Le news calcistiche fanno gola alla finanza: Calciomercato.com venduto al proprietario di Goal.com


articolo: https://www.repubblica.it/economia/2021/08/23/news/calciomercato_com_venduto_private_equity_goal-315030628/

La notizia riportata dal Financial Times. L’acquisizione da parte di Footballco, in mano al private equity TPG Capital

MILANO – Cambio di casacca per Calciomercato.com. Il sito italiano dedicato alle notizie su trattative, acquisti e cessioni dei club è stato acquisito da Footballco, in mano alla società di private equity TPG Capital attraverso la sussidiaria Integrated Media Company, che lo scorso anno ha già rilevato la maggioranza del sito di news Goal.com da Dazn per 125 milioni di dollari.

La notizia è riportata dal Financial Times e arriva mentre il calciomercato estivo si prepara ad archiviare una delle sessioni estive più deludenti di sempre, complice il crollo delle entrate legate al Covid che ha ristretto le disponibilità finanziarie delle squadre. Il quotidiano londinese non menziona le cifre dell’affare ma parla di un’operazione milionaria “a doppia cifra” che dovrebbe portare i circa 12 milioni di visitatori mensili di Calciomercato.com a Goal.com, che punta anche a raggiungere l’obiettivo di 100 milioni di ricavi quest’anno.

Secondo Juan Delgado, amministratore delegato di Footballco, l’acquisizione di Calciomercato.com renderà Footballco la principale piattaforma calcistica in Italia consentendo anche di espandere la propria presenza in Europa, nel “più grande mercato pubblicitario digitale dedicato al calcio“.

Cresce così l’appetito verso i grandi portali di informazione sportiva. Lo scorso anno il sito americano in abbonamento The Athletic – ricorda l’Ft – è stato valutato 500 milioni di dollari dopo avere esteso la propria copertura alla Premier League ed altre competizioni europee.

Favola senza lieto fine: il Chievo scompare. Storia della squadra che fece parlare di miracolo – Agg.


articolo: https://video.repubblica.it/sport/favola-senza-lieto-fine-il-chievo-scompare-storia-della-squadra-che-fece-parlare-di-miracolo/394366/395076?ref=RHTP-BS-I278612739-P11-S3-T1

22 agpsto 2021

Il Chievo Verona scompare dalla geografia del calcio italiano. Dopo l’esclusione dalla serie B per i troppi debiti, non è arrivata nessuna manifestazione di interesse per l’iscrizione in serie D. Un epilogo triste per la squadra che aveva fatto innamorare mezza Italia agli inizi del Millennio, partita dalla Seconda Categoria e arrivata quinta all’esordio in serie A nel 2002. Era il gruppo allenato da Luigi Delneri, pieno di talenti come Eugenio Corini, Eriberto, Simone Perrotta e Bernardo Corradi. Il capitolo più bello viene scritto nel 2006: dopo lo scandalo Calciopoli, la classifica della serie A viene riscritta e il Chievo è quarto. Arriva quindi a giocarsi i preliminari di Champions, poi persi con i bulgari del Levski Sofia. “È uno dei giorni più tristi della mia vita” ha commentato la bandiera del club Sergio Pellissier.

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Chievo, la Figc dice sì all’affiliazione: Pellissier rifonda il club. “Non ho voglia di mollare”

articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/2021/08/23/news/chievo_pellissier_rifonda_il_club_non_ho_voglia_di_mollare_-315079945/?ref=drla-1

Dopo il fallimento, l’ex attaccante fa rinascere la società e assume il ruolo di presidente: “Non poteva finire così e non posso arrendermi. Avevamo poco tempo per provare a entrare subito, adesso conta solo ripartire, non importa in quale categoria”


Roma, 23 agosto 2021 

Dopo il fallimento, rinasce il Chievo che si chiamerà ufficialmente FC Chievo 1929. A fondarlo l’ex attaccante gialloblù Sergio Pellissier ed è anche già arrivata l’affiliazione da parte della Figc. Ora si dovrà capire da dover ripartirà il club, in quale categoria. Pellissier è già al lavoro per costruire la squadra: “Non mollo niente – le parole dell’ex calciatore -. Non è finita qui. Io ci provo, per il Chievo non posso arrendermi davanti alle prime difficoltà“. continua a leggere

