Cagliari: addio Di Francesco, è fatta per Semplici


articolo: https://www.ansa.it/sito/notizie/sport/calcio/2021/02/21/cagliari-addio-di-francesco-e-fatta-per-semplici_d90acaef-e6bb-489a-9034-1e98e7680226.html

Leonardo Semplici

Manca soltanto l’ufficialità, ma ormai sono stati definiti anche i dettagli: Leonardo Semplici sarà il nuovo allenatore del Cagliari. Sostituisce Eusebio Di Francesco, il tecnico su cui il presidente Tommaso Giulini aveva puntato a inizio stagione.

Manca però anche in questo caso l’ufficialità del divorzio, praticamente inevitabile dopo la sconfitta interna di venerdì notte con il Torino.
Semplici, con il quale sono stati risolti i problemi che riguardavano il suo staff, dovrebbe arrivare già da domani per la firma del contratto e il primo contatto con la squadra in vista della trasferta di Crotone, altra tappa decisiva in vista di una possibile rincorsa della salvezza.
Fatale per Di Francesco la lunga striscia negativa di risultati degli ultimi due mesi, con un solo punto in dieci partite e un gol nelle ultime sei gare.
La ‘rivoluzione‘ nel Cagliari non si ferma qui: è in arrivo anche il direttore sportivo Stefano Capozucca, ma l’attuale direttore sportivo Pierluigi Carta rimarrà comunque nel club.

Eusebio Di Francesco

Paura per Osimhen, trauma cranico per il calciatore


Napoli, esami con esito negativo per Osimhen

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L’attaccante del Napoli Victor Osimhen, in seguito all’infortunio con trauma cranico subìto nei minuti finali della partita con l’Atalanta a Bergamo, si è sottoposto a esami con esito negativo. Lo fa sapere la società azzurra.

Il calciatore, informa sempre il club, resterà a Bergamo fino a oggi sotto l’osservazione clinica del responsabile sanitario azzurro, Raffaele Canonico.

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Attaccante del Napoli in ospedale portato via al 91

Paura per Osimhen, trauma cranico per il calciatore

Victor Osimhen ha riportato un trauma cranico nel contrasto con Romero al 1′ di recupero di Atalanta-Napoli al Gewiss Stadium di Bergamo. Gli è stato riscontrato all’ospedale Papa Giovanni XXIII dove era stato trasportato immediatamente dopo il soccorso in campo.

Il centravanti dei campani è caduto con la testa innaturalmente all’indietro: dopo l’intervento immediato della Croce Rossa, Osimhen è stato trasportato in stato di incoscienza sull’ambulanza, riprendendo i sensi durante il viaggio verso il nosocomio pubblico cittadino.

Milan-Inter 0-3: Lautaro (doppietta) e Lukaku….


Milan-Inter 0-3: Lautaro (doppietta) e Lukaku regalano a Conte l’allungo in testa alla classifica

articolo: https://www.corriere.it/sport/21_febbraio_21/milan-inter-0-3-ditta-lautaro-lukaku-eriksen-vale-l-allungo-vetta-conte-0f9d8088-7457-11eb-88fd-12da203c2b8b.shtml

L’OMAGGIO PER MAURO BELLUGI

L’OMAGGIO PER MAURO BELLUGI
Squadre in campo con il lutto al braccio per ricordare Mauro Bellugi, storico difensore nerazzurro scomparso nella giornata di sabato. Minuto di raccoglimento a San Siro prima del fischio d’inizio: squadre raccolte nel cerchio di centrocampo nel silenzio assordante del Meazza

Il derby assomiglia al momento della svolta, i rossoneri perdono certezze. Nerazzurri trascinati dai gemelli del gol, e da Handanovic che salva tre volte: così allungano a +4 in classifica

Con una coppia così è più facile. Lautaro Martinez e Lukaku, magnifici gemelli del gol, stendono il Milan e consentono all’Inter di tentare la fuga e allungare le mani sullo scudetto. Il derby è una sentenza. L’Inter lo stravince con una doppietta del Toro e il quinto gol in cinque partite con i rossoneri del totem Lukaku. I contiani segnano subito, dopo meno di cinque minuti, con l’incornata di testa di Lautaro servito da Lukaku e chiudono i conti in contropiede nella prima parte del secondo tempo: raddoppia Lautaro, dopo uno penetrazione di Hakimi, la giocata di Eriksen e l’assist di Perisic, mentre Lukaku, che in precedenza di gol ne aveva sprecati due, firma il definitivo 3-0 con un sinistro implacabile, una sassata che non dà scampo a Donnarumma.

L’Inter allunga nel momento migliore del Milan, in bambola nella prima mezzora e generoso all’inizio della ripresa. Ma Handanovic, con tre grandi parate nei primi tre minuti, due sui colpi di testa di Ibra e una a mano aperta su Tonali, tiene in piede i nerazzurri e sventa il pareggio. Con il Milan lanciato all’attacco, l’Inter colpisce in contropiede. Così vince con merito la quarta partita di fila e scappa: più 4 sul Diavolo, addirittura più 11 sulla Juve, la regina degli ultimi 9 scudetti, che però ha due partite in meno (Crotone domani sera e quello con il Napoli) ed è ancora la rivale più temuta. continua a leggere

Codogno, un anno dopo: quando il Covid si prese l’Italia – Il reportage


articolo & Video: https://video.repubblica.it/dossier/coronavirus-wuhan-2020/codogno-un-anno-dopo-quando-il-covid-si-prese-l-italia-il-reportage/376576/377186?ref=RHTP-BS-I278612739-P8-S2-T1

Codogno, un anno dopo: quando il Covid si prese l’Italia – Il reportage

A distanza di un anno faccio tuttora fatica a ricordare quella notte“. Ancora è incredulo Giorgio Milesi, infermiere, coordinatore della terapia intensiva dell’ospedale civico di Codogno, quando ripensa al momento in cui prese in mano il referto del tampone di Mattia, il paziente 1, e lesse ‘positivo al sars covid 19’: “da quel giorno cambiò tutto“. continua a leggere

Covid, Codogno un anno dopo: la testimonianza dei residenti

Codogno, un anno dopo: il ricordo di quello che accadde con la scoperta del «Paziente 1»

“La Statale ha messo a punto un vaccino anti-Covid innovativo”:….


“La Statale ha messo a punto un vaccino anti-Covid innovativo”: l’annuncio del preside della facoltà di Medicina Zuccotti

articolo: https://milano.repubblica.it/cronaca/2021/02/21/news/vaccino_coronavirus_statale_milano_zuccotti-288498399/

A breve sarà depositato il brevetto del vaccino su cui ha lavorato il dipartimento di Bioscienze dell’ateneo milanese. Può essere conservato più facilmente, e per questo si potrà utilizzare anche nei Paesi più poveri”

Stiamo per depositare il brevetto per il nostro vaccino contro il Covid“. Si chiude così, con un messaggio che oggi suona come un dono, l’anno incredibile dell’Università degli Studi. Ad annunciarlo è Gianvincenzo Zuccotti, preside della facoltà di Medicina dell’ateneo milanese guidato da Elio Franzini, con i suoi 340 docenti medici al lavoro in 24 ospedali, il suo esercito di 2.500 specializzandi in prima linea nei reparti, nei pronto soccorso, nei laboratori di analisi, gomito a gomito con centinaia di ricercatori.
Gli chiediamo un bilancio di questi dodici mesi di emergenza. Un bilancio che inizia di nuovo guardando al futuro.

Professor Zuccotti, un vaccino targato Statale? – Proprio così. Qualcosa di innovativo, che non segue le tecniche usate fino a oggi, non è un vaccino a Dna e non usa l’adenovirus“.

Dov’è nato? E come? – Dal lavoro del gruppo di Claudio Bandi, del dipartimento di Bioscienze, che fa parte del centro di ricerca pediatrico Romeo ed Enrica Invernizzi, di cui sono direttore scientifico. Due gruppi di ricerca si sarebbero dovuti occupare di argomenti in ambito infettivologico, come le infezioni ospedaliere. Poi è arrivato il Covid. E i ricercatori si sono messi al lavoro per cercare un’arma che ci protegga. Ed è arrivata l’intuizione“.

Ci dica di più. – Rispetto ai vaccini già prodotti potrebbe sicuramente raggiungere più facilmente le parti del mondo più povere, tagliate fuori da quelli approvati fino a oggi, perché può essere conservato più facilmente. Ma non posso aggiungere di più prima del deposito del brevetto“. continua a leggere

Serie B, Brescia: Cellino stile presidente del Borgorosso….


Serie B, Brescia: Cellino stile presidente del Borgorosso. Espulso l’allenatore, in panchina ci va lui

articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-b/2021/02/20/news/serie_b_brescia_espulso_il_tecnico_clotet_in_panchina_va_cellino-288473264/

Il patron delle Rondinelle è sceso a bordo campo per dare indicazioni alla squadra, dopo il rosso all’allenatore spagnolo. Un episodio che ha ricordato le gesta di Alberto Sordi nel celebre film

Brescia, 20 febbraio 2021  – Massimo Cellino come Alberto Sordi nel leggendario film “Il presidente del Borgorosso Football Club“. Il vulcanico patron del Brescia fa parlare ancora di sé, questa volta per un singolare episodio accaduto nel corso del derby lombardo che ha visto le Rondinelle sconfitte in casa 2-1 dalla Cremonese. Nel corso del secondo tempo, a seguito dell’espulsione del tecnico Pep Clotet, il numero uno del Brescia ha deciso di scendere a bordo campo per sostituire in panchina l’allenatore spagnolo e dare indicazioni alla squadra e al vice Daniele Gastaldello.

 

Come Alberto Sordi in un celebre film – Un siparietto che, se mai ce ne fosse bisogno, testimonia tutta la passione per il calcio dell’ex proprietario di Cagliari e Leeds e in qualche modo ricorda le gesta di Benito Fornaciari, presidente del Borgorosso interpretato da Alberto Sordi, che nel celebre film del 1970 decide di assumere direttamente la guida tecnica della squadra, dopo aver esonerato l’allenatore italo-peruviano José Buonservizi. L’intervento di Cellino non è bastato a raddrizzare le sorti della sfida, ribaltata dalla doppietta di Ciofani dopo l’iniziale vantaggio firmato da Ayé.

Terribile incidente sulla Strada 554: Andrea Cossu in gravi condizioni


articolo: https://www.unionesarda.it/articolo/news-sardegna/provincia-cagliari/2021/02/20/terribile-incidente-sulla-strada-554-grave-un-automobilista-136-1117995.html

Ferito l’ex calciatore e dirigente rossoblù. Traffico in tilt dopo lo scontro

Terribile incidente stradale sulla Statale 554 in territorio di Selargius.

Il conducente, rimasto gravemente ferito, è Andrea Cossu, 41 anni, ex calciatore del Cagliari e attuale dirigente della società rossoblù.

Il calciatore era alla guida della sua auto, una Porsche, distrutta dopo aver carambolato sulla carreggiata in direzione Cagliari.

Dopo i soccorsi, Cossu è stato trasportato al Brotzu in codice rosso: avrebbe riportato varie fratture e un trauma cranico e non sarebbe in pericolo di vita. Ora è ricoverato in prognosi riservata. Stando a quanto si apprende è cosciente e risponde alle sollecitazioni dei sanitari.

