Steven Zhang Inter manager and son of Inter President Zhang Jindong Barcelona 24-10-2018 Camp Nou Champions League 2018/2019 Group B Barcelona Vs Fc Internazionale Foto Daniele Buffa / Image Sport / Insidefoto
Tornano a riemergere con insistenza le indiscrezioni sul fronte societario in casa Inter. Nelle scorse settimane Il Sole 24 Ore aveva anticipato che Goldman Sachs era tornata a far circolare il “teaser” sul club nerazzurro, alla ricerca di nuovi investitori. Un teaser che, come spiega la Gazzetta dello Sport, è stato aggiornato nei giorni scorsi e l’obiettivo principale, come era già stato nel gennaio 2021, è quello di trovare un socio di minoranza, con l’obiettivo di alleggerire l’impegno di Suning soprattutto per quanto riguarda il tema del prestito di Oaktree da oltre 290 milioni con tasso di interesse al 12%.
Ieri, intanto, Zhang è volato in California per impegni personali non legati all’Inter. Tuttavia, spiega Tuttosport, dalla California rimbalza la voce di un nuovo soggetto interessato ad acquistare il club nerazzurro: si tratta del co-proprietario della squadra di basket Nba dei Sacramento Kings, Vivek Ranadivé, 64enne ingegnere di origine indiana, fondatore di numerose aziende nel settore dell’informatica e già negli scorsi messi inserito tra i possibili componenti della cordata della RedBird di Gerry Cardinale per acquistare il Milan da Elliott.
La ricerca di un socio di minoranza potrebbe trasformarsi in cessione della maggioranza da parte di Suning in caso di valutazione del club “irrinunciabile”: si parla di 1,2 miliardi di euro, in linea con quella del Milan e con le richieste della famiglia Zhang già presentate nel 2021, quando dopo la due diligence non proseguì la trattativa con BC Partners (che sul piatto aveva messo circa 8/900 milioni).
Sono ancora in corso le indagini preliminari della Procura di Torino sul caso delle plusvalenze in casa Juventus. Lo rende noto Exor, la holding degli Agnelli-Elkann che è azionista di maggioranza del club bianconero, nella relazione semestrale al 30 giugno 2022.
“In data 26 novembre 2021 e 1° dicembre 2021 alla Juventus sono stati notificati ordini di perquisizione e sequestro, per il tramite degli Ufficiali della “Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria” di Torino”, si legge nella relazione.
“Nella stessa data la Juventus è stata informata dell’esistenza di un’istruttoria da parte della Procura della Repubblica del Tribunale di Torino, nei confronti della stessa e di alcuni suoi attuali ed ex rappresentanti, avente ad oggetto la voce “Proventi da diritti pluriennali alle prestazioni calciatori” iscritta al bilancio al 30 giugno 2019, 2020 e 2021 per i reati di cui all’articolo 2622 del codice civile (False comunicazioni sociali di società quotate) e all’art. 8 del Decreto Legislativo n. 74/2000 (Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) e, per quanto concerne la Società, per il reato previsto dagli articoli 5 (Responsabilità della persona giuridica) e 25-ter (Reati societari) del D.lgs. Decreto n. 231/2001″.
“L’istruttoria avviata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino è in corso e ad oggi nessun avviso di conclusione delle indagini preliminari ex art. 415-bis del decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n. 447 (il “Codice di procedura penale”, o il “Codice di procedura penale”) è stato notificato. Juventus sta collaborando con gli inquirenti e confida di chiarire ogni aspetto di loro interesse, ritenendo di aver operato nel rispetto delle leggi e dei regolamenti che disciplinano la redazione dei documenti contabili, secondo i principi contabili e in linea con l’industria calcistica internazionale prassi e condizioni di mercato”, conclude Exor.
Il vaccino bivalente di Pfizer sarà distribuito per primo, poi quello di Moderna. I farmaci aggiornati saranno utilizzati per le quarte dosi a over 60, fragili, operatori sanitari e donne incinte e per le terze agli over 12
Il nuovo vaccino anti-Covid sarà disponibile anche in Lombardia a partire dalunedì 12 settembre. Si tratta di farmaci bivalenti, che contengono cioè il ceppo originario del virus pandemico (quello di Wuhan, comparso nel 2019-20) e la variante Omicron BA.1, in circolazione da novembre 2021. Per questo sono considerati più efficaci nel prevenire le forme gravi di malattia.
