Lino Banfi, morta la moglie Lucia Zagaria: era malata di Alzheimer. Il dolore della figlia Rosanna


articolo di Redazione Web: Lino Banfi, morta la moglie Lucia Zagaria: era malata di Alzheimer. Il dolore della figlia Rosanna (leggo.it)

«Buon viaggio», ha scritto la figlia condividendo tutto il suo dolore

È morta Lucia Zagariamoglie di Lino Banfi e mamma della loro figlia Rosanna. La donna era malata di Alzheimer da molto tempo. La scomparsa è stata annunciata dalla figlia e attrice Rosanna Banfi: «Ciao mami, ora sei di nuovo così. Buon viaggio», ha scritto a corredo di uno scatto che ritrae la donna da giovane. 

La triste notizia è stata annunciata alle prime ore di questa mattina, 22 febbraio, dalla figlia Rosanna Banfi. Con un post sui social l’attrice ha condiviso una foto del passato, in bianco e nero, che ritrae la mamma in giovane età durante una giornata d’estate mentre mangia, con lo sguardo felice e sereno, un cono gelato. 

«Buon viaggio», ha scritto la figlia condividendo tutto il suo dolore. Tanti i messaggi di cordoglio e affetto da parte dei follower che ricordano la Lucia Zagaria col sorriso. 

Morta Gina Lollobrigida, la «bersagliera» più bella della Loren che si ribellò a Hollywood


articolo di Paolo Mereghetti: https://www.corriere.it/spettacoli/cinema-serie-tv/23_gennaio_16/bersagliera-gina-lollobrigida-loren-c7086ff8-9593-11ed-9d82-799102737236.shtml

Nell’immediato dopoguerra e per tutti gli anni Cinquanta se c’era un volto che rappresentava la bellezza italiana agli occhi del mondo era proprio quello di Gina Lollobrigida

La «bersagliera» se n’è andata. A 95 anni (era nata a Subiaco, vicino a Roma, il 4 luglio 1927) è morta Gina Lollobrigida «la donna più bella del mondo», come si intitolava un suo celebre successo degli anni Cinquanta.

Nell’immediato dopoguerra e per tutti gli anni Cinquanta se c’era un volto che rappresentava la bellezza italiana agli occhi del mondo era proprio quello di Gina Lollobrigida. Più della Loren ma anche più della Bosè e della Canale (che l’avevano preceduta nel 1947 al concorso di Miss Italia) e più della Mangano o della Pampanini. Non è un caso se Orson Welles scelse proprio lei per girare il pilot di una serie di reportage dall’Europa per la catena televisiva americana Abc, quel Portrait of Gina (1958) che al di là della presenza piuttosto ingombrante del regista-narratore conteneva già una curiosa riflessione sul fatto che le attrici italiane, e la Lollobrigida in particolare, fossero più amate e apprezzate all’estero che in Italia.

In effetti, dopo l’exploit a Miss Italia e l’esordio nel fotoromanzo col nome di Diana Loris, il cinema italiano fatica ad apprezzarne le qualità. Esordisce in una particina anonima nel film Aquila nera (1946) di Riccardo Freda (è la «ragazza bruna» alla festa nel palazzo dell’usurpatore Gino Cervi) e fino a Campane a martello (1949) di Zampa, dove interpreta una prostituta che affida i suoi risparmi a un prete, non è mai protagonista. Inizia a farsi notare con Cuori senza frontiere (1950, di Zampa), con Monicelli che la vuole in Vita da cani (1950), cronaca semiseria di una troupe di avanspettacolo alle prese più con la fame che con il successo e con Lizzani che la mise tra i partigiani che si ribellano con le armi ai nazisti in Achtung! Banditi!.

Ma le sue qualità non sfuggono all’americano Howard Hughes che la chiama a Hollywood per farle firmare un contratto che la Lollobrigida romperà (aveva scoperto che doveva essere rinchiusa in una gabbia dorata), rinunciando a una carriera forse di gran successo. Per fortuna le apre le porte la Francia dove Christian-Jaque la vuole per Fanfan La Tulipe (1952), nei panni (piacevolmente scollati) della zingara Adeline che con le sue false previsioni conquista Gérard Philippe, incapace di resistere al suo fascino. Fascino che è al centro dell’episodio La bellezza di Frine (da Altri tempi di Alessandro Blasetti, sempre ’52), dove l’avvocato De Sica la fa assolvere dall’accusa di aver avvelenato il marito convincendo una giuria tutta maschile che «se la legge impone di assolvere le minorate psichiche» perché non dovrebbe fare lo stesso con uno «straordinario esempio di maggiorata fisica» come è appunto la Lollobrigida? continua a leggere

Stephen Greif, morto l’attore di Blake’s 7 e The Crown: aveva 78 anni


Stephen Greif, attore britannico e poliedrico, figlio del teatro e artista televisivo, nonché cinematografico, è venuto a mancare all’età di 78 anni; le cause della morte non sono state rese note.

articolo: Stephen Greif, morto l’attore di Blake’s 7 e The Crown: aveva 78 anni – Movieplayer.it

Stephen Greif, attore di origini britanniche celebre per i suoi ruoli in Blake’s 7, Citizen Smith e EastEndersThe Crown, è venuto a mancare all’età di 78 anni. La scomparsa è stata ufficializzata sul web dai suoi rappresentanti legali.

“Con grande tristezza annunciamo la morte del nostro meraviglioso cliente Stephen Greif. La sua vasta carriera ha incluso numerosi ruoli sullo schermo e sul palcoscenico al National Theatre, RSC e nel West End. Ci mancherà moltissimo e i nostri pensieri sono con la sua famiglia e i suoi amici”, si legge nel post Twitter dedicato all’attore.