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Luca Campedelli: “Il calcio vive di debiti ma paga solo il Chievo”

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Intervista al proprietario del club non iscritto ai campionati: “Spero che il Consiglio di Stato ci consenta l’iscrizione in B. Con Pellissier non parlo più, leggo che vuole rilevare il club: io sono qui”

23 agosto 2021

È proprietario di una squadra senza calciatori e senza campionatoLuca Campedelli, un tempo il presidente più giovane della Serie A, a 52 anni si guarda i palmi delle mani. «Ecco cosa mi resta. È una storia kafkiana, senza senso, che porta dolore».

Cos’è successo al Chievo Verona? – «La Figc ha deciso che non potevamo iscriverci né in Serie B, dove eravamo, né nei dilettanti. La ragione: alcuni arretrati nei versamenti Iva. Abbiamo chiesto per tempo di pagare a rate. L’ufficio riscossione delle Entrate ha riconosciuto il nostro diritto a frazionare i versamenti, ma a causa delle norme legate al Covid non ha potuto predisporre le necessarie pratiche. La prima rata l’abbiamo pagata il 28 giugno, 800mila euro dei 18 milioni che devo allo Stato. Ma non è bastato».

Che carte le restano da giocare? – «Il Tar ha dato ragione alla Figc. Giovedì ci presenteremo al Consiglio di Stato, che ha accettato di anticipare l’udienza. Chiediamo l’iscrizione alla Serie B in soprannumero. Abbiamo fatto tutto secondo le regole. Il calcio vive sui debiti e i pagherò. Però alla fine paghiamo solo noi».

Il Chievo ha debiti per 44,2 milioni a fronte di crediti per 14,4 oltre al patrimonio dei calciatori. Il bilancio al 30 giugno 2020 lo avete chiuso con 32mila euro di attivo.
«In Europa siamo fra i club messi meglio. Il Barcellona ha un miliardo di debiti. L’Inter ha vinto il campionato pagando in ritardo gli stipendi. Io i giocatori li ho pagati fino a maggio, poi a giugno è scoppiata la bufera».

Hanno cancellato i contratti? – «La Figc ha consentito ai calciatori di liberarsi gratis e lo hanno fatto tutti, Primavera compresa. La gratitudine non è di questo mondo. I procuratori si sono arricchiti. I club rivali anche. Nel calcio devi dare senza pretendere niente. Siamo stati i primi ad allenare i ragazzini disabili, a portarli in ritiro. Ma nel pallone il bene non torna».

Ha ricevuto solidarietà? – «Fra i presidenti mi ha chiamato solo Enrico Preziosi. Poi qualche ex giocatore. E Delneri, l’allenatore della promozione in Serie A nel 2001 e della vittoria a San Siro contro l’Inter, nel giorno dell’addio a Peppino Prisco. La gioia in un giorno di dolore».

Con Pellissier, capitano e bandiera del club, vi sentite? «Non più. Nella vita è complicato trovare le persone ma è un attimo perderle. Leggo che ha intenzione di rilevare il club, a capo di una cordata. Sono pronto a parlarne, per i tifosi e per i 50 dipendenti, l’anima del club. Sto pensando come pagare loro gli stipendi. Se tradisci chi lavora per te è finita davvero». continua a leggere

Tennis, la furia di Medvedev: si schianta contro la telecamera e poi la prende a calci


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Daniil Medvedev ha rischiato di farsi male durante la partita contro Andrey Rublev, valida per un posto in finale al Master 1000 di Cincinnati. Il tennista russo, numero 2 della classifica mondiale, nel tentativo di recuperare un colpo dell’avversario, si è schiantato contro una telecamera posta alle sue spalle, facendola cadere a terra. Il giudice di sedia ha momentaneamente sospeso il match per verificare le condizioni di Medvedev e per dare il tempo all’operatore di sistemare la macchina da presa. Medvedev ha però polemizzato con l’arbitro per la poca distanza tra il campo e l’area in cui è posizionata la telecamera e ha dato un calcio all’obiettivo. Per la cronaca, la partita è stata vinta da Rublev col punteggio di 2-6, 6-3, 6-3.

