Cos’è il wallet digitale europeo che potrebbe arrivare nel 2024 (e cosa c’entra con Spid e Carta di identità elettronica)


articolo di  Lorenzo Nicolao: www.corriere.it/tecnologia/22_dicembre_22/cos-e-il-wallet-digitale-europeo-che-potrebbe-arrivare-nel-2024-e-cosa-c-entra-con-spid-e-carta-di-identita-elettronica-c147384f-5b09-46c1-88a7-8fd0c90b1xlk.shtml?refresh_ce

Nel 2024 potrebbe debuttare un sistema di identità digitale comunitario, un portafoglio in cui far confluire tutte le informazioni. Un vecchio dibattito tra i vantaggi della condivisione dei dati e le regole ancora da definire

Continua a tenere banco il dibattito sul futuro dell’identità digitale Spid. In un’intervista al quotidiano La Stampa il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha dichiarato che «non si può smontare con superficialità». L’obiettivo è «migliorare i servizi» e, ha aggiunto il ministro, bisogna tenere conto del fatto che il Parlamento europeo sta lavorando a un wallet comunitario: «Una sorta di portafoglio in cui far confluire tutte le informazioni, dal certificato di nascita agli estremi del passaporto e della firma digitale».

Ma di cosa si tratta?

Cos’è il wallet europeo – È un sistema comune di identità digitale è già da tempo oggetto di dibattito, con posizioni non sempre convergenti rispettivamente alla tecnologia da utilizzare, agli appalti da assegnare, alle regole da definire. La Commissione europea è convinta che il «wallet» possa essere lanciato nel 2024, ovvero nell’arco di due anni. L’obiettivo dell’organo esecutivo dell’Ue sarebbe quindi quello di fornire a ogni cittadino dei 27 Paesi Membri un’applicazione nella quale poter archiviare informazioni e documenti personali come la patente o la tessera sanitaria per interagire con uffici pubblici e imprese, relativamente ai dati richiesti e non oltre, a seconda dei casi. Laurea? Eccola. Data di nascita? Eccola. Ogni documento verrà digitalmente condiviso all’occorrenza, senza presentare problemi legati alla privacy. Il modello è quello del Green Pass ma, a dispetto del periodo caratterizzato dall’emergenza sanitaria, ora Bruxelles vorrebbe portare a compimento un progetto definitivo, che valga per qualsiasi necessità quotidiana.

Vantaggi e limiti – Lo sviluppo di tale piattaforma passerà da molteplici progetti pilota che saranno oggetto di una sperimentazione, per la quale si prevede una spesa che possa avvicinarsi ai 40 milioni di euro. Se da una parte sono inequivocabili i vantaggi in termini di alleggerimento della burocrazia e semplificazione dei processi all’interno delle Pa di qualsiasi Paese Ue, dall’altra gli standard e le specifiche tecniche dell’app sono ancora tutti da definire. Vanno reclutate le aziende attraverso le quali realizzare i portafogli digitali, serve un via libera per incassare una revisione del regolamento Eidas, quello relativo all’identificazione elettronica dei cittadini e, ultima ma non meno importante, la volontà politica di governi e relative aziende nella realizzazione dell’app, un traguardo che potrebbe richiedere uno slittamento dei tempi.

La posizione dell’Italia – Attualmente Spid è compatibile con il progetto, perché è richiesto un livello di garanzia differente: il «wallet» in termini di «level of assurance» sarebbe parificato a un documento come la carta d’identità, quindi il gradino più alto in termini di sicurezza dei tre considerati per questo genere di strumenti (per via del rilascio in presenza e di un chip crittografico sulla carta). Lo Spid è considerato un livello più in basso, perciò il sistema di identità digitale attualmente promosso e utilizzato potrebbe essere rimpiazzato. Per questo motivo l’Italia non si è finora schierata con il Consiglio Ue, perché «rischieremmo di buttare a mare tutti gli sforzi fatti con lo Spid», dicono da Infocert, autorità che ha erogato recentemente questo tipo di servizio. «Oltre 33 milioni di identità Spid non potranno confluire automaticamente nel wallet europeo». Tenuto conto delle divergenze di opinioni tra i vari stati che formano l’Unione, è probabile però che prima del debutto del nuovo strumento passeranno ancora diversi anni, nei quali lo Spid sarà comunque uno strumento valido per semplificare molti processi della Pubblica Amministrazione, anche se solo in Italia.

Arrestato Andrea Beretta, capo ultrà della curva Nord dell’Inter


www.milanotoday.it/cronaca/arrestato-andrea-beretta.html

articolo: Arrestato Andrea Beretta, capo ultrà della curva Nord (milanotoday.it)

Il capo ultrà nerazzurro deve scontare 6 mesi ai domiciliari

In manette. Martedì sera i carabinieri della stazione di Pioltello hanno arrestato Andrea Beretta, 47 anni, originario di Cernusco sul Naviglio ma residente proprio a Pioltello e capo ultrà della curva Nord dell’Inter. I militari lo hanno fermato – si legge in una nota dell’Arma – poiché “destinatario di un ordine di esecuzione per l’espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare emesso dall’ufficio esecuzioni penali della procura della Repubblica presso il tribunale di Milano“. 

Beretta deve scontare sei mesi agli arresti domiciliari per una condanna definitiva che lo ha colpito per aver ignorato un Daspo guadagnatodurante gli scontri prima di Inter-Roma del 26 febbraio 2017. La violazione del divieto di accesso alle manifestazioni sportive – il 47enne deve firmare tre volte nelle giornate in cui l’Inter scende in campo – era stata certificata dalle forze dell’ordine il 26 ottobre 2019, quando il capo ultrà era stato notato fuori dal Meazza prima di un Inter-Parma. Da lì la condanna e l’arresto delle scorse ore.

E non è l’ultimo guaio degli ultimi mesi per il 47enne. A novembre scorso la sezione misure di prevenzione del tribunale, presieduta dal giudice Fabio Roia, aveva infatti disposto la sorveglianza speciale di 1 anno e mezzo per lo stesso Beretta, che dopo l’unificazione della curva Nord sotto un’unica bandiera sarebbe diventato praticamente il referente unico degli ultras nerazzurri. Nel provvedimento il tribunale aveva ripercorso la lunga “carriera” del capo ultrà, evidenziando la sua “grave pericolosità sociale” e i suoi precedenti per “furto, rapina, sequestro di persona, droga, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, lesioni e minacce”. 

Una “pericolosità sociale” dimostrata anche dal pestaggio avvenuto davanti a San Siro il 16 febbraio 2022, quando Beretta e altri quattro compagni di tifo avrebbero massacrato di botte un bagarino napoletano che stava vendendo foto dei giocatori. All’uomo – finito in ospedale con oltre un mese di prognosi – pare che gli aggressori avessero urlato: “Noi siamo della curva, qua i napoletani non li vogliamo“. Nel 2017, invece, era stato “daspato” per 3 anni – e proprio la violazione di quel provvedimento lo ha fatto finire ora in manette – per aver preso parte ai tafferugli pre Inter-Roma. 

Il 19 novembre dello stesso anno era stato trovato ancora una volta davanti allo stadio prima di una partita, nonostante il Daspo. Stessa cosa che era successa a ottobre 2019. Il 15 febbraio 2019 era stato invece fermato mentre assisteva a Sondrio-Seregno insieme ai tifosi ospiti. Il 9 febbraio dell’anno successivo era presente a Brusaporto-Dro Alto Garda, partita caratterizzata da scontri con le forze dell’ordine, bersagliate con fumogeni e carabinieri. Quella sera stessa era poi stato ripreso dalla Digos fuori dal Baretto prima del derby, proprio nella sera in cui circa 200 ultras interisti avevano lanciato bottiglie e “bomboni” contro poliziotti e carabinieri. 

Dopo il pestaggio del bagarino partenopeo – l’ultimo suo problemi con la giustizia – Beretta si era difeso dicendo di essere intervenuto soltanto per difendere un ragazzo della Nord con “fragilità psichiche” che era stato preso di mira da alcuni venditori napoletani. Sui suoi guai legati al calcio, invece, aveva ammesso di aver fatto degli sbagli soltanto per tenere “sotto controllo” la curva.  

