Il Codacons contro DAZN: «Ci sono stati disservizi: se proseguono chiedermo che gli si revochi la licenza commerciale»
Il Codacons, con un lungo comunicato, ha attaccato DAZN dopo che, durante la prima giornata di Serie A, molti clienti hanno fatto segnalato dei disservizi. Di seguito il comunicato.
«Nonostante la stampa, memore della gravità dei disagi degli anni passati, abbia tutto sommato valutato positivamente la performance di DAZN in occasione della prima giornata di campionato, non sono mancate una volta di più segnalazioni e lamentele riguardo la qualità del servizio offerto – che il Codacons, fedelmente ai suoi obblighi statutari, ha già provveduto a inoltrare all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Stavolta, in particolaresono state lamentate difficoltà e riportati corposi ritardi nella trasmissione live: dopo essersi collegati contemporaneamente su due dispositivi differenti, per godere della visione della stessa partita, alcuni utenti hanno infatti riscontrato un disallineamento temporale (ossia, un ritardo nella visualizzazione) o hanno addirittura subito un blocco/sospensione del servizio
Ci si domanda quali siano le migliorie qualitative che la piattaforma online avrebbe apportato” e se la stessa possa “effettivamente sia in grado di affrontare una nuova stagione calcistica senza ripetere le performance disastrose degli scorsi anni”: per questo, l’Associazione chiede all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni di monitorare l’operato di DAZN, specie dal momento in cui già dalla prima giornata di campionato sembrerebbero emergere dubbi e perplessità con riferimento all’adeguamento degli standard qualitativi promessi, agli accorgimenti tecnici necessari a garantire il servizio agli abbonati e all’eliminazione delle criticità riscontrare in passato.
in caso di altri problemi e in assenza di controlli e/o soluzioni, chiederà che venga sospesa l’attività commerciale di DAZN e lancerà una vera e propria petizione affinché venga tolta la concessione alla piattaforma, al fine di tutelare i diritti e gli interessi degli utenti»
Nelle Procure di Genova, Bergamo, Udine, Modena (per il Sassuolo) e Cagliari si stanno indagando altri passaggi considerati “sospetti” di giocatori con la Juventus.
«Nell’affare Orsolini non ci fu reato e non ci sono colpevoli da indagare» per falso in bilancio. Così l’avvocato Mattia Grassani, che assiste la società rossoblù nel giudizio sportivo e nel filone penale “costola” dell’inchiesta Prisma di Torino, ha commentato il decreto di archiviazione giunto ieri sera a firma del giudice per le indagini preliminari Sandro Pecorella.
La richiesta di archiviazione della Procura risale a una decina di giorni fa. Prisma, come è noto, è l’inchiesta che ha travolto la Juventus portando, lo scorso novembre, alle dimissioni di tutto il consiglio d’amministrazione del club. Al centro dell’indagine, presunte plusvalenze fittizie e irregolarità legate agli stipendi dei tesserati.
Gli strascichi di questa inchiesta sono giunti fino a Bologna, oltre che in altre cinque Procure. E proprio qui – secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport – sarebbero ancora in corso, invece, delle valutazioni. Le Procure sono quelle di Genova, Bergamo, Udine, Modena (per il Sassuolo) e Cagliari,dove si stanno indagando altri passaggi considerati “sospetti” di giocatori con la Juventus.
L’inchiesta Prisma tornerà comunque al centro della scena il prossimo 6 settembre, quando dovrebbe essere ufficializzata la decisione di spostare il processo (sul fronte della giustizia ordinaria). Secondo indiscrezioni trapelate nelle scorse settimane, il Tribunale e la Procura di Torino non sono competenti secondo il Procuratore Generale della Cassazione, che ha accolto le richieste dei dirigenti bianconeri (Agnelli in primis) e chiesto che il procedimento prosegua a Milano.
La decisione ufficiale è attesa per il 6 settembre, ma si va decisamente in questa direzione. Secondo i legali bianconeri, per la Juventus è molto meglio giocare questa “partita” a Milano. A quel punto – se non ci saranno sorprese –, la Procura di Milano dovrà esaminare le carte, prendere il controllo dell’inchiesta e procedere con una nuova udienza preliminare nella quale decidere l’eventuale rinvio a giudizio per gli imputati e per quali accuse. In caso di rinvio a giudizio verrebbe fissata la prima udienza, e si scollinerebbe al 2024 con probabile sentenza non prima del 2025.
Il laterale si trasferisce in granata a titolo definitivo dopo un anno già trascorso in prestito. Per i nerazzurri anche una piccola plusvalenza.
«FC Internazionale Milano comunica la cessione di Valentino Lazaro al Torino FC. L’esterno austriaco classe 1996 si trasferisce a titolo definitivo». Con questo breve comunicato, il club nerazzurro ha annunciato la cessione a titolo definitivo del laterale, che torna a vestire la maglia granata dopo aver già giocato agli ordini di Juric durante la scorsa stagione.
Arrivato a Milano all’inizio della stagione 2019/20, la prima con Antonio Conte sulla panchina nerazzurra, Lazaro non è riuscito a ritagliarsi spazio all’Inter. Il calciatore è stato protagonista di diversi prestiti in questi ultimi anni, con esperienze a Newcastle, Borussia Mönchengladbach, Benfica e appunto Torino, dove ora si trasferisce a titolo definitivo.
Inter plusvalenza Lazaro – L’impatto dell’affare sui conti: Ma come impatta questa operazione sul bilancio dei nerazzurri? Secondo la stampa sportiva italiana, l’operazione si è chiusa sulla base di 4 milioni di euro. Il suo costo storico all’Inter era pari a 21 milioni di euro, ma al 30 giugno 2023 il valore netto era sceso a 4,2 milioni di euro circa. Considerando anche i mesi di luglio e agosto, il valore ad ora era pari a 3,5 milioni di euro circa.
Questo significa che con la cessione a fine agosto l’Inter riuscirà a evitare una minusvalenza e a fare registrare teoricamente – in attesa di dati ufficiali – una plusvalenza di circa mezzo milione. L’effetto positivo dell’operazione cresce a 4,7 milioni di euro circa, considerando anche il risparmio sull’ammortamento nel 2023/24. Il risparmio sullo stipendio rispetto alla scorsa stagione non è considerato, dal momento in cui già nel 2022/23 l’ingaggio di Lazaro non era a carico dell’Inter.
I conti della Filmauro, la holding del patron del Napoli: le cifre tra ricavi, costi e debiti.
Patrimonio Aurelio De Laurentiis – Chiude in perdita il bilancio consolidato al 30 giugno 2022 della FilmAuro di Aurelio De Laurentiis, pubblicato nei giorni scorsi, con conti spinti verso il basso dalle minori plusvalenze e incassi dai diritti tv del Napoli. Dopo il rosso di 34,7 milioni nel 2020 e di 66 milioni nel 2021, i conti della holding del patron della società partenopea chiudono in perdita anche nel 2022, con un rosso pari a 66 milioni. E un peso sempre rilevante da Napoli e Bari, di fatto le principali società del gruppo.
