articolo di Rita Fatiguso: https://www.ilsole24ore.com/art/la-banca-centrale-cinese-promette-debito-evergrande-sara-onorato-AEUzWq1
Il Governatore Yi Gang interviene a calmare le preoccupazioni degli investitori stranieri mentre i dati sull’inflazione di novembre segnalano una frenata
I punti chiave
La Banca centrale cinese promette che il rischio di Evergrande «sarà adeguatamente gestito» e che i diritti di creditori e azionisti saranno rispettati perchè si tratta di «un evento di mercato e i diritti e gli interessi dei creditori e degli azionisti saranno esauditi nell’ordine del loro risarcimento legale». Così il Governatore della Banca centrale cinese, Yi Gang, durante un seminario online sul ruolo dell’hub finanziario di Hong Kong. Così i titoli Evergrande balzano del 4,62% a Hong Kong, risollevandosi dai minimi storici toccati per il mancato pagamento di coupon offshore per 82,5 milioni di dollari alla scadenza di lunedì scorso dei 30 giorni di grazia. Intanto, però, la società di rating Fitch ha deciso di tagliare il giudizio a «restricted default».
I dubbi sulla ristrutturazione – Il gigante immobiliare in difficoltà si è impegnato a “coinvolgersi attivamente” con i creditori offshore per creare un piano di ristrutturazione, ma il ruolo del Partito comunista sarà essenziale. I funzionari della Provincia del GuangDong sono già entrati in pista ma per i creditori internazionali, il ruolo pratico del governo è una benedizione mista. In caso di piano di ristrutturazione saranno soddisfatti per ultimi.
Il nuovo comitato rischi composto da sette persone include manager delle imprese statali del Guangdong e di China Cinda Asset Management Co., il più grande gestore di crediti inesigibili della nazione. Un altro proviene da uno studio legale, mentre solo due membri provengono da Evergrande, incluso il presidente Hui Ka Yan, l’azionista di controllo della società. Per il comitato, la parte difficile sarà capire quali risorse prendere di mira. È probabile che si dia priorità alla stabilità sociale, con un “bail-in” di investitori istituzionali da utilizzare in caso di necessità.
Il peso degli asset negativi – Evergrande finora ha riportato 1,97 trilioni di yuan ($ 310 miliardi) di passività al 30 giugno, il più alto del settore. Quasi la metà di tale importo è rappresentata da fatture a fornitori e altri debiti, mentre il debito è stato pari a 572 miliardi di yuan, in calo del 20% rispetto a sei mesi prima.
La società ha ridotto il suo rapporto debito/capitale netto al di sotto del 100%, rispettando una delle “tre linee rosse” del governo cinese, parametri imposti per limitare l’indebitamento delle società immobiliari. La società ha in circolazione 19,2 miliardi di dollari in obbligazioni offshore, la maggior parte tra gli sviluppatori cinesi. Un altro rischio per i creditori sono le garanzie dell’impresa sui debiti delle parti correlate, comprese le obbligazioni di collocamento privato con informativa limitata.
Evergrande ha riportato 557 miliardi di yuan di garanzie finanziarie per acquirenti di case e partner commerciali a giugno.Quanto potere contrattuale hanno gli obbligazionisti offshore? La prospettiva di portare avanti il loro caso nei tribunali cinesi, dato il pesante coinvolgimento del governo nella revisione, è davvero complessa.
Frena la corsa dell’inflazione – Mentre la Cina affronta la grana default di Evergrande i prezzi alla produzione sono saliti a novembre del 12,9% annuo, segnando un rallentamento su ottobre (+13,5%) ma superando le stime degli analisti (+12,4%), come conseguenza del giro di vite del governo centrale sui costi delle materie prime e sul miglioramento della crisi energetica.
L’economia cinese, che ha registrato un netto rimbalzo dal crollo della pandemia dello scorso anno, ha perso slancio negli ultimi mesi a causa delle tensioni su materie prime, settore manifatturiero in rallentamento, problemi di debito nel settore immobiliare e focolai di Covid-19. Lunedì la Banca centrale cinese, tra le misure messe in campo, ha annunciato un taglio dello 0,50% – il secondo nel 2021 – alle riserve obbligatorie degli istituti di credito permettendo il rilascio di circa 190 miliardi di dollari sui mercati a sostegno dei finanziamenti a lungo termine.
Quanto all’inflazione, i prezzi al consumo sono saliti del 2,3% su base annua, ha reso noto l’Ufficio nazionale di statistica, frenando rispetto alle aspettative di un +2,5% ma in rialzo sull’1,5% di ottobre. Il trend, tuttavia, rimane modesto poiché le restrizioni per il Covid-19 frenano i consumi e pesano sulla domanda, indicando un passaggio limitato dei prezzi alla produzione elevati a quelli sui beni del consumatore finale.
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