L’INCIDENTE – Secondo gli accertamenti della Polizia locale di Selargius, ha perso il controllo del mezzo per cause imprecisate uscendo fuori strada, percorrendo un tragitto di alcune centinaia di metri, rovesciandosi più volte, infrangendosi poi sul guard rail dopo aver perso due delle quattro ruote recuperate a distanza dalla carcassa.

L’allarme è stato lanciato da automobilisti di passaggio, immediato l’arrivo della Polizia locale di Selargius col comandante Marco Cantori per i rilievi di legge, e dei vigili del fuoco di Cagliari.

Il traffico è andato in tilt con lunghe code di auto. Una delle macchine in coda ha anche preso fuoco, sono intervenuti i vigili del fuoco. L’auto di Cossu, intanto, è stata rimossa.

Patryk Dziczek, paura in Ascoli-Salernitana: il centrocampista polacco sviene e si accascia al suolo


articolo: https://www.corriere.it/sport/21_febbraio_20/patryk-dziczek-paura-ascoli-salernitana-centrocampista-polacco-sviene-si-accascia-suolo-0556871e-7394-11eb-a454-11ba24b307d7.shtml?fbclid=IwAR3LcOMRJJlUr6UnjX6fHM2qXSmphLFsM7vgOcYMV5tV2YinIB6jwCYBrNE

Attimi di terrore: il giocatore è stato soccorso dall’ambulanza che era a bordo campo: forse all’origine una crisi epilettica. Il medico: «Gli era già capitato in allenamento»

Patryk Dziczek

Attimi di paura a pochi minuti dalla fine di Ascoli-Salernitana (terminata 2-0 per i granata). Patryc Dziczek, centrocampista polacco della Salernitana in prestito dalla Lazio, si è accasciato a terra durante un’azione di gioco al minuto 85. Il giocatore, nato nel 1998, era entrato in campo 15’ prima e all’improvviso è stramazzato a terra contorcendosi.

Tempestivo l’ingresso in campo dell’ambulanza dei sanitari della Croce Rossa presente allo stadio Del Duca, il cui personale ha prestato i primi soccorsi. Il giocatore, cosciente, è stato poi subito trasportato nel più vicino ospedale – al Mazzoni – per gli accertamenti del caso. Come confermato dal medico sociale, si è trattato di una crisi epilettica, problema che il giocatore aveva già avuto lo scorso 21 settembre durante un allenamento. «Ha avuto una crisi vagale. A settembre ha avuto lo stesso episodio», il commento di Epifano D’Arrigo. «La causa scatenante non è stata appurata. Furono fatte indagini neurologiche e cardiologiche, studio elettrofisiologico con esito negativo. Adesso saranno svolte ulteriori indagini. Non c’è stato bisogno di utilizzare il defibrillatore. Non c’è stato arresto cardiaco, la lingua era andata nel retro bocca ed è stato rianimato dal punto di vista respiratorio. Si è trattato dello stesso problema registrato in allenamento, quando fu ricoverato in ospedale».

Terremoto a Firenze: scossa di 3.1 gradi Richter. Epicentro nel Mugello


Terremoto a Firenze: scossa di 3.1 gradi Richter. Epicentro nel Mugello

articolo: https://www.corriere.it/cronache/21_febbraio_20/firenze-scossa-terremoto-29-34-gradi-richter-c4410a1a-738e-11eb-a454-11ba24b307d7.shtml?fbclid=IwAR28xAmX7mzuFCY6j9HX8gFgixfClvUCuOTg7Q0QQuOXjCwPx2MqfkSzta4

La scossa di terremoto è stata registrata alle 15.55 dall’Ingv: epicentro a Borgo San Lorenzo nel Mugello. Al momento non si riscontrano danni, ma sono in corso verifiche

Firenze, 20 febbraio 2021 – Una scossa di terremoto si è avvertita a Firenze alle 15.55. La magnitudo, secondo i primi rilevamenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), sarebbe di 3.1 sulla scala Richter (dopo che la prima forchetta andava da 2.9 a 3.4). L’epicentro sarebbe localizzato a 5 km dal Comune di Borgo San Lorenzo, nel Mugello, ad una profondità di 8 km.

Morto Mauro Bellugi


articolo: https://www.ansa.it/sito/notizie/sport/2021/02/20/morto-mauro-bellugi-_c4a18898-f14f-4c97-ac42-e88b608ff091.html

Mauro Bellugi (Buonconvento, 7 febbraio 1950 – Milano, 20 febbraio 2021) è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo difensore.

Mauro Bellugi, ex calciatore dell’Inter, è morto. Lo apprende l’ANSA da fonti qualificate. Bellugi, al quale erano state amputate le gambe nel dicembre scorso, aveva 71 anni. 

Mauro Bellugi è morto stamattina in un ospedale di Milano.

Dopo essere stato contagiato dal coronavirus, era stato colpito da una trombosi. Gli erano state amputate entrambe le gambe, ma aveva continuato ad avere seri problemi.

Morto Mauro Bellugi, a novembre gli erano state amputate le gambe per il Covid

articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/2021/02/20/news/morto_mauro_bellugi-288427250/

L’ex calciatore di Inter e Bologna aveva subito la doppia amputazione a causa di complicazioni legate al coronavirus. Aveva compiuto 71 anni il 7 febbraio. Domani un minuto di silenzio nel derby di Milano

È morto Mauro Bellugi. All’ex calciatore di Inter, Bologna, Napoli e della Nazionale, 71 anni compiuti il 7 febbraio, erano stateamputate entrambe le gambe nei mesi scorsi per complicazioni legate al Covid. Ne ha dato notizia la famiglia. Bellugi è morto questa mattina all’ospedale milanese di Niguarda in seguito a un’infezione.

32 volte in azzurro, una sola rete in carriera – L’ex difensore era ricoverato dal 4 novembre, dopo essere risultato positivo al coronavirus, dovendo poi subire l’amputazione di entrambe le gambe: il 13 novembre la prima, il 20 la seconda. La doppia amputazione è stata decisa dai medici in seguito al peggioramento di altre patologie che Bellugi aveva prima di contrarre il Covid-19. In carriera aveva vestito le maglie di Inter, Bologna, Napoli, Pistoiese, oltre che quella della nazionale con 32 presenze. Il suo unico gol in carriera con l’Inter fu in Coppa Campioni contro il Borussia Monchengladbach. “Il Covid mi ha tolto anche la gamba con cui feci gol al Borussia Monchengladbach”, aveva raccontato l’ex difensore che ai tedeschi realizzò l’unica rete della carriera, nella partita di Coppa dei Campioni del 3 novembre 1971, vinta 4-2 dall’Inter. Con grande forza d’animo Bellugi pensava comunque di poter riprendere a camminare grazie a delle protesi: “Prenderò quelle di Pistorius”, aveva detto con un sorriso. Domani prima del derby di Milano le due squadre osserveranno un minuto di silenzio in ricordo di Bellugi. I giocatori dell’Inter giocheranno la partita con il lutto al braccio. Non è escluso possa farlo anche il Milan

Boninsegna: “Ho perso un amico” – “Io cerco di ricordarmelo quando giocavano insieme. Era un ragazzo simpaticissimo e divertente. E c’è un aneddoto che me lo fa ricordare in particolare: siccome lui era bravo con i piedi, era un difensore anomalo. Faceva il pallonetto anche agli attaccanti e io gli dicevo: ‘Mauro se per caso scivoli e prendiamo gol, comincia a correre…’ e lui mi diceva “si , lo so ma tanto non mi avresti preso…”. È il ricordo di Roberto Boninsegna su Mauro Bellugi. “A Milano ci si frequentava, purtroppo se ne è andato un amico. Io l’ho sentito due giorni fa. Non mi ha detto che stava così male, mi aveva detto che gli dovevano fare un altro intervento”, ha concluso commosso Boninsegna.

Calcio:perquisizioni Gdf in sede Brescia


articolo: https://www.ansa.it/lombardia/notizie/2021/02/19/calcioperquisizioni-gdf-in-sede-brescia_fd209f50-48b8-4955-b8b4-f17a959e1758.html

Massimo Cellino indagato per reati fiscali

(ANSA) – Brescia, 19 febbraio 2021 – La Guardia di Finanza nella sede del Brescia calcio. Come spiegato dal sito del Giornale di Brescia perquisizioni della Guardia di Finanza sono in corso negli uffici della sede del Brescia calcio e casa di Massimo Cellino a Padenghe sul Garda.

Nell’ambito di un’inchiesta su reati fiscali Massimo Cellino risulta iscritto nel registro degli indagati. (ANSA).

Covid e colori, Campania, Emilia-Romagna, Molise e Umbria in…


Covid e colori, Campania, Emilia-Romagna, Molise e Umbria in arancione. Rezza: “Ci aspettiamo aumento casi per variante inglese”

articolo: https://www.repubblica.it/cronaca/2021/02/19/news/covid_monitoraggio_colori_regioni_campania_emilia_molise_arancione-288258108/?ref=RHTP-BH-I286519397-P1-S3-T1

È la diffusione della variante inglese la grande incognita che pesa sul monitoraggio settimanale dell’epidemia, che determina come ogni venerdì i nuovi colori delle regioni che scatteranno a partire da domenica con le nuove ordinanze del ministro Speranza. La variante in molte grandi Regioni rappresenta oltre un terzo dei nuovi contagi. In Toscana è al 35, in Puglia e in Emilia al 38%. Ci sono poi realtà, come Marche, Umbria e Molise, dove ha superato il 50%. Il tutto grazie a una contagiosità, stimata proprio in questi giorni nel nostro Paese, di circa il 38% superiore al coronavirus che ha circolato fino ad ora. E l’Istituto superiore di sanità rinnova l’invito a innalzare le misure, a limitare spostamenti e contatti, invita gli italiani a restare a casa riducendo al minimo le interazioni con persone diverse dai familiari.

L’Rt nazionale a 0,99 – L’Rt nazionale sarebbe tornato dopo tre settimane superiore a 1 nel limite superiore, cioè la soglia considerata di sicurezza. Il dato medio è 0,99 e si ottiene appunto considerando i due intervalli di 0,95 e 1,07. Tra le Regioni dove la variante circola di più, l’Umbria è già in zona arancione e in parte (la provincia di Perugia) rossa mentre nelle Marche è stata isolata la provincia di Ancona, anche se la Regione questa settimana resterà gialla. L’incidenza nella settimana del monitoraggio passa da 133,13 per 100mila abitanti a 135,46. continua a leggere

Conferenza stampa del 19 febbraio sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale COVID-19


Conferenza stampa del 19 febbraio sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale COVID-19

Claudio Bisio positivo al Covid: “Sto bene””


articolo: https://www.repubblica.it/spettacoli/people/2021/02/19/news/claudio_bisio_covid-288244756/

L’attore è protagonista della serie di Rolando Ravello in cui interpreta il ruolo che fu di Marco Giallini nel film del 2014. È uno psicanalista e padre di tre figlie grandi che improvvisamente ritornano tutte a casa. In un video su Instagram rassicura chi lo segue.