Il caso Dazn e perché se le partite in streaming non si vedono è colpa (anche) delle Cdn


articolo: https://www.repubblica.it/tecnologia/2021/08/23/news/il_caso_dazn_e_perche_se_le_partite_in_streaming_non_si_vedono_e_colpa_anche_delle_cdn-315030754/?ref=RHTP-BG-I294524205-P9-S1-T1

Dietro le quinte di Internet, una serie di aziende fornisce servizi infrastrutturali per ritrasmettere i dati. Ma non sempre ci riescono

La partita sgranata, il pallone quasi indistinguibile dal campo, l’azione bloccata a metà o addirittura in ritardo di qualche minuto: quando Internet fa cilecca e i disservizi si sommano, il risultato è che non si riesce più a vedere niente o quasi, che si tratti di partite o altro. 

Dazn ha sofferto numerosi disservizi nella trasmissione delle partite del primo weekend di campionato, tanto che i presidenti delle squadre di serie A hanno scritto una lettera formale al broadcaster per chiedere conto dell’accaduto e adesso le responsabilità si rimpallano. Ma il malessere è (anche) infrastrutturale. Nel senso che i problemi sono soprattutto nelle Cdn, cioè Content Delivery Network (in italiano, Reti di Distribuzione dei Contenuti), un pugno di società hi-tech sconosciute al grande pubblico che gestiscono dietro le quinte un business digitale molto particolare, dall’importanza capitale per chi come Dazn deve fornire servizi in streaming live attraverso Internet.

Che cosa sono le Cdn – Quello delle Cdn è un business cruciale e delicato, perché gli intoppi, e soprattutto gli intasamenti, fanno la differenza tra riuscire a vedere la partita oppure no. Tanto che, a suo tempo, si era parlato di una rivoluzione degli orari della serie A per consentire di aprire più finestre orarie con le dirette modulate per alleggerire il carico di Dazn, eliminando o riducendo al minimo il rischio di blackout. Ma è tutto inutile se a cedere è la Cdn. Nomi come Akamai, Cloudflare, Netlify e Fastly sono quasi sempre sconosciuti ai più, ma è attraverso di loro che passa Internet ed è quasi sempre loro responsabilità se interi pezzi della Rete diventano irraggiungibili, se per esempio vengono colpite da un attacco hacker o si sconfigurano per un bug, come è successo con siti come Steam, Airbnb, Cnn, Reddit e il New York Times.

Internet senza le Cdn (a sinistra) e con le Cdn (a destra) 

A che cosa serve una Cdn – Cosa succede, dunque? La spiegazione in realtà è semplice, ma non si capisce facilmente perché abbiamo in testa il modello sbagliato: l’Internet cui siamo abituati a pensare è molto più semplice di quella reale, che invece è parecchio complicata. Di solito ci immaginiamo che una trasmissione di dati, per esempio l’invio di una foto su Whatsapp, avvenga come una trasmissione fra 3 punti: il telefono di chi spedisce, il server del gestore del servizio (in questo caso WhatsApp, cioè Facebook), poi il telefono di chi riceve il messaggio con l’immagine. Però non è così.

Tanto per cominciare, nel mezzo ci sono i fornitori di connettività: nell’esempio, una o due compagnie telefoniche, che hanno due reti proprietarie molto complesse, con centri di aggregazioni, dorsali, centrali e che sono a loro volta connesse a Internet attraverso dei punti di scambio o Internet Exchange; in Italia uno dei più grandi è il Mix, il Milan Internet Exchange. 

La Rete che conosciamo inizia là: negli Exchange ci sono numerosi server di terze parti che si collegano a monte della Internet vera e propria per fornire servizi come il cloud computing. I servizi di cloud sono sostanzialmente servizi di archiviazione ed elaborazione in tempo reale dei dati degli utenti, che avvengono sui server anziché sugli apparecchi degli utilizzatori finali. E poi ci sono le Cdn.

La distanza è importante – Anche se i collegamenti Internet sono rapidissimi e siamo abituati a pensare che un bit possa fare il giro del mondo in qualche frazione di secondo, in realtà la distanza fisica tra l’emittente e il ricevente del messaggio conta eccome. 

