
L’ex presidente: “No alla demolizione dello stadio. Icardi? Con me non sarebbe accaduto. Sogno Messi. Con la Var avrei uno scudetto in più”
Settimo piano, parete in vetro su tutta la città. Da lassù si domina Milano, Ernesto Pellegrini intravede pure San Siro. Ok, togliamoci subito il dente.
Presidente, lei da che parte sta sulla questione stadio?
“Io ragiono da milanese. Se tutto nascesse da zero, dico che sarebbe bello avere due impianti di proprietà, uno per squadra. Ma c’è San Siro, lo vede? C’è sempre stato. È un monumento nazionale, lì ho ammirato i migliori: è un discorso che va oltre il fattore economico. Qui c’è in ballo il cuore, non trovo necessario spendere soldi per fare altro. Piuttosto, andrebbe ristrutturato e sfruttata l’area circostante per costruire quel che si vuole. Guai a demolirlo”.
“Io ragiono da milanese. Se tutto nascesse da zero, dico che sarebbe bello avere due impianti di proprietà, uno per squadra. Ma c’è San Siro, lo vede? C’è sempre stato. È un monumento nazionale, lì ho ammirato i migliori: è un discorso che va oltre il fattore economico. Qui c’è in ballo il cuore, non trovo necessario spendere soldi per fare altro. Piuttosto, andrebbe ristrutturato e sfruttata l’area circostante per costruire quel che si vuole. Guai a demolirlo”.
Per i club di oggi, però, l’impianto di proprietà è una delle poche vie per aumentare i ricavi. Risvolti del fair play finanziario…
“Meglio così. Sa quante squadre sono fallite perché i loro presidenti hanno fatto il passo più lungo della gamba? A me non è mai accaduto”.
“Meglio così. Sa quante squadre sono fallite perché i loro presidenti hanno fatto il passo più lungo della gamba? A me non è mai accaduto”.
Però ci sarà stato un calciatore per cui ha fatto una pazzia.
“Guardi, ho sempre acquistato i calciatori che volevo, non ne ricordo uno che non sono riuscito a prendere”.
“Guardi, ho sempre acquistato i calciatori che volevo, non ne ricordo uno che non sono riuscito a prendere”.
Beh, uno sì: Falcao.
“Ero seduto alla destra del presidente Viola alla finale Roma-Liverpool, ricordo uno striscione “Pellegrini giù le mani da Falcao”. Ma le dico la verità: non era una mia idea, a volere Falcao era Mazzola. Io avevo in testa solo Rummenigge”.
“Ero seduto alla destra del presidente Viola alla finale Roma-Liverpool, ricordo uno striscione “Pellegrini giù le mani da Falcao”. Ma le dico la verità: non era una mia idea, a volere Falcao era Mazzola. Io avevo in testa solo Rummenigge”.
È il calciatore a cui è più legato?
“Per me fu un simbolo, mi presentai con quell’acquisto. Allora era il più forte attaccante al mondo, perse la finale del Mondiale solo perché marcato da Bergomi. Anche se Beppe un giorno mi ha confessato: “Ebbi vita facile perché Kalle non stava bene”. Non è vero però che lo rubai alla Juve. Successe con altri”.
“Per me fu un simbolo, mi presentai con quell’acquisto. Allora era il più forte attaccante al mondo, perse la finale del Mondiale solo perché marcato da Bergomi. Anche se Beppe un giorno mi ha confessato: “Ebbi vita facile perché Kalle non stava bene”. Non è vero però che lo rubai alla Juve. Successe con altri”.
Chi?
“Bergkamp. Loro pensavano di averlo in pugno. Io presi un aereo e andai a casa del giocatore. Tornai a Milano, mi telefonò Boniperti e mi disse: “Sei sicuro?”. Gli risposi: “Mi dispiace”. E lui: “Sei stato bravo””.
“Bergkamp. Loro pensavano di averlo in pugno. Io presi un aereo e andai a casa del giocatore. Tornai a Milano, mi telefonò Boniperti e mi disse: “Sei sicuro?”. Gli risposi: “Mi dispiace”. E lui: “Sei stato bravo””.
Porti uno solo dei suoi calciatori nell’Inter attuale?
“Facciamo due. Anzi, tre: Rummenigge, Matthaus e Brehme”.
“Facciamo due. Anzi, tre: Rummenigge, Matthaus e Brehme”.
Portiamo lei nell’Inter attuale, invece. Come avrebbe gestito il caso Icardi?
“Con me non sarebbe mai successo. Io mi rifiutavo di discutere di contratti durante la stagione, a chi avanzava pretese dicevo “ne parliamo a fine campionato”. Una volta ci provò Matthaus, che aveva il Real Madrid che gli soffiava addosso. Gli spiegai e lui accettò. Avrei fatto lo stesso con Icardi”. continua a leggere
“Con me non sarebbe mai successo. Io mi rifiutavo di discutere di contratti durante la stagione, a chi avanzava pretese dicevo “ne parliamo a fine campionato”. Una volta ci provò Matthaus, che aveva il Real Madrid che gli soffiava addosso. Gli spiegai e lui accettò. Avrei fatto lo stesso con Icardi”. continua a leggere

