Napoli, il grande cuore di Koulibaly….


Napoli, il grande cuore di Koulibaly: fa partire per il Senegal una nave di medicine, alimenti e persino due ambulanze

articolo: https://napoli.repubblica.it/sport/2021/06/22/news/napoli_il_grande_cuore_di_koulibaly_fa_partire_per_il_senegal_una_nave_di_medicine_alimenti_e_persino_due_ambulanze-307080095/?ref=RHTP-BH-I304495303-P2-S6-T1

Un indovinello semplice. Primo indizio: è uno dei fuoriclasse del Napoli. Secondo: è lontano dal cliché del calciatore patinato. Terzo e ultimo: aiuta sempre le persone in difficoltà e lo fa lontano dalle luci della ribalta. La soluzione è immediata, si tratta di Kalidou Koulibaly. Il giocatore azzurro ta trascorrendo le vacanze in Senegal, dopo una breve parentesi in Francia, ed è sensibile alle difficoltà che vive il suo paese. Quello che rappresenta con orgoglio. In campo con la nazionale, ma non solo. Il suo sostegno è concreto. E silenzioso.

Nei giorni scorsi ha visitato villaggi e associazioni che danno un sostegno concreto ai bambini in difficoltà. Poi ha agito evitando pubblicità. Ieri mattina è salpata dal porto di Napoli una nave in direzione Senegal. Al suo interno, in diversi container, materiale sanitario, medicine, alcune lettighe e addirittura due ambulanze. Tutte acquistate da Koulibaly. La distribuzione comincerà al termine della navigazione, tra otto giorni circa. Ad aspettare il carico ci sarà proprio Kalidou, il campione dal cuore d’oro. La beneficenza è uno dei capisaldi della sua vita. Ad aprile, ad esempio, aveva fatto arrivare, sempre in Senegal, diversi quintali di generi alimentari. L’attenzione è spasmodica pure a Napoli, la sua città d’adozione. Ha aiutato spesso la comunità senegalese soprattutto durante il periodo del lockdown. Koulibaly è il campione dei gesti concreti: a gennaio fu riconosciuto da un tifoso ai semafori di Agnano mentre distribuiva giacche a vento ad alcuni immigrati. Altre volte ha portato anche la colazione. Sempre senza farsi riconoscere, un cappuccio in testa e tanta voglia di fare del bene. Le testimonianze sono tante: ha regalato ad un amico la maglia indossata in Champions contro il Liverpool, messa poi all’asta per acquistare generi alimentari in modo da garantire un pasto ai poveri durante l’emergenza Covid 19.

Ed ancora: donazioni alle varie parrocchie e un sostegno economico ad una donna senegalese, conosciuta a Napoli, che aveva appena partorito. Koulibaly è questo. E ha trovato in Faouzi Ghoulam un partner affiatato. I due sono grandi amici e condividono questo nobile intento. Il tandem della solidarietà ha agito tanto nel corso di questi anni sempre in rigoroso silenzio. Prima della pandemia, l’appuntamento al Santobono dai bambini ricoverati è stata una tappa fissa: doni, magliette e sorrisi a chi è più sfortunato. E ancora: nel periodo natalizio Koulibaly e Ghoulam hanno acquistato regali da distribuire nelle case famiglia di Napoli e provincia. Nel 2019 insieme scelsero il liceo Elsa Morante di Scampia per augurare buon anno scolastico a 500 studenti: «Non smettete mai di inseguire i vostri sogni». Koulibaly i suoi li ha realizzati in campo: è uno dei migliori difensori al mondo e lo ha dimostrato nel corso di questi anni in maglia azzurra. È considerato un vero e proprio simbolo. Domenica scorsa, ha compiuto 30 anni e lo ha fatto tra la sua gente per il quale è diventato un esempio. Ha sempre lottato contro il razzismo, piaga di cui è stato vittima a San Siro con l’Inter e all’Olimpico contro la Lazio. L’Uefa non a caso lo ha scelto come testimonial e Koulibaly si è schierato anche contro la discriminazione territoriale nei confronti dei napoletani che lo apprezzano soprattutto come uomo. Kalidou vince, a prescindere.

Francia, crollano due edifici a Bordeaux: tre feriti, uno è grave


articolo: https://www.rainews.it/dl/rainews/media/Francia-crollano-due-edifici-a-Bordeaux-tre-feriti-uno-grave-6ae49fae-931f-406d-9933-bfd8350b9360.html#foto-1

E’ successo la notte scorsa, nel centro della città 

21 giugno 2021 – Tre persone sono rimaste ferite, una in modo grave, nel crollo, per cause ancora ignote, la notte scorsa, di due palazzi nel centro di Bordeaux, nel sud-ovest della Francia. “La facciata è caduta sulla strada, c’è una grande voragine“, ha precisato il vice colonnello Arnaud Mendousse, portavoce dei pompieri. I due palazzi crollati erano di 3 piani e sorgevano nel quartiere della porte de Bourgogne, nella città vecchia. Al momento del crollo, il primo edificio era vuoto per lavori incorso, il secondo ospitava 9 persone. Fra le vittime, un uomo di 28 anni in condizioni “gravissime“, un altro di 48 e una donna di 38. Allontanate dalle palazzine,  “senza danni“, altre sei persone. 

Coppa America, festino a luci rosse. Bufera sul Cile, coinvolto anche Vidal


articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/esteri/2021/06/20/news/cile_festa_luci_rosse-306943530/

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Secondo la stampa cilena, alcuni giocatori della Roja (tra questi anche il centrocampista dell’Inter) avrebbero organizzato un party con alcune prostitute dopo la vittoria sulla Bolivia

Bufera sul Cile, impegnato in Coppa America ma travolto da uno scandalo a luci rosse. Secondo la stampa locale, alcuni calciatori della nazionale avrebbero organizzato una festa con alcune prostitute al Gran Hotel Odara, dove la Roja è in ritiro a Cuiabà. Il party sarebbe stato organizzato dopo la vittoria di misura sulla Bolivia, e i media cileni rivelano l’identità dei calciatori coinvolti: si tratterebbe di Jean Meneses, Guillermo Maripan, Arturo Vidal, Gary Medel, Pablo Galdames, Pablo Aranguiz ed Eduardo Vargas. Sono attesi provvedimenti da parte della Federcalcio cilena. Già qualche giorno fa Medel e l’immancabile Vidal erano stati multati dalla Conmebol per circa 25 mila euro a testa per aver fatto venire in albergo un barbiere, violando le norme anti-Covid.

Calhanoglu conferma: “Accordo con l’Inter…


Calhanoglu conferma: “Accordo con l’Inter, domani firmerò il contratto”. Si parla di opzione per un quarto anno

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articolo: https://www.fcinternews.it/in-primo-piano/calhanoglu-conferma-accordo-con-l-inter-domani-firmero-il-contratto-si-parla-di-opzione-per-un-quarto-anno-371378?fbclid=IwAR3RzTHGXwVIrVtNjm3oSqg6wDnORdnf2kb8JVch979eMRQaDOECqNpjSnw

Hakan Calhanoglu conferma: sarà un giocatore dell’Inter. L’annuncio arriva per bocca del diretto interessato raggiunto dall’emittente pubblica turca Trt Spor: “Ho trovato un accordo con l’Inter. Andrò a Milano e domani firmerò il contratto dopo le visite mediche“. La stessa televisione aggiunge che il contratto di Calhanoglu coi nerazzurri sarà di tre anni con opzione per il quarto

Il ritorno di Zeman a Foggia……


Il ritorno di Zeman a Foggia: il santo fumatore con più di mille panchine e una sola idea, il gol

articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/legapro/2021/06/19/news/ritorno_zeman_commento-306803684/

Sarà la sua quarta volta nella città pugliese. Una carriera che ha sempre diviso le opinioni, creato sogni e ispirato personaggi televisivi e perfino canzoni

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Mille e passa panchine tutte sempre con la stessa idea, basta fare un gol più dell’avversario. Se sono tanti meglio. Sembra una sciocchezza, una banalità, in realtà è una rivoluzione che dura ancora. Ci sono allenatori che sono andati al rogo per seguire le sue idee, ce ne sono altri che hanno fatto carriera semplicemente predicando l’opposto. Tanti lo amano e ne predicano il verbo, altrettanti lo odiano e lo considerano un fallito.