Conta talmente tanto che negli anni Novanta sono nate le Cdn, le società specializzate nel creare repliche locali dei dati contenuti nei server centrali, per distribuirli meglio e per evitare che si creino disservizi per eccesso di richieste sul server centrale.

Il rischio Denial of Service – Sovraccaricare i server centrali perché molti si collegano contemporaneamente è causato dal successo improvviso di un servizio o di un sito, ma spesso anche da hacker e malintenzionati, che mandano in tilt i server caricandoli con milioni di richieste di connessione in contemporanea. Quando questo succede il server non risponde più: è il cosiddetto Denial of Service (in italiano, Negazione del Servizio), cioè l’equivalente di quando un computer si blocca per il sovraccarico di lavoro.

Distribuire copie dei dati da scaricare in tanti magazzini locali, cioè i server delle Cdn, che poi si occupano di consegnarle agli utenti di una determinata area geografica, è anche un ottimo modo per ridurre la latenza, perché i dati possono essere spostati a seconda del bisogno ottimizzando così il tempo del loro download. Amazon, Microsoft, Apple, Facebook e Google spostano i dati tra i loro datacenter e su quelli dei loro fornitori di servizi cercando di prevedere in quale area geografica si trovino per avvicinarli, riducendo così i tempi di accesso. 

Inoltre, le grandi aziende fornitrici di sistemi operativi come Microsoft, Apple e Google caricano sulle Cdn le versioni di aggiornamento dei loro sistemi operativi per evitare che, al momento del rilascio, i server centrali vadano in tilt.

Le Cdn e il video – Gli usi delle Cdn sono moltissimi, e infatti ne esistono di molti tipi diversi. Anche i grandi fornitori di servizi di telefonia mobile hanno realizzato le loro Cdn, che sono di solito riservate ai clienti della propria rete e a servizi a pagamento per conto terzi.

Tuttavia, oggi si è aggiunta una funzione in più: le Cdn sono diventate un bene necessario anche per la distribuzione del video. Da Netflix (che si appoggia a servizi diversi e al suo servizio proprietario) ad Amazon Prime (che sfrutta principalmente gli Amazon Web Services, il più grande fornitore al mondo di cloud computing e servizi di Cdn), fino a YouTube o Apple Tv Plus, che utilizza principalmente Akamai, lo streaming in diretta oppure on-demand non sarebbe possibile senza le Cdn.

Ritardi, bassa definizione, segnale debole: la Lega calcio scrive a Dazn


articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/2021/08/23/news/ritardi_definizione_segnale_debole_la_lega_calcio_scrive_a_dazn-315001789/?ref=RHTP-BH-I314465804-P2-S7-T1

I presidenti di Serie A chiedono conto al broadcaster dei disservizi nella trasmissione delle partite del fine settimana

La Lega di Serie A chiede conto a Dazn dei disservizi nella trasmissione delle partite del fine settimana. Dopo un’intera giornata di agitazione nelle tante chat dei presidenti e dirigenti dei club del campionato, i vertici dell’associazione hanno deciso di scrivere una lettera al broadcaster. Lo faranno oggi. Il concetto: si evitino altri incidenti, soprattutto in vista del weekend del 12 settembre quando si giocheranno Milan-Lazio e soprattutto Juventus-Napoli. Sarà un test importante per le Cdn globali, le Content delivery network, ossia i punti di snodo da cui chi si connette riceve il segnale, che sabato hanno subito un sovraccarico costato per molti utenti fino a tre minuti di blackout.

L’Agcom ha esortato tutti, Dazn e le telco, a fare investimenti per adeguare la rete con nuove Cdn. E in effetti i problemi di sabato non sono dipesi dalle reti: sia Fastweb che Vodafone non hanno registrato sovraccarichi. Segno che il problema fosse solo nelle Cdn di Dazn, che nega invece con forza di avere effettuato un downgrade del segnale per arrivare a tutti. ieri, lavorando sullo smistamento dei flussi di dati, Dazn ha trasmesso Udinese-Juventus sia Bologna Salernitana, partita trasmessa anche dal satellite di Sky con 18 inevitabili secondi di anticipo sul segnale Dazn, e Roma-Fiorentina.