Il fatturato è calato di circa il 21%, passando da 245,2 a 193,8 milioni di euro. “Il valore della produzione, al netto dei proventi rivenienti dagli incrementi di immobilizzazioni per lavori interni, pari ad Euro 190.915.498 (Euro 241.374.335 nel precedente esercizio), diminuisce anch’esso del 21% circa rispetto al valore del precedente esercizio”, si legge nel bilancio che Calcio e Finanza ha consultato. “Il decremento netto dei proventi (Euro 51 mln. circa) è attribuibile, prevalentemente, alle minori plusvalenze realizzate dalla partecipata SSC Napoli S.p.A. e SSC Bari S.p.A. (Euro 38 mln. circa) oltre che dai minori proventi, rivenienti sempre dalle medesime partecipate, per i diritti TV (Euro 34 mln. circa)”.
In particolare, i ricavi sono stati pari a :
6,18 milioni per attività cinematografica
0,97 milioni per attività theatrical
169,19 milioni per attività calcistica
0,20 milioni per sfruttamento musciale
14,37 milioni per altri ricavi
Patrimonio Aurelio De Laurentiis, il bilancio della Filmauro – “Considerati questi ultimi dati, ovverosia il valore della produzione al netto dei proventi rivenienti dagli incrementi di immobilizzazioni per lavori interni, i proventi della gestione calcistica pesano, sul totale del valore della produzione, per l’89% (92% al 30 giugno 2021). Le restanti attività del gruppo, collegate alla produzione, distribuzione e commercializzazione di prodotti cinematografici, pesano, sul totale, per il 4%, in leggero incremento con l’esercizio precedente (3%)”.
“I proventi rivenienti dalla gestione delle squadre di calcio (Napoli e Bari) decrementano del 24% circa rispetto ai valori del precedente esercizio mentre quelli derivanti dalla produzione e distribuzione di prodotti cinematografici registrano un incremento del 3% circa”.
La differenza tra ricavi e costi è stata così negativa per 79,9 milioni di euro, considerando che i costi sono stati pari a 271 milioni di euro rispetto ai 330 milioni del 2021, con un decremento “imputabile, prevalentemente, alla gestione della S.S.C. Napoli S.p.A. che ha visto diminuire significativamente i costi del personale, in particolare quello tesserato (oltre 23 milioni di euro in meno rispetto alla passata stagione) e i costi per gli ammortamenti dei diritti relativi all’acquisizione delle prestazioni professionali dei calciatori (circa 41 milioni di euro in meno rispetto alla passata stagione)”. Il risultato netto è risultato così negativo per 62,8 milioni di euro rispetto alla perdita di 66 milioni nel 2020/21.
Patrimonio Aurelio De Laurentiis, debiti e patrimonio netto della Filmauro – Alla luce della perdita, il patrimonio netto è risultato in calo a 95,9 milioni di euro rispetto ai 180,2 milioni di euro al 30 giugno 2021, che era cresciuto grazie all’operazione di rivalutazione dei marchi di Napoli e Bari, la quale aveva portato all’iscrizione a bilancio di una riserva di rivalutazione pari a 78,0 milioni. I debiti erano pari al 30 giugno 2022 a 316 milioni, con una posizione finanziaria netta positiva per circa 30 milioni alla luce della liquidità per 118,2 milioni in cassa al 30 giugno 2022.
Scossa nell’anconetano in mattinata: la popolazione allarmata sui social: «Secondi di brividi»
Ancona, 23 agosto 2023
Torna a tremare la terra nelle Marche. Nella tarda mattinata di oggi (23 agosto), intorno alle 13.46, una scossa di terremoto è stata avvertita nell’anconetano e in particolare nella zona di Senigallia. Si tratta, secondo la prima rilevazione Ingv di una scossa di magnitudo 3.0 con epicentro a largo proprio di Senigallia.
La popolazione ha avvertito il movimento confermandolo anche attraverso i social. Qualcuno parla di «Secondi da brividi» altri ancora di brutta ricorrenza in prossimità dei sette anni dal Sisma.
La scossa, sarebbe durata pochi secondi ma avrebbe anche svegliato chi in quel momento stava facendo un riposino post prandiale. Il terremoto, di magnitudo 3.0, è avvenuto ad una profondità di 11km e a 9 km di distanza dalla costa di Senigallia: infatti proprio nella città della spiaggia di velluto il sisma si è sentito con maggiore intensità, meno forte nelle zone limitrofe e in maniera leggera nel resto della provincia e nelle città sulla costa a sud delle Marche.
Domani inizia lo sversamento nell’oceano. L’Aiea ha vidimato la decisione perché è la meno dannosa delle opzioni. La Cina: egoisti e irresponsabili
Alla fine, dodici anni dopo l’incidente che ha fatto tremare il mondo, il Giappone si trova di nuovo al centro dell’attenzione — e della preoccupazione — globale. Tokyo ha autorizzato, a partire da domani, lo sversamento nell’oceano dell’acqua utilizzata per il raffreddamentodi quel che è avanzato del materiale nucleare della centrale di Fukushima, travolta dal terremoto-tsunami dell’11 marzo 2011 e da allora in fase di smantellamento.
L’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ha vidimato la decisione perché, dice,è «la meno dannosa» delle opzioni. Si tratta, in definitiva, di disperdere attraverso un tubo realizzato sul fondo marino e lungo un chilometro l’acqua trattata per «curarne» la contaminazione radioattiva — si calcola una media di 500 mila litri al giorno — per svuotare gradualmente le cisterne che si sono moltiplicate intorno al sito di Dai-ichi fino a costituire una foresta di metallo. In teoria, le procedure di «ripulitura» dell’acquadovrebbero averne abbattuto la carica radioattiva, trizio a parte perché questo elemento è troppo costoso (e complicato) da eliminare. Dunque, assicurano le autorità nipponiche, «non c’è alcun pericolo per l’ambiente».
Ma le reazioni internazionali a questa decisione, più volte prospettata in passato, hanno subito raggiunto la temperatura di fusione. La posizione più netta è quella cinese. Il viceministro degli Esteri Sun Weidong ha convocato l’ambasciatore giapponese a Pechino per manifestargli la decisa «protesta» del suo Paese per un atto del tutto «egoista e irresponsabile». Sun ha sottolineato, nell’incontro con l’ambasciatore Hideo Tarumi, che se il Giappone «insiste nel seguire la propria strada, il governo cinese adotterà le misure necessarie per salvaguardare con fermezza l’ambiente marino, la sicurezza alimentare e la salute pubblica».