A 74 anni Zdenek Zeman accresce la leggenda del santo fumatore col suo quarto ritorno a Foggia (stavolta addirittura in Serie C),  il suo 4-3-3 non ha età e richiama alla memoria un periodo d’oro del calcio italiano in cui ci si scontrava anche solo per un’idea, per filosofia. Titoli  e luoghi comuni in sequenza: “Foggia mon amour“, “Va’ dove di porta il cuore“, “Corsi e ricorsi storici“, “La Grande Bellezza“, “Chi si ferma è perduto“, “Il ritorno dello Jedi“, “La coscienza di Zeman” (Antonello Venditti, 1999). Lo Zeman dei primissimi anni ’90, quello di Zemanlandia a Foggia, è anche più rivoluzionario del Sarri di oggi. Che del resto, come tanti altri, ne è un discendente.

Zeman, a Foggia, fa parte dell’epica del calcio italiano. Al formidabile trio d’attacco SignoriBaiano Rambaudi corrispondeva un altrettanto formidabile trio fuori campo. Il presidente del Foggia Pasquale Casillo, il Re del Grano da San Giuseppe Vesuviano, responsabile di aver creato il fenomeno Zeman, il formidabile ds Peppino Pavone da Barletta con un fiuto da Bassethound per i talenti, e Zeman appunto. Nato a Praga, nipote di Cestmir Vycpalek, professore d’educazione fisica diplomato all’Isef, prime esperienze da allenatore tra i dilettanti in Sicilia, e fin da subito ossessionato dalla caccia al gol. 

Distratti dal grande calcio berlusconiano che sta rivoluzionando lo sport a colpi di miliardi, l’Italia non sa che in realtà Foggia è una grande piazza per il calcio, e fucina di allenatori leggendari da Oronzo Pugliese (quello di cui poi Lino Banfi su suggerimento di Liedholm, farà la parodia con Oronzo Canà) a Tommaso Maestrelli.

Diversamente dal calcio di oggi, dalla mania del possesso palla, Zeman è un fanatico del calcio d’attacco, assolutamente verticale, veloce, velocissimo. Lo pratica a qualsiasi costo, con tutti i giocatori, disinteressandosi quasi del tutto della difesa. Gli interessa solo “segnare un gol più degli altri“. Se perde 4-3 dice solo che gli altri hanno fatto un gol in più, basta, amen.

Zeman diventa famoso per i suoi allenamenti, i giocatori saltano, salgono e scendono ossessivamente sui gradoni dello stadio. In ritiro li massacra con percorsi all’alba, prima ancora di colazione, nel bosco e nei gelidi ruscelli di montagna. A pranzo solo patate lesse e verdura. Zeman non ha calciatori, ha dei “navy seals” pronti a qualunque cosa, pronti a gettarsi nel fuoco per lui, senza paura e contro qualunque avversario. Appena promosso, il Foggia chiude la prima stagione di Zemanlanda (91-92) al nono posto, con 58 gol fatti e altrettanti presi. All’ultima di campionato ne prenderà 8 dal Milan. Ma è una festa di popolo, Foggia è alle stelle. E’ ovviamente la peggior difesa della Serie A, ma anche un attacco inferiore solo a quello del Milan campione con Van Basten,Gullit e RijkaardBaiano fa gli stessi gol di Baggio con la Juve (16). In breve Zeman insieme al suo amico Arrigo Sacchi diventa il nuovo riferimento del calcio italiano, tanti si convertiranno alla nuova filosofia, spesso non riuscendoci e fallendo malamente. 

Nasce in quel momento l’epopea, per altro non assolutamente corrispondente a vittorie e trionfi, che per Zeman sono di tutt’altro tipo. E’ un calcio fatto di ideali, che non guarda (purtroppo) ai risultati.

Pur non avendo mai masticato calcio Antonio Albanese, figlio di genitori siciliani, fu letteralmente preso dal fenomeno Zeman. Inventò il personaggio Frengo, telecronista maniaco dell’allenatore del Foggia. Non esiste nessuno che abbia sintetizzato meglio di Albanese il fenomeno Zeman. In uno storico sketch, ormai diventato un cult anni 90, l’attore si esibisce in un monologo di 5 minuti – prendendolo straordinariamente per i fondelli – accanto a uno Zeman seduto e avvolto dalla nuvola del fumo delle sue sigarette. Imperturbabile all’estremo: Zeman solitamente parla pochissimo e per di più pianissimo. Imperturbabile, ogni tre parole una sentenza. La sua presenza è annunciata dal fumo e dall’odore delle sigarette.

Sai, simpatia? – dice lo sciroccatissimo Frengo – Siamo rimasti soli io e te. Ormai Baiano vende figurine nel piazzale della squadra del Birmingham e Signori si compra tortellini a Bologna, si è imborghesito. Gli altri hanno tutti rischiato il centro di recupero“.

Il mondo non ti capisce, il mondo non sa che quando la tua squadra prende un gol non è un errore della tua squadra o di una tua tattica, ma è una maleducazione della squadra avversaria. Perché noi viviamo in un mondo volgare“.

Il mondo non capisce che la classifica è un modo profondamente sbagliato di misurare il valore delle squadre. Primo, secondo, terzo, quarto ma che cosa vuol dire? Quello che conta sono i sentimenti. Tu hai sempre insegnato ai tuoi giocatori che fermare l’avversario è sleale, così distruggi il gioco, è un’offesa alla bellezza del calcio. Tu giochi sempre con lo stesso modulo: 6 attaccanti, 2 centrocampisti e in difesa due assistenti degli attaccanti avversari. E così ti hanno mai capito. Sei troppo avanti, tu sei più avanti di Lou Reed“. Zeman continuava a fumare, straordinariamente muto e con un sorriso beffardo.

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Autobus in fiamme vicino ospedale Spallanzani


Roma: brucia un altro autobus nella Capitale vicino all’Ospedale Spallanzani!

Nei pressi dell’Ospedale Spallanzani di Roma un autobus ha preso fuoco lungo la via Portuense. Inutile l’intervento con l’estintore da parte dell”autista che ha dovuto chiamare i Vigili del Fuoco. Nonostante le fiamme e il fumo, nessuna conseguenza per i passeggeri. Ancora da chiarire le cause del rogo.

Incidenti dopo Inghilterra-Scozia, 30 arresti


articolo: https://www.ansa.it/europei_2020/notizie/2021/06/19/europei-inghilterra-scozia-incidenti-30-arresti_1ba1e149-a615-4cf3-b309-5a5292701ddb.html

E’ di trenta persone arrestate il bilancio dei problemi di ordine pubblico provocati dai tifosi di Inghilterra e Scozia prima, durante e dopo la partita fra le due nazionali ieri a Wembley (0-0).
Lo ha reso noto la polizia metropolitana di Londra, ieri dispiegata in forze, precisando che i supporte fermati hanno provocato risse, al centro della capitale britannica o nei pressi dello stadio, o si sono scontrati con le forze dell’ordine.

Molti di loro hanno anche fatto uso eccessivo di alcol, e di droghe, e c’è stato chi ha proferito insulti razzisti. Tutti e trenta gli arrestati sarebbero ancora in stato di fermo

I mastri birrai di Messina da operai a imprenditori


articolo: https://video.repubblica.it/gediwatch/i-mastri-birrai-di-messina-da-operai-a-imprenditori/389458/390175?ref=RHTP-BH-I306071389-P1-S2-T1

Lavoravano per un marchio simbolo della città. Quando è fallito, loro non si sono arresi. E utilizzando la ricetta tradizionale hanno fatto risorgere la produzione.

I mastri birrai di Messina da operai a imprenditori

La birra a Messina è una storia che risale al 1923, ma quella che rappresentava una tradizione nella storia produttiva della Sicilia rischiava di scomparire nel 2011, quando a causa dei modelli dominanti di economia fu chiuso lo storico stabilimento, ancora oggi dismesso e vandalizzato, con i dipendenti che rimasero senza lavoro. Dopo un anno e mezzo di presidi da parte dei lavoratori e vedendosi negare anche la possibilità di un prestito è intervenuta la Fondazione Comunità di Messina che non solo ha fatto da garante agli ex 15 operai, ma ha attratto importanti investimenti. Nel 2013 nasce così la cooperativa Birrificio Messina, con un nuovo stabilimento dove oggi viene prodotta La birra dello Stretto e la Doc15. A tramandare la ricetta “segreta” sono generazioni di mastri birrai che qui lavorano e hanno combattuto per salvare quella che a Messina è molto più che una tradizione.

