Morto Emamotorsport, il meccanico star del web Emanuele Sabatino: «Un uomo dal cuore grande»


articolo di Davide Maniaci: https://milano.corriere.it/notizie/lombardia/21_dicembre_10/morto-emanuele-sabatino-meccanico-star-web-emamotorsport-un-uomo-cuore-grande-e402509c-59da-11ec-a7f8-dae72bf3ca0c.shtml

Morto nella sua officina di Broni (Pavia) Emanuele Sabatino detto Emamotorsport, l’influencer dei motori. Onda di commozione sui social network.

Emanuele Sabatino, noto al grande pubblico come Emamotorsport, è stato trovato morto nella sua officina nel pomeriggio del 9 dicembre. Era il meccanico (social) più seguito d’Italia. A dare l’annuncio, sul suo sito web e sui profili social, la moglie, i tre figli e il team. Sabatino, pavese di Broni, aveva 45 anni

Emamotorsport31 ottobre

La sua storia – Dalla tuta blu sporca d’olio a meccanico star del web. Milioni di visualizzazioni su Youtube. Comparsate e programmi in tv. Da «In officina con Ema» a «Cortesie per l’auto». Nel giro di pochi anni Sabatino era passato dal fallimento della sua officina ad essere protagonista di tre programmi televisivi, diventando l’influencer dei motori. «Ho iniziato a riparare auto all’età di 21 anni — aveva raccontato al Corriere —. Avevo aperto un’officina a Melegnano in cui preparavo auto sportive. Una serie di circostanze non si sono incastrate e, complice la crisi, il castello di carta è crollato». L’attività chiusa, il conto in rosso, l’officina allagata, il danno insostenibile. Tutto da rifare.

Emanuele Sabatino2 APPUNTAMENTI IMPORTANTI DA NON PERDERE – Trasmesso in live streaming il giorno 19 nov 2021

La seconda fase – A quel punto, Ema si era buttato nel ciclismo, aprendo un negozio di bici da corsa ed e-bike. Altro sogno spezzato. «Mi svaligiarono. Non mi rimase nulla. Mio padre trovò un capannone abbandonato a Broni, sulle prime colline pavesi». La vita di Sabatino era ripartita così. A fatica. Con i fornitori e le banche a chiedere soldi. «Non mi sono fermato — ha raccontato al Corriere Il mio mantra è: fai tutte le cose che non faresti. Così ho seguito corsi di marketing e di comunicazione, e ho fatto il mio esordio sui social». Da lì in poi, successi e popolarità: «Comprendi con facilità gli straordinari funzionamenti meccanici della tua auto, scopri il loro funzionamento e viaggia sempre sereno», il suo slogan. Qualcosa, forse, negli ultimi tempi era andato storto nella vita di Sabatino. Ema è stato trovato impiccato in officina. Si tratterebbe, dunque, di suicidio. continua a leggere

Atalanta, ladri a casa di Muriel durante la partita


articolo di Maddalena Berbenni: https://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/21_dicembre_10/atalanta-ladri-casa-muriel-la-partita-45663cbe-5985-11ec-a7f8-dae72bf3ca0c.shtml

L’attaccante nerazzurro ha scoperto il furto rincasando dopo la gara con il Villarreal

Serata doppiamente amara per Luis Muriel. Non bastava l’eliminazione dalla Champions League con l’ultima speranza infranta contro un palo centrato proprio da lui. Arrivato a casa, ai piedi di Città Alta, l’attaccante colombiano, 30 anni, a Bergamo dal 2019, si è ritrovato l’appartamento svaligiato. continua a leggere

L’Inter e l’interesse dei sauditi: cronaca di una notizia mai nata


articolo di Franco Vanni: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2021/12/10/news/inter_interesse_sauditi-329639227/

Anche l’ultima indiscrezione di Nicola Volpi come prossimo presidente nerazzurro non trova alcuna conferma, ma le voci di un interessamento arabo non cessano. Intanto la dirigenza interista è impegnata a rifinanziare i vecchi debiti. Un nuovo bond da 410 milioni sarà collocato a gennaio

Il contatore delle voci sul passaggio dell’Inter al fondo saudita Pif si aggiorna quotidianamente. Per tutta la giornata di ieri è circolata l’indiscrezione, smentita da ogni parte come tutte le precedenti, secondo cui non solo il club sarebbe a un passo dal passare in mani arabe, ma dopo il passaggio il nuovo presidente sarebbe Nicola Volpi.

