Il cantante è ricoverato al Cardarelli con una costola rotta
Massimo Ranieri – ANSA/ETTORE FERRARI
Paura al teatro Diana di Napoli dove Massimo Ranieri, a pochi minuti dall’inizio del suo concerto, è caduto scendendo dalla scaletta al centro del palco e ha battuto la schiena.
Il cantante, rimasto a terra a lungo, è stato soccorso dagli operatori del 118 e portato al Cardarelli dove è ricoverato.
“Tanto spavento ma per fortuna non ha battuto la testa ed è sempre stato cosciente. Una costola rotta e un buono stato generale ma rimane sotto osservazione“, riferiscono all’ANSA dal suo staff.
Tra i protagonisti della stagione dello sperimentalismo e della militanza del cinema italiano degli anni Settanta.
L‘attore Lino Capolicchio posa per i fotografi durante il photocall per la presentazione del film “Il signor diavolo” di Pupi Avati, Roma, 22 luglio 2019. ANSA/CLAUDIO PERI
Lino Capolicchio (Merano, 21 agosto1943 – Roma, 3 maggio2022) è stato un attore, sceneggiatore e regista italiano.
E’ morto ieri sera a Roma l’attore, sceneggiatore e regista Lino Capolicchio.
Aveva 78 anni.
Nato a Merano e cresciuto a Torino si era trasferito poi a Roma, dove ha frequentato l’Accademia nazionale d’Arte drammatica ‘Silvio D’Amico’. È stato uno dei protagonisti della stagione dello sperimentalismo e della militanza del cinema italiano degli anni Settanta. Gli esordi professionali si compiono presso il Piccolo Teatro di Milano nella compagnia di Giorgio Strehler. Tra i suoi film più importanti ‘Metti, una sera a cena’ di Giuseppe Patroni Griffi, ‘Il giovane normale’ di Dino Risi e il film premio Oscar di Vittorio De Sica ‘Il giardino dei Finzi Contini’, con il quale vince il David di Donatello. Con Pupi Avati lavora poi come protagonista in ‘La casa delle finestre che ridono’.
Elio Pandolfi (Roma, 17 giugno 1926 – Roma, 11 ottobre 2021) è stato un attore, doppiatore e cantante italiano.
Pandolfi aveva 95 anni. Diplomato all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma, debuttò a Venezia nel 1948 come mimo-ballerino in «Les malheurs d’Orphée» di Milhaud. Lavorò molto per la tv e come doppiatore
È morto nella notte tra domenica e lunedì nella sua casa romana l’attore Elio Pandolfi. Aveva 95 anni. Lo si apprende da fonti della famiglia. Terzo dei quattro figli di Saturno Pandolfi, custode dell’Istituto Tecnico Commerciale «Vincenzo Gioberti», e di Maria Queroli, Elio Pandolfi si era diplomato all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma. L’esordio sul palco a Venezia nel 1948 come mimo-ballerino in «Lesmalheurs d’Orphée di Milhaud»; nello stesso anno entrò con Orazio Costa al Piccolo Teatro di Roma.
Alla radio approdò nel 1949, scritturato da Nino Meloni per la Compagniadel teatro comico musicale di Roma. Dallafine degli Anni 40partecipò a trasmissioni di rivista come «La Bisarca» di Garinei e Giovannini (1949-51), «Briscola» di Puntoni e Verde (1949-51), «Giringiro» (1951), «Caccia al tesoro» (1952-54) di Garinei e Giovannini, «La canasta» di Fiorentini, «Rosso e nero» con Corrado (1951-57) e «Campo de’ Fiori», diretto da Giovanni Gigliozzi (1955). Luchino Viscontilo scelse per interpretare il ruolo del cantante castrato nello spettacolo «L’impresario delle Smirne», insieme a Rina Morelli.continua a leggere
“Luigi”, in anteprima al Conservatorio poi sul palco del Lirico
(ANSA) – Cagliari, 23 settembre 2021 –
Un’opera inedita tra teatro e musica tutta per Rombo di tuono. Un evento artistico per celebrare Gigi Riva: il titolo è Luigi e andrà in scena in anteprima, giovedì 11 novembre 2021, alle 21 all’Auditorium del Conservatorio “G.P.
