Nuovo Focolaio a Cesano Boscone
Dopo Perin, Marchetti e Radovanovic, salgono a 7 i giocatori rossoblu guariti dal coronavirus. Più remota così la possibilità che lunedì contro l’Hellas possa giocare la Primavera
GENOVA – La (lenta) quiete dopo la tempesta. In casa Genoa, dopo Perin, Marchetti e Radovanovic, possono ritenersi guariti dal coronavirus altri 4 giocatori: si tratta di Valon Behrami, Davide Biraschi, Filippo Melegoni e Lasse Schone, già impegnati nelle visite di idoneità per il ritorno alla piena attività agonistica.
Lunedì la trasferta a Verona – La situazione per il tecnico Maran resta comunque ancora complicata. Attualmente sono ancora 10 i calciatori rossoblu positivi: continua a leggere
Stangata sulla formazione di Gattuso, che non si era presentata a Torino dopo i casi di Covid nella propria rosa
Juve-Napoli 3-0 a tavolino: è questa la sentenza appena pronunciata dal giudice sportivo Gerardo Mastrandrea, che ha anche inflitto un punto di penalizzazione alla squadra partenopea, che non si era presentata a Torino per la partita con la Juve. Per il giudice non c’è, alla luce delle norme sportive, “la fattispecie forza maggiore“, ed “è preclusa la valutazione” sulle decisioni dell’autorità sanitaria.
Va precisato che il punto di penalità scatta automaticamente per la mancata presentazione della squadra allo Stadium, mentre resta aperta la questione del rispetto del protocollo anti-Covid da parte del Napoli nei giorni precedenti. Su questo il giudice sportivo ha ritrasmesso gli atti alla procura federale, che su questi si dovrà esprimere. Nel dettaglio emerge “un quadro complicato per il Napoli“. “Gli atti delle Aziende sanitarie delineano un quadro che non appare al Giudice affatto incompatibile con l’applicazione delle norme specifiche dell’apposito Protocollo sanitario Figc e quindi con la possibilità di disputare l’incontro di calcio programmato a Torino“.
La sua carriera, iniziata al Corriere della Sera, decolla con l’arrivo in Rai dove divenne dal 1993 al 1994 direttore della testata giornalistica sportiva Tgs
Lo ricorderanno in tanti. Sempre preciso, puntuale, garbato nei modi. Si è spento a 81 anni Gianfranco de Laurentiis, storico volto del giornalismo sportivo Rai. Lascia la moglie Mirella e i figli Roberto e Paolo. Ad annunciare la morte di De Laurentiis è stato Alessandro Antinelli, cronista sportivo Rai: «Il mio primo maestro in Rai è stato Gianfranco De Laurentiis – ha scritto su Twitter – ogni sabato mattina aspettavo il suo giudizio e le sue legnate mentre vedeva i miei pezzi di Dribbling con la sigaretta all’angolo della bocca. Mi mancherai Gianfranco». continua a leggere

È un viaggio personale quello che affronta di Bruce Sprinsgteen in «Letter to You», il suo nuovo album. L’embrione del disco (esce il 23), il momento rivelatore, è stata la visita fatta nell’estate del 2018 a un amico malato. Si trattava di George Theiss, leader dei Castiles, la prima vera band di Bruce nella seconda metà degli anni Sessanta. «È morto pochi giorni dopo e questo mi ha reso l’ultimo membro in vita della mia prima band. Ho iniziato a scrivere con quel background, la prima canzone è stata proprio “Last Man Standing”, l’ultimo rimasto. Ci sono riferimenti a cose di quando avevo 14 anni ma anche di oggi», racconta Bruce in collegamento Zoom fra gli apparecchi e gli strumenti del suo studio di registrazione. Giubbino in pelle nera, t-shirt con scollo a «v», chiude gli occhi quando parla, come a cercare la concentrazione giusta per dare peso a ogni parola.
Viaggio personale sì, ma affrontato in compagnia. Il Boss torna a farsi accompagnare, dopo 8 anni, dalla E Street Band. «È un disco sui temi della perdita, della gioia di suonare e della splendida vita che fai in un gruppo rock’n’roll. Aver fatto così tanta strada integri, non senza liti, ma con quella fratellanza che viene dall’aver suonato sullo stesso palco per mille e una notti, è una benedizione»
I contagi in serie A non si fermano. L’ultimo, in ordine di tempo, è quello che fa più rumore. Cristiano Ronaldo, la stella della Juve si trovava con la Nazionale: al tampone è risultato positivo e asintomatico ed è stato isolato. Nello stesso giorno è emerso il contagio di Daniele Bonera, collaboratore di Pioli, allenatore del Milan. Lunedì era stata la volta di Diawara, centrocampista della Roma. Così mentre ci si interroga sulla tenuta del protocollo per portare avanti la stagione, continua anche a preoccupare il focolaio del Genoa. Nel club ligure i contagi sono 14 dopo le guarigioni di Perin, Marchetti e Radovanovic. Timori anche per l’Inter, che conta ben sei positivi e tra quattro giorni, sabato 17 ottobre, giocherà a San Siro il derby contro il Milan.
Atalanta – Un positivo nella rosa di Gian Piero Gasperini. Si tratta del portiere dell’Under 21, Carnesecchi. In passato erano stati positivi anche Zapata, Gollini, Palomino e Toloi.
Benevento – Attualmente zero positivi. Tra il 22 e il 23 agosto, però, il club aveva comunicato (senza rivelare l’identità dei giocatori coinvolti) tre casi di positività al coronavirus.
Bologna – Attualmente zero positivi. Ma a maggio c’era stato un caso e non era stato fatto il nome della persona coinvolta. Ad agosto, invece, è risultato positivo Sinisa Mihajlovic, il tecnico degli emiliani. Ora è guarito.
Cagliari – Attualmente zero positivi. Ad agosto era stato rinviato il ritiro estivo per la positività di Ceppitelli, Cerri, Despodov e Bradaric.