Netta anche la presa di posizione di Greenpeacee delle stesse ong giapponesi che sono scese subito nelle strade a protestare. L’associazione ambientalista segnala che «il 3 agosto 2023 risultavano stoccati nei serbatoi 1.343.227 metri cubi di acque reflue radioattive, ma a causa del fallimento della tecnologia di trattamento Alps (Advanced Liquid Processing System), circa il 70% di queste acque dovrà essere nuovamente trattato. Diversi scienziati hanno avvertito che i rischi radiologici derivanti dal rilascio di acqua contaminata non sono stati del tutto valutati e che gli impatti biologici degli elementi radioattivi che saranno scaricati in mare (trizio, carbonio-14, stronzio-90 e iodio-129) sono stati ignorati». Le proteste non rimarranno sulla carta. La Cina ha già rispedito in Giappone un carico di pesce destinato ai suoi mercatimentre Hong Kong ha annunciato un boicottaggio selettivo di merci da dieci prefetture. In Italia la Coldiretti assicura come non ci siano preoccupazioni per i consumatori: i controlli sono puntuali e severi e comunquei circa 123 mila chili di pesce acquistati in Giapponein un anno rappresentano meno dello 0,02% sul totale dei prodotti ittici importati.
Come reagirà Tokyo? Il progetto era stato convalidato a luglio dall’Aiea. L’operazione, della durata di 50 anni, non dovrebbe avere conseguenze sull’ambiente o sulla salute umana, dice il Giappone. La procedura prevede il rilascio nell’Oceano Pacifico, dopo il trattamento, di oltre 1,3 milioni di tonnellate di acqua stoccata nel sito della centrale di Fukushima.
L’impianto produce più di centomila litri di acqua contaminata al giorno, proveniente dalla pioggia, dalle acque sotterranee e dalle iniezioni necessarie per raffreddare continuamente i nuclei dei reattori che si sono fusi nel 2011. L’acqua viene raccolta, filtrata e immagazzinata nel sito, ma la capacità disponibile sarà presto esaurita: 1,34 milioni di tonnellate, l’equivalente di quasi 540 piscine olimpioniche, sono state accumulate in più di mille serbatoi giganti.
Sono giorni di forte apprensione in Germania circa le condizioni di salute di Franz Beckenbauer, che non compare in pubblico da molto tempo
Il «Kaiser» del calcio tedesco Franz Beckenbauer— leggendario Pallone d’oro e campione del mondo da calciatore e da allenatore — non si vede da tempo in pubblico. Ora Lothar Matthaus, capitano guidato da Beckenbauer nel mondiale di Italia ‘90, ha confermato in un’intervista che l’ex campione non gode attualmente di buona salute. Beckenbauer, 77 anni, non ha infatti potuto partecipare all’incontro dello scorso luglio della squadra protagonista delle Notti Magiche del 1990. «Gli auguriamo tutto il meglio, che possa tornare a essere il vecchio Beckenbauer, con la sua energia», le parole di Matthaus a Rtl, «Speriamo possa rimettersi, lui stesso ha sempre detto che la salute è la cosa più importante al mondo. Al momento lui non ce l’ha. Non sta molto bene. Speriamo che il percorso possa andare nel verso opposto».
Beckenbauer e i problemi di salute – All’inizio dell’anno, il «Kaiser»aveva dovuto rinunciare a un viaggio in Brasileper dare l’addio al suo amico Pelé. «Mi piacerebbe farlo, ma purtroppo la mia salute non mi permette un volo così lungo. Accompagnerò con il cuore il mio amico nel suo ultimo viaggio», aveva detto Beckenbauer alla Bild. Quest’ultimo convive da tempo con seri problemi di salute. Nel 2016 e nel 2017 ha subito due operazioni al cuore e nel 2019 ha avuto un infarto oculare: «Recentemente sono stato in una clinica specialistica perché mi hanno diagnosticato un problema di circolazione all’occhio — aveva detto — da quello destro vedo poco o niente. Non vi arrabbiate quindi se non vi vedo e vi sbatto contro».
La conducente della vettura in ospedale per accertamenti
È un autista di mezzi di soccorso il ferito più grave a seguito di uno scontro tra due auto, questo pomeriggio in corso Matteotti a Seregno (Monza), una delle quali ha sfondato la vetrata di un centro diurno per disabili, piombando all’interno.
L’uomo, 57 anni, era il più vicino al vetro quando una Nissan Juke guidata da una donna di 40 anni lo ha sfondato.
A quanto emerso dai primi rilievi effettuati dalle forze dell’ordine, la quarantenne, anche lei portata in ospedale per accertamenti, non avrebbe rispettato la precedenza, attraversando l’incrocio e finendo tamponata da un’altra auto, guidata da un uomo di 87 anni, rimasto illeso. Il terzo ferito è un altro addetto ai trasporti sanitari, anche lui portato in pronto soccorso ma senza aver riportato ferite gravi.
Era ricoverato al San Raffaele, da diversi mesi. Nel 1980 vinse a Sanremo con «Solo noi», poi una sfilza di secondi posti, tanto da essere soprannominato l’«eterno secondo». La fama con «Italiano». Lascia la moglie Carla e un figlio, Nicolò.
È morto Toto Cutugno. A 80 anni appena compiuti a luglio, il celebre cantautore si è spento oggi intorno alle 16 all’ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverato. A dare la notizia all’Ansa è il suo manager Danilo Mancuso che spiega che, «dopo una lunga malattia, il cantante si era aggravato negli ultimi mesi».Le esequie si terranno a Milano,giovedì 24 agostoalle 11 alla Basilica Parrocchia dei Santi Nereo e Achilleo in viale Argonne 56.
«Ciao a Toto Cutugno, un Italiano vero» sono le prime parole, pubblicate su Facebook con cui la premier Giorgia Meloni dice addio a uno dei più famosi e apprezzati cantautori italiani, non solo in Italia, ma anche all’estero. Ha venduto milioni di dischi. Nel 1980 vinse a Sanremo con «Solo noi», poi una sfilza di secondi posti, tanto da essere soprannominato l’«eterno secondo». Partecipò a quindici edizioni, conquistando la medaglia d’argento del podio nel 1984, 1987, 1988, 1989, 1990 e 2005 (in quest’ultimo caso si esibiva in coppia con Annalisa Minetti). La sua «L’Italiano», che a Sanremo si classifica quinta, si rivela un successo internazionale, un simbolo dell’italianità nel mondo.
Originario di Fosdinovo (Massa Carrara), dove era nato il 7 luglio del 1943, Cutugno era ligure d’adozione. Quando aveva pochi mesi la sua famiglia si trasferì a La Spezia, seguendo il padre, sottoufficiale della Marina. Fu lui, suonatore di tromba, a trasmettergli la passione per la musica.
Non ancora ventenne, Cutugno fondò la band dal nome Toto e i Tati. Insieme incisero i primi 45 giri e parteciparono a Un disco per l’estate nel 1970. Ma è con la successiva band da lui formata, gli Albatros, che inizia a calcare i palcoscenici più importanti a cominciare da Sanremo dove nel 1976 il gruppo si piazza terzo con il brano «Volo AZ 504». E’ il primo di una lunga serie di podi, che lo porterà alla vittoria nel 1980 con «Solo noi». Dieci anni dopo arriva a esibirsi anche insieme a Ray Charles con il brano «Good Love Gone Bad/Gli amori».