da Palestrina”. E sarà in programmazione per il 2022 anche al Teatro Lirico di Cagliari. La presentazione ufficiale è in programma il 30 settembre. Ma si già qualcosa. Il progetto, interamente ideato da Giorgio Pitzianti, coprodotto con il Conservatorio di Cagliari, e in stretta collaborazione con la Fondazione del Teatro Lirico di Cagliari, vedrà il coinvolgimento artistico dell’attore e doppiatore Luca Ward. “Mi sento privilegiato – afferma Pitzianti – nell’aver avuto la possibilità di sviluppare questo progetto artistico che spero possa realmente raggiungere tutti, non solo gli appassionati di calcio, con l’auspicio che possa essere in grado di avvicinarci a Luigi Riva oggi, attraverso una nuova luce“. Il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu promuove il progetto: “Ho ritenuto importante accogliere e promuovere – spiega – quest’opera perché capace di suscitare un’immedesimazione profonda con la vita di Gigi Riva, sotto una luce completamente nuova e davvero suggestiva. La ritengo pertanto un’interpretazione artistica davvero originale, in grado di porre delle riflessioni profonde sull’uomo che sta dietro al campione, Luigi appunto. Direi un giusto tributo ad un uomo che ha sempre amato Cagliari e la Sardegna.” (ANSA).
Nino Castelnuovo, all’anagrafe Francesco Castelnuovo (Lecco, 28 ottobre 1936 – Roma, 7 settembre 2021), è stato un attore italiano.
News: E’ morto Nino Castelnuovo, celebre attore di teatro, cinema e televisione. Aveva 84 anni
E’ morto Nino Castelnuovo, popolare attore di cinema, teatro e tv. Aveva 84 anni. Ne dà notizia la famiglia. Dopo il debutto al cinema alla fine degli anni 50, era diventato famoso presso il pubblico della tv grazie al ruolo di Renzo Tramaglino ne I promessi sposi diretto da Sandro Bolchi.
I Promessi sposi – 1 episodio di 8
Morto l’attore Nino Castelnuovo
Lo annuncia famiglia, si è spento ieri a Roma
Nino Castelnuovo si è spento ieri a Roma dopo un lunga malattia. Aveva 84 anni.
Ne danno la notizia la moglie M. Cristina, il figlio Lorenzo e la sorella Marinella. La famiglia – informa una nota – “si chiude nel dolore per la perdita del caro Nino e richiede comprensione e riservatezza in questo momento difficile“. I funerali si terranno a Roma in forma strettamente privata.
L’esordio nei cabaret, la lunga serie delle commedie sexy alla fine degli anni 70, poi l’approdo in tv e il grande successo con ‘Drive In’
E’ morto a Roma l’attore Gianfranco D’Angelo. Attore, comico, doppiatore, cabarettista, avrebbe compiuto 85 anni il 19 agosto. Era ricoverato al Policlinico Gemelli, è scomparso dopo una breve malattia.
Romano, D’Angelo aveva iniziato in teatro – dal Puff di Roma, con Lando Fiorini, al Sistina con Garinei e Giovannini, al Derby di Milano – per approdare poi in tv e diventare uno dei volti più noti e amati degli anni ’80 e ’90 in trasmissioni come Drive In.
Morto Gianfranco D’Angelo, i successi in tv da Drive in a Striscia la Notizia – D’Angelo sbarca in tv all’inizio degli anni 70 con il programma Rai Sottovoce ma non troppo, seguono il programma Foto di gruppo con Raffaele Pisu, il film tv La bambola, la serie La porta sul buio prodotta da Dario Argento, le partecipazioni a show Rai come Milleluci (1974), Dove sta Zazà (1973), Mazzabubù (1975).
Ma il ‘boom’ di popolarità arriva con ‘Drive in’ (1983-1988): il comico interpreta Armando, un domatore di insuccesso che cerca ogni volta di far compiere a un cocker, assolutamente indifferente, degli esercizi circensi improbabili al grido ‘Has Fidanken’.
Nel 1988 conduce su Italia 1 assieme a Ezio Greggio la prima stagione del programma Striscia la notizia.
Nel 1992 è il protagonista della sitcom Casa dolce casa, assieme a Alida Chelli e Enzo Garinei; nella serie compare anche sua figlia, Daniela D’Angelo, che interpreta il ruolo della figlia come nella vita. Dopo aver vinto quattro Telegatti, nel 2001 vince il Delfino d’oro alla carriera.
Gianfranco D’Angelo, la carriera a teatro – Come detto, D’Angelo comincia a farsi conoscere debuttando nel teatro nel 1963 e poi lavorando al Puff chiamato da Lando Fiorini tra il 1968 e il 1970. Successivamente viene scelto da Garinei e Giovannini per il ruolo dell’Arcivescovo tedesco in “Alleluja brava gente” con Renato Rascel e Gigi Proietti. In seguito lavora in vari cabaret d’Italia e si farà apprezzare al teatro romano “Il Bagaglino”, dove troverà Gabriella Ferri, Oreste Lionello, Enrico Montesano e Pippo Franco.