Crotone – Non ha casi. Non ne ha avuti nemmeno in estate.
Fiorentina – Un positivo: Pulgar. A marzo erano risultati positivi Cutrone, Pezzella e Vlahovic; a maggio altri tre calciatori più tre membri dello staff; ad agosto Pulgar e Ghidotti.
Genoa – Attualmente sono positivi 14 giocatori, dopo le guarigioni di Perin, Marchetti e Radovanovic. I positivi sono Behrami, Brlek, Cassata, Destro, Lerager, Melegoni, Pellegrini, Pjaca, Schöne, Zajc e Zappacosta. Inoltre, l’Asl locale ha messo in quarantena la squadra. Al momento, non posso allenarsi fino a lunedì 5 ottobre.
Inter – Sei casi nella squadra di Antonio Conte: Bastoni, Skriniar, Gagliardini, Nainggolan, Radu e Young.
Juventus – Un positivo: Cristiano Ronaldo. Il suo caso è stato ufficializzato dalla Federazione portoghese. Nei mesi scorsi i bianconeri hanno avuto Rugani (il primo calciatore a risultare positivo in A), Matuidi e Dybala.
Lazio – Attualmente non ha casi. Poche settimane fa era risultato positivo il nuovo acquisto Muriqi, rimasto in Turchia per la quarantena.
Milan – Tre i casi: Duarte e Gabbia tra i calciatori oltre a Daniele Bonera, collaboratore del mister Pioli. In passato sono risultati positivi Ibrahimovic, Daniel Maldini (e suo padre Paolo) e Rafael Leao, da lui comunicato sul proprio profilo di Twitter.
Napoli – Attualmente due positivi nella squadra di Rino Gattuso: Zielinski ed Elmas. Ad agosto era risultato positivo Petagna, l’attaccante acquistato dalla Spal.
Parma – Attualmente non ha casi. In passato, ma non era stata svelata l’identità, erano risultati positivi un giocatore e un membro dello staff.
Roma – Un positivo: Diawara. A fine agosto erano risultati positivi al Covid-19 Mirante, Bruno Peres e Kluivert.
Sampdoria – Attualmente è positivo Keita, appena tornato in Italia dal Monaco (dopo le esperienze alla Lazio e all’Inter). A marzo erano risultati positivi al coronavirus Gabbiadini, Colley, Ekdal, La Gumina, Thorsby, Depaoli e Bereszynski. A maggio c’erano stati altri tre casi.
Sassuolo – In passato un solo caso di positività: Boga.
Spezia – Marchizza è l’unico giocatore del club ligure risultato positivo al Covid-19.
Torino – Il 22 settembre è emerso il quinto caso di positività al Covid-19. Il primo caso era stato riscontrato a inizio maggio, alla ripresa degli allenamenti dopo il lockdown. Gli altri due giocatori positivi erano stati individuati il 20 agosto, il giorno dopo la ripresa della preparazione nella nuova stagione. Poi, a inizio settembre, era stato riscontrato il primo caso di positività in un componente dello staff granata. Non è mai stata svelata l’identità.
Udinese – Attualmente non ha positivi e non ha avuto casi in passato.
Verona – Attualmente ha due casi: Barak e Gunter. A marzo era risultato positivo Zaccagni.
Cristiano Ronaldo è risultato positivo al coronavirus. Il fuoriclasse della Juventus, 35 anni, è risultato positivo al virus Sars-Cov-2 ed è in isolamento, ma non avrebbe — secondo le prime notizie — sviluppato i sintomi del Covid.
La notizia è stata diffusa martedì pomeriggio dopo l’esito del tampone ed è stata confermata dalla federazione portoghese. Gli altri calciatori del team portoghese sono stati sottoposti oggi a nuovi test, tutti con esito negativo, e sono a disposizione di Fernando Santos per gli allenamenti di questo pomeriggio, a Cidade do Futebol.
Nella serata di martedì, Ronaldo avrebbe dovuto affrontare con il Portogallo la Svezia; sabato, con la Juventus, era in programma la gara di Serie A contro il Crotone.
Ronaldo dovrà ora rimanere in quarantena fino a quando non risulterà negativo al tampone.
Nelle ultime settimane, in parallelo con la crescita del numero di contagiati in Italia, anche molti componenti delle squadre di Serie A sono stati trovati positivi al coronavirus: tra loro Zlatan Ibrahimovic, del Milan (ormai guarito) e sei giocatori Meno di 24 ore fa, il campione portoghese aveva condiviso un’immagine sul proprio profilo Instagram, nella quale appare sorridente e senza mascherina con i compagni della nazionale portoghese. «Uniti, dentro e fuori dal campo!», si leggeva nel post.
La notizia della positività di Ronaldo sta facendo molto discutere, in quanto Cr7 era tra i giocatori che erano usciti dalla bolla della Juventus dopo la positività conclamata di alcuni appartenenti al gruppo squadra bianconero. Una scelta che aveva provocato sia un’inchiesta della procura di Torino, che quella della procura federale.
Ma dubbi Consiglio d’Europa su come autorità ottengano dati
L’Italia, adottando l’applicazione Immuni, ha rispettato molti dei principi sanciti dalla convenzione per la protezione dei dati del Consiglio d’Europa. In particolare è tra i pochissimi Paesi, insieme a Norvegia, Belgio, Francia e Finlandia, ad aver “preparato una legge specifica e ad aver fatto i necessari passi preliminari per limitare l’impatto di questo strumento sui diritti fondamentali“.
È quanto evidenzia il rapporto ‘Soluzioni digitali per combattere il Covid-19‘ che analizza gli effetti sul diritto alla privacy e alla protezione dei dati delle varie soluzioni tecnologiche, tra cui le app per tracciare i contatti, droni, scanner per la temperatura, utilizzate dai 55 Stati che hanno ratificato la convenzione sulla protezione delle persone al trattamento automatizzato di dati a carattere personale, conosciuta anche come convenzione 108, per combattere la pandemia.