Interprete e autore. Per sé e per gli altri. Per Adriano Celentano scrive successi come «Soli» e «Azzurro». Esplora anche la televisione da conduttore con programmi come Domenica In e Piacere Raiuno. Nel 1990 arriva anche una storica vittoria all’Eurovision Song Contest a Zagabria con «Insieme: 1992». E’ la seconda vittoria italiana all’Eurovision dopo Gigliola Cinquetti e prima dei Maneskin. Oggi si stima che abbia venduto più di 100 milioni di dischi e vanta fan club in tutto il mondo, dalla Romania alla Spagna, dalla Germania alla Turchia fino anche alla Russia.
Nel 2007, sempre al San Raffaele di Milano, il cantante aveva subito un intervento per un tumore maligno alla prostata. Lo aveva raccontato lui stesso in un’intervista a OK Salute, spiegando di aver deciso di parlarne «per invitare gli uomini a fare prevenzione». Tra le sue ultime apparizioni in tv, quella allo show «Sogno o son desto» di Massimo Ranieri, dove si esibì con la sua hit indimenticabile: «L’Italiano». Nel 1988, i due si erano ritrovati avversari sul palco dell’Ariston. Ranieri vinse con «Perdere l’Amore», Cutugno presentava invece «Emozioni».
Negli ultimi tempi, la salute del cantautore era andata peggiorando . Ai microfoni di Verissimo aveva raccontato che gli avevano tolto il rene destro. «Non posso camminare tanto. E mi esibisco su uno sgabello. Per 3 ore in piedi non posso esibirmi». Al San Raffaele era ricoverato nel polo chirurgico e delle urgenze da diverse settimane. Il cantante lascia la moglie Carla e un figlio di 28 anni, Nicolò, avuto da una relazione con un’altra donna.
«Siamo ancora increduli, Toto», le prime parole con cui il Nuovo Imaie, istituto mutualistico che tutela gli artisti e a cui Cutugno era iscritto, lo ricorda. «Tu, che hai scritto i testi delle canzoni italiane che tutti ricordano e amano cantare a tutte le latitudini del pianeta. Canzoni, che con la tua generosità hai regalato anche a colleghi come Adriano Celentano, Fausto Leali, I Ricchi e Poveri, Miguel Bosè, Johnny Halliday, Dalida e Luis Miguel (citarli tutti sarebbe un’impresa). Ti ricorderemo sempre e dentro di noi ti lasceremo cantare…con la chitarra in mano. Ciao Toto, si, il cielo ti attende».
L’allenatore spagnolo si è sottoposto a Barcellona a un intervento che lo terrà fermo fino a metà settembre
Pep Guardiola sarà costretto a saltare i prossimi impegni del Manchester City. L’allenatore spagnolo si è sottoposto a un intervento per risolvere i problemi di mal di schiena che da tempo lo tormentavano. Ad annunciarlo è il club stesso con un comunicato ufficiale.
IL COMUNICATO – Guardiola è volato a Barcellona per un’operazione di emergenza, completata con successo. Pep dovrà rimanere in Spagna per un breve periodo di riposo e riabilitazione. “In sua assenza – si legge sul sito del Manchester City -, il vice allenatore Juanma Lillo coordinerà gli allenamenti della prima squadra e lo sostituirà a bordocampo fino al suo rientro“, atteso per metà settembre. Guardiola dovrebbe infatti rientrare al termine della prossima sosta nazionali.
IL RIENTRO – Guardiola lascia il City a punteggio pieno dopo le vittorie contro Burnley e Newcastle. Salterà le gare contro Sheffield United (in programma per il 27 agosto) e contro il Fulham (2 settembre). Il rientro è previsto per il weekend del 16 settembre, quando ilCity sfiderà il West Ham.
Compie oggi 26 anni Lautaro Martinez. L’attaccante argentino è arrivato in nerazzurro nell’estate del 2018. Da quel momento sono state 239 le presenze, condite da 104 gol. Con la maglia dell’Inter ha conquistato uno Scudetto, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe italiane. Nella scorsa stagione ha dimostrato di essere sempre più leader e sempre più decisivo, sfondando il muro delle 100 reti in nerazzurro e diventando il nono marcatore di tutti i tempi nella storia dell’Inter. La sua determinazione e il suo carisma gli hanno permesso di diventare in questa stagione il nuovo capitano nerazzurro.
A Lautaro vanno gli auguri di tutta la Famiglia interista!
Le fiamme divampate ieri sera, 21 agosto, in un bosco nel Comune di Rio. In azione elicotteri e squadre dei vigili del fuoco
E’ in corso un incendio da ieri sera, 21 agosto, all’Isola d’Elba. Le fiamme sono divampate nella zona boschivaSan Felo a Rio, finendo per minacciare varie case e un campeggio. Evacuate circa 700 persone. Ma per le stime del Comune se ne contano 800-1.000. Tanti turisti e anche dei residenti che sono stati ospitati (circa 150) nelle scuole pubbliche. Diversi hanno trovato sistemazione in autonomia, da amici o parenti. Altri hanno dormito in auto. Le squadre dei vigili del fuoco sono a lavoro ormai da ore per spegnere il rogo, diventato sotto controllo durante la mattina. Le fiamme si sono estese arrivando a bruciare 14 ettari e sono stati mandati sul posto elicotteri regionali e Canadair, oltre a 12 squadre di volontariato Antincendio boschivo e di operai forestali.
Le prime chiamate di emergenza sono iniziate a moltiplicarsi ieri attorno alle 21. Dei residenti hanno visto fuoco e fumo sollevarsi tra la vegetazionie hanno dato l’allarme. A causa del vento, l’incendio si è propagato rapidamente e ha presto minacciato un’abitazione che è stata presidiata a lungo dai vigili del fuoco. In via precauzionale sono state evacuate poi altre case e almeno un campeggio a Orteano(in un’area collinare tra Rio Marina e Porto Azzurro) che rischiavano di venire interessate dalle fiamme. Alla fine sono rimaste coinvolte tre residenze. Entro stasera, fa sapere la Regione Toscana, gli evacuati dovrebbero poter tornare nelle proprie abitazioni.
Grazie al lavoro di spegnimento, durato per ore, la situazione è in miglioramento, ma due gli elicotteri regionali e due Canadairdella flotta nazionale continuano a gettare acqua. Stamani altre 14 squadre sono giunte sull’isola con i traghetti per supportare il contenimento del rogo e bonificare la parte già spenta.
“E’ stata una cosa impressionante– racconta il sindaco di Rio, Marco Corsini– la situaziona ora situazione sta tornando lentamente sotto controllo. Con le luci del giorno sono potuti intervenire i mezzi aerei. E’ stata interessata un’area vastissima e la notte è stata davvero pesante. Abbiamo evacuato 800-1000 mille persone, stiamo ancora facendo i conteggi precisi. Abbiamo aperto le scuole per ospitare cittadini e turisti. Molti hanno passato la notte nelle macchine. Ora – aggiunge – vedremo le ferite sul territorio”. Sull’origine dell’incendio: “Non credo nell’autocombustione e non fa neppure così caldo in questi giorni come altre volte in passato – dice il sindaco –. Vedremo la relazione dei vigili del fuoco, ma ho forti dubbi”.
