Canada: shock in comunità nativi, trovati resti 215 bimbi


La vergogna del Canada: “Ecco le fosse comuni dei bimbi indigeni”

articolo: https://www.repubblica.it/esteri/2021/05/29/news/orrore_in_canada_ecco_le_fosse_comuni_dei_bimbi_indigeni-303388666/?ref=RHTP-VS-I270681069-P15-S1

Trovati i resti di 215 corpi sotto una delle scuole in cui i figli dei nativi venivano rinchiusi per cancellare ogni traccia delle loro tradizioni. Tra il 1863 e il 1998, 150 mila bambini furono strappati alle famiglie dal governo. Abusati e denutriti, molti sarebbero morti di stenti


LONDRA – 
Una fossa comune con i resti di 215 bambini riapre una cupa pagina del passato del Canada: la “cultura del genocidio” imposta alle popolazioni indigene dai colonizzatori bianchi a partire dalla seconda metà dell’Ottocento. Tra il 1863 e il 1998, 150 mila bambini furono strappati alle famiglie delle tribù dei nativi dal governo canadese e chiusi in speciali “scuole residenziali” per cancellare ogni traccia delle loro tradizioni, costringendoli ad accettare la civiltà e la religione occidentale. Tenuti praticamente prigionieri, in condizioni di denutrizione, di maltrattamento e spesso anche di abusi sessuali, a migliaia morirono di stenti o malattie e vennero fatti scomparire nel nulla. Fino ad oggi non esistevano prove concrete del misfatto perpetrato dalle autorità di Ottawa: ma ora le ossa saltate fuori dal terreno dove sorgeva una di queste scuole-prigioni nello stato di British Columbia dimostra che non si trattava di una leggenda bensì di un segreto mantenuto per troppo tempo.

«Sapevamo che queste cose erano accadute nella nostra comunità, ma non eravamo in grado di confermarle», afferma Rosanne Casimir, capo dei Tkemlups te Secwepemc, la tribù che rivendica i resti dei corpicini come propri, «per noi sono morti non documentate», dunque omicidi da investigare. Le cause e la data dei decessi non sono ancora chiari, ma alcuni dei corpi sembrano di bambini di appena tre anni. «Quello che è emerso oggi mi spezza il cuore, è un doloroso ricordo di un capitolo vergognoso della nostra storia», commenta il primo ministro canadese Justin Trudeau. «Quelle scuole fanno parte di una ignobile politica coloniale», gli fa eco Carolyn Bennett, ministra per le relazioni con gli indigeni. «Purtroppo non è una sorpresa», osserva Richard Jock, presidente della Nazione Indigena, l’organizzazione che riunisce le tribù di nativi del Canada. «Ma le conseguenze continuano a farsi sentire per la nostra gente. Vogliamo giustizia».

L’ultima residential school per i figli degli indigeni ha chiuso poco più di venti anni or sono. Ai bambini veniva proibito di parlare la lingua nativa o di praticare la propria religione e le proprie tradizioni. Il rapporto di una commissione chiamata a indagare nel 2008 aveva già documentato l’orrore di queste istituzioni: molti bambini non vennero mai restituiti ai genitori, molti morivano all’interno delle scuole e venivano fatti sparire. Il vitto era scarso. Non c’era riscaldamento d’inverno. Un sopravvissuto ha raccontato di suore che lo costringevano a cospargersi il viso con la propria urina. Epidemie di morbillo e tubercolosi erano frequentissime, anche perché i bambini dovevano dormire a decine in una piccola stanza. Fra tre o quattromila perirono in queste scuole senza lasciare traccia. Un successivo rapporto del 2015, denominato Truth and Reconciliation (Verità e riconciliazione), ha equiparato la tragedia dei nativi del Canada a un «genocidio» e il governo canadese aveva già presentato scuse ufficiali alle tribù indigene per le violenze da esse sofferte. Ma adesso sarà aperta un’altra inchiesta e ci saranno nuovi scavi in cerca di altre fosse comuni. L’orrore continua.