Claudio Bisio positivo al covid: “Sto lottando, spero sia niente di grave”

Claudio Bisio è risultato positivo al Covid19. L’annuncio per giustificare la sua assenza dalla presentazione    “Tutta colpa di Freud“, la nuova serie in onda su Amazon dal 26 febbraio, adattamento tv del film del 2014 di Paolo Genovese il cui incontro stampa, virtuale per i giornalisti ma in presenza per gli attori, si è svolto a Roma. Claudio Bisio avrebbe dovuto venire da Milano dove vive. Lo stesso attore poi ha postato su Instagram un video in cui dice: “Da qualche giorno sono positivo al Covid. Niente di grave, credo, spero. Non ho febbre, solo una tosse fastidiosa, la voce abbassata, ma sto bene. Sono qui a casa in quarantena come tanti italiani“.

Per Bisio il periodo del lockdown è stato particolarmente doloroso perché nell’aprile scorso ha perso la mamma novantenne. “La cosa più brutta – aveva poi raccontato – è stato non poterla abbracciare, andavo a trovarla con mascherina e guanti e lei non capiva perché non potessi avvicinarmi a lei“.

La serie, per la regia di Rolando Ravello, ha per protagonista Bisio, uno psicanalista da anni separato dalla moglie e padre di tre figlie ormai adulte. Quando anche l’ultima sta spiccando il volo, una serie di eventi le riporta tutte e tre al nido. Con il ritorno delle ragazze sopraggiungono anche gli attacchi di panico, e lo psicanalista è costretto ad assumere ansiolitici e andare a sua volta in terapia.

Truffa dei vaccini, la procura di Perugia


Truffa dei vaccini, la procura di Perugia acquisisce documenti dall’Aifa, dal commissario Arcuri e dalla Regione Veneto

articolo: https://www.repubblica.it/cronaca/2021/02/18/news/vaccini_la_procura_di_perugia_acquisisce_documenti_dall_aifa_e_dal_commissario_arcuri-288199326/

L’indagine riguarda un tentativo di raggiro ai danni dell’Umbria

L’approvviggionamento dei vaccini, i contratti nazionali ed europei, la distribuzione delle fiale tra le Regioni italiane. La procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, ha dato mandato ai carabinieri del Nas del capoluogo umbro di acquisire alcuni documenti presso la struttura del Commissario straordinario per l’emergenza Covid; Domenico Arcuri, e l’Aifa per accertare le modalità e i cirteri con cui le dosi sono arrivate nei territori.

Secondo quanto si apprende dal Nas, l’acquisizione di documenti riguarderà anche la sede della Regione Veneto. L’obiettivo è di accertare i presunti proponenti di forniture di vaccino in deroga agli accordi con le Autorità centrali.

L’operazione è scattata nell’ambito delle indagini su un tentativo di truffa del quale è accusato un quarantenne incensurato, originario della provincia di Messina. L’uomo, a gennaio scorso – in base alla ricostruzione degli inquirenti – “accreditandosi falsamente” come intermediario per conto di Astrazaneca internazionale aveva proposto alla Regione Umbria l’acquisto di vaccini anti Covid. Nel fascicolo non ci sarebbero altri indagati.

Torino, due giocatori positivi al Covid


articolo: https://www.toro.it/toro/primo-piano/torino-calciatori-positivi-covid-18-febbraio-21/1173129/

Il Torino ha comunicato che, dopo aver svolto i tamponi, ha riscontrato la positività di due calciatori al Covid-19

Da un comunicato apparso sul sito ufficiale del Torino si è reso noto che due giocatori granata sono risultati positivi al Coronavirus, l’identità dei due calciatori non è stata svelata dal club. I due giocatori in questione, come comunicato dallo stesso Torino, sono immediatamente stati posti in isolamento sotto la supervisione dello staff medico granata e seguiranno le procedure dettate dal protocollo sanitario.

TORINO – “Il Torino Football Club comunica che dai tamponi effettuati nell’ambito dei controlli previsti dal protocollo in vigore a ridosso della competizione è emersa la positività al Covid-19 di due calciatori della prima squadra. In accordo con le Autorità sanitarie entrambi i tesserati sono già stati messi in isolamento fiduciario sotto la supervisione dello staff medico granata. Il Torino FC continuerà a seguire l’iter previsto dai protocolli vigenti. Ciò consentirà a tutti i soggetti negativi ai controlli di svolgere la regolare attività“. 

È morto Andrea Lo Vecchio, storico autore per Mina, Carrà e Vecchioni


articolo: https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2021/02/18/news/e_morto_andrea_lo_vecchio_-288123943/

Il cantautore, compositore, paroliere, produttore discografico e autore televisivo aveva 78 anni. Scrisse ‘Luci a San Siro’, ‘E poi…’, ‘Rumore’

Addio al musicista Andrea Lo Vecchio, morto a Roma a 78 anni. Cantautore, compositore, paroliere, produttore discografico e autore televisivo, è entrato nella storia della musica leggera italiana come autore di successi come Luci a San Siro per Roberto Vecchioni, E poi… per Mina, Rumore per Raffaella Carrà e Help me per i Dik Dik. L’annuncio della scomparsa, avvenuta a Roma, è stato dato dalle associazioni Premio Augusto Daolio – Città di Sulmona e Nomadi Fanclub esprimendo cordoglio “per l’improvvisa scomparsa del maestro”.

Tra i successi di Lo Vecchio come cantautore figurano Ho scelto Bach (Festivalbar 1967) e Li (Festivalbar 1978) e numerosi album come Di avventura in avventura (1976) e Luci a San Siro e altri lampioni (1995). Ottenne un buon successo come autore nel 1968 con Sera che, interpretata da Gigliola Cinquetti e Giuliana Valci, si classificò all’ottavo posto al Festival di Sanremo del 1968.  continua a leggere

Vecchioni e l’addio a Lo Vecchio: “A lui devo il successo di ‘Luci a San Siro’, non ero nemmeno iscritto alla Siae”

articolo: https://milano.repubblica.it/cronaca/2021/02/18/news/vecchioni_e_l_addio_a_lo_vecchio_a_lui_devo_il_successo_di_luci_a_san_siro_non_ero_nemmeno_iscritto_alla_siae_-288174966/

Luci a San Siro non ne accenderanno più. Ancor meno adesso che è morto Andrea Lo Vecchio, autore assieme a Roberto Vecchioni di Luci a San Siro, una delle canzoni più note della storia della musica italiana. Una notizia che Vecchioni accoglie con “molto dolore, perché la collaborazione con Andrea non è stata solo fondamentale: rappresenta la mia gioventù che ho perduto“.

Quasi un paradosso, visto che “Luci a San Siro” canta proprio della nostalgia della gioventù. – Vero, e questo in qualche modo accentua il dolore. Quella canzone l’avevo scritta io durante il servizio di leva subito dopo essere stato lasciato da una ragazza, e mi venne da raccontare il periodo in cui facevamo l’amore. Poi le cambiai il testo e il titolo, e come Ho perso il conto la diedi al cantante Rossano, che ebbe un discreto successo al Cantagiro. Quindi me la ripresi e ci misi il teso originale“.

E Lo Vecchio? – Nella nostra collaborazione io curavo i testi e lui pensava alla musica, e così accadde anche quella volta. Ma qui ci fu anche qualcosa di straordinario che spiega che persona fosse Andrea: io non ero ancora iscritto alla Siae, quindi la canzone uscì con la sua sola firma. Ebbene, appena fu possibile lui spontaneamente mi aggiunse tra gli autori, e visto il successo della canzone, coi relativi diritti d’autore, non so quanti l’avrebbero fatto. Ma Andrea era così“. continua a leggere

Zona gialla, Lombardia, Lazio e Piemonte: «Abbiamo Rt sotto l’1»


articolo: https://www.corriere.it/cronache/21_febbraio_18/zona-gialla-lombardia-lazio-piemonte-abbiamo-rt-sotto-l-1-4b521f02-7200-11eb-893c-20b27ab3b588.shtml?fbclid=IwAR2K8I0XGZCTwhTVynn6cdB66iQfmaVdVdf9UkZLHGoo7UZ7tUGzecYdYpE&fbclid=IwAR3JX86EOY70r5yz9LPcgm4g90i4wS7z04vq4S9fnkkQzDlI6aBadau1FWE

La decisione del ministero della Salute arriverà domani. Il Veneto e il nodo varianti

Valori dell’Rt leggermente sotto l’1 e dunque richiesta di rimanere in zona gialla: è questa la comunicazione inviata dalle Regioni che rischiano invece di dover subire misure più restrittive. La decisione finale sarà presa domani, quando si riunirà la cabina di regia. Anche perché rimane l’incognita delle varianti e il rischio di dover creare già nelle prossime ore nuove zone rosse.

Lombardia, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Piemonte rischiano la fascia arancione ma continuano a sperare perché sia pur di uno o due decimali sono sotto la soglia.

Ecco la situazione aggiornata con i dati appena comunicati.

La Lombardia – La Lombardia è al limite e il governatore Attilio Fontana in un’intervista a Bergamo Tv ha dichiarato: «Spero proprio di non andare in arancione, lo spero e mi auguro che non si verifichi questa situazione: i dati ufficiali non sono ancora arrivati, con il Cts ci si confronta il venerdì. Chiedo, se fosse possibile, di anticipare la decisione perché i dati li hanno martedì. Purtroppo è un dato di fatto acquisito che con le chiusure i dati migliorano, con le aperture più larghe aumentano i dati che peggiorano».   continua a leggere

Schwazer assolto: «Non fu doping, è stato incastrato». Il Gip archivia, ora la battaglia per tornare


articolo: https://www.corriere.it/sport/21_febbraio_18/schwazer-doping-gip-accoglie-richiesta-archiviazione-caso-chiuso-non-ci-sara-procedimento-penale-7850db80-71e5-11eb-893c-20b27ab3b588.shtml?fbclid=IwAR0cYvHLXO-YUiBriiyIDNou5Bf15NqusrE6r-c6HvSU-xxLN4W5jK-y9p8

Il giudice Walter Pelino ha accolto la richiesta di archiviazione del pubblico ministero: il marciatore non verrà giudicato penalmente per la positività. Resta però la squalifica sportiva di 8 anni. La possibilità di partecipare ai Giochi di Tokyo passa per la grazia del Cio

Ora si può dire. Non più solo sospettare. È stato un complotto. Organizzato per screditare Alex Schwazer e il suo allenatore, Sandro DonatiDunque Schwazer è una vittima e non deve finire sotto processo per essersi dopato: perché non si è dopato. Lo ha messo nero su bianco il Gip di Bolzano Walter Pelino, che ha depositato nella mattinata di giovedì 18 l’atto di 87 pagine con cui ha accolto la richiesta di archiviazione per il marciatore italiano, oro olimpico a Pechino 2008, avanzata due mesi e mezzo fa, il 3 dicembre, dal pubblico ministero Giancarlo Bramante. Non solo: l’atto demolisce in maniera impietosa i tentativi di difesa della Wada e dell’allora Iaaf (oggi World Athletics) e critica duramente persino l’operato dello stesso pubblico ministero Bramante.