Carlo Mazzone, l’ultimo addio per il grande allenatore nella sua Ascoli – AGTW
Ascoli si è stretta intorno alla famiglia del tecnico nel giorno del funerale (in chiesa i tre nipoti hanno salutato il nonno). Mancavano però i giocatori simbolo. E non c’erano neanche rappresentanti della Figc
Vanessa, Alessio e Iole hanno preso la parola e hanno salutato nonno Carlo. È stato il momento più forte e più bello del saluto di Ascoli a Mazzone nel giorno del suo funerale. Inarrestabili le parole di Vanessa, tra le navate della chiesa di San Francesco: “Sono nata di lunedì, come avevi predetto perché lunedì era il tuo giorno di riposo e tu volevi esserci. Hai allenato tante, tantissime squadre ma sei stato soprattutto l’allenatore della nostra famiglia, dove avevi un capitano fortissimo, tua moglie. Noi siamo una squadra imbattibile. Non c’è stato un lunedì che non fossi a casa con noi. Se si perdeva si stava zitti, se si vinceva facevamo quello che volevamo”. Poi Alessio, in lotta con le lacrime: “Il ricordo più bello rimarranno quelle domeniche in cui vedevo le partite assieme a lui. Gli chiedevo ‘tu qui che faresti? Come te la giocheresti?’. Ho iniziato ad amare il pallone grazie a lui”. Infine, la pacatezza di Iole: “È uno dei casi in cui il silenzio vale più di mille parole. Spesso quando qualcuno ci lascia si dice che lascia un vuoto. Io invece mi sento piena dell’affetto, dei ricordi, delle sue parole. Vedere tutte queste persone è la conferma che nonno ci ha lasciato tanto”.
Le maglie della sua carriera – Uno, due, tre. Una tripletta senza alcuna, possibile replica. E, per una volta, le metafore calcistiche non hanno stonato, così come i cori da stadio della piazza – benedetta dall’ombra – davanti al maxischermo (“Grazie di tutto, Carletto grazie di tutto”), gli applausi ritmati all’arrivo del feretro dall’ingresso di via del Trivio e le maglie appoggiate sulla bara, dove la divisa del Cagliari abbracciava quella del Brescia, lambendo la sciarpa dell’Ascoli, subito dietro ai fiori, bianchi e rossi.
L’assenza dei suoi campioni e della Figc – L’omelia è stata pronunciata da donAndrea Tanchi, sacerdote vicino alla famiglia Mazzone, nonostante il funerale fosse concelebrato dal vescovo Gianpiero Palmieri e dall’arcivescovo Monsignor Piero Coccia. “Un contropiede che Carlo ha organizzato con i figli Sabrina e Massimo”, ha spiegato don Andrea, che ha rivelato una preghiera rivolta un giorno dall’allenatore alla moglie Maria Pia: “Famme morì prima, che senza de te non ce posso sta“. “In questa chiesa – le parole del vescovo Palmieri – ci sentiamo una grande famiglia composta da tante città”. Città rappresentate da ex giocatori e e allenatori. Non c’erano, fisicamente, i calciatori più famosi a lui legati, né i rappresentanti della Federcalcio. Ma c’erano Walter Novellino e Serse Cosmi, Vincent Candela e Beppe Iachini, Massimiliano Cappioli e Alessandro Calori, Roberto Muzzi, Giovanni Galli e Gianluca Pagliuca. E c’erano soprattutto le maglie da calcio che hanno invaso la chiesa. Le indossavano i bambini, quelli di Ascoli e i piccoli Dybala giallorossi in trasferta; ma le indossava anche chi bambino non è più da molti e molti anni, come i “veterani del 1974”, che ricordavano orgogliosi la promozione in Serie A dell’Ascoli guidato dall’allora 37enne Carlo Mazzone. Un saluto pieno di calcio, di commozione ma anche di tanti sorrisi. Non poteva essere diversamente. Non doveva essere diversamente.
Le motivazioni con cui il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della società bianconera sullo scudetto 2006 assegnato ai nerazzurri.
Il Consiglio di Stato scrive la parola fine sulla querelle Juve per l’assegnazione dello scudetto 2006 all’Inter dopo la revoca del titolo bianconero. È stato infatti respinto il ricorso del club bianconero contro Figc, Inter e Coni (tutti costituiti in giudizio), ultimo anello di una catena di opposizioni legali alla decisione del commissario straordinario della federcalcio, Guido Rossi, che nel 2006 aveva assegnato all’Inter il titolo, rimasto vacante dopo le decisioni della giustizia sportiva per lo scandalo di Calciopoli.
Nel 2011 il consiglio Figc aveva respinto l’istanza di revoca in autotutela, presentata dalla Juve, della decisione di Guido Rossi, e nello stesso anno il Tnas si dichiarò incompetente a intervenire; nel 2019 il Collegio di Garanzia aveva dichiarato innammissibile il ricorso Juve, così come il Tar del Lazio nel 2022. Ora il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso Juve contro la decisione del Tar.
Tegola per i biancorossi che perdono il francese dopo lo spezzone di gara contro il Palermo: colpito duro al ginocchio, dovrà operarsi e starà fuori a lungo. Si complica il lavoro di Polito che adesso deve trovare un’alternativa oltre a completare la squadra
Non è partita bene l’avventura di Jérémy Ménez a Bari. Il calciatore francese, toccato duro nella partita contro il Palermo dopo essere subentrato al 60′ ha riportato la rottura del legamento crociato. Confermati i timori successivi al triplice fischio della gara pareggiata dai biancorossi in 9 vs 11 contro i siciliani.
“SSC Bari – si legge nella nota del club – comunica che gli esami strumentali a cui è stato sottoposto Jérémy Ménez, per valutare l’entità dell’infortunio incorso durante la sfida contro il Palermo di venerdì scorso, hanno confermato la diagnosi clinica di rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Nei prossimi giorni il calciatore sarà sottoposto a intervento chirurgico“.
Trattandosi della peggior diagnosi possibile per il calciatore francese si profila un lungo stop, con tempi di recupero che potrebbero permettergli di tornare a disposizione solo nella primavera del 2024. Questo infortunio ovviamente cambia le strategie di mercato del Bari, con Ciro Polito che molto probabilmente si vedrà costretto a trovare un’alternativa nel ruolo, oltre a dover continuare nella sua opera di completamento della rosa a disposizione del tecnico Mignani.
Terremoto a Los Angeles, scossa di magnitudo 5.1 dove sta passando la tempesta Hilary
La scossa ha interrato la zona già colpita dal passaggio della tempesta Hilary, declassata da uragano a tempesta tropicale
Un terremoto di magnitudo 5.1 ha colpito il sud della California, dove sta passando la tempesta Hilary, che domenica è stata declassata da uragano a tempesta tropicale portando piogge torrenziali.