La partita dei diritti tv non si è ancora esaurita. È in corso un braccio di ferro sui diritti d’archivio tra Dazn e quattro società: Sassuolo, Roma, Samp e Genoa, le maggiori antagoniste di Dazn sull’assegnazione del bando. Una tensione che, per il Genoa, è sfociata nel silenzio stampa prima, durante e dopo la partita con l’Inter, trasmessa proprio da Dazn. La Samp ha meditato interventi, ma i giornalisti della tv oggi saranno regolarmente accreditati. Schermaglie, non le ultime, nonostante la norma anti-boicottaggio voluta dalla Lega che prevede generiche sanzioni dal secondo silenzio stampa. I dialoghi tra i club e la tv proseguono e si cerca una mediazione. La tv ha invece chiuso accordi generosi, da tempo, con chi aveva sostenuto da subito l’offerta Tim-Dazn.  

Calcio, lite tra le società tlc e Dazn: non collaborate. Garante sui disservizi: adesso vogliamo più informazioni

articolo: https://www.repubblica.it/economia/2021/08/23/news/calcio_lite_tra_le_societa_di_internet_e_dazn_siate_trasparenti_il_garante_sui_disservizi_aspettiamo_la_seconda_giorna-315030713/?ref=RHTP-BH-I314465804-P2-S7-T1

L’AgCom chiede alla pay-tv una relazione sui malfunzionamenti della prima giornata di Campionato. La Rete nazionale ha tenuto, senza problemi per strutture pubbliche o imprese. Ma sale la rabbia dei consumatori: “Ora rimborsi agli sportivi”. Anche nel prossimo week-end segnale “degradato” per smartphone e tablet


ROMA 23 agosto 2021

In queste ore, l’arbitro della televisione e di Internet (l’AgCom) valuta i disservizi nella visione delle partite di calcio sulla pay-tv Dazn. I social network traboccano di lamentele degli sportivi abbonati, e la stessa Lega Calcio ha chiesto chiarimenti. Ma l’AgCom, che pure è attenta alla questione, non apre alcuna istruttoria o processo formale alla pay-tv. Almeno non ancora.

Monta perà la rabbia dei consumatori, che reclamano rimborsi in favore degli sportivi, delusi soprattutto dalla qualità del segnale. Alta tensione tra alcune società di Internet (Vodafone e soprattutto Fastweb) che accusano Dazn di essere poco trasparente e collaborativa, sul piano tecnico.

Traffico inferiore alle attese – L’AgCom ha accertato che il traffico web generato dalle partite è stato inferiore alle attese, tra sabato e domenica. Tanti italiani sono in vacanza, magari all’estero, e non hanno visto le gare. Tanti sportivi hanno scelto la visione collettiva nei bar, pub, ristoranti e negli hotel abbonati a Sky.

Il traffico meno impetuoso delle previsioni ha fatto sì che la Rete nazionale ha retto l’urto, senza creare disagi a strutture pubbliche, imprese private oppure alle famiglie che – durante le partite – hanno preferito andare su Netflix, Amazon Prime o Disney+, solo per fare qualche esempio. La tenuta della Rete ha molto tranquillizzato AgCom.

A proposito del calcio, l’orientamento di AgCom è aspettare la seconda giornata di Campionato, che si giocherà tra il 28 e il 29 agosto, per capire se la qualità della messa in onda migliorerà. Nello stesso tempo, l’AgCom chiede a Dazn una relazione dettagliata su che cosa non ha funzionato tra sabato e domenica scorsi, durante la prima giornata.

In particolare l’AgCom vuole capire che cosa sia successo sabato quando tanti sportivi hanno perso la visione di Inter-Genoa; se i disservizi (come le interruzioni, gli sfarfallamenti e i ritardi) abbiano investito una quota significativa di clienti; se la app di Dazn – scaricabile su cellulari, tablet e smart tv – abbia fornito le performance sperate; se la rete di server che Dazn ha creato per distribuire al meglio il traffico (si chiama Dazn Edge) abbia svolto il compito senza imprevisti.

