Il Fatto: Agnelli e le 16 società del tesoro offshore


articolo di Redazione: https://www.calcioefinanza.it/2022/12/09/agnelli-societa-offshore/

Un patrimonio estero mai quantificato: forse “l’altro” patrimonio di Gianni Agnelli, da aggiungere, a detta di sua figlia Margherita, a quello dichiarato in Italia. Un patrimonio sottratto ai suoi diritti, attribuendolo a lungo alla madre e tenendolo al sicuro da occhi indiscreti in società offshore delle Isole Vergini Britanniche, con conti in Svizzera.

Questo è quanto ricostruisce Il Fatto Quotidiano nella sua edizione odierna, spiegando che a riconoscere che esistesse un patrimonio estero dell’Avvocato sarebbero stati paradossalmente i legali dei fratelli John, Lapo Ginevra Elkann in una memoria depositata il 20 luglio 2020 al Tribunale di Torino dove, il 6 ottobre scorso è cominciato il nuovo processo civile intentato da Margherita Agnelli contro i tre figli nati dal primo matrimonio con Alain Elkann.

Margherita Agnelli de Pahlen (il cognome del suo secondo marito, Serge) reclama l’eredità della madre Marella Caracciolo di Castagneto, morta nel 2019 all’età di 91 anni. Se le ragioni della figlia dell’Avvocato fossero accolte, tutti i beni in possesso di “donna Marella” o che aveva donato in vita ai suoi tre nipoti Elkann dovrebbero essere ripartiti assegnandole la quota “legittima” del 50%.

John perderebbe così il controllo della società Dicembre (ne controlla il 60%, mentre Lapo e Ginevra hanno il 20% ciascuno) che gli consente di avere la maggioranza nell’accomandita di famiglia, l’olandese Giovanni Agnelli B.V: e, attraverso di essa, nell’impero di Exor – che controlla anche la Juventus –, valutato tra i 30 e i 40 miliardi di euro.

I legali degli Elkann parlano di questo patrimonio come di un “segreto di Pulcinella”. Un patrimonio «che non era stato dichiarato al fisco italiano. Quali fossero le ragioni di questa mancata dichiarazione… non è affatto rilevante in questa sede», le parole degli avvocati nelle carte viste da Il Fatto Quotidiano.

Margherita, da parte sua, ha cercato di ricostruirlo per dimostrare – questo è uno degli snodi del processo – che esso le fu occultato e trasferito nella disponibilità della madre. Per poi ottenere che, convincendola a firmare gli accordi svizzeri in cui rinunciava all’eredità in cambio di una liquidazione da 1,2 miliardi di euro, il controllo della Dicembre segnasse il futuro della dinastia.

Ma cosa hanno trovato gli analisti ingaggiati da Margherita Agnelli? Sedici società offshore, tutte nelle Isole Vergini Britanniche e con conti in Svizzera: nella Morgan Stanley Ag di Zurigo. Alcune cessate da tempo, molte costituite con Agnelli ancora in vita, altre create subito dopo la morte o negli anni successivi e in buona parte riconducibili a Marella Caracciolo.

Per undici di esse è stato possibile raccogliere solo i dati sull’anno di costituzione (tutte nel 1998) e le denominazioni. Perlopiù in lingua inglese, come Chelmsford Finance Ltd o Marimbeach S.A., o spagnola: come Samero Investment Ltd e Cortemadera Holding S.A. Tutte riconducibili a «membri della famiglia Agnelli».