L’attrice era malata da tempo e dal 1° giugno era ricoverata a Roma
Piera Degli Esposti (Bologna, 12 marzo 1938 – Roma, 14 agosto 2021) è stata un’attrice e regista di opere liriche italiana.
È morta a Roma l’attrice Piera Degli Esposti. Aveva 83 anni. Era malata da tempo e dal 1° giugno era ricoverata all’ospedale Santo Spirito della Capitale per complicazioni polmonari.
Dotata di forte personalità e di una sensibilità esasperata, all’origine di uno stile interpretativo viscerale, era stata definita da Eduardo De Filippo «’O verbo nuovo». Degli Esposti è stata una colonna della storia del teatro e del cinema del nostro Paese: si formò «con le donne», come le piaceva dire, e non con le accademie.
Nacque a Bologna il 12 marzo 1938 e lavorò a teatro con Antonio Calenda, Giancarlo Cobelli e Ida Bassignano. Riuscì a scardinare le convenzioni del teatro e si fece interprete dell’avanguardia con Carmelo Bene. Lavorà con grandi personalità del cinema, come i fratelli Taviani, Pier Paolo Pasolini, Lina WertmüllereGiuseppe Tornatore. Sul piccolo schermo fu fianco a fianco a Riccardo Milani e Giacomo Campiotti.
Vinse il David di Donatello per «L’ora di religione» (2002) di Marco Bellocchio e «Il divo» (2009) di Paolo Sorrentino. Nel 1980 collaborò con la scrittrice Dacia Maraini al libro «Storia di Piera», ispirato alla sua infanzia, da cui nel 1983 è stato tratto il film omonimo diretto da Marco Ferreri.
Si affermò come prima attrice al Teatro Stabile dell’Aquila, interpretando «La figlia di Iorio» (1971), «Antonio e Cleopatra» (1974) e «Molly cara» (1978, Premio Ubu come miglior attrice). E nel 1966 ottenne una piccola parte nello sceneggiato televisivo di Edmo Fenoglio «Il Conte di Montecristo».
La ballerina aveva 84 anni. Le origini popolari, lo studio tenace, il successo nei più grandi teatri del mondo. “Mi lamento perché sono polemica, ma la mia è stata una gran bella vita”
È vissuta volando ma di sé diceva orgogliosa: “Sono cresciuta tra i contadini, nelle campagne vicino Cremona, libera, tra molti affetti e necessità concrete. E proprio lì, ben piantate nella terra, ci sono le mie radici“. E così, leggiadra e solida, dolce e tenace, se n’è andata un “monumento nazionale”, un mito del balletto, una delle più grandi artiste della danza internazionale.Carla Fracci è morta a Milano a 84 anni per un tumore che l’aveva colpita già da tempo e che aveva vissuto con coraggio e strettissimo riserbo. “Eterna fanciulla danzante“, la definiì il poeta Eugenio Montale. “You are wonderul” le confessò commosso Charlie Chaplin dopo averla vista.
Carla Fracci è stata davvero una artista unica, un misto di concretezza meneghina e leggerezza della poesia, una protagonista sia dell’esclusivo mondo del balletto classico che di quello pop della televisione e dei rotocalchi: un viaggio longevo e trionfale, il suo, delicatissima e struggente Giselle, toccante Giulietta, aerea Sylphide nei più grandi teatri del mondo, dalla Scala al Royal Ballet, lo Stuttgart Ballet, il Royal Swedish Ballet, e dal 1967 artista ospite dell’American Ballet Theatre, con i più eccelsi partner come Erik Bruhn, Rudolf Nureyev, Mikhail Baryshnikov, Gheorghe Iancu, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, gli italiani Amedeo Amodio, Paolo Bortoluzzi, e coreografi come Cranko, Dell’Ara, Rodrigues, Nureyev, Butler, Béjart, Tetley e molti altri.
Carla Fracci era nata il 20 agosto del 1936 a Milano. Amici di famiglia convincono i genitori a iscriverla alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala dopo averla vista muoversi nel salone del dopolavoro del papà tranviere. Carla ha 10 anni, è magra, esile, “all’inizio non capivo il senso degli esercizi ripetuti, del sacrificio, dell’impegno mentale e fisico. Io, poi, sognavo di fare la parrucchiera. Fu pensantissimo“, raccontava in una intervista sui suoi inizi. Ma il visino dolce, la leggerezza dei movimenti colpiscono le insegnanti, Vera Valkova, Edda Martignoni, Paolina Giussani e a 12 anni è una comparsa in La bella addormentata con Margot Fonteyn. L’incontro ravvicinato con la grande ballerina le fa capire che i sacrifici, lo studio, la disciplina possono produrre poesia. Si diploma nel 1954, nel 1955 debutta nella Cenerentola alla Scala; nel 1958, a 22 anni, viene promossa prima ballerina.
