Whatsapp è fuori servizio su migliaia di smartphone. Tantissime le segnalazioni arrivate su Downdetector, il portale che permette di registrare quali app e servizi online sono fuori uso. A molti utenti che tentavano di collegarsi con il servizio di messaggistica è infatti comparso il testo “connessione in corso“, ma senza possibilità di comunicare con i propri contatti.
In poco tempo sono state oltre 60mila le segnalazioni di guasti. Alcuni utenti hanno poi segnalato, intorno alle 17, la ripresa del servizio, ma altri sono rimasti disconnessi da WhatsApp anche in seguito.
Un nuovo scandalo rischia di esplodere per il Manchester City. Il club inglese questa volta è finito nel mirino della Liga spagnola che lo ha denunciato formalmente alla Commissione Europea per inganno finanziario e concorrenza sleale. A confermarlo è stato oggi il presidente della Liga Javier Tebas che, intervenuto al Business of Football Summit del Financial Times, in un discorso allargato sullo stato del calcio in Europa, ha lanciato nuove accuse verso i Citizens.
FASCICOLO APERTO – Tebas ha rivelato di aver presentato alla Commissione Europea già nel 2023 un fascicolo per una “grave distorsione” del mercato internazionale dell’Unione Europea operata dal gruppo Etihad che finanzia direttamente il Manchester City e che in questo momento può essere nuovamente approfondito dato il cambio di normative. Proprio queste sponsorizzazioni sono definite dalla Liga come “irregolarità finanziarie“. L’ACCUSA DI TEBAS – “Quello che mi preoccupa è che il Manchester City ha un gruppo di aziende che stanno al di fuori del City Football Group. Ad esempio, hanno società di scouting e marketing che accumulano spese elevate, ma fatturano al Manchester City importi bassi. Questo permette a loro di avere una struttura che aggira le regole. Di conseguenza, abbiamo segnalato il Manchester City alla Commissione europea“.
NUOVE REGOLE – “Abbiamo presentato la denuncia per la prima volta nel luglio 2023 e ora ci sono regolamenti in vigore che consentono all’UE di esaminare aziende come City Football Group. Il nostro caso contro il Manchester City si riferisce a due cose; controllare che il Manchester City non stia usando altre aziende per imbrogliare il sistema e una battaglia più grande per fermare il calcio che finisce nelle mani di entità statali senza un’adeguato controllo“.
Anche se al momento non si sospetta un omicidio. I corpi si trovavano in due posti diversi della casa
La morte di Gene Hackman e della moglie Betsy Arakawa sono ritenute “sospette” dalla polizia. Anche se al momento non si sospetta un omicidio, gli investigatori hanno avviato ricerche e indagini approfondite per determinarne la causa, secondo quanto riportato da Variety.
Dove sono stati trovati i corpi – I corpi di Hackman e Arakawa si trovavano in aree separate della loro casa di Santa Fe, dove sono stati trovati. Lei è stata trovata distesa sul pavimento del bagno, con accanto un flacone di pillole aperto e alcune sparse per terra. L’attore due volte premio Oscar si trovava in un’altra stanza, adiacente alla cucina, con i suoi occhiali da sole al fianco. Entrambi sembravano essere caduti a terra. Inoltre, anche il loro cane è stato trovato morto nell’armadio del bagno, mentre altri due cani sani sono stati trovati nella proprietà, sempre secondo Variety.
Secondo il detective, di cui TMZ non fornisce il nome, serve un’indagine approfondita perché “la persona che ha fatto la segnalazione” alla polizia “ha trovato la porta d’ingresso della residenza non protetta e aperta“.
Ipotesi fuga di gas – L’ufficio dello sceriffo della contea di Santa Fe, intervenuto sul posto, non ha notato segni di effrazione nell’abitazione. I vigili del fuoco e il personale dell’azienda del gas hanno verificato la presenza di una possibile fuga di gas o di avvelenamento da monossido di carbonio, ma non sono stati rilevati segni di tali pericoli. “Non ci sono segni evidenti di una fuga di gas”, ha dichiarato il detective Roy Arndt in un mandato di perquisizione, anche se le circostanze sono state ritenute abbastanza sospette da giustificare ulteriori indagini, secondo Variety.
La veglia di preghiera a Steccato di Cutro, in provincia di Crotone, in ricordo del naufragio del 26 febbraio 2023. Tra i presenti anche Elly Schlein
La veglia in ricordo della Strage di migranti a Cutro
Sono stati commemorati, con una veglia di preghiera alle 4 del mattino sulla spiaggia di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone, i 94 migranti vittime del naufragio del 26 febbraio di due anni fa. L’evento, per il secondo anno consecutivo, è stato organizzato dalla redazione di ‘Crotone News’, con il supporto della ‘Rete 26 Febbraio‘.
Tra coloro che hanno partecipato, la segretaria nazionale del Partito Democratico Elly Schlein, l’europarlamentare del Pd Sandro Ruotolo, il deputato di Democrazia Solidale Paolo Ciani, il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbi, il vescovo della diocesi di Cassano allo Jonio, monsignor Francesco Savino, oltre a superstiti del naufragio, familiari delle vittime, autorità locali e diversi attivisti.
Schlein: “Domanda è sempre quella, perché non è partita Guardia costiera?” – “E’ fondamentale per noi essere qui anche quest’anno, come l’anno scorso, come l’anno prima a commemorare i 94 morti, più di 30 bambini, ancora non si sa quanti dispersi della strage di Cutro. È importante essere qui accanto ai familiari, accanto ai sopravvissuti, che hanno portato le loro testimonianze, per chiedere insieme a loro verità giustizia su quello che è accaduto“, le parole della segretaria del Pd Schlein alla veglia.