In una riunione in AgCom, Dazn ha ammesso che sabato uno dei due mega server di distribuzione del traffico di Internet ha ceduto per alcuni minuti. Le decine di migliaia di abbonati che vedevano Inter-Genoa proprio grazie a quel server hanno subìto un’interruzione nella visione. Poi sono stati agganciati al secondo server e avrebbero ripreso a vedere senza problemi.

Protesta via social – Sempre Dazn sostiene che gli sportivi vittime di disservizi sarebbero una minoranza. Su questo punto, durante la riunione in AgCom, le società che vendono abbonamenti a Internet si sono mostrate scettiche e critiche. Tutte queste società – alla vigilia del Campionato – hanno incaricato agenzie specializzate di monitorare i social network per capire quale sarebbe stato l’umore degli italiani. E sicuramente le lamentele degli sportivi hanno superato il livello di guardia.

Dazn ha anche assicurato che la sua nuova rete di server (Dazn Edge, una struttura paracadute che dovrebbe distribuire il traffico Internet in modo corretto) ha funzionato bene.

Su questo punto, si sono fatte sentire Vodafone e soprattutto Fastweb, che lamentano il funzionamento non adeguato di questa struttura paracadute (Dazn Edge). Le due società hanno anche chiesto che Dazn collabori molto di più con loro condividento tutte le informazioni tecniche necessarie a garantire un buon servizio agli utenti finali.

C’è poi il nodo della qualità del segnale, dunque delle immagini. Dazn è orientata a confermare una qualità limitata – “degradata” secondo i critici – per smartphone e tablet anche per la seconda giornata della Serie A, quando tante persone saranno ancora in ferie, dunque seguiranno le sfide da supporto mobile.

“Prezzi alti, servizio scadente” – In questo quadro, si fa sentire Federconsumatori, tra le principali associazioni a tutela degli utenti: “Ancora una volta – scrive – i cittadini si trovano di fronte a un servizio che, nonostante il sostanzioso incremento dei costi di abbonamento, si sta dimostrando inadeguato“.

Inoltre la piattaforma non ha pubblicato alcun messaggio di scuse sul proprio sito web né ha accennato a possibili ristori, dimostrando così un totale disinteresse nei confronti delle esigenze dei clienti e della qualità del servizio erogato“.

La scarsa attenzione della società verso gli utenti – aggiunge Federconsumatori – non è una novità: nelle scorse settimane abbiamo inviato una segnalazione all’AgCom per la vera e propria latitanza del sedicente servizio clienti, che in realtà non è altro che un robot in grado di fornire solo risposte basilari senza che poi i clienti vengano mai ricontattati per la reale risoluzione del proprio problema“.

L’associazione Codacons si spinge a chiedere che Dazn passi la mano: “Delle due l’una: o la pay-tv riesce a ripristinare standard di servizio adeguati, indennizzando gli utenti coinvolti, oppure deve rinunciare all’idea di trasmettere le partite – stante la palese inadeguatezza delle sue performance – e cedere ad altri i suoi diritti“.

Interrogazione di Leu – Dai palazzi della politica si fa vivo il deputato Luca Pastorino, di Leu.”I disservizi di Dazn della prima giornata di calcio sono molto gravi. Per questo motivo, presenterò un’interrogazione alla Camera per chiedere un intervento del governo“.

Milioni di persone devono fare i conti con la necessità di munirsi di un apposito decoder per vedere le partite del Campionato di Serie A. Come se non bastasse, chi non è dotato della fibra per la connessione, rischia di assistere a gare che vanno a intermittenza, quando va bene, visto che in alcuni casi ci sono stati blocchi prolungati. Le segnalazioni degli utenti non necessitano di ulteriori commenti“.

Peraltro – aggiunge Pastorino – questa stagione è iniziata, giustamente, con la limitazione della capienza degli stadi a causa della pandemia di Covid. Inevitabilmente l’offerta televisiva per il calcio diventa ancora più importante. Gli abbonati devono poter usufruire di un servizio all’altezza dei costi e dell’importanza del campionato. La politica non può derubricare la vicenda come una questione secondaria. Per questo motivo è necessaria una risposta del governo“.