La storia del rogo della ThyssenKrupp


Cosa successe a Torino la notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2007

Commento: Sono passati 8 anni dal tragico rogo, dopo i primi giorni con tante belle parole, alla fine sono rimaste appunto solo parole, parole …. e si continua ha morire ” https://alessandro54.wordpress.com/morti-bianche

” Dall’inizio dell’anno sono morti sui luoghi di lavoro 652 lavoratori (mai stati così tanti dal 2008) ” .

per maggiori dettagli vedere il sito: http://cadutisullavoro.blogspot.it/ 

Per ricordare la breve storia del rogo. Fonte:

http://www.ilpost.it/2011/04/16/la-storia-del-rogo-della-thyssenkrupp/

L’incidente
Poco dopo l’una di notte, sulla linea 5 dell’acciaieria di Torino, sette operai vengono investiti da una fuoriuscita di olio bollente, che prende fuoco. I colleghi chiamano i vigili del fuoco, all’1.15 arrivano le ambulanze del 118, i feriti vengono trasferiti in ospedale. Alle 4 del mattino muore il primo operaio, si chiama Antonio Schiavone. Nei giorni che seguiranno, dal 7 al 30 dicembre 2007, moriranno le altre sei persone ferite in modo gravissimo dall’olio bollente: si chiamavano Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo e Bruno Santino. Degli operai coinvolti nell’incidente, l’unico superstite e testimone oculare si chiama Antonio Boccuzzi: lavora nella Thyssen da 13 anni, è un sindacalista della UILM, il suo ruolo sarà centrale nella denuncia delle colpe dell’azienda.

Le denunce
I sindacati denunciano immediatamente l’inadeguatezza delle misure di sicurezza nello stabilimento. Le testimonianze di Boccuzzi e degli altri operai accorsi sul posto dell’incidente parlano di estintori scarichi, telefoni isolati, idranti malfunzionanti, assenza di personale specializzato. Non solo: alcuni degli operai coinvolti nell’incidente lavoravano ininterrottamente da dodici ore, avendo accumulato quattro ore di straordinario. Lo stabilimento Thyssen di Torino era in via di dismissione: emerge che da tempo l’azienda non investiva adeguatamente nelle misure di sicurezza, nei corsi di formazione. Questo il racconto dell’incidente – e di quello che non funzionò – reso il giorno dopo da Antonio Boccuzzi.

La reazione dell’azienda
La ThyssenKrupp nega di avere alcuna responsabilità e mostra fin dal primo momento un atteggiamento piuttosto ostile alla magistratura e all’opinione pubblica, scossa dalla gravità dell’incidente. Accusa gli operai morti di avere provocato l’incidente con delle loro distrazioni e addirittura con “colpe”, poi si corregge e parla di “errori dovuti a circostanze sfavorevoli”. Nel corso delle indagini, la Guardia di Finanza sequestra ad Harald Hespenhahn, amministratore delegato, un documento riservato in cui si legge che Antonio Boccuzzi – che intanto continua a raccontare quanto ha visto sui giornali e in tv – “va fermato con azioni legali”. Il documento critica pesantemente il pm di Torino, Raffaele Guariniello, e l’allora ministro del Lavoro Cesare Damiano, sul quale non poter fare affidamento perché schierato dalla parte dei lavoratori.

Il rinvio a giudizio, il processo
Le indagini si chiudono in un tempo relativamente breve, la procura chiede il rinvio a giudizio per sei dirigenti dell’azienda tedesca e il giudice dell’udienza preliminare accoglie le tesi dell’accusa: il presunto reato è omicidio volontario con dolo eventuale e incendio doloso. Incendio doloso e omicidio colposo con colpa cosciente per gli altri imputati, dirigenti dello stabilimento di Torino. Questo perché, si leggeva nel dispositivo, “pur rappresentadosi la concreta possibilità del verificarsi di infortuni anche mortali, in quanto a conoscenza di più fatti e documenti” e “accettando il rischio del verificarsi di infortuni anche mortali sulla linea 5″, i dirigenti avrebbero “cagionato” la morte dei sette operai omettendo “di adottare misure tecniche, organizzative, procedurali, di prevenzione e protezione contro gli incendi”. Si va a processo a gennaio del 2009. Durante le udienze emergono altri particolari del funzionamento dello stabilimento. Un operaio racconta che la fabbrica veniva pulita solo in corrispondenza alle visite della ASL. Un altro operaio racconta che l’impianto si fermava solo in caso di problemi alla produzione, se no si interveniva con la linea in movimento. Altri testimoni raccontano che gli incendi sulla linea 5 erano molto frequenti ma gli operai venivano invitati a usare il meno possibile il pulsante di allarme.