Nel complesso la valutazione dell’Italia per quanto concerne l’app Immuni è positiva anche se a Strasburgo si osserva che “non è chiaro come le autorità stiano ottenendo dati dall’applicazione, che si basa su un sistema che salva le informazioni sui cellulari, per monitorare l’evoluzione della pandemia e per migliorare l’accuratezza del modello utilizzato da Immuni per stabilire se un contatto è sufficientemente rischioso da dover inviare una notifica”.
Lutto per Francesco Totti, questa mattina è venuto a mancare il papà Enzo all’età di 76 anni. È deceduto all’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma a causa del Covid-19
Il Cts ha dato il via libera alla riduzione dei tempi di isolamento e dei test. Cosa succede a casi sospetti, sintomatici e asintomatici
Il Cts ieri ha cambiato i termini della quarantena e della diagnostica che segna la sua conclusione. Quasi quattro mesi dopo le proposte dell’Oms di snellire tempi e test gli esperti italiani danno il via libera alla nuova impostazione, che dovrebbe servire a ridurre il numero di tamponi effettuati (e così renderne disponibili di più ai casi sospetti che si affollano ai drive in) e anche a bloccare per meno tempo le persone a casa, con danno tra l’altro per attività produttive, percorsi scolastici e così via. Il Cts ha fatto sapere che “in coerenza con le linee guida internazionali e adottando il principio di massima cautela, sottolineiamo l’esigenza di aggiornare il percorso diagnostico per l’identificazione dei casi positivi così come la tempestiva restituzione al contesto sociale dei soggetti diagnosticamente guariti”. Inoltre i tecnici sottolineano come in questa fase sia necessario coinvolgere anche i medici di famiglia e i pediatri nell’esecuzione dei tamponi.
I contatti dei casi sospetti – Da ora in avanti tutti coloro che sono stati a contatto con un caso sospetto dovranno restare a casa 10 giorni e non più 14. Alla fine del periodo dovranno fare un test che accerti la negatività e potrà essere sia il tampone molecolare (ritenuto lo standard dal punto di vista della diagnostica) che un test rapido antigenico, cioè uno di quegli esami che si stanno introducendo nel sistema proprio in questo periodo.
I casi positivi asintomatici – Chi viene trovato positivo con un tampone, magari perché è un contatto di una persona infettata dal coronavirus, ma non sviluppa alcun sintomo dovrà stare in quarantena per 10 giorni. A quel punto farà un tampone e in questo caso è previsto solo un esame molecolare (e non due), cioè quello classico, perché ritenuto più sicuro.
Caso positivo asintomatico che non si negativizza – Se dopo 10 giorni il tampone effettuato su un asintomatico è sempre positivo il test viene ripetuto dopo 7 giorni. Arrivati al ventunesimo giorno di isolamento, però, questo viene interrotto comunque “in quanto le evidenze disponibili non documentano alcun caso di presenza di virus competente per la replicazione”, dice il Cts. In pratica questa persona non è più infettiva e può uscire dall’isolamento senza fare alcun nuovo test.
Caso positivo sintomatico – Si tagliano i tempi anche in questo caso. Si scende infatti ancora una volta da 14 a 10 giorni ma è necessario che negli ultimi 3 di questo la persona interessata non abbia avuto alcun sintomo. Se la sintomatologia va invece avanti per un periodo più lungo, ad esempio 12 giorni, si arriverà a 15 con i 3 giorni in assenza di sintomi. Ancora una volta è necessario un solo test molecolare e non più due come era previsto fino ad ora.
In un documento della centrale acquisti lombarda Aria la crisi sulle scorte era già nota: “Le condizioni di approvvigionamento sono complicate”
La preoccupazione per l’approvvigionamento dei vaccini antinfluenzali, in Regione, era tanta. Lo prova un documento pubblicato da Aria, la centrale acquisti di Palazzo Lombardia, tra gli allegati all’ultimo bando di gara. Una lettera con una serie di chiarimenti sulle procedure del bando che lascia trasparire – seppur con lessico burocratese – il panico che circolava nei corridoi di Aria a metà settembre e che smentisce i toni rassicuranti usati dall’assessore al Welfare la scorsa settimana.
Il documento è il numero 0045136, firmato dal responsabile unico del procedimento Carmen Schweigl l’11 settembre: “Le condizioni di approvvigionamento dei vaccini antinfluenzali, in concomitanza alla prolungata gestione dell’emergenza da Covid 19, risultano complicate“, scriveva Schweigl rivolta al direttore generale di Aria. Era il momento chiave per l’approvvigionamento delle dosi necessarie al fabbisogno della Regione: molte gare erano andate deserte, i prezzi erano lievitati e le dosi quasi introvabili. “Rispetto ad una normale campagna di prevenzione antinfluenzale – si legge ancora nel documento – l’approvvigionamento è garantito dall’importazione dall’estero di vaccini stranieri, non potendo le dosi di vaccino previste per l’Italia soddisfare le esigenze di Regione Lombardia” continua a leggere
Senza indagati e senza ipotesi reato, sulla vicenda dei sette juventini che hanno violato l’isolamento fiduciario sabato scorso.Calciatori rischiano multa
La procura di Torino ha aperto un fascicolo “K“, senza indagati e ipotesi di reato, sulla vicenda dei sette juventini che hanno violato l’isolamento fiduciario sabato scorso, mentre erano in attesa del secondo tampone, dopo che erano stati trovati positivi al Covid due membri dello staff bianconero.
Il fascicolo è stato aperto dopo la segnalazione dell’Asl, avvisata dalla stessa Juve del comportamento di Bentancur, Cuadrado, Danilo, Dybala e Ronaldo, Buffon e Demiral, i quali avevano lasciato il ritiro al “J Hotel” per andare a casa o raggiungere le nazionali all’estero. I giocatori rischiano solo una multa di massimo di mille euro per la violazione. Infatti il fascicolo, visto che si tratta di un illecito amministrativo, è competenza della Prefettura.