Birricifio Messina – 15 operai diventano imprenditori

Video del 16 marzo 2016 – Rinasce,grazie a 15 operai che diventano imprenditori, il birrificio Messina. Vedi le immagini, realizzate da OndTv per il programma Tutto In, che descrivono la storia del birrificio. Per altre info seguici su http://www.bellasicilia.it

Moratti: “Gli ospedali San Paolo e San Carlo a Milano non saranno unificati”


articolo: https://milano.repubblica.it/cronaca/2021/06/18/news/milano_gli_ospedali_san_paolo_e_san_carlo_non_saranno_unificati-306663565/

L’assessora al Welfare mette la parola fine al progetto: “Vogliamo mantenere operativi entrambi gli ospedali nelle collocazioni attuali“. Il piano di accorpamento risaliva a cinque anni fa.

articolo del 17 giugno 2021: https://alessandro54.com/2021/06/17/il-comune-di-milano-stop-alla-fusione-tra-ospedali-san-paolo-e-san-carlo-salviamoli-e-recuperiamoli/

Gli ospedali San Carlo e San Paolo a Milano non saranno unificati in un’unica sede. Il progetto di qualche anno fa è stato ufficialmente accantonato. Lo dice l’assessora regionale al Welfare Letizia Moratti, rispondendo ad una lettera dell’assessore all’Urbanistica di Milano Pierfrancesco Maran, che nei giorni scorsi aveva sollecitato il Pirellone a chiarire la situazione: l’incertezza sul progetto di fusione impediva il rilancio dei due ospedali.

E’ nostra ferma volontà – ha scritto a questo proposito ieri Moratti – quella di mantenere operativi entrambi gli ospedali nelle collocazioni attuali al fine di garantire servizi di prossimità ai cittadini milanesi di quell’area. E’ altrettanto nostra ferma volontà riqualificare i due presìdi con dotazioni tecnologiche all’avanguardia e mantenere il pronto soccorso presso il San Paolo“. L’assessora ha annunciato di aver mandato una lettera sull’argomento al sindaco di Milano, Giuseppe Sala.

L’area che il Comune avrebbe individuato come possibile sede per un nuovo ospedale unificato – conclude la vicepresidente – non risponde alle esigenze dimensionali e logistiche, come ad esempio accessibilità stradale e parcheggi, e soprattutto imporrebbe alla Regione oneri di bonifica assolutamente incompatibili con le risorse stanziate“. Il progetto quindi, almeno in base a quanto dichiarato, tramonta definitivamente.

L’idea avanzata in passato era quella di costruire un polo sanitario da 700 e più letti a Ronchetto sul Naviglio, accanto all’ex scalo di San Cristoforo, vicino a dove ci saranno il capolinea della M4 e il deposito dei treni. L’investimento ipotizzato era di circa 400 milioni di euro: i due vecchi ospedali sarebbero stati trasformati in Pot (Presidi ospedalieri territoriali) con servizi per cronici e anziani. Il piano si era incagliato quando era emerso che l’area interessata necessitava di una impegnativa bonifica dei terreni con conseguente aumento dei costi. Già a febbraio l’allora assessore alla Sanità Gallera aveva chiesto al Comune di indicare una nuova area. Ma a quanto pare la scelta è stata di abbandonare il piano di accorpamento.

Furgone a fuoco: le fiamme bruciano il casello dell’autostrada alle porte di Roma


articolo: https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/21_giugno_19/furgone-fuoco-casello-autostrada-incendiato-alle-porte-roma-6aec1fa6-d10b-11eb-aefe-08686ae203c5.shtml?fbclid=IwAR2X2Gkq7wzB92DOdwwEjFrQCJa4PS-nvdhC1CHlZ_LrB3wwCX7Ahw6vmzc

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L’autoarticolato era in fila per pagare il tagliando quando è scoppiato l’incendio a bordo: nessun ferito. Barriera avvolta dal fumo nero e cartelli in fiamme all’altezza di Fiano Romano. Rallentamenti sulla diramazione Roma nord dell’A1

Momenti di paura nel pomeriggio di sabato al casello autostradale di Fiano Romano alle porte della Capitale dove un furgone di 35 quintali si è improvvisamente incendiato mentre si trovava in fila per il pagamento del tagliando di viaggio. L’autista si è subito messo in salvo e non ci sono altri feriti ma le fiamme si sono sviluppate subito alte e hanno coinvolto tre gate del casello distruggendoli, bruciati anche alcuni pali della segnaletica stradale. Sul posto sono subito intervenute le squadre dei vigili del fuoco che hanno spento il rogo. La polizia stradale ha immediatamente bloccato la circolazione nel tratto interessato e chiuso lo svincolo. Subito dopo l’incidente, ci sono stati rallentamenti sulla diramazione Roma nord dell’autostrada A1.

Poco prima delle 15 sull’autostrada A1, Milano-Napoli, «è stata temporaneamente chiusa in ingresso e in uscita la stazione di Fiano Romano, a causa di un mezzo in fiamme». È quanto fa sapere autostrade per l’Italia. «Sul luogo dell’evento oltre ai pompieri, anche il personale della Direzione 5 Tronco di Fiano Romano di Autostrade per l’Italia». Alle 17 circa, le operazioni di spegnimento del veicolo da parte dei vigili del fuoco si sono concluse mentre sono ancora in corso, da parte del personale di Autostrade, le attività di ripristino del casello per consentire la riapertura della stazione. Autostrade per l’Italia consiglia di utilizzare in ingresso e in uscita dall’autostrada la vicina stazione di Castelnuovo di Porto. La viabilità col passare delle ore, è tornata regolare.

Cade aereo, muore Egidio Gavazzi, fondatore di Airone


articolo: https://www.ansa.it/veneto/notizie/2021/06/19/aereo-precipitato-a-padova-un-morto-carbonizzato-_d1e0bb7c-1c2f-4f62-b6f3-95d69cfa42c7.html

Egidio Gavazzi, editore e fondatore di riviste tra cui ‘Airone‘ e ‘Aqua‘,  ha perso la vita oggi nello schianto dell’ultraleggero appena fuori dall’aeroporto Allegri a Padova. Classe 1937, nato a Erba, in provincia di Como, ma residente a Milano, discendente di una articolata e nobile famiglia lombarda, Gavazzi era naturalista, ambientalista.

Fu fondatore delle riviste Airone e Aqua, nonché della Società Italiana Caccia Fotografica, scrittore amante di libri, natura e soprattutto innamorato degli aerei.

L’aereo sarebbe stato in fase d’atterraggio, e forse per un errore nell’avvicinamento, o un problema tecnico, sarebbe andato lungo, picchiando contro un albero e schiantandosi poi a terra. A pochi metri dal luogo dell’incidente scorre via Sorio, una strada cittadina, molto trafficata. 

Milan, Ibrahimovic operato al ginocchio a Roma: due mesi prima di rivederlo in campo


articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/milan/2021/06/18/news/ibrahimovic_operato_ginocchio-306664538/?ref=RHBT-VS-I286350292-P1-S4-T1

Per lo svedese intervento in artroscopia. Quattro settimane prima di riprendere a correre

Zlatan Ibrahimovic è stato operato al ginocchio sinistro. L’intervento in artroscopia di cleaning articolare è stato eseguito “con successo” dai chirurghi Volker Musahl e Fabrizio Margheritini, alla presenza del direttore medico rossonero Stefano Mazzoni e del consulente ortopedico del Milan Roberto Pozzoni, presso l’Upmc Salvator Mundi International Hospital di Roma: lo ha fatto sapere il club rossonero.

L’attaccante svedese, che il 3 ottobre compirà 40 anni, sta bene ed inizierà subito, il percorso riabilitativo. I tempi di recupero sono stimati in 4 settimane per tornare a correre 8 per giocare. Nell’ultimo campionato Ibrahimovic ha giocato 19 partite con un bottino di 15 gol.

