Nel documento finale della riunione dei delegati del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) che si svolse in Svezia il 18-19 febbraio visionato da Repubblica ed El País, la diffusione del Covid 19 nel continente viene reputata “sotto controllo” e occupa solo 20 dei 130 punti conclusivi. Meno di 72 ore dopo l’Italia individuerà il “paziente 1”
Solna (Svezia), martedì 18 febbraio 2020 – il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) inizia un vertice di due giorni. Meno di 72 ore dopo, grazie all’intuizione di un’anestesista, in Italia verrà diagnosticato il primo caso di coronavirus sul territorio nazionale e il Paese scoprirà che il Sars-CoV-2 si è diffuso silenziosamente nel Nord del Paese. Gli altri Paesi europei avrebbero fatto la stessa scoperta un paio di settimane dopo. Ma i membri del Consiglio consultivo dell’Ecdc, i tutori europei della sanità pubblica, tra cui l’italiana Silvia Declich dell’Istituto superiore di Sanità, minimizzano e ignorano i rischi della pandemia che di lì a poco travolgerà l’Unione europea e il mondo intero, si apprende dal verbale della due giorni di deliberazioni visionato da El País e da Repubblica. Il coronavirus occupa solo 20 dei 130 punti del documento conclusivo.
Rischio considerato ‘basso’ – In Europa sono già stati diagnosticati 45 contagi da coronavirus, tutti importati, tra cui i due turisti cinesi a Roma. Un turista cinese originario di Wuhan è morto a Parigi. L’Ecdc ha studiato questi casi, ma sottolinea che le infezioni locali “sembrano essere lievi“, oltre che poche e localizzabili. L’organismo perciò classifica il rischio per la popolazione come “basso” e il rischio per il sistema sanitario come “basso o moderato“. continua a leggere