Sapienza tecnica, leggerezza, una spiccata capacità interpretativa le aprono i teatri del mondo e i maggiori ruoli (ne ballerà circa centocinquanta): oltre ai popolarissimi Lago dei cigni, Lo schiaccianoci, diventano suoi i ruoli romantici, Giulietta, la Swanilda di Coppelia, Francesca da Rimini, soprattutto Giselle, il “suo” personaggio: nei panni della giovane contadinella innamorata, coi capelli sciolti e un leggerissimo tutù, entrerà per sempre nella storia del balletto. Dopo la prima del ’59 a Londra al Royal Festival Hall, la Fracci sarà Giselle in tantissime edizioni e tra le più belle si ricordano quella con Erik Bruhn al Met, e l’altra con Nureyev. L’incontro con Rudy risale al 1963 e sarà un sodalizio artistico che incanterà mezzo mondo per oltre un ventennio. “Ballare con Rudolf era una sfida. Carattere difficile. Eccentrico e competitivo. Ma di grandissima generosità. Era inammissibile per lui che nel lavoro non ci si impegnasse. E per guadagnarsi la sua stima, bisognava essere più forti e uscirne vittoriosi“, ricorderà lei che proprio nei primi anni Sessanta, aveva lasciato la Scala (con una polemica per un balletto cancellato) e da ballerina indipendente, era diventa l’étoile italiana più famosa nel mondo, “la prima ballerina assoluta” scriverà il New York Times.
“In tanti mi hanno chiesto come ci si sente a essere un mito. Ma i miei che erano dei lavoratori, padre tranviere, madre operaia mi hanno insegnato che il successo si deve guadagnare. E io ho lavorato, lavorato, lavorato… “. Continua a farlo anche dopo il matrimonio conBeppe Menegatti, aiuto regista di Visconti, nel ’64, e dopo che è diventata mamma nel ’68. Con Menegatti realizzerà molti spettacoli e personaggi (Medea, Pantea, Titania, Ariel, Luna, Ofelia, Turandot), coinvolgendo compagnie non sempre all’altezza del suo nome. “L’importante è che la gente veda la danza” diceva, e lei lo ha fatto vedere con sorprendente longevità anche fuori dal repertorio classico – e tra Medea, Concerto barocco, Les demoiselles de la nuit, Il gabbiano, La bambola di Kokoschka, svetta la Gelsomina de La strada di Nino Rota creata apposta per lei dal coreografo Mario Pistoni – e anche fino a 80 anni quando, fisico ancora asciutto, elastico, fece un cameo in La musa della danza al San Carlo di Napoli.
Ben prima di Roberto Bolle, Carla Fracci ha contribuito a portare la danza in contesti pop, a cominciare dalla televisione: nel’67 con Scarpette rosa, di Vito Molinari, in molti show del sabato sera e ancora in quella che resta una autentica e notevole prova di attrice, nello sceneggiato tv su Giuseppe Verdi, come indimenticata Giuseppina Strepponi, la soprano e seconda moglie del compositore (ma attrice lo è stata anche al cinema in Storia vera della signora delle Camelie di Bolognini con Isabelle Huppert e Gian Maria Volonté, Nijinskij di Herbert Ross con Jeremy Irons), fino alle civetteria di ridere con autoironia della bella imitazione di Virginia Raffaele al Festival di Sanremo.
Per la diffusione del balletto, d’altra parte, Carla Fracci si è spesa nei contesti più diversi, anche politici. Da sempre mpegnata a sinistra (nel 2009 diventa assessore alla Cultura della Provincia di Firenze) si è battuta contro lo smantellamento dei Corpi di Ballo dalle fondazioni liriche, anche con un appello nel 2012 all’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Il ballo classico ha dato prestigio al nostro Paese ed è triste che oggi sia considerato residuale. Un’arte nobile come questa non può essere trattata come una Cenerentola“. Lei stessa si era impegnata in prima persona a tenerli vivi: alla fine degli anni Ottanta quando dirige il Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli, poi nel ’96 quello dell’Arena di Verona, e dal 2000 per dieci anni alla testa della compagnia di danza all’Opera di Roma, tuttavia sempre nel rimpianto, carico di rancori, della mancata direzione del balletto alla Scala dove proprio per questi dissapori non ballerà più dal ’99.