Discredito sull’atleta e sul tecnico Donati – Il Gip, nelle conclusioni, «ritiene accertato con alto grado di credibilità razionale che i campioni di urina prelevati ad Alex Schwazer l’1-1-2016 siano stati alterati allo scopo di farli risultare positivi e, dunque, di ottenere la squalifica e il discredito dell’atleta come pure del suo allenatore, Sandro Donati». Nel secondo punto delle sue conclusioni, Pelino scrive, restituendo gli atti al Pm per le valutazioni di competenza, di ritenere che «sussistano forti evidenze del fatto che nel tentativo di impedire l’accertamento del predetto reato siano stati commessi una serie di reati che di seguito si elencano:

  • a) falso ideologico in relazione alla dichiarazione di disporre di soli 6 ml di urina nell’originario campione B, essendo acclarato che ve ne erano circa il triplo (18 ml) (….);
  • b) frode processuale in relazione alle predette dichiarazioni, alle pressioni esercitate sul laboratorio di Colonia affinché questo si allineasse, come poi ha fatto, alle posizioni di Iaaf nell’opporsi alla rogatoria internazionale per la consegna dei campioni già sequestrati (…);
  • c) falso ideologico finalizzato a coprire il precedente falso, consistito in una dichiarazione secondo cui la predetta indicazione sulla quantità (6 ml) sarebbe stata frutto di un errore (…)
  • d) falso ideologico, frode processuale e diffamazione in relazione alla consulenza redatta, per contro di Wada, dai professori Pascali e Tagliabracci (…) al fine di contestare che la concentrazione di Dna riscontrata nell’urina dell’1-1’2016 fosse da reputarsi anomala (…)».  

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Mondiale 2022, diritti tv: Sky tira indietro, in corsa Amazon Prime o la Rai


articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/2021/02/18/news/mondiale_2022_diritti_tv_sky_tira_indietro_in_corsa_amazon_prime_o_la_rai-288123612/

Restano solo due operatori in corsa per la trasmissione della rassegna iridata in programma in Qatar dal 21 novembre al 18 dicembre 2022: da un lato la piattaforma streaming, dall’altro la tv pubblica. Fuori l’azienda di Rupert Murdoch e Mediaset

Amazon Prime Video o la Rai. Sky si è sfilata dalla corsa per i diritti tv del Mondiale del 2022 che si svolgerà in Qatar dal 21 novembre al 18 dicembre 2022. Sono rimasti solo due operatori in lizza, da un lato la piattaforma streaming che si è già accaparrata in esclusiva 16 partite della Champions League per il triennio 2021-2014, dall’altra la tv pubblica che sta provando a riprendersi un ruolo primario negli eventi sportivi, ruolo che con l’avvento di Sky negli anni è venuto meno.

Fuori dalla corsa  Sky e Mediaset – Potrebbero, quindi, essere necessarie trattative private per definire l’assegnazione delle licenze dei match della coppa del mondo. Le offerte del bando FIFA erano attese per il 16 febbraio. Da capire se le offerte di Prime Video e Rai siano in qualche modo complementari e come siano distribuite sui 3 pacchetti di licenze messe in vendita dal bando FIFA. Si è fatta da parte invece, dopo la prima fase, Sky e allo stesso modo sembra fuori dai giochi Mediaset interessata ai diritti in chiaro nel caso in cui, come avvenuto nel 2018, alla competizione non dovesse prendere parte la nazionale italiana.

Champions, arriva Amazon: in esclusiva le migliori gare del mercoledì

articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/champions/2020/12/18/news/champions_amazon_in_esclusiva_dal_prossimo_anno_le_migliori_gare_del_mercoledi_-278873725/

Il colosso ufficializza di aver acquisito i diritti streaming per le dirette delle 16 migliori partite per tre stagioni a partire dal 2021/22: in campo ci sarà sempre una squadra italiana nella fase a gironi. Allo stesso gruppo anche la Supercoppa europea

repubblica.it/…/calcio_i_regni_d_europa_fra_rivoluzionari_e_antichi_tiranni_condo_liverpool_bayern_psg_real_madrid_barcellona-278822186

ROMA – Il grande calcio sempre più online, anche in ItaliaAmazon Prime Video ha infatti acquisito i diritti audiovisivi per trasmettere in esclusiva nel nostro Paese le dirette delle migliori partite del mercoledì sera della Champions League per tre stagioni a partire dal 2021/22. Lo ufficializza una nota della piattaforma streaming, spiegando che i match vedranno sempre una squadra italiana presente nella fase a gironi e, in caso di qualificazione, fino alle semifinali.

Ad Amazon anche i diritti per la Supercoppa europea per 3 anni – Oltre alla massima competizione continentale per club, Amazon ha acquisito anche i diritti della Supercoppa Uefa – sfida fra la vincitrice della Champions e la detentrice dell’Europa League – per le prossime tre stagioni. “Siamo lieti di offrire ai nostri clienti in Italia le migliori partite del mercoledì sera dal 2021-22 in avanti. Sappiamo che i tifosi italiani sono tra più passionali d’Europa – commenta il gruppo nel comunicato – e daremo il massimo per offrire una fantastica esperienza calcistica capace di portarli ancora più vicino all’azione“.

Ora si attendono Netflix e Apple – La mossa di Amazon anticipa una nuova fase in cui tra i grandi protagonisti dei bandi per i diritti tv del calcio potrebbero entrare anche altri colossi come Netflix e Apple. In un’intervista a Le Figaro e ai quotidiani del gruppo Lena, l’amministratore delegato del Bayern Karl-Heinz Rummenigge ha spiegato che passata la crisi legata al Covid il calcio potrebbe diventare ancora più ricco grazie a questi nuovi protagonisti.

Governo, al via alla Camera la discussione sulla fiducia


Incassato il sì al Senato, oggi Mario Draghi sarà impegnato a Montecitorio per il voto sul suo esecutivo

Ecco cosa succede oggi:

  • ore 9: I deputati hanno potuto già visionare il discorso che è stato consegnato dal presidente ieri a Montecitorio alle 11.30. Subito via al dibattito
  • ore 12-13.30: la seduta alla Camera sarà sospesa per la pausa per la sanificazione dell’Aula.
  • ore 13.30-16: prosegue la discussione generale dei deputati.
  • ore 16-18: la seduta sarà nuovamente sospesa per un’altra pausa per sanificazione dell’Aula
  • ore 18: il presidente del Consiglio prende la parola per la sua replica.
  • ore 18.30-20: i deputati faranno le loro dichiarazioni di voto.
  • ore 20: ci sarà la prima ‘chiamà per il voto di fiducia dei deputati.

Covid: contagi e ricoveri in intensiva in calo in Lombardia


articolo: https://www.ansa.it/lombardia/notizie/2021/02/17/covid-contagi-e-ricoveri-in-intensiva-in-calo-in-lombardia_c0161e8d-48be-40fc-b8c3-6e0aa9f7a6ba.html

1764 positivi, 29 decessi, aumentano ricoveri in altri reparti

(ANSA) – Milano, 17 febbraio 2021 – Sono 1.764 i nuovi positivi in Lombardia, a fronte di 38.296 tamponi effettuati, con un rapporto del 4,6%, in calo rispetto al 5.6% di ieri.
Diminuiscono anche i ricoverati nelle terapie intensive, che sono 363, 10 meno di ieri.

Aumentano invece gli ingressi in altri reparti, cresciuti di 47 unità, per un totale di 3740 persone ospedalizzate. Ventinove i decessi, per un totale di 27.883 vittime da inizio pandemia.
A Milano sono 500 i nuovi casi, di cui 209 in città. Sono 381 a Brescia, 121 a Bergamo, 117 a Mantova, 115 a Pavia, 107 a Como, 105 a Monza e in Brianza. Sotto il centinaio Cremona (57), Lecco (58), Lodi (37), Sondrio (43), Varese (55). (ANSA).

COVID: il punto in Lombardia

Il punto in Lombardia nell’articolo: https://www.ansa.it/lombardia/notizie/2021/02/17/covid-il-punto-in-lombardia_b732e050-b60b-4392-8f87-a73b05239f83.html

Ospedale Sacco, reparti non sono pieni di varianti


articolo: https://www.ansa.it/lombardia/notizie/2021/02/17/ospedale-sacco-reparti-non-sono-pieni-di-varianti_20a931d4-ad11-45a1-9832-ebb5024b57a4.html

Ospedale,identificata solo variante Uk, 6 casi su 50 sequenziati

(ANSA) – Milano, 17 febbraio 2021 – “Tali affermazioni al momento attuale non rappresentano la reale situazione epidemiologica all’interno del Presidio“: così, in una nota, l’ASST Fatebenefratelli Sacco commenta “alcune notizie apparse sulla stampa riguardanti ‘reparti pieni di varianti’ riferite al reparto di degenza di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco“.

E’ stato Massimo Galli, direttore delle Malattie infettive dello stesso ospedale, a dire che “dei 20 letti che seguo direttamente almeno uno su tre ormai è occupato da contagiati da una variante”.

Attualmente – precisa la nota dell’ospedale – le percentuali di varianti identificate (verificate secondo le indicazioni del Ministero della Salute e dall’ISS o su controlli a campione) sono in linea con la media nazionale ed inferiori alla media regionale“. La nota aggiunge anche che finora “presso il Laboratorio di questa ASST è stata identificata esclusivamente la variante UK (cosiddetta “variante inglese”) e che, al momento, nessun sequenziamento ha evidenziato la variante brasiliana o sudafricana“.
In particolare, per quanto riguarda i 314 pazienti Covid positivi ricoverati presso l’Ospedale Sacco dal 31 dicembre al 4 febbraio, i dati raccolti hanno rilevato la presenza di 6 pazienti positivi alla variante inglese su un totale di 50 casi che, in ragione delle loro caratteristiche, sono stati sottoposti a sequenziamento.
Il Laboratorio di Microbiologia Clinica, Virologia e diagnostica delle Bioemergenze prevede di utilizzare a breve un nuovo test diagnostico che permetterà di identificare in via preliminare l’eventuale positività ad una delle tre varianti.  (ANSA).

Coronavirus, le varianti: quante circolano in Italia? Sono davvero più contagiose del Covid originale?


articolo: https://www.corriere.it/cronache/21_febbraio_17/coronavirus-varianti-quante-circolano-italia-sono-davvero-piu-contagiose-covid-originale-f70494c0-7150-11eb-b26f-1b97a5632ac6.shtml

1  – Quanti varianti stanno circolando in Italia? –«Almeno cinque — risponde Massimo Ciccozzi, ordinario di epidemiologia all’università Campus Biomedico di Roma — e quasi tutte hanno la mutazione sul gene che produce la proteina Spike usata dal virus per agganciarsi alle cellule umane. La variante cosiddetta inglese, la brasiliana, la sudafricana, una quarta sequenziata a Napoli, identificata per la prima volta in Nigeria. AViggiù, in Lombardia, è stata sequenziata una variante scozzese. In un lavoro pubblicato su Lancet Infectious Disease, col virologo Arnaldo Caruso, abbiamo descritto un nuovo ceppo trovato a Brescia in un paziente oncologico che è poi guarito dal Covid. Questo episodio è interessante perché sarebbe la dimostrazione che il virus si è evoluto all’interno della persona infettata ed è cambiato».

2 – Tutte le varianti elencate hanno un effetto sullo sviluppo dell’epidemia? – «Della variante inglese, che ha avuto origine a settembre 2020 nel Kent, di quella Brasiliana, origine in Amazzonia e della Sudafricana, sappiamo che hanno una contagiosità superiore rispetto al ceppo che ha circolato in Italia dallo scorso febbraio. Una mutazione, indicata come 501Y, facilita la capacità di infettare la cellula umana. Le varianti del Brasile e Sudafrica, dove è presente anche la mutazione 484K potrebbero essere in grado di far diminuire l’effetto degli anticorpi stimolati dal vaccino».

