articolo di Marco Bonarrigo: https://www.corriere.it/sport/calcio/23_gennaio_19/morti-calciatori-farmaci-doping-studi-scientifici-tumori-sla-a744eba4-9801-11ed-a8ba-307a461da0c0.shtml
Uno studio sulla Sla parla di un’incidenza tra i calciatori del doppio rispetto alla popolazione «normale», di sei volte se ci si limita alla serie A. Più difficile trovare correlazioni con l’uso di farmaci che all’epoca erano consentiti
Gli anni più luttuosi finora indagati sono quelli tra il 2010 e il 2015 quando morirono prematuramente, tra gli altri, Benedetti, Bertuzzo, Rognoni, Beatrice, Zuccheri, Petrini, Viganò, Imbriani, Ferruccio Mazzola, Borgonovo, Zucchini, Aldo Maldera, Rosato, Musiello, Pinotti. Tutti ex giocatori di calcio di serie A o B, tutti scomparsi per Sla, tumore o leucemia in età comprese tra i 37 e i 68 anni. La contabilità precisa e dolorosa delle morti precoci nel calcio professionistico italiano è registrata in un documentatissimo libro di Lamberto Gherpelli pubblicato dalle Edizioni Gruppo Abele: «Qualcuno corre troppo. Il lato oscuro del calcio» con una bella prefazione di Damiano Tommasi.
Farmaci e morti precoci – Delle possibili correlazioni tra uso e abuso di farmaci e malattie gravi nel mondo del pallone, tornate in prima pagina dopo la morte di Gianluca Vialli per l’allarme lanciato dall’ex vice campione del mondo Dino Baggio, si parla da tempo e sempre in occasione di un lutto. La serie infinita di decessi (11 tra titolari e riserve) nella Fiorentina con le morti a catena legate a Sla, tumori e leucemia è il più noto e indagato caso di studio.
I casi Sla – Sulla Sla, in realtà, le ricerche scientifiche più serie sul calcio offrono risultati molto disomogenei rispetto a sport come il football americano dove la correlazione pare dimostrata. L’articolo di Elisabetta Pupillo ed Ettore Beghi dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (effettuato su un campione di 23.586 calciatori di serie A, B, C dalla stagione 1959-’60 fino a quella del 1999-2000) ha rilevato un’incidenza della malattia neurodegenerativa progressiva due volte superiore a quella della popolazione «normale» che diventa di sei volte se ci si riferisce alla sola serie A con un’insorgenza della patologia molto precoce (45 anni invece di 65) rispetto alla popolazione generale. Insomma, una correlazione all’apparenza netta e inquietante. I casi accertati con sicurezza sono 34, le cause più probabili sarebbero un mix di traumi al capo e predisposizione genetica e mentre è meno chiaro il contributo di certi farmaci parrebbe esserci un legame con i fertilizzanti tossici utilizzati in alcuni campi di gioco. Diversi però i risultati di uno studio commissionato dalla Fédération Française de Football all’Università della Sorbona su 6.200 professionisti che hanno giocato dal 1968 al 2015: tutti i dati di mortalità sono allineati a quelli della popolazione standard con un’incidenza più alta dei soli casi di demenza. continua a leggere
Morti tra calciatori: farmaci e doping, gli studi scientifici su tumori e Sla di Marco Bonarrigo
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