Clubhouse fa mezzo milione di nuovi utenti al giorno. Nelle stanze virtuali a tema si può conversare anche con Elon Musk o Fiorello. L’accesso? Solo su invito
Oh no, un nuovo social network. Proprio quando sembrava sconfitta l’ansia di sentirsi tagliati fuori dalle feste a cui tutti vanno, non essendoci più feste, ecco una nuova «festa», seppur digitale, per cui da una settimana tutti sembrano smaniare. Si chiama Clubhouse: cresce di mezzo milione di utenti al giorno. È un social accessibile a inviti e basato sulla sola voce: anziché con foto o interventi scritti si partecipa aprendo una conversazione, chiamata metaforicamente room, stanza, e si sceglie se gli altri possono intervenire, dando loro la parola (sistema che impedisce i litigi) o solo ascoltare voci o musica che trasmettiamo in diretta.
Chi vuole ascoltare può entrare nelle «stanze» che l’app gli propone, secondo gli interessi che ha specificato: c’è di tutto, da «Politica estera» a «Identità», e un generico «Arts» che accorpa libri, moda e pure cucina. A differenza delle recenti novità social, come TikTok dove spopolano video ballerini con cui è difficile tenere il passo se si è sopra i 30, Clubhouse è alla portata di chi è sì tentato dall’esistenza di un nuovo modo di comunicare — l’app è nata ad aprile scorso, per chi nella solitudine da lockdown bramava di conversare per davvero, e non a mezzo fumettini, con chicchessia — ma è già esausto alla sola idea di impararne le regole. Come su Facebook all’inizio, si accede solo su invito. Ma trovarne uno pagando non è difficile (sulla piattaforma Unloved.com, ad esempio, costa 45 euro) e gli sviluppatori stanno moltiplicando gli inviti a disposizione. Per ora si usa solo da Apple, ma è iniziato lo sviluppo dell’app anche per Android. continua a leggere