“Stiamo ancora facendo la domanda che facevamo due anni fa e la domanda è molto semplice: perché non sono partiti i mezzi adeguati, perché non è partita la guardia costiera. La magistratura sta facendo il suo lavoro, sappiate che ci sono i processi in corso, quelli non ci competono, ma c’è una domanda politica che ancora aspetta risposta per queste vittime e per i familiari che ancora oggi chiedono giustizia“, dice Schlein. “E’ stato importante riabbracciare anche i pescatori che hanno tirato fuori i corpi dall’acqua e che avevamo già incontrato l’anno scorso, noi continueremo a insistere per la piena verità e giustizia e continueremo a essere al loro fianco per ottenerla“.
Occhiuto: “Tutta la Calabria ricorda vittime innocenti” – “Sono trascorsi due anni dalla strage di Cutro, una tragedia che si consumò alle porte delle nostre coste a causa di un naufragio che provocò 94 morti e diversi dispersi. Le vittime erano tutte in fuga dalla fame e dalla guerra e alla ricerca di una strada di speranza, un futuro dignitoso e di libertà“. Così, in una nota, Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, il quale ricorda che “la Calabria mostrò, fin dalle prime ore drammatiche di quel terribile evento, il volto della solidarietà e una straordinaria umanità. Il cuore della nostra Regione non si rivelò solo nell’imminenza di quella strage, ma durante le decine e decine di sbarchi avvenuti anche in seguito sulle coste ioniche. In molteplici occasioni – rimarca Occhiuto – grazie soprattutto ai nostri generosi sindaci, non abbiamo mai fatto venir meno quell’accoglienza che ha sempre contraddistinto i calabresi in tanti di secoli di storia“.
“Oggi, non solo è doveroso ricordare le vittime innocenti di quel naufragio e di tutti i drammatici eventi di morte causati da tali esodi verso l’Occidente – afferma il governatore -. Oggi, deve essere sempre più forte l’impegno dell’Italia e dell’Europa, affinché queste tragedie non accadano più. Lo sforzo di tutta la comunità internazionale, a prescindere dalle sensibilità e dalle appartenenze politiche, deve essere concentrato sempre di più in strategie per gestire le migrazioni in sicurezza e, soprattutto, per fare in modo che nei Paesi meno sviluppati si creino condizioni strutturali di crescita e per una migliore qualità della vita“, conclude la nota di Occhiuto.
Sospetta ischemia cerebrale per l’ex allenatore di Roma e Lazio, colpito da un ictus già lo scorso ottobre
Zdenek Zeman – (Fotogramma/Ipa)
Zdenek Zeman ricoverato in terapia intensiva al policlinico Gemelli di Roma per sospetta ischemia cerebrale. L’ex allenatore di Lazio e Roma, 77 anni, avrebbe accusato un deficit di forza e un disturbo di produzione del linguaggio.
Le condizioni cliniche sono al momento stabili pur rimanendo in prognosi riservata. Già lo scorso ottobre, Zeman era stato colpito da un ictus che gli aveva causato un’emiparesi al braccio destro.
Zeman ricoverato al Gemelli – Per il mister boemo, ricoverato da questa mattina nella Stroke Unit del policlinico universitario capitolino, “vigile e collaborativo con i medici, sono in corso ulteriori accertamenti“ secondo quanto apprende l’Adnkronos da fonti qualificate.
Il quadro presentato è compatibile con ischemia cerebrale in pazienti con pregressa comorbidita cardiologica e pregresso ictus. E’ stata confermata terapia antiaggregante e anticoagulante. I suoi parametri sono monitorati costantemente: dovrà essere sottoposto a controlli cardiologici e neuroradiologici.
Il tecnico boemo, nato a Praga il 12 maggio 1947, aveva chiuso nel 2024 la sua ultima avventura in panchina con il Pescara per problemi al cuore.
Tra i primi messaggi di vicinanza al tecnico, quello del Pescara: “Lo sai mister, siamo sempre con te” si legge sul profilo X del club abruzzese.
Quest’anno l’influenza ha colpito 17 milioni di italiani, causando un aumento delle polmoniti, specialmente tra anziani e immunodepressi. Per il fenomeno non esistono dati ufficiali dell’Iss, ma secondo la ricostruzione fornita da La Stampa in Italia si stimano circa 150.000 ricoveri e 9.000 decessi per polmonite e anche il virologo Matteo Bassetti segnala un aumento delle infezioni virali e batteriche: «Così tanti casi in ospedale di persone, giovani e meno giovani, con forme di polmonite influenzale non ne avevo mai viste».
Di seguito il perché di questo aumento, quali sono i sintomi della polmonite e come prevenirla.
Influenza e polmonite, la relazione – Negli ultimi mesi si è registrato un aumento significativo dei casi di polmonite, tanto che molti medici hanno parlato di una situazione inedita negli ospedali italiani. Alla base di questo incremento ci sono diversi fattori, a cominciare dall’ondata influenzale che ha colpito circa 17 milioni di persone. Il picco è arrivato più tardi rispetto agli anni precedenti e ha trovato una popolazione con meno difese immunitarie, specialmente nei confronti del virus H3N2, che aveva circolato poco negli ultimi tempi. Questo ha facilitato l’insorgenza di complicazioni, tra cui la polmonite, sia di origine virale che batterica.
L’aumento dei casi– Un altro aspetto da considerare è l’invecchiamento della popolazione. Gli anziani, in particolare quelli sopra gli 85 anni, sono più esposti alle infezioni respiratorie, soprattutto se soffrono di malattie croniche come diabete o patologie cardio-respiratorie. In questi soggetti, un’influenza può facilmente degenerare in polmonite, con un rischio più alto di ricovero ospedaliero. A questo si aggiunge la bassa copertura vaccinale. Un ulteriore elemento da non sottovalutare è il miglioramento degli strumenti diagnostici. Oggi i medici sono in grado di individuare con maggiore precisione e rapidità le polmoniti, sia virali che batteriche, il che ha portato a un apparente aumento dei casi.
