Covid, l’età più frequente dei contagi scesa a 30 anni. «Casi meno gravi e in maggioranza asintomatici». L’indice Rt è a 0,83%
In corso transizione epidemiologica in Italia e in Europa. I casi di infezione da coronavirus diagnosticati recentemente sono legati soprattutto ad attività ricreative, risultano essere meno gravi e in maggioranza asintomatici
È scesa intorno a 30 anni l’età più frequente nella quale avvengono i contagi da nuovo coronavirus (Qui il bollettino del giorno con i nuovi casi). È quando emerge dall’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e del ministero della Salute. «In Italia, come in Europa e globalmente, si è verificata una transizione epidemiologica dell’epidemia da Sars-CoV-2– si legge nel documento – con un forte abbassamento dell’età mediana della popolazione che contrae l’infezione. L’età mediana dei casi diagnosticati nell’ultima settimana è di 30 anni».
«La circolazione si legge ancora nel documento – avviene oggi con maggiore frequenza nelle fasce di età più giovani, in un contesto di avanzata riapertura delle attività commerciali (inclusi luoghi di aggregazione) e di aumentata mobilità».
Nuovo aumento dei casi – «Nuovo aumento dei casi, fondamentale mantenere misure di precauzione». È quanto si legge nel Monitoraggio settimanale del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità in relazione all’andamento dei contagi da Sars-Cov2. Il periodo preso in considerazione va dal 10 al 16 agosto 2020. «Viene confermato un aumento nei nuovi casi segnalati in Italia per la terza settimana consecutiva – si legge nel report – con una incidenza cumulativa (dati flusso ISS) negli ultimi 14 giorni (periodo 03/8-16/8) di 9.65 per 100 000 abitanti, in aumento dal periodo 6/7-19/7 e simile ai livelli osservati all’inizio di giugno». «La maggior parte dei casi è stata contratta sul territorio nazionale, mentre risulta importato da stato estero il 28,3% dei nuovi casi diagnosticati nella settimana di monitoraggio»..
Nuove infezioni in tutte le regioni – «In tutte le Regioni e Province autonome anche in questa settimana di monitoraggio, sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2». E ancora: «Il 28,6% dei nuovi casi diagnosticati in Italia è stato identificato tramite attività di screening, mentre il 34,0% nell’ambito di attività di contact tracing. Quindi, il 63% dei nuovi casi sono stati diagnosticati con attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti».
Casi meno gravi e in maggioranza asintomatici – I casi di infezione da coronavirus diagnosticati recentemente sono legati soprattutto ad attività ricreative, risultano essere meno gravi e in maggioranza asintomatici. «Si riscontra – si legge nel documento – un cambiamento nelle dinamiche di trasmissione (con emergenza di casi e focolai associati ad attività ricreative sia sul territorio nazionale che all’estero) ed una minore gravità clinica dei casi diagnosticati che, nella maggior parte dei casi, sono asintomatici». continua a leggere