“La demolizione non è l’unica opzione per il Meazza: valutate ipotesi alternative come l’adeguamento e la trasformazione dell’impianto”. Era l’ultima voce che, nella tormentata partita dello stadio, mancava ancora all’appello. Ma adesso anche la Sovrintendenza ha preso una posizione. E il parere che è stato inviato a Palazzo Marino rischia di pesare, eccome, sul futuro di San Siro. Perché l’invito a prendere in considerazione quella riqualificazione che lo stesso sindaco Beppe Sala, che ha incontrato i vertici dei club interessati a capire soprattutto i tempi della decisione finale, in fondo, ha sempre indicato come la strada maestra per far tornare a brillare la casa rossonearruzza, questa volta non arriva né dalla politica né dal cuore di qualche tifoso. Ma dalla responsabile dei Beni culturali, Antonella Ranaldi.
Demolire San Siro non sarebbe come cancellare con un colpo di ruspa un qualsiasi altro edificio della città gravato dall’usura del tempo. Questione di simboli e di legami identitari. “Un significato e un sentimento calcistico che porta a far percepire lo stadio come un’icona dello sport”, continua a leggere


Non vedo quale sia il problema, Il Meazza è di proprietà dl Comune di Milano perciò cosa farne spetta ha loro, poi se Inter e Milan si vogliono fare lo stadio nuovo (sempre rispettando le regole urbanistiche ecc.) ben venga, presentano il progetto, la zona dove costruire e in accordo con il comune DECIDANO. Poi come ho detto cosa farne dopo del Meazza la decisione spetta alla proprietà che è il Comuune di Milano.
"Mi piace""Mi piace"