articolo di Dimitri Canello: https://corrieredelveneto.corriere.it/notizie/padova/cronaca/23_febbraio_21/padova-non-era-rigore-e-il-capitano-sbaglia-apposta-poco-importa-se-poi-abbiamo-perso-3ccfa5f2-325c-463f-938d-dd4ea4d24xlk.shtml
L’episodio nel campionato Giovanissimi. Protagonista il quindicenne Davide Bottin: «Ci ho pensato all’inizio ma poi non ho avuto dubbi»
«Ci ho pensato all’inizio, ma poi non ho avuto dubbi: il rigore non c’era e ho deciso di calciarlo fuori, perché era giusto così». Davide Bottin, 15 anni, a due giorni dalla partita del campionato Giovanissimi fra il Canosse Conselve e il suo San Pietro Viminario (Padova), ha il telefono che squilla in continuazione.
L’orgoglio dei genitori – La madre Elisa Brondin gli fa da filtro, ma è orgogliosa di lui: «Io non ero personalmente presente alla partita – spiega – ma quando Davide è tornato a casa assieme a suo padre, mi ha raccontato tutto. E io ho approvato assolutamente quello che ha fatto. È stato un atto coraggioso, che merita il giusto tributo. Era la cosa giusta da fare. Io e suo padre, che siamo separati, ma che abbiamo mantenuto ottimi rapporti e siamo d’accordo sulla linea educativa da impartire, gli abbiamo fatto i complimenti. E lo hanno fatto anche i compagni di squadra e il suo allenatore». Davide Bottin ha calciato fuori il rigore che avrebbe potuto regalare al San Pietro Viminario il gol del 2-1, in una partita poi persa per 3-1. Ma la cosa importante non era il risultato, ma fare la cosa giusta.
«Tornassi indietro lo rifarei» – Concetto confermato da Davide, che oggi vive una giornata particolare raccontando quello che gli è successo: «Tornassi indietro mi comporterei esattamente nella stessa maniera – spiega – l’arbitro aveva concesso un rigore inesistente, perché l’intervento era sulla palla. Io sono il capitano e dovevo battere il rigore concesso erroneamente, a quel punto punto ho deciso di batterlo fuori volontariamente. Dai compagni di squadra e dall’allenatore ho ricevuto solo complimenti, anche se eravamo sull’1-1 in quel momento e alla fine la partita l’abbiamo persa 3-1. Ma non c’è stato nessuno che si sia lamentato. Ho ricevuto i complimenti anche dagli avversari, è stato bello che finalmente sia passato un bel messaggio positivo». La madre, che gli sta accanto, aggiunge: «In Serie A si vedono spesso episodi scorretti – prosegue- è un piacere una volta tanto che si parli in positivo di qualcosa accaduto su un campo da calcio e sono orgogliosa di mio figlio. Esistono ancora valori come il rispetto degli altri e di se stessi, non esiste solo il risultato ad ogni costo. Spero che il messaggio, che ha una forza bellissima, raggiunga più persone possibili».
«Un esempio per tutti» – Arrivano lodi anche da parte della dirigenza avversaria: «Ci siamo permessi noi stessi – aggiunge il dirigente del Canosse Conselve Fabrizio Guasti – di segnalare l’episodio, in modo tale che sia da esempio per tutti. Parliamo di una categoria in cui i ragazzi sono ancora in crescita e si affacciano al mondo dello sport agonistico per la prima volta. Un gesto simile merita tutto l’apprezzamento possibile. Ed è giusto che se ne parli con convinzione come esempio per tutti gli altri ragazzi e anche per noi dirigenti».