L’assistenza territoriale – Infine, c’è la questione dell’assistenza territoriale, che in Italia presenta ancora molte lacune. Secondo gli esperti, oltre l’80% delle polmoniti potrebbe essere trattato a casa, ma spesso ciò non avviene perché manca un servizio capillare di medici che possano visitare i pazienti a domicilio. Questo porta a un numero di ricoveri ospedalieri più alto del necessario, sovraccaricando le strutture sanitarie.
I sintomi, come riconoscerla – La polmonite è un’infezione polmonare che può iniziare con sintomi simili a quelli di un’influenza, ma poi peggiorare. I segnali più comuni sono febbre alta, brividi, tosse (secca o con catarro), difficoltà respiratoria e dolore al petto. Spesso provoca anche affaticamento, mal di testa e perdita di appetito. Negli anziani può manifestarsi con confusione mentale e sonnolenza, mentre nei bambini con difficoltà nell’alimentazione. La malattia può essere batterica, virale o atipica, e se non trattata può portare a complicazioni gravi. È fondamentale riconoscere i sintomi e rivolgersi al medico in caso di febbre persistente o problemi respiratori. Una diagnosi precoce aiuta a gestire meglio la patologia e a ridurre i rischi.
Il vaccino – I vaccini contro influenza e pneumococco potrebbero prevenire molte forme di polmonite, ma vengono utilizzati ancora troppo poco. La vaccinazione antinfluenzale, ad esempio, copre solo il 18,9% della popolazione, lasciando scoperti molti soggetti a rischio. Questo è un problema non solo per la salute individuale, ma anche per il sistema sanitario, che si trova a dover gestire un alto numero di ricoveri evitabili.
L’attore Gene Hackman e la moglie Betsy Arakawa trovati morti in casa
Gene Hackman con la moglie Betsy Arakawa
Eugene Allen Hackman, detto Gene (San Bernardino, 30 gennaio 1930 – Santa Fe, 26 febbraio 2025), è stato un attore e scrittore statunitense. Vincitore di due Oscar su cinque candidature, quattro Golden Globe (di cui uno alla carriera),due BAFTA, un Orso d’argento e molti altri premi.
A confermarlo, ai media statunitensi, è stato lo sceriffo della capitale del New Mexico
Gene Hackman e la moglie Betsy Arakawa agli Oscar e in una paparazzata che risale al 29 marzo 2024, foto da X
Gene Hackman e la moglie Betsy Arakawa sono stati trovati morti, insieme al loro cane, nella loro casa a Santa Fe, New Mexico. A confermarlo è stato lo sceriffo della contea ai media statunitensi. I corpi senza vita sono stati trovati poco dopo la mezzanotte di giovedì 27 febbraio. Al momento non sono ancora note le cause del decesso e non sarebbero stati trovati evidenti segni di violenza sui due e nell’abitazione.
L’attore aveva 95 anni, la moglie, una pianista, 63. Lo sceriffo Adan Mendoza non ha fatto ipotesi sulla causa di morte. Da circa 20 anni Hackman si era ritirato dalle scene: il suo ultimo film risale al 2005. Nel 2021 aveva accettato di essere fotografato da Jems L. Neibaur, che pubblicando lo scatto aveva spiegato: “Gene Hackman si è ritirato dal mondo della recitazione 17 anni fa, ma recentemente si è fatto scattare questa foto per mostrare che a 91 anni è vivo e sta bene, e vive in New Mexico. Va ogni giorno in bicicletta e rimane attivo e impegnato con hobby e amici”. Dal suo primo matrimonio con Fay Maltese, finito nel 1986 dopo quasi 30 anni,Gene ha avuto tre figli: Elizabeth, Cristopher e Leslie Ann.
Le ultime foto di Hackman risalgono, però, al 29 marzo 2024, si tratta di una paparazzata. L’attore era stato visto insieme alla moglie mentre faceva una passeggiata. I segni dell’età erano ben visibili sul suo volto.
La carriera di Gene Hackman – Il 30 gennaio scorso Hackman aveva compiuto 95 anni. Noto per il suo carattere solitario, ha recitato la prima volta in un film nel 1967 in “Bonnie e Clide“. Una carriera lunghissima costellata di grandi successi e due Oscar vinti. Il grande pubblico lo ricorda per le sue interpretazioni in “Senza via di scampo“, “Mississippi Burning – Le radici dell’odio”, “Lo spaventapasseri”, “Il braccio violento della legge“, “La giuria”, “Potere assoluto” e come non citare “Piume di struzzo” e “Frankenstein Junior”.
Candidato per ben quattro volte agli Oscar ne ha poi vinti due (con “Il braccio violento della legge” e “Gli spietati“), è stato poi premiato con quattro Golden Globe (di cui uno alla carriera), due BAFTA, un Orso d’argento e molti altri premi.
Lo Spid diventa a pagamento: Aruba è il primo provider a chiedere 6 euro all’anno
Aruba ha annunciato che il suoservizio Spid, finora gratuito, diventerà a pagamento a partire da maggio 2025. Gli utenti che desiderano rinnovare la propria identità digitale dovranno dunque pagare un canone annuale di 5,98 euro. La notizia è stata confermata dalla stessa azienda attraverso una comunicazione ufficiale inviata ai clienti via email.
Secondo quanto dichiarato da Aruba, l’introduzione di un costo per il rinnovo del servizio Spidè motivata dalla necessità di garantirne la sostenibilità economica e di supportarne l’evoluzione tecnologica. Questa decisione si inserisce in un contesto più ampio che riguarda il futuro dello Spid in Italia e il suo possibile passaggio a un modello a pagamento da parte di tutti i gestori.
L’ipotesi di uno Spid a pagamento si era già fatta strada a causa della mancanza di fondi governativi promessi nel 2023. Il governo aveva infatti previsto un finanziamento di 40 milioni di euro per sostenere il sistema per altri due anni, ma tale stanziamento non è mai stato finalizzato. Questo ha portato i gestori privati, come Aruba, a cercare soluzioni alternative per coprire i costi di gestione del servizio.
Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, ha più volte espresso una preferenza per la Carta d’Identità Elettronica (Cie)rispetto allo Spid, considerandola una soluzione più adatta per la digitalizzazione dell’identità a livello europeo. Il mancato finanziamento dello Spid potrebbe quindi essere interpretato come un segnale della volontà del governo di favorire la diffusione della Cie, spingendo gradualmente gli utenti verso questa alternativa.
Allo stato attuale si tratta comunque di speculazioni e la stessa decisione di Aruba, almeno ufficialmente, non è collegata ai fondi governativi. L’azienda ha sottolineato che il servizio è stato gratuito per sette anni e che il nuovo modello di pagamento si rende necessario per garantire la continuità e l’efficienza del sistema.
L’annuncio di Aruba solleva comunque interrogativi sul futuro dell’identità digitale in Italia e sulla possibilità che anche altri provider Spid possano seguire la stessa strada. Se il governo non dovesse intervenire con nuovi finanziamenti, è probabile che il servizio diventi a pagamento per tutti gli utenti, modificando radicalmente lo scenario attuale e spingendo sempre più cittadini verso l’adozione della Cie.
Al momento, non sono state annunciate variazioni per altri gestori di Spid, ma la decisione di Aruba potrebbe rappresentare un precedente significativo.
È bene comunque sottolineare la differenza tra i due servizi. Spid fa riferimento all’Agid(Agenzia per l’Italia Digitale), mentre Cie al ministero dell’Interno. L’infrastruttura nel primo caso è gestita dagli IdP (Identity Provider) che sono entità private o pubbliche, mentre nel secondo caso dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (IPZS).
I fornitori tecnologici (IdP) di Spid sono quindi più di uno, mentre quello di Cie è uno soltanto, IPZS. Ciò significa che è possibile avere una credenziale Spid per ogni IdP (quindi anche più di uno sullo stesso smartphone) mentre è possibile avere (ovviamente) una sola Cie.
Quest’ultima può essere richiesta solo in Comune, in presenza, anche perché è necessario rilasciare le impronte digitali del soggetto richiedente.
Lo Spid si può richiedere invece agli sportelli degli IdP (ad esempio quelli di Poste Italiane), oppure online in diverse modalità (con riconoscimento in call conference, con firma digitale, mediante Cie, solo per citarne alcuni).
Il costo di Spid varia in base all’IdP e alla modalità di riconoscimento (se in self-service con firma digitale o CIE, ad esempio, solitamente il costo è nullo), mentre il costo di CIE è 16.79 euro, a cui sommare i costi di segreteria decisi dal singolo Comune.
Entrambi i sistemi sono pronti per entrare nel wallet digitale europeo, un sistema comune di identità digitale già da tempo oggetto di dibattito, con posizioni non sempre convergenti rispettivamente alla tecnologia da utilizzare, agli appalti da assegnare, alle regole da definire.
In ogni caso, la palla passa adesso al governo Italiano, che dovrà decidere se finanziare nuovamente lo Spid o se se la transizione verso un modello a pagamento diventerà inevitabile.
A Chiné non basta il labiale per procedere. I nerazzurri sono sicuri che l’attaccante non abbia proferito espressioni blasfeme nel dopopartita con la Juve
Lautaro Martinez. Getty
Lautaro è ancora nel mirino della Procura della Figc. Dopo la sconfitta contro la Juve all’Allianz, infatti, l’attaccante argentino era finito nel mirino per una presunta bestemmia. Al momento a Via Campania hanno ricevuto solamente il video con il labiale, ma il pm Giuseppe Chinè deve avere la certezza che Lautaro non abbia mai pronunciato una frase simile. Da qui, la ricerca dell’audio. Un eventuale giudizio, comunque, non inciderà sulla sfida scudetto contro il Napoli di sabato prossimo. Questione di tempi: l’inchiesta ordinaria non prevede tempi brevi per questo tipo di cose.
la smentita pubblica – L’Inter si dice tranquilla e serena, tant’è che dopo la vittoria contro il Genoa ne Lautaro ne ha parlato pubblicamente: “Non ho mai bestemmiato, quanto è successo mi ha dato fastidio. Cerco di imparare e trasmettere rispetto anche ai miei figli. Chi mi conosce sa che persona e che padre sono. Mi sento tranquillissimo“.
Dissimulato il dissesto economico per poter partecipare al campionato
Luca Campedelli
Il Gip del Tribunale di Verona ha chiesto il rinvio a giudizio per bancarottafraudolenta nei confronti di Luca Campedelli, allora amministratore unico dell’AC Chievo Verona srl, fondata nel 1984 e attualmente in fallimento.
Le indagini – Le indagini della guardia di finanza, coordinate dalla locale procura, hanno permesso di scoprire un meccanismo fraudolento attraverso il quale l’amministratore avrebbe sistematicamente presentato una situazione economica di apparente benessere della società, dissimulando il dissesto e l’erosione del patrimonio: in questo modo il Chievo Verona ha potuto restare iscritto al campionato di calcio, anche se non aveva i requisiti necessari.
Le vendite – Al centro delle indagini ci sono anche le “fittizie” cessioni di calciatori alle squadre del Cesena e del Carpi, effettuate a prezzi non conformi ai valori del mercato.
I giocatori, in realtà, venivano venduti esclusivamente in maniera cartolare, senza mai spostarsi all’altra squadra: così il Chievo poteva registrare ingenti plusvalenze, per oltre 35 milioni di euro. Rientrano nel meccanismo delle plusvalenze anche alcune operazioni riguardanti la cessione del marchio Chievo, appositamente rivalutato, e il conferimento del ramo d’azienda comprendente il terreno del campo sportivo Bottagisio.
Viene contestata anche la distrazione dalle casse della squadra di oltre 200mila euro da parte dell’amministratore unico per scopi estranei alle finalità d’impresa, oltre al mancato adempimento degli oneri tributari e previdenziali dal 2014 fino alla data del fallimento per oltre 34 milioni di euro.