Il Milan, attraverso il proprio sito ufficiale, ha comunicato l’intervento in artroscopia al ginocchio sinistro per Zlatan Ibrahimovic

(fonte: acmilan.com)
AC Milan comunica che in data odierna, Zlatan Ibrahimović è stato sottoposto ad intervento in artroscopia del ginocchio sinistro presso l’UPMC Salvator Mundi International Hospital di Roma. L’intervento di cleaning articolare è stato eseguito con successo dai chirurghi Volker Musahl e Fabrizio Margheritini, alla presenza del Direttore medico rossonero Stefano Mazzoni e del consulente ortopedico del Club Roberto Pozzoni. Zlatan sta bene ed inizierà, da subito, il percorso riabilitativo.

Luana D’Orazio, continuano le indagini sulla sua morte: l’orditoio è stato manomesso


articolo: https://urbanpost.it/luana-dorazio-morte-orditoio-manomesso/

Continuano le indagini sul caso di Luana D’Orazio, che ha trovato la morte il 3 maggio scorso in una fabbrica di Prato. Un macchinario tessile, l’orditoio ha stritolato la ragazza. L’obiettivo delle indagini è quello di capire se si sia trattato di un tragico incidente o se la tragedia si poteva evitare, seguendo i protocolli di sicurezza. Dopo svariate verifiche, la procura avrebbe confermato che il macchinario che ha ucciso Luana è stato manomesso.

Luana D’Orazio morte: il macchinario che l’ha uccisa è stato manomesso – Gli investigatori avevano ipotizzato una possibile manomissione dell’orditoio che ha ucciso Luana D’Orazio. Arrivano alcune indiscrezioni che conferma questa ipotesi. La perizia, ancora in corso, voluta dalla Procura sembra evidenziare una manomissione al quadro elettrico che avrebbe consentito il funzionamento dell’orditoio anche senza che la saracinesca di protezione del macchinario si abbassasse. Il macchinario funzionava in automatico grazie ad una modifica, effettuata anche nell’orditoio gemello presente in fabbrica. La procura dovrà stabilire se queste modifiche siano da collegare all’obiettivo di avere una maggiore produttività.

Le indagini sulla morte di Luana – La perizia è ancora in corso e l’ingegner Carlo Gini, incaricato dalla Procura, dovrà concluderla entro l’11 luglio. Se l’ipotesi della manomissione ricevesse conferma, sarebbe un duro colpo per la fabbrica di Prato. Questo aggiungerebbe ai tre indagati (la titolare dell’azienda Luana Coppini, il marito Daniele Faggi e il tecnico manutentore Mario Cusimano) il reato di rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Attualmente i tre sono indagati per omicidio colposo.

Il sottosegretario Tiziana Nisini ha commentato la terribile tragedia. “Restano ancora da chiarire le circostanze che hanno portato alla tragica morte di Luana D’Orazio. Non si può morire sul luogo di lavoro come cento anni fa – ha detto la Nisini – a maggior ragione quando i protocolli di sicurezza, ottenuti con il sacrificio di tante battaglie da parte dei lavoratori e delle Istituzioni, vengono messi da parte. Ci aspettiamo il prima possibile di sapere cosa sia successo il 3 maggio scorso”.

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nel mio piccolo visita la pagina:  https://alessandro54.com/morti-bianche-2/

Quanto amore per Eriksen: già operato, oggi torna a casa


articolo: https://www.repubblica.it/dossier/sport/europei-di-calcio-/2021/06/18/news/eriksen_operato_verso_ritorno_a_casa-306541967/?ref=RHTP-BS-I304750563-P3-S2-T1

Christian vivrà con un defibrillatore sotto pelle. La partita tra Danimarca e Belgio si ferma al 10′ fra lacrime e applausi

COPENAGHEN. Sul prato a un certo punto c’era una striscia di sole soltanto, una riga lunga e stretta proprio lì dov’è caduto Christian. E nel riverbero degli irrigatori si vedeva l’arcobaleno. Che strano giorno per un ciao che forse è un addio ma anche un ci sei, ci siamo. Poche ore prima, Chris Eriksen aveva preso atto che per vivere gli serve una scatoletta dentro il petto, il suo salvavita, la centralina elettrica che molto probabilmente è la fine della carriera perché non finisca tutto. I compagni lo sanno, anche gli avversari e i tifosi lo sanno. Applausi e lacrime. Si chiama defibrillatore sottocutaneo, Eriksen è stato operato ieri e oggi quasi certamente sarà dimesso, anche se questo chiuderà la sua avventura agonistica per lo meno all’Inter. In Italia il protocollo per concedere l’idoneità sportiva in caso di problemi cardiaci è tra i più rigidi al mondo

È molto più di una partita di calcio che la Danimarca perde. La musica picchia forte, esorcizza il silenzio spaventoso di quei momenti. Scorre di nuovo la benedetta birra, si è cantato e ballato ma adesso i calciatori danesi si passano il dorso della mano sul viso, asciugano un pianto silenzioso, occhi che gocciolano come rubinetti chiusi male. Il “fratello” di Chris, cioè Lukaku, abbraccia tutti perché i corpi che soffrono hanno bisogno di toccarsi, di stringersi.

Ci sono tanti bambini dentro lo stadio vicino all’ospedale, chissà cosa farà Chris adesso, se l’intervento è terminato, se è nella sua stanza, se avrà lasciato davvero la finestra aperta per sentire meglio. I piccoli tifosi sventolano fogli da disegno pieni di cuori, siamo un mistero fragile, siamo fili di seta. Invece del bandierone della Danimarca viene portata sul campo una gigantesca maglia numero 10, ed è una casacca di Eriksen anche quella in cornice che i giocatori del Belgio hanno firmato e poi regalato a Kjaer insieme al gagliardetto.

Difficile dire a parole quello che si sente qui dentro. Una vibrazione lunga e lenta, un boato che però è anche un sussurro. Le labbra di Simon Kjaer si increspano mentre canta l’inno, per cinque giorni era stato zitto il capitano, l’uomo del salvataggio e della carezza a Sabrina, la moglie di Christian. Ieri ha scritto su Twitter “è uno shock che porterò con me tutta la vita ma oggi lui è qui, nel nostro cuore“. Cuore è la parola, è il simbolo, il disegno e il nemico, l’origine e la fine di tutto, siamo abituati a metterlo nei messaggini ma meno ad ascoltare il suo racconto intermittente nel nostro petto, Christian sarà costretto a imparare, adesso ci sono soltanto loro due, un ragazzo e il suo cuore matto. “Dannazione, ho solo 29 anni“, aveva detto al rianimatore sul campo quando aveva ripreso conoscenza.

La partita si alza come un’onda e si abbatte subito sul Belgio. Il gol di Yussuf Poulsen (gli morì il padre di cancro quand’era piccolo, lui non lo ha mai conosciuto ma porta il suo nome sulla maglia) arriva dopo un minuto e 39″, secondo più veloce nella storia del torneo, forse Eriksen l’ha sentito veramente il boato nell’aria, magari invece gli ha messo malinconia come tutte le cose che abbiamo perduto. E al 10′ la gara si ferma e tutti applaudono.

La tensione di muscoli e nervi dei danesi dura un tempo, poi la squadra si piega su sé stessa come di carta. Il Belgio segna due volte, è entrato Kevin De Bruyne a illuminare tutto: prima l’assist per Thorgan Hazard, poi la sua rete col sinistro perfetto e l’invito istantaneo a non festeggiare, per rispetto. Non conta un gol adesso, anche se il gol è vita che riprende, è necessità. Scende un poco d’ombra sul prato. Vince il Belgio, più forte, e nelle orecchie resta la musica dei Queen e di Bon Jovi (It’s my life, la vita, praticamente un inno). I danesi guardano il vuoto, ognuno di loro è solo o forse no. Sono splendenti bambini fragili. Nell’aria dura una luce che non finisce, la sera è bianca, chissà come farà Chris a dormire. 