BUON NATALE


1671922860

  giorni

  ore  minuti  secondi

fino a

BUON NATALE

Resta la ricetta elettronica, non scadrà a fine 2022 ma sarà prorogata di un anno


articolo: Resta la ricetta elettronica, non scadrà a fine 2022 ma sarà prorogata di un anno (rainews.it)

L’uso della prescrizione dematerializzata è stata introdotta durante l’emergenza Covid

Richiesta a gran voce dai camici bianchi, la proroga dell’utilizzo della ricetta elettronica è stata approvataIl Governo, riunito in Cdm mercoledì a Palazzo Chigiha inserito il posticipo della norma nel decreto Milleproroghe  all’esame del  Consiglio dei ministri. 

La misura,  che consentiva ai medici di ricorrere alla prescrizione dematerializzata sostituendo quella cartacea, era contenuta in un’ordinanza legata alla pandemia e sarebbe scaduta a fine anno. Tuttavia, non essendoci più lo stato d’emergenza dovuto al Covid, il governo ha deciso di rinnovare di un anno la possibilità di utilizzare le ricette elettroniche. Grazie a questa misura, i pazienti possono evitare di andare fisicamente nello studio del medico per ritirare la ricetta cartacea e ricevere invece il numero di quella elettronica da utilizzare per acquistare i farmaci. 

La ricetta rossa sempre più frequentemente è sostituita dalla ricetta elettronica o dematerializzata

Rogo ThyssenKrupp, 15 anni fa la strage a Torino: dall’incidente al processo.


articolo e foto: 15 anni dalla strage alla Thyssen di Torino, dall’incidente al processo: cosa è successo. FOTO | Sky TG24

©Ansa

Quindici anni fa, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, nell’acciaieria ThyssenKrupp di Torino scoppia un incendio. Sette operai, di età compresa fra i 26 e i 54 annimuoiono nel giro di 24 giorni. Tutto inizia pochi minuti dopo l’una di notte, nel capannone della Linea 5, dove lavorano gli addetti alla ricottura e al decapaggio. Solo uno di loro, Antonio Boccuzzi, sopravvive alle fiamme: una colata di olio bollente prende fuoco e investe tutto il capannone.

Vengono subito chiamati i Vigili del Fuoco: a nulla servono i tentativi degli operai di placare l’incendio con gli estintori. È stato un irregolare scorrimento del nastro della Linea 5 la miccia che ha causato la tragedia. La carta imbevuta di olio, usata per proteggere il nastro di acciaio, era rimasta incastrata nella macchina, insieme a sporcizia e segatura. Le scintille causate dall’attrito della macchina malfunzionante hanno innescato la reazione a catena.

Le fiamme danneggiano un tubo dell’impianto idraulico, da cui esce altro olio che a sua volta si incendia. Si crea una nube di fiamme che investe tutti. Intorno alle 4 di mattina si conta la prima vittima, Antonio Schiavone, arrivato da poco in ospedale. Dal 7 al 30 dicembre, in seguito alle ustioni riportate, muoiono anche Bruno Santino, Rocco Marzo, Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Rosario Rodinò e Roberto Scola.

Inizia una lunga vicenda giudiziaria, per alcuni versi ancora aperta. ThyssenKrupp era, ed è tuttora, una delle più grandi aziende europee nel settore dell’acciaio. Tedesca, aveva diverse società sotto il suo controllo. Tra queste la Acciai Terni e il suo stabilimento torinese. Subito si punta il dito contro i vertici di ThyssenKruppCentrali le memorie e le testimonianze di Boccuzzi, da 13 anni operaio nell’acciaieria e sindacalista iscritto alla UILM.

Si denunciano le condizioni di lavoro – alcuni addetti erano in turno da 12 ore – e la mancanza di misure di sicurezza  adeguate a un impianto così delicato. Gli estintori non funzionavano a dovere e gli idranti nemmeno, dice Boccuzzi già il giorno dopo il rogo. ThyssenKrupp aveva deciso di dismettere la sede torinese e per questo, sottolinea sempre l’unico superstite, gli investimenti in sicurezza mancavano da un po’ di tempo.

Subito, dai vertici aziendali arriva la smentita. Anzi: sulle pagine de La Stampa spunta un documento, ottenuto dalla Guardia di Finanza di Torino, in cui l’amministratore delegato Harald Espenhahn dice che Boccuzzi va fermato per “vie legali”. Parla troppo ai media italiani. La colpa dell’incendio, più che della mancanza di misure di sicurezza, è degli operai morti che si erano “distratti”, o comunque di “errori” legati a “circostanze sfavorevoli”

Espenhahn critica anche la magistratura torinese, troppo schierata dal lato dei lavoratori per indagare con obiettività. Il caso delle morti sul lavoro alla ThyssenKrupp è uno dei più grandi di sempre in Italia e le indagini corrono spedite. In poco tempo vengono formulati i capi d’accusa. A Espenhahn si contesta il reato di omicidio volontario e di incendio doloso, entrambi con dolo eventuale. Cinque dirigenti si devono difendere per omicidio e incendio colposo, aggravati dalla previsione dell’evento 

Si formula un’imputazione anche per omissione dolosa di sistemi di prevenzione. L’azienda viene rinviata a giudizio in quanto persona giuridica. In pratica, secondo l’accusa, tutti sapevano che, non mettendo in campo specifiche misure per evitare incidenti, gli operai sarebbero potuti morire. L’aula del processo apre nell’inverno 2009. Alcuni operai dicono che soltanto per le visite della ASL la fabbrica veniva pulita. Nel 2011 la Corte d’assise torinese condanna Espenhahn a 16 anni e 6 mesi di reclusione,

Anche gli altri dirigenti vengono condannati, con pene comprese tra i 13 anni e mezzo e i 10 anni e 10 mesi di reclusione. Si passa all’appello. I giudici del secondo grado di giudizio – è il 2013 – riqualificano il reato compiuto da Espenhahn: non omicidio doloso, ma colposo. Diminuita quindi la pena, che arriva a 10 anni. Si abbassano i tempi di reclusione anche per gli altri manager confermando tutti i capi d’accusa.

Nel 2014 il caso è in Cassazione, che rimanda indietro gli atti alla Corte d’Appello, pur riconoscendo le colpe di tutti gli imputati. Espenhahn viene condannato a 9 anni e 8 mesi, gli altri a una pena che va dai 7 anni e mezzi ai 6 anni e 3 mesi. Nel 2016 la Cassazione riconferma tutte le condanne pronunciate in appello

È andata su un altro binario la questione del risarcimento ai famigliari delle vittime. Mentre lo stabilimento chiudeva per sempre, nel 2008, ThyssenKrupp versava alle famiglie poco meno di 13 milioni di euro, a patto che loro non si costituissero come parte civile nel processo penale

Nel 2019 le famiglie degli operai morti, insieme a Boccuzzi, chiedono ai giudici della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo di intervenire. I colpevoli, pur condannati in via definitiva, non hanno mai scontato la pena decisa dalla magistratura italiana. Si citano in giudizio i governi italiani e tedeschi per averlo permesso

Non tutti sono poi entrati in carcere. Una causa parallela va avanti davanti alla Corte costituzionale federale tedesca, davanti ai cui giudici Espenhahn ha lamentato la violazione del “principio del giusto processo e del diritto al contraddittorio“. Durante il processo italiano mancava la traduzione in tedesco di alcuni documenti. Per il manager, inoltre, “la condanna non ha fornito prove di una concreta negligenza individuale“. La pena, in attesa di una decisione, è sospesa. Dopo 15 anni, la richiesta di giustizia dei famigliari delle vittime attende ancora

 per saperne di più: https://alessandro54.com/?s=+ThyssenKrupp

Fabio Liverani non è più l’allenatore del Cagliari


Videolina

Fabio Liverani non è più l’allenatore del Cagliari.