A gennaio di questo 2021 è il nuovo direttore del Ballo, Manuel Legris, a invitarla a tenere due masterclass su Giselle, ricucendo così quella rottura, e di cui resta una testimonianza nella docufiction Corpo di ballo su RaiPlay. “Mi ha toccata l’accoglienza di tutto il teatro, il lungo applauso. Ho sentito rispetto e gratitudine. Spero che ci saranno altre di queste masterclass. Ai giovani voglio spiegare che la tecnica c’è ma non va esibita”. Leggendaria la sua frase “la danza non è piedi e gambe. È testa“, che racchiude tutta la sua poetica. La sua storia, invece, l’ha raccolta nell’autobiografia Passo dopo passo (Mondadori, 2013), che ora diventerà una fiction tv con Alessandra Mastronardi: non solo ha dato la sua consulenza insieme al marito e alla storica collaboratriceLuisa Graziadei, ma ha regalato un cameo nei panni della sua insegnante alla scuola della Scala. Come a chiudere il cerchio. “Mi lamento spesso e sono una polemica” ha confessato in una delle ultime apparizioni tv, vestita di bianco, come sempre, suo unico vezzo, “ma la mia è stata una gran bella vita“.
Carla Fracci una vita sulle punte – La vita in diretta 17/01/2020
Tra i più stimati autori di radio e tv, si è spento a Roma. Fazio lo ricorda in tv. Costanzo: “Ora mi sento solo“
Con Enrico Vaime se ne va uno dei grandi padri dell’intrattenimento e del varietà in Italia. Si è spento domenica al Policlinico Gemelli di Roma.
Con Italo Terzoli, con il quale ha costituito la ditta artistica Terzoli & Vaime, è stato uno dei più prolifici autori di teatro e di varietà radiofonico e televisivo fra gli anni Sessanta e Settanta. La sua produzione è sconfinata e include decine di titoli di grande successo e popolarità. Considerato un maestro dalle successive generazioni di autori, Vaime si è sempre distinto per l’intelligente ironia e il garbato umorismo.
Nato a Perugia il 19 gennaio 1936, entrò in Rai nel 1960 vincendo un concorso.Ha firmato per la tv circa 200 programmi, fra cui i varietà Quelli della domenica (1968), Canzonissima ’68 e ’69,Fantastico ’88 e, con Maurizio Costanzo, Memorie dal bianco e nero (Rai Uno); le fiction Un figlio a metà, Italian Restaurant, Mio figlio ha 70 anni. Con Costanzo anche la sua ultima esperienza in tv, S’è fatta notte, dal 2012 al 2016. Portano la firma di Vaime anche numerosi musicalteatrali, soprattutto per la coppia Garinei e Giovannini. Fra le sue commedie musicali: Felicibumta, Anche i bancari hanno un’anima, La vita comincia ogni mattina e tante altre. Con Enrico Montesano fece Bravo, Beati voi e Malgrado tutto beati voi. continua a leggere
Uno show inedito quello a cui si è assistito in diretta tv: anche se il sovrintendente Meyer che Chailly in futuro non si potrà fare a meno degli spettatori in sala
Il venti/venti è una coppia di quei numeri che rimarranno nella memoria, come il 9/11, una di quelle serie di numeri che non vorresti uscissero più dalla ruota della storia. Per la Scala, 20/20 sarà l’anno della “prima” senz’opera e con uno spettacolo interamente pensato per la televisione ( in una versione integralmente registrata), un avvenimento che gli scaligeri definiscono riuscito , ma che nessuno pensa possa diventare un “modello” per la musica lirica. Nel giorno in cui il sindaco Giuseppe Sala, presente in teatro, ha formalizzato la propria ricandidatura, il racconto musicale diretto da Riccardo Chailly e pensato da Davide Livermore trasmesso da Raiuno (prodotto da Raicultura e presentato da Milly Carlucci e Bruno Vespa) è iniziato con un omaggio alla Milano moderna, vista di notte dall’alto e senza traffico per il lockdown. E si è chiuso parimenti con un altro omaggio, con quelle incredibili immagini dai droni che hanno fatto esclamare a Giorgio Armani: «Uno spettacolo degno di Milano» continua a leggere
