Ho avuto un contatto con un positivo al Covid, cosa devo fare? Le regole per la quarantena (per vaccinati e non)


articolo di Alice Scaglioni: https://www.corriere.it/cronache/21_dicembre_20/contatto-positivo-covid-quarantena-regole-0413a57a-6174-11ec-b501-5738353be174.shtml?fbclid=IwAR0isAiu_ElsjCE8yKVHQRYcB0GVJcY3wRmSITLwPLb31CK7qY6lGQqvCyM

Dopo un contatto stretto con un positivo al Covid, quali regole bisogna seguire per la quarantena? Quanti giorni devono passare per fare il tampone? E la quarantena è obbligatoria per tutti?

Cosa vuol dire essere il «contatto stretto» di un positivo? E quando invece si è considerati un «contatto a basso rischio»? Con la crescita dei contagi che osserviamo in questi giorni siamo costretti a porci queste due domande sempre più frequentemente. Sappiamo infatti che la procedura da seguire è diversa, così come varia per chi è vaccinato e per chi non lo è.

Partiamo dal concetto base: chi è un contatto di una persona risultata positiva al Covid-19? È chiunque sia stato esposto a un caso probabile o confermato di Covid da 48 ore prima dell’insorgenza dei sintomi fino a 14 giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento del positivo. Se la persona positiva al Coronavirus non ha sintomi, il contatto è chi ha visto il contagiato in un lasso di tempo che va da 48 ore prima della scoperta della positività e fino a 14 giorni dopo o fino alla diagnosi e all’isolamento.

Il contatto stretto
E come si distingue invece un contatto stretto? Ci sono ovviamente varie possibilità, a seconda del tipo di rapporto e di esposizione che si ha avuto con il caso di Covid (probabile o confermato):
una persona che vive nella stessa casa di un positivo al Covid;
una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso di Covid (può essere anche una stretta di mano, non è necessario che sia un contatto prolungato);
• una persona che ha avuto un contatto diretto e non protetto con le secrezioni di un caso di Covid (per esempio, chi ha toccato il fazzoletto usato di un amico o un conoscente);
• una persona che ha avuto un contatto diretto — rimanendo per esempio faccia a faccia con il contagiato — a una distanza minore di 2 metri e per almeno 15 minuti;
• una persona che si è trovata in un ambiente chiuso, senza i dispositivi di protezione come le mascherine, in compagnia di qualcuno che è stato poi identificato come positivo al Covid;
• un operatore sanitario, un medico o un’altra persona che fornisce assistenza diretta a un caso di Covid-19, ma anche il personale di laboratorio che manipola i campioni di un caso di Covid (come chi lavora sui tamponi molecolari) senza usare le mascherine e i dispositivi di protezione necessari per proteggersi dal contagio;
• una persona che ha fatto un viaggio in treno, aereo o su un qualsiasi altro mezzo di trasporto a due posti di distanza da chi è poi risultato positivo al Covid, ma anche il personale addetto al controllo della sezione dell’aereo, del treno, del mezzo dove il caso di Covid era seduto.

Bisogna poi ricordare che in base a una valutazione che può essere fatta dagli operatori sanitari, alcune persone che non rientrano nella casistica elencata possono essere considerate comunque «contatti a rischio».

Il contatto a basso rischio
Sono invece considerati contatti a basso rischio coloro che:
hanno avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con una persona contagiata dal Covid, a una distanza inferiore a 2 metri e per meno di 15 minuti;
• si sono trovati in un ambiente chiuso (anche su un mezzo di trasporto pubblico) con una persona poi risultata positiva al Coronavirus per meno di 15 minuti;
• ricoprendo il ruolo di operatore sanitario o assistente diretto a un caso di Covid-19, ma anche di personale di laboratorio che manipola i campioni di Coronavirus, hanno avuto contatti con un positivo usando le mascherine e i dispositivi di protezione necessari per proteggersi;
• hanno viaggiato (passeggeri e personale) su un volo in cui era imbarcato anche un positivo al Covid-19 (tranne i passeggeri seduti vicino al contagiato e il personale addetto alla sezione in cui è seduto il positivo).

Quarantena, isolamento e sorveglianza attiva: le differenze
La quarantena è quando una persona sana (che viene riconosciuta come contatto stretto di un positivo al Covid) si sottopone alla restrizione dei movimenti e dei contatti con la comunità (quindi non esce dalla propria abitazione) con l’obiettivo di monitorare l’insorgenza di eventuali sintomi e assicurare l’identificazione precoce dei casi, evitando una diffusione ulteriore del virus.

L’isolamento consiste nel separare quanto più possibile le persone che hanno ricevuto una diagnosi di positività al Covid-19 da quelle sane per non far diffondere il Coronavirus.

La sorveglianza attiva prevede che la persona che è sottoposta alla misura sia in contatto quotidiano con l’operatore della sanità pubblica che ha il compito di avere notizie sulle sue condizioni di salute.