L’epicentro del terremoto è stato registrato a Ojai, tra Santa Barbara e Ventura. La scossa è stata avvertita in tutta Los Angeles e nei dintorni, e alla prima ne sono seguite due di assestamento, rispettivamente di magnitudo 3.1 e 3.6. Non si registrano, almeno per ora, danni o vittime e le autorità locali hanno escluso il rischio tsunami. Le unità di soccorso di tutte le 106 stazioni sono in «modalità terremoto» e stanno ispezionando le aree di loro competenza, alla ricerca di danni a linee elettriche, infrastrutture di trasporto, condomini e grandi siti di raccolta.
«La mia amministrazione è pronta a fornire ulteriore assistenza e continuerà a coordinarsi con California, Nevada e Arizona. Continueremo inoltre a monitorare il terremoto della California meridionale e gli eventuali impatti che ne derivano», ha scritto su Twitter (X) Joe Biden atteso alle Hawaii per toccare con mano i danni causati dagli incendi che hanno distrutto Lahaina. Per Biden di tratta di una visita difficile, tra accuse di ritardi e aspettative disattese.
Intanto le forti piogge continuano a colpire la California, con la tempesta tropicale Hilary che è arrivata dal Messico e rischia di causare inondazioni. Dal pomeriggio di domenica, il nucleo di Hilary si trova in California con venti massimi di 95 chilometri all’ora. Il Centro Nazionale per gli Uragani ha avvertito sul rischio di «probabili inondazioni catastrofiche e pericolose per la vita sulla Baja California e su parti degli Stati Uniti sudoccidentali fino a lunedì».
Le spiagge sono state chiuse e la gente si è precipitata nei negozi per fare scorta di acqua e altri beni di prima necessità. Per alcune aree sono stati emessi avvisi di inondazioni improvvise e anche di tornado. Il governatore della California Gavin Newsom ha dichiarato lo stato di emergenza per gran parte dell’area meridionale dello stato. Le autorità hanno aperto cinque rifugi contro le tempeste e schierato più di 7.500 persone, tra cui diverse centinaia di soldati della Guardia Nazionale e squadre di soccorso rapido, ha detto l’ufficio di Newsom.
A San Diego, la gente ha riempito sacchi di sabbia per prepararsi a possibili inondazioni, mentre i bagnini hanno avvertito le persone di stare fuori dal mare. Una persona è morta in Messico dopo che un veicolo è stato spazzato via da un fiume in piena, ha detto l’agenzia di protezione civile del Messico, mentre avvertiva di frane e chiusure stradali in Baja California. L’esercito messicano ha aperto 35 rifugi dando rifugio a 1.725 persone colpite dalla tempesta. Nancy Ward, direttrice dell’Ufficio dei servizi di emergenza del governatore della California, ha affermato che Hilary potrebbe essere una delle peggiori tempeste che hanno colpito lo stato in più di un decennio.
Hurricane Storm Live | Storm Hilary Brings Flooding To Southern California | Hilary Hurricane LiveCNN-News18
È successo in via Bisnati a Milano (zona Bruzzano) nella notte tra sabato e domenica 20 agosto. Ferite due persone
Due persone in ospedale e alcuni appartamenti inagibili. È il bilancio dell’incendio divampato nella notte tra sabato e domenica al sesto piano di un condominio gestito da MM al civico 7 di via Bisnati a Milano (zona Bruzzano).
Tutto è successo intorno alle 2.15 del mattino, come riferito dall’azienda regionale di emergenza urgenza (Areu). Sul posto si sono precipitate le ambulanze e i mezzi dei vigili del fuoco del comando provinciale di Milano. L’intero stabile è stato evacuato (in totale c’erano 13 persone) e sono iniziate le operazioni di spegnimento che si sono protratte fino alla mattinata di domenica. Alcuni appartamenti del palazzo – uno stabile alto otto piani – sono stati dichiarati inagibili.
Due persone, due uomini di 41 e 43 anni, sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso. Il 41enne ha riportato ustioni a una mano, il 43enne è rimasto intossicato dal fumo. Nessuno dei due è in pericolo di vita. Ancora da chiarire le esatte cause che hanno scatenato l’incendio, ma le fiamme sono partite da un balcone al sesto piano per poi propagarsi verso l’interno.
Il comune si è attivato per cercare una soluzione abitativa per le 18 persone che risiedono negli appartamenti dichiarati al momento inagibili. I cittadini “saranno ospitati a partire da questa notte in alberghi nelle vicinanze e hanno usufruito del primo supporto della protezione civile comunale – ha fatto sapere il comune -. Qualora le verifiche dei prossimi giorni indicheranno la necessità di soluzioni di più lungo periodo queste verranno valutate e decise di concerto con gli inquilini“.
Incendio stasera, 20 agosto, dopo le ore 21 in via Uruguay, zona industriale di Padova, fortunamente poco trafficata di domenica sera: un capannone è completamente in fiamme. Non risultano al momento persone coinvolte. Sul posto Vigili del fuoco e forze dell’ordine. Il fumo nero si vede da chilometri. Probabile che le operazioni di spegnimento e messa in sicurezza richiedano ore di lavoro.
Incendio in zona industriale a Padova: capannone va a fuoco – Local Team
Durante il tragitto verso lo stadio dell’Udinese, nessun ferito
Un incidente leggero si è verificato tra l’autobus con a bordo la squadra della Juventus e un’auto della Polizia della staffetta di scorta allo stesso team.
Lo scontro è avvenuto mentre la squadra stava raggiungendo lo stadio di Udine per disputare la partita contro l’Udinese, lungo la tangenziale che conduce nel capoluogo friulano. Come ha segnalato la Questura di Udine l’incidente non ha causato feriti ma l’autobus è rimasto danneggiato a tal punto da non poter essere utilizzato.
Per questa ragione in sostituzione sono giunti sul posto alcuni pulmini sui quali sono stati trasferiti i giocatori e lo staff. Tutti sono giunti in tempo allo stadio per disputare la partita, ad eccezione di attrezzature tecniche che hanno avuto un lieve ritardo.
L’uomo, 34 anni e originario di Palermo, secondo le ricostruzioni era ubriaco ed è stato bloccato dalla vigilanza. Mentre era immobilizzato si è sentito male e ha smesso di respirare. I vigilentes indagati per omicidio colposo
Un uomo, 34enne originario di Palermo, è morto poco prima dell’una di domenica notte in via Russolo,a Rogoredo, fuori dalla sede di Sky Italia. Secondo le prime informazioni la vittima, in stato di forte alterazione, avrebbe tentato dientrare all’interno degli uffici. L’uomo è stato fermato da due vigilantes che alla fine lo hanno atterrato è immobilizzato in attesa dell’arrivo della polizia.
In quei minuti però il 34enne si è sentito male e ha smesso di respirare. Le guardie, una in particolare che lo teneva a terra poco dopo si sono accorte del maloree hanno cercato di soccorrere e rianimare la vittima senza riuscirci. L’uomo è stato trasportato dal 118 al pronto soccorso dell’ospedale San Raffaele dove però è stato dichiarato il decesso. Sul caso è stata aperta un’indagine affidata alla squadra Mobile.La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo: i due vigilantes sono indagati.continua a leggere
Da domani la Penisola sotto lo scacco della tempesta di caldo: massime anche sopra i 40 sino a giovedì quando le temperature rientreranno nella media stagionale.
