Ruben Semedo arrestato con l’accusa di stupro


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Il giocatore dell’Olympiakos è stato denunciato da una 17enne

Il difensore dell’Olympiakos e della nazionale del Portogallo, Ruben Semedo, è stato arrestato ieri dalla polizia greca dopo che una ragazza di 17 anni lo ha accusato di stupro. Lo ha rivelato oggi una fonte giudiziaria. Il 27enne portoghese è stato portato davanti a un pm di Atene per rispondere alle accuse di una ragazza che ha detto di essere stata attirata da Semedo nella sua casa – insieme a un cittadino straniero di 40 anni ancora ricercato – e poi di essere stata violentata. Il giocatore sabato avrebbe incontrato la ragazza in un bar nella località balneare di Oropos, poi l’avrebbe portata nella propria casa, a Glyfalda, alla periferia di Atene, dove la stessa vittima ha detto di essere stata violentata.

Secondo l’avvocato di Semedo, Stavros Georgopoulos, il giocatore “nega l’accusa” e ha affermato “che la denunciante aveva 19 anni”.

Il portoghese è già stato condannato nel 2018 a cinque anni di carcere per tentato omicidio, ai tempi in cui giocava nel Villareal. Semedo Ha evitato questa condanna in cambio del divieto d’ingresso in territorio spagnolo per otto anni, in virtù di un accordo raggiunto nel 2020. Era stato anche multato di 46 mila euro. L’Olympiakos, dove Ruben Semedo gioca da due anni, non ha comunicato alcuna decisione nei confronti del calciatore.    

Incendio a Milano: pm, criticità nel sistema antincendio


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‘Impianto non funzionava in molti piani, scale invece sicure’

(ANSA) – Milano, 30 agosto 2021 – Il sistema antincendio della Torre dei Moro, il grattacielo divorato dalle fiamme ieri a Milano, presentava diverse “criticità” e in particolare le “bocchette” dell’impianto da attivare manualmente funzionavano fino al quinto piano, non erano attive tra il quinto e il decimo, mentre hanno funzionato in parte tra il decimo e il diciottesimo piano.
E’ quanto hanno accertato al momento gli inquirenti milanesi.

Le scale, invece, hanno consentito alle persone che stavano lasciando il palazzo di scendere in sicurezza, perché hanno un meccanismo che evita che il fumo possa entrare nelle scale stesse.
Secondo gli inquirenti, i pannelli di rivestimento del grattacielo milanese sono “bruciati come il cartone“: “evidentemente” il materiale con cui sono stati realizzati non era ignifugo. (ANSA).

E’ morto Ed Asner, fu Lou Grant in tv


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Aveva 91 anni ed è stato un grande caratterista americano

Edward Asner, conosciuto anche come Ed Asner (Kansas City, 15 novembre 1929 – Los Angeles, 29 agosto 2021), è stato un attore statunitense.

Ed Asner, l’attore vincitore di Emmy per “Lou Grant” e “Up” e di numerosi Golden Globes, è morto a 91 anni. E’ stato anche presidente due volte della Screen Actors Guild: attore, doppiatore e anche attivista politicamente schierato a sinistra, Edward Asner è stato un grande caratterista americano.

Cinque Golden Globe e sette Emmy, la gran parte dei quali per aver interpretato il giornalista burbero e senza fronzoli della Cbs Lou Grant, prima in “The Mary Tyler Moore Show” e poi nel drammatico spin-off “Lou Grant“.

A 91 anni è morto uno dei decani del cinema e della tv americana, Ed Asner, un attore, doppiatore e grande caratteristica, un volto che anche gli italiani conoscono bene oltre che per i film e serie tv americane per essere stato nel 2002 l’anziano Angelo Roncalli in una popolare miniserie diretta da Giorgio Capitani dedicata a Papa Giovanni.

Gli spettatori di una certa età potrebbero ricordarlo per una miniserie che alla fine degli anni ’70 davvero fece epoca: Radici, nel ruolo dello schiavista capitano Daviesper, era il 1977 e l’anno prima era stato il patriarca di una famiglia tedesco-americana nella miniserie “Rich Man, Poor Man“. Nato a Kansas City il 15 novembre 1929, al cinema è stato l’agente dell’FBI Guy Banister nel film di Oliver Stone del 1991 “JFK”, Babbo Natale nella commedia di Will Ferrell del 2003 “Elf” e poi nello stesso anno come doppiatore il protagonista del vincitore all’Oscar della Pixar ‘Up’ dando la voce all’anziano costruttore di palloncini Carl Fredricksen. Come star della tv ha anche la Walk of Fame a Los Angeles. All’inizio degli anni ’80 è’ stato presidente della Screen Actors Guild, il sindacato degli attori, grazie al suo carisma e al suo attivismo politico: guidò uno sciopero nel 1980 che riuscì a bloccare la produzione per tre mesi e a boicottare gli Emmy di quell’anno: lo scopo era ottenere stipendi più alti per gli attori in considerazione del passaggio delle serie sulle tv a pagamento (una battaglia simile a quella solitaria e apripista di Scarlett Johannson). La cosa no fu indolore: la Cbs cancellò nel 1982 la serie Lou Grant che interpretava nonostante fosse al top degli ascolti fino alla sua quinta e ultima stagione. E’ stato attivista fino all’ultimo: ha partecipato lo scorso anno ad una class action di attori per il piano sanitario del sindacato Sag durante la pandemia. Ha continuato a lavorare sempre: recentemente era nel cast di Cobra kai, lo spin off di Karate Kid, tuttora in onda.