Le regole per la quarantena

Come si deve procedere, quindi? Innanzitutto le regole variano a seconda che la persona che ha avuto il contatto con il positivo sia vaccinata o meno, e poi ovviamente l’iter è diverso se si tratta di un contatto stretto o meno. continua a leggere

Lo spot inglese sulle molestie sessuali sulle donne: «Pensi che tutto questa sia ok?»


articolo: https://video.corriere.it/esteri/spot-inglese-molestie-sessuali-donne-pensi-che-tutto-questa-sia-ok/8a4d23d8-61a0-11ec-b501-5738353be174?fbclid=IwAR0K6CgBWaPo4pfjh3o9xFHbAU6X6WWicA-INRWPhLstu–1xnPPYD8_k_I

La campagna lanciata dal comune di Manchester contro la violenza di genere

Ansa / CorriereTv

Lo spot inglese sulle molestie sessuali sulle donne: “Pensi che tutto questo sia ok?”

Commenti durante il jogging, sui social media, fuori da un bar e la sera in città. Lo spot lanciato dal comune di Manchester, che sta raccogliendo elogi su internet, mostra tutti i tipi di molestie sessuali in pubblico che una donna può ricevere oggi in tanti Paesi occidentali. Secondo Un Women UK, il 71% delle donne di tutte le età nel Regno Unito ha subito qualche forma di molestia sessuale in un luogo pubblico. Il rapporto rileva inoltre che il 95% delle donne non l’ha mai denunciato. Il video è stato rilasciato dalla Greater Manchester Combined Authority come parte della strategia decennale sulla violenza di genere.

Dazn, doppia utenza per vedere il calcio solo pagando di più: come cambia l’abbonamento


articolo di Redazione Economia: https://www.corriere.it/economia/consumi/cards/dazn-doppia-utenza-vedere-calcio-solo-pagando-piu-come-cambia-l-abbonamento/dazn-addio-doppia-utenza_principale.shtml?fbclid=IwAR1UxtjvE4HUbqnnEV469wKSI_xywv6CtLpNDeBeSj6krKjQo1wpPnASKCk

1 – Dazn e la revisione della doppia utenza – Dazn cambierà l’offerta e la possibilità di «condividere» l’abbonamento per vedere le partite di calcio rivedendo le opzioni per la doppia utenza, cioè la possibilità di associare due dispositivi (che in gergo tecnico si chiama «concurrency) che permette di far vedere anche lo stesso contenuto a due persone collegate a due device diversi ma con lo stesso account e lontane l’una dall’altra. La novità, circolata come indiscrezione a novembre che i tifosi temevano potesse essere applicata già nel campionato in corso, è stata confermata a partire dalla prossima stagione 2022-2023 della Serie A. Che cosa non sarà più possibile fare?

2 – Gli abbonamenti in famiglia – L’unica possibilità per condividere l’abbonamento a Dazn sarà «in famiglia», collegando due device alla medesima rete fissa nella stessa casa, per esempio il papà davanti alla tv e il figlio sullo smartphone. La visione condivisa sarà possibile soltanto all’interno della stessa famiglia (quindi se gli utenti sono connessi alla stessa rete fissa Ip, ossia sostanzialmente sono nella stessa casa).
Niente doppia utenza, dunque, almeno su due reti wifi o cellulari differenti. A meno di scegliere un abbonamento diverso che probabilmente sarà più costoso.

Dazn, la conferma del cambiamento – La conferma dello stop alla doppia utenza è arrivata da Veronica Diquattro, Chief revenue officer Europe e Ceo per l’Italia e la Spagna della piattaforma, che ha parlato a Milano Finanza. «Le nostre condizioni di servizio stabiliscono chiaramente che l’abbonamento è personale e non cedibile, la concurrency consente di vedere contenuti in contemporanea su più dispositivi. Dal nostro monitoraggio abbiamo invece riscontrato che la funzionalità è sfruttata in modo scorretto da utenti che mettono in vendita una delle due utenze. Un cambiamento sarà quindi possibile ma in futuro, probabilmente dalla prossima stagione». continua a leggere

La terza dose (intera) del vaccino Moderna ……


La terza dose (intera) del vaccino Moderna aumenta di 83 volte gli anticorpi contro Omicron: l’annuncio dell’azienda

articolo di Cristina Marrone: https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/21_dicembre_20/moderna-terza-dose-omicron-d592dcfe-617b-11ec-b501-5738353be174.shtml?refresh_ce

I test di laboratorio evidenziano che anche la mezza dose attualmente autorizzata alza gli anticorpi di 37 volte ma ancora non si sa per quanto tempo. La società intende concentrarsi sul richiamo

Foto Repubblica

Una dose di richiamo del vaccino contro il coronavirus prodotto da Moderna aumenta significativamente il livello di anticorpi che possono contrastare la variante di Omicron. Lo ha annunciato la compagnia americana in una nota. È una buona notizia che arriva nei giorni in cui Omicron sta avanzando rapidamente in tutto il mondo, causando anche infezioni tra chi ha terminato il ciclo vaccinale.

