albergo. Il processo è stato pianificato con la massima cura dei particolari, tenendo conto della sicurezza dei cittadini e dell’ambiente. La demolizione viene effettuata esclusivamente con macchine, senza il ricorso agli esplosivi, per ridurre l’inquinamento acustico e la dispersione di polveri sottili. Lo smaltimento delle macerie avviene in conformità con le leggi.
È iniziata allo stesso tempo anche una valutazione dello stato attuale della vegetazione, che servirà per avviare il progetto paesaggistico non soltanto dell’area intorno all’albergo, ma dell’intera zona circostante. Oltre a seguire i principi dell’edilizia sostenibile e a puntare al raggiungimento di un alto valore sia funzionale che estetico, particolare attenzione sarà rivolta alla cura per l’ambiente e alla corretta selezione delle piante.
Come sottolineato dallo “Studio 3LHD” di Zagabria, che firma la progettazione architettonica della struttura, il nuovo edificio seguirà i contorni del terreno sul quale verrà costruito e l’obiettivo finale è quello di renderlo “non invadente”, adattandolo alla zona verde che lo circonda. Ciascuno dei sei piani sarà collegato e avrà un accesso diretto… con la natura.
Con l’apertura della nuova struttura alberghiera verrà completata la zona esclusiva Monte Mulini, con alberghi di alto livello e il rinnovato lungomare della spiaggia Mulini, a disposizione degli ospiti e cittadini, in cui il Gruppo Adris ha investito quasi 30 milioni.
Il gruppo Adris ha finora impegnato nel settore del turismo più di 3 miliardi di kune e nei prossimi 3 anni pianifica l’impiego di altri 1,6 miliardi di kune. “Il nostro obiettivo è di portare il 90 per cento delle nostre strutture a 4 e 5+ stelle, in modo da attirare visitatori con maggiore potere d’acquisto. L’hotel Park completerà questa fase di sviluppo delle nostre unità ricettive”, hanno annunciato dall’Adris, aggiungendo che il nuovo albergo, che dovrebbe aprire i battenti nel 2018, impiegherà circa un centinaio di nuovi dipendenti.
La struttura avrà 6 piani che ospiteranno un totale di 209 unità ricettive con 193 camere e 16 suite. Un quarto delle stanze avrà anche una piccola piscina per il relax, oltre a una grande quantità di contenuti esclusivi. All’interno ci saranno anche 6 bar e ristoranti e una zona wellness che si estenderà su oltre 3.800 m2 di superficie all’interno (dove occuperà due dei sei piani della struttura) e all’esterno con 3 piscine all’aperto.
Parallelamente, a dicembre inizierà anche la ristrutturazione del marina ACI sotto l’albergo. Il progetto rappresenta un importante passo avanti negli standard del turismo nautico in Croazia, che si inserisce direttamente nell’offerta turistica della zona. Il nuovo marina avrà, infatti, un design all’avanguardia e metterà a servizio dei clienti le più moderne soluzioni tecnologiche e un elevato livello dei servizi nautici e di ristorazione.
Prima dell’inizio dei lavori, per ragioni tecniche e di sicurezza tutta l’area verrà completamente sgomberata dalle 320 imbarcazioni che vi sono attualmente ormeggiate. Ai proprietari delle imbarcazioni “sfrattate” è stata offerta la possibilità di stipulare il contratto d’ormeggio annuale in qualsiasi altro marine gestito dall’ACI nell’Adriatico.
I lavori di ristrutturazione del marina prevedono l’estensione della barriera frangiflutti a 6 metri e l’intera ricostruzione del muro e della costruzione del pontile. Inoltre, il fondale lungo tutta la lunghezza della costa verrà dragato e portato a una profondità di 4,5 metri.
Attualmente il marina ha una capacità ricettiva di 400 ormeggi, numero che verrà praticamente dimezzato in seguito al completamento del progetto. Potrà essere accolto un massimo di 200 imbarcazioni della lunghezza media di 17 metri. Questo permetterà di ospitare imbarcazioni più lussuose, mentre d’altro canto i proprietari di imbarcazioni più “umili”, che finora usufruivano dei servizi del marina, dovranno cercare ormeggio altrove.