01 – F. Cilea – “Io son l’umile ancella” da Adriana Lecouvreur – Registrazione 02 – Inno di Mameli 03 – G. Verdi – Preludio da Rigoletto 04 – G. Verdi – “Cortigiani vil razza dannata” da Rigoletto – Luca Salsi 05 – G. Verdi – “La donna è mobile” da Rigoletto – Vittorio Grigolo 06 – G. Verdi – “Ella giammai m’amò” da Don Carlo – Ildar Abdrazakov 07 – G. Verdi – “Per me giunto” da Don Carlo – Ludovic Tézier 08 – G. Verdi – “O don fatale” da Don Carlo – Elīna Garanča 09 – G. Donizetti – “Regnava nel silenzio” da Lucia di Lammermoor – Lisette Oropesa 10 – G. Puccini – “Tu, tu piccolo Iddio” da Madama Butterfly – Kristine Opolais 11 – R. Wagner – “Winterstürme” da Walküre – Camilla Nylund, Andreas Schager 12 – G. Donizetti – “So anch’io la virtù magica” da Don Pasquale – Rosa Feola 13 – G. Donizetti – “Una furtiva lacrima” da Elisir d’amore – Juan Diego Flórez 14 – Lo Schiaccianoci– Adagio dal Grand pas de deux, Atto II con Nicoletta Manni e Timofej Adrijashenko 15 – G. Puccini – “Signore ascolta” da Turandot – Aleksandra Kurzak 16 – G. Bizet – Preludio da Carmen 17 – G. Bizet – “Habanera” da Carmen – Marianne Crebassa 18 – G. Bizet – “La fleur que tu m’avais jetée” da Carmen – Piotr Beczala 19 – G. Verdi – “Morrò, ma prima in grazia” da Un ballo in maschera – Eleonora Buratto 20 – G. Verdi – “Eri tu” da Un ballo in maschera – George Petean 21 – G. Verdi – “Ma se m’è forza perderti” da Un ballo in maschera – Francesco Meli 22 – J. Massenet – “Pourquoi me réveiller” da Werther – Benjamin Bernheim 23 – “Waves” – Roberto Bolle 24 – “Verdi Suite” – Estratti dai ballabili da I Vespri siciliani, Jérusalem, Il trovatore – Coreografia Manuel Legris con Martina Arduino, Virna Toppi, Claudio Coviello, Marco Agostino, Nicola Del Freo 25 – G. Verdi – “Credo” da Otello – Carlos Álvarez 26 – U. Giordano – “Nemico della patria” da Andrea Chénier – Plácido Domingo 27 – U. Giordano – “La mamma morta” da Andrea Chénier – Sonya Yoncheva 28 – G. Puccini – “E lucevan le stelle” da Tosca – Roberto Alagna 29 – G. Puccini – “Nessun dorma” da Turandot – Piotr Beczala 30 – G. Puccini – “Un bel dì vedremo” da Madama Butterfly – Marina Rebeka 31 – G. Rossini – “Tutto cangia”, finale da Guglielmo Tell – Eleonora Buratto, Rosa Feola, Marianne Crebassa, Juan Diego Flórez, Luca Salsi, Carlos Álvarez, Mirco Palazzi
Gigi Proietti, all’anagrafe Luigi Proietti (Roma, 2 novembre 1940 – Roma, 2 novembre 2020), è stato un attore, comico, cabarettista, doppiatore, conduttore televisivo, regista, cantante, direttore artistico e insegnante italiano
L’attore, drammaturgo e regista è scomparso nel giorno del suo ottantesimo compleanno. Una lunghissima carriera, i successi in teatro, al cinema e in tv
Aveva sempre ironizzato sulla sua data di nascita: “Che dobbiamo fa’? La data è quella che è, il 2 novembre“. Gigi Proietti è morto per gravi problemi cardiaci, dopo essere stato ricoverato in terapia intensiva in una clinica romana. La famiglia ha mantenuto il massimo riserbo. Una carriera ricca, lunghissima, più di mezzo secolo in scena e sul set.
Talento unico, autoironia, cinismo romano stemperato nella battuta, scopre il teatro all’università. “I miei ci tenevano alla laurea” racconta, “io studiavo, si fa per dire, Giurisprudenza ma la sera mi esibivo. Poi il mio amico Lello, che suonava nella nostra band, una sera viene a vedermi e mi dice: ‘Devi fare questo’. Ho capito che recitare mi piaceva tantissimo, è diventata la mia vita. Ma per papà non era la scelta giusta, era preoccupato e mi ripeteva: ‘Prendi un pezzo di carta, se piove o tira vento è una sicurezza’”. continua a leggere
Proietti, 80 anni, è in terapia intensiva a Roma, in condizioni gravi. L’attore compie 80 anni il 2 novembre
Gigi Proietti è ricoverato in terapia intensiva in una clinica di Roma: è in gravi condizioni. L’attore romano, uno dei più noti mattatori del teatro, compie 80 anni proprio oggi, il 2 novembre. La causa del ricovero, a quanto si apprende, non è legata al Covid, ma a problemi cardiaci. Proietti sarebbe stato ricoverato già da diversi giorni, ma le sue condizioni si sono aggravate solo quest’oggi. Insieme a lui, in ospedale, c’è la sua famiglia: le figlie Susanna e Carlotta e la compagna di sempre, Sagitta Alter.