Nuovo scontro Canada-Cina. Ottawa: “Quello degli uiguri è genocidio”. Pechino: “Ignorano i fatti” – di Filippo Santelli23 Febbraio 2021

Canada, Trudeau chiede scusa agli italiani internati ingiustamente durante la guerra27 Maggio 2021

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Canada: shock in comunità nativi, trovati resti 215 bimbi

articolo: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2021/05/29/canada-shock-in-comunita-nativi-trovati-resti-215-bimbi_409f98be-3fcc-44cd-a517-b5463b3d9812.html

Sepolti vicino a una ex scuola gestita dalla Chiesa cattolica

La comunità dei nativi della British Columbia meridionale (Canada) è sotto shock. Una tragica verità che i membri della minoranza etnica ‘Tk’emlúps te Secwépemc’ sospettavano da decenni è venuta alla luce in tutta la sua macabra crudeltà nei giorni scorsi: i resti di 215 bambini sono stati trovati vicino a quella che un tempo era la Kamloops Indian Residential School, uno degli istituti del sistema delle cosiddette ‘Indian residential schools’, una rete di scuole fondate dal governo e amministrate dalle Chiese cattoliche che rimuovevano i figli degli indigeni dalla loro cultura per assimilarli nella cultura dominante.


Ma non solo: i bambini erano spesso oggetto di abusi sessuali e fisici, e molti di loro – come testimonia questo ritrovamento, di cui dà notizia oggi la Cnn – pagarono con la vita la loro unica ‘colpa’ di essere diversi. La Kamloops Indian Residential School, una delle più grandi del Paese, iniziò l’attività alla fine del 19mo secolo sotto la gestione della Chiesa cattolica prima di passare sotto il controllo del governo nella seconda metà degli anni Sessanta e di chiudere i battenti nel 1978.

La tragedia dell’Heysel 36 anni fa


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Il 29 maggio 1985 39 tifosi della Juventus morirono prima della finale di Coppa Campioni col Liverpool

Passano gli anni, ma il ricordo continua a fare male“. La Juventus ricorda così, sul suo sito Internet, la tragedia dell’Heysel nel suo 36esimo anniversario. “Dal 1985, il 29 maggio rappresenta il giorno del silenzio e della commemorazione – osserva il club -.

Il giorno in cui tutti noi ci stringiamo per ricordare un momento assurdo che trasformò una serata di festa, nell’attesa di 90 minuti indimenticabili, in un incubo che resta scolpito nella storia. Sono emozioni di gioia ed entusiasmo, quelli che solitamente precedono una grande partita come quella che stava per iniziare allo stadio Heysel, ma che quella sera lasciarono il posto alla paura prima, al dolore poi. Quella del 29 maggio 1985 è una tragedia che continua a fare male anche a distanza di trentasei anni: oggi, come allora, e come ogni volta che pronunciamo la parola ‘Heysel’, il nostro pensiero va a tutte le vittime di quella serata senza un senso, e alle loro famiglie. Perché il ricordo è sempre vivo dentro tutti noi“. 

Il 29 maggio 1985 è stata la notte più buia del calcio mondiale, quella della tragedia dell’Heysel. I tifosi juventini – 32 erano italiani – andati a Bruxelles con la speranza di festeggiare la prima Coppa dei Campioni bianconera trovarono una morte orribile nel settore Z dello stadio, travolti dalla furia degli hooligans inglesi ubriachi, schiacciati contro le balaustre o precipitati dalle gradinate, poco prima che iniziasse la finale Juve-Liverpool. Morti, però, anche per l’inadeguatezza dell’Heysel e dei servizi di sicurezza ed ordine pubblico.

Un ricordo ancora oggi terribile per i parenti delle vittime, per i sopravvissuti, per chi aveva seguito le cariche degli hooligans, il caos e la disperazione dei tifosi che cercavano scampo dagli altri settori dell’Heysel o in tv. Una ‘Coppa maledetta’ che la Juve aveva inseguito per 30 anni, sfuggita già due volte, nel ’73 a Belgrado, dieci anni dopo ad Atene. Un trofeo che oggi molti protagonisti dell’epoca non sentono come un trofeo conquistato, ricordando che in pratica furono obbligati a giocare. Ma ci sono anche tifosi juventini che, al contrario, la considerano un premio alla memoria delle 39 vittime, allineate nelle stanze dello stadio mentre sul campo si consumava la partita più surreale nella storia del calcio europeo, vinta dalla Juventus con un calcio di rigore segnato da Platini. Una partita giocata con un intero spicchio dell’Heysel, senza più tifosi, transennato davanti alle macerie ed alle cose perse dai tifosi nella calca.