Il Cile è rimasto al buio. Un’improvvisa interruzione del servizio elettrico ha colpito oltre l’80 per cento delle utenze nel paese sudamericano, generando un vasto black-out a livello nazionale. L’interruzione di energia si è verificata oggi intorno alle 15:16 (ora locale, le 19:16 in Italia), interessando diverse comuni di Santiago e varie regioni del paese, da Arica fino a Los Lagos. L’organismo, responsabile del funzionamento delle infrastrutture elettriche, ha comunicato attraverso il suo account X che l’emergenza ha provocato una “perdita di energia in diverse regioni del paese“. Il Servizio Nazionale per la Prevenzione dei Disastri (Senapred) ha confermato la situazione, dichiarando che il problema sta coinvolgendo gran parte del Paese. Secondo le autorità, il blackout interessa il 98,5 per cento del paese, colpendo oltre 19 milioni di persone
In risposta all’emergenza, il governo ha convocato con urgenza una riunione del Comitato per la Gestione dei Rischi e dei Disastri (Cogrid) per coordinare gli interventi necessari. Il presidente Gabriel Boric si è recato presso il Centro di Gestione Operativa della Polizia per monitorare personalmente l’evolversi della situazione, come comunicato dall’ufficio stampa del governo.
Nuova allerta meteo diramata dalla Protezione Civile, atteso maltempo nella giornata di mercoledì 26 febbraio 2025
Allerta meteo della Protezione Civile
Nuova allerta meteo in Italia, ecco le zone interessate dal provvedimento e il bollettino della Protezione Civile
Il maltempo continua ad affliggere l’Italia e per la giornata di domani, mercoledì 26 febbraio 2025, la Protezione Civile ha diramato un’allerta meteo che interessa il nostro Paese: una nuova ondata di pioggia, neve e forte vento coinvolgerà diverse regioni dello Stivale e la Protezione Civile ha emesso un nuovo provvedimento per tutelare gli spostamenti dei cittadini. Ecco tutti i dettagli e quali sono i territori coinvolti dal provvedimento, come recita il bollettino della Protezione Civile.
Il bollettino di mercoledì 26 febbraio 2025 – Precipitazioni:
– da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Friuli Venezia Giulia e settori più occidentali della Campania, con quantitativi cumulati da moderati a puntualmente elevati;
– sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Lazio meridionale, resto di Campania, Basilicata settentrionale ed occidentale e su Veneto settentrionale, con quantitativi cumulati moderati;
– da isolate a sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Lombardia sud-orientale, Emilia-Romagna, resto di Veneto, Toscana settentrionale, orientale e meridionale, Lazio settentrionale, Abruzzo, Molise, Puglia centro-settentrionale, resto di Basilicata e Sicilia nord-orientale, con quantitativi cumulati deboli o puntualmente moderati;
Nevicate: al di sopra dei 1200-1400 m sui settori alpini del Triveneto con apporti al suolo moderati.
Visibilità: nessun fenomeno significativo.
Temperature: in locale sensibile aumento le massime sul Nord-Ovest.
Venti: da forti a burrasca nord-occidentali sulla Sardegna; forti settentrionali sui settori alpini occidentali con raffiche di Fohen nelle valli adiacenti e localmente forti settentrionali su Liguria e Appennino settentrionale. Tendenti a forti occidentali sulla Sicilia centro-occidentale.
Mari:da agitato a molto agitato il Mar di Sardegna; molto mosso, tendente ad agitato, il Canale di Sardegna; tendenti a molto mossi i restanti bacini occidentali e il basso Adriatico.
L’allerta meteo – Per la giornata di domani, Mercoledì 26 febbraio 2025:
ORDINARIA CRITICITA’ PER RISCHIO IDRAULICO / ALLERTA GIALLA:
Se dal punto di vista dei risultati il Manchester United è in una situazione di profonda crisi, anche sul fronte finanziario i Red Devils viaggiano in acque tutt’altro che tranquille. Il numero uno del club inglese Jim Ratcliffe ha, infatti, deciso di tagliare i costi e di ridurre gli investimenti.
L’imprenditore britannico ha già licenziato 250 dipendenti del Manchester United e non è intenzionato a fermarsi. Secondo quanto riferisce il Daily Mail, l’idea di Ratcliffe è quella di ridurre il personale di circa altre duecento unità, per abbattere i costi. Il settore che verrà maggiormente ridimensionato sarà quello alimentare, con i dipendenti che non potranno più beneficiare della mensa. Solamente i giocatori, infatti, riceveranno il pranzo gratuitamente, mentre al personale verrà offerta frutta, zuppa e pane.
L’amministratore delegato del club, Omar Berrada ha spiegato che queste scelte sono state prese per il bene del club: “Siamo profondamente dispiaciuti per l’impatto sui colleghi colpiti. Tuttavia, queste scelte difficili sono necessarie per rimettere il club su una base finanziaria stabile. Abbiamo perso denaro negli ultimi cinque anni. Questo non può continuare. Le nostre due priorità principali, come club, sono garantire il successo in campo per i nostri tifosi e migliorare le nostre strutture. Non possiamo investire in questi obiettivi se perdiamo continuamente denaro“. Il tecnico Amorimsi è, poi, scusato della situazione, assumendosi grandi colpe per le condizioni in cui versa oggi il Manchester: “Dobbiamo affrontare tutti i problemi del club, ma un aspetto importante di questo momento è capire come siamo arrivati a questa situazione e ha molto a che fare con la mancanza di successo della squadra di calcio, perché noi siamo il motore di ogni club calcistico. Voglio solo aiutare il club nel mio settore, che è migliorare la squadra e migliorare i giocatori per avere successo“.
DISASTRO IN CAMPIONATO – I numeri della stagione del Manchester parlano chiaro e sottolineano un andamento quasi da retrocessione per Zirkzee e compagni. Allo stato attuale, infatti, i Red Devils occupano la 15esima posizione della classifica, a soli 13 punti di vantaggio sulla zona retrocessione. Molto peggio dello United stanno facendo Ipswich Town, Leicester e Southampton, che viaggiano su ritmi quasi mai visti in Premier League (tra i 9 e i 17 punti).
