articolo di Michele Bocci: https://www.repubblica.it/cronaca/2022/06/23/news/omicron_lora_dei_vaccini_aggiornati_si_ricomincia_a_ottobre_dagli_over_50-355053437/?ref=RHTP-BH-I353657054-P1-S2-T1
Dopo l’estate pronta una versione bivalente: proteggerà dal ceppo originale e dalle varianti
Ad autunno si ricomincia. Con Omicron 5 che spinge in su la curva del contagio al ritmo di un +65% alla settimana, la discussione sulla nuova campagna vaccinale, che partirà tra settembre e ottobre, entra nel vivo. A luglio sarà pronto il piano per proteggere una parte della popolazione con una nuova somministrazione. Probabilmente toccherà agli over 50, che avranno a disposizione vaccini bivalenti, cioè progettati contro il virus di Wuhan e contro la variante Omicron.
Chi sarà vaccinato – La prima questione da definire riguarda la popolazione oggetto della campagna. Al momento il ministero alla Salute e i suoi consulenti ritengono che limitarsi agli anziani e ai fragili sia riduttivo. Dall’altro lato, coinvolgere anche i giovani non sarebbe utile. E così la nuova dose (che per qualcuno sarebbe la quarta e per altri la quinta) verrà molto probabilmente proposta a tutti gli over 50. Si tratta di 27,7 milioni di persone, il 92,8% delle quali ha fatto due somministrazioni. La percentuale di chi ha anche la terza scende invece all’83,4%. Infine, una piccola parte, cioè circa il 20% degli over 80, ha fatto pure la quarta dose. Anche ai fragili che hanno meno di 50 anni sarà proposta la nuova iniezione.
L’idea di un richiamo annuale – Quello di ottobre sarà definito un richiamo e non una quarta o quinta dose. Non si tratta solo di una questione di termini. Il linguaggio descrive la nuova fase della campagna di prevenzione. L’idea è quella di far diventare la vaccinazione contro il Covid un appuntamento fisso annuale, almeno per le persone più a rischio, come succede con l’influenza. Se si riuscirà a procedere in questo modo, senza bisogno di altri richiami dopo pochi mesi, significa che è stato fatto un passo importante verso l’endemizzazione del virus.
Si farà dal medico di famiglia – Altro tema importante è quello organizzativo. Come si sa, non c’è più la struttura commissariale a gestire la campagna e soprattutto le consegne delle dosi, ma tutto è in mano a una organizzazione mista tra i ministeri della Difesa e della Salute. In più, le Regioni hanno dismesso gli hub vaccinali. A ottobre potrebbe essere necessario riaprirne alcuni, anche se l’idea è quella di fare tutto con le forze del sistema sanitario, in particolare coinvolgendo i medici di famiglia e i dipartimenti di prevenzione delle Asl.
Arriva il bivalente – Infine, c’è la questione — piuttosto delicata — di quali vaccini verranno usati. Intanto l’Europa, che sugli acquisti si muove in modo unitario, ha chiesto ai produttori di interrompere le consegne per luglio e agosto. Nei magazzini ci sono abbastanza dosi per chi volesse ricevere una somministrazione adesso. L’idea è che l’industria sostituisca i lotti in consegna quest’estate con quelli dei nuovi medicinali. Ad autunno, probabilmente già a settembre, dovrebbero avere il via libera i vaccini “aggiornati”, cioè bivalenti, contro il virus originario, il Wuhan, e Omicron 1. Un po’ più avanti, a novembre, potrebbero essere disponibili prodotti per Omicron 5. “Quelli progettati contro Omicron saranno efficaci anche per eventuali sottovarianti, al di là del loro “numero”. Del resto, il vaccino prodotto per contrastare il virus di Wuhan ha protetto le persone anche dalle altre forme, soprattutto per quanto riguarda la malattia grave. Non bisogna pensare che sia necessario avere un vaccino progettato contro l’ultima forma in circolazione“, dice Armando Genazzani, farmacologo di Torino che lavora per Ema e per Aifa, cioè le agenzie del farmaco europea e italiana. E proprio ieri il ceo di Moderna, Stéphane Bancel, ha detto che il vaccino bivalente dell’azienda provoca una «potente risposta anticorpale» anche contro le sottovarianti 4 e 5 di Omicron. L’azienda, ovviamente, diffonde le notizie nel suo interesse commerciale, ma il dato pare interessante. continua a leggere
Ecco tutti i segreti di Omicron 5: i sintomi per riconoscerla, i dubbi sui tamponi e i consigli per le vacanze
articolo di Michele Bocci: https://www.repubblica.it/cronaca/2022/06/21/news/omicron_5_sintomi_vaccino_tampone_cure-354895548/?ref=drla-1
Virus o raffreddore da aria condizionata? La nuova variante è ormai dominante in Italia colpisce i vaccinati ma anche chi ha avuto altre varianti della stessa Omicron
No, non è stato un colpo di freddo da aria condizionata. E nemmeno una notte passata a girarsi nel letto, sudati per il caldo. Quel malessere, quei dolori e quel mal di gola con la febbre, sono provocati dal Covid. In sempre più casi. Il virus è tornato a circolare nella sua nuova versione, la Omicron 5. Si tratta di una sottovariante che la settimana scorsa in base alla “flash survey” dell’Istituto superiore di sanità era la causa del 23% dei casi ma oggi è già considerata prevalente, cioè sopra al 50%. Il ritmo di crescita settimanale delle infezioni è tra il 50 e il 60%, con oltre 62 mila contagiati oggi, ma fortunatamente la stragrande maggioranza dei casi non sono gravi. Lo dimostrano i tassi di occupazione dei letti ospedalieri, ancora molto bassi.
In cosa sono diversi i sintomi di Omicron 5 rispetto a quelli delle varianti e sottovarianti che l’hanno preceduta? Quali sono le cure? Chi è vaccinato evita l’infezione? Dopo alcune settimane di tranquillità, i cittadini tornano a farsi tante domande.
I sintomi: tutto inizia con il mal di gola – “In molti hanno il mal di gola e la febbre, anche fino a 39“, spiega Khalid Kussini, medico di famiglia a Latisana, in Friuli Venezia Giulia, cioè una delle Regioni che in questi giorni ha visto una crescita molto importante dei casi (+85% in una settimana). “Ormai ogni giorno ci sono pazienti che vengono da me per fare il tampone, dopo essere risultati positivi al test casalingo“. I sintomi di Omicron 5 sono un po’ più evidenti di quelli delle sottovarianti Omicron precedenti, che spesso si limitavano a un malessere. Qui c’è spesso la febbre e in molti casi tutto inizia con un forte mal di gola, problema un tempo meno diffuso (c’era molto spesso mal di testa). Ma qualcuno sviluppa anche raffreddore o la tosse, oltre ad avere debolezza e dolori diffusi che invece si trovavano anche in chi era infettato da altre sottovarianti. Ormai difficilmente scompaiono gusto e olfatto, come accadeva con Delta. “Il virus, comunque, generalmente si ferma nelle alte vie respiratorie, alla trachea e ai bronchi. Quindi non causa polmoniti“, spiega il presidente della Società italiana di malattie infettive (Simit), Claudio Mastroianni, ordinario alla Sapienza. continua a leggere
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...