Risarcimento danni e sentenze
Il primo luglio del 2008 la ThyssenKrupp ha versato quasi 13 milioni di euro alle famiglie dei sette operai uccisi, e queste si sono impegnate a non costituirsi parte civile. Ieri è arrivata la sentenza di primo grado della seconda corte d’assise di Torino. Come abbiamo detto, l’amministratore delegato della ThyssenKrupp, Harald Espenhahn, accusato di omicidio volontario, è stato condannato a 16 anni e mezzo di reclusione. Cosimo Cafueri, responsabile della sicurezza, Giuseppe Salerno, responsabile dello stabilimento di Torino, Gerald Priegnitz e Marco Pucci, membri del comitato esecutivo dell’azienda, sono stati condannati a 13 anni e 6 mesi per omicidio e incendio colposi (con colpa cosciente) e omissione delle cautele antinfortunistiche. Daniele Moroni, membro del comitato esecutivo dell’azienda, è stato condannato a 10 anni e 10 mesi.

Oggi lo stabilimento di Torino della ThyssenKrupp non esiste più. È stato chiuso nel marzo del 2008 con un accordo tra la ThyssenKrupp, i sindacati, le istituzioni locali e i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico, in anticipo sulla data prevista.

L’appello e le sezioni Unite
Ma il processo di secondo grado aveva ribaltato il verdetto. L’appello si era aperto il 28 novembre 2012 e il 28 febbraio 2013 la corte d’assise d’appello di Torino ha ridotto le pene ai sei imputati ed escluso il dolo riconosciuto in primo grado per l’amministratore delegato. Riformata la tesi dell’accusa del dolo eventuale, l’amministratore delegato Harald Espenhahn era stato condannato a 10 anni di carcere. Condanne ridotte anche per gli altri ex dirigenti imputati: 7 anni ai dirigenti Gerald Priegnitz e Marco Pucci, 8 anni e mezzo per il direttore dello stabilimento, Raffaele Salerno e 8 anni per Cosimo Cafueri, responsabile della sicurezza. Infine a Daniele Moroni la corte d’assise d’appello presieduta dal giudice Giangiacomo Sandrelli aveva inflitto una condanna a 9 anni. Nelle motivazioni i giudici sostennero che “non ci fu dolo”.

A luglio poi Guariniello, insieme ai pm Laura Longo e Francesca Traverso e al pg Ennio Tomaselli, avevano presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza d’appello, come avevano fatto anche, con altre motivazioni, le difese degli imputati. La corte di Cassazione aveva poi ordinato il ricalcolo della pena.

7 Dicembre 2015 – Giovanna d’Arco


La Prima della Scala sarà trasmessa in diretta in diversi punti della città, Lunedì 7 Dicembre ore 18.00

Tutte le proiezioni sono ad ingresso libero fino a esaurimento dei posti, salvo dove diversamente indicato
Zona 1  – Teatro dal Verme  – Muba Museo dei bambini – Rotonda della Besana  – Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II  – Casa Circondariale di Milano San Vittore (ingresso riservato) – Triennale – Salone d’Onore
Zona 2  – Auditorium Gaber della Regione Lombardia – Refettorio Ambrosiano (ingresso riservato)
Zona 3 – Auditorium Valvassori Peroni  – Spazio Oberdan
Zona 4  – Wow Spazio Fumetto  – Circolo Mondini
Zona 5  – ATIR Teatro Ringhiera   – Opera Cardinal Ferrari
Zona 6  – Barrio’s – Piazza Donne Partigiane  – MUDEC
Zona 7  – Spazio Teatro 8  – Teatro Rosetum
Zona 8  – Teatro IN-Stabile interno alla II Casa di reclusione di Milano Bollate
– Casa delle Associazioni e del Volontariato