A marzo diceva: « Vorrei riportare in teatro Molière » – A marzo, intervistato dal Corriere, Proietti aveva parlato dei suoi progetti per i mesi estivi. «Sto pensando a un Molière e vorrei pure rifare, con una compagnia tutta di giovani attori, “L’Opera del mendicante” di John Gay», aveva dichiarato. All’epoca, l’epidemia di Covid era esplosa in tutta la sua drammaticità da poche settimane. «Invece di litiga’ dobbiamo ragiona’. Le polemiche tra i politici sono assolutamente dannose. Io amo la politica, ma questa non è politica», continua a leggere
“Questa mattina, alle prime luci dell’alba, si è spento il maestro Carlo Croccolo“: un breve post su Facebook annuncia la scomparsa dell’attore napoletano. Aveva 92 anni. “Ha vissuto una vita straordinaria come straordinario è stato il suo talento” prosegue il breve messaggio. Croccolo ha lavorato nel cinema sin dagli anni Cinquanta accanto ai più grandi comici italiani, da Totò a Eduardo De Filippo, in oltre cento film. Ha vinto un David di Donatello nel 1989 per la sua interpretazione di ‘O re, il film storico di Luigi Magni. È stato anche il padre della sposa in Tre uomini e una gamba (1997) con Aldo, Giovanni e Giacomo. I funerali si terranno a Napoli domenica 13 ottobre alle 16 presso la Chiesa San Ferdinando. continua a leggere
È morto a Roma all’età di 83 anni Carlo Delle Piane. Ne dà notizia la moglie, Anna Crispino. L’attore aveva da poco festeggiato i 70 anni di carriera, durante i quali aveva lavorato con alcuni dei più importanti registi e attori, ricordando i molteplici successi al fianco di Alberto Sordi, Aldo Fabrizi, Totò, De Sica e molti altri ancora, fino al fortunatissimo decennio con Pupi Avati. continua a leggere
Carlo Delle Piane – Regalo Di Natale – scene principali
Avrebbe compiuto 81 anni domani, nato com’era il 20 agosto 1938 a Taranto, ma quell’irrequieto, eclettico, vertiginoso, smanioso e creativamente caratteriale artista che era Cosimo Cinieri ci ha lasciato. Una lunga malattia ha stroncato l’attore pugliese che viveva a Roma. La camera ardente per l’ultimo saluto sarà nella Sala del Carroccio al Campidoglio, il 21 agosto alle ore 16. A seguire dalle 18 la commemorazione con interventi tra gli altri di Pasquale Panella, Bibiana Carusi, Nicola Vicidomini. continua a leggere
Franco Zeffirelli, all’anagrafe Gian Franco Corsi Zeffiretti (Firenze, 12 febbraio 1923 – Roma, 15 giugno 2019), è stato un regista, sceneggiatore, scenografo e politico italiano
E’ mortoFranco Zeffirelli. Il regista aveva 96 anni. “Non avrei mai voluto che arrivasse questo giorno. Franco #Zeffirelli se ne è andato questa mattina. Uno dei più grandi uomini della cultura mondiale. Ci uniamo al dolore dei suoi cari. Addio caro Maestro, Firenze non ti dimenticherà mai” scrive il sindaco Dario Nardella su twitter … continua a leggere
Non avrei mai voluto che arrivasse questo giorno. Franco#Zeffirelli se ne è andato questa mattina. Uno dei più grandi uomini della cultura mondiale. Ci uniamo al dolore dei suoi cari. Addio caro Maestro, Firenze non ti dimenticherà mai.
