L’esplosione nell’hotel Radisson di Berlino: la vasca dell’acquario, alta 16 metri, era un’attrazione turistica. Ancora ignote le cause. Sul posto sono intervenuti almeno 100 vigili del fuoco
L’enorme acquario di un hotel di Berlinonon lontano da Alexanderplatz è esploso poco prima delle 6 di questa mattina, provocando il ferimento di due persone, secondo il quotidiano tedesco Bild.
La grande vasca, alta 16 metri, conteneva 1.500 pesci tropicali ed è una grande attrazione turistica della capitale tedesca dato anche l’ascensore che la attraversa all’interno.
«L’acqua fluisce per strada», ha twittato la polizia intervenuta sul posto assieme a un centinaio di vigili del fuoco. continua a leggere
Sinisa Mihajlovic è morto a 53 anni: aveva scoperto la sua malattia – una leucemia mieloide acuta – per caso,nel 2019, giocando a padel. In Italia ha giocato per Roma, Sampdoria, Lazio e Inter; ha allenato Bologna, Fiorentina, Sampdoria, Milan e Torino. Lascia la moglie Arianna e 5 figli
Sinisa Mihajlovic – Photo by Alberto Pellaschiar/AP/Shutterstock (7078277b)
Sinisa Mihajlovic è morto oggi a causa della grave forma di leucemia che lo aveva colpito anni fa. L’allenatore di calcio ed ex calciatore serbo aveva 53 anni. Lascia la moglie Arianna e 5 figli, una delle quali gli aveva da poco dato una nipotina.
È luglio, anno 2019, siamo nella sede di Casteldebole, il centro di allenamento del Bologna. Sinisa Mihajlovic qualche giorno prima, quando era ancora in vacanza in Sardegna, ha sentito un dolore all’adduttore, aveva dato la colpa al padel, agli allenamenti tosti a cui si sottoponeva anche a 50 anni, pensava a un’infiammazione.
I medici del Bologna hanno insistito perché facesse degli approfondimenti e gli hanno appena presentato, con mille precauzioni, l’esito: leucemia. Pausa. «Ma con questa leucemia si vive o si muore?», la sua reazione, senza girarci attorno, dritta al punto.
Con questa leucemia, oggi, Sinisa Mihajlovic è morto. Ed èun finale che strazia, dopo tre anni di lotta e di speranza, come in un libro scritto male la fine è arrivata per Natale, adattando Francesco Guccini e la sua storia ambientata sempre a Bologna.
Ma per tre anni Sinisa ha vissuto, ha lottato, allenatore della sua stessa terapia, voleva sapere tutto da medici e infermieri: tre ricoveri e tre cicli di chemio, un trapianto, il ritorno in panchina a tempi record per la prima col Verona, gli occhi infossati, i chili persi, un altro sorriso dell’amatissima moglie Arianna (un colpo di fulmine tanti anni fa a Roma, «chissà che figli bellissimi verrebbero con lei», sono stati cinque: uno più bello dell’altro in effetti), gli allenamenti seguiti sull’iPad, la squadra sotto la finestra dell’ospedale a festeggiare le vittorie (e la sua ironia, graffiante, «non mi fanno uscire perché porta bene, perdete sennò mi tengono qui»), il festival di Sanremo con l’amico Zlatan Ibrahimovic, un esonero discusso, la nascita della nipotina Violante, figlia di Virginia, una ricaduta, altre cure, un altro trapianto.
Sinisa Mihajlovic con la maglia della Samp(Foto Ansa)Sinisa Mihajlovic con la maglia della Lazio (Foto Ansa)Sinisa Mihajlovic con la maglia dell’Inter (Foto Ansa)
Nell’autobiografia scritta con Andrea Di Caro, vicedirettore della Gazzetta dello Sport, Sinisa raccontava che era nato due volte, la prima il 20 febbraio 1969, a Vukovar, ex Jugoslavia, «era un giovedì e non ho pianto. Mi hanno raccontato che avevo già un’arietta da duro, hanno dovuto sculacciarmi tre volte per farmi emettere un urlo».
La seconda il 29 ottobre 2019, all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna, grazie a un ragazzo americano, sconosciuto, che gli aveva donato il midollo osseo. Quella volta, Sinisa pianse eccome: doveva essere l’inizio di un percorso più lungo. Non era la stessa persona. Non era più quello che divideva, del «che c… guardi?» a chi soffermava lo sguardo, che veniva chiamato zingaro negli stadi, era il Sinisa che aveva contagiato tutti con la sua lotta e la sua debolezza, la sua sfida alla malattia «giocata attaccando e pressando alto», un Sinisa che non era abituato a trovare tutto questo consenso, lui che non lo aveva mai cercato. continua a leggere
Con grande dolore apprendo della morte di Siniša Mihajlović. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e ammirare la sua straordinaria forza e umanità. Le mie più sincere condoglianze e vicinanza alla sua famiglia. #SinisaMihajlovicpic.twitter.com/6ZCW8LJfre
Hai combattuto in campo e nella vita con determinazione e dignità. Non ci sono parole… è stato un onore conoscerti e lavorare insieme. Ciao Mister. 🙏🏼 #Mihajlovićpic.twitter.com/tacg7KLU4E
Sul luogo della tragedia sono intervenuti circa 170 vigili del fuoco e 65 autopompe
Dieci persone sono morte, tra cui cinque bambini, in un grande incendio scoppiato in un edificio di sette piani a Vaulx-en-Velin, vicino a Lione in Francia. Lo riporta l’emittente Bfmtv spiegando che altre quattro persone versano in gravissime condizioni e dieci sono ferite in modo lieve. Sul luogo della tragedia sono intervenuti circa 170 vigili del fuoco e 65 autopompe erano sul posto.