“Plusvalenze artificiali”: l’autogol dei dirigenti mette nei guai la Juve


articolo di Federica Cravero, Sarah Martinenghi: https://torino.repubblica.it/cronaca/2022/11/08/news/inchiesta_juventus_plusvalenze_artificiali-373476812/?ref=RHLF-BG-I373477806-P13-S1-T1

Da sinistra: Agnelli, Chrubini e Paratici 

La Consob boccia i bilanci: valori gonfiati del 2500%. Le accuse di Cherubini a Paratici un assist ai pm

TORINO – Non rispetta gli orari, annulla di continuo gli incontri, fa riunioni in sauna, dal barbiere o dal podologo. E poi ci sono: piani disastrosi, acquisti senza senso e soprattutto «un utilizzo eccessivo di plusvalenze artificiali», che danno un «beneficio immediato», ma costringono a un «carico ammortamenti» per gli anni successivi. Sono i sassolini che Federico Cherubini intende togliersi e che contesta all’ex direttore sportivo Fabio Paratici, di cui poi prenderà il posto. Li fissa su un foglio con il logo della Juventus e ci mette anche un titolo: “Libro nero FP”. Non poteva immaginare, Cherubini, che quegli appunti – trovati dai finanzieri nella sua scrivania durante una perquisizione – sarebbero diventati un elemento d’accusa nell’inchiesta che la procura di Torino ha avviato sui conti del club bianconero.

Cherubini riporta critiche sulla gestione di Paratici – «Giudizi e valutazioni cambiano ogni giorno» – così come sulla strategia utilizzata: «Piano recupero bilancio disastroso, –forma +sostanza». «Come siamo arrivati qui?», si chiede e cita «acquisti senza senso» e investimenti «fuori portata (Kulusevski??)». Lo accusa anche della «distruzione di una generazione: Kean, Spinazzola, Audero….».

Sono considerazioni e retroscena che raccontano il clima che si respirava negli uffici della Continassa negli anni in cui il Covid ha dato il colpo finale a conti già in rosso. I report sulla situazione finanziaria nelle mani degli investigatori descrivono preoccupazioni ma anche strategie per arginare le perdite. «On track ma su una bumpy road. Riduzione stipendi e plusvalenze sono operazioni chiave per la messa in sicurezza. Speriamo nel vaccino per lo stadio ma è difficile», scriveva il 18 novembre 2020 alle sette e mezza del mattino Stefano Bertola, dirigente che si occupava di contabilità, al presidente Andrea Agnelli. Una frase che per i pm è la conferma che i cartellini gonfiati dei calciatori e gli accordi paralleli per la restituzione (sotto forma di buonuscita o di premio fedeltà) degli stipendi a cui avevano rinunciato per il Covid siano stati la strategia per far quadrare i conti. continua a leggere su repubblica.it

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