Sullo Stivale sta per scendere l’«heat storm» di Nerone, la tempesta di caldo con temperature in aumento di altri 3-4 gradi entro lunedì. La definizione «heat storm» viene usata in meteorologia per descrivere un’ondata di caldo con massime oltre i 37,8° per almeno 3 giorni su un’ampia superficie. E con Nerone raggiungeremo e supereremo questi valori su quasi tutto il Paese, tanto che saranno addirittura cinque i giorni — dunque sino a giovedì — in cui le massime potrebbero superare i 40°. «A dire il vero già in questi ultimi giorni le temperature hanno iniziato a guadagnare oltre a qualche punticino e inoltre è tornata pure l’afa — osserva Stefano Rossi, esperto de ilmeteo.it —. Tuttavia, almeno per ora, il caldo è risultato moderato e nel complesso abbastanza normale per il periodo. Non sarà così invece nei prossimi giorni quando l’alta pressione sub-sahariana, ovvero l’anticiclone Nerone, si rinforzerà ulteriormente a partire dal comparto mediterraneo più occidentale pronta a avvolgere anche il nostro Paese».
L’arrivo della «heat storm» – Un primo ed evidente segnale della prevista escalation del caldo si avvertirà già da domenica 20 quando le temperature massime inizieranno ad accarezzare la soglia dei 36/37°C su molte aree del Centro, del Nord e della Sardegna. Ma la vera «heat storm» è attesa per la prossima settimana. Vediamo dunque in dettaglio il bollettino, già a partire da oggi (sabato).
Sabato 19 agosto – Su tutta la Penisola Nerone si rinforza ulteriormentee così se il sole sarà prevalente, le temperature massime toccheranno i 38° .
Domenica 20 agosto – Si affaccia la «heat storm», temperature che al Nord e al Centro supereranno facilmente i 36-38 gradi su tante città. Al Sud ci sarà un sollievo maggiore, con le massime che si stabilizzeranno attorno ai 33°.
Da lunedì 21 in poi – Da lunedì 21 il clima si farà sempre più rovente su gran parte del Paese«dove il caldo più intenso colpirà ancora una volta soprattutto le regioni centro-settentrionali, ma anche parte del Sud — dice ancora Rossi —. Cominceremo a rilevare punte anche prossime ai 38/39°sulla valle Padana con picchi anche di 40° sulla Sardegna e nelle aree più interne del Centro, specie in Toscana. Qualche grado in meno al Sud anche se in un contesto comunque caldissimo specie su Tarantino, Casertano, Siracusano, Agrigentino e coste ioniche lucane. Uno scenario di fuoco che dovrebbe permanere senza troppe variazioni perlomeno sino a giovedì, quando le temperature rientreranno nella media di fine agosto.
Nuovo capitolo della rottura tra il difensore e il club bianconero: la società presenta la lista dei numeri di maglia ma la 19 di Bonucci non compare
C’è un nuovo capitolo nel quasi lungo addio tra la Juventus e Leonardo Bonucci. I bianconeri hanno presentato inLega serie A la lista con i numeri di maglia e il difensore non c’è. Già, proprio così. La sua storica 19 non è assegnata, non compare. Un passaggio che dà ufficialità alla linea della società per cui Bonucci non fa parte dei piani bianconeri e del progetto di Massimiliano Allegri, che oggi debutta in campionato in casa dell’Udinese. Certo, la 19 non è stata neppure assegnata a qualcun altro e quello forse sarebbe stato davvero un modo (troppo drastico) per girare pagina senza ritorno con Bonucci. Difensore da 502 presenze in bianconero e fascia da capitano al braccio nel momento in cui il club quest’estate ha deciso di metterlo fuori rosa, invitato a cercarsi un’altra sistemazione all’alba del suo ultimo anno di contratto in bianconero.
Qualche giorno fa, il 16 agosto, l’Associazione italiana calciatori attraverso il suo presidente Umberto Calcagno ha preso posizione su questa delicata questione: «La situazione che sta vivendo Leonardo Bonucci è paradossale: è oggettivamente fuori rosa, subisce condotte illegittime e vietate dall’accordo collettivo, viene calpestata la sua dignità. La Juve lo deve reintegrare subito, sta subendo danni professionali gravi», ha detto. E ancora: «Scendiamo in campo con il capitano della Nazionale, al quale questa vicenda sta precludendo opportunità importanti, compresa la maglia azzurra. Bonucci è la punta dell’iceberg di numerose situazioni. Poi c’è chi, come lui, ha le spalle larghe e va avanti a petto in fuori, e chi invece subisce». Da parte sua, il difensore l’11 agosto ha mandato, via posta elettronica certificata (pec), una diffida ai suoi chiedendo il reintegro in rosa. La Juventus sostiene, invece, che le norme vengono applicate. Ma anche su questo l’Aic era stata chiara: «Non è vero non è possibile sostenere che far allenare costantemente alcuni calciatori a parte e in orari diversi dal gruppo squadra non costituisca una chiara violazione dell’accordo collettivo. Le differenze che possono esistere all’interno degli allenamenti devono essere temporaneamente dettate da esigenze tecnico-sportive. Un calciatore dovrebbe essere pronto a cambiare squadra se non rientra nel progetto sportivo: dunque si deve allenare come tutti gli altri. Ma se lo fa da solo, o con un ristretto numero di compagni, senza poter fare una seduta completa, ditemi voi se sarà pronto a entrare in campo qualora trasferito in un altro club». Insomma, il rapporto tra Juventus e Bonucci resta rovente.
Carlo Mazzone (Roma, 19 marzo 1937 – Ascoli Piceno, 19 agosto 2023) è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo difensore – Foto di Giorgio Benvenuti / Ansa
Storico allenatore di numerosissime squadre italiane, fu l’ultimo tecnico di Roberto Baggio
Carlo Mazzone è morto all’età di 86 anni. Lo storico allenatore, personaggio istrionico che ha attraversato oltre 60 anni di calcio italiano, è ancora oggi l’attuale recordman di panchine in Serie A con ben 792 partite da tecnico. Inserito nella Hall of Fame del calcio italiano, allenatore di ben 12 diverse square italiane tra il 1969 e il 2006 tra cui Roma, Fiorentina, Napoli e Cagliari. Di lui si ricorda ancora oggi a distanza di circa 20 anni la corsa sotto la curva dell’Atalanta quando guidava il Brescia al termine di un combattutissimo 3-3.
Una carriera da allenatore letteralmente infinita: da giocatore giovanili della Roma, con cui esordì anche tra i professionisti nel 1959. Nel 1960 il grande amore da calciatore: l’Ascoli, con cui collezionò ben 219 presenze e 11 reti in poco meno di 10 stagioni. Ascoli che diede anche i natali alla carriera da allenatore, con 7 anni tra giovanili e prima squadra tra 1969 e 1975. A Carlo Mazzone è intitolata dal 2019 la Tribuna Est dello Stadio Cino e Lillo del Duca della città marchigiana.