Zona 9  – Teatro della Cooperativa presso Salone 4 marzo 1894  – MIC Museo Interattivo del Cinema

Giovanna d’Arco al cinema

La Prima del 7 dicembre sarà trasmessa nei seguenti circuiti cinematografici.
In diretta:  Italia: 01 DISTRIBUTION

Estero: CÔTÉ DIFFUSION: Francia
CASTELAO PICTURES: Spagna
20TH CENTURY FOX: Germania 

 In differita:
 SD KOREA: Repubblica di Corea
SONY LIVESPIRE: Giappone
ABRAMORAMA: Usa
PALACE ENTERTAINMENT: Australia
 

Alla Scala il 2016 si inaugura con Puccini


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Sarà un’opera di Giacomo Puccini a inaugurare la stagione 2016/2017 del Teatro alla Scala di Milano: a svelarlo è stato il sovrintendente Alexander Pereira. “Posso solo dirvi che sarà un grande titolo”, ha precisato Pereira. Si parla di Madama Butterfly. L’ultima volta che un’opera di Puccini inaugurò la stagione scaligera fu nel 1983 con la ‘Turandot’, titolo già ripreso a maggio per l’apertura della stagione di Expo.

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In arrivo nuovi contatori del gas


In arrivo nuovi contatori del gas

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Si tratta di contatori elettronici di ultima generazione che permetteranno una lettura piú puntuale e precisa rispetto a quelli attuali. Verranno installati da 2i Rete Gas (già Enel Rete Gas).

Fonte: http://www.2iretegas.it/per-i-clienti/contatore-elettronico-gas/

 Il processo di innovazione tecnologica nel settore della misura del gas consentirà tra l’altro:

  • Una maggiore consapevolezza dei consumi da parte dei clienti finali .
  • La possibilità di leggere da remoto , ad intervalli prestabiliti, i volumi di gas consumati.
  • Eliminare l’impiego di stime per la fatturazione dei consumi e la necessità di conguagli.
  • Miglioramento della qualità del servizio di misura di vendita e di distribuzione del gas naturale

domenica, 15 giugno 2014

Fonte: http://www.codacons.it/articoli/nuovi_contatori_utenti_in_allarme_269283.html

Nuovi contatori, utenti in allarme
Al via la sostituzione dei contatori del gas. Ma è allarme tra i cittadini sotto due profili, uno riguardo l’ aspetto economico e l’ altro dal punto di vista sanitario. In questi giorni, la società «2i Rete gas» sta recapitando lettere al domicilio degli utenti per informarli che sarà installato un nuovo gruppo di misura elettronico al posto di quelli meccanici. Le attività, le tempistiche e le modalità di questo processo di innovazione del sistema di misura sono regolate dalla delibera Arg/gas numero 155 del 22 ottobre 2008. Il provvedimento, viene spiegato, ha l’ obiettivo di sviluppare un sistema di mercato del gas naturale, facilitare l’ innovazione tecnologica dei gruppi di misura e la contabilizzazione del gas naturale prelevato dagli utenti finali, migliorare la qualità del servizio di misura, di vendita e distribuzione del gas per favorire la consapevolezza dei consumi. Questo quanto scritto nella nota recapita ai cittadini. «Tuttavia – ammonisce Piero Mongelli, del Codacons Lecce – a volte si verifica un aumento ingiustificato dei consumi (non delle tariffe) e se il cliente, una volta sostituito il contatore, intende effettuare una verifica metro -termica deve sopportare alcuni costi. Non è da sottovalutare neppure la moltiplicazione di elettromagnetismo, soprattutto laddove c’ è un’ elevata concentrazione di apparecchi elettrici». Su quest’ ultimo aspetto c’ è già molta preoccupazione. Qualcuno si è già informato sui dispositivi che saranno installati. Si tratta di «smart meter», contatori di lettura senza fili che emettono enormi quantità di impulsi radioattivi a radiofrequenza, che proprio per la loro pericolosità sono stati banditi da altre Nazioni. C’ è da scommettere che, su quest’ argomento, si svilupperà un lungo dibattito tra i cittadini. Tornando alle altre caratteristiche, è da dire che i nuovi gruppi di misura saranno dotati di registri totalizzatori del prelievo incrementale organizzati per fasce multi orarie; registri della curva di prelievo su base oraria degli ultimi 70 giorni; sistema per la sicurezza dei dati salvati; auto -diagnosi per la verifica del corretto stato di funzionamento; display per la visualizzazione dei dati riguardanti consumi, data e ora e valore del registro totalizzatore corrente. Va detto che se il distributore vuole sostituire il contatore senza una specifica richiesta di verifica del cliente o di una chiamata di pronto intervento, deve informare con lettera il cliente, almeno 15 giorni lavorativi prima della data prevista per la sostituzione. La lettera deve precisare che il cliente ha il diritto sia di chiedere la verifica del contatore sia di sapere entro quanto tempo deve confermare la richiesta, a patto che la faccia pervenire almeno 7 giorni lavorativi prima della data prevista per la sostituzione. Se su richiesta del cliente viene effettuata una verifica che accerta che il contatore funziona correttamente, il cliente deve pagare 40 euro se il suo contatore è stato installato successivamente al 1980, appena 5 euro se è stato installato fino al 1980 compreso. Se il contatore non misura correttamente, si procederà alla ricostruzione dei consumi.