Nei centri vaccinali lombardi da lunedìsarà distribuito il preparato di Pfizer, mentre nei giorni successivi sarà consegnato anche quello di Moderna. È previsto l’arrivo dicirca 3 milioni di dosinel mese di settembre, sul totale di 19 milioni in Italia. In una circolare inviata ieri agli ospedali e alle Ats il Pirellone specifica a quali categorie di cittadini è raccomandata la somministrazione dei vaccini «aggiornati», sulla base delle indicazioni del ministero della Salute. I nuovi farmaci saranno utilizzati solo per le iniezioni di richiamo. Saranno quindi impiegati per la quarta dose agli over 60, ai fragili, agli operatori sanitari, ai lavoratori e agli ospiti delle residenze sanitarie per anziani, alle donne in gravidanza. Inoltre verranno iniettati come terza dose a tutti gli over 12. La somministrazione va programmata ad almeno 120 giorni dall’ultimao da un precedente tampone positivo. I pazienti non potranno scegliere il farmaco: sarà proposto automaticamente ai soggetti per cui è indicato. continua a leggere su corriere.it
Prima del match contro il Besiktas, andata dei quarti di finale di Europa League, i tifosi francesi sono scesi sul terreno di gioco dopo il lancio di petardi da parte dei supporters turchi. Anche il presidente Jean-Michel Aulas in campo a tranquillizzare il suo pubblico. Gara cominciata con circa 45 minuti di ritardo. Già nel pomeriggio c’erano stati incidenti in città. continua a leggere su https://sport.sky.it/
Des projectiles et des pétards lancés depuis le haut des tribunes obligent des supporters à se réfugier sur la pelouse… #OLBESpic.twitter.com/xShgpC5HRR
Riproponiamo la lunga intervista in esclusiva a Tuttomercatoweb.com di Davide Santon, classe ’91, terzino liberatosi in estate dalla Roma, che annuncia il ritiro dal calcio giocato per le molteplici problematiche fisiche che lo hanno colpito nel corso degli anni
Nella parole di Davide Santonc’è consapevolezza. Amara coscienza del presente, dubbi sul futuro ma i piedi saldi sul suolo, dopo che tutto era crollato. “Sono costretto a smettere di giocare. Non per non aver avuto offerte, non per altro, ma perché il mio corpo, con tanti infortuni avuti in passato, non ce la fa più“. Si racconta in una lunga intervista esclusiva per Tuttomercatoweb.comcon la sincera lucidità di un uomo di trentuno anni. “Sono costretto a farlo. Non voglio, ma devo“, mentre la chiacchierata è un centrifugato di ricordi, emozioni, rimpianti, coscienza.
A trentuno anni dice basta. Consapevolmente. – “Nel primo anno in cui sono stato messo fuori rosa, ho vissuto un controllo dopo l’altro ma non c’è niente da fare: l’unica cosa sarebbe rischiare di avere delle protesi. Ancora riesco a camminare sulle mie gambe ma per fare il giocatore professionista serve altro“.
Coscienza e lucidità. Anche di quelle che sono le sue fragili ginocchia. – “Ho il ginocchio sinistro dove non mi sono operato che però è andato. Mi impedisce tante cose… E poi c’è il famoso ginocchio destro: mi sono operato tre volte. Cartilagine, tolto tutto il menisco esterno ma appena faccio un minimo sforzo, si gonfia e non si piega più. In automatico tutti i miei infortuni al flessore partono da lì. In Serie A devi spingere, il ginocchio destro non si piega, sforzavo la gamba sinistra e il flessore è… Andato. Ogni minimo sforzo c’è sempre da stirarsi, da star fermi. Giochi una gara, ne stai fuori cinque“.
E’ una scelta matura, la sua. – “Se devo giocare con la paura, non lo faccio. E gioco da anni con paura, però mi sono adeguato, lavorando, tenendo botta. Però non giochi mai sereno, hai sempre paura: fai il compitino… Ho iniziato a giocare perché mi divertivo e negli ultimi anni era una sofferenza. Ho detto che se devo andare avanti, non è quello che voglio fare. C’erano alcune offerte però...”.
Ha ricevuto profonde critiche a Roma, da chi non conosceva la sua situazione. – “Mi dicevano ‘stai a rubare i soldi a Roma’. Figuriamoci: col club eravamo a posto sul salutarci, il punto è che non riuscivo a passare le visite mediche altrove“.
Così ha deciso. Come si sente? – “Ho sofferto i primi mesi. Ho avuto tempo di pensarci, di riflettere. Quando ero fuori rosa a Roma, ho avuto un primo periodo dove ho sofferto: non mi aspettavo questo finale di carriera. Volevo giocare, divertirmi, purtroppo ho avuto tutto subito ed è andato a scalare. Però bisogna accettare: ho pensato tanto, ho la famiglia, due bambine, ora mi dedico a quello e poi vedrò se restare nel calcio o in un altro ambito“.