La sconfitta di Palermo è stata la goccia definitiva per un esonero ormai annunciato dalla clamorosa contestazione dei tifosi durante la gara interna col Perugia.

Si attende solo l’annuncio ufficiale dell’esonero del mister (che quest’estate si era legato al Cagliari con un contratto biennale) e la decisione sul suo sostituto, col nome di Claudio Ranieri in pole position.

Nell’attesa, la squadra, che riprenderà domani gli allenamenti ad Asseminello per poi chiudersi in ritiro fino alla gara del 26 col Cosenza, verrà affidata a uno staff interno guidato da Roberto Muzzi.

#videolina #unionesarda #cagliaricalcio

Covid, le ricette elettroniche scadono a fine anno: «Il governo proroghi la norma»


Covid, le ricette elettroniche scadono a fine anno: «Il governo proroghi la norma». Schillaci: obbligo di mascherina in ospedale fino a primavera

articolo di  Carlotta De Leo: https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/22_dicembre_20/covid-le-ricette-elettroniche-scadono-a-fine-anno-il-governo-proroghi-la-norma-schillaci-obbligo-di-mascherina-in-ospedale-fino-a-primavera-435bb026-7449-4ed8-b5ad-4984e7befxlk.shtml?refresh_ce

L’appello dei camici bianchi che scrivono al ministro della Salute per evitare  di tornare alle prescrizioni cartacee: «Positivi riscontri»

Il 31 dicembre scade la norma che consente ai medici di famiglia d’inviare ai pazienti le ricette via mail o sms. Una modalità che, durante le fasi più acute della pandemia di Covid, ha permesso ai cittadini di non affollare gli studi medici per ritirare le singole prescrizioni, evitando così rischi di contagio. E così i camici bianchi — preoccupati che il 2023 segni un ritorno al passato cartaceo — hanno lanciato un appello corale al ministro della Salute Orazio Schillaci.

 «Abbiamo interpellato la segreteria del ministro e ci aspettiamo una risposta positiva su un’eventuale proroga», ha detto il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli. «Sappiamo che il tema è sul tavolo e siamo sicuri che il ministro mostrerà la sua attenzione verso l’argomento», conferma Silvestro Scotti, segretario nazionale dei medici di medicina generale (Fimmg).

La ricetta «dematerializzata» è stata introdotta negli ultimi anni in Italia, ma prima del Covid era obbligatorio passare dal medico di base per ritirare un promemoria cartaceo. Con l’esplosione della pandemia, il 21 marzo 2020 la presidenza del Consiglio dei ministri emise un’ordinanza che, in sostanza, mandava in pensione il pezzo di carta rimpiazzato da un codice non criptato (il cosiddetto Nre) che i sanitari inviano via messaggio o mail ai pazienti. Basta questo codice per ritirare una medicina in farmacia o prenotare un accertamento. Ora quell’ordinanza sta per scadere. E per evitare l’addio alla ricetta elettronica occorre un nuovo provvedimento dell’esecutivo.

L’appello per le ricette elettroniche – Ora quell’ordinanza sta per scadere. E per evitare l’addio alla ricetta elettronica occorre un nuovo provvedimento dell’esecutivo. «Chiediamo al governo la proroga della ricetta elettronica almeno per un anno e un provvedimento che la renda strutturale», dice Pina Onotri, segretario generale del Sindacato medici italiani (Smi). Nella lettera inviata a Schillaci, Onotri ribadisce la carenza di medici di base in tutta Italia: sono pochi e «sempre più oberati da impropri carichi burocratici» che sottraggono tempo «all’attività clinica». Il ritorno alla ricetta cartacea così come era prima dell’emergenza Covid, aggiunge, «rappresenterebbe un salto indietro». Anche Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, chiede di non sprecare un’occasione: «La ricetta elettronica è stato uno strumento prezioso durante la pandemia. I cittadini lo apprezzano perché semplifica le procedure, riduce la burocrazia e consente ai medici di dedicare più tempo all’ascolto dei pazienti, soprattutto i più fragili». Più in generale, aggiunge Mandorino, «la sanità digitale è un beneficio soprattutto in contesti in cui la distanza dallo studio del medico costringerebbero ad esempio le persone anziane a chiedere aiuto a un familiare».

Malavasi (Pd): «Evitiamo  il passo indietro» – A sollecitare il governo è anche l’opposizione. «Mi pare evidente che mettere fine al provvedimento sarebbe un passo indietro che penalizzerebbe i cittadini, soprattutto, quelli con malattie croniche –  afferma Ilenia Malavasi, deputata Pd in commissione Affari sociali – Un governo che si riempie la bocca con le parole innovazione e digitalizzazione dovrebbe spiegare perché non ha ancora rinnovato una norma di civiltà e buon senso. Chiediamo al ministro Schillaci quando intenda intervenire altrimenti dal 10 gennaio si dovrà tornare dal medico di famiglia per prendere la prescrizione. Una follia». 

La proroga dell’obbligo di mascherina in ospedale – Il 31 dicembre scade poi un altro provvedimento sanitario legato alla pandemia: l’obbligo di usare la mascherina in ospedali e Rsa. «Sarà di nuovo prorogato, almeno fino a primavera», afferma il ministro Schillaci. La nuova misura è attesa a breve e già salutata con favore dagli esperti («un’ottima decisione» commenta Walter Ricciardi, docente di igiene all’Università Cattolica di Roma). «Qualcuno ha detto che volevamo togliere l’obbligo di mascherina e poi ci abbiamo ripensato. Non è così — chiarisce Schillaci — perché indossare le mascherine in ospedale è una forma di rispetto verso i pazienti più deboli». E poi aggiunge: «L’emergenza è ormai ampiamente superata. Siamo in una fase endemica, dobbiamo imparare a convivere con questo virus, ma siamo molto più tranquilli. Dopo due anni e mezzo ci stiamo lasciando alle spalle questa terribile esperienza. E dopo tante sofferenze e restrizioni, possiamo finalmente vivere un Natale in famiglia sereno».

California, il più forte terremoto da vent’anni……


California, il più forte terremoto da vent’anni: magnitudo 6.4. Potente scossa di assestamento

articolo: https://www.leggo.it/esteri/news/terremoto_california_scossa_magnitudo_ultime_notizie_20_12_2022-7124584.html

Una scossa di terremoto di magnitudo 6.4 ha colpito oggi la costa settentrionale della California

Terremoto e paura in California. Una scossa di terremoto di magnitudo 6.4 ha colpito oggi la costa settentrionale della California: lo rende noto l’Istituto geofisico statunitense USGS. Il sisma è stato localizzato a una profondità di circa 16 km.

Terremoto in California di magnitudo 6.4 – La scossa è stata registrata a 12 km a sud-ovest di Ferndale, una cittadina nella Contea di Humboldt. Per ora non ci sono notizie di feriti o vittime. L’USGS segnala inoltre altre sette scosse minori nella stessa zona, di magnitudo compresa tra 2.5 e 4.6

Gianluca Vialli, le condizioni si aggravano: la madre è partita per Londra dove l’ex calciatore è in cura


articolo: Gianluca Vialli, le condizioni si aggravano: la madre è partita per Londra dove l’ex calciatore è in cura – Calcio – La Repubblica

Il capo delegazione della Nazionale ricoverato a Londra nella clinica dove aveva già sostenuto due cicli di chemioterapia. Nel 2017 la scoperta del tumore al pancreas

Gianluca Vialli http://www.tzetze.it

Il mondo del calcio è in ansia per Gianluca Vialli. Il capo delegazione della Nazionale campione d’Europa e braccio destro del ct Roberto Mancini è ricoverato a Londra per il peggioramento delle sue condizioni di salute. La madre Maria Teresa è partita da Cremona per l’Inghilterra. L’ex calciatore sta lottando da cinque anni contro un tumore al pancreas e ora si trova nella clinica dove aveva già sostenuto due cicli di chemioterapia per il cancro scoperto nel 2017.