Nel 2018 un deragliamento provocò tre morti e oltre 200 feriti. I pm hanno chiesto cinque condanne, tra cui 8 anni e 4 mesi per l’ex ad di Rfi Gentile
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A oltre sette anni dall’incidente ferroviario di Pioltello, oggi i giudici di Milano dovrebbero entrare in camera di consiglio per formulare la sentenza di primo grado.
Il 25 gennaio del 2018, in seguito al deragliamento del treno regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi, morirono tre donne e oltre 200 persone rimasero ferite o subirono traumi psicologici.
Le accuse per ex dirigenti, dipendenti e tecnici di Rete ferroviaria italiana sono di disastro ferroviario colposo, omicidio e lesioni colpose e “omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro“. Cinque le condanne chieste dai pm, tra cui 8 anni e 4 mesi di reclusione per Maurizio Gentile, ex ad di Rfi, e per l’ex direttore di Produzione Umberto Lebruto.
Per Vincenzo Macello, ex direttore territoriale della Lombardia, sono stati chiesti 7 anni e 10 mesi, mentre per Andrea Guerini, ex responsabile delle Linee Sud della Dtp di Milano, e per Marco Albanesi, ex responsabile dell’Unità di Brescia, 6 anni e 10 mesi.
Chiesta invece l’assoluzione per altri tre dirigenti: Moreno Bucciantini, Ivo Rebai e Marco Gallini. Per Rfi è stata proposta una sanzione pecuniaria di 900mila euro.
I giudici si sono riuniti per ore in camera di consiglio prima di esprimere la sentenza di primo grado
Le immagini dell’incidente
A sette anni da quella tragica mattina, il Tribunale di Milano si è espresso suldisastro ferroviario di Pioltello. La sentenza di primo grado è stata pronunciata al termine di un lungo confronto in camera di consiglio, riunitosi intorno alle 10.30 di martedì. Otto assoluzioni e una condanna. Questo il verdetto del collegio della quinta sezione penale.
La sentenza – Quasi tutti gli imputati sono stati assolti dai giudici milanesi. Le accuse, a vario titolo, sono di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo e lesioni colpose. La corte ha assolto l’ex amministratore delegato di Rfi, Maurizio Gentile, per cui la procura aveva chiesto 8 anni e 4 mesi, stessa richiesta fatta anche per Umberto Lebruto, allora direttore produzione di Rfi, e anch’esso assolto. Stesso verdetto per Vincenzo Macello, ex direttore della Direzione territoriale produzione di Milano e Andrea Guerini. L’unico condannato è Marco Albanesi, l’allora responsabile dell’unità manutentiva di Brescia di Rfi. Anche la stessa Rfi – per cui i pm avevano proposto una sanzione pari a 900mila euro – è stata assolto ‘per insussistenza del reato presupposto‘. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni.
La tesi della procura – Secondo le indagini, a causare il deragliamento fu un giunto in “pessime condizioni” che portò alla rottura di un pezzo di rotaia per 23 centimetri. Secondo i pmLeonardo Lesti e Maura Ripamonti il tutto sarebbe legato a una serie di omissioni nella manutenzione. Ripamonti e Lesti avevano chiesto cinque condanne tra cui quella per Maurizio Gentile, ex amministratore delegato di Rfi, e Umberto Lebruto, ex direttore di produzione. Per entrambi 8 anni e 4 mesi. Per l’ex direttore territoriale della Lombardia, Vincenzo Macello, erano stati chiesti 7 anni e 10 mesi. Per Andrea Guerini e Marco Albanesi 6 anni e 10 mesi.
La difesa – L’avvocato Ennio Amodio, che rappresenta Rfi, ha spiegato che se gli operai avvertono un danno hanno il potere di intervenire e chiedere la sospensione della circolazione” e “conoscevano bene ciò che andava fatto, ma per varie ragioni si sono spostati dalle procedure di sicurezza“.
Il disastro ferroviario – Il 25 gennaio 2018 il treno regionale 10452 di Trenord Cremona-Milano Porta Garibaldi, con a bordo 350 viaggiatori, è deragliato all’altezza di Pioltello. Erano le 6.57. Di quelle 350 persone oltre 200 rimasero ferite e tre di loro morirono. Pierangela Tadini, 51 anni, originaria di Caravaggio ma da anni residente a Vanzago. Giuseppina Pirri, 39enne di Cernusco sul Naviglio e che da un po’ si era trasferita a vivere Capralba insieme alla sorella e ai genitori. Infine, Maddalena Milanesi, 61 anni, dottoressa dell’ospedale Carlo Besta di Milano.
Un boato, poi le fiamme. Allarme ieri mattina all’interno di un’azienda edile di Nava, frazione di Colle Brianza, dove si è sviluppato un incendio, probabilmente a causa di un problema ad una bombola a gas per saldature. Un 68enne è stato soccorso dai sanitari di Areu e dai volontari della Croce bianca di Merate, che lo hanno trasferito in ospedale a Lecco: nulla di grave per fortuna, solo un forte stato di agitazione. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di diverse squadre. Per il timore di possibili esalazioni tossiche a quanti abitano e lavorano in zona è stato raccomandato di indossare mascherine ffp2, di non aprire le finestre e di restare per quanto possibile al chiuso. I tecnici di Arpa del dipartimento di Lecco e Sondrio hanno poi verificato con la loro strumentazione portatile che non sussistevano pericoli. Notizie rassicuranti anche sull’eventuale contaminazione con l’acqua usata per spegnere l’incendio, che invece è stata quasi tutta raccolta, senza filtrare nel terreno. Paura pure per la copertura in amianto del capannone dove si è innescato il rogo, che però non avrebbe danneggiato il tetto. D.D.S.