 

È morto Giampiero Boniperti, una vita nella Juventus


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Giampiero Boniperti (Barengo, 4 luglio 1928 – Torino, 18 giugno 2021) è stato un dirigente sportivo, politico ed ex calciatore italiano, di ruolo attaccante o centrocampista, presidente onorario della Juventus.

articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/2021/06/18/news/morto_giampiero_boniperti-306554984/?ref=RHTP-BH-I304495303-P2-S2-T1

Capitano, presidente, bandiera bianconera, avrebbe compiuto 93 anni a luglio. Le battute di caccia con Fausto Coppi. Il braccio di ferro con i giocatori da cui usciva sempre vincitore. Il brandy bevuto al San Mamés la notte del primo trofeo. E l’abitudine di andarsene in anticipo dallo stadio per soffrire un po’ di meno

TORINO – I suoi occhi, prima di tutto. Di quell’azzurro tra il ghiaccio e il cielo all’alba. Mobilissimi e a tratti luciferini: gli occhi di un uomo che aveva visto ogni cosa e guardato moltissimo il mondo. Poi le labbra, che Giampiero Boniperti muoveva a fessura come un fumetto per mostrare una corona di denti da squalo e un ghigno da iena. Sorrideva tanto, e quando accadeva tu pensavi che era arrivato il momento peggiore: perché stava per arrivarti la bastonata che uccide i conigli. 

Gli occhi, la bocca e la sua bellezza da antico romano. Perché il presidente era un uomo bellissimo anche da vecchio, anche da quando la nebbia della dimenticanza lo aveva avvolto ma non cancellato. Si arrabbiava mentre, parlandoti, non ricordava più il tuo nome anche se sapeva tutto di te. “Ti chiamavo Rui Barros perché eri così piccolo, ricordi?“, ci domandò l’ultima volta che lo cercammo per gli auguri. “Ma per favore, mi dici di nuovo il tuo nome?“. Eppure ci conoscevamo da trent’anni.

Un uomo bellissimo, e da ragazzo di più. Era biondo, gentile anche se cattivissimo in campo, e l’interista Benito Lorenzi per farlo arrabbiare lo chiamava Marisa, non un’allusione a gusti sessuali fuori discussione ma al viso d’angelo crudele. Dopo essere stato il Santiago Bernabeu della Juventus, ma pure il presidente di Sara Simeoni e Pietro Mennea, si era sistemato in un magnifico ufficio con le finestre sul Po, quello dell’allora Sisport Fiat. Andavamo a trovarlo, ogni tanto. “Ma per l’intervista, Maurizio, facciamo la volta prossima, va bene?“. La sua storica segretaria ci accompagnava dal presidente e lui, ridendo, ci metteva in mano sempre il solito soprammobile con le due sfere di plastica e la scritta: “Si prega di non romperle“. Poi Boniperti ci assestava un tremendo colpo allo stomaco, sogghignando nel vederci barcollare. “Mezza sega, però scrivi bene anche se sei così cattivo“, diceva. “Ma io lo ero molto più di te“. Poi ci metteva in mano le sue vecchie scarpette da gioco che teneva su una mensola e diceva: “Tocca, senti qui in  punta, vedi com’erano dure?“. E negli occhi gli brillava quella solita, terribile lucentezza. 

Mai che rispondesse a una domanda senza farne un’altra, questo lo sanno tutti. Meno si sa che a volte indulgeva al romantico, lui così temuto. Un giorno ci raccontò di quando andava a caccia con Fausto Coppi “che però si stancava subito, anche se era l’airone di tutte le montagne. Però camminare lo annoiava, diceva che quei passi nel fango avrebbero guastato la sua gamba da ciclista. Così ci mettevamo a sparare da fermi ma io gli ripetevo: Fausto, facciamo come vuoi tu ma questo non è mica cacciare, neh“. 

Giampiero Boniperti è stato più del calcio, è stato la Juventus. Un’azienda incarnata, una storia fatta persona. Lui era un essere umano con le righe bianche e nere tatuate nell’anima. Ogni sua frase era “noi contro voi, noi contro tutti“. Quando lo fecero fuori per la rivoluzione di Moggi e Giraudo (non poteva sopportare che costui fosse un ex tifoso del Toro), covò una vendetta personale e un odio inestinguibile ma mai contro la sua Juventus, lei veniva prima di tutto, lei era forma e sostanza, vita e passione, era gloria, vittoria e sentimento. La Juve era il rigore sabaudo non raramente cinico e crudele, perché noi torinesi siamo anche fatti così, ed era eleganza e rispetto: Boniperti mandava i nuovi acquisti bianconeri a tagliarsi i capelli e indossare la giacca, non per capriccio ma perché nessuno mancasse di educazione alla Juventus.

E quando fece firmare i contratti in bianco ai giocatori che avevano appena perso lo scudetto contro il Toro, nel ’76, mostrò le foto delle sconfitte e nessuno banfò. Fu durissimo, Boniperti, anche nel momento di rinnovare i contratti agli juventini campioni del mondo in Spagna. Volevano l’aumento, ancora non esistevano i procuratori, lui li affrontò e seppe addomesticarli come sempre. Perché Boniperti era domatore e fiera, era il padrone del circo ed era la tigre. 

Tutti sanno di come scappava dallo stadio alla fine dei primi tempi, e di quando vagò da solo fuori dal San Mamés di Bilbao nel 1977 mentre la Juve stava vincendo la sua prima Coppa Uefa. Quando Carlos segnò il 2-1 a dodici minuti dalla fine, il presidente perdette forse qualche anno di vita. Ma quando la Juve si prese il trofeo, al bar dello stadio ordinò un Carlos Primero e lo tracannò in un sorso alla faccia di tutta la Spagna. 

Non dimenticava gli amici, soprattutto quelli morti. Pianse davanti a Scirea, col rimorso di averlo mandato per forza in Polonia a visionare un avversario insignificante, però il dovere prima di tutto. Accarezzò Carletto Parola nella bara, fu lui a sistemargli il nodo della cravatta. “Invecchiare è una merda, perché vedi andarsene tutti i tuoi amici” ci disse, quando provammo a festeggiare uno dei suoi ultimi compleanni. Se leggeva qualcosa di bello, faceva mandare un biglietto di complimenti dalla segreteria, così come chiamava egli stesso nei tempi ruggenti quando invece aveva letto una cosa sgradita: e allora cominciava a urlare nel telefono, terribilmente. E se quella cosa l’aveva vista addirittura sulla Stampa, il giornale della real casa, si metteva a chiamare di mattina presto, componeva il numero della redazione e sibilava nella cornetta: “Sono il geometra Boniperti, passami il capo“. Teneva moltissimo a quel titolo di studio preso giocando, perché lui era un figlio dell’Italia fiera del pezzo di carta, nella quale geometri e ragionieri non contavano poi molto meno di un bel dottore farmacista, o del medico condotto del paese, ma mai quanto un “ingegné”, massimo sogno di ogni padre. 

Qui non diremo delle vittorie di Giampiero Boniperti come giocatore e presidente, che tutti conoscono a memoria, né del suo inarrivabile carisma o della spaventosa astuzia. Ma ricorderemo il suo viso distrutto dopo la notte passata all’obitorio di Bruxelles. Ed è vero che lui rivendicò sempre la bontà anche sportiva di quella coppa assurda, però il dolore che quest’uomo avrebbe portato in eterno nell’anima lo hanno misurato in pochi, anche perché lui voleva custodirlo come il più impenetrabile dei segreti. Ma quella notte, e noi c’eravamo, il presidente volle vedere i cadaveri uno a uno, li passò in rassegna come un generale con la sua truppa fatta a pezzi nella battaglia. C’erano ancora sciarpe bianconere a terra, e scampoli di stoffa strappata, brandelli di Juve insieme a quei poveri corpi. E c’era lui, alla fine esatta del sogno, solo come l’ultima creatura di questa terra.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "II Inter PHC @Inter 2h FC Internazionale si stringe attorno alla famiglia Boniperti per la scomparsa di Giampiero, grande uomo di sport e nobile avversario in tantissime leggendarie bagine di calcio @juventusfc #FCIM M"

Novara, camion forza blocco durante una manifestazione per il lavoro, sindacalista investito e ucciso


articolo: https://torino.repubblica.it/cronaca/2021/06/18/news/sindacalista_investito_da_camin_durante_manifestazione-306569422/?ref=RHTP-BH-I306071389-P1-S1-T1

La vittima aveva 35 anni ed era di origine marocchina. L’investitore è fuggito ma è stato fermato in autostrada dai carabinieri

Un sindacalista di 35 anni è morto questa mattina investito da un camion davanti ai cancelli della Lidl di Biandrate, nel Novarese. E’ accaduto in via Guido il Grande, durante una manifestazione di lavoratori della logistica. L’autista che lo ha investito poi è fuggito. A bloccarlo in autostrada sono stati i carabinieri. Sul posto è intervenuto anche il 118, ma per il 35enne non c’è stato nulla da fare. Secondo una prima ricostruzione il sindacalista stava attraversando la strada sulle strisce pedonali per raggiungere i cancelli dove stava iniziando il presidio sindacale, quando e’ stato travolto da un camion.