I lavori dovrebbero essere completati entro l’inizio del 2018 e verranno finanziati dall’ACI con 105 milioni di kune.
Hotel Park com’era ….
Il marina di Rovigno si rifà il look e diventa approdo a 5 ancore
Fonte e articolo completo: http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2016/10/26/news/il-marina-di-rovigno-si-rifa-il-look-e-diventa-approdo-a-5-ancore-1.14315196?ref=search
ROVIGNO. A Rovigno, oltre alla ricostruzione dalle fondamenta dell’albergo Adriatic per la quale il colosso locale Maistra intende spendere qualcosa come 80 milioni di euro, nella stessa zona quella…
ROVIGNO. A Rovigno, oltre alla ricostruzione dalle fondamenta dell’albergo Adriatic per la quale il colosso locale Maistra intende spendere qualcosa come 80 milioni di euro, nella stessa zona quella esclusiva di Monte Mulini si prepara un altro grosso investimento nella sfera turistica: l’ammodernamento del centro nautico della catena Aci per l’importo di 14 milioni. Ne dà notizia Gracia Krainer a capo dell’Ufficio comunicazioni corporative e marketing dell’azienda.
Hotel Adriatic com’era …
Turismo, anche agenti italiani per l’estate sicura in Croazia
Fonte e articolo completo: http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2016/07/06/news/turismo-anche-agenti-italiani-per-l-estate-sicura-in-croazia-1.13776407?ref=search
POLA. Torna anche quest’anno “Stagione turistica sicura”, il progetto lanciato dal ministero degli Interni croato che ha firmato una serie di accordi internazionali. Per garantire la sicurezza in Istria, accanto ai poliziotti croati arrivano dunque alcuni agenti provenienti da Italia, Polonia, Germania, Serbia e Slovenia
Relitto Baron Gautsch
15 Giugno 2016 – Due tazzine da caffè e un vassoio nel “tesoro” appartenuto al piroscafo Baron Gautsch del Lloyd Austriaco affondato il 13 agosto 1914 al largo di Rovigno dopo essere finito su una mina…
Seconda immersione sul relitto del Baron Gautsch
Il Baron Gautsch fu una nave passeggeri della marina austriaca, costruita per conto dei Lloyd austriaci, e affondata da una mina davanti a Rovigno, a 7 miglia dall’arcipelago di Brioni in Istria, il 13 agosto del 1914. La nave prende il nome dall’uomo politico e più volte primo ministro austriaco, barone Paul Gautsch von Frankenthurn.
Nurkowanie na wraku Baron Gautsch – Immersioni sul relitto del Baron Gautsch
Ulteriori info in fondo a questa pagina
Rovinj Beach Polo Event – torneo di polo
Dal 12 al 15 maggio 2016 – Rovigno ospita il primo Beach polo torneo della regione. Al torneo parteciperanno quattro squadre internazionali composte ciascuna di tre giocatori e 48 cavalli, ossia quattro cavalli per ciascun giocatore. A parte la solenne cerimonia d’apertura, l’evento più suggestivo sarà, senz’ombra di dubbio, la parata dei giocatori di polo che si svolgerà lungo il tragitto che dall’ex Manifattura tabacchi porta all’hotel Adriatic, nel cuore di Rovigno.
Alla cerimonia inaugurale del torneo di venerdì scorso, i riflettori e le telecamere erano però puntati su Ivana Trump che si è presentata in un elegante abito rosso tenendo a braccetto Vladimir Kraljevic, titolare della licenza di Miss Universo.
La batana di Rovigno naviga verso il patrimonio Unesco
L’Ecomuseo per la tutela della tipica imbarcazione istriana entra nella fase finale di valutazione della Lista delle migliori prassi di conservazione di beni immateriali.
ROVIGNO. L’Ecomuseo Casa della batana che si occupa della tutela della caratteristica tradizione della località – fatta di canti, dialetto, cucina e dell’arte navale – è entrato nella fase finale di valutazione della Lista delle migliori prassi della conservazione dei beni immateriali dell’Unesco.
Varo di tre batane a Rovigno
Come scrive “La Voce del Popolo”, sulla candidatura si deciderà nel dicembre prossimo e la Casa della batana potrebbe essere la prima istituzione in Croazia a venire inclusa nella prestigiosa Lista.