Sono i dati del monitoraggio settimanale dell’Osservatorio Pedoni Asaps – Sapidata: 43 decessi a gennaio, quando nello stesso mese del 2024 furono 31
Sono 71 i pedoni morti da inizio 2025. Si tratta di 49 uomini e 22 donne, di cui ben 37 avevano più di 65 anni, oltre la metà del totale. Sono i dati del monitoraggio settimanale dell’Osservatorio Pedoni Asaps – Sapidata che evidenziano come siano stati 43 i decessi nel mese di gennaio, quando nello stesso mese del 2024 furono 31. Ventotto i decessi finora a febbraio.
La Lombardia arriva a quota 15 decessi. Poi il Lazio con 10, di cui ben 5 a Roma, Emilia Romagna e Veneto con 6. Seguono Toscana, Piemonte e Campania con cinque pedoni morti da inizio anno. Va ricordato che nel 2023 sono morti 485 pedoni, come comunicato da Istat, mentre la stima preliminare Asaps del 2024 ha contato 475 decessi sulle strade italiane.
Gli investimenti mortali avvenuti sulle strisce pedonali sono stati complessivamente 38 dal 1° gennaio. In questa settimana, cinque morti, tra cui una bambina di 10 anni, uccisa a Creazzo nel vicentino da un conducente ubriaco che l’ha investita sul marciapiede.
Le due tifoserie, nel viaggio per seguire le rispettive squadre in trasferta, si sono ritrovate sull’Autogrill Versilia ed è stato il caos
Si sono ritrovati all’Autogrill Versilia, sull’autostrada A12, in direzione Genova, all’altezza di Marina di Pietrasanta. I tifosi del Perugia diretti a Chiavari, per seguire il Grifo in trasferta contro la capolista Entella. E quelli della Lucchese, squadra attualmente in zona playout proprio insieme al Perugia, diretti a Sestri Levante, per la trasferta della loro squadra.
Ne è nata una maxi rissa, che ha coinvolto circa duecento persone. Davanti agli automobilisti sbigottiti, che hanno visto del fumo dalla zona dell’autogrill. Poi fumogeni ed aste che sono stati lanciati dall’area dell’autogrill anche sulla strada., dove si era spostata parte dei tifosi. Tanto che la polizia ha dovuto chiudere un tratto di strada, per sgomberarla e per la seguente pulizia.
Proprio l’arrivo delle forze dell’ordine ha fatto dileguare i tifosi coinvolti. Sono in corso indagini da parte della polizia. Ma una parte dei tifosi che avevano il biglietti per seguire Entella – Perugia non sono arrivati a Chiavari.
Un episodio molto grave, che avrà conseguenze non solo per le persone coinvolte che saranno individuate, ma anche con provvedimenti per le prossime partite.
L’incidente durante la partita Pro Sesto-Chievo del girone B di serie D. L’uomo di 31 anni è caduto da un’altezza di 4 metri
Il volo nel vuoto dagli spalti. La caduta da un’altezza di almeno quattro metri. Poi la corsa in ospedale. Un tifoso del Chievo Verona è rimasto gravemente ferito oggi pomeriggio dopo essere caduto dal settore ospiti dello stadio Breda di Sesto San Giovanni, dove si disputava la partita tra gli scaligeri e i padroni di casa della Pro Sesto, valida per la 29esima giornata del girone B di serie D.
L’incidente è avvenuto alle 16.30, alla fine della gara.L’ultrà del Chievo, un italiano di 31 anni, si sarebbe sporto dalla balaustra e avrebbe perso l’equilibrio. Soccorso dai medici del 118, allertati dagli altri presenti, l’uomo è stato trasportato in codice rosso al pronto soccorso del Niguarda: le sue condizioni sono gravi. Nella caduta, il tifoso veronese ha riportato un trauma cranico e altre ferite al volto: è in coma farmacologico e la prognosi è riservata.
La dinamica ricorda tragicamente la morte di Raffaele Carlomagno, l’ultrà della Pro Patria che era caduto all’interno dello stadio Silvio Piola di Novara lo scorso 25 gennaio, al termine della partita tra la squadra locale e la formazione di Busto Arsizio. Carlomagno, operaio di 41 anni, residente a Lonate Pozzolo, si era spento dopo nove giorni di agonia in ospedale.
L’attaccante non ha mai perso conoscenza, in ospedale per accertamenti
Kean
Moise Kean esce in barella durante Verona-Fiorentina e viene trasportato in ospedale per accertamenti dopo un colpo al cranio. “Il calciatore Moise Kean, nel corso della partita contro il Verona, ha riportato un trauma cranico. Il calciatore è in ospedale per accertamenti“, la nota della Fiorentina.
L’attaccante viola è rimasto a terra dopo un brutto scontro con due giocatori del Verona. Kean è stato colpito al volto dal ginocchio di un giocatore avversario. Il bomber, rimasto a terra, è stato medicato dallo staff viola per suturare la ferita sull’arcata sopraccigliare ed è rientrato in campo con un vistoso turbante. L’attaccante viola ha provato a proseguire, ma dopo qualche minuto si è accasciato a terra ed è uscito in barella come da prassi e trasportato in ospedale per gli accertamenti. L’attaccante non ha mai perso conoscenza, anche se è dovuto uscire dal campo con una fascia che gli immobilizzava il collo, al 67′ sostituito da Richardson.
Kean portato via in ambulanza – Repubblica (foto di Matteo Dovellini)
Resterà per sempre il cantante di “Bandiera gialla“, canzone simbolo della musica leggera degli anni ’60:Gianni Pettenati è morto nella sua casa di Albenga (Savona) all’età di 79 anni. L’annuncio della scomparsa, avvenuta nella notte, è stato dato con un post sui social dalla figlia Maria Laura: “Nella propria casa, come voleva lui, con i suoi affetti vicino, con l’amore dei suoi figli Maria Laura, Samuela e Gianlorenzo e l’adorato gatto Cipria, dopo una lunga ed estenuante malattia, ci ha lasciato papà. Non abbiamo mai smesso di amarti. Ti abbracciamo forte. Le esequie si terranno in forma strettamente riservata“. continua a leggere
Al “Maradona” dalla Lombardia soltanto i tifosi in possesso della tessera del tifoso del Napoli
I residenti in Lombardia, anche se in possesso della ‘tessera del tifoso’ nerazzurra, non potranno acquistare biglietti per Napoli-Milan, che si disputerà allo stadio Maradona di Napoli domenica 2 marzo. Lo ha disposto il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, in considerazione della potenziale pericolosità dell’incontro visti i trascorsi delle due tifoserie.
