Milano, blackout a catena da via Padova a Linate: aria condizionata, consumi record per il caldo anomalo (35°)


articolo di Stefania Chiale: https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/22_giugno_15/milano-blackout-catena-via-padova-linate-aria-condizionata-consumi-record-il-caldo-anomalo-35-d5d971bc-ecbf-11ec-9151-476b760caec8.shtml

Interruzioni da pochi minuti a due ore in tutti i quartieri della città: consumi energetici aumentati del 10% in sette giorni, più 35% rispetto a maggio. Unareti: la maggior parte dei guasti risolti con il sistema di telecontrollo. Giovedì attesi 35 gradi e umidità al 50% anche di notte

Con le temperature fisse sopra i 30 gradi (giovedì ne sono previsti 35: qui le previsioni meteo del Corriere) e un’umidità al 50% anche di notte, a Milano il condizionatore è tornato ad essere acceso h24 e, di conseguenza, i blackout a interrompere luce e fresco nelle case e nei negozi della città. Negli ultimi giorni Unareti, la società unica per la distribuzione di energia elettrica e gas, ha registrato un ulteriore aumento dei consumi di energia, cresciuti del 10% rispetto alla scorsa settimana e del 35% rispetto a maggio (quando già si era registrato un +20% negli ultimi dieci giorni del mese sui sette precedenti).

I guasti nei quartieri di Milano – Le interruzioni percorrono la città da nord a sud: in particolare i cittadini nella giornata di ieri hanno segnalato blackout in zona Linate, a nord est e nord ovest, ma anche a sud est. Unareti conferma al Corriere che «l’interruzione più lunga è avvenuta in via Padova, con l’assenza di elettricità durata alcune ore». I distacchi «sono durati da pochi minuti a due ore», tutti risolti grazie al sistema della controalimentazione: «Nella giornata di ieri si sono verificate interruzioni del servizio, risolte nella grande maggioranza dei casi in pochi minuti grazie al sistema di telecontrollo e con la rialimentazione delle utenze coinvolte nei casi più complessi entro due ore». continua a leggere

Finale scudetto, l’Olimpia chiede l’intervento della Procura federale contro la Virtus


articolo: Finale scudetto, l’Olimpia chiede l’intervento della Procura federale contro la Virtus – Sport – Basket (ilgiorno.it)

Milano: “Stupiti e indignati per le insinuazioni e i toni utilizzati dal proprietario della Virtus Bologna”

Massimo Zanetti, patron della Virtus Bologna

Siamo uniti contro tutti, abbiamo vinto nonostante l’arbitraggio. E’ ora di smettere con la sudditanza psicologica verso Milano e verso coach Messina“. Massimo Zanetti, patron della Virtus Bologna, non le ha mandate a dire dopo la vittoria in gara 5 della finale scudetto contro l’Olimpia. Impossibile pensare che Milano potesse rimanere in silenzio dopo queste affermazioni. “Preso atto delle dichiarazioni post gara 5 rilasciate dal dottor Zanetti, la Pallacanestro Olimpia Milano si dichiara stupita e indignata per le parole, le insinuazioni e i toni utilizzati dal proprietario della Virtus Bologna” sottolineano i vertici dell’Olimpia.

L’Olimpia Milano e la sua proprietà – proseguono – sono note in tutta Europa per la correttezza e lo stile. Sfortunatamente non è la prima volta che il dottor Zanetti si abbandona a considerazioni gratuite e offensive nei confronti del nostro club e dei suoi tesserati. Oltre che fantasiose e infondate, in questo momento risultano anche irresponsabili come lo erano state quelle rilasciate da altri membri della società bolognese alla vigilia di una serie che avrebbe dovuto mettere in mostra solo la parte buona del nostro movimento. Quel movimento di cui evidentemente all’attuale proprietà della Virtus interessa pochissimo. L’Olimpia invita pertanto la Federazione ad attivare la Procura federale per verificare se ci siano gli estremi per provvedimenti sanzionatori nei confronti della Virtus e della sua proprietà. Al tempo stesso raccomanda al proprio pubblico di non rispondere alle provocazioni della sponda avversaria e mostrare una volta di più quale sia lo stile Olimpia“.

Morto Jean-Louis Trintignant, con Gassman nel ‘Sorpasso’. Aveva 91 anni


articolo di Giovanni Gagliardi: https://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2022/06/17/news/morto_jeanlouis_trintignant-354353640/

Jean-Louis Trintignant, Piolenc, 11 dicembre 1930 – Uzès, 17 giugno 2022) è stato un attore, regista e sceneggiatore francese.

Simbolo del cinema e del teatro francese e non solo ha avuto una carriera lunga oltre 70 anni. La sua vita privata è stata segnata dalla morte della figlia Marie, uccisa nel 2003 dal suo compagno, il cantante Bertrand Cantat. Il cordoglio del presidente francese Emmanuel Macron

Figura chiave del cinema e del teatro francese, Jean-Louis Trintignant è morto venerdì all’età di 91 anni, ha annunciato sua moglie Mariane Hoepfner Trintignant all’Afp tramite un comunicato stampa inviato dal suo agente. L’attore di E Dio… creò donna Amore è morto “tranquillo, di vecchiaia, questa mattina, nella sua casa, nel Gard, circondato dai suoi cari“, ha detto la moglie.

È stato un formidabile talento artistico” che ha “accompagnato un pò le nostre vite attraverso il cinema francese“, ha commentato il presidente della Francia, Emmanuel Macron.

Eclettico ed elegante, dotato di un fascino conturbante, Jean-Louis Trintignant è stato uno dei grandi divi del cinema francese, diventato famoso con il ruolo del timido innamorato della protagonista di Et Dieu créa la femme (1956 Piace a troppi il titolo italiano) di Roger Vadim, film che lanciò la seducente Brigitte Bardot a livello internazionale.