Vialli, la malattia e la pausa dalla Nazionale – Pochi giorni fa l’ex attaccante di Sampdoria, Juventus e Chelsea aveva preso una pausa dalla Nazionale (“spero in modo temporaneo“) per dedicarsi completamente alle cure….. continua a leggere

Imposta di imbarco in aeroporto: cosa è e cosa cambia nel 202


articolo: https://video.corriere.it/economia/imposta-imbarco-aeroporto-cosa-e-cosa-cambia-2023/f4478e3c-7ee0-11ed-a618-b9ad4ba09452

LaPresse / CorriereTv

La “tassa” pagata dai passeggeri sul biglietto in partenza (dall’Italia) che l’aeroporto deve poi versare allo Stato

La ‘tassa d’imbarco‘ è stata istituita dalla Legge finanziaria del 2004 con il nome ufficiale “addizionale comunale sui diritti d’imbarco” Si tratta di un’imposta pagata dai passeggeri sul biglietto in partenza (dall’Italia) che l’aeroporto deve poi versare allo Stato.
Inizialmente era prevista per il solo anno 2004 al costo di 1 euro per ogni passeggero imbarcato, diventando poi una tassa fissa. Negli ultimi anni l’importo è cresciuto da 1 a 6,50 euro a passeggero. L’importo è destinato a Inps, Enav, servizi antincendio e una parte ai Comuni sul cui territorio è presente l’aeroporto.
Nel 2023 possibili nuovi aumenti a Napoli, Genova, Venezia, Lecce.
Nel capoluogo veneto, dal 1 aprile scatterà un aumento di 2,50: pagheranno tutti i viaggiatori in partenza dal Marco Polo Tessera, compresi i residenti. A Napoli Capodichino, l’aumento dovrebbe essere di 1 euro, non solo per chi si imbarca in aeroporto, ma anche per traghetti e navi, ed escluderebbe i pendolari. Nello scalo di Lecce l’incremento della tassa sarebbe di 1 euro nel 2023 e 2 nel 2024

Mihajlovic, i funerali in diretta: addio a Sinisa…..


Mihajlovic, i funerali in diretta: addio a Sinisa. Un lungo applauso accoglie il feretro. Il cardinale: «Voleva tanti nipoti»

articolo di  Laura Martellini  e Emanuele Zotti: https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/22_dicembre_19/mihajlovic-i-funerali-in-diretta-addio-a-sinisa-d81bbf19-d85e-4869-8a12-29f8a0e80xlk.shtml

Mihajlovic, a Roma i funerali nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. Cerimonia celebrata da Matteo Maria Zuppi arcivescovo di Bologna

corriere.it

Le squadre al completo della Lazio, della Sampdoria e del Bologna, l’ultima allenata da Sinisa. E un fiume di amici e semplici conoscenti e tifosi (anche della Stella Rossa, arrivati da Belgrado, mescolati a laziali, interisti, milanisti, doriani, e seguaci del Torino) ai funerali di Sinisa Mihajlovic nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, a Roma. Tanti nomi noti – fra i primi ad arrivare Angelo Peruzzi, Fabio Liverani, Gabriele Gravina della Figc, Roberto Mancini ct della nazionale, Vincenzo Montella –  ma anche persone comuni travolte dall’onda di affetto per l’allenatore coraggioso che ha combattuto a testa alta fino alla fine dei suoi giorni la battaglia contro la leucemia. In tremila si sono radunati davanti alla Basilica. «Ciao Sinisa, uno di noi» si legge su un cartello.

Il feretro, seguito dalla moglie Arianna Rapaccioni e dai sei figli (c’è anche Marko, nato dall’ unione con Giovanna Bagordo) alle 9.40 è stato trasportato dal Campidoglio, sede della camera ardente, nella Chiesa storica dove si svolgono le cerimonie ufficiali della Repubblica, stavolta scenario dell’addio a un grande italiano, com’era Sinisa nato da madre croata e padre serbo ma dal 1992 nel campionato italiano (venne «acquistato» dalla Roma per 8,5 miliardi di lire).  Ad accoglierlo un lungo e commosso applauso. Cerimonia celebrata dal cardinale Matteo Maria Zuppi arcivescovo di Bologna.

Il mondo del calcio entra a malapena nell’invaso del 1700,  strapieno: ecco Franesco Totti (si affaccia da un accesso laterale, preferisce stare fuori dalla zona riservata a autorità e familiari e resta in piedi, di fianco a Angelo Di Livio), Stefano Fiore, Daniele De Rossi, Dejan Stankovic, Vladimir Jugovic, Luca MarchegianiPresente Gianni Morandi, amico di Sinisa, che si è detto nei giorni scorsi sconvolto: «Credevo che ce l’avresti fatta». E altri estimatori di un uomo di carisma, ben oltre i confini di un campo da calcio, fra cui l’editore e presidente del Torino Football club, Urbano Cairo («lanciava i giovani, e quando lo faceva, li sosteneva finché camminavano da soli»), il presidente del Coni Giovanni Malagò

Oltre duemila persone per i funerali di Mihajlovic a Roma: “Un grande uomo, ha dato tanto al calcio”Fanpage.it

Serie A, vince Lotito: tasse pagate in 5 anni e mora al 3%


articolo di Redazione – 17 Dicembre 2022: https://www.calcioefinanza.it/2022/12/17/serie-a-rateizzazione-tasse-cinque-anni/

Claudio Lotito, presidente della Lazio (Foto Andrea Staccioli / Insidefoto)

Serie A rateizzazione tasse – Claudio Lotito porta a casa un successo in extremis. Il governo presenterà in commissione Bilancio della Camera il cosiddetto emendamento “salva-Calcio”. Lo farà cancellando il titolo del vecchio emendamento (“disposizioni in materia di sport”), che sarà sostituito con uno più generico: “disposizioni in materia di sospensione dei versamenti”.

Tuttavia – sottolinea Il Fatto Quotidiano nella sua edizione odierna – il risultato non cambierà: i club di Serie A in difficoltà economiche potranno accedere alla rateizzazione delle tasse sospese su 5 anni. Un gran risultato per il presidente della Lazio e una sconfitta per i ministri Andrea Abodi (Sport) e Giancarlo Giorgetti (Economia) se non dovesse passare lo stesso sconto anche per le altre aziende.

Il “salva-Calcio”, che con ogni probabilità diventerà legge prevede che le società di calcio indebitate potranno pagare tutto in comode rate nei prossimi 5 anni, senza penalizzazioni in classifica o sanzioni penali, ma con una mora del 3%. Esattamente ciò che voleva Lotito e che alla fine dovrebbe ottenere nonostante il veto di due ministri del governo.

Serie A rateizzazione tasse – I club più indebitati – Fa parte degli emendamenti presentati dall’esecutivo e destinati ad entrare nel maxi-emendamento alla manovra, se non ci saranno ribaltoni in commissione Bilancio alla Camera. In ballo c’è mezzo miliardo di versamenti Irpef e contributi sospesi nel corso del 2022 a causa dell’emergenza Covid, con scadenza il 22 dicembre. E i club di Serie A – per proporzioni – sono ovviamente i più indebitati. Ecco la classifica:

  1. Inter – 50 milioni di euro
  2. Lazio – 40 milioni di euro
  3. Roma – 38 milioni di euro
  4. Juventus – 30 milioni di euro
  5. Napoli – 25 milioni di euro
  6. Fiorentina – 15 milioni di euro
  7. Milan – 10 milioni di euro

Per convincere l’esecutivo Lotito avrebbe avuto la copertura politica di Forza Italia e di Licia Ronzulli. L’emendamento al decreto Aiuti si è trasformato in un ordine del giorno e l’impegno assunto dal governo è stato già tradotto in una modifica alla manovra. A meno di ribaltoni dell’ultima ora, Lotito potrà festeggiare la vittoria più importante.