Il difensore del Milan e il portiere dell’Inter positivi al tampone: si aggiungono a Ibrahimovic, Duarte, Bastoni, Skriniar, Gagliardini e Nainggolan
Sale la febbre in vista del derby e non solo in senso metaforico. Fra i positivi riscontrati in Under 21 all’arrivo in aeroporto a Reykjavik e l’esito dei nuovi tamponi effettuati alla Pinetina salgono a otto i possibili assenti nella sfida del 17 ottobre.
Gabbia del Milan e Plizzari della Reggina sono i contagiati fra gli azzurrini mentre Radu è stato trovato positivo al tampone alla Pinetina dopo i controlli effettuati giovedì.
La sfida dell’Under 21 contro l’Islanda in programma per oggi alle 17.30 sarà annullata su disposizione dell’autorità sanitaria di Reykjavik. Uno dei due giocatori positivi è sintomatico. I contagiati dovrebbero rientrare in Italia con modalità separate dal resto della comitiva. Uefa e Figc sono in continuo contatto.
L’Italia celebra l’11 ottobre la sua settantesima giornata nazionale per le vittime del lavoro. E mai come quest’anno nella ricorrenza, nei numeri di una strage silenziosa che non conosce contrazioni, sono le stimmate della cattiva coscienza del nostro Paese, della sua distratta e cinica classe dirigente. Da gennaio ad agosto di quest’anno, 830 donne e uomini hanno perso la vita uccisi dal lavoro. Uno ogni 8 ore. Dal lunedì alla domenica. In cantieri non a norma, nelle campagne, negli anfratti dell’economia in nero. Abbiamo dato un volto e dei nomi ad alcuni di quei caduti, provando a restituire il senso di una statistica rubricata nei database dell’Inail alla voce “denunce con esito mortale”. Un viaggio in una notte di cui non si vede la fine. Espunta dal nostro racconto quotidiano, perché considerata parte del paesaggio. Come l’alternarsi del sole e della pioggia. Dove i morti vengono sepolti e dimenticati in fretta e i sopravvissuti convivono con il senso di colpa di avercela fatta e il tormento di un trauma di cui è impossibile cancellare il ricordo. Come Antonio Boccuzzi, operaio della Thyssen di Torino, unico superstite del rogo del 6 dicembre 2007. Simbolicamente, la madre di tutte le stragi sul lavoro. Non solo per le ragioni che la provocarono. Ma per la solitudine e il disinteresse in cui si è spenta la vicenda giudiziaria che pure, nella sua sentenza di primo grado, sembrava destinata a costituire le fondamenta di una nuova cultura della sicurezza e della prevenzione nei luoghi di lavoro.
“Un crimine di pace” – “È un crimine di pace e sa perché non si riesce a frenarlo? Perché i morti non votano”. Il giudice Bruno Giordano si ferma un attimo percorrendo uno degli interminabili corridoi del “palazzaccio” e la sua voce buca il silenzio irreale del Palazzo di Giustizia in piazza Cavour a Roma, il mastodontico transatlantico di travertino che ospita la Corte Suprema di Cassazione.
Già, i morti non votano. Non voteranno più Davide, 22 anni, e Francesco, 25, i due fratelli Gennero che qualche settimana fa hanno chiuso gli occhi per sempre a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro. Una staffetta struggente iniziata nel silos per lo stoccaggio del mais dell’azienda agricola di famiglia a Madonna del Pilone di Cavallermaggiore, pianura cuneense, quando Davide si è accasciato soffocato dai gas di fermentazione e il fratello non ci ha pensato un attimo a calarsi giù per soccorrerlo, svenendo a sua volta. Davide è morto quel mattino stesso nel silos, Francesco qualche giorno dopo in ospedale. continua a leggere
Dramma in casa Inter. Dopo la positività riscontrata in Under 21 di Alessandro Bastoni, già ritornato a Milano e in attesa dell’esito del secondo tampone di Skriniar, in ritiro con la nazionale slovacca, già positivo al primo, ad Appiano dopo i test effettuati ieri sono emersi anche i contagi di Nainggolan e Gagliardini.
Una brutta botta per Conte in vista del derby in programma il 17 ottobre prossimo. Peraltro anche a Milanello l’atmosfera non è più rilassata visto che Ibrahimovic e Duarte continuano a essere positivi. Ora i nerazzurri sono in attesa di comunicazioni dell’Asl per sapere se il gruppo si dovrà isolare nella bolla ad Appiano oppure verrà concesso allo sparuto gruppo, esentato dalle convocazioni della Nazionale, di poter tornare a casa dopo gli allenamenti alla Pinetina.
La curva dei download di Immuni si è impennata da inizio ottobre, passando da 6,6 a 7,4 milioni (il dato sulle attivazioni non viene fornito), e con essa sono tornati i dubbi, i quesiti e i falsi miti che hanno caratterizzato l’intero percorso dell’applicazione di tracciamento dei contatti varata dal governo lo scorso aprile.
Abbiamo raccolto i più ricorrenti e proviamo a fare chiarezza.
Cosa succede, davvero, se mi arriva la notifica di Immuni?
Questa è la domanda e anche il deterrente più importante. Chi ha scaricato e attivato — o deve ancora scaricare e attivare — Immuni pretende chiarezza su cosa accada se l’app emette la notifica di «esposizione a rischio». Prima di tutto: come il download, la reazione all’avviso è volontaria, perché nessuno sa che l’avete ricevuto. La richiesta dell’app (in base a quanto previsto dalla circolare del ministero della Salute del 29 maggio) è di contattare il medico di base e, in attesa di indicazioni del medico stesso o della Asl, di rimanere a casa per i 14 giorni successivi alla data del contatto comunicata nella notifica.
