Ieri 11.807 contagi, tasso di positività salito al 3,6%. I dati Gimbe: curve in discesa, ma più casi tra i bimbi
Una Penisola finalmente libera da zone rosse. Potrebbe essere questa la mappa dell’Italia che uscirà oggi dalla cabina di regia che definirà i passaggi di fascia delle Regioni in un quadro epidemiologico in lieve risalita (Rt a 0,85 a livello nazionale, era 0,81 alla scorsa rilevazione). La Valle d’Aosta — unica zona rossa rimasta — potrebbe essere promossa in arancione dopo appena una settimana. La Puglia spera invece nel giallo (insieme con Basilicata e Calabria), mentre il Veneto torna ad avvicinarsi pericolosamente alla zona arancione. E la Sardegna resta in bilico, contestando il sistema che rimanda il passaggio in giallo per altri sette giorni.
Valle d’Aosta – Dopo appena una settimana in lockdown, la Valle d’Aosta già da lunedì potrebbe tornare arancione. E questo grazie all’incidenza scesa a 187 nuovi positivi su 100 mila abitanti (ben sotto la soglia dei 250 che fa scattare la zona rossa). Vanno meglio anche gli altri indicatori: l’Rt sotto l’1 e la pressione sugli ospedali che si allenta. A dimostrarlo il fatto che nella mappa europea dell’Ecdc, la regione guidata da Erik Lavevaz ha abbandonato il rosso scuro.
Puglia e Veneto – Grazie al miglioramento degli indicatori, Puglia, Basilicata e Calabria sperano di approdare lunedì in zona gialla. Con l’eventuale passaggio — che avverrà solo dopo la firma delle ordinanze da parte del ministro della Salute Roberto Speranza — salirà ad oltre 53 milioni il numero degli italiani che possono circolare liberamente e andare al ristorante a pranzo e cena, al cinema, a teatro o in un museo. Grande apprensione, invece, in Veneto: «L’Rt è salito a 0,95, a un passo dalla fascia arancione — spiega la responsabile regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin —. È un dato che ci preoccupa e ci deve preoccupare». Il Veneto, comunque, dovrebbe rimanere in zona gialla per questa settimana, anche grazie all’incidenza (97 contagi ogni 100 mila abitanti) e al tasso di «occupazione dei posti letto in terapia intensiva e area medica da parte dei malati Covid sceso sotto il 15%» aggiunge Lanzarin.
Sardegna in bilico – La Sardegna ha buoni dati ma potrebbe non ottenere il passaggio di fascia. La zona arancione dovrebbe durare per un’altra settimana — come prevede l’ordinanza del 3 maggio — ma il governatore Christian Solinas spera ancora nel giallo e protesta contro il sistema delle Regioni a colori. Le motivazioni sono contenute in un report inviato al ministero. «Negli ultimi 14 giorni, tutti i principali indicatori sono in miglioramento — spiega Solinas —, con un quadro generale compatibile con la fascia di rischio più bassa. Rimanere in arancione sarebbe paradossale».
I nuovi contagi – Il bollettino di ieri rileva 11.807 nuovi contagi, circa 1.300 in più rispetto a mercoledì, con 324 mila tamponi (- 3.000) e un tasso di positività salito al 3,6%. I decessi sono stati 258, nove in meno del giorno precedente. Dal monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, emerge la discesa di tutte le curve. Eppure sono in aumento i nuovi casi nelle fasce 3-5 e 6-10 anni, «verosimile conseguenza della ripresa delle attività scolastiche in presenza e della maggiore contagiosità della variante inglese».
Le piscine – Dopo l’approvazione del Cts, il governo ha dato il via libera al protocollo sullo sport che fissa le regole per la ripartenza di piscine e palestre. I primi a tornare ad allenarsi saranno i nuotatori: gli impianti all’aperto riapriranno il 15 maggio e all’ingresso bisognerà sempre misurare la temperatura. In vasca bisogna mantenere una distanza di 7 metri quadri, fuori «si deve assicurare una superficie di almeno 10 metri quadri per ogni ombrellone». Lettini e sdraio dovranno essere sistemati per garantire la distanza di almeno un metro e mezzo tra persone non conviventi. Quando si fa il bagno poi, è vietato soffiarsi il naso. I bambini molto piccoli potranno entrare in acqua solo con i pannolini.
Le palestre – Per le palestre il via libera è rimandato al primo giugno. La mascherina è obbligatoria fino all’inizio dell’allenamento: la distanza comunque non potrà essere inferiore a due metri, all’aperto ne basta uno. Si deve «arrivare già vestiti adeguatamente alle attività» e se possibile utilizzare il proprio tappetino. I gestori di piscine e palestre devono mantenere l’elenco dei clienti per almeno 14 giorni.

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