Molto più dettagliate le informazioni sulle altre cinque: riferibili ogni volta a Marella Caracciolo e, in un caso, con un patrimonio che sfiora il miliardo di dollari. Ecco dunque:

  • Budeena Consulting Inc., costituita il 12 luglio 2004, con beneficiaria la vedova Agnelli che;
  • Layton S.A.B.V.I., il cui conto di riferimento, sempre presso Morgan Stanley AG, era stato chiuso nel 2003. Marella era indicata come beneficiaria;
  • Silkestone Invest Corporation B.V.: attivata il 4 gennaio 2000, con conto sempre a Zurigo. Una comunicazione del 2007 confermava che la beneficiaria era la madre di Margherita.
  • Fima Finance Management Inc., domiciliata presso la Dragon Consulting Ag (gestita da Siegfred Maron e cessata poi nel 2017).
  • Silver Tioga Inc. B.V.I., costituita il 3 agosto 2007. Nel 2017, il suo investor advising dichiarava che beneficiaria del relativo conto era Marella Caracciolo.

Mondiali 2026: è già scontro sul format tra FIFA e club


Il presidente della FIFA Gianni Infantino – (Photo by FRANCK FIFE/AFP via Getty Images)

articolo di Redazione: https://www.calcioefinanza.it/2022/12/08/mondiali-2026-scontro-fifa-club/

Salto in avanti di quattro anni. Con il Mondiale in Qatar che si prepara all’inizio dei quarti di finale, proseguono le discussioni anche sull’edizione del 2026 che si svolgerà in USA, Canada e Messico. La manifestazione subirà grandi cambiamenti, dal momento in cui il numero delle Nazionali partecipanti alla rassegna iridata passerà dalle attuali 32 a 48.

Il formato dei gironi, da 16 con tre squadre o 12 con quattro, non è ancora stato deciso, con la seconda opzione che sta prendendo sempre più consensi ai piani alti della FIFA, visto che la formula a tre squadre potrebbe vedere un calo di importanza della terza partita o un maggiore rischio di risultati “accomodati”.

Un altro aspetto positivo, per il massimo organo calcistico, sarebbe quello di avere più partite. Più incontri significherebbe anche un maggior flusso di denaro da parte degli sponsor, con il benestare dei Paesi ospitanti. Il lato negativo di questa formula sarebbe l’aumento dei tempi: la competizione durerebbe cinque settimane invece delle quattro attuali con le partite che da 7, in caso di arrivo in finale, diventerebbero 8.

Come riporta l’autorevole quotidiano inglese The TimesArsene Wenger, ex tecnico dell’Arsenal e attuale responsabile dello sviluppo del calcio globale della FIFA, ha affermato che la decisione finale su quante squadre saranno presenti in un singolo gruppo sarà presa il prossimo anno, mentre Victor Montagliani, presidente della Concacaf, ha affermato che il rischio di sovrapposizione con i campionati nazionali è «una preoccupazione valida» e che gli organizzatori possono accomodare l’evento su «circa 35 giorni».

Dal fronte dei club si inizia a percepire un certo fastidio sulla possibilità che il Mondiale vada a intaccare le dinamiche di inizio stagione, fra ritiri posticipati e inizio dei campionati 2026/27 che slitterebbe. I 16 gironi da tre squadre significherebbero 80 partite, ma 12 gironi da quattro farebbero crescere il numero totale a 104, con le prime due di ogni girone più le otto migliori terze classificate che accederebbero ai sedicesimi di finale.

Espandere la Coppa del Mondo da 32 squadre a 48 significa tuttavia un raddoppio delle Nazionali presenti per Africa, Asia e Concacaf. Questo probabilmente spiega perché, nel 2017, queste tre Confederazioni hanno sostenuto il piano di espansione del presidente della FIFA Gianni Infantino invece della raccomandazione del comitato di riforma della FIFA che puntava a 40 squadre: otto gironi da cinque squadre e le prime due qualificate per la fase a eliminazione diretta.

Il desiderio di aprire il Mondiale a più Nazionali voluto da Infantino inizia di scontrarsi con le competizioni nazionali e ad andare contro la volontà di calciatori e società che chiedevano un calendario più snello e che invece sembra ingolfarsi sempre di più: la battaglia è soltanto all’inizio.