La prima parte è chiara: bisogna fare una telefonata e intanto isolarsi, dai familiari e dai colleghi di lavoro, non recandosi in ufficio. Quella sulla durata dell’isolamento in teoria può variare in base alla discrezionalità del medico: anche se non avete sintomi, la maggior parte dei medici di base con cui abbiamo parlato ci ha detto che vi chiederà di rimare isolati a casa per due settimane e contatterà la Asl, anche perché è quello che gli dice di fare la circolare. Nelle due settimane di isolamento presso il vostro domicilio, quindi, non potrete lavorare o avere alcun tipo di contatto, familiari e congiunti compresi, perché siete stati a stretto contatto con un positivo a Sars-Cov-2. Cosa accade dopo le due settimane o durante le due settimane se compaiono i sintomi? Nella circolare del ministero non vengono menzionati i tamponi: non c’è quindi un accesso diretto al tampone per chi ha ricevuto la notifica di Immuni, è la Asl a far partire il processo nei tempi e nei modi più corretti e inevitabilmente in base alla disponibilità che con l’acutizzarsi dell’emergenza potrebbe variare, non solo per gli utenti Immuni ma per tutti. Se non avete sintomi, si torna ai 14 giorni, perché fare prima il tampone rischia di portare a un risultato falso negativo.
L’iter è in sostanza lo stesso del tracciamento manuale, che si attiva nel caso in cui un collega, amico/a, compagno/a di classe o sconosciuto compagno/a di viaggio sul vagone di un treno risulti positivo. La differenza, non di poco conto, è che la persona che scopre di essere a rischio non viene avvisata da qualcuno che nel notificargli il contatto potenzialmente pericoloso gli o le spiega subito cosa deve fare, ma deve prendere da sola — mentre è comprensibilmente scossa — una decisione che la costringerà ad assentarsi dal lavoro e a isolarsi senza sapere quando e se farà un tampone. È vero, il digitale ha questo limite strutturale, ma garantisce un monitoraggio — che chi gestisce l’app deve garantire sia accurato — degli incontri fra estranei da cui non possiamo più permetterci di prescindere. continua a leggere

È morto oggi — mercoledì — a 50 anni dopo aver combattuto prima come militare in Somalia e Kosovo e poi contro la malattia contratta proprio nei teatri di guerra, ma soprattutto contro chi non voleva accettare che quel male fosse stato provocato dall’uranio impoverito. Era ricoverato al Policlinico di Monserrato da un paio di giorni Marco Diana, l’ex maresciallo dell’Esercito di Villamassargia, nel Sulcis, che per anni è stato al centro di una battaglia estenuante. Parliamo delle conseguenze dell’«U238», il materiale con cui si fanno i proiettili di artiglieria che perfora le corazze dei tank. Ma che sviluppa temperature così alte che nebulizza i metalli, creando particelle che se inalate o ingerite possono causare forme tumorali. Da vent’anni i reduci dalle missioni Nato in Afghanistan, Bosnia, Kosovo e Iraq si ammalano per le conseguenze dell’uso di questo tipo di arma. I morti sono circa 400. Tra loro, appunto, Marco Diana.
Tumore al sistema linfatico – Alcuni anni dopo le missioni all’estero al sottufficiale era stato diagnosticato un tumore al sistema linfatico e successivamente gli venne riconosciuta la causa di servizio e quindi la pensione, ma prima di ottenere il risarcimento ha dovuto combattere a lungo contro la burocrazia e contro quello Stato che, secondo lui, l’aveva abbandonato.
Annunciò la vendita della casa – Nel 2013 dalla sua pagina Facebook aveva annunciato di dover vendere la casa per pagarsi le cure, un appello-denuncia che fece il giro d’Italia. Questa sera su quella stessa pagina Facebook, appena si è sparsa la notizia della sua morte, sono comparsi decine e decine di messaggi di amici, parenti ma anche di tante altre persone che hanno voluto salutarlo per l’ultima volta.
Denunciato per vilipendio – Una storia surreale, quella di Diana. Dopo aver ottenuto un risarcimento — sono a decine le condanne per il ministero della Difesa — per la malattia, venne denunciato con la sorella per vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle forze armate e tentata truffa in concorso. All’origine della denuncia ci fu il suo rifiuto di sottoporsi a visita medica al Dipartimento militare di medicina legale di Cagliari. L’ex soldato, infatti, aveva chiesto un rimborso di 20 mila euro per i farmaci. La Direzione generale della previdenza militare e della leva, per concedere il rimborso, aveva però chiesto a Diana di sottoporsi a una nuova visita medica. Diana pubblicò sul web un video, dal titolo «Io sono vivo», nel quale affermava che le istituzioni militari e civili lo avevano abbandonato.
Una delle critiche più aspre all’app Immuni è figlia di una fake news: il Bluetooth inciderebbe sulla durata della batteria. Magari ciò valeva per i dispositivi di una decina di anni fa, quando erano cellulari e non smartphone, il Bluetooth era appena nato (ha 26 anni) e le batterie non certo performanti come oggi.
Studiato per consumare poco – «In generale la tecnologia Bluetooth è pensata proprio per essere a basso consumo, è stata creata per trasferire pochi dati pesando poco sull’energia», spiega Claudio Casetti, professore del Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino, «Come suggerisce il nome stesso, lo standard più recente, il Bluetooth Low Energy (BLE, quello usato da Immuni, ndr), è ancora più parco nei consumi. Ogni produttore poi deve attenersi a specifici vincoli di consumo energetico per impedire emissioni eccessive di onde elettromagnetiche». continua a leggere
Per il nerazzurro e il portiere dell’Atalanta, entrambi asintomatici, oggi un nuovo tampone. Squadra in isolamento e allenamento annullato
OGGI IL TERZO TAMPONE – Il secondo Under 21 è Marco Carnesecchi, portiere dell’Atalanta. Entrambi erano negativi al test fatto come da protocollo domenica all’inizio del raduno, ma positivi a quello del giorno successivo anche se totalmente asintomatici. Oggi ne effettueranno un terzo: se dovesse essere ancora positivo verranno isolati, saltando quindi i match di qualificazione agli Europei con Islanda e Armenia, ma sono a rischio anche le gare alla ripresa del campionato, nel caso di Bastoni il derby Inter-Milan.