Non sapevamo cosa era davvero successo, avevamo avuto notizie di un morto, forse due, ma non potevamo immaginare una tragedia così grande“, avrebbero detto poi i giocatori bianconeri.  I neo campioni d’Europa avevano festeggiato sotto la curva dell’Heysel subito dopo il 90′, ma il giorno dopo, al rientro a Torino, quando le notizie sulle tragedia erano diventate ufficiali e chiare nella loro drammaticità, ogni traccia di gioia era scomparsa dai loro volti. Sergio Brio, scendendo sulla scaletta dell’aereo, stringeva la Coppa, ma senza esultare.

All’Heysel il club bianconero aveva consegnato al delegato Uefa Gunther Schneider la nota ufficiale spiegando perché aveva detto sì alla richiesta di giocare comunque: “La Juve accetta disciplinatamente, anche se con l’animo pieno di angoscia, la decisione dell’Uefa, comunicata al nostro presidente, di giocare la partita per motivi di ordine pubblico“. Il presidente di allora, Giampiero Boniperti, non ha mai voluto riparlare di quella finale così dolorosa. Neppure per l’attuale massimo dirigente bianconero, Andrea Agnelli, è facile tornare sull’argomento: “Ho sempre fatto fatica a sentire mia quella Coppa – ha detto in occasione del venticinquennale del’Heysel – anche se i giocatori mi hanno sempre detto che fu partita vera”. E Marco Tardelli, in un’intervista alla Rai, qualche anno fa ha spiegato e chiesto scusa: “Era impossibile rifiutarsi di giocare, ma non dovevamo andare a festeggiare, l’abbiamo fatto e sinceramente chiedo scusa“.

Sono passati tanti anni da quel 29 maggio 1985, quando nella strage dell’Heysel persero la vita 39 persone di cui 32 nostri connazionali, con centinaia di feriti. Forte è la memoria, così come le ferite“. Così, sui social, la sindaca di Torino Chiara Appendino ricorda la tragedia. “La Città di Torino ricorda le vittime e si stringe alle famiglie“, aggiunge la prima cittadina.

Una foto d’archivio raffigurante la tragedia dello stadio di Heysel, dove 39 persone hanno perso la vita, durante la finale di Coppa Campioni (attuale Champions League) tra Juventus e Liverpool, in una immagine del 29 maggio 1985. ANSA/ARCHIVIO

Napoli, è ufficiale: Spalletti nuovo allenatore


articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/napoli/2021/05/29/news/napoli_spalletti_allenatore_de_laurentiis-303308941/

L’annuncio del presidente De Laurentiis: “Insieme faremo un grande lavoro”. Contratto biennale

E’ ufficiale: Luciano Spalletti è il nuovo allenatore del Napoli. “Sono lieto di comunicare che Luciano Spalletti sarà il nuovo allenatore del Napoli a partire dal prossimo 1 luglio. Benvenuto Luciano, insieme faremo un grande lavoro”. Con queste parole riportate sul sito del club il presidente Aurelio De Laurentiis ha ufficializzato l’arrivo del tecnico toscano.

Spalletti torna ad allenare in Serie A due anni dopo il  divorzio dall’Inter. Il tecnico toscano aveva guidato i nerazzurri dal 2017 al 2019. Spalletti ha firmato con il Napoli un contratto biennale con l’obiettivo di riportare la squadra azzurra in Champions League e far dimenticare la cocente delusione della stagione appena conclusa. Il tecnico di Certaldo avrà un ingaggio di quasi 3 milioni di euro a stagione e prenderà il posto di Rino Gattuso. Il Napoli torna ad affidarsi ad un allenatore toscano dopo gli ottimi risultati ottenuti nel passato recente prima da Walter Mazzarri e poi da Maurizio Sarri.

Luciano Spalletti

Forte dei Marmi, incendio devasta lo storico stabilimento balneare Gilda


articolo: https://video.corriere.it/cronaca/forte-marmi-incendio-devasta-storico-stabilimento-balneare-gilda/e18839dc-c068-11eb-b483-a79329df2c54

I vigili del fuoco sono intervenuti per domare le fiamme alte fino al soffitto

Ansa / CorriereTv

I vigili del fuoco sono intervenuti a Forte dei Marmi, in viale Italico, per un incendio divampato in uno storico stabilimento balneare, il Gilda . I danni sono ingenti, i pompieri non segnalano persone coinvolte e sul posto è presente anche personale dell’ufficio di polizia giudiziaria del comando di Lucca per gli accertamenti sulle cause del rogo. Fra le ipotesi quella di un corto circuito partito dalla zona del capannone. Il Gilda è tra gli stabilimenti più frequentati ed esclusivi del Forte, tra i cuoi clienti ci sarebbe anche Andrea Agnelli. E’ anche un ristorante molto conosciuto e di recente è stata una delle location scelte dalla produzione del film di Sky “Security”

