articolo di Lorenzo Nicolao: www.corriere.it/tecnologia/22_dicembre_22/cos-e-il-wallet-digitale-europeo-che-potrebbe-arrivare-nel-2024-e-cosa-c-entra-con-spid-e-carta-di-identita-elettronica-c147384f-5b09-46c1-88a7-8fd0c90b1xlk.shtml?refresh_ce
Nel 2024 potrebbe debuttare un sistema di identità digitale comunitario, un portafoglio in cui far confluire tutte le informazioni. Un vecchio dibattito tra i vantaggi della condivisione dei dati e le regole ancora da definire
Continua a tenere banco il dibattito sul futuro dell’identità digitale Spid. In un’intervista al quotidiano La Stampa il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha dichiarato che «non si può smontare con superficialità». L’obiettivo è «migliorare i servizi» e, ha aggiunto il ministro, bisogna tenere conto del fatto che il Parlamento europeo sta lavorando a un wallet comunitario: «Una sorta di portafoglio in cui far confluire tutte le informazioni, dal certificato di nascita agli estremi del passaporto e della firma digitale».
Ma di cosa si tratta?
Cos’è il wallet europeo – È un sistema comune di identità digitale è già da tempo oggetto di dibattito, con posizioni non sempre convergenti rispettivamente alla tecnologia da utilizzare, agli appalti da assegnare, alle regole da definire. La Commissione europea è convinta che il «wallet» possa essere lanciato nel 2024, ovvero nell’arco di due anni. L’obiettivo dell’organo esecutivo dell’Ue sarebbe quindi quello di fornire a ogni cittadino dei 27 Paesi Membri un’applicazione nella quale poter archiviare informazioni e documenti personali come la patente o la tessera sanitaria per interagire con uffici pubblici e imprese, relativamente ai dati richiesti e non oltre, a seconda dei casi. Laurea? Eccola. Data di nascita? Eccola. Ogni documento verrà digitalmente condiviso all’occorrenza, senza presentare problemi legati alla privacy. Il modello è quello del Green Pass ma, a dispetto del periodo caratterizzato dall’emergenza sanitaria, ora Bruxelles vorrebbe portare a compimento un progetto definitivo, che valga per qualsiasi necessità quotidiana.
Vantaggi e limiti – Lo sviluppo di tale piattaforma passerà da molteplici progetti pilota che saranno oggetto di una sperimentazione, per la quale si prevede una spesa che possa avvicinarsi ai 40 milioni di euro. Se da una parte sono inequivocabili i vantaggi in termini di alleggerimento della burocrazia e semplificazione dei processi all’interno delle Pa di qualsiasi Paese Ue, dall’altra gli standard e le specifiche tecniche dell’app sono ancora tutti da definire. Vanno reclutate le aziende attraverso le quali realizzare i portafogli digitali, serve un via libera per incassare una revisione del regolamento Eidas, quello relativo all’identificazione elettronica dei cittadini e, ultima ma non meno importante, la volontà politica di governi e relative aziende nella realizzazione dell’app, un traguardo che potrebbe richiedere uno slittamento dei tempi.
La posizione dell’Italia – Attualmente Spid è compatibile con il progetto, perché è richiesto un livello di garanzia differente: il «wallet» in termini di «level of assurance» sarebbe parificato a un documento come la carta d’identità, quindi il gradino più alto in termini di sicurezza dei tre considerati per questo genere di strumenti (per via del rilascio in presenza e di un chip crittografico sulla carta). Lo Spid è considerato un livello più in basso, perciò il sistema di identità digitale attualmente promosso e utilizzato potrebbe essere rimpiazzato. Per questo motivo l’Italia non si è finora schierata con il Consiglio Ue, perché «rischieremmo di buttare a mare tutti gli sforzi fatti con lo Spid», dicono da Infocert, autorità che ha erogato recentemente questo tipo di servizio. «Oltre 33 milioni di identità Spid non potranno confluire automaticamente nel wallet europeo». Tenuto conto delle divergenze di opinioni tra i vari stati che formano l’Unione, è probabile però che prima del debutto del nuovo strumento passeranno ancora diversi anni, nei quali lo Spid sarà comunque uno strumento valido per semplificare molti processi della Pubblica Amministrazione, anche se solo in Italia.