Ci ha pensato? – “La vita di un calciatore dura… Quindici anni? C’è chi finisce prima, chi dopo. Il dopo devi pensarlo bene, studiare, capire. Arrivi a un punto in cui ti trovi come vuoto, perché fai quella vita per tanti anni. Ritiri, partite, allenamenti, io sono andato via a 14 anni da casa. Collegio, sacrifici, l’abitudine era stare lontano. Poi una mattina ti svegli e non devi andare più ad allenarti. Ho sofferto i primi tempi ma mi sono abituato e ora inizio a pensare al futuro: non avevo pianificato questo fine carriera, è arrivato tutto all’improvviso”.
Qual è stato il periodo più bello? – “Il primo periodo all’Inter, quando vincemmo tutto. Ho avuto stop, infortuni, ma è stato bellissimo: ero così giovane e non mi rendevo conto che stavamo scrivendo la storia. Abbiamo perso solo la Supercoppa Europea, è stato il momento più bello. Ero con dei campioni straordinari nello spogliatoio“.
Ha vissuto una carriera travagliata, importante ma sfortunata e infortunata. – “Eppure ho avuto tante gioie e ho vissuto anche un periodo straordinariamente sereno. A Newcastle: sono andato lì che quasi non volevo ma una volta lì, non volevo più tornare. Poi è arrivata l’offerta dell’Inter e sono tornato ma in Inghilterra sono stato benissimo. L’ambiente che ti circonda, per giocare, è il migliore in assoluto. Ogni volta che vado in Inghilterra, quando riesco, vado allo stadio a vederlo: la Toon Army è fantastica, quando giocavamo c’era una serenità straordinaria. Nessun ritiro, quando giocavamo in casa: il pranzo era facoltativo, il ritrovo allo stadio era alle 13.15 per la partita alle 15.00… Era un ambiente che mi dava serenità ed è stato il periodo dove fisicamente sono stato meglio. Non al 100%, sfortunatamente dal primo infortunio in Under 21 a diciotto anni non sono mai stato al top, ma mi sono adeguato e ho avuto continuità. Tre anni di fila 34-35 presenze ogni anno da titolare, senza infortuni”.
Ha una lista infinita di grandi tecnici che l’hanno guidata. Se li ricorda quasi tutti? “Mourinho, Benitez, Leonardo, Gasperini, Mancini, Conte che mi ha convocato in Nazionale, Pioli, Spalletti, Pardew, De Boer, Fonseca, Di Francesco, Ranieri… Senza scordare quelli dei primi anni al settore giovanile all’Inter, chiaro”
Anche qui: tecnico dei momenti più belli e quello dei più spensierati? – “Con Mourinho ho vissuto il periodo più glorioso ma non lo metto tra i più sereni: ero giovane, c’era tanta pressione nell’ambiente. Quando devi vincere è giusto che sia così. L’anno della Champions sono stato fuori sei mesi a causa di problemi fisici, non è stato un periodo di grande serenità a differenza di quanto accade con Pardew prima e Carver poi. Ci siamo giocati la Champions all’ultima, il Tottenham ci passò, ma non c’erano grandi pressioni, l’ambiente era straordinario”.
Ha un rimpianto, Santon? – “Quando mi sono infortunato a diciotto anni in Under 21, mi sono fatto male perché mi hanno fatto un’entrata. Sentii che il ginocchio si era rotto, mi faceva male: a fine primo tempo sono entrato negli spogliatoi, lo sentivo male, il secondo allenatore mi disse ‘abbiamo bisogno di te, tieni botta’ e decisi di non mollare. Giocai tutto il secondo tempo col ginocchio rotto e lo sfondai. Da una fratturina diventò una fratturona. Invece di fermarmi, di ascoltare il corpo, decisi di andare avanti”.
A quell’età ‘la paghi tutta e a prezzi d’inflazione, quella che chiaman la maturità’ – “A diciotto anni vuoi dimostrare, hai fame, hai voglia. Sentivo tanto male, mi hanno dato un antinfiammatorio e sono andato in campo. Poi però non riuscivo più a camminare…“.
Ora dovrà farlo in un altro abito. Prima ha detto che ancora non ha le idee chiare. – “Non lo so. Il calcio è diventato un mondo dove non c’è l’amore con cui sono cresciuto. Avevo Moratti come Presidente, era come un papà, dimostrava affetto ai giocatori. Ora è business, ti usano, ti scaricano e ne prendono un altro. Non so se mi appartenga ancora o no… La cosa che mi piacerebbe fare è allenare in un settore giovanile oppure… Ci devo pensare. Ma non so se continuare in questo mondo oppure no, magari anche il commentatore. Devi avere lo stimolo dentro, ti deve partire la scintilla giusta in quello che fai e lì deciderò bene cosa fare, con amore e voglia”.