Ronan Vibert, morto l’attore di “Saving Mr.Banks”: aveva 58 anni


Ronan Vibert (Cambridge, 23 febbraio1964 – 22 dicembre 2022) è stato un attore britannico.

articolo: Ronan Vibert, morto l’attore di Saving Mr.Banks: aveva 58 anni (leggo.it)

L’attore è deceduto in un ospedale della Florida

Morto l’attore britannico Ronan Vibert, noto per i ruoli dell’editore Diarmuid Russell nel film «Saving Mr. Banks» e di Giovanni Sforza nella serie tv «I Borgia», è morto in un ospedale della Florida dopo una breve malattia all’età di 58 anni.

L’annuncio della scomparsa è stato dato dalla sua manager Sharon Vitro a «The Hollywood Reporter»; la natura esatta della malattia non è stata specificata. Nato nel Cambridgeshire, in Inghilterra, il 23 febbraio 1964, Vibert ha vissuto a Penarth, nel Galles meridionale, fino a quando non ha frequentato la Royal Academy of Dramatic Art a Londra.

La carriera – Tra i primi ruoli di rilievo figurano tre episodi dell’acclamata miniserie britannica «Traffik» del 1989, da cui è stato tratto il film «Traffic» di Steven Soderbergh, vincitore di un Oscar nel 2000. Negli anni ’90 Vibert ha ottenuto numerosi ruoli in programmi televisivi britannici. In seguito ha recitato in film come «L’ombra del vampiro» (2000) con John Malkovich e Willem Dafoe, «Hollywood Confidential» (2001) del regista Peter Bogdanovich, «Il pianista» (2002) del regista Roman Polanski, «Tomb Raider: La culla della vita» (2003). In «Saving Mr. Banks» (2013) di John Lee Hancock, film su Walt Disney, Vibert ha interpretato l’editore della scrittrice Pamela Lyndon Travers, autrice di «Mary Poppins», interpretata da Emma Thompson, in un cast che comprendeva anche Tom Hanks, Colin Farrell, Paul Giamatti e Bradley Whitford. I suoi ruoli più recenti nei lungometraggi sono arrivati con due titoli del 2017: il thriller «L’uomo di neve», diretto da Michael Fassbender, e il film d’azione storico «6 Days», con Jamie Bell e Mark Strong. 

Addio a Lando Buzzanca, il ‘Merlo maschio’ tra luci e ombre


Lando Buzzanca, all’anagrafe Gerlando Buzzanca (Palermo, 24 agosto 1935 – Roma, 18 dicembre 2022), è stato un  attore  e  cantante italiano.

articolo Redazione ANSA: https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/2022/12/18/addio-a-lando-buzzanca-il-merlo-masshio-tra-luci-e-ombre_5e14eaa1-bf6a-418a-8e7c-ed5320a114b2.html

L’attore aveva 87 anni. Aveva recitato in oltre 110 film. L’ultima fase della sua vita segnata da ricoveri e polemiche tra la compagna e i figli della prima moglie

E’ morto a Roma Lando Buzzanca. L’attore si è spento a Villa Speranza dove era ricoverato da circa un mese.

L’ultima fase della sua vita è stata segnata da ricoveri e polemiche.

Se ne è andato in punta di piedi uno degli attori e volti più conosciuti del cinema e della tv italiana. Lui che dell’esuberanza e della simpatia aveva in parte fatto la sua cifra creativa. Un anno trascorso in una Rsa, seguito da un ricovero in ospedale e poi in un centro di riabilitazione. Acciacchi, cadute, malattie, e uno strascico di polemiche finale che lascia un senso di nostalgia. Lando Buzzanca aveva 87 anni e una lunghissima carriera alle spalle. 

Nato a Palermo, Buzzanca esordisce nel 1961 in Divorzio all’italiana di Pietro Germi. Il successo arriva con Il merlo maschio del 1971, commedia sexy all’italiana diretta da pasquale Festa Campanile.

Il mese scorso il medico di Buzzanca, Fulvio Tomaselli, aveva denunciato il decadimento dell’attore nella Rsa in cui era ricoverato: “Ha 87 anni, ma sembra ne abbia 115. Era in questo stato già a luglio. In sei mesi ha perso 25-30 chilogrammi“.

Buzzanca era stato portato lo scorso anno in una Rsa dopo il ricovero di quaranta giorni al Santo Spirito che si era reso necessario in seguito a una caduta nell’aprile 2021. La compagna Francesca Della Valle e il medico Tomaselli avevano quindi denunciato lo scorso novembre il declino dell’attore avvenuto nei mesi del ricovero in Rsa. Il figlio Massimiliano aveva quindi detto di voler denunciare entrambi “per tutelare il padre e la sua privacy“. L’8 novembre l’attore era stato poi trasferito al Policlinico Gemelli in seguito alla rottura di un femore, per poi essere portato nel centro di riabilitazione dove è morto.

Famoso soprattutto per aver incarnato meglio di chiunque altro lo stereotipo dell’uomo siciliano passionale e geloso, anche per grandi registi come Pietro Germi e Antonio Pietrangeli. ”Ho interpretato 110 filmraccontava -, ma fin dall’inizio ho sempre scelto, ho sempre voluto fare l’attore. Anche quando non ero nessuno ed ero al verde. Avevo 500 mila lire in tasca che mi aveva dato di nascosto mia madre, ma sono finiti in fretta, ho dormito per strada, ho mangiato alla Caritas, volevo fare il cinema, facevo piccole comparsate, ma sapevo che non bastava”. Gerlando Buzzanca, detto Lando, nasce a Palermo il 24 agosto 1935 da una famiglia di attori. Studia recitazione alla celebre Accademia Sharoff tra un lavoro saltuario e l’altro. Fa il cameriere ma anche il gigolò. continua a leggere