Dopo la risoluzione approvata in Parlamento, il Garante invoca una norma che le permetta di aumentare il pressing sulla pay-tv che oggi è più libera da vincoli perch opera senza un’autorizzazione ministeriale. L’emittente ha stanziato dei rimborsi e varato una Carta dei servizi con i diritti degli abbonati
ROMA – A dispetto dei pronostici, oggi l’arbitro delle questioni tv (l’AgCom) non multerà Dazn per i disservizi che si verificano durante la visione di alcune partite della Serie A. Nei corridoi dell’AgCom, la pay-tv britannica è paragonata al capitone di “Così parlò Bellavista”, il film di De Crescenzo, sfuggente e inafferrabile.
Dazn è una società di Internet che non ha richiesto una autorizzazione ministeriale prima di operare in Italia. Per questo motivo, l’AgCom non è sicura che Dazn sia sottoposta all’insieme di regole che governano il settore (il Codice della radio-tv). Non è certa, dunque, di poterla diffidare perché garantisca una qualità alta agli abbonati. E senza diffida non può esserci sanzione.
Nello stesso tempo, l’AgCom ha letto bene la risoluzione che la Commissione Trasporti della Camera ha approvato il 23 settembre. Nella risoluzione, i deputati chiedono al governo di aumentare i poteri dell’AgCom contro società web come Dazn che operano senza autorizzazioni del ministero.
In particolare, i deputati chiedono:
– che gli utenti godano di “piena tutela in materia di trasparenza, informazione, indennizzi, reclami e assistenza tecnica, valutando l’opportunità di un adeguamento dei poteri di controllo e sanzionatori in capo ad AgCom;
– che, a garanzia del mercato, le rilevazioni degli indici di ascolto effettuate da Dazn e da tutti gli altri operatori analoghi rispondano a criteri di trasparenza, verificabilità, indipendenza, terzietà e certificazione;
– che il governo rafforzi i poteri di AgCom perché imponga a Dazn di usare altre tecnologie per distribuire le partite (dal digitale terrestre ak satellite). Sempre AgCom deve essere nelle condizioni di obbligare le televisioni a pagamento via Internet a investimenti che assicurino la qualità dei servizi; continua a leggere
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