La “tassa” pagata dai passeggeri sul biglietto in partenza (dall’Italia) che l’aeroporto deve poi versare allo Stato
La ‘tassa d’imbarco‘ è stata istituita dalla Legge finanziaria del 2004 con il nome ufficiale “addizionale comunale sui diritti d’imbarco” Si tratta di un’imposta pagata dai passeggeri sul biglietto in partenza (dall’Italia) che l’aeroporto deve poi versare allo Stato. Inizialmente era prevista per il solo anno 2004 al costo di 1 euro per ogni passeggero imbarcato, diventando poi una tassa fissa. Negli ultimi anni l’importo è cresciuto da 1 a 6,50 euro a passeggero. L’importo è destinato a Inps, Enav,servizi antincendio e una parte ai Comuni sul cui territorio è presente l’aeroporto. Nel 2023 possibili nuovi aumenti a Napoli, Genova, Venezia, Lecce. Nel capoluogo veneto, dal 1 aprile scatterà un aumento di 2,50: pagheranno tutti i viaggiatori in partenza dal Marco Polo Tessera, compresi i residenti. A Napoli Capodichino, l’aumento dovrebbe essere di 1 euro, non solo per chi si imbarca in aeroporto, ma anche per traghetti e navi, ed escluderebbe i pendolari. Nello scalo di Lecce l’incremento della tassa sarebbe di 1 euro nel 2023 e 2 nel 2024
Mihajlovic, a Roma i funerali nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. Cerimonia celebrata da Matteo Maria Zuppi arcivescovo di Bologna
corriere.it
Le squadre al completo della Lazio, della Sampdoriaedel Bologna, l’ultima allenata da Sinisa. E un fiume di amici e semplici conoscenti e tifosi (anche della Stella Rossa, arrivati da Belgrado, mescolati a laziali, interisti, milanisti, doriani, e seguaci del Torino) ai funerali di Sinisa Mihajlovic nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, a Roma. Tanti nomi noti – fra i primi ad arrivare Angelo Peruzzi, Fabio Liverani, Gabriele Gravina della Figc, Roberto Mancini ct della nazionale, Vincenzo Montella – ma anche persone comuni travolte dall’onda di affetto per l’allenatore coraggioso che ha combattuto a testa alta fino alla fine dei suoi giorni la battaglia contro la leucemia. In tremila si sono radunati davanti alla Basilica. «Ciao Sinisa, uno di noi» si legge su un cartello.
Il feretro, seguito dalla moglie Arianna Rapaccionie dai sei figli (c’è anche Marko, nato dall’ unione con Giovanna Bagordo) alle 9.40 è stato trasportato dal Campidoglio, sede della camera ardente, nella Chiesa storica dove si svolgono le cerimonie ufficiali della Repubblica, stavolta scenario dell’addio a un grande italiano, com’era Sinisa nato da madre croata e padre serbo ma dal 1992 nel campionato italiano (venne «acquistato» dalla Roma per 8,5 miliardi di lire). Ad accoglierlo un lungo e commosso applauso. Cerimonia celebrata dal cardinale Matteo Maria Zuppi arcivescovo di Bologna.
Il mondo del calcio entra a malapena nell’invaso del 1700, strapieno: ecco Franesco Totti (si affaccia da un accesso laterale, preferisce stare fuori dalla zona riservata a autorità e familiari e resta in piedi, di fianco a Angelo Di Livio), Stefano Fiore, Daniele De Rossi, Dejan Stankovic, Vladimir Jugovic, Luca Marchegiani. PresenteGianni Morandi, amico di Sinisa, che si è detto nei giorni scorsi sconvolto: «Credevo che ce l’avresti fatta». E altri estimatori di un uomo di carisma, ben oltre i confini di un campo da calcio, fra cui l’editore e presidente del Torino Football club, Urbano Cairo («lanciava i giovani, e quando lo faceva, li sosteneva finché camminavano da soli»), il presidente del ConiGiovanni Malagò.
