Il cantautore milanese e la sua passione nerazzurra: “Della squadra di Conte mi piace lo spirito corale: ci si aiuta l’un l’altro, si dà la colpa solo a se stessi. Madrid 2010 la mia notte indimenticabile, ma non cancellerei neanche le grandi sconfitte. Lukaku è un grande centravanti, però Ronaldo il Fenomeno è stato di un altro pianeta”
“A casa, come sempre. Certe partite sono proprietà privata dell’anima: la paura e la gioia devono circolarti dentro senza imprecazioni o urli intorno. Ma poi telefoni, vai in chat fino al mattino con tutti gli amici”.
Che cosa è “l’Interismo”, da lei teorizzato, e come si pratica? Soprattutto: come si pratica se la squadra vince, visto che prevede il masochismo tra le “tendenze spirituali”? – “L’Interismo è un continuo “sabato del villaggio”, la lira che manca per “fare un milione”. Esiste un Dio bellissimo che ci ha insegnato tutti i misteri sacrificali della sconfitta, l’ossessione ineluttabile di ripercorrerla nella mente attimo per attimo, cambiando magicamente con la fantasia un palo in gol e un rigore non dato in un altro segnato. Ce l’ha insegnato e poi non l’abbiamo visto più. Noi diffondiamo il suo verbo sperando che un giorno ritorni e ci spieghi anche i misteri euforici della vittoria, perché da anni, lì, ci capiamo poco”.
Scaramanzie? – “Tutte quelle possibili e immaginabili. Posti, oggetti, vestiti e formule. Forte pulsione, magico-simpatetica: la notte prima si gioca dieci-venti volte la partita a occhi chiusi, con la certezza primitiva che il sogno influisca sulla realtà, la obblighi ad essere come la vuoi. Non succede quasi mai”.
Meglio Lukaku o Ronaldo il Fenomeno, che sta pure in una sua canzone (“Ho sognato di vivere”)? – “Ronaldo. Noi abbiamo avuto centravanti formidabili da Boninsegna ad Altobelli, da Crespo a Vieri, a Icardi, e, se pur per poco, l’inarrivabile Rummenigge. Lukaku è su questo piano, Ronaldo non ha uguali: non era di questa terra”.
Vorrebbe un azionariato popolare come al Barcellona? Anche per riscattare la società da Zhang. E la convince il progetto Cottarelli? – “Ho sentito parlare di questa romantica avventura. Noi interisti abbiamo blog e siti in comune. Siamo al confine fra idealismo suicida e utopia. Mi sentirei al settimo cielo con un’Inter tutta nostra, ma dovremmo giocare in un campionato immaginario, tra nuvole immaginarie, dove la realtà sporca e cattiva si tramuti in favola da “vissero felici e contenti”. Vede, noi malati di Interismo viaggiamo in un mondo parallelo dove il giusto vince, il buono ha l’ultima parola, e così non è”.
Ripetiamolo per chi non conosce la storia: come nasce “Luci a San Siro”? – “Ci sono stati tempi in cui due ragazzi innamorati potevano senza rischi e senza paura appartarsi dentro una Seicento sopra una montagnetta e baciarsi protetti dalla mole di uno stadio illuminato. Poi ci sono stati altri tempi in cui lei ha detto basta, tu sei partito militare e il mondo si è capovolto. Ma gli interisti non si fanno mettere sotto dalla realtà. È bastato fotografarla, quella ragazza, in una canzone per renderla eterna, così com’era in quei giorni, fermarlo quel maledetto tempo nell’attimo di una bellezza immutabile”.continua a leggere