Terremoto fra gli arbitri, Trentalange si dimette da presidente


articolo: https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/18-12-2022/arbitri-trentalange-si-dimette-presidente-dell-aia-4501591685636.shtml

Alfredo Trentalange, 65 anni. Ansa

La decisione resa nota dall’Aia. Nei giorni del caso D’Onofrio le dimissioni non erano contemplate, poi l’accelerazione. Anche perché il provvedimento di commissariamento era già pronto

Fino a una settimana fa non aveva intenzione di dimettersi. Poi, l’accelerazione: Alfredo Trentalange si è dimesso dalla carica di presidente dell’Aia. Lo ha reso noto il sito dell’Associazione italiana arbitri. Trentalange, che era stato eletto presidente nel febbraio 2021 con oltre il 60% dei voti, nei giorni dell’esplosione del caso D’Onofrio (ex procuratore dell’Aia arrestato a novembre) aveva dichiarato di non volersi dimettere e di voler spiegare al più presto le proprie ragioni al Procuratore Chiné.

LA NOTA – Venerdì, l’incontro. Oggi, le dimissioni che il sito Aia-Figc riassume in una nota: “Alfredo Trentalange ha rassegnato le dimissioni dalla carica di Presidente dell’Associazione Italiana Arbitri. Questa sera, alle ore 21, i Componenti del Comitato Nazionale dell’Aia incontreranno in videocall i Presidenti delle rispettive macro regioni per spiegare le ragioni di questa scelta”. Siccome il provvedimento di commissariamento era già pronto, a quel punto Trentalange si è convinto a dimettersi.

Auguri di Buon Natale


Auguri di Buon Natale

Argentina campione del mondo.


Argentina campione del mondo. Messi come Maradona. Francia ko ai rigori

Fonte immagine: Zahid Alam Art / Shutterstock.com

Addio a Lando Buzzanca, il ‘Merlo maschio’ tra luci e ombre


Lando Buzzanca, all’anagrafe Gerlando Buzzanca (Palermo, 24 agosto 1935 – Roma, 18 dicembre 2022), è stato un  attore  e  cantante italiano.

articolo Redazione ANSA: https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/2022/12/18/addio-a-lando-buzzanca-il-merlo-masshio-tra-luci-e-ombre_5e14eaa1-bf6a-418a-8e7c-ed5320a114b2.html

L’attore aveva 87 anni. Aveva recitato in oltre 110 film. L’ultima fase della sua vita segnata da ricoveri e polemiche tra la compagna e i figli della prima moglie

E’ morto a Roma Lando Buzzanca. L’attore si è spento a Villa Speranza dove era ricoverato da circa un mese.

L’ultima fase della sua vita è stata segnata da ricoveri e polemiche.

Se ne è andato in punta di piedi uno degli attori e volti più conosciuti del cinema e della tv italiana. Lui che dell’esuberanza e della simpatia aveva in parte fatto la sua cifra creativa. Un anno trascorso in una Rsa, seguito da un ricovero in ospedale e poi in un centro di riabilitazione. Acciacchi, cadute, malattie, e uno strascico di polemiche finale che lascia un senso di nostalgia. Lando Buzzanca aveva 87 anni e una lunghissima carriera alle spalle. 

Nato a Palermo, Buzzanca esordisce nel 1961 in Divorzio all’italiana di Pietro Germi. Il successo arriva con Il merlo maschio del 1971, commedia sexy all’italiana diretta da pasquale Festa Campanile.

Il mese scorso il medico di Buzzanca, Fulvio Tomaselli, aveva denunciato il decadimento dell’attore nella Rsa in cui era ricoverato: “Ha 87 anni, ma sembra ne abbia 115. Era in questo stato già a luglio. In sei mesi ha perso 25-30 chilogrammi“.

Buzzanca era stato portato lo scorso anno in una Rsa dopo il ricovero di quaranta giorni al Santo Spirito che si era reso necessario in seguito a una caduta nell’aprile 2021. La compagna Francesca Della Valle e il medico Tomaselli avevano quindi denunciato lo scorso novembre il declino dell’attore avvenuto nei mesi del ricovero in Rsa. Il figlio Massimiliano aveva quindi detto di voler denunciare entrambi “per tutelare il padre e la sua privacy“. L’8 novembre l’attore era stato poi trasferito al Policlinico Gemelli in seguito alla rottura di un femore, per poi essere portato nel centro di riabilitazione dove è morto.

Famoso soprattutto per aver incarnato meglio di chiunque altro lo stereotipo dell’uomo siciliano passionale e geloso, anche per grandi registi come Pietro Germi e Antonio Pietrangeli. ”Ho interpretato 110 filmraccontava -, ma fin dall’inizio ho sempre scelto, ho sempre voluto fare l’attore. Anche quando non ero nessuno ed ero al verde. Avevo 500 mila lire in tasca che mi aveva dato di nascosto mia madre, ma sono finiti in fretta, ho dormito per strada, ho mangiato alla Caritas, volevo fare il cinema, facevo piccole comparsate, ma sapevo che non bastava”. Gerlando Buzzanca, detto Lando, nasce a Palermo il 24 agosto 1935 da una famiglia di attori. Studia recitazione alla celebre Accademia Sharoff tra un lavoro saltuario e l’altro. Fa il cameriere ma anche il gigolò. continua a leggere

Addio Sinisa, in campidoglio l’ultimo saluto a Mihajlovic


Addio Sinisa, in Campidoglio l’ultimo saluto a Mihajlovic

Corriere della Sera

È morto il giornalista sportivo Mario Sconcerti


articolo: https://www.ilpost.it/2022/12/17/morto-mario-sconcerti/

È morto Mario Sconcerti, giornalista sportivo del Corriere della Sera. Aveva 74 anni. Nella sua lunga carriera è stato direttore del Corriere dello Sport e del Secolo XIX, primo responsabile delle pagine sportive di Repubblica, vice direttore della Gazzetta dello Sport e ospite di molte trasmissioni sportive di Sky e Rai. Era ricoverato in ospedale, a Roma, per alcuni accertamenti di routine. Dalle prime informazioni sembra che abbia avuto un malore improvviso.

Era stato anche direttore generale della Fiorentina, squadra di cui era tifoso, durante la presidenza di Vittorio Cecchi Gori. Sconcerti ha scritto anche diversi libri sulla storia del calcio e del ciclismo – Con Moser da Parigi a Roubaix (1978), Storia delle idee del calcio (2009), Il calcio dei ricchi (2012) e Storia del gol (2015) – e due romanzi: Se ha torto Dio (2003) e L’alba di Roma da riscrivere (2011).

Il derby della violenza: portiere colpito in faccia da un secchio, l’arbitro scappa


articolo: https://www.corrieredellosport.it/news/calcio/calcio-estero/2022/12/17-101216679/il_derby_della_violenza_portiere_colpito_in_faccia_da_un_secchio_l_arbitro_scappa

L’estremo difensore del Melbourne City, Tom Glover, è stato aggredito da un tifoso che ha fatto irruzione in campo durante la stracittadina con il Victory. Il match è stato poi sospeso.

MELBOURNE (AUSTRALIA)

Rissa da Far West durante il primo tempo del derby di Melbourne, nella A-League australiana, tra il City padrone di casa e il Victory. Il match è stato sospeso al 21′ sul risultato di 1-0 per il City (gol di O’Neill all’11’) del primo tempo quando alcuni tifosi hanno invaso il campo dell”Aami Park‘ e attaccato il portiere del CityTom Glover. Uno dei tifosi protagonisti dell’irruzione sul terreno di gioco si è reso protagonista di un gesto sconsiderato: ha infatti lanciato un secchio di metallo, colpendo alla testa il giocatore che, ferito e sanguinante, è stato immediatamente soccorso dallo staff medico del City e da alcuni compagni nel parapiglia generale. Lo stesso estremo difensore, pochi istanti prima, aveva raccolto un fumogeno lanciato in campo, lanciandolo poi verso la tribuna in cui erano sistemati i tifosi: una risposta interpretata come una sorta di sfida dai più facinorosi che non hanno gradito il gesto di Glover e hanno reagito con un’incontrollata rabbia. L’arbitro del match, Alex King, è poi scappato a gambe levate negli spogliatoi dell”Aami Park dove è stato raggiunto dal sanguinante Glover che, stando a quanto riporta il bollettino medico del Melbourne City, potrebbe aver subito una commozione cerebrale. Gli altri giocatori in campo e membri della squadra arbitrale, sono stati accompagnati dagli steward verso il tunnel dello stadio e messi al sicuro.