Oltre duemila persone per i funerali di Mihajlovic a Roma: “Un grande uomo, ha dato tanto al calcio” – Fanpage.it
Claudio Lotito, presidente della Lazio (Foto Andrea Staccioli / Insidefoto)
Serie A rateizzazione tasse – Claudio Lotito porta a casa un successo in extremis. Il governo presenterà in commissione Bilancio della Camera il cosiddetto emendamento “salva-Calcio”. Lo farà cancellando il titolo del vecchio emendamento (“disposizioni in materia di sport”), che sarà sostituito con uno più generico: “disposizioni in materia di sospensione dei versamenti”.
Tuttavia – sottolinea Il Fatto Quotidiano nella sua edizione odierna – il risultato non cambierà: i club di Serie A in difficoltà economiche potranno accedere alla rateizzazione delle tasse sospese su 5 anni. Un gran risultato per il presidente della Lazio e una sconfitta per i ministri Andrea Abodi (Sport) e Giancarlo Giorgetti (Economia) se non dovesse passare lo stesso sconto anche per le altre aziende.
Il “salva-Calcio”, che con ogni probabilità diventerà legge prevede che le società di calcio indebitate potranno pagare tutto in comode rate nei prossimi 5 anni, senza penalizzazioni in classifica o sanzioni penali, ma con una mora del 3%. Esattamente ciò che voleva Lotito e che alla fine dovrebbe ottenere nonostante il veto di due ministri del governo.
Serie A rateizzazione tasse – I club più indebitati – Fa parte degli emendamenti presentati dall’esecutivo e destinati ad entrare nel maxi-emendamento alla manovra, se non ci saranno ribaltoni in commissione Bilancio alla Camera. In ballo c’è mezzo miliardo di versamenti Irpef e contributi sospesi nel corso del 2022 a causa dell’emergenza Covid, con scadenza il 22 dicembre. E i club di Serie A – per proporzioni – sono ovviamente i più indebitati. Ecco la classifica:
Inter – 50 milioni di euro
Lazio – 40 milioni di euro
Roma – 38 milioni di euro
Juventus – 30 milioni di euro
Napoli – 25 milioni di euro
Fiorentina – 15 milioni di euro
Milan – 10 milioni di euro
Per convincere l’esecutivo Lotito avrebbe avuto la copertura politica di Forza Italia e di Licia Ronzulli. L’emendamento al decreto Aiuti si è trasformato in un ordine del giorno e l’impegno assunto dal governo è stato già tradotto in una modifica alla manovra. A meno di ribaltoni dell’ultima ora, Lotito potrà festeggiare la vittoria più importante.
La decisione resa nota dall’Aia. Nei giorni del caso D’Onofrio le dimissioni non erano contemplate, poi l’accelerazione. Anche perché il provvedimento di commissariamento era già pronto
Fino a una settimana fa non aveva intenzione di dimettersi. Poi, l’accelerazione: Alfredo Trentalange si è dimessodalla carica di presidente dell’Aia. Lo ha reso noto il sito dell’Associazione italiana arbitri. Trentalange, che era stato eletto presidente nel febbraio 2021 con oltre il 60% dei voti, nei giorni dell’esplosione del caso D’Onofrio (ex procuratore dell’Aia arrestato a novembre) aveva dichiarato di non volersi dimettere e di voler spiegare al più presto le proprie ragioni al Procuratore Chiné.
LA NOTA – Venerdì, l’incontro. Oggi, le dimissioni che il sito Aia-Figc riassume in una nota: “Alfredo Trentalange ha rassegnato le dimissioni dalla carica di Presidente dell’Associazione Italiana Arbitri. Questa sera, alle ore 21, i Componenti del Comitato Nazionale dell’Aia incontreranno in videocall i Presidenti delle rispettive macro regioni per spiegare le ragioni di questa scelta”. Siccome il provvedimento di commissariamento era già pronto, a quel punto Trentalange si è convinto a dimettersi.