INCENDIO DEVASTA UNO STABILIMENTO BALNEARE A FORTE DEI MARMI

Mugello, incidente in Moto3


Mugello, incidente in Moto3 per Dupasquier: è grave

articolo: https://www.repubblica.it/sport/moto-gp/2021/05/29/news/mugello_incidente_grave_dupasquier-303334566/?ref=RHTP-BH-I293269148-P2-S2-T1

Mugello, 29 maggio 2021

Drammatico incidente sulla pista del Mugello durante le qualifiche della Moto3: Jason Dupasquier, 19enne svizzero del team CarXspert PrustelGP, è caduto nell’ultimo giro delle Q2 e dopo un brutto volo è stato travolto dalle moto di altri due piloti che lo seguivano a poca distanza, il giapponese Ayumu Sasaki e lo spagnolo Jeremy Alcoba. Il ragazzo è stato immediatamente soccorso dall’équipe medica del motomondiale, guidata da Angel Charte: è rimasto per circa mezz’ora sull’asfalto assistito dai sanitari, prima di essere trasportato a bordo di un elicottero che qualche minuto più tardi ha raggiunto l’ospedale Careggi di Firenze. Le sue condizioni sono giudicate gravi.

Dupasquier ha perso il controllo della sua Ktm subito all’uscita cieca dell’Arrabbiata 2, la curva numero 9 del circuito toscano: era nel mezzo di un gruppo di piloti lanciati alla ricerca del miglior crono per la griglia della gara in programma domani. Il primo ad investirlo è stato Sasaki, ventenne del team Tech3, poi il giovane è stato toccato anche dalla moto di Alcoba, che corre per Kommerling Gresini. “Stavamo prendendo velocità, quarta marcia, quello è un punto cieco: all’ultimo ho intravisto davanti a me Gabriel (Rodrigo) che rallentava improvvisamente, ho scartato sulla destra per evitarle di andargli contro e mi sono trovato Jason davanti: credo di averlo colpito alle gambe”, ha raccontato Jeremy ai microfoni di Sky. Alcoba e Sasaki, finiti a loro volta sull’asfalto, si sono rialzati senza apparenti conseguenze. “Rispetto ai miei tempi le condizioni di sicurezza sono molto migliorate rispetto ai miei tempi. Ma spero che quel ragazzo riesca a cavarsela. E’ un momento di grande tristezza”, ha commentato Giacomo Agostini, 15 volte campione del mondo, presente nel paddock del Mugello. Dopo una lunga attesa, intorno alle 14 con la pista di nuovo libera è cominciata la quarta sessione di prove libere della MotoGp.

Devastante incendio distrugge la palestra Fit Boutique, ancora non si esclude matrice dolosa


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CRONACA Buccinasco, 29 Maggio 2021 ore 08:53

Devastante incendio distrugge la palestra Fit Boutique, ancora non si esclude matrice dolosa.

Devastante incendio distrugge la palestra Fit Boutique, ancora non si esclude matrice dolosa

CRONACA Buccinasco, 29 Maggio 2021 ore 08:53

Completamente distrutto, non si è salvato nulla nel devastante rogo che ha avvolto Fit Boutique, un centro nato da pochi mesi che si occupa di attività fisica e benessere. La proprietaria, una ragazza giovane, ha visto con i suoi occhi bruciare il suo sogno, realizzato con tanti sacrifici condivisi con la famiglia.

Cinque i mezzi dei vigili del fuoco che sono intervenuti sul posto per sedare il violento incendio, insieme a un’ambulanza, a supporto dei pompieri e per soccorrere la ragazza proprietaria che si è sentita male rendendosi conto che tutto quello che aveva costruito era andato distrutto.

Non si esclude nessuna ipotesi – Sul posto anche gli agenti della polizia locale e i carabinieri che, in sinergia con i vigili del fuoco, hanno iniziato subito a effettuare tutti i rilievi per cercare di ricostruire l’esatta dinamica. Per ora, non si esclude nessuna pista, un corto circuito o la matrice dolosa. Saranno le approfondite indagini, attraverso testimonianze e video catturati dalle telecamere della zona, a cercare di chiarire ogni dubbio.