Invasione di campo a Melbourne: ecco perché è accaduto – Alla base dei disordini dell”Aami Park‘ di Melbourne la scelta della Federcalcio locale di organizzare la finale del torneo a Sydney per i prossimi tre anni, frutto di un accordo da 5,5 milioni di sterline tra i vertici della A-League e lo stato del New South Wales. Dal 2005 a oggi infatti, i club si guadagnavano il diritto di ospitare la finalissima del torneo in base ai risultati ottenuti sul campo. Un criterio, quello del merito sportivo, venuto meno e che ha provocato un furioso contraccolpo tra gli appassionati del calcio australiano. La stampa australiana ha inoltre sottolinea che una protesta sarebbe stata inscenata dal 20′ del primo tempo e prevedeva l’abbandono degli spettatori dall’impianto ma la situazione è precipitata quando le frange più calde del tifo hanno fatto irruzione in campo. Il Melbourne City ha in seguito confermato che la partita è stata annullata mezz’ora dopo la sospensione iniziale e rinviata a data da destinarsi.

La Sardegna è sempre più isolata: voli tagliati e un milione di posti in meno


articolo di Leonard Berberi: https://www.corriere.it/economia/aziende/22_dicembre_17/sardegna-sempre-piu-isolata-voli-tagliati-milione-posti-meno-4d34054e-7c97-11ed-840c-2c5260b7208b.shtml

La Sardegna vive questo periodo una seconda pandemia nei collegamenti aerei dopo quella scoppiata nel 2020 con la diffusione del coronavirus. Tra novembre 2022 e marzo 2023 le compagnie aeree hanno messo in vendita un milione di sedili in meno rispetto ai cinque mesi a cavallo tra il 2018 e il 2019 e soltanto sulle rotte nazionali. Si tratta di un calo del 37%, mentre i prezzi medi — al netto degli extra come il bagaglio in stiva, l’imbarco prioritario, la scelta del posto — sono più alti del 24,5%. È quanto emerge dall’analisi del Corriere della Sera sui dati forniti da Airline Data Inc e dal monitoraggio tariffario.

Dopo il CovidL’offerta odierna dei posti da e per la Sardegna è inferiore persino al 2021-2022, quando imperversava la variante Omicron. E la cosa sta facendo molto discutere — anche a livello politico locale — perché migliaia di persone non riescono a raggiungere l’isola o a uscire per la mancanza di voli o perché i costi sono a volte esorbitanti. Un problema simile — con tanto di denuncia del presidente della Regione Renato Schifani — lo segnala anche la Sicilia. Ma l’analisi del Corriere sul periodo novembre 2022-marzo 2023 mostra che le compagnie stanno mettendo in vendita il 13,5% in più di posti tra l’isola siciliana e la penisola italiana rispetto a novembre 2018-marzo 2019. E i prezzi dei biglietti — neutralizzato l’effetto dell’acquisto pochi giorni prima del decollo — sono in linea con quattro anni fa.

Per continuare a leggere:

Berlino, l’esplosione dell’acquario AquaDom con 1.500 pesci tropicali: 2 feriti


articolo di Redazione Cronache: https://www.corriere.it/cronache/22_dicembre_16/berlino-esplode-enorme-acquario-1500-pesci-tropicali-2-feriti-cb984c5c-7d13-11ed-93d0-fd9373385b22.shtml

L’esplosione nell’hotel Radisson di Berlino: la vasca dell’acquario, alta 16 metri, era un’attrazione turistica. Ancora ignote le cause. Sul posto sono intervenuti almeno 100 vigili del fuoco

L’enorme acquario di un hotel di Berlino non lontano da Alexanderplatz è esploso poco prima delle 6 di questa mattina, provocando il ferimento di due persone, secondo il quotidiano tedesco Bild.

La grande vasca, alta 16 metri, conteneva 1.500 pesci tropicali ed è una grande attrazione turistica della capitale tedesca dato anche l’ascensore che la attraversa all’interno.

«L’acqua fluisce per strada», ha twittato la polizia intervenuta sul posto assieme a un centinaio di vigili del fuoco. continua a leggere

Mihajlovic è morto


articolo di Arianna Ravelli: https://www.corriere.it/sport/calcio/22_dicembre_16/mihajlovic-morto-6963556e-7a6f-11ed-940e-9b2491325fc5.shtml

Sinisa Mihajloviccorriere.it

Sinisa Mihajlovic è morto a 53 anni: aveva scoperto la sua malattia – una leucemia mieloide acuta – per caso,nel 2019, giocando a padel. In Italia ha giocato per Roma, Sampdoria, Lazio e Inter; ha allenato Bologna, Fiorentina, Sampdoria, Milan e Torino. Lascia la moglie Arianna e 5 figli

Sinisa Mihajlovic – Photo by Alberto Pellaschiar/AP/Shutterstock (7078277b)

Sinisa Mihajlovic è morto oggi a causa della grave forma di leucemia che lo aveva colpito anni fa. L’allenatore di calcio ed ex calciatore serbo aveva 53 anni. Lascia la moglie Arianna e 5 figli, una delle quali gli aveva da poco dato una nipotina.

È luglio, anno 2019, siamo nella sede di Casteldebole, il centro di allenamento del Bologna. Sinisa Mihajlovic qualche giorno prima, quando era ancora in vacanza in Sardegna, ha sentito un dolore all’adduttore, aveva dato la colpa al padel, agli allenamenti tosti a cui si sottoponeva anche a 50 anni, pensava a un’infiammazione.

I medici del Bologna hanno insistito perché facesse degli approfondimenti e gli hanno appena presentato, con mille precauzioni, l’esito: leucemia. Pausa. «Ma con questa leucemia si vive o si muore?», la sua reazione, senza girarci attorno, dritta al punto.

Con questa leucemia, oggi, Sinisa Mihajlovic è morto. Ed è un finale che strazia, dopo tre anni di lotta e di speranza, come in un libro scritto male la fine è arrivata per Natale, adattando Francesco Guccini e la sua storia ambientata sempre a Bologna.

Ma per tre anni Sinisa ha vissuto, ha lottato, allenatore della sua stessa terapia, voleva sapere tutto da medici e infermieri: tre ricoveri e tre cicli di chemio, un trapianto, il ritorno in panchina a tempi record per la prima col Verona, gli occhi infossati, i chili persi, un altro sorriso dell’amatissima moglie Arianna (un colpo di fulmine tanti anni fa a Roma, «chissà che figli bellissimi verrebbero con lei», sono stati cinque: uno più bello dell’altro in effetti), gli allenamenti seguiti sull’iPad, la squadra sotto la finestra dell’ospedale a festeggiare le vittorie (e la sua ironia, graffiante, «non mi fanno uscire perché porta bene, perdete sennò mi tengono qui»), il festival di Sanremo con l’amico Zlatan Ibrahimovic, un esonero discusso, la nascita della nipotina Violante, figlia di Virginia, una ricaduta, altre cure, un altro trapianto.

Nell’autobiografia scritta con Andrea Di Caro, vicedirettore della Gazzetta dello Sport, Sinisa raccontava che era nato due volte, la prima il 20 febbraio 1969, a Vukovar, ex Jugoslavia, «era un giovedì e non ho pianto. Mi hanno raccontato che avevo già un’arietta da duro, hanno dovuto sculacciarmi tre volte per farmi emettere un urlo».