Dopo 40 anni cambia la bolletta della luce……………


Dopo 40 anni cambia la bolletta della luce: “si pagherà in modo equo il consumo”

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Rivoluzione nelle tariffe elettriche per 30 milioni di utenti: viene superata l’attuale struttura progressiva delle tariffe di rete e per gli oneri generali di sistema introdotta circa 40 anni fa. “Dal 1 gennaio 2016 parte il processo di riforma strutturato in tre anni. Dal gennaio 2018 ogni utente pagherà in modo equo per i servizi che utilizza” spiega l’Autorità per l’energia.

Riforma recepisce direttiva europea – La riforma, introdotta dalla direttiva europea 27/2012 sull’efficienza energetica, recepita in Italia dal decreto legislativo 102/14 che stabilisce che sia l’Autorità ad attuarla, uniformandoci agli altri paesi europei, prevede che gradualmente venga superata l’attuale struttura progressiva delle tariffe di rete e per gli oneri generali di sistema (cioè con un costo unitario del kWh che cresce per scaglioni all’aumentare dei prelievi) introdotta circa quarant’anni fa a seguito degli shock petroliferi degli anni ’70.

Riforma agevolerà diffusione pompe di calore efficienti – La riforma della tariffa inoltre – prosegue la nota – consentirà di liberare il potenziale di installazione di apparecchiature elettriche efficienti (ad esempio pompe di calore, auto elettriche o piastre a induzione), oggi frenate dagli eccessivi costi di utilizzo per la progressività della tariffa: questi consumi elettrici potranno essere sostitutivi di quelli di altri vettori energetici (gas, gpl o altro), portando anche ad un ulteriore possibile risparmio.

Inquinamento, in Italia record Ue di morti premature…………..


“Nella Penisola 84.400 decessi su 491mila”

 30 novembre 2015 –

Tra i 28 Paesi dell’Unione europea l’Italia è quello con il più alto numero di morti premature rispetto alla normale aspettativa di vita a causa dell’inquinamento dell’aria. Ad attestarlo è un rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea): la Penisola nel 2012 ha registrato 84.400 decessi di questo tipo, su un totale di 491mila a livello Ue.  Tre gli agenti killer responsabili del record negativo: le micro polveri sottili (Pm2.5), il biossido di azoto (NO2) e l’ozono, quello presente nei bassi strati dell’atmosfera (O3). A questi inquinanti lo studio attribuisce rispettivamente 59.500, 21.600 e 3.300 morti premature in Italia. L’area più colpita è quella della Pianura Padana, in particolare Brescia, Monza e Milano ma anche Torino, che oltrepassano il limite fissato a livello Ue di una concentrazione media annua di 25 microgrammi per metro cubo d’aria, sfiorata invece da Venezia. Considerando poi la soglia ben più bassa raccomandata dall’Oms di 10 microgrammi per metro cubo, il quadro italiano peggiora sensibilmente, a partire da altre grandi città come Roma, Firenze, Napoli, Bologna, arrivando fino a Cagliari.

Ma lo smog comporta pesanti ricadute anche su costi ospedalieri, perdita di giornate di lavoro, danni agli edifici. Ed è causa di un’inferiore resa dei raccolti.

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