articolo di Cesare Giuzzi: https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/22_dicembre_12/milano-addio-ai-gruppi-ultras-della-nord-uno-striscione-per-tutta-la-curva-la-scelta-accelerata-dall-omicidio-boiocchi-ba8db7a5-a2b7-465a-b377-4b9c5a4a5xlk.shtml?refresh_ce
La svolta dopo 53 anni. Al posto di Boys e Irriducibili un vessillo lungo 100 metri: il debutto il 4 gennaio. I retroscena della decisione

La coreografia in occasione di un derby (Pegaso)
Il cambiamento sarà per molti epocale. Voltare pagina dopo 53 anni, mutare pelle senza cambiare bandiera. Per chi, in questi decenni di storia, ha frequentato gli spalti del Meazza e soprattutto la curva del secondo anello verde, niente sarà come prima. I vertici della tifoseria organizzata nerazzurra hanno deciso — in sostanza — di sciogliere i vari gruppi ultras e di riunirli sotto un unico nome: «Curva Nord Milano 1969». Una decisione arrivata nelle ultime settimane e accelerata, dai fatti e dalle polemiche degli ultimi due mesi: l’omicidio del capo ultrà Vittorio Boiocchi e la bufera per la cacciata dallo stadio dei tifosi in segno di lutto per la morte dello «Zio».

Addio alla frangia estrema – Niente più Boys San (il gruppo più antico, creato nel ‘69), niente più Ultras 1975, Brianza alcolica, Viking e soprattutto niente più Irriducibili, la frangia all’estrema destra politicamente parlando della curva interista. Alla balaustra del secondo anello di San Siro ci sarà un unico striscione, lungo più di cento metri: «Curva Nord Milano 1969». Una scelta che — i più avvezzi allo stadio se ne saranno accorti — ricalca in modo speculare la linea già portata avanti dai «cugini» rossoneri dopo lo scioglimento della Fossa dei leoni e l’implosione (a suon di violenze) di molti gruppi con la nascita della «Curva Sud».
L’annuncio al Baretto – La decisione è stata annunciata nelle ultime riunioni al Baretto, covo della tifoseria ultras interista, ma di fatto sarà operativa il 4 gennaio alla ripresa del campionato quando al Meazza arriverà il Napoli capolista. Da anni ormai la curva interista era riunita sotto l’egida della Cn69, ma mai era stata presa la decisione di sciogliere i vari gruppi organizzati facendoli di fatto sparire dalla Nord. Gruppi che hanno fatto la storia del tifo organizzato nerazzurro e italiano. Nei primi anni Settanta in modo quasi pioneristico, poi con la partecipazione di massa negli anni Ottanta e Novanta quando gli scontri violenti sono la quotidianità del calcio italiano e un’emergenza per il Viminale. Infine con il tifo sempre più strutturato e organizzato nel nuovo millennio e la maggiore attenzione per le coreografie, alcune delle quali entrate nella memoria collettiva come la mitica gigantografia della Madonnina in versione Derby. Anni in cui l’Inter non sempre brilla sul campo ma con gli spalti di San Siro sempre pieni di tifosi. Fino al Triplete di Madrid e ai festeggiamenti andati avanti per una notte intera a Milano. E allo scudetto numero 19 con la festa organizzata dalla Nord a San Siro durante il difficile periodo della pandemia. continua a leggere
L’eredita ingombrante di Boiocchi – Una storia costellata anche di tragedie e violenze. Ultimo l’agguato a Boiocchi ucciso a fine ottobre, uscito nel 2018 dopo 26 anni di carcere, e da allora tornato con prepotenza a guidare la Nord. Ma anche lo sciagurato assalto ai tifosi napoletani del 2018 costato la vita a Daniele Belardinelli. E poi le intemperanze dentro e fuori dallo stadio con il famoso episodio del booster rubato agli atalantini e portato sugli spalti. Ma nella rivoluzione in curva c’è anche altro. Un’avvisaglia c’era già stata con il comunicato di scuse dopo Inter-Sampdoria. L’idea di fondo è di lasciarsi alle spalle la pesante eredità di Boiocchi, i molti interessi fuori dallo stadio (panini e parcheggi) e di tornare a mettere al centro il rapporto tra i tifosi e l’Inter. Anche per questo la Nord ha deciso di recidere i legami con i gruppi di estrema destra (LealtAzione in testa) che avevano fatto breccia sugli spalti. Stessa cosa per i tanti militanti di CasaPound. Via i neofascisti e la politica dalla curva.
Il ruolo di Andrea Beretta – Ora resta da capire quali saranno gli assetti del nuovo direttivo. Renato Bosetti, molto vicino a Boiocchi, si dedicherà agli Old fans al primo anello, mentre Franco Caravita, storico portavoce del tifo interista, ha lasciato dal 2012 qualsiasi incarico sugli spalti e limitato moltissimo la sua presenza in curva. Restano invece Nino Ciccarelli e Andrea Beretta, entrambi pluridaspati. Proprio Beretta, bandito da Milano per un anno e mezzo su ordine dei giudici, viene indicato come il nuovo leader della curva e anima del cambiamento.