Caso D’Onofrio, chiusa indagine FIGC: Trentalange rischia deferimento


Alfredo Trentalange – (Photo byMarco Rosi/Getty Images)

articolo di Redazione: https://www.calcioefinanza.it/2022/12/09/caso-donofrio-chiusa-lindagine-figc-trentalange-rischia-deferimento/

Il capo della Procura della Federcalcio, Giuseppe Chinè – riporta l’Ansa – ha notificato l’atto di chiusura indagini sulla vicenda del procuratore Aia Rosario d’Onofrio, arrestato con accuse di narcotraffico. Nel corso delle indagini sono emersi “comportamenti disciplinarmente rilevanti” del presidente dell’Aia Alfredo Trentalange che rischia ora il deferimento. Il n.1 della Figc Gabriele Gravina ha appena convocato per il 19 dicembre un consiglio federale con al punto 4 dell’ordine del giorno “situazione Aia: provvedimenti conseguenti”.

Nelle motivazioni della procura federale che ha chiuso le indagini, in riferimento al comportamento avuto dal presidente dell’Aia Alfredo Trentalange nel caso D’Onofrio, si legge la violazione dell’art. 4, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva da parte del numero uno dell’Aia. Avrebbe infranto dunque il dovere di comportarsi in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva, secondo i principi di lealtà, probità e correttezza “per avere omesso di assumere qualsiasi iniziativa, anche la più minimale, volta e finalizzata ad accertare i reali requisiti professionali e di moralità del sig. Rosario D’Onofrio prima della proposta, fatta dallo stesso Trentalange, e conseguente nomina da parte del Comitato Nazionale AlA”.

Inoltre la procura federale imputa a Trentalangedi aver contattato telefonicamente il Vice Presidente della Commissione Disciplinare Nazionale avv. Andrea Santoni, di non assumere nuove iniziative contro Rosario D’Onofrio” nonostante i riscontri di negligenza e inadeguatezza professionale di D’Onofrio da parte dell’avv. Santoni. Tra le altre accuse mosse al numero uno degli arbitri anche quella di aver omesso ogni iniziativa diretta ad accertare e, conseguentemente intervenire, visto come D’Onofrio nel corso dello svolgimento del suo incarico abbia preso parte a pochissime riunioni in presenza nonostante la rilevante mole di lavoro (1700 fascicoli l’anno).

Infine si legge nelle motivazioni come Trentalange abbia “nel corso del Consiglio Federale del 15 novembre 2022, nel quale si discuteva il caso “D’Onofrio”, dinanzi a tutte le Componenti partecipanti, ha reso dichiarazioni non veridiche, perché smentite dalle indagini espletate da questa Procura e dai verbali di dichiarazioni univocamente rese da più appartenenti all’Ordinamento Federale in ordine alla avvenuta acquisizione di un curriculum di Rosario D’Onofrio prima della sua nomina a Procuratore AIA, ai titoli di studio e professionali posseduti da quest’ultimo ed alle presunte, ma inesistenti, autocertificazioni rese dal medesimo”.

Terremoto in Sicilia, scossa 4.1 tra province Catania e Ragusa


Dalle prime verifiche effettuate non sono stati segnalati danni

Terremoti: scossa nel Catanese – ANSA

articolo: https://www.adnkronos.com/terremoto-in-sicilia-scossa-41-tra-province-catania-e-ragusa_5ZJQnIzEc5gRgyhky3SOGP

08 dicembre 2022

Scossa di terremoto oggi in Sicilia. “A seguito dell’evento sismico registrato questa sera, alle ore 21:26, tra le province di Catania e Ragusa, dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia con magnitudo ML 4.1“, la Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile si è messa in contatto con le strutture locali del Servizio nazionale della Protezione Civile. Dalle prime verifiche effettuate “l’evento – con epicentro localizzato a Mazzarrone, in provincia di Catania – risulta avvertito dalla popolazione, ma non sono stati segnalati danni“. Ne dà notizia il Dipartimento della Protezione civile.

I vigili del fuoco del comando provinciale di Catania fanno sapere che “al momentonon sono pervenuterichieste d’intervento“.