NUOVO TEST – Mercoledì (oggi) lo staff medico dell’Under 21 procederà con un ulteriore test: nel primo pomeriggio sono attesi i risultati.
L’app Immuni supera la soglia dei 7 milioni di download. Al 4 ottobre, secondo i dati del ministero della Salute riportati dal sito ufficiale dell’applicazione, gli utenti che hanno scaricato il sistema per il tracciamento dei contagi da coronavirus, sono esattamente 7.036.898, circa 350mila in più rispetto all’ultima rilevazione del primo ottobre quando erano quasi 6.700.00
Nel corso del fine settimana c’è stata una mobilitazione del mondo dei media e delle istituzioni a scaricare l’app, visto l’aumento dei contagi. E oggi parte la settimana di sensibilizzazione voluta dal governo che termina l’11 ottobre.
Finora l’applicazione ha inviato 5.870 notifiche e al momento 357 utenti positivi hanno caricato i codici permettendo di avvisare le persone entrate in contatto con loro.
“Scarica l’App Immuni. Aiutateci a tenere bassa la pressione sugli ospedali. Aiutateci a garantire le cure anche ai malati non Covid-19”. Il sindacato nazionale dei medici ospedalieri Anaao-Assomed lancia l’appello dal suo sito per chiedere agli italiani di scaricare l’app e si unisce alla campagna a cui prendono parte istituzioni e media.
Dal 17 ottobre Immuni inizierà a dialogare con le sue omologhe europee. Uno strumento in più per tracciare i contagi in un momento in cui il virus corre anche negli altri paesi.
Italia, Germania e Irlanda saranno i primi a far parlare le loro app. Nell’Unione sono in tutto 15 i paesi che hanno adottato o stanno per adottare una app di tracciamento, la media dei download è del 10%. Una percentuale lontana dall’obiettivo del 60% affinché il sistema sia efficace nel contenimento della pandemia.
Obbligo della mascherina anche all’aperto, tampone per chi arriva da otto Paesi europei ad alto contagio, rafforzamento e proroga dell’app Immuni. Sono alcune delle novità che il governo si prepara ad approvare con un decreto Covid, che disegna la cornice normativa delle misure anti contagio, e un nuovo dpcm della durata di un mese che definirà nello specifico gli interventi. La bozza del decreto legge, nell’allungare l’orizzonte temporale delle norme al 31 gennaio 2021 alla luce della proroga dello stato di emergenza, tratteggia già alcune delle novità: la principale è l’obbligo di mascherine all’aperto. Per chi viola le disposizioni restano multe salate.
I calciatori, totalmente asintomatici, erano risultati negativi al primo tampone effettuato domenica, ed erano stati ammessi al gruppo squadra come da protocollo vigente
Due calciatori della Nazionale Under 21 – uno di questi è il difensore dell’Inter Bastoni -, in ritiro a Tirrenia in vista del match di venerdì in Islanda valido per le qualificazione agli Europei di categoria, sono risultati positivi al Covid-19 dopo il secondo tampone effettuato ieri ed i cui risultati sono stati resi noti nella tarda serata. I calciatori in questione, totalmente asintomatici, erano risultati negativi al primo tampone effettuato domenica 4 ottobre, ed erano stati ammessi al gruppo squadra come da protocollo vigente. Nel rispetto delle attuali disposizioni, l’allenamento previsto oggi è stato annullato e la squadra si trova da ieri sera in isolamento fiduciario in attesa delle indicazioni dell’ASL competente tempestivamente avvertita. Tutta la delegazione, calciatori e staff, comunque negativa al secondo tampone, ripeterà questa mattina gli esami molecolari. continua a leggere
Il musicista, scomparso per un cancro, era uno dei simboli degli anni Ottanta: per Rolling Stone fra i migliori 10 chitarristi di sempre
Se ne va un pezzo degli anni Ottanta. Se ne va una delle divinità della chitarra. È morto ieri Eddie van Halen, chitarrista della band hard rock cui aveva dato il cognome. «Non mi sembra vero dover scrivere questo, ma mio padre Edward Lodewijk van Halen ha perso la sua lunga e faticosa battaglia con il cancro», ha annunciato sui social il figlio Wolfgang, che suonava il basso nella band «di famiglia» dal 2006. La chitarra elettrica non sarà tanto di moda oggi, il rock è sparito dalle classifiche di vendita (non dagli stadi, attenzione), ma fra quelli che ne hanno costruito l’iconografia c’è sicuramente Eddie van Halen. continua a leggere
Bentancur, Cuadrado, Danilo, Dybala, Ronaldo hanno lasciato la città per raggiungere i ritiri delle rispettive nazionali nonostante la prescrizione causata dalla positività al Covid di 2 membri dello staff.
Nemmeno il tempo di arrivare alla fine del caso Juve-Napoli, che la questione bolla torna di attualità. E questa volta per quella bianconera. Pur proseguendo l’isolamento fiduciario di tutto il gruppo, iniziato sabato dopo la positività di due elementi dello staff esterno, lunedì mattina alcuni giocatori hanno lasciato la Continassa: Rodrigo Bentancur, Gigi Buffon, Juan Cuadrado, Danilo, Merih Demiral, Paulo Dybala e Cristiano Ronaldo. Chi per tornare a casa, chi per raggiungere in tempo il ritiro della propria Nazionale: motivazioni che poco possono in ogni caso interessare la Juve, una volta abbandonato il ritiro la responsabilità dei comportamenti è individuale.