Nicola Volpi e i sauditi – La suggestione, per verosimiglianza, è di quelle che fanno scattare tutti gli allarmi. Uomo di finanza, fondatore e socio del fondo Permira, dal 2014 al 2018 nel cda della società nerazzurra e grandissimo tifoso interista, Volpi ha infatti portato gli investitori sauditi nel capitale di Pagani, casa automobilistica di super lusso che produce fra l’altro la Huayra nerazzurra su cui Steven Zhang si spostava a Milano quando ci viveva. Tutto realistico, quindi. Ma che una voce sia costruita per sembrare vera, non significa lo sia. Anzi. Non c’è alcuna evidenza che Pif in questo momento sia interessato all’Inter. Amanda Staveley, direttrice del club inglese Newcastle – quello sì acquistato dal fondo sovrano – ha chiarito che a Rihad di comprare l’Inter non ci pensano nemmeno. Ma questo non è bastato a silenziare i rumors.

Ironia in via Liberazione – Alla sede del club in via Liberazione a Milano un tempo il gossip (così veniva bollato da quelle parti) sull’imminente cessione del club veniva accolte con stupore. Poi si è passati al fastidio. Ora le reazioni sono per lo più divertite. Fantasticare di prìncipi arabi e immaginare un calciomercato da Mille e una notte è una distrazione piacevole dalla vera priorità del management nerazzurro, meno esotica e molto più concreta: rifinanziare i bond da 375 milioni emessi cinque anni fa, che si avviano a scadenza. L’Inter avrebbe voluto collocarli sul mercato entro la fine di dicembre ma, a differenza dei mercati dei prodotti di consumo che sotto Natale esplodono, per quelli finanziari le ultime settimane dell’anno non sono tradizionalmente periodo di grandi operazioni.

Appuntamento a gennaio – L’Inter, assistita da Golman Sachs, venderà il proprio debito a gennaio, quando i volumi degli investimenti dovrebbero tornare a salire. Emetterà nuovi titoli per 410 milioni: i 375 da restituire ai precedenti creditori, più altri 50 di un prestito oggi in essere che a sua volta andrà rifinanziato, meno qualcosa che è già stato reso. La scadenza del nuovo bond sarà di nuovo quinquennale. Sempre a gennaio l’Inter tornerà anche sul mercato dei calciatori, su cui non sono attese spese pazze, ma qualcosa si farà. In ogni caso il club, grazie al lavoro fatto dai due amministratori delegati Beppe Marotta (Sport) e Alessandro Antonello (Corporate), è finanziariamente abbastanza solido da arrivare senza scossoni fino alla fine della stagione, qualsiasi sarà il risultato sportivo. Una prospettiva molto più rosea rispetto a quella che la stessa proprietà si prefigurava dodici mesi fa.

Gli impegni di Suning – Alla fine del 2020 Suning fece circolare nel mondo degli investitori istituzionali (fondi & co.) un teaser. Un documento con cui la proprietà cinese dell’Inter cercava capitale, dicendosi pronta a cedere anche quote del club. Alla fine la soluzione che si è individuata non ha invece spostato una sola azione: il finanziamento da 275 milioni del maxi-fondo Oaktree, concesso lo scorso maggio, non ha modificato l’assetto azionario: Suning controlla tramite una società veicolo il 68 per cento delle azioni, il fondo Lion Rock Capital il 31, e il resto i piccoli soci. Non è noto il dettaglio della struttura del contratto fra Suning e Oaktree ma è probabile che il debito, che no grava sul club ma sulla lussemburghese proprietaria del pacchetto di maggioranza, vada rimborsato in più tranche in tempi definiti, con una “maxi rata” finale nel 2024.  Se Suning non onorerà gli impegni, il controllo dell’Inter potrebbe passare al fondo come successo con il Milan, finito in pancia a Elliott per l’inadempienza del cinese Yonghong Li.

Fin qui il quadro noto. Resta però una domanda: chi mette in giro le voci sull’interesse del fondo saudita per l’Inter? In passato era successo che indiscrezioni sul possibile fallimento del club nerazzurro originassero dal mondo delle banche d’affari. Un’attività di disturbo a cui la stessa società è riuscita a opporsi con efficacia. Questa volta il giro sembra essere più tortuoso. A rilanciare le frequentissime suggestioni sullo sbarco dei sauditi alla Pinetina sono account Twitter di “insider” più o meno credibili, che si professano in qualche modo vicini agli affari della famiglia reale saudita. Spesso però gli insider arabi rimandano a fonti para-giornalistiche europee, soprattutto italiane, non di rado siti di tifosi interisti che sognano un calciomercato in entrata a otto zeri, che a loro volta citano fonti arabe. Una giostra sempre in moto, che alla fine di ogni giro riporta al punto di partenza.