Come è stato spiegato, la candidatura include tutti i programmi che l’Ecomuseo offre. Si parte dall’arte di costruire la batana, tipica imbarcazione locale che per secoli ha sfamato le famiglie rovignesi, passando per la cucina tradizionale, per arrivare alla “faviela” locale e alle tipiche forme musicali popolari, la più nota delle quali è rappresentata dalle “bitinade”.
La collaboratrice per i programmi culturali della Casa della batana Tamara Nikolic Djeri„ ha quindi presentato due nuovi progetti. Il primo riguarda la nuova applicazione da scaricare per i sistemi operativi iOs e Android dedicata alle ”Fiabe popolari rovignesi” riprese dalle raccolte di Antonio Ive che sarà disponibile sia nel dialetto rovignese che nelle traduzioni in italiano e in croato. Il secondo progetto è una mostra tematica dal titolo “La contrada, il luogo dei ricordi dell’ infanzia”. Verrà allestita nella piazza centrale di Rovigno nell’ambito della manifestazione sportivo-ricreativa “Popolana” in cartellone il 22 aprile. Dal canto suo la Comunità degli Italiani come precisato dal suo presidente Marino Budicin, intende pubblicare l’anno prossimo i manoscritti con i termini marittimi del dialetto rovignese del compianto Antonio Pellizzer, autore fra l’ altro del primo vocabolario rovignese-italiano.
Pola La Città Dolente anno 1949
Rovigno nella pubblicità
Spot pubblicitario del 2015 della Heineken con l’agente James Bond 007 Spectre interpretato da Daniel Graig.
Heineken TV Spot (2015) Daniel Craig
Fonte: http://editfiume.com/lavoce/istria/18347-prende-il-via-il-restauro-del-teatro-gandusio
mercoledì 6 aprile 2016 – L’investimento, pari a 603mila kune, è a carico della Città di #Rovigno
Sono iniziati i lavori previsti nella prima fase di ristrutturazione dl teatro “Antonio Gandusio ” uno degli edifici più rappresentativi della città, che porta il nome di uno degli attori rovignesi di maggiore successo della scena teatrale e cinematografica italiana della prima metà del 20.esimo secolo. Nella prima fase di restauro è previsto un investimento del valore di 630 mila Kune. L’ intervento è affidato all’ azienda giminese “Kapitel” che ha vinto la gara d’appalto. L’intervento dovrebbe concludersi nel giro di 70 giorni, comunque entro il 15 giugno quando scatterà il “fermo edilizio” in concomitanza con l’avvio della stagione turistica. i Lavori prevedono la rimozione dell’attuale sistema di riscaldamento e climatizzazione, la sostituzione degli infissi in legno e il restauro della facciata, inclusi i cornicioni, onde evitare infiltrazioni d’acqua. La ristrutturazione è finanziata direttamente dal bilancio cittadino 2016.
La seconda fase dell’intervento, riguardante il riassetto degli interni, è stata candidata ai fondi del ministero della Cultura. L’edificio del teatro fu costruito dal Comune nel 1852-54. Per volontà (e disegno)dell’allora sindaco Nicolò Califfi, al primo piano ospitava il teatro mentre il pianoterra era addebito a pescheria e macelleria. I rovignesi chiamavano il nuovo teatro con il nome di Rubineo o Arpineum. Fu nel 1923 che, dopo un’accurata ristrutturazione, gli venne attribuito il nome dell’attore Antonio Gandusio, che due anni più tardi ne calcò le scene inaugurandolo ufficialmente.
Interno del Teatro Antonio Gandusio
Rovigno – la fontana ritorna all’antico.
Venerdì 25 marzo 2016
Fonte – http://www.editfiume.com/lavoce/istria/18166-rovigno-la-fontana-ritorna-all-antico
Da oggi la fontana di Piazza Tito torna in tutta la sua bellezza. E stata riportata come quando fu costruita , nel 1959, per festeggiare l’allacciamento della città all’acquedotto Rovigno-Visignano.