I risultati mostrano che la dose di richiamo attualmente autorizzata di 50 microgrammi (metà della dose somministrata per il ciclo vaccinale primario in cui ogni singola dose è di 100 microgrammi) ha aumentato il livello di anticorpi di circa 37 volte. Una dose completa di 100 microgrammi si è mostrata ancora più potente, aumentando i livelli di anticorpi di circa 83 volte rispetto ai livelli pre-boost. I dati non sono stati ancora pubblicati o revisionati da esperti indipendenti tuttavia Moderna aveva già comunicato nei giorni scorsi che stava preparando il lavoro da pubblicare online

Entrambe le dosi hanno causato effetti collaterali paragonabili a quelli osservati dopo il primo ciclo vaccinale, ma la dose di 100 microgrammi ha mostrato reazioni avverse leggermente più frequenti rispetto alla dose autorizzata di 50 microgrammi.

I risultati si basano su test di laboratorio che misurano solo la presenza degli anticorpi neutralizzanti, senza indagare sull’immunità cellulare (presenza di linfociti T e B) contro il virus. Sebbene i vaccini non possano prevenire l’infezione dalla variante (non sono neutralizzanti e sono stati creati per prevenire le conseguenze gravi del virus) , ci si aspetta che prevengano malattie severe nella stragrande maggioranza delle persone.

Moderna ha testato il booster su 40 persone, 20 per ogni tipologia di dosePrima del booster tutti i volontari avevano livelli bassi di anticorpi che possono prevenire l’infezione da Omicron. Un mese dopo il booster si è registrato un netto aumento degli anticorpi. Nel dettaglio la mezza dose ha aumentato i titoli anticorpali neutralizzanti contro Omicron a 850, vale a dire 37 volte superiori ai livelli pre-boost. Con la dose intera i titoli anticorpali neutralizzanti contro Omicron sono saliti a 2228, che è circa 83 volte superiore ai livelli pre-boost. continua a leggere

Milano, incendio in un piazzale in via Ripamonti: a fuoco 15 auto, container e un’autocisterna con oli minerali


articolo: di Redazione Milano: https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/21_dicembre_20/milano-incendio-un-piazzale-via-ripamonti-fuoco-15-auto-container-un-autocisterna-oli-minerali-386d2e18-616a-11ec-b501-5738353be174.shtml

È successo domenica sera intorno alle 23 per un incendio in un piazzale di sosta per veicoli in via Ripamonti 514. I vigili del fuoco hanno lavorato fino all’alba per domare le fiamme

Foto da Repubblica

Incendio in un piazzale di sosta per veicoli in via Ripamonti 514. I vigili del fuoco del Comando di Milano sono intervenuti domenica sera intorno alle 23 nella zona sud del capoluogo lombardo. Distrutti dalle fiamme una ventina di mezzi parcheggiati, fra cui un’autocisterna contenente oli minerali. In fiamme anche diversi container e una quindicina di vetture. continua a leggere

Covid, il confronto con dicembre 2020: ora più contagi di un anno fa ma meno morti e ricoveri gravi


articolo di Fabio Savelli: https://www.corriere.it/cronache/21_dicembre_20/covid-dicembre-2020-contagi-c884b44a-60f6-11ec-94e5-d59794d52fbf.shtml?fbclid=IwAR0dZt-zZ1YCVyfY6ayXh8Cy6ofDYmNgKVOM-YD1zQA1lnUMXQ0iAeAg6Ok

I dati del dicembre 2020 dimostrano che i vaccini funzionano ma serve fare più terze dosi e proteggere i bambini

Due curve su quattro si sono invertite appena qualche giorno fa, tra il 13 e il 14 dicembre, portando ad un sorpasso preoccupante ma non così inaspettato. Destano allarme certo, perché il numero dei casi complessivi (e il tasso di positività sui tamponi molecolari, i più attendibili) è superiore ora rispetto allo stesso periodo del 2020 . Ma è l’ennesima conferma che la barriera vaccinale sta tenendo.

Le spiegazioni sono chiare. La più importante: le altre due curve sotto la lente degli scienziati, cioè il numero di decessi e il numero di posti occupati in terapia intensiva, diverge fortemente tra dicembre 2021 e dicembre 2020. Per il numero di morti correlate al Covid, il cui indice di letalità è ora al 2,5% (ultimo dato Iss), siamo adesso «in un fattore 6», come lo chiama il fisico Giorgio Sestili .

Nell’ultima settimana il bollettino delle regioni segnala in media circa 100 morti giornalieri (ieri 97), un anno fa oscillavano tra i 600 e i 700 (il 19 dicembre 2020 registrammo 655 vittime). «Significa che i vaccini stanno riducendo il rischio di decesso di 6-7 volte», aggiunge Sestili. Grazie agli oltre 47,8 milioni di vaccinati con almeno una dose, oltre l’80% della popolazione con più di 5 anni, platea attuale della campagna. Sulle ospedalizzazioni in area critica negli ultimi giorni siamo invece scesi ad un fattore 3.

Al momento abbiamo poco meno di mille ricoverati nelle intensive (ieri 966), il 19 dicembre scorso erano 2.794.

Vuol dire che i vaccini stanno riducendo l’impatto sul sistema ospedaliero di tre volte anche se le due curve 2020 e 2021 si stanno avvicinando per tre motivi. continua a leggere