La vittima, sempre secondo le prime informazioni, era un rappresentante dei Si Cobas e padre di due figli. L’autista ha forzato il blocco della manifestazione, che stava per cominciare, e il sindacalista è stato trascinato per una decina di metri. Sul posto è accorso il fratello. Anche la Cgil ha dichiarato lo sicopero e i lavoratori stanno bloccando tutte le uscite del magazzino. “C’era molta tensione in questo periodo – spiega Attilio Fasulo, segretario della Cgil di Novara – La  discussione sindacale su molti temi era in atto. La  Filcams Cgil chiedeva migliori condizioni di lavoro a partire dal riconoscimento di alcuni livelli che non venivano riconosciuti ai lavoratori”. I Si Cobas avevano organizzato una manifestazione cui partecipavano una ventina di persone davanti a uno degli ingressi del magazzino Lidl dove lavorano circa 300 addetti, la maggior parte di origine straniera. “Più volte avevamo fatto presente all’azienda che la mancata risoluzione di questi temi avrebbe portato all’esasperazione dei toni. Ora si indagherà sulla dinamica ma era possibile evitare che si creasse una situazione del genere”.

Il Comune di Milano: “Stop alla fusione tra ospedali San Paolo e San Carlo: salviamoli e recuperiamoli”


articolo: https://milano.repubblica.it/cronaca/2021/06/17/news/stop_alla_fusione_tra_ospedali_san_paolo_e_san_carlo_a_milano-306496726/

L’assessore Maran scrive alla Moratti: “Il progetto ormai non è più attuale e i due presidi sono in un limbo che ne impedisce il rilancio

Ospedali san Carlo e san Paolo: è ora di abbandonare l’idea di chiuderli per fare un nuovo ospedale e di concentrarsi sull’obiettivo di una ristrutturazione profonda delle due strutture“. Lo scrive, nero su bianco, l’assessore all’urbanistica del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, alla vicepresidente della Lombardia, Letizia Moratti, per chiedergli di “sbloccare una situazione, quella dei due presidi sanitari milanesi, che da tempo è ferma in un limbo“.

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La Regione aveva “l’obiettivo di sostituire i due ospedali con una struttura nuova e baricentrica“, ma quest’idea per Maran è da “archiviare“: sia per alcune “criticità tecniche nell’individuazione di un luogo adatto con il rischio di scop una nuova struttura “restano bloccati anche progetti alternativi di ristrutturazione“, denuncia l’assessore. La lettera chiede, quindi, un confronto tra Comune e Regione con questi obiettivi: “Archiviare l’idea di sostituire i due ospedali con uno nuovo; ristrutturare il San Paolo mantenendo lì il fondamentale presidio di pronto soccorso e sviluppare il progetto di ristrutturazione del San Carlo in piena sinergia con l’università degli studi che può recuperarne una parte a campus di medicina“.

Per Palazzo Marino è fondamentale “far sbloccare la situazione“. Le richieste di Maran vengono appoggiate anche dalla consigliera regionale del pd, Carmela Rozza. “La pandemia – afferma – nella sua drammaticità, ha evidenziato la necessità di riqualificare al più presto questi due ospedali per metterli nelle condizioni di garantire ai cittadini della zona sud-ovest del milanese servizi efficienti, anche in caso di nuove emergenze sanitarie“.

Europei, Danimarca-Belgio: l’urlo dello stadio e l’applauso per Eriksen..


Europei, Danimarca-Belgio: l’urlo dello stadio e l’applauso per Eriksen, così è stato cancellato quel terribile silenzio

articolo: https://www.repubblica.it/dossier/sport/europei-di-calcio-/2021/06/17/news/stadio_copenaghen_per_eriksen_danimarca-306511799/

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I giocatori e l’arbitro si sono fermati al 10′ della partita, il pubblico ha cominciato (anzi ha continuato dopo il gol) a urlare il nome di Christian. Che probabilmente dall’ospedale vicino allo stadio Parken avrà sentito l’affetto di tutti

COPENAGHEN L’urlo dello stadio per Chris è arrivato ben prima del decimo minuto, anzi non ne erano passati neppure due e già la Danimarca era in vantaggio. Probabile che il boato l’abbia sentito anche Eriksen dalla finestra del suo ospedale, proprio qui davanti al Parken. Ancora otto minuti scarsi, e tutti si sono fermati per applaudire questo ragazzo: i compagni, gli avversari, l’arbitro e naturalmente il pubblico.

È stata una strana, potentissima festa emotiva, ma forse non è la definizione giusta, con la Danimarca all’attacco ed Eriksen nel suo letto, dopo avere saputo che per continuare a vivere normalmente gli dovranno impiantare un defibrillatore: sarà il possibile, o forse probabile addio al calcio. Tutto si consuma in poche ore nel luogo della tragedia sfiorata sabato, ma è come se quel fatto fosse rimasto presente, qui, con il rumore del tifo e delle musiche prima della sfida al Belgio per esorcizzare il terribile silenzio di quei minuti che non passavano mai.

All’ingresso delle squadre, invece della bandiera danese è stata portata sul prato un’enorme maglia con il numero 10 e il nome di Eriksen, mentre i bambini sventolavano i loro disegni che erano scritte d’amore. Anche i tifosi del Belgio hanno mostrato un grosso striscione, “Belgium loves you Christian“, lo stesso che era stato portato nelle vie della città per tutta la mattina, quando i tifosi della Danimarca si sono mescolati agli avversari nei bar e nelle piazze per cantare, ballare e scandire insieme il nome di Eriksen. I due capitani si sono scambiati i gagliardetti accanto a una maglia di Christian incorniciata. Dopo l’inno nazionale, Delaney e Vertonghen si sono asciugati le lacrime mentre il capitano Kjaer, applauditissimo e molto emozionato, ha cantato in un sussurro. Molto più di una partita di calcio, e si sapeva. Quando il gioco si è fermato al minuto numero 10, la gradinata ha srotolato una lunghissima scritta che diceva “Christian, tutta la Danimarca è con te“. Non solo la Danimarca.

DANIMARCA BELGIO, AL 10′ LA GARA SI FERMA: OMAGGIO A CHRISTIAN ERIKSEN

Christian Eriksen sarà operato: “Gli sarà impiantato un defibrillatore cardiaco, ha già detto sì”


articolo: https://www.tuttomercatoweb.com/serie-a/christian-eriksen-sara-operato-gli-sara-impiantato-un-defibrillatore-cardiaco-ha-gia-detto-si-1548221

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Christian Eriksen sarà operato: "Gli sarà impiantato un defibrillatore cardiaco, ha già detto sì"

Christian Eriksen dovrà essere sottoposto a operazione chirurgica per l’impianto di un defibrillatore cardiaco automatico. Ad annunciarlo è la Federcalcio danese, che ha appena diramato un comunicato ufficiale sulle condizioni fisiche del centrocampista dell’Inter e della Nazionale: “Dopo aver sostenuto diversi esami al cuore, è stato deciso che a Eriksen dovrà essere impiantato un ICD (defibrillatore automatico). Questa misura è necessaria visto che il suo infarto è stato causato da disturbi del battito cardiaco. Christian ha accettato la soluzione, che è stata confermata anche da specialisti di fama nazionale e internazionale. Incoraggiamo tutti voi a lasciare Eriksen e la sua famiglia in pace, garantendo loro al contempo anche la giusta privacy”, si legge.