La seconda il 29 ottobre 2019, all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna, grazie a un ragazzo americano, sconosciuto, che gli aveva donato il midollo osseo. Quella volta, Sinisa pianse eccome: doveva essere l’inizio di un percorso più lungo. Non era la stessa persona. Non era più quello che divideva, del «che c… guardi?» a chi soffermava lo sguardo, che veniva chiamato zingaro negli stadi, era il Sinisa che aveva contagiato tutti con la sua lotta e la sua debolezza, la sua sfida alla malattia «giocata attaccando e pressando alto», un Sinisa che non era abituato a trovare tutto questo consenso, lui che non lo aveva mai cercato. continua a leggere

https://www.sportmediaset.mediaset.it/foto/calcio/morte-mihajlovic-il-cordoglio-del-mondo-del-calcio_58720698-202202k.shtml

Francia, incendio in un edificio di 6 piani vicino a Lione: 10 morti, 5 bambini


articolo redazione Esteri: https://www.repubblica.it/esteri/2022/12/16/news/francia_lione_incendio_morti_bambini-379282796/

Sul luogo della tragedia sono intervenuti circa 170 vigili del fuoco e 65 autopompe

Dieci persone sono morte, tra cui cinque bambini, in un grande incendio scoppiato in un edificio di sette piani a Vaulx-en-Velin, vicino a Lione in Francia. Lo riporta l’emittente Bfmtv spiegando che altre quattro persone versano in gravissime condizioni e dieci sono ferite in modo lieve. Sul luogo della tragedia sono intervenuti circa 170 vigili del fuoco e 65 autopompe erano sul posto.

Tampone post Covid, le nuove regole:…..


articolo di Alessia Conzonato: https://www.corriere.it/economia/lavoro/cards/tampone-post-covid-green-pass-quarantena-addio-cancellata-pandemia/pandemia-annullata.shtml

Tampone post Covid, le nuove regole: green pass e quarantena addio. Cancellata la pandemia

Pandemia annullataIl tampone per uscire dall’isolamento non sarà più necessario. Anche con febbre, tosse e mal di gola, dopo 5 giorni di quarantena, non sarà più obbligatorio rimanere a casa e per tornare alla normalità non servirà alcun test. Addio anche al Green Pass, che non sarà più necessario neanche per accedere a ospedali e Rsa. Infine, il periodo di autosorveglianza con obbligo di mascherine Ffp2 si riduce da 10 a 5 giorni. Il decreto anti rave, oltre a introdurre il «reato di rave party» punendo con il carcere da 3 a 6 anni chi organizza questo genere di raduni, contiene una serie di norme di carattere sanitario che di fatto annullano quasi tutte le regole anti-Covid in vigore negli ultimi due anni. Il testo ha già ottenuto il via libera del Senato e ora approda alla Camera, dove si prevede una rapida approvazione. Dal tracciamento dei contagi e dei casi nelle strutture ospedaliere emerge un miglioramento rispetto al periodo iniziale di emergenza, ma dall’inizio del 2022 il virus ha causato 48 mila morti, di cui la maggior parte tra anziani e persone fragili. Le novità, quindi, hanno suscitato inevitabili polemiche e preoccupazioni. Vediamo, nel dettaglio, cosa cambierà.

Via il tampone dopo 5 giorni di quarantena – L’abolizione più discussa riguarda l’obbligo di tampone dopo 5 giorni di quarantena nonostante la presenza di sintomi, il che consentirà alle persone positive al Covid o potenzialmente ancora tali di uscire di casa. Le norme in vigore in questo momento, infatti, prevedono un isolamento delle persone contagiate di 5 giorni, al termine del quale è necessario svolgere un tampone. Se fosse positivo, l’isolamento prosegue fino al primo risultato negativo.
La fine della quarantena era già stata annunciata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, ma inizialmente solo per gli asintomatici, senza però che i virologi abbiano mai confermato la tesi secondo cui in assenza di sintomi si è certamente negativi. «Si poteva aspettare prima di derubricare il Covid al livello di malattia banale — ha affermato Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la società scientifica degli infettivologi —, dato che ha una mortalità pur sempre 10 volte superiore a quella dell’influenza e che più lasciamo il virus libero di circolare, maggiore è il rischio che possa farci qualche brutto scherzo mutando in peggio».
D’altra parte c’è anche da sottolineare che la quarantena domiciliare, in alcuni Paesi europei, è semplicemente raccomandata, così come tampone al termine del periodo. Una libertà che lascia, quindi, spazio al senso di responsabilità individuale.

Solo 5 giorni di autosorveglianza – Medesima reazione per la riduzione da 10 a 5 giorni anche del periodo di autosorveglianza di chi è stato a stretto contatto con un soggetto positivo al virus. Il regolamento attuale prevede lobbligo di indossare la mascherina Ffp2 nei luoghi al chiuso e in presenza di assembramenti. Con i nuovi provvedimenti, queste norme saranno abrogate, così come il tampone al termine del periodo di isolamento.

No sanzioni per mancato rispetto all’obbligo vaccinale – Tra gli emendamenti al decreto anti rave approvati da Palazzo Madama c’è anche quello firmato dalla Lega che, fino al prossimo 30 giugno, blocca le multe nei confronti di 2 milioni di no vax con più di 50 anni, insegnanti e addetti delle forze dell’ordine che non hanno rispettato l’obbligo vaccinale in vigore fino al 30 giugno scorso. A fine novembre sono scaduti i termini entro cui contestare la sanzione, l’Agenzia delle Entrate aveva già pronte le cartelle esattoriali in cui inserire l’ammenda del valore di 100 euro. Gli invii, però, sono stati sospesi con l’annuncio della nuova normativa che fa slittare la questione alla seconda metà del 2023.

Stop Green pass in ospedale – Gli ospedali, le rsa e i luoghi di cura sono rimasti gli ultimi e gli unici a richiedere ancora la certificazione anti-Covid, il cosiddetto Green Pass. Ma, dopo la definitiva approvazione del decreto, non sarà più necessario presentarlo. Il Senato, infatti, ha approvato un emendamento che cancella l’obbligo del Green pass per coloro che entrano a fare visite in ospedali, ambulatori, Rsa, hospice e per i pazienti che sono destinati al reparto di degenza. Anche per la sosta nelle sale d’attesa e delle strutture sanitarie e assistenziali non sarà più necessario.

Fondi contro l’influenza – Infine, non solo per il Covid ma anche per l’ondata di virus influenzale che ha colpito in particolare alcune regioni dell’Italia, il provvedimento stanza risorse per 35,8 milioni di euro in più per coprire le emergenze del 2023. Il decreto anti rave ora dovrà ricevere il via libera definitivo dalla Camera, dove si prevede una rapida approvazione.

Smart working fino al 31 dicembre 2023 – L’unica misura di quelle adottata come contenimento del contagio da Covid-19 a sopravvivere è lo smart working, almeno per le categorie fragili (lavoratori che, dietro certificazione medica, risultano immunodepressi, pazienti oncologici, con terapie salvavita in corso, o disabili gravi) e per i genitori di figli sotto i 14 anni. Al momento, con una novità che il governo intende inserire nel decreto Milleproroghe, il lavoro da remoto è stato prorogato fino al 31 marzo 2023. Ma non è ancora del tutto esclusa la possibilità di allungare la misura fino alla fine del prossimo anno: infatti, uno degli emendamenti presentati alla legge di bilancio, firmata da Fratelli d’Italia, che ancora ha resistito ai primi due tagli che il governo ha attuato sulle modifiche presentate dai partiti, chiede la conferma dello smart working per fragili e genitori di figli under 14 fino al 31 dicembre 2023.

Superlega, l’avvocato generale della Ue: “Fifa e Uefa non violano le norme sul monopolio”


articolo di Matteo Pinci: https://www.repubblica.it/sport/calcio/2022/12/15/news/superlega_uefa_corte_europea-379164022/?ref=RHLF-BG-I0-P6-S1-T1

Le norme di Fifa e Uefa che sottopongono ad autorizzazione preventiva qualsiasi nuova competizione sono compatibili con il diritto della concorrenza dell’Unione: “Restrizioni giustificate da finalità legittime”

Un durissimo colpo alla Superlega. L’avvocato generale della Corte di Giustizia Europea, Rantos, nel suo parere, potrebbe aver chiuso in via definitiva l’esperienza della Superlega. “Le regole della Fifa e della Uefa che sottopongono a una autorizzazione preventiva qualunque nuova competizione calcistica sono compatibili con il diritto dell’Unione Europea“. In sintesi, l’avvocato generale non vieta – e come potrebbe – la Superlega. Ma autorizza la Uefa a escludere dalle proprie competizioni chi voglia organizzarne di proprie: “La Superlega è libera di organizzare la propria competizione calcistica indipendente al di fuori dell’ecosistema Uefa e Fifa – si legge nell’opinione di Rantos – ma non può tuttavia, parallelamente alla creazione di tale competizione, continuare a partecipare a competizioni organizzate dalla Fifa e dalla Uefa senza la preventiva autorizzazione di tali federazioni“.