3 Sono più virulente? – «Non ci sono evidenze. Potremo affermarlo solo dopo aver raccolto dati certi, validati e pubblicati. Mi sembra improbabile».

4 – E gli altri ceppi? – «Potrebbero non avere conseguenze sulla diffusione dell’epidemia. Trovare una nuova variante non significa che il Sars-CoV-2 si stia trasformando in qualcosa di più pericoloso. Al contrario i virus hanno tutto l’interesse a trovare forme di convivenza con l’uomo. Il loro lavoro è infettare, non uccidere».

5 – Qual è il significato di questi fenomeni? – «Le varianti sono il sintomo di una circolazione troppo alta del virus. E questo significa dare all’agente patogeno che da un anno ci tiene sotto scacco l’opportunità di produrre altre mutazioni che prima o poi potrebbero compromettere il funzionamento dei vaccini. Non dobbiamo assolutamente permettere che questo accada. È una fase molto critica».

6 – Come uscirne? – «Ora abbiamo i vaccini, non abbastanza dosi, ma li abbiamo e ne arriveranno sempre più. Vaccinare 24 ore al giorno, anche la notte, ovunque. Credo che volesse intendere proprio questo il premier Draghi quando nel discorso al Senato ha detto che non bisogna limitare la vaccinazione ai luoghi specifici, spesso ancora non pronti. Ha ragione. In fondo si tratta di fare una puntura intramuscolare. Anche la farmacia andrebbe bene. Usiamo tutto quello che si può nel minor tempo possibile».

7 – Oltre che con i vaccini come difendersi? –«Come avremmo dovuto fare tutti e meglio in questi mesi. Mantenimento delle distanze fra individui, uso corretto della mascherina. Se si è in casa o al lavoro va bene la chirurgica. Se usciamo meglio la FFP2. Ma queste sono precauzioni che valevano anche contro i ceppi normali. Le varianti non bucano le mascherine. Smettiamo di avere paura, stiamo attenti piuttosto. Questo virus non è un mostro».

8 – I vaccini funzionano? «Che sia il contrario è tutto da dimostrare. Nella peggiore delle ipotesi, anche se avessero minore efficacia, proteggerebbero comunque dalle forme più gravi del Covid 19. Le aziende farmaceutiche si stanno già organizzando per rispondere a questa sfida».

9 – Come finirà?
«Il commissario Arcuri  – ha annunciato che a giugno 19 milioni di italiani saranno immunizzati. L’immunità di gregge dunque è ancora lontana. Verrà raggiunta quando il 75% della popolazione sarà vaccinata. A quel punto il virus circolerà pochissimo e si adatterà ancora meglio al genere umano diventando endemico. Vuol dire che sarà come uno dei tanti coronavirus che causano i raffreddori stagionali»

10 I test antigenici sono validi?
«I test rapidi di screening non riconoscono la proteina Spike mutata ma altre due proteine del virus, la M e N, sì. Quindi la positività viene rilevata».

Mario Draghi “in” diretta dal Senato “Trasmesso in streaming dal vivo 2 ore fa”


Il discorso di Mario Draghi dal Senato per chiedere la fiducia
La discussione in aula

Il discorso di Mario Draghi in Parlamento: il testo completo

Il primo pensiero che vorrei condividere, nel chiedere la vostra fiducia, riguarda la nostra responsabilità nazionale. Il principale dovere cui siamo chiamati, tutti, io per primo come presidente del Consiglio, è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini. Una trincea dove combattiamo tutti insieme. Il virus è nemico di tutti. Ed è nel commosso ricordo di chi non c’è più che cresce il nostro impegno. Prima di illustrarvi il mio programma, vorrei rivolgere un altro pensiero, partecipato e solidale, a tutti coloro che soffrono per la crisi economica che la pandemia ha scatenato, a coloro che lavorano nelle attività più colpite o fermate per motivi sanitari. Conosciamo le loro ragioni, siamo consci del loro enorme sacrificio. Ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro diritti, alla normalità delle loro occupazioni. Ci impegniamo a informare i cittadini di con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole.

Il Governo farà le riforme ma affronterà anche l’emergenza. Non esiste un prima e un dopo. Siamo consci dell’insegnamento di Cavour: «…le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l’autorità, la rafforzano». Ma nel frattempo dobbiamo occuparci di chi soffre adesso, di chi oggi perde il lavoro o è costretto a chiudere la propria attività.

Nel ringraziare, ancora una volta il presidente della Repubblica per l’onore dell’incarico che mi è stato assegnato, vorrei dirvi che non vi è mai stato, nella mia lunga vita professionale, un momento di emozione così intensa e di responsabilità così ampia. Ringrazio altresì il mio predecessore Giuseppe Conte che ha affrontato una situazione di emergenza sanitaria ed economica come mai era accaduto dall’Unità d’Italia.

Si è discusso molto sulla natura di questo governo. La storia repubblicana ha dispensato una varietà infinita di formule. Nel rispetto che tutti abbiamo per le istituzioni e per il corretto funzionamento di una democrazia rappresentativa, un esecutivo come quello che ho l’onore di presiedere, specialmente in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, è semplicemente il governo del Paese. Non ha bisogno di alcun aggettivo che lo definisca. Riassume la volontà, la consapevolezza, il senso di responsabilità delle forze politiche che lo sostengono alle quali è stata chiesta una rinuncia per il bene di tutti, dei propri elettori come degli elettori di altri schieramenti, anche dell’opposizione, dei cittadini italiani tutti. Questo è lo spirito repubblicano di un governo che nasce in una situazione di emergenza raccogliendo l’alta indicazione del capo dello Stato.

La crescita di un’economia di un Paese non scaturisce solo da fattori economici. Dipende dalle istituzioni, dalla fiducia dei cittadini verso di esse, dalla condivisione di valori e di speranze. Gli stessi fattori determinano il progresso di un Paese.

Si è detto e scritto che questo governo è stato reso necessario dal fallimento della politica. Mi sia consentito di non essere d’accordo. Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa uno avanti nel rispondere alle necessità del Paese, nell’avvicinarsi ai problemi quotidiani delle famiglie e delle imprese che ben sanno quando è il momento di lavorare insieme, senza pregiudizi e rivalità.

Nei momenti più difficili della nostra storia, l’espressione più alta e nobile della politica si è tradotta in scelte coraggiose, in visioni che fino a un attimo prima sembravano impossibili. Perché prima di ogni nostra appartenenza, viene il dovere della cittadinanza. Siamo cittadini di un Paese che ci chiede di fare tutto il possibile, senza perdere tempo, senza lesinare anche il più piccolo sforzo, per combattere la pandemia e contrastare la crisi economica. E noi oggi, politici e tecnici che formano questo nuovo esecutivo siamo tutti semplicemente cittadini italiani, onorati di servire il proprio Paese, tutti ugualmente consapevoli del compito che ci è stato affidato. Questo è lo spirito repubblicano del mio governo.

La durata dei governi in Italia è stata mediamente breve ma ciò non ha impedito, in momenti anche drammatici della vita della nazione, di compiere scelte decisive per il futuro dei nostri figli e nipoti. Conta la qualità delle decisioni, conta il coraggio delle visioni, non contano i giorni. Il tempo del potere può essere sprecato anche nella sola preoccupazione di conservarlo.

Oggi noi abbiamo, come accadde ai governi dell’immediato Dopoguerra, la possibilità, o meglio la responsabilità, di avviare una Nuova Ricostruzione.

L’Italia si risollevò dal disastro della Seconda Guerra Mondiale con orgoglio e determinazione e mise le basi del miracolo economico grazie a investimenti e lavoro. Ma soprattutto grazie alla convinzione che il futuro delle generazioni successive sarebbe stato migliore per tutti. Nella fiducia reciproca, nella fratellanza nazionale, nel perseguimento di un riscatto civico e morale. A quella Ricostruzione collaborarono forze politiche ideologicamente lontane se non contrapposte. Sono certo che anche a questa Nuova Ricostruzione nessuno farà mancare, nella distinzione di ruoli e identità, il proprio apporto.

Questa è la nostra missione di italiani: consegnare un Paese migliore e più giusto ai figli e ai nipoti.

Spesso mi sono chiesto se noi, e mi riferisco prima di tutto alla mia generazione, abbiamo fatto e stiamo facendo per loro tutto quello che i nostri nonni e padri fecero per noi, sacrificandosi oltre misura. È una domanda che ci dobbiamo porre quando non facciamo tutto il necessario per promuovere al meglio il capitale umano, la formazione, la scuola, l’università e la cultura. Una domanda alla quale dobbiamo dare risposte concrete e urgenti quando deludiamo i nostri giovani costringendoli ad emigrare da un paese che troppo spesso non sa valutare il merito e non ha ancora realizzato una effettiva parità di genere. Una domanda che non possiamo eludere quando aumentiamo il nostro debito pubblico senza aver speso e investito al meglio risorse che sono sempre scarse. Ogni spreco oggi è un torto che facciamo alle prossime generazioni, una sottrazione dei loro diritti. Esprimo davanti a voi, che siete i rappresentanti eletti degli italiani, l’auspicio che il desiderio e la necessità di costruire un futuro migliore orientino saggiamente le nostre decisioni. Nella speranza che i giovani italiani che prenderanno il nostro posto, anche qui in questa aula, ci ringrazino per il nostro lavoro e non abbiano di che rimproverarci per il nostro egoismo.

Questo governo nasce nel solco dell’appartenenza del nostro Paese, come socio fondatore, all’Unione europea, e come protagonista dell’Alleanza Atlantica, nel solco delle grandi democrazie occidentali, a difesa dei loro irrinunciabili principi e valori.

Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro, significa condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa. Anzi, nell’appartenenza convinta al destino dell’Europa siamo ancora più italiani, ancora più vicini ai nostri territori di origine o residenza. Dobbiamo essere orgogliosi del contributo italiano alla crescita e allo sviluppo dell’Unione europea. Senza l’Italia non c’è l’Europa. Ma, fuori dall’Europa c’è meno Italia.

Non c’è sovranità nella solitudine. C’è solo l’inganno di ciò che siamo, nell’oblio di ciò che siamo stati e nella negazione di quello che potremmo essere.

Siamo una grande potenza economica e culturale. Mi sono sempre stupito e un po’ addolorato in questi anni, nel notare come spesso il giudizio degli altri sul nostro Paese sia migliore del nostro. Dobbiamo essere più orgogliosi, più giusti e più generosi nei confronti del nostro Paese. E riconoscere i tanti primati, la profonda ricchezza del nostro capitale sociale, del nostro volontariato, che altri ci invidiano.

Lo stato del Paese dopo un anno di pandemia – Da quando è esplosa l’epidemia, ci sono stati — i dati ufficiali sottostimano il fenomeno — 92.522 morti, 2.725.106 cittadini colpiti dal virus, in questo momento 2.074 sono i ricoverati in terapia intensiva. Ci sono 259 morti tra gli operatori sanitari e 118.856 sono quelli contagiati, a dimostrazione di un enorme sacrificio sostenuto con generosità e impegno. Cifre che hanno messo a dura prova il sistema sanitario nazionale, sottraendo personale e risorse alla prevenzione e alla cura di altre patologie, con conseguenze pesanti sulla salute di tanti italiani.