Rovigno – Fontana di Piazza Tito Com’era (2006)
Le è stata tolta tutta la parte in pietra, quella che componeva la vasca della fontana, che è stata sostituita da una nuova pavimentazione. Inoltre ha avuto 4 ugelli, che permetteranno premendo un tasto sul pavimento di dissetarsi durante le giornate di maggiore calura.
Rovigno progetta il rifacimento di piazza Tito
Entro giugno il bando per l’opera di ripavimentazione che interesserà anche le zone vicine.
La piazza è dominata dalla Torre dell’orologio, risalente al diciannovesimo secolo, che sulla facciata porta il leone di San Marco, simbolo della Serenissima. «Prima al suolo c’erano dei lastroni in pietra che facevano la loro bella figura – commenta una passante rovignese – poi negli anni Cinquanta dello scorso secolo, a qualcuno venne la brillante idea di coprirle con il bitume».
A questa persistente bruttura però si prospetta ora un rimedio: entro il primo semestre di quest’anno verrà infatti bandito il concorso per la stesura del progetto di ripavimentazione o ristrutturazione non solo di questa piazza, ma anche di quelle più piccole ad essa collegate.
Lo ha annunciato alla stampa l’assessore per la pianificazione e la tutela dell’ambiente Ivan Begic
Violenta mareggiata devasta Rovigno
Altre foto si trovano alla pagina Home in basso a sinistra sezione foto.
Onde alte cinque metri e vento forte si sono abbattuti sul centro storico. Città senza luce per ore. Colpita anche Zara.
ROVIGNO. Onde alte che sembravano cattedrali, le rive e altre zone basse della città allagate dal mare, barche e battelli messi a durissima prova dal moto ondoso, fortissimo il vento di ponente. Onde alte ben 5 metri hanno sferzato il nucleo storico di Rovigno, andando ad abbattersi con una violenza inusitata, che ha visto gli schizzi di mare salire fino ad altezze impensabili. Molte le auto rimaste bloccate dall’acqua. A causa del maltempo, gran parte della città è rimasta per ore senza elettricità.
Il vento da ovest si è fatto sentire anche tra Salvore e Capo promontore. Parenzo è stata investita da onde che hanno spazzato a lungo la riva. Il mare ha invaso la strada regionale di Antenal, che collega Torre e Cittanova, andando a congiungersi con forza al fiume Quieto che in quest’area finisce il suo viaggio. La gran massa d’acqua finita sulla strada ha complicato notevolmente il transito ai veicoli. La notte prima buona parte della Penisola istriana ha subìto piogge abbondanti. A Poljane sono stati registrati ben 107 litri di pioggia per metro quadrato, a Gimino 58 e a Pisino 53 litri. Trascurabili o quasi sono state le precipitazioni che hanno interessato il meridione dell’Istria. Se il Quarnero, protetto alquanto bene dal suo arcipelago, non ha avuto seri problemi (in tilt solo i due catamarani che collegano Fiume e le isole nord adriatiche), la Dalmazia ha passato ore di passione. Il territorio maggiormente colpito è stato lo Zaratino. La città di Zara è stata colpita da onde alte 2 metri, che hanno allagato parte del suo nucleo storico. Molti traghetti e catamarani sono rimasti fermi agli ormeggi. É il caso pure dello Spalatino, dove lo scirocco ha bloccato tutti i collegamenti dei catamarani, come pure le tratte – mantenute dai ferry – tra Spalato e le isole di Lissa, Lesina, Curzola e Lagosta.
Onde alte 5 metri e vento a 100 km all’ora hanno continuato a investire nell’arco della giornata il litorale rovignese. Il computo dei danni è durato per tutta la giornata: danneggiate case e automobili investite da una vera e propria bomba d’acqua.
Non si sono segnalati feriti, a parte qualche contuso. Nessun segnale di soccorso è arrivato da peschereggi o imbarcazioni al largo ma si è temuto fino a sera che le conseguenze alla fine fossero più pesanti a causa della mareggiata. Evidentemente i pescatori allerati dalle previsioni meteo hanno deciso di non spingersi al largo evitando rischi per la propria incolumità.