Intervista con il regista nel 2011, in occasione dell’omaggio del Roma film festival, sui 50 anni di carriera cinematografica. Dall’incontro con Luchino Visconti che lo portò sul set di ‘La terra trema’ e di ‘Senso’ all’ultimo film con Fanny Ardant. . .di Chiara Ugolini. Riprese e montaggio di Alberto
È morta Valeria Valeri, una vita sul palcoscenico da quando aveva debuttato poco più che ventenne fino a qualche stagione fa. L’attrice nata a Roma il l’8 dicembre 1921 come Valeria Tulli, non aveva mai smesso di lavorare. Aveva 97 anni. La notizia è stata data dalla figlia Chiara Salerno, avuta dall’attore Enrico Maria Salerno. continua a leggere
Rita Pavone Official@Rita_Pavone_
E’ con estremo dolore che vengo adesso a conoscenza della scomparsa della mia mamma televisiva, Valeria Valeri. Stupenda attrice e donna meravigliosa, è stato un onore per me lavorare con te. Sarai sempre nel mio cuore, mammina . Il tuo Giannino. https://www.youtube.com/watch?v=aFsPcEwMTHA …
“Non abbiamo vergogna di chiedere aiuto perché vogliamo continuare a sognare e a portarvi quello che vi abbiamo sempre portato, senza filtri, cavi e monitor”: inizia così il video-appello della compagnia Tieffe Teatro, che dal 2010 gestisce il Teatro Menotti, attualmente a rischio chiusura. I proprietari del complesso immobiliare di via Ciro Menotti 11 vorrebbero vendere e il teatro verrebbe sostituito da un parcheggio: “Noi non possiamo permettere che questo avvenga e non lo permetteremo, ma la salvezza del teatro richiede inevitabilmente il suo acquisto” spiegano dalla compagnia Tieffe. continua a leggere
Milano, il teatro Menotti rischia di chiudere: il video-appello per salvarlo
BOLOGNA – In quarant’anni di carriera non gli era mai successo. Nemmeno al pubblico. E in effetti la vicenda è surreale: spettacolo pronto, annunciato per ieri al teatro Masini di Faenza: è il monologo “La lingua neolatrina” di Ivano Marescotti. Posti esauriti, in platea si attende che s’alzi il sipario. Lo spettacolo dovrebbe iniziare alle 21, ma il tempo passa e nulla accade. L’attore non c’è. Per questo dopo quaranta minuti tocca al direttore artistico di Accademia Perduta, Ruggero Sintoni, uscire sul palcoscenico: “Scusate, lo spettacolo è annullato”. Tutti a casa.
Cosa è accaduto? Marescotti era pronto per il suo monologo ma per andare in scena a Faenza l’8 febbraio. Una data concordata mesi fa, poi spostata a ieri. Solo che né le agenzie che avevano la vendita dei biglietti né il teatro ha avvertito l’attore. continua a leggere
L’Attila di Giuseppe Verdi conquista la Scala di Milano. E’ un successo la rappresentazione dell’opera diretta da Riccardo Chailly con la regia di Davide Livermore. Quasi 15 minuti di applausi lo sanciscono: più dell’Andrea Chenier del 2017 e della Butterfly del 2016. E gli applausi scroscianti sono anche per l’ospite d’onore: perché questa Prima – dopo due anni di assenza – vede per la prima volta nel palco reale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ad accogliere Mattarella – a cui le persone assiepate fuori dal teatro hanno gridato ‘Bravo presidente’ – il sovrintendente Alexander Pereira e il sindaco Beppe Sala. Per il presidente quasi cinque minuti di applausi all’arrivo, e altri applausi alla fine. L’affetto che Milano ha dimostrato per il presidente è stato riassunto dal sindaco Sala: “Milano vuole molto bene a Mattarella, abbiamo bisogno di Mattarella e dimostriamo vicinanza al Presidente della Repubblica”. continua a leggere
Nel palco reale: Sergio Mattarella con la figlia e Beppe Sala (foto di Fotogramma dalla diretta Rai)
È morto a Napoli all’età di 63 anni Ennio Fantastichini, attore italiano e vincitore del David di Donatello come miglior attore non protagonista nel 2010. Era ricoverato da due settimane, in rianimazione, al Policlinico della Federico II. Fantastichini è morto a causa di una grave emorragia cerebrale causata da una leucemia acuta, che aveva già colpito cervello, polmoni e intestino. Classe 1955, a vent’anni si trasferisce da Fiuggi a Roma, per studiare recitazione all’Accademia d’arte drammatica. Aveva già però esordito a quindici anni a teatro. continua a leggere
Ennio Fantastichini – I titani della cultura europea
Ennio Fantastichini :: Letture da Manolis Anagnostakis :: Poesia Festival ’15
L’attore Ennio Fantastichini legge “La decisione” e “Apologia di un cittadino rispettoso della legge” del poeta greco Manolis Anagnostakis alla biblioteca MABIC di Maranello (MO) :: 27/09/2015. http://www.poesiafestival.it