Quello che un tempo era semplice da capire, ma anche facile da sbagliare, ora è diventato più difficile da sbagliare, ma anche difficilissimo da capire: come il fallo di mano
Per cercare di frenare le polemiche dopo ogni partita, sfruttare al meglio la tecnologia e ridurre al minimo gli errori, nelle ultime stagioni il regolamento arbitrale si è arricchito di una infinità di casistiche volte a limitare la discrezionalità dell’arbitro su episodi simili spesso valutati diversamente da partita a partita. Così quello che un tempo era semplice da capire, ma anche facile da sbagliare, ora è diventato più difficile da sbagliare, ma anche difficilissimo da capire: come il fallo di mano.
Dall’iniziale tocco volontario o involontario si è passati ai movimenti che allargavano lo spazio lo spazio corporeo fino, oggi, a tutti i casi secondo cui un tocco di mano o di braccio può essere rigore o meno. Se la palla tocca direttamente un braccio largo è rigore; se prima di toccare braccio o mano sbatte su un’altra parte del corpo è ugualmente rigore ma si deve misurare quanto il braccio è largo: se sopra la spalla, sotto la spalla, attaccato al corpo…; se invece sbatte sul braccio dopo che il difensore ha giocato la palla, e quindi se la tira addosso, allora non è rigore, neanche se il braccio è larghissimo. continua a leggere