Ma a chi giova il profluvio di voci? Nella logica complottista del tifoso, di ogni colore, ogni voce che riguarda la propria squadra di calcio sarebbe fatta circolare da presunti nemici determinati a “destabilizzare”. In caso di voci di fallimento, il meccanismo potrebbe avere una sua teorica efficacia: il perfido nemico del club mette in giro la voce di un’imminente bancarotta e di conseguenza i calciatori smettono di giocare serenamente, o addirittura migrano altrove. Ma questo caso è molto diverso. Il fatto che si continui a sostenere che il ricchissimo fondo sovrano di un Paese produttore di petrolio sia interessato all’Inter non porta alcun danno alla società, né a chi ne detiene la proprietà.

L’Inter oggi non è formalmente in vendita. La famiglia Zhang ha più volte ribadito di volere anzi restare in controllo, per portare avanti il percorso che ha portato la squadra a vincere lo scudetto dopo oltre un decennio. Ma dopo l’ok preliminare da parte del Comune di Milano al progetto del nuovo stadio in condominio col Milan, che dovrebbe fare incrementare il valore dei due club milanesi, l’autorevole agenzia Bloomberg è tornata a riferire che Zhang sarebbe in cerca di nuovi soci. Questa volta però per vie carsiche, senza teaser e presentazioni ufficiali. Per chi è in cerca di finanziatori, il fatto che circoli la voce di un interesse saudita non può certo essere uno svantaggio. 

Pensate di essere proprietari di un appartamento, e che nei bar del paese si diffonda il pettegolezzo secondo cui un ricchissimo e noto imprenditore sia determinato ad acquistarlo. La voce avrebbe due effetti: dare una grande pubblicità all’appartamento (e a voi che lo possedete) e comportare un probabile incremento del valore dell’immobile, nel momento in cui questo venga messo in vendita. Questo significa che sia stato Zhang a mettere in giro la voce dell’interesse dei  sauditi per l’Inter? Ovviamente no, l’ipotesi sarebbe altrettanto complottistica di quella secondo cui sarebbero misteriosi “destabilizzatori”. Ma non è detto che Zhang debba dispiacersi del fatto che la voce circoli. 

È morto Steve Bronski, fondatore dei Bronski Beat


articolo: https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2021/12/09/news/e_morto_steve_bronski_fondatore_dei_bronski_beat-329569303/

Il musicista aveva 61 anni. Con la band britannica di elettro-pop guidata da Jimmy Somerville aveva raggiunto il successo con il brano ‘Smalltown boy’, diventato un inno del mondo Lgbtq+

Steve Bronskicofondatore e tastierista del gruppo pop britannico Bronski Beat

Steve Bronski, cofondatore e tastierista del gruppo pop britannico Bronski Beat, uno dei più in voga negli anni 80, è morto all’età di 61 anni. Bronski, di Glasgow, si chiamava in realtà Steve Forrest e aveva dato vita alla band nel 1983 assieme al cantante Jimmy Somerville e al collega musicista Larry Steinbachek. È stato proprio Sommerville, unico superstite del gruppo originario, a comunicare sui social la notizia della morte: “Triste sentire che Steve è morto. Era un uomo di talento e molto melodico. Lavorare con lui sulle canzoni e sull’unica canzone che ha cambiato le nostre vite e ha toccato tante altre vite, è stato un momento divertente ed emozionante”, ha scritto il cantante. Il trio synth pop dei Bronski Beat si era affermato negli anni 80, grazie ai testi delle loro canzoni con una forte connotazione legata al mondo gay e alle sue rivendicazioni, specie nell’album di esordio, The Age of Consent (‘L’età del consenso”, che in Gran Bretagna era all’epoca più elevata per i rapporti omosessuali di quanto non fosse per quelli eterosessuali). continua a leggere

Traduzione : Triste sentire che Steve Bronski è morto. Era un uomo di talento e molto melodico. Lavorare con lui sulle canzoni e sull’unica canzone che ha cambiato le nostre vite e ha toccato così tante altre vite, è stato un momento divertente ed emozionante. Grazie per la melodia Steve. Jimmy x

Bronski Beat – Smalltown Boy (Official Video)