Trintignant, con i suoi oltre 120 ruoli interpretati in carriera, è riuscito a passare con eguale intensità dal giovane riservato e ingenuo a fianco di Vittorio Gassman de Il sorpasso (1962) di Dino Risi, all’ambiguo professore di Il conformista (1970) di Bernardo Bertolucci, all’assassino cinico e glaciale di Flic story (1975) di Jacques Deray. Il grande successo arrivò nel 1996 con Un uomo, una donna di Claude Lelouch: un film che lo fece entrare nella storia del cinema internazionale. continua a leggere

Il Palermo è dello sceicco Mansour, padrone del Manchester City


articolo di Salvo Fallica: https://www.corriere.it/sport/calcio/serie-b/22_giugno_17/palermo-sceicco-mansour-padrone-manchester-city-70996da2-ee7c-11ec-b758-c9dec84b27f8.shtml?cx_testId=13&cx_testVariant=cx_1&cx_artPos=0&cx_experienceId=EXMWJ70L2HDN#cxrecs_s

Accordo destinato a entrare nella storia del calcio italiano: la promozione in B alza il prezzo dell’80% delle quote da 8 a 13 milioni. Obiettivo: la serie A in due stagioni

Una squadra del Sud del Mediterraneo si proietta a livello internazionale con un accordo destinato ad entrare nella storia del calcio italiano. Il Palermo Calcio entra a far parte del colosso «City Group». L’ufficializzazione dell’intesa di massima è attesa per la prossima settimana, con il momento della firma. L’operazione si compie per 13 milioni di euro con il passaggio dell’80% delle quote, mentre il presidente Dario Mirri rimarrà con l’altro 20%.

Quello che appariva come un sogno per i tifosi del Palermo fino a qualche mese fa, adesso diventa reale. Un grande gruppo calcistico internazionale acquista davvero il club rosanero, e la promozione in serie B dop la finale playoff vinta ai danni del Padova ha sicuramente contribuito all’accelerazione di questo passaggio. E alcuni addetti ai lavori indicano che l’obiettivo sarebbe la serie A in due stagioni.

Il gruppo sportivo che fa capo allo sceicco Mansour (fa parte della famiglia reale di Abu Dhabi) ha come punta di diamante la proprietà del Manchester City. Il trionfo nei play off, la grande cornice di pubblico in tutte le partite più importanti, il seguito televisivo e mediatico, sono elementi che hanno rafforzato quello che era già chiaro, le notevoli potenzialità del Palermo anche sul piano del merchandising. Tanto che il prezzo dopo il decisivo gol di Matteo Brunori è schizzato da 8 a 13 milioni. continua a leggere

Il paradosso del Chievo calcio, affossato da quei decreti approvati per salvarlo


articolo di Gian Antonio Stella: https://www.corriere.it/cronache/22_giugno_18/paradosso-chievo-calcio-affossato-quei-decreti-approvati-salvarlo-96b63198-ee7a-11ec-b758-c9dec84b27f8.shtml?fbclid=IwAR3dKQ5kagt3shgVmiITpIZ52v281n6IO9yqzp2yWIMQ9MOEHPYQ7fuLBoE

La vicenda in Consiglio di Stato: la società gialloblu chiede 140 milioni di risarcimento e ha la possibilità di vedere riconosciute le proprie ragioni

«Putei, boni, non ghe xè schei». Era un mantra, per Luca Campedelli, quando erano tutti pazzi per il Chievo (e certi telecronisti si spingevano a urlare «il pubblico s’arroventa, l’afa si fa delirio»), quella frase decisa a calmare i tifosi che lo invocavano di spendere fantastilioni di miliardi per comprare questo o quel fenomeno: «Putei, boni, non ghe xè schei». Del resto, spiegava, «in casa siamo tutti ragionieri: lo era papà, lo sono io, lo è mio fratello Piero e lo sono i parenti e i parenti dei parenti». Mica peraltro tutti gli stipendi dal mister Gigi Del Neri all’ultimo di giocatori costavano «meno dello stipendio del solo Batistuta…»

Due pesi e due misure – Domanda: come ha fatto uno così a farsi buttare fuori, con marchio di ignominia, dal grande calcio che troppi scandali e troppo inchieste e troppe archiviazioni (vedi l’ultima sulle plusvalenze, conclusa con un bonario pater-ave-gloria per tutte le big dopo la condanna iniziale e infangante del solo Chievo) hanno dimostrato avere bilanci marci? Per carità, di errori ne avrà fatti di sicuro, però… Certo aveva ragione Luciano Moggi, il disinibito Sultano della Tolfa poi condannato e radiato: «Er Chievo? E’ ggià ‘n miracolo mo’: ‘a storia ce dice ch’è quantommai improbbabbile che possa continuare». Previsione azzeccata. Con le buone o con le cattive, sospirano i tifosi…

La battaglia legale di Campedelli – Eppure, cocciuto come un musso (non dicevano ai bei tempi che l’Astro-Chievo era la prova che i mussi possono volare?), Campedelli è ancora lì a dar battaglia. E l’ultima di un tormentone di sentenze contrapposte, firmata giorni fa dal Presidente della quinta sezione giurisdizionale del Consiglio di Stato Luciano Barra Caracciolo, che pure aveva dato torto alla società in uno dei verdetti del passato, ha dato stavolta ragione al gioiello calcistico che venendo dal nulla è stato per diciassette anni di serie A mettendo a segno qualche annata sensazionale. E ha sospeso la penultima sentenza (del TAR), esulta l’avvocato del «Ceo», ritenendo «sussistenti concreti profili di illegittimità per i quali si prospetta il diritto al risarcimento del danno del Chievo Verona». continua a leggere