L’aspettativa di vita, a causa della pandemia, è diminuita: fino a 4-5 anni nelle zone di maggior contagio; un anno e mezzo-due in meno per tutta la popolazione italiana. Un calo simile non si registrava in Italia dai tempi delle due guerre mondiali. La diffusione del virus ha comportato gravissime conseguenze anche sul tessuto economico e sociale del nostro Paese. Con rilevanti impatti sull’occupazione, specialmente quella dei giovani e delle donne. Un fenomeno destinato ad aggravarsi quando verrà meno il divieto di licenziamento.

Si è anche aggravata la povertà. I dati dei centri di ascolto Caritas, che confrontano il periodo maggio-settembre del 2019 con lo stesso periodo del 2020, mostrano che da un anno all’altro l’incidenza dei «nuovi poveri» passa dal 31% al 45%: quasi una persona su due che oggi si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta. Tra i nuovi poveri aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, degli italiani, che sono oggi la maggioranza (52% rispetto al 47,9 % dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa, di fasce di cittadini finora mai sfiorati dall’indigenza. Il numero totale di ore di Cassa integrazione per emergenza sanitaria dal 1 aprile al 31 dicembre dello scorso anno supera i 4 milioni. Nel 2020 gli occupati sono scesi di 444 mila unità ma il calo si è accentrato su contratti a termine (-393 mila) e lavoratori autonomi (-209).

La pandemia ha finora ha colpito soprattutto giovani e donne, una disoccupazione selettiva ma che presto potrebbe iniziare a colpire anche i lavoratori con contratti a tempo indeterminato. Gravi e con pochi precedenti storici gli effetti sulla diseguaglianza. In assenza di interventi pubblici il coefficiente di Gini, una misura della diseguaglianza nella distribuzione del reddito, sarebbe aumentato, nel primo semestre del 2020 (secondo una recente stima), di 4 punti percentuali, rispetto al 34.8% del 2019. Questo aumento sarebbe stato maggiore di quello cumulato durante le due recenti recessioni.

L’aumento nella diseguaglianza è stato tuttavia attenuato dalle reti di protezione presenti nel nostro sistema di sicurezza sociale, in particolare dai provvedimenti che dall’inizio della pandemia li hanno rafforzati. Rimane però il fatto che il nostro sistema di sicurezza sociale è squilibrato, non proteggendo a sufficienza i cittadini con impieghi a tempo determinato e i lavoratori autonomi.

Le previsioni pubblicate la scorsa settimana dalla Commissione europea indicano che sebbene nel 2020 la recessione europea sia stata meno grave di quanto ci si aspettasse — e che quindi già fra poco più di un anno si dovrebbero recuperare i livelli di attività economica pre-pandemia – in Italia questo non accadrà prima della fine del 2022, in un contesto in cui, prima della pandemia, non avevamo ancora recuperato pienamente gli effetti delle crisi del 2008-09 e del 2011-13. La diffusione del Covid ha provocato ferite profonde nelle nostre comunità, non solo sul piano sanitario ed economico, ma anche su quello culturale ed educativo.

Le ragazze e i ragazzi hanno avuto, soprattutto quelli nelle scuole secondarie di secondo grado, il servizio scolastico attraverso la Didattica a Distanza che, pur garantendo la continuità del servizio, non può non creare disagi ed evidenziare diseguaglianze. Un dato chiarisce meglio la dinamica attuale: a fronte di 1.696.300 studenti delle scuole secondarie di secondo grado, nella prima settimana di febbraio solo 1.039.372 studenti (il 61,2% del totale) ha avuto assicurato il servizio attraverso la Didattica a Distanza.

Le priorità per ripartire – Questa situazione di emergenza senza precedenti impone di imboccare, con decisione e rapidità, una strada di unità e di impegno comune.

Il piano di vaccinazione – Gli scienziati in soli 12 mesi hanno fatto un miracolo: non era mai accaduto che si riuscisse a produrre un nuovo vaccino in meno di un anno.

La nostra prima sfida è, ottenutene le quantità sufficienti, distribuirlo rapidamente ed efficientemente. Abbiamo bisogno di mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private. Facendo tesoro dell’esperienza fatta con i tamponi che, dopo un ritardo iniziale, sono stati permessi anche al di fuori della ristretta cerchia di ospedali autorizzati. E soprattutto imparando da Paesi che si sono mossi più rapidamente di noi disponendo subito di quantità di vaccini adeguate. La velocità è essenziale non solo per proteggere gli individui e le loro comunità sociali, ma ora anche per ridurre le possibilità che sorgano altre varianti del virus. Sulla base dell’esperienza dei mesi scorsi dobbiamo aprire un confronto a tutto campo sulla riforma della nostra sanità. Il punto centrale è rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale, realizzando una forte rete di servizi di base (case della comunità, ospedali di comunità, consultori, centri di salute mentale, centri di prossimità contro la povertà sanitaria). È questa la strada per rendere realmente esigibili i «Livelli essenziali di assistenza» e affidare agli ospedali le esigenze sanitarie acute, post acute e riabilitative. La «casa come principale luogo di cura» è oggi possibile con la telemedicina, con l’assistenza domiciliare integrata.

La scuola – Non solo dobbiamo tornare rapidamente a un orario scolastico normale, anche distribuendolo su diverse fasce orarie, ma dobbiamo fare il possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà.

Occorre rivedere il disegno del percorso scolastico annuale. Allineare il calendario scolastico alle esigenze derivanti dall’esperienza vissuta dall’inizio della pandemia. Il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza. È necessario investire in una transizione culturale a partire dal patrimonio identitario umanistico riconosciuto a livello internazionale.

Siamo chiamati disegnare un percorso educativo che combini la necessaria adesione agli standard qualitativi richiesti, anche nel panorama europeo, con innesti di nuove materie e metodologie, e coniugare le competenze scientifiche con quelle delle aree umanistiche e del multilinguismo.

Infine è necessario investire nella formazione del personale docente per allineare l’offerta educativa alla domanda delle nuove generazioni. In questa prospettiva particolare attenzione va riservata agli ITIS (istituti tecnici). In Francia e in Germania, ad esempio, questi istituti sono un pilastro importante del sistema educativo. È stato stimato in circa 3 milioni, nel quinquennio 2019-23, il fabbisogno di diplomati di istituti tecnici nell’area digitale e ambientale.

Il Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza assegna 1,5 md agli ITIS, 20 volte il finanziamento di un anno normale pre-pandemia. Senza innovare l’attuale organizzazione di queste scuole, rischiamo che quelle risorse vengano sprecate. La globalizzazione, la trasformazione digitale e la transizione ecologica stanno da anni cambiando il mercato del lavoro e richiedono continui adeguamenti nella formazione universitaria. Allo stesso tempo occorre investire adeguatamente nella ricerca, senza escludere la ricerca di base, puntando all’eccellenza, ovvero a una ricerca riconosciuta a livello internazionale per l’impatto che produce sulla nuova conoscenza e sui nuovi modelli in tutti i campi scientifici. Occorre infine costruire sull’esperienza di didattica a distanza maturata nello scorso anno sviluppandone le potenzialità con l’impiego di strumenti digitali che potranno essere utilizzati nella didattica in presenza.

Oltre la pandemia – Quando usciremo, e usciremo, dalla pandemia, che mondo troveremo? Alcuni pensano che la tragedia nella quale abbiamo vissuto per più di 12 mesi sia stata simile ad una lunga interruzione di corrente. Prima o poi la luce ritorna, e tutto ricomincia come prima. La scienza, ma semplicemente il buon senso, suggeriscono che potrebbe non essere così.

Il riscaldamento del pianeta ha effetti diretti sulle nostre vite e sulla nostra salute, dall’inquinamento, alla fragilità idrogeologica, all’innalzamento del livelllo dei mari che potrebbe rendere ampie zone di alcune città litoranee non più abitabili. Lo spazio che alcune megalopoli hanno sottratto alla natura potrebbe essere stata una delle cause della trasmissione del virus dagli animali all’uomo.

Come ha detto papa Francesco: «Le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. E io penso che se chiedessi al Signore che cosa pensa, non credo mi direbbe che è una cosa buona: siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore».

Proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale, richiede un approccio nuovo: digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori , biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra, sono diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l’ecosistema in cui si svilupperanno tutte le azioni umane.

Anche nel nostro Paese alcuni modelli di crescita dovranno cambiare. Ad esempio il modello di turismo, un’attività che prima della pandemia rappresentava il 14 per cento del totale delle nostre attività economiche. Imprese e lavoratori in quel settore vanno aiutati ad uscire dal disastro creato dalla pandemia. Ma senza scordare che il nostro turismo avrà un futuro se non dimentichiamo che esso vive della nostra capacità di preservare, cioè almeno non sciupare, città d’arte, luoghi e tradizioni che successive generazioni attraverso molti secoli hanno saputo preservare e ci hanno tramandato.

Uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce. Questa osservazione, che gli scienziati non smettono di ripeterci, ha una conseguenza importante.

Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche.

Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi. La capacità di adattamento del nostro sistema produttivo e interventi senza precedenti hanno permesso di preservare la forza lavoro in un anno drammatico: sono stati sette milioni i lavoratori che hanno fruito di strumenti di integrazione salariale per un totale di 4 miliardi di ore. Grazie a tali misure, supportate anche dalla Commissione Europea mediante il programma SURE, è stato possibile limitare gli effetti negativi sull’occupazione. A pagare il prezzo più alto sono stati i giovani, le donne e i lavoratori autonomi.

È innanzitutto a loro che bisogna pensare quando approntiamo una strategia di sostegno delle imprese e del lavoro, strategia che dovrà coordinare la sequenza degli interventi sul lavoro, sul credito e sul capitale.

Centrali sono le politiche attive del lavoro. Affinché esse siano immediatamente operative è necessario migliorare gli strumenti esistenti, come l’assegno di riallocazione, rafforzando le politiche di formazione dei lavoratori occupati e disoccupati.

Vanno anche rafforzate le dotazioni di personale e digitali dei centri per l’impiego in accordo con le regioni. Questo progetto è già parte del Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza ma andrà anticipato da subito.

Il cambiamento climatico, come la pandemia, penalizza alcuni settori produttivi senza che vi sia un’espansione in altri settori che possa compensare. Dobbiamo quindi essere noi ad assicurare questa espansione e lo dobbiamo fare subito. La risposta della politica economica al cambiamento climatico e alla pandemia dovrà essere una combinazione di politiche strutturali che facilitino l’innovazione, di politiche finanziarie che facilitino l’accesso delle imprese capaci di crescere al capitale e al credito e di politiche monetarie e fiscali espansive che agevolino gli investimenti e creino domanda per le nuove attività sostenibili che sono state create.
Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta.

Parità di genere – La mobilitazione di tutte le energie del Paese nel suo rilancio non può prescindere dal coinvolgimento delle donne. Il divario di genere nei tassi di occupazione in Italia rimane tra i più alti di Europa: circa 18 punti su una media europea di 10. Dal dopoguerra ad oggi, la situazione è notevolmente migliorata, ma questo incremento non è andato di pari passo con un altrettanto evidente miglioramento delle condizioni di carriera delle donne. L’Italia presenta oggi uno dei peggiori gap salariali tra generi in Europa, oltre una cronica scarsità di donne in posizioni manageriali di rilievo.

Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi. Intendiamo lavorare in questo senso, puntando a un riequilibrio del gap salariale e un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro.

Garantire parità di condizioni competitive significa anche assicurarsi che tutti abbiano eguale accesso alla formazione di quelle competenze chiave che sempre più permetteranno di fare carriera – digitali, tecnologiche e ambientali. Intendiamo quindi investire, economicamente ma soprattutto culturalmente, perché sempre più giovani donne scelgano di formarsi negli ambiti su cui intendiamo rilanciare il Paese. Solo in questo modo riusciremo a garantire che le migliori risorse siano coinvolte nello sviluppo del Paese.

Il Mezzogiorno – Aumento dell’occupazione, in primis, femminile, è obiettivo imprescindibile: benessere, autodeterminazione, legalità, sicurezza sono strettamente legati all’aumento dell’occupazione femminile nel Mezzogiorno. Sviluppare la capacità di attrarre investimenti privati nazionali e internazionali è essenziale per generare reddito, creare lavoro, investire il declino demografico e lo spopolamento delle aree interne. Ma per raggiungere questo obiettivo occorre creare un ambiente dove legalità e sicurezza siano sempre garantite. Vi sono poi strumenti specifici quali il credito d’imposta e altri interventi da concordare in sede europea.

Per riuscire a spendere e spendere bene, utilizzando gli investimenti dedicati dal Next Generation EU occorre irrobustire le amministrazioni meridionali, anche guardando con attenzione all’esperienza di un passato che spesso ha deluso la speranza.

Gli investimenti pubblici – In tema di infrastrutture occorre investire sulla preparazione tecnica, legale ed economica dei funzionari pubblici per permettere alle amministrazioni di poter pianificare, progettare ed accelerare gli investimenti con certezza dei tempi, dei costi e in piena compatibilità con gli indirizzi di sostenibilità e crescita indicati nel Programma nazionale di Ripresa e Resilienza. Particolare attenzione va posta agli investimenti in manutenzione delle opere e nella tutela del territorio, incoraggiando l’utilizzo di tecniche predittive basate sui più recenti sviluppi in tema di Intelligenza artificiale e tecnologie digitali. Il settore privato deve essere invitato a partecipare alla realizzazione degli investimenti pubblici apportando più che finanza, competenza, efficienza e innovazione per accelerare la realizzazione dei progetti nel rispetto dei costi previsti.

Next Generation Eu – La strategia per i progetti del Next Generation EU non può che essere trasversale e sinergica, basata sul principio dei co-benefici, cioè con la capacità di impattare simultaneamente più settori, in maniera coordinata. Dovremo imparare a prevenire piuttosto che a riparare, non solo dispiegando tutte le tecnologie a nostra disposizione ma anche investendo sulla consapevolezza delle nuove generazioni che «ogni azione ha una conseguenza».

Come si è ripetuto più volte, avremo a disposizione circa 210 miliardi lungo un periodo di sei anni. Queste risorse dovranno essere spese puntando a migliorare il potenziale di crescita della nostra economia.

La quota di prestiti aggiuntivi che richiederemo tramite la principale componente del programma, lo Strumento per la ripresa e resilienza, dovrà essere modulata in base agli obiettivi di finanza pubblica. Il precedente Governo ha già svolto una grande mole di lavoro sul Programma di ripresa e resilienza (PNRR). Dobbiamo approfondire e completare quel lavoro che, includendo le necessarie interlocuzioni con la Commissione Europea, avrebbe una scadenza molto ravvicinata, la fine di aprile.

Gli orientamenti che il Parlamento esprimerà nei prossimi giorni a commento della bozza di Programma presentata dal Governo uscente saranno di importanza fondamentale nella preparazione della sua versione finale.

Voglio qui riassumere l’orientamento del nuovo Governo.

Le Missioni del Programma potranno essere rimodulate e riaccorpate, ma resteranno quelle enunciate nei precedenti documenti del Governo uscente, ovvero l’innovazione, la digitalizzazione, la competitività e la cultura; la transizione ecologica; le infrastrutture per la mobilità sostenibile; la formazione e la ricerca; l’equità sociale, di genere, generazionale e territoriale; la salute e la relativa filiera produttiva. Dovremo rafforzare il Programma prima di tutto per quanto riguarda gli obiettivi strategici e le riforme che li accompagnano.

Obiettivi strategici – Il Programma è finora stato costruito in base ad obiettivi di alto livello e aggregando proposte progettuali in missioni, componenti e linee progettuali. Nelle prossime settimane rafforzeremo la dimensione strategica del Programma, in particolare con riguardo agli obiettivi riguardanti la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’inquinamento dell’aria e delle acque, la rete ferroviaria veloce, le reti di distribuzione dell’energia per i veicoli a propulsione elettrica, la produzione e distribuzione di idrogeno, la digitalizzazione, la banda larga e le reti di comunicazione 5G.

Il ruolo dello Stato e il perimetro dei suoi interventi dovranno essere valutati con attenzione. Compito dello Stato è utilizzare le leve della spesa per ricerca e sviluppo, dell’istruzione e della formazione, della regolamentazione, dell’incentivazione e della tassazione.

In base a tale visione strategica, il Programma nazionale di Ripresa e Resilienza indicherà obiettivi per il prossimo decennio e più a lungo termine, con una tappa intermedia per l’anno finale del Next Generation EU, il 2026. Non basterà elencare progetti che si vogliono completare nei prossimi anni. Dovremo dire dove vogliamo arrivare nel 2026 e a cosa puntiamo per il 2030 e il 2050, anno in cui l’Unione Europea intende arrivare a zero emissioni nette di CO2 e gas clima-alteranti. Selezioneremo progetti e iniziative coerenti con gli obiettivi strategici del Programma, prestando grande attenzione alla loro fattibilità nell’arco dei sei anni del programma.

Assicureremo inoltre che l’impulso occupazionale del Programma sia sufficientemente elevato in ciascuno dei sei anni, compreso il 2021.

Chiariremo il ruolo del terzo settore e del contributo dei privati al Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza attraverso i meccanismi di finanziamento a leva (fondo dei fondi).

Sottolineeremo il ruolo della scuola che tanta parte ha negli obiettivi di coesione sociale e territoriale e quella dedicata all’inclusione sociale e alle politiche attive del lavoro.

Nella sanità dovremo usare questi progetti per porre le basi, come indicato sopra, per rafforzare la medicina territoriale e la telemedicina.

La governance del Programma di ripresa e resilienza è incardinata nel Ministero dell’Economia e Finanza con la strettissima collaborazione dei Ministeri competenti che definiscono le politiche e i progetti di settore.

Il Parlamento verrà costantemente informato sia sull’impianto complessivo, sia sulle politiche di settore.

Infine il capitolo delle riforme che affronterò ora separatamente.

Le riforme –Il Next generation EU prevede riforme.

Alcune riguardano problemi aperti da decenni ma che non per questo vanno dimenticati.

Fra questi la certezza delle norme e dei piani di investimento pubblico, fattori che limitano gli investimenti, sia italiani che esteri.

Inoltre la concorrenza: chiederò all’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, di produrre in tempi brevi come previsto dalla Legge Annuale sulla Concorrenza (Legge 23 luglio 2009, n. 99) le sue proposte in questo campo.

Negli anni recenti i nostri tentativi di riformare il paese non sono stati del tutto assenti, ma i loro effetti concreti sono stati limitati.

Il problema sta forse nel modo in cui spesso abbiamo disegnato le riforme: con interventi parziali dettati dall’urgenza del momento, senza una visione a tutto campo che richiede tempo e competenza. Nel caso del fisco, per fare un esempio, non bisogna dimenticare che il sistema tributario è un meccanismo complesso, le cui parti si legano una all’altra. Non è una buona idea cambiare le tasse una alla volta. Un intervento complessivo rende anche più difficile che specifici gruppi di pressione riescano a spingere il governo ad adottare misure scritte per avvantaggiarli. Inoltre, le esperienze di altri paesi insegnano che le riforme della tassazione dovrebbero essere affidate a esperti, che conoscono bene cosa può accadere se si cambia un’imposta. Ad esempio la Danimarca, nel 2008, nominò una Commissione di esperti in materia fiscale. La Commissione incontrò i partiti politici e le parti sociali e solo dopo presentò la sua relazione al Parlamento. Il progetto prevedeva un taglio della pressione fiscale pari a 2 punti di Pil. L’aliquota marginale massima dell’imposta sul reddito veniva ridotta, mentre la soglia di esenzione veniva alzata.

Un metodo simile fu seguito in Italia all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso quando il governo affidò ad una commissione di esperti, fra i quali Bruno Visentini e Cesare Cosciani, il compito di ridisegnare il nostro sistema tributario, che non era stato più modificato dai tempi della riforma Vanoni del 1951. Si deve a quella commissione l’introduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e del sostituto d’imposta per i redditi da lavoro dipendente. Una riforma fiscale segna in ogni Paese un passaggio decisivo. Indica priorità, dà certezze, offre opportunità, è l’architrave della politica di bilancio.

In questa prospettiva va studiata una revisione profonda dell’Irpef con il duplice obiettivo di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo, riducendo gradualmente il carico fiscale e preservando la progressività.

Funzionale al perseguimento di questi ambiziosi obiettivi sarà anche un rinnovato e rafforzato impegno nell’azione di contrasto all’evasione fiscale.

L’altra riforma che non si può procrastinare è quella della pubblica amministrazione. Nell’emergenza l’azione amministrativa, a livello centrale e nelle strutture locali e periferiche, ha dimostrato capacità di resilienza e di adattamento grazie a un impegno diffuso nel lavoro a distanza e a un uso intelligente delle tecnologie a sua disposizione. La fragilità del sistema delle pubbliche amministrazioni e dei servizi di interesse collettivo è, tuttavia, una realtà che deve essere rapidamente affrontata.

Particolarmente urgente è lo smaltimento dell’arretrato accumulato durante la pandemia. Agli uffici verrà chiesto di predisporre un piano di smaltimento dell’arretrato e comunicarlo ai cittadini.

La riforma dovrà muoversi su due direttive: investimenti in connettività con anche la realizzazione di piattaforme efficienti e di facile utilizzo da parte dei cittadini; aggiornamento continuo delle competenze dei dipendenti pubblici, anche selezionando nelle assunzioni le migliori competenze e attitudini in modo rapido, efficiente e sicuro, senza costringere a lunghissime attese decine di migliaia di candidati.

Nel campo della giustizia le azioni da svolgere sono principalmente quelle che si collocano all’interno del contesto e delle aspettative dell’Unione europea. Nelle Country Specific Recommendations indirizzate al nostro Paese negli anni 2019 e 2020, la Commissione, pur dando atto dei progressi compiuti negli ultimi anni, ci esorta: ad aumentare l’efficienza del sistema giudiziario civile, attuando e favorendo l’applicazione dei decreti di riforma in materia di insolvenza, garantendo un funzionamento più efficiente dei tribunali, favorendo lo smaltimento dell’arretrato e una migliore gestione dei carichi di lavoro, adottando norme procedurali più semplici, coprendo i posti vacanti del personale amministrativo, riducendo le differenze che sussistono nella gestione dei casi da tribunale a tribunale e infine favorendo la repressione della corruzione.