 

Stadio San Siro, Zhang incontra Sala


articolo: https://www.ansa.it/lombardia/notizie/2021/06/16/san-siro-zhang-a-salaimpegno-medio-lungo-termine-proprieta_09def55e-5985-4d79-864e-e5583e14bbb7.html?fbclid=IwAR3x5U7ZFiRo11G1w_YFJpqroYciNdUnkx5RqJjrRVk4plk-Fgi11YT5pTM

(ANSA) – Milano, 16 giugno 2021 – Incontro a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, tra il sindaco, Giuseppe Sala e i vertici dell’Inter, il presidente Steven Zhang e l’amministratore delegato Alessandro Antonello, sul progetto di realizzazione del nuovo stadio. Durante l’incontro, come spiega una nota del Comune, il presidente dell’Inter ha confermato al sindaco l’impegno a medio-lungo termine della proprietà nel club.download.jpg

Inoltre Zhang ha rimarcato l’importanza strategica del progetto nuovo stadio per Milano, in particolare nell’ottica dell’auspicata ripresa economica della città. Il sindaco Sala, ribadendo che la continuità nella proprietà dell’Inter è un aspetto fondamentale per la prosecuzione dell’iter autorizzativo del nuovo stadio, ha preso atto con soddisfazione delle parole di Steven Zhang. L’incontro si è svolto in un clima di grande cordialità e con l’obiettivo comune di portare avanti il dialogo su questo dossier.

Infine Sala, grande tifoso interista, si è congratulato per la conquista del 19/o scudetto che ha permesso di riportare a Milano il più importante trofeo sportivo italiano dopo 10 anni.  (ANSA).

https://alessandro54.com/2019/03/04/san-siro-addio-ecco-il-nuovo-stadio-di-inter-e-milan/

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UFFICIALE – Gattuso non è più l’allenatore della Fiorentina. Club alla ricerca del sostituto


E’ arrivata anche la nota ufficiale della Fiorentina, che informa della rottura definitiva tra il club e Rino Gattuso, che non sarà il tecnico della prossima stagione

NOTA ACF FIORENTINA

17 giugno 2021

ACF Fiorentina e Mister Rino Gattuso, di comune accordo, hanno deciso di non dare seguito ai preventivi accordi e pertanto di non iniziare insieme la prossima stagione sportiva.

La Società si è messa immediatamente al lavoro per individuare una scelta tecnica che guidi la squadra Viola verso i risultati che la Fiorentina e la Città di Firenze meritano.


Allarme bomba a Prati, ordigno pronto ad esplodere nell’auto di un delegato comunale


articolo: https://www.romatoday.it/cronaca/bomba-roma-auto-marco-doria.html

Era pronto ad esplodere l’ordigno rudimentale trovato in un’auto in sosta a Prati. La vettura è di proprietà di Marco Doria, delegato comunale nominato nel 2018 da Virginia Raggi presidente del Tavolo per la riqualificazione di parchi e ville storiche di Roma. A metterlo in sicurezza gli artificieri della Questura di Roma dopo la segnalazione di un oggetto sospetto con un filo sporgente in una vettura che si trovava parcheggiata in via Tito Speri. Una bomboletta spray con all’interno polvere pirica e bulloni, e dei fili elettrici che entravano all’interno dell’auto, disinnescato dalla polizia che era pronto ad esplodere. 

Ordigno esplosivo a Prati  – Richiesto l’intervento della polizia sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato Prati di polizia che hanno chiuso la strada per consentire l’intervento in sicurezza degli artificieri e degli equipaggi dell’UPGS (Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico). Messo in sicurezza l’ordigno sul caso indagano gli investigatori della Digos che al momento non escludono nessuna ipotesi investigativa.

Chi è Marco Andrea Doria  – Marco Andrea Doria è presidente della Scuola Superiore Santa Rita, ultimo erede della dinastia principesca dei Doria e nominato dalla sindaca Virginia Raggi a capo del tavolo di coordinamento per le Ville Storiche della città.

Il delegato comunale della Sindaca Raggi aveva già ricevuto minacce ed era già sottoposto a una misura di tutela della prefettura, che dopo quanto accaduto oggi ha già intensificato i controlli nei suoi confronti. Nel prossimo comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza verrà valutato l’innalzamemto della misura di tutela

Allarme bomba a Roma, trovato un ordigno artigianale in un’auto

Crolla una palazzina a Barletta, ci sarebbero dei feriti


articolo: https://www.ansa.it/puglia/notizie/2021/06/16/crolla-palazzina-a-barletta-feriti_0e1deca7-cf2e-404b-89e9-3280fbd85f1e.html

Il cedimento della struttura causato forse da una fuga di gas

Una palazzina è crollata a Barletta, a circa 60 chilometri a nord di Bari, probabilmente a causa di una fuga di gas. Ci sarebbero alcuni feriti.

Il crollo è avvenuto in via Curci, una traversa di via Roma. Sul posto sono accorsi i vigili del fuoco, i soccorritori e le forze dell’ordine

Sul posto i soccorritori hanno prima rimosso a mano i blocchi di tufo per cercare mettere in salvo i feriti, ora è giunta sul posto una piccola ruspa la cui attività è coordinata dai vigili del fuoco. Via Giuseppe Curci si trova a poca distanza da via Roma dove, il 3 ottobre 2011, il crollo di una palazzina uccise quattro operaie ed una ragazzina (figlia del titolare della ditta) che erano in una maglieria al piano terra dell’edificio. Stando all’ipotesi accusatoria, il crollo fu causato dai lavori di demolizione della palazzina adiacente a quella dove c’era la maglieria

Fiorentina, rottura tra Gattuso e Commisso a causa del mercato


articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/fiorentina/2021/06/16/news/gattuso_commisso_rottura_calciomercato-306386466/

Alla base del conflitto tra il tecnico e il patron viola la mancanza di sintonia sulla campagna acquisti

Neanche il tempo di cominciare, che l’avventura di Gennaro Gattuso alla Fiorentina pare essere già finita. Alla base della rottura tra l’allenatore calabrese e il patron viola Rocco Commisso, vedute diverse sulle strategie di calciomercato.

Il contratto biennale del successore di Beppe Iachini a Firenze potrebbe dunque non essere depositato in Lega. Secondo quanto si apprende, la tensione sarebbe salita dopo la frenata riguardo l’arrivo in Toscana di Sergio Olivera (Porto) e Gonçalo Guedes (Valencia). Giocatori che, con Gattuso, condividono lo stesso agente: Jorge Mendes.

La società viola si è ribellata al gioco al rialzo dei cartellini e alle commissioni previste per il potente procuratore. Così Gattuso e Mendes hanno deciso di prendersi qualche ora di riflessione, mentre i viola hanno abbandonato, almeno per il momento, Olivera e Guedes.

Un’irritazione, quella dell’ex allenatore del Napoli, che va ad aggiungersi a manovre di ricostruzione della rosa viola non condivise nei tempi e negli interpreti con gli uomini di mercato viola: Joe Barone, Daniele Pradè e il nuovo arrivato Nicolas Burdisso.

Per andare in Sardegna il tampone non serve più, dal 16 giugno


articolo: https://www.corriere.it/cronache/21_giugno_16/per-andare-sardegna-tampone-non-serve-piu-16-giugno-f0fa9756-ce88-11eb-b2ed-71257ec75099.shtml?fbclid=IwAR2NUNlrLjfwBg5np98NDhAzfdlJCw3iK5dhkh6DZRyV45lwp8SqN9CyHMk

L’ordinanza che obbligava ad avere prova di un tampone negativo per entrare in Sardegna è scaduta e non è stata rinnovata

Per andare in Sardegna, dal 16 giugno, non occorre più il tampone. L’ordinanza che in deroga a quanto stabilito dal governo per gli spostamenti tra diverse regioni — obbligava chiunque dovesse andare sull’isola ad avere prova di un tampone con esito negativo, di essere guarito dal Covid o di essere vaccinato è scaduta il 15 giugno e non è stata rinnovata.

Al momento non è chiaro se la Regione abbia intenzione di introdurre nuove normative che regolino l’ingresso di turisti. Di sicuro, ad ora, non ci sono normative in merito.

Serve il pass per viaggiare in Italia? – Come indicato qui, per spostarsi in Italia non occorre avere il «green pass», né le certificazioni che — fino al varo del pass — ne faranno le veci (e cioè che si è stati vaccinati, con la prima dose, da almeno 15 giorni, che si è guariti dal Covid o che si è stati sottoposti a un tampone che ha dato esito negativo. Entro la fine della settimana, il governo dovrebbe varare il nuovo Dpcm sul «certificato verde Covid 19» (il nome ufficiale del green pass) che entrerà in vigore il 1 luglio.