«Oltre che per l’architettura Rovigno oggi ricorda Venezia anche per l’acqua alta», ha detto la gente. Nel centro di Pola il forte vento ha staccato le facciate di alcuni edifici fatiscenti creando il fuggi fuggi generale dei passanti. Notevoli le escursioni.
Jako nevrijeme pogodilo je zapadnu obalu Istre, najgore je bilo u Rovinju, tri su osobe ozlijeđene , štete su milijunske – Traduzione: Forte tempesta ha colpito la costa occidentale dell’Istria, il peggio era in città, tre persone sono rimaste ferite, i danni sono milioni (traduzione : Google traduttore)
termiche nell’arco della giornata: ieri pomeriggio sul Monte Maggiore ha cominciato a cadere una fitta neve mentre il termometro segnava -3,5 gradi. In tutta la penisola il mercurio è sceso di 5-10 gradi, riallineandosi ai valori più consoni a questo periodo dell’ anno. p.r. e a.m.
Fertilia – 1949 – Giuliani e Istriani in Sardegna
Fertilia – 1949 – Giuliani e Istriani in Sardegna
Fertilia (IPA: /ferˈtilja/) è una frazione di 2000 abitanti del comune di Alghero, nelle cui vicinanze è ubicato l’omonimo aeroporto. Dista 6 km dal centro di Alghero e circa 34 km da Sassari.
Il borgo di Fertilia nasce ufficialmente l’8 marzo 1936 con la posa della prima pietra della chiesa parrocchiale, ad opera dell’Ente Ferrarese di Colonizzazione, istituito dal presidente del Consiglio Benito Mussolini il 7 ottobre 1933 per dare una risposta alla popolazione in eccesso della Provincia di Ferrara e diminuire le tensioni sociali.
Dopo i primi arrivi di emigrati ferraresi, lo scoppio della Seconda guerra mondiale paralizzò di fatto l’opera di colonizzazione, tanto che la maggior parte degli edifici rimasero di fatto inutilizzati.
Nel dopoguerra saranno gli esuli di Istria e Dalmazia a popolare la borgata, diventando un microcosmo vicino a quello catalano di Alghero.
http://storiaefuturo.eu/lemigrazione-dei-profughi-giuliani-in-sardegna-oltreoceano/
Ereditando la tradizione veneta dei nuovi arrivati, la borgata è stata dedicata a San Marco e ivi campeggia un leone alato suo simbolo, proprio al centro del belvedere. Particolarità della borgata è che tutte le vie e le piazze richiamano luoghi o avvenimenti storici del Veneto e della Venezia Giulia.
Siamo in Istria a Rovigno nel giorno di S.Eufemia del 16 settembre 2014 e, in occasione della S.Messa,all’uscita della chiesa ci si raduna tutti per la consueta foto per ricordare il 57° raduno dell’Associazione “Famia Ruvignisa”.In seguito ho cercato di cogliere il clima non solo meteorologico ma sopratutto “sentimentale” che accomuna tutti i partecipanti,con delle brevissime interviste agli stessi,colti di sorpresa all’uscita della chiesa.
22 ago 2015 –
Il Baron Gautsch era una nave passeggeri appartenente al Lloyd Austriaco. Affondato nel 1914, giace ora a circa 40 metri sul fondo del mare. Il relitto, lungo 85 metri,
Il Baron Gautsch era un piroscafo appartenente al Lloyd Austriaco e seguiva la rotta tra Lussingrande e Trieste. Fu costruito in Scozia nel 1908. Durante la prima guerra mondiale il piroscafo era stato requisito temporaneamente dalla Marina Militare austriaca per il trasporto delle truppe dalla Dalmazia a Trieste. Quel suo ultimo viaggio era il primo dopo che era tornato ad essere un piroscafo passeggeri e il comandante militare era stato sostituito da uno civile. Alle ore 11.00 del 13 agosto 1914, il Baron Gautsch salpava dal porto di Lussingrande, diretto verso Trieste, dov’era previsto l’arrivo per le ore 18.00. La nave doveva mantenersi al largo per evitare una zona di mare minata dalla stessa Marina Austriaca, tuttavia, navigando troppo vicino alla costa istriana nei pressi di Rovigno, entrò in un tratto di mare minato, nonostante i segnali di allarme ricevuti dal posamine Basilisk, affondando quindi alle 15:45 in pochissimi minuti a causa di un urto con una mina; delle 300 persone a bordo, 130 morirono affogate. Pesanti accuse caddero sull’equipaggio, che si salvò quasi integralmente: molte scialuppe non erano state calate in mare a causa della loro cattiva manutenzione e i salvagente erano chiusi a chiave negli armadietti, poiché si voleva evitare che i passeggeri di terza classe li utilizzassero come cuscini durante il viaggio. In definitiva l’equipaggio fu accusato di aver pensato a salvare la propria pelle invece di pensare ai passeggeri (moltissime donne e bambini). Gli ufficiali inquisiti furono poi tutti assolti e continuarono la loro carriera senza nessuna conseguenza.