Nei nostri rapporti internazionali questo governo sarà convintamente europeista e atlantista, in linea con gli ancoraggi storici dell’Italia: Unione europea, Alleanza Atlantica, Nazioni Unite. Ancoraggi che abbiamo scelto fin dal dopoguerra, in un percorso che ha portato benessere, sicurezza e prestigio internazionale. Profonda è la nostra vocazione a favore di un multilateralismo efficace, fondato sul ruolo insostituibile delle Nazioni Unite.

Resta forte la nostra attenzione e proiezione verso le aree di naturale interesse prioritario, come i Balcani, il Mediterraneo allargato, con particolare attenzione alla Libia e al Mediterraneo orientale, e all’Africa. Gli anni più recenti hanno visto una spinta crescente alla costruzione in Europa di reti di rapporti bilaterali e plurilaterali privilegiati. Proprio la pandemia ha rivelato la necessità di perseguire uno scambio più intenso con i partner con i quali la nostra economia è più integrata.

Per l’Italia ciò comporterà la necessità di meglio strutturare e rafforzare il rapporto strategico e imprescindibile con Francia e Germania. Ma occorrerà anche consolidare la collaborazione con Stati con i quali siamo accomunati da una specifica sensibilità mediterranea e dalla condivisione di problematiche come quella ambientale e migratoria: Spagna, Grecia, Malta e Cipro.

Continueremo anche a operare affinché si avvii un dialogo più virtuoso tra l’Unione europea e la Turchia, partner e alleato NATO.

L’Italia si adopererà per alimentare meccanismi di dialogo con la Federazione Russa. Seguiamo con preoccupazione ciò che sta accadendo in questo e in altri paesi dove i diritti dei cittadini sono spesso violati.

Seguiamo anche con preoccupazione l’aumento delle tensioni in Asia intorno alla Cina. Altra sfida sarà il negoziato sul nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo, nel quale perseguiremo un deciso rafforzamento dell’equilibrio tra responsabilità dei Paesi di primo ingresso e solidarietà effettiva. Cruciale sarà anche la costruzione di una politica europea dei rimpatri dei non aventi diritto alla protezione internazionale, accanto al pieno rispetto dei diritti dei rifugiati.

L’avvento della nuova Amministrazione Usa prospetta un cambiamento di metodo, più cooperativo nei confronti dell’Europa e degli alleati tradizionali. Sono fiducioso che i nostri rapporti e la nostra collaborazione non potranno che intensificarsi.

Dal dicembre scorso e fino alla fine del 2021, l’Italia esercita per la prima volta la Presidenza del G20. Il programma, che coinvolgerà l’intera compagine governativa, ruota intorno a tre pilastri: People, Planet, Prosperity. L’Italia avrà la responsabilità di guidare il Gruppo verso l’uscita dalla pandemia, e di rilanciare una crescita verde e sostenibile a beneficio di tutti. Si tratterà di ricostruire e di ricostruire meglio. Insieme al Regno Unito – con cui quest’anno abbiamo le Presidenze parallele del G7 e del G20 – punteremo sulla sostenibilità e la «transizione verde» nella prospettiva della prossima Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico (Cop 26), con una particolare attenzione a coinvolgere attivamente le giovani generazioni, attraverso l’evento «Youth4Climate».

Questo è il terzo governo della legislatura. Non c’è nulla che faccia pensare che possa far bene senza il sostegno convinto di questo Parlamento. È un sostegno che non poggia su alchimie politiche ma sullo spirito di sacrificio con cui donne e uomini hanno affrontato l’ultimo anno, sul loro vibrante desiderio di rinascere, di tornare più forti e sull’entusiasmo dei giovani che vogliono un paese capace di realizzare i loro sogni.

Oggi, l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia.

Diritti tv, manca numero legale: salta assemblea Lega serie A


articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/2021/02/17/news/diritti_tv_salta_assemblea_sky_dazn-287973645/?ref=RHTP-VS-I270681067-P14-S9-T1

Bologna, Crotone, Genoa, Sampdoria, Sassuolo, Benevento, Spezia, Torino e Roma hanno disertato l’assemblea in cui si sarebbe dovuta discutere l’assegnazione dei diritti televisivi per il triennio 2021-2024. Intanto il tribunale di Milano ordina a Sky di pagare i 130 milioni di euro non versati la scorsa stagione

Manca il numero legale, quindi tutto è rinviato. I presidenti e i dirigenti di Bologna, Crotone, Genoa, Sampdoria, Sassuolo, Benevento, Spezia, Torino e Roma hanno disertato l’assemblea di oggi della Lega di Serie A, in cui si sarebbe dovuta discutere l’assegnazione dei diritti televisivi per il triennio 2021/2024. Una mossa deliberata, per provare a imporre invece l’altra votazione attesa: quella sulla costituzione della nuova media company partecipata da fondi d’investimento. Il risultato è lo stallo. Sono infatti 7 i club che, al contrario, spingevano perché si scegliesse oggi fra Sky e Dazn il broadcaster partner della Serie A per le prossime tre stagioni.  continua a leggere

Pisa, un forte boato e il ponte pedonale (ancora da inaugurare) viene giù


articolo: https://corrierefiorentino.corriere.it/foto-gallery/toscana/21_febbraio_17/pisa-forte-boato-ponte-pedonale-ancora-inaugurare-viene-giu-ab41bc1c-70f5-11eb-bf71-f0bca5004fea.shtml?fbclid=IwAR29VfuWmewdjd0mKiOwzSHwlCLTWl6FrbmZ-IikES65Y3O__RugX_iAu0w

Un tonfo nella tarda serata di martedì e la passerella pedonale di Ponticelli, alla periferia di Santa Maria a Monte in provincia di Pisa, è venuta giù. Piegata al centro, è crollata prima ancora di essere inaugurata. Erano da poco passate le 19 quando alcuni residenti della frazione toscana hanno sentito la struttura gemere ed accasciarsi nel fosso, accanto al ponte stradale. Data l’ora, per fortuna, nessuno stava transitando sulla passerella che, fin dall’inizio ha avuto una storia travagliata fatta di continui stop e riprese nei lavori. Iniziati oltre un anno fa e non ancora terminati. Adesso si indaga per capire quali possano essere state le cause dello “svenimento”, se strutturali o attribuibili alle pesanti piogge delle scorse settimane. Un’indagine approfondita in questo senso è stata promessa dalla sindaca Ilaria Parrella. 

Nigeria: centinaia di studenti rapiti all’università


articolo: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2021/02/17/nigeria-centinaia-di-studenti-rapiti-alluniversita-_cefa2ffd-be81-43ae-bc65-86b3d5324d7b.html

Attacco di uomini armati con divise militari. Un giovane ucciso

Centinaia di studenti sono stati rapiti in Nigeria da uomini armati che hanno attaccato la loro università. I giovani sono stati prelevati insieme ad alcuni insegnanti dagli alloggi dove dormivano, ha detto una fonte della sicurezza all’agenzia Afp.

Gli assalitori, che indossavano uniformi dell’esercito, hanno attaccato il College di Scienze statale a Kagara, nello Stato del Niger. Durante l’assalto uno degli studenti è stato ucciso.

Diritti tv, Sky rilancia: “Mezzo miliardo subito se accettate l’offerta”


articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/2021/02/16/news/diritti_tv_sky_rilancia-287890068/

In una lettera ai club la tv digitale fa sapere di essere pronta a versare “entro tre giorni” la rata rimasta in sospeso dalla scorsa stagione e in più il 50% della prossima. Il totale è di 505 milioni di euro. Mercoledì assemblea

Il cerchio si stringe e quando la partita sui diritti tv ormai pareva chiusa, Sky ha fatto la sua mossa. Una mossa che, nelle intenzioni della tv digitale, potrebbe riaprire la gara per assegnare le immagini della Serie A per il triennio 2021/2024. Mezzo miliardo subito, entro pochissime ore dall’aggiudicazione dell’offerta. Questo è quello che, in una lettera inviata alla Lega Serie A e ai 20 presidenti delle squadre, ha messo sul piatto Sky. Il bando non prevede rilanci, e quindi l’ad Max Ibarra non ha certamente potuto rivedere i 750 milioni messi sul tavolo per aggiudicarsi le 10 partite (non in esclusiva). Ma nulla osta di fornire diverse indicazioni di pagamento. E in un momento in cui le casse dei club languono, fiaccate dal Covid che ha svuotato gli stadi, allontanato gli sponsor e ridotto il mercato e il valore dei calciatori, la nuova proposta offrirebbe un’enorme boccata d’ossigeno.

505 milioni entro tre giorni – Nella lettera, Sky ribadisce quello che era stato il senso della sua presentazione in Lega, mettendo l’accento sul suo ruolo di “partener affidabile“, annunciando l’intenzione – qualora l’offerta fosse accettata – di versare subito “entro tre giorni” la rata rimasta in sospeso dalla scorsa stagione (sul tema deve ancora pronunciarsi il Tribunale di Milano) e in più il 50% della stagione 2021/2022. Il totale è di 505 milioni di euro, oltre mezzo miliardo. Un argomento che certo non appare trascurabile, per la Serie A.

Come dividere i soldi – Il problema, però, è come ridistribuire la cifra tra le società. Perché i diritti sono ovviamente per la stagione prossima, e oggi è impossibile dire chi sarà con certezza in Serie A. Quindi a chi dare quella cifra? Qualcuno, chi non l’ha ancora fatto, potrà scontare quantomeno metà del paracadute per la retrocessione, da convertire in parte della rata qualora poi restasse in Serie A. Gli altri rischiano di dover comunque aspettare. In ogni caso, alcune società hanno scritto chiedendo di non votare, mercoledì, per Dazn, rispondendo alla lettera delle big: e il “rilancio” di Sky offre un ottimo argomento a supporto.

Covid: 4 i comuni lombardi in zona rossa


articolo: https://www.ansa.it/lombardia/notizie/2021/02/16/covid-4-i-comuni-lombardi-in-zona-rossa-da-domani_0995e444-8d50-4319-8c59-232eb695b65d.html

Viggiù, Mede, Castrezzato e Bollate: ecco le zone rosse

(ANSA) – MILANO, 16 FEB – Oltre a Castrezzato, anche Viggiù, nel Varesotto, Mede, nel Pavese, e Bollate, alle porte di Milano, dalle 18 di gggi saranno zona rossa. Lo ha stabilito con un’ordinanza il presidente della Regione Attilio Fontana.

La decisione – viene spiegato – è dovuta all’insorgere di cluster di contagio legati alla diffusione di varianti del virus.
Il presidente della Regione – sentito il ministro della Salute – ha stabilito con un’ordinanza che, ai sensi dell’art. 3 del dpcm 14 gennaio 2021, nei 4 comuni verranno applicate le disposizioni previste nella cosiddetta ‘fascia rossa‘.
Con l’ordinanza firmata da Fontana “si dispone che le attività scolastiche e didattiche di tutte le classi delle scuole primarie e secondarie in questi comuni si svolgano esclusivamente con modalità a distanza. Tale sospensione – viene aggiunto in una nota – riguarda anche asili nidi e scuole materne”. L’ordinanza è valida fino a mercoledì 24 febbraio.
    (ANSA).