Dal 26 aprile, poi, ci si può spostare liberamente tra regioni e province autonome che si trovano in zona gialla o bianca, senza dover esibire né un tampone negativo, né il certificato di vaccinazione, né il documento che attesti la guarigione dal Covid.

Nonostante l’Italia sia completamente in zona bianca e gialla, la Sardegna aveva varato un’ordinanza con la quale imponeva ai viaggiatori in arrivo sull’isola di registrarsi a un sito (si chiama Sardegna Sicura e, da oggi, non funziona più) e di dotarsi di green pass (e dunque di un tampone negativo effettuato meno di 48 ore prima della partenza, o, in alternativa, di un certificato che attesti di essere guariti dal Covid, oppure di aver ricevuto la prima dose di vaccino da almeno 15 giorni).

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Sardegna Sicura e, da oggi 16 giugno, non funziona più

Questa ordinanza è scaduta: da oggi, dunque, ci si potrà spostare in Sardegna come ci si sposta tra tutte le altre regioni italiane, senza pass, certificazioni o tamponi..

Se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare in alcune regioni o province, il green pass potrebbe però diventare necessario anche spostarsi tra regioni. Il decreto oggi in vigore stabilisce infatti che è necessario per spostarsi tra regioni arancioni o rosse per motivi legati al turismo. Se ci si sposta in una regione o provincia che si trova nelle due fasce di rischio più alte per motivi di salute, lavoro, necessità e urgenza, invece, è sufficiente l’autocertificazione.

Maturità 2021..


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in forma “ridotta” e con norme anti-Covid. La diretta da Roma e Milano.
Maturità 2021, in forma “ridotta” e con norme anti-Covid. La diretta da Roma e Milano.

Antonello Venditti – Notte Prima Degli Esami (Live 2021)

Francesco Guccini compie 81 anni: è festa social


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Francesco Guccini (Modena, 14 giugno 1940) è un cantautore, scrittore e attore italiano.

auguri Francesco 

Francesco Guccini – Live @RSI 1982

articolo: https://www.adnkronos.com/francesco-guccini-compie-81-anni-e-festa-social_J07TG5VQhJDKqDIoYvVc1

Francesco Guccini compie 81 anni e su Twitter esplode la festa virtuale. Per il cantautore – tra i più iconici della sua generazione e scrittore apprezzato – nato a Modena il 14 giugno del 1940, è infatti un fiume di messaggi e citazioni sui social. “‘Io appena giovane sono invecchiato tu forse giovane non sei stato mai‘. Auguri Francesco avevo 12 anni e ti ascoltavo, ora ne ho 62 e ti ascolto. Sei stato la colonna musicale della mia vita“, scrivono al ‘Maestrone’ mentre ricordano: “La mia mamma mi ha fatto ascoltare #FrancescoGuccini fin da quando ero nella pancia e a me è sempre piaciuto questo pancione un po’ burbero, oggi come sempre canteremo ed ascolteremo le sue canzoni“.

Citano ‘Dio è morto‘ o ‘Autogrill‘ – con la ragazza dietro al banco intenta a mescolare birra chiara e Seven-up -, e ancora ‘Cirano‘ che a dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocca, o ‘L’Avvelenata‘ grazie alla quale “io, di destra, ho imparato a suonare la chitarra“.

Boy George, 60 anni da icona pop


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Boy George Boy George, pseudonimo di George Alan O’Dowd (Londra, 14 giugno 1961), è un cantautore e disc jockey britannico di origini irlandesi.

Culture Club – Karma Chameleon

Boy George, 60 anni da icona pop. “Ero la pecora rosa della famiglia”

articolo: https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2021/06/14/news/boy_george-305872250/

Il 14 giugno George Alan O’Dowd festeggia il compleanno. Il successo con i Culture Club, una carriera tra alti  e bassi

Ci ha fatto ballare negli anni 80 con succssi formidabili, come Do you really want to hurt me o Karma chameleon, ha lanciato le mode, i cappelli, il trucco. Sempre fuori dal coro. Il 14 giugno Boy George compie 60 anni. All’anagrafe George Alan O’Dowd, occhi azzurri sottolineati dall’ombretto, le treccine decorate con i nastri colorati, è un’icona pop. Ha raccontato di aver vissuto l’infanzia in solitudine, anche se circondato dai quattro fratelli. Si è definito: “pink sheep of the family”, ovvero la “pecora rosa della famiglia”. Ama il punk, frequenta i locali londinesi, al Blitz Club viene notato da Malcom McLaren, produttore e creatore dei Sex Pistols. Nasce così il gruppo Bow Wow Wow che lascia per fondare i Culture Club. Il primo singolo è Kissing to be clever, ma il quartetto raggiunge il successo internazionale con il singolo Do you really want to hurt me, che conquista anche l’America. continua a leggere

Culture Club Do You Really Want To Hurt Me

Euro2020, panico prima di Germania-Francia. Un paracadutista di Greenpeace plana sullo stadio


articolo: https://video.repubblica.it/dossier/euro2020/euro2020-panico-prima-di-germania-francia-un-paracadutista-di-greenpeace-plana-sullo-stadio/389426/390143?ref=RHTP-BH-I306071389-P1-S2-F

Pochi secondi prima del fischio d’inizio di Germania-Francia, a Monaco di Baviera, un attivista di Greenpeace si è paracadutato in campo in segno di protesta. Sul paracadute giallo, la scritta nera Kick out oil, ossia: date un calcio al petrolio. L’uomo, con un’elica attaccata alla schiena, ha colpito un dipendente di una delle tv e un’altra persona che è stata trasportata in ospedale. Subito prima aveva sfiorato la tribuna stampa e la panchina delle riserve della Francia, per poi cadere rovinosamente sul terreno di gioco.

 

Caldo a Milano, un’altra giornata di blackout da Brera a piazza Vetra. «Consumi elettrici da record»


articolo: https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/21_giugno_15/caldo-milano-altre-3-ore-blackout-brera-zona-piazza-vetra-2933316e-ce02-11eb-8e82-196b74f846e5.shtml

Semafori impazziti, allarmi in tilt, negozi e ristoranti al buio: per il secondo giorno consecutivo nel centro di Milano è saltata la corrente elettrica. Unareti: «È stato registrato il carico massimo del 2021. Potenziate le squadre di pronto intervento»

Nuovi blackout. Per il secondo giorno di fila si sono registrati disagi, stavolta in zona Brera e verso piazza Vetra. Per più di tre ore, semafori impazziti, allarmi in tilt, negozi e ristoranti al buio, attività interrotte. «È stato registrato il carico massimo del 2021 sulla rete elettrica, con un improvviso più 25 per cento dei consumi che in due giorni si sono impennati rispetto alla scorsa settimana — si scusa Unareti —. Abbiamo potenziato le squadre di pronto intervento».

Non siamo più abituati al caldo, «maggio e la prima parte di giugno erano stati clementi, abbiamo acceso tutti insieme i condizionatori e questo è il risultato», ragiona Andrea Giuliacci di Meteo.it. Per superare definitivamente i disservizi che si verificano nei momenti di cambi di carico sulla rete, occorrono investimenti ingenti. Nel 2021 Unareti prevede di spendere 100 milioni (da 88 l’anno scorso), arriveranno a 120 a partire dal 2024. Ma per ora, quando si presenta il blackout, per tamponare il problema gli operatori «modificano l’assetto e isolano le parti dell’impianto su cui è necessario intervenire, e questo richiede tempo».

Se lunedì il blackout aveva interessato dal Salotto a viale Premuda ad alcune strade a Niguarda, martedì gli impianti di condizionamento accesi hanno sovraccaricato ancora la rete creando disagi. Le concentrazioni di ozono restano alle stelle per la compresenza di temperature molto elevate e radiazioni solari forti, man mano che ci si avvicina al solstizio d’estate. I ventilatori si sono arresi di nuovo in un martedì rosso fuoco, con temperature sopra ai 30 gradi, scenario che rischia di ripetersi anche mercoledì: secondo le previsioni meteo Milano resterà nella morsa di caldo e afa. Le concentrazioni di ozono, martedì, hanno superato per la prima volta i 180 microgrammi/metro cubo in alcune stazioni lombarde e non accennano a scendere.