Dopo la seconda guerra mondiale, il suo relitto venne usato per esercitazioni con esplosivi dai palombari della marina jugoslava, per cui si evidenziano danni alle sovrastrutture non causati dalla mina. Oggi si trova su di un fondale a circa 40 metri di profondità e con la prua orientata nella direzione che aveva prima del naufragio. È stato completamente colonizzato dalla fauna marina ed è meta di immersione per numerosi subacquei
PAGINETTA DI STORIA
LA PROVINCIA ITALIANA DELL’ISTRIA .
La provincia dell’Istria o provincia di Pola è stata una provincia italiana esistita dal 1923 al 1947. La sua targa automobilistica fu PO.![253px-Italian_province_of_Pola[1]](https://alessandro54.files.wordpress.com/2011/09/253px-italian_province_of_pola1.jpg?w=863)
Nel 1924 cedette il circondario di Volosca-Abbazia (esclusi i comuni di Castelnuovo e Matteria) alla nuova provincia del Carnaro. Al momento dell’assegnazione delle sigle delle targhe automobilistiche nel 1927 con la riforma del Codice della Strada, alla provincia di Pola fu assegnata la sigla PO. Il principale quotidiano era pubblicato a Pola e si chiamava Il Corriere Istriano. Nel 1928 i comuni di Castelnuovo d’Istria e Matteria furono distaccati dalla provincia dell’Istria e assegnati a quella del Carnaro. Nel 1943 la provincia passò sotto il controllo della Wehrmacht che impose di affiancare al Capo della Provincia Ludovico Artusi un co-prefetto croato. Nel 1945 la provincia passò sotto l’occupazione dei comunisti titini che il 5 maggio ne proclamarono l’annessione alla Jugoslavia senza attendere i dovuti atti di diritto internazionale: tuttavia la reazione alleata costrinse i militari jugoslavi ad abbandonare almeno il capoluogo, sottoposto alla gestione diretta dell’AMGOT tramite un comandante distrettuale. Con la sanzione del passaggio del capoluogo, Pola, e della gran parte dei comuni della provincia alla Jugoslavia il 15 settembre 1947, anche lo Stato italiano dovette riconoscere la soppressione della provincia. Il territorio della provincia di Pola formato dai comuni di Buie d’Istria, Capodistria, Villa Decani, Cittanova d’Istria, Grisignana, Isola d’Istria, Maresego, Monte di Capodistria, Pirano, Umago e Verteneglio diventò invece “Zona B” del Territorio libero di Trieste. La piena sovranità della Jugoslavia su questi comuni si estese nel 1977, in seguito alla ratifica del Trattato di Osimo del 1975, anche se erano già amministrati civilmente da questo Stato dal 1954.
http://it.wikipedia.org/wiki/Provincia_dell’Istria#Storia
http://youtu.be/lePqX0hTqOM
http://youtu.be/r8REC2Sil3k
http://youtu.be/DjDKOFPBvUo
Sembra ormai una consuetudine per alcuni Rovignesi incontrarsi a Genova Sestri Ponente,anche questa volta grazie all’organizzatrice Eliade Borme, che è riuscita a informare dell’evento sempre più interessati. Verso fine pranzo Cristina Brivonese si è anche improvvisata videoreporter per far conoscere a tutti qualche Rovignese.Ciò che è sempre evidente in questi incontri : l’amore per il paese natio e la passione del cantare insieme.
fa sempre piacere rivedere ………..
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