Se qualcuno se ne fosse dimenticato
Processo di Napoli
Il 14 dicembre 2009 sono state emesse le sentenze relative agli imputati che avevano scelto il rito abbreviato: l’ex amministratore delegato della Juventus, Antonio Giraudo, è stato condannato a 3 anni di reclusione; 2 anni e 4 mesi per l’ex arbitro Tiziano Pieri, 2 anni ciascuno per l’altro ex arbitro Paolo Dondarini e per l’ex presidente dell’AIA Tullio Lanese. Sette invece gli imputati assolti: si tratta dell’arbitro Gianluca Rocchi, degli ex arbitri Stefano Cassarà, Marco Gabriele e Domenico Messina e degli ex assistenti Duccio Baglioni, Giuseppe Foschetti e Alessandro Griselli.
Attualmente, dopo l’ultima udienza del 19 luglio, il processo è sospeso per le ferie estive e riprenderà con le udienze già programmate per il 20 ed il 27 settembre 2011. La sentenza è prevista per l’autunno 2011.
Processo GEA World
Nel processo GEA a Roma erano coinvolti Luciano e Alessandro Moggi, Davide Lippi, Franco Zavaglia, Francesco Ceravolo e Pasquale Gallo. L’accusa era quella di associazione a delinquere e violenza privata (quest’ultima riguardava soltanto i Moggi) e i PM Luca Palamara e Maria Cristina Palaia, a conclusione delle indagini svolte dal Colonnello Giuseppe Magliocco della Guardia di Finanza di Roma, avevano richiesto 6 anni di reclusione per Luciano Moggi, 5 per il figlio, da 1 a 2 anni per tutti gli altri.
L’8 gennaio 2009 arrivò la sentenza di 1º grado: Luciano Moggi fu condannato ad 1 anno e 6 mesi di carcere, il figlio Alessandro ad 1 anno e 2 mesi, mentre gli altri quattro imputati furono assolti, in quanto era caduta l’accusa di associazione a delinquere – che riguardava tutti, anche Luciano Moggi – rimanendo in piedi solo quella di violenza privata nei confronti dei calciatori Nicola Amoruso e Manuele Blasi.
Il 25 marzo 2011 è arrivata la sentenza di 2º grado: la prima sezione penale della Corte d’Appello di Roma ha ridotto ulteriormente le pene per Luciano Moggi, un anno di reclusione per il reato di violenza privata, ed il figlio Alessandro, 5 mesi di reclusione per il reato di tentata violenza privata. La sentenza ha inoltre confermato le assoluzioni già decise in primo grado per altri tre imputati: Davide Lippi, Francesco Zavaglia e Francesco Ceravolo. Le riduzioni di pena per entrambi i Moggi derivano dalla prescrizione dell’episodio relativo alla procura dell’attaccante Nicola Amoruso. Inoltre, Luciano Moggi è stato condannato a pagare circa 10mila euro di spese processuali nonché a risarcire dei danni la parte civile Stefano Antonelli, in separata sede, e la FIGC.
L’avvocato Matteo Melandri, legale di Luciano Moggi, ha dichiarato l’intenzione di ricorrere in Cassazione, nonostante le pene siano coperte dall’indulto: “…è stato respinto il ricorso in appello dei pm che volevano riproporre l’associazione a delinquere. Tutte le pene sono coperte dall’indulto ma andremo in Cassazione…”
Va ricordato che, a livello sportivo, la FIGC non ha mai aperto un’inchiesta federale e, di conseguenza, non è mai stato istituito un processo sportivo (quindi non sono stati presi eventuali provvedimenti disciplinari riguardo questa vicenda).
Calciopoli-bis
Fra il 2010 e il 2011 il Procuratore Federale Stefano Palazzi effettuò nuove indagini relative alle ulteriori intercettazioni telefoniche emerse durante il procedimento penale in corso presso il Tribunale di Napoli, giudicate non rilevanti nel processo sportivo del 2006. Inoltre, sempre alla luce del nuovo materiale probatorio, la Juventus presentò il 10 maggio 2010 un esposto ai presidenti di CONI e FIGC, alla Procura Federale e al Procuratore Federale Capo, per chiedere la revisione della decisione di assegnare il titolo di Campione d’Italia 2005-2006 all’Inter e pertanto la revoca del titolo medesimo. A chiusura delle indagini Palazzi trasmise alla FIGC una relazione, resa pubblica il 1º luglio 2011, nella quale venivano contestate violazioni a diversi tesserati (molti dei quali non coinvolti nei processi del 2006). In particolare risultava coinvolta l’Inter, nelle persona dell’attuale presidente Massimo Moratti (che all’epoca dei fatti era comunque socio di riferimento) e soprattutto del suo predecessore Giacinto Facchetti (scomparso nel 2006), al quale viene contestato addirittura l’illecito sportivo. La relazione, per illustrare le motivazioni della decisione sull’esposto presentato dalla Juventus, spiegava che anche le condotte messe in atto dai vertici del club nerazzurro avevano violato gli articoli 1 e 6 del vecchio codice di giustizia sportiva in quanto certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale. Tuttavia il Procuratore Federale, contestualmente, rilevò la sopraggiunta prescrizione di tutte le violazioni contestate sia ai dirigenti nerazzurri che agli altri soggetti oggetto di indagine (fra i quali il presidente del Cagliari Massimo Cellino, il presidente del Chievo Luca Campedelli, l’ex dirigente del Palermo Rino Foschi, l’ex dirigente del Vicenza Sergio Gasparin, l’ex collaboratore del Brescia e della Lazio Nello Governato, il presidente dell’Empoli Fabrizio Corsi, l’ex allenatore dell’Udinese Luciano Spalletti).
Il 18 luglio 2011 si è espresso su Calciopoli bis anche il Consiglio Federale FIGC, il quale ha approvato a maggioranza una delibera del presidente Giancarlo Abete con cui si respinge la richiesta della Juventus, con la motivazione che mancano i presupposti giuridici per la revoca dello scudetto 2005-2006 all’Inter. In proposito Abete ha dichiarato alla stampa che si sarebbe augurato che qualcuno avesse rinunciato alla prescrizione (possibilità esplicitata anche dal procuratore Palazzi nella sua relazione). Durante il consiglio federale è stata data lettura di un messaggio dell’ex commissario FIGC Guido Rossi, che spiega come in occasione dell’assegnazione dello scudetto contestato all’Inter la Federazione non potesse essere a conoscenza delle intercettazioni telefoniche riguardanti i nerazzurrri, venute alla luce successivamente al processo di Napoli. Il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha duramente criticato la Federazione per “disparità di trattamento” in situazioni analoghe e, il 10 agosto 2011, in una conferenza stampa appositamente convocata a Roma, ha illustrato le modalità con cui i legali della società proseguiranno la battaglia giuridica, prima attraverso il ricorso al Tribunale Nazionale d’Arbitrato per lo Sport (TNAS) istituito presso il CONI e poi eventualmente alla giustizia ordinaria.
Il 9 settembre 2011 il TNAS, respingendo le eccezioni di non competenza presentate da FIGC ed Inter, si è dichiarato competente a decidere sul ricorso presentato dalla Juventus contro la delibera del Consiglio Federale FIGC del 18 luglio. La Juventus ha chiesto la revoca all’Inter dello scudetto 2005-2006 e la non assegnazione del titolo stesso. Il TNAS si è invece dichiarato non competente sulla richiesta di risarcimento danni presentata dalla società torinese.
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