Già lunedì la società bianconera aveva segnalato alla Asl la decisione dei suoi tesserati di interrompere l’isolamento presso la struttura designata (il J Hotel) per proseguirlo altrove. Di ieri la notizia – dovuta – di una segnalazione da parte dell’Asl alla Procura, cui spetterà verificare l’effettivo rispetto dell’isolamento dei giocatori, per quanto non sarà complicato capire chi ha già abbandonato l’Italia: i vari Ronaldo, Dybala, Danilo, Bentancur e Cuadrado avrebbero infatti già raggiunto i ritiri delle rispettive nazionali. continua a leggere
articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/2020/10/06/news/dal_pino_positivo_al_covid-269612624/
Sintomatico e in isolamento presso la propria abitazione, seguirà ora le procedure previste dal protocollo sanitario. Anche il numero 1 della Figc Gravina in isolamento volontario
Roma, 06 ottobre 2020 – Il presidente della Lega di Serie A, Paolo Dal Pino, è risultato positivo al Covid. Nella giornata di lunedì lo stesso Dal Pino ha partecipato all’incontro con il ministro dello Sport Spadafora, ma in videoconferenza. Sintomatico (qualche linea di febbre e un po’ di tosse) e in isolamento presso la propria abitazione, seguirà ora le procedure previste dal protocollo sanitario.
A seguito della segnalazione della positività di Dal Pino, la Figc comunica che “a scopo prudenziale il presidente Gabriele Gravina, in assenza di sintomi, ha deciso di porsi in isolamento volontario seguendo le indicazioni previste dal protocollo sanitario“
Il bassista degli Spirit, Mark Andes, assieme agli eredi di Randy California, morto nel 1997, aveva lanciato una azione legale per violazione del copyright perché sosteneva che il brano fosse troppo simile alla loro ‘Taurus’
La lunga battaglia legale che ha visto al centro uno dei brani cardine della storia del rock, Stairway to heaven è finita: La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di non riaprire il caso, chiuso con la vittoria dei Led Zeppelin contro gli eredi del musicista e leader degli Spirit, Randy California. Quindi, secondo la legge, Jimmy Page e Robert Plant non hanno copiato Taurus, brano degli Spirit scritto da Raqdny California.
La controversia era arrivata fino alla Corte Suprema dopo una vicenda giudiziaria iniziata nel 2014, quando il bassista degli Spirit, Mark Andes, assieme agli eredi di Randy California, morto nel 1997, aveva lanciato una azione legale per violazione del copyright contro Page e Plant e un’ingiunzione per bloccare ogni pubblicazione dell’album, IV dei Led Zeppelin. Lo scopo era quello di ottenere la firma di California sul brano, il cui arpeggio introduttivo di chitarra assomigliava a quello di Taurus. Se l’azione legale avesse avuto successo gli eredi non avrebbero comunque ricevuto nulla dei passati guadagni della canzone, stimati attorno ai 550 milioni di dollari, ma solo i compensi relativi ai diritti per i profitti futuri. continua a leggere
I contagiati al Covid quindi restano solamente tre: Zielinski, Elmas e un osservatore del club. Intanto il club ha spedito al giudice sportivo la sua memoria difensiva e spera di evitare la sconfitta per 3-0 a tavolino.
Napoli, 06 ottobre 2020 – I positivi nel Napoli rimangono tre: Zielinski, Elmas e un osservatore del club, dopo la tardiva rielaborazione di due tamponi del gruppo squadra, che per un paio d’ore avevano fatto temere l’allargamento del contagio. “Tutti negativi”, ha invece fatto chiarezza nel pomeriggio il club azzurro, tirando le somme di un’altra lunga giornata di attesa e tensione. Il temuto esito del quarto tampone (in otto giorni) a cui sono stati sottoposti i giocatori azzurri, in isolamento da sabato scorso per ordine della Asl e a rischio contagio dopo la partita del 27 settembre al San Paolo con il Genoa (22 contagiati), dovrebbe aver escluso definitivamente il pericolo di un focolaio. Per questo potrà cominciare da oggi stasera a Castel Volturno la quarantena del gruppo squadra di Gattuso, che per continuare gli allenamenti dovrà tuttavia spostare in blocco il suo domicilio al Training Center e nell’hotel adiacente. continua a leggere
Aperto un fascicolo sulla ipotesi della violazione delle norme sanitarie da parte della società di Aurelio De Laurentiis. Sotto la lente di ingrandimento i fatti della scorsa settimana, frenetica e piena di colpi di scena. La ricostruzione
NAPOLI – I fronti aperti sono due, con l’allarme sanitario ancora in piena evoluzione e i primi passi della battaglia legale, che per il Napoli è invece appena iniziata. In mattinata Gattuso e i giocatori sono stati sottoposti a un altro tampone, il cui sarà reso noto l’esito nel pomeriggio o in serata. Solo gli azzurri negativi saranno ovviamente autorizzati dalla Asl a lasciare le loro abitazioni (dove sono stati messi in isolamento) per raggiungere il centro sportivo di Castel Volturno, dove dovranno trasferire il loro domicilio per trascorrere le prossime due settimane in quarantena e in ritiro. Il club attende nel frattempo le decisioni del giudice sportivo sulla partita non giocata a Torino contro la Juventus e sta preparando una memoria difensiva su richiesta della Procura Federale, che ha aperto un fascicolo sulla ipotesi della violazione del protocollo sanitario da parte della società di Aurelio De Laurentiis. Sotto la lente di ingrandimento i fatti della scorsa settimana, frenetica e piena di colpi di scena. continua a leggere

Ai Mondiali il giovane pilota italiano perde la testa dopo un contatto in pista. E scatena anche una rissa ai box. Jenson Button indignato: «Squalifica a vita per questo idiota»
C’è una scena che sta indignando il mondo dell’automobilismo. Campioni del mondo di Formula 1, come Jenson Button, team principal fra i quali il capo della McLaren, Zak Brown, sono intervenuti per chiedere una punizione esemplare nei confronti di un giovane pilota italiano, Luca Corberi, 23 anni.