La corsa di Carlo Mazzone sotto la curva dell’Atalanta (3-3) – CONTROCRAMPO
La ragazzina si è lanciata di sotto per sfuggire alle fiamme. Ci sarebbero numerosi feriti
Tre persone hanno perso la vita, tra cui una ragazza di 13 anni che si è lanciata dalla finestra per fuggire dalle fiamme, e numerose altre sono rimaste ferite a causa di un incendio divampato in un condominio di l’Ile-Saint-Denis, vicino a Parigi. Lo ha reso noto la prefettura di Seine-Saint-Denis spiegando che sono 195 i vigili del fuoco mobilitati per carcere di domare le fiamme. Tra i feriti anche due vigili del fuoco ricoverati ”in assoluta emergenza”, le cui condizioni sono giudicate ”stabili”.
Il Sassuolo valuta il 29enne almeno 30 milioni ma la Juve punta a inserire un giovane per ridurre la cifra da sborsare
Domenico Berardi alla Juventus, semaforo rosso oggi. Il Sassuolo, secondo le ultime news di calciomercato, non avrebbe intenzione di trattare la cessione del 29enne esterno, che dopo un’intera carriera in neroverde ha manifestato l’intenzione di cambiare squadra e di provare il grande salto in una big. Il giocatore e la Juventus avrebbero da tempo raggiunto un’intesa per un contratto triennale da oltre 3 milioni a stagione. Il Sassuolo, però, al momento non pare intenzionato a dialogare con la Juventus: la fumata bianca non è arrivata entro la scadenza del 18 agosto e per la società emiliana il discorso, almeno per ora, non sembra destinato a proseguire.
Il Sassuolo valuta Berardi almeno 30 milioni di euro, mentre la Juventus punta a inserire un giovane nella trattativa per ridurre la cifra da sborsare: circa 20 milioni, con la formula del prestito biennale e riscatto vincolato a determinate condizioni. Il nome accostato all’affare negli ultimi giorni è quello dell’esterno Samuel Iling-Juhior. La soluzione, però, al Sassuolo non piace. In attesa di eventuali novità, Berardi si sta allenando per sua volontà con gli altri calciatori che non rientrano nel progetto tecnico del club. Il numero 10, secondo quanto riporta Sky Sport, non giocherà contro l’Atalanta nel match d’esordio in campionato in programma domenica e probabilmente salterà anche le prossime due partite di Serie A, quelle che si disputano a trattative ancora aperte. Un muro contro muro con il club, insomma.
L’ex tecnico del Napoli ha sottoscritto con la Figc un contratto fino al Mondiale 2026: assumerà l’incarico l’1 settembre
18 agosto – MILANO
Luciano Spalletti è il nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana. È arrivata l’ufficialità attraverso un comunicato della Federazione, in cui si spiega che l’ex allenatore del Napoli assumerà l’incarico a partire dall’1 settembre e la presentazione ufficiale si svolgerà in occasione del raduno degli azzurri, in programma nei primi giorni di settembre, presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano.
QUALIFICAZIONI – Spalletti, che subentra al dimissionario Roberto Mancini, ha firmato un contratto con la Figc fino al Mondiale 2026 e farà il suo debutto in occasione del duplice impegno dell’Italia per le qualificazioni all’Europeo 2024, il 9 settembre contro la Macedonia del Nord e il 12 settembre contro l’Ucraina.
Esplode cannoncino spara coriandoli. Una donna in ospedale
Un uomo è morto e la moglie è rimasta ferita durante i festeggiamenti del Santissimo Salvatore, Patrono di Militello in Val di Catania.
La coppia è stata colpita alla testa da un tubo ‘spara coriandoli‘ che era stato piazzato all’uscita della chiesa nel centro del paese.
I festeggiamenti sono stati sospesi. Sul posto sono intervenuti i carabinieri. La vittima aveva 65 anni, è stato colpito da parti metalliche di un cannoncino spara coriandoli, alimentato da un sistema ad aria compressa, che è esploso. Ferita anche la moglie dell’uomo, sua coetanea, che sarebbe stata colpita al gomito ed è stata portata in ospedale. Diverse persone hanno riportato escoriazioni e sono stati colpiti da pezzi di legno e di metallo. Dopo l’incidente ci sono stati attimi di paura in piazza, davanti la chiesa di San Nicolò San Nicolò Santissimo Salvatore, perché si era sparsa la voce di una possibile fuga di gas. L’incidente, ripreso da moltissimi fedeli e pubblicato su diversi virale sui social, è avvenuto dopo l’uscita del fercolo del patrono. La Procura di Caltagirone ha aperto un’inchiesta delegando le indagini ai carabinieri che acquisiranno anche le immagini girate dall’emittente televisiva Video Mediterraneo che trasmetteva in diretta la festa. Militello in Val di Catania è un grosso centro agricolo della Piana del capoluogo etneo, famoso anche perché è il paese d’origine di Pippo Baudo.
Nell’area flegrea anche gente in strada nella notte
Sciame sismico nella notte nel Napoletano con epicentro i Campi Flegrei.
Cinque le scosse di terremoto registrate dall’Ingv, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia a partire dalle 2.
La scossa di maggiore intensità, magnitudo 2,8, è stata registrata alle 6,22 ed è stata distintamente avvertita anche a Napoli città. Paura tra la popolazione di Pozzuoli e degli altri comuni dell’area flegrea: in tanti sono stati svegliati nel cuore della notte e c’è anche chi è sceso in strada. Scosse di terremoto con magnitudo 2.4 e 2.6 erano state registrate anche nei giorni a cavallo del Ferragosto sempre con epicentro nell’area dei Campi Flegrei da tempo al centro di una rinnovata attività tellurica.
Nella sera del 16 agosto sono stati cancellati almeno una 70ina di voli
CorriereTv
Decine di voli sono stati cancellati all’aeroporto di Francoforte a causa delle forti piogge che si sono abbattuti in diverse regioni della Germania. Le autorità dello scalo hanno riferito che nella serata di ieri, mercoledì 16 agosto, grandi quantità di acqua si sono accumulate sull’asfalto, portando alla sospensione dell’assistenza a terra per oltre due ore. Dal sito web dell’aeroporto si evince che, alle 23 di ieri, 70 voli erano stati cancellati, mentre 23 aerei diretti a Francoforte sono stati costretti ad atterrare in altri scali tedeschi. Le forti piogge in alcune regioni della Germania centrale e sudoccidentale hanno provocato l’allagamento di strade e cantine. A Gelsenkirchen, nel distretto occidentale della Ruhr, diverse persone sono state tratte in salvo dai vigili del fuoco mentre si trovavano nelle loro automobili quando le gallerie autostradali si sono allagate (LaPresse).
La tempesta ferma la vita in Germania. L’aeroporto di Francoforte sta affondando,inondazioni,pioggia – NAU Channel