“Restrizioni giustificate da finalità legittime” – Non si tratta della sentenza definitiva: quella è attesa in primavera, probabilmente a marzo. Ma questo parere rappresenta la base su cui quel verdetto verrà elaborato. E nei fatti, dà ragione alla Uefa e torto ai separatisti, ossia Juventus, Real Madrid e Barcellona, secondo cui le istituzioni sportive calcistiche agiscono in regime di monopolio violando le regole del libero mercato. No, per Rantos la Uefa – e ovviamente anche la Fifa – non violano norme europee. Anzi, il requisito dell’approvazione preventiva da parte di uefa e Fifa per chiunque voglia organizzare una competizione europea è addirittura “necessario, giustificato da finalità legittime“. Perché anche accertato che tali norme abbiano ad oggetto una restrizione della concorrenza“, resta il fatto secondo cui “l’obbligo principale della Uefa è… garantire che a terzi non sia indebitamente negato l’accesso al mercato al punto da falsare la concorrenza su tale mercato“. continua a leggere

Paura sulla giostra a Londra, si stacca il cavo…….


Paura sulla giostra a Londra, si stacca il cavo e i passeggeri vengono sbattuti su una trave

articolo: Paura sulla giostra a Londra, si stacca il cavo e i passeggeri vengono sbattuti su una trave – La Stampa

Grande paura a Londra, quando uno dei cavi che reggono la ejection seat del Winter Wonderland di Hyde Park si è strappato lasciando i due passeggeri intrappolati. La capsula si è prima schiantata contro la trave di supporto e poi è rimasta appesa fino all’arrivo dei soccorsi. Gli agenti della sicurezza hanno fatto evacuare l’area e secondo alcuni testimoni, i due malcapitati sarebbero stati trasferiti in ospedale.

La fionda si rompe all’Hyde Park Winter Wonderland lasciando i passeggeri sospesi a mezz’aria

Vialli, il tumore e il messaggio alla Nazionale: «Mi fermo, devo curarmi»


articolo di Alessandro Bocci: https://www.corriere.it/sport/calcio/22_dicembre_14/vialli-tumore-messaggio-nazionale-mi-fermo-devo-curarmi-a9657738-7be5-11ed-a244-0877c18473f0.shtml

Gianluca Vialli – corriere.it

Vialli ha mandato un messaggio vocale, scegliendo con cura le parole per mettere un punto. Ma in azzurro lo aspetteranno: «Sono convinto tornerà presto», dice Gravina

Poche parole che ci riempiono di tristezza«Al termine di una lunga e difficoltosa trattativa con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri», scrive Gianluca Vialli, capo delegazione della Nazionale, l’altra faccia di Roberto Mancini, una figura fondamentale nella cavalcata azzurra all’Europeo 2021. Vialli si ferma e la Figc lo ha comunicato. Una scelta dolorosa e ragionata, a cui il presidente Gravina non si è opposto.

L’amico speciale fa un passo indietro con la speranza di farne presto uno in avanti. «L’obiettivo è utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia in modo da essere in grado, al più presto, di affrontare nuove avventure e condividerle con voi». Luca da anni combatte con un tumore che sta affrontando con il piglio del campione, così come faceva in campo, dalla Cremonese alla Sampdoria, sino alla Juventus e al Chelsea. Ha scelto di rendere pubblica la decisione, nonostante non ci fosse alcuna urgenza. L’Italia, a parte uno stage con i giovani tra il 20 e il 22 dicembre, si ritroverà solo a marzo per cominciare, il 23 contro l’Inghilterra, le qualificazioni all’Europeo 2024 da difendere. continua a leggere

Juve, attesa per l’udienza tra Torino, Milano e Roma


articolo di Redazione – 14 Dicembre 2022

La Procura di Torino è in attesa che venga fissata una data per l’udienza preliminare dal gup per il caso Juventus. Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, si dovrebbe andare a febbraio o marzo. La prossima settimana, però, la Cassazione potrebbe pronunciarsi in merito a un’altra richiesta, quella del club, che chiede di spostare la sede dell’eventuale processo da Torino a Milano o Roma.

Una richiesta nata dalla considerazione che il reato più grave contestato, ossia quello di manipolazione del mercato azionario, si sarebbe consumato proprio nel capoluogo lombardo, con riferimento a Piazza Affari. Mentre a Roma sono stanziati i server della Borsa.

Qualora la Juve ottenesse il via libera, i pm di Torino dovrebbero passare gli atti ai colleghi milanesi o romani, con un’inevitabile dilatazione dei tempi. Intanto, il 27 dicembre è fissata la riunione del CdA dimissionario della Juve per l’approvazione da parte degli azionisti del bilancio corrente, che è stato solo in minima parte corretto seguendo le indicazioni della Consob (e della Procura), come evidenziato dagli spunti critici della società di revisione Deloitte.

Tre offerte alla Serie A per la Supercoppa italiana


articolo di Redazione – 14 Dicembre 2022: https://www.calcioefinanza.it/2022/12/14/supercoppa-italiana-offerte-serie-a/

Sampdoria, scade oggi l’offerta di Merlyn Advisors


articolo di Redazione: https://www.calcioefinanza.it/2022/12/14/sampdoria-scadenza-offerta-merlyn-advisors/

 14 Dicembre 2022

Scadrà nella giornata di oggi la proposta di transazione inoltrata da Merlyn Advisors, fondo gestito dal manager italiano Alessandro Barnaba, per l’acquisto della Sampdoria. La data – scrive Il Secolo XIX – non è casuale, visto che proprio oggi a mezzogiorno si sarebbe dovuta tenere in prima convocazione l’Assemblea straordinaria degli Azionisti della società blucerchiata.

All’ordine del giorno, «misure di rafforzamento patrimoniale e finanziario della società; aumento di capitale; diritto di opzione; delibere inerenti e conseguenti». L’input arrivato dalla capogruppo Holding Max, anche a seguito di questa proposta, è stato quello di prendersi un po’ di tempo. E di passare alla seconda convocazione, lunedì prossimo alle 12, sempre nella sede milanese dell’advisor Lazard.

La sensazione è che l’orientamento della proprietà sia votare contro un aumento di capitale. Se la proposta attuale di Merlyn è stata solo la base per cominciare un confronto con Vidal, c’è tempo fino a lunedì. Se non fosse invece negoziabile, non sarà accettata. Il finanziere romano non prevede di pagare un solo euro al trust e quindi alla proprietà, che da parte sua ha invece necessità di ricavare dalla cessione della Samp l’apporto di finanza esterna per sanare i “concordati romani”, in particolare quello di Eleven Finance.

Ricordiamo che la proposta di Merlyn prevede di acquisire il 100% della Sampdoria sottoscrivendo interamente l’aumento di capitale di 30 milioni, previo azzeramento del capitale sociale (14 milioni), e mettendo a disposizione della società un finanziamento fino a un massimo di 20 milioni per la continuità aziendale. Condizione chiave appunto che nemmeno un centesimo finisca agli azionisti, cioè i Ferrero.

Si prevede di ridurre poi il debito attraverso uno strumento tipo concordato preventivo, ma va verificate la compatibilità con le norme del calcio. Ieri il trustee Vidal ha chiarito che ci sono problemi strutturali nella proposta di Merlyn Advisor, «ma soprattutto non è materia né per il trust e né per la Sampdoria».