Colpevole di aver lanciato un pezzo di alettone contro un avversario, Paolo Ippolito, dopo un contatto in pista che gli era costato il ritiro. Un gesto folle, rarissimo per uno sport che fa del rispetto del rischio il suo codice di condotta, probabilmente gli costerà una lunghissima squalifica (oltre a quella relativa alla gara di ieri, già notificata dai giudici di gara anche per D’Ippolito) . È avvenuto in una gara valida per i Mondiali di kart sotto gli occhi di Felipe Massa (presidente della commissione kart della Fia) e di stelle come Fernando Alonso.
Ed è stato ancora peggiore il comportamento successivo: perché rientrato ai box ha aspettato il ritorno di Ippolito e si è scagliato contro lui scatenando una rissa. La cosa ancora più grave è che Corberi non è un ragazzino, ha corso per molti anni e affrontato avversari che oggi sono in Formula 1 e Formula 2, come George Russell, Lance Stroll, Dan Ticktum: domenica era tornato a gareggiare dopo un’assenza di due anni. Ed è tra l’altro figlio del proprietario del kartodromo di Lonato del Garda, anche il papà è stato coinvolto nella rissa.
Il Consiglio di Lega del 30 settembre – 1° ottobre 2020:
– considerate le attuali problematiche legate alla pandemia Covid-19 nonché l’obiettivo di garantire la disputa di tutte le Competizioni organizzate dalla Lega Nazionale Professionisti Serie A nell’interesse delle Associate, dei Licenziatari dei diritti audiovisivi, dei Tifosi e degli Sponsor (restando, in ogni caso, prioritaria l’esigenza di tutelare la salute e la sicurezza dei calciatori degli staff, degli abritri e degli addetti ai lavori e di rispettare tutte le misure di prevenzione e protezione vigenti al fine di limitare la diffusione del virus SARS-CoV-2);
– considerato l’Allegato I del Regolamento della UEFA Champions League (Stagione 2020/21) e del Regolamento della UEFA Europa League (Stagione 2020/21), approvato dal Comitato Esecutivo dell’UEFA il 3 agosto 2020;
– ha deliberato di disporre, in via transitoria, eccezionale e limitatamente alla corrente stagione sportiva 2020/21 – indipendentemente da quanto disposto da altre norme e/o regolamenti applicabili alla singola competizione e fatti salvi eventuali provvedimenti delle Autorità statali o locali nonché della Federazione Italiana Giuoco Calcio – le seguenti regole per le ipotesi di positività al virus SARS-CoV-2 dei calciatori dei Club partecipanti alle Competizioni organizzate dalla Lega Nazionale Professionisti Serie A (che abbiao determinato il conseguente isolamento/quarantena per uno o più calciatori o per intere squadre);
1. qualora uno o più calciatori dello stesso Club risultassero positivi al virus SARSCoV-2 la gara – fermo quanto previsto ai punti 4 e 5 – sarà disputata. secondo il calendario di ciascuna competizione purché il Club in questione abbia almeno tredici calciatori disponibili (di cui almeno un portiere), e alla condizione che i suddetti calciatori siano, in ogni caso, risultati negativi ai test che precedono la gara in questione in ossequio al Protocollo della Federazione Italiana Giuoco
2. il numero di tredici calciatori disponibili (di cui almeno un portiere), di cui al punto 1 che precede, sarà computato tenendo in considerazione tutti i calciatori tesserati per il Club in questione ai quali sia stato assegnato il numero di maglia:
3. qualora il Club non sia in grado di schierare una squadra con il suddetto numero minimo di calciatori (pari a tredici, di cui almeno un portiere), quest’ultima – fatto salvo quanto previsto nei punti 4 e 5 – subirà la sanzione della perdita della gara con il punteggio di 0-3, senza che possa, però, applicarsi l’ulteriore penalizzazione di un punto in classifica nell’ipotesi in cui tale impossibilità dovesse manifestarsi più volte nel corso della medesima stagione sportiva;
4. qualora, in un arco temporale di sette giorni consecutivi di calendario, dieci o più calciatori del Club – ai quali sia stato assegnato il numero di maglia – dovessero risultare positivi al virus SARS-CoV-2, il Presidente della Lega Nazionale Professionisti Serie A disporrà automaticamente il rinvio della prima gara utile nel quale sarà impegnato il Club, che sarà riprogrammata in una data stabilita insindacabilmente dal Presidente stesso;
5. il rinvio di cui al punto 4 che precede sarà concesso a ciascun Club per una sola volta nel corso della stagione sportiva e ciò indipendentemente dalla competizione nel quale esso sia disposto (salvo che non si tratti della Supercoppa di Lega, delle semifinali e della Finale di Coppa Italia per le quali il Presidente della Lega Nazionale Professionisti Serie A disporrà automaticamente un ulteriore ed autonomo rinvio – uno per ciascuna delle due competizioni – in favore di ogni Club in gara e, dunque, anche nell’ipotesi in cui uno di essi abbia già beneficiato in precedenza del rinvio), con la conseguenza che, per tutte le gare successive all’intervenuta concessione del rinvio (ad eccezione della Supercoppa di Lega, delle semifinali e della Finale di Coppa Italia), il Club, anche nell’ipotesi in cui vi sia la positività di dieci o più calciatori (insorta nell’arco temporale di sette giorni), dovrà disputare tutte le suddette gare nell’ipotesi in cui disponga di tredici calciatori – come individuati al punto 2 – mentre, in difetto di tale disponibilità, subirà la sanzione di cui al punto 3;
6. il dies a quo per il computo dei sette giorni è (meno nel Quale viene riscontrata la prima positività e, decorsi i sette giorni dalla riscontrata positività. il singolo calciatore non sarà, comunque, più considerato nel computo delle dieci unità di cui al punto 4;
7. ciascun Club, per ottenere il rinvio di cui al punto 4 (nonché quelli ulteriori di cui al punto 5 – uno per competizione – per la Supercoppa di Lega e per le semifinali e Finale di Coppa Italia), dovrà inviare a mezzo pec alla Lega Nazionale Professionisti Serie A la documentazione comprovante le riscontrate positività.