La prescrizione non riguarda, però, i residenti in Lombardia dotati della ‘tessera del tifoso‘ del Napoli: costoro potranno regolarmente acquistare i biglietti. I tagliandi del settore ospiti saranno invece venduti soltanto ai possessori della ‘tessera del tifoso‘ dell’Inter, purché sottoscritta prima del 17 febbraio e non residenti in Lombardia.
Il tifoso morto nel 2018 – A ottobre del 2024, il prefetto di Milano, in occasione di Inter-Napoli, aveva assunto unprovvedimentoidentico e speculare, ‘vietando‘ lo stadio di San Siro a tutti i tifosi residenti in Campania, a meno che non fossero in possesso della ‘tessera del tifoso‘ interista. Tutti ricordano il precedente del 26 dicembre 2018, quando le due tifoserie si affrontarono con violenza in via Novara e l’epilogo fu tragico: morì il tifoso del Varese (che si trovava insieme agli interisti)Daniele Belardinelli.
È successo nella mattinata di venerdì 21 febbraio in un capannone di via Don Luigi Sturzo ad Abbiategrasso. Sul posto i vigili del fuoco e il 118
Il crollo nel capannone
Il boato improvviso, poi la pioggia di calcestruzzo e macerie. Parte del tetto di un capannone di una fabbrica di via Don Luigi Sturzo ad Abbiategrasso (hinterland Ovest di Milano) è collassato sui macchinari della ditta nella mattinata di venerdì 21 febbraio. Miracolosamente non ci sono stati feriti.
Tutto è accaduto intorno alle 9.30 all’interno di un’azienda che si occupa dell’assemblaggio di motori elettrici, come riportato dall’agenzia regionale di emergenza urgenza (Areu). Secondo una primissima ricostruzione a cedere è stata una trave che si trovava a metà del capannone. Per cause in via di accertamento il calcestruzzo ha ceduto innescando il crollo. Cemento e i pannelli di copertura del tetto sono rovinati al suolo, all’interno del sito produttivo, a pochi metri dal carroponte.
Immediatamente è scattato l’allarme, sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco dei comandi provinciali di Milano e Pavia con quattro mezzi. Non solo, sono intervenuti anche i soccorritori del 118 con un’ambulanza e due automediche in codice rosso. Fortunatamente non si sono registrati feriti, ma due uomini sono stati valutati dai soccorritori e hanno rifiutato le cure.
I pompieri hanno valutato la stabilità dell’edificio che al termine degli accertamenti è stato dichiarato inagibile. Per il momento non è chiaro come si sia potuto innescare il crollo. Sul caso sono in corso accertamenti anche da parte dei carabinieri della compagnia di Abbiategrasso.
Brutto episodio nel giovedì di Europa League. Durante il ritorno dei playoff tra Anderlecht e Fenerbahce ci sono stati dei disordini sugli spalti che hanno portato l’arbitro a sospendere la partita. Tensione alle stelle allo stadio Lotto Park, dove alcuni disordini hanno portato alla sospensione della partita tra la squadra belga e gialloblù di Josè Mourinho.
ANDERLECHT-FENERBAHCE SOSPESA, COS’E’ SUCCESSO– La rissa è scoppiata tra i tifosi delle due squadre posizionati nelle tribune centrale come testimoniano alcuni video pubblicati sui social, l’arbitro ha visto quello che stava succedendo e così dopo sette minuti di gioco ha deciso di interrompere la partita. E i giocatori sono tornati negli spogliatoi, in attesa che venisse ristabilita la tranquillità e che tornasse tutto sotto controllo. Dopo circa 20 minuti i calciatori sono rientrati in campo, e la situazione sugli spalti è, almeno temporaneamente, rientrata.
🟢 Anderlecht-Fenerbahçe maçında tribünde yaşanan bu kavga sonrası, hakem heyeti soyunma odasına gitti ve maça 15 dakika ara verildi.
Lingua originale: turco. Traduzione diGoogle : Dopo questa rissa sugli spalti durante la partita Anderlecht-Fenerbahçe, la squadra arbitrale si è recata negli spogliatoi e la partita è stata sospesa per 15 minuti.
Dopo il secondo gol di Dybala, alcuni portoghesi hanno provato a entrare in contatto con i romanisti: aggrediti gli steward intervenuti, gli agenti hanno riportato la calma
Se nel prepartita tutto era filato liscio, dopo il secondo gol di Dybala nel settore ospiti del Porto è scoppiato il putiferio nonostante l’assenza di spettatori nella parte della curva Nord occupata dai romanista, chiusa per squalifica dall’Uefa. Gli ultras portoghesi non hanno preso bene gli sfottò della Tribuna Monte Mario dopo la doppietta dell’argentino. Qualcuno di loro ha provato a scavalcare la vetrata per venire a contatto con i tifosi romanisti. Immediato l’intervento degli steward. A quel punto però è scoppiata una gigantesca rissa che ha visto coinvolti almeno 10 ultras del Porto con gli steward pericolosamente schiacciati sul vetro.
TENSIONE – Dopo un paio di minuti sono intervenuti altri agenti di polizia che hanno provato a riportare la calma. Ma il lancio di oggetti da parte dei tifosi del Porto non si è placato e molti di loro è stato portato all’esterno dello stadio dai poliziotti. Da ricordare che la tifoseria portoghese è gemellata con quella della Lazio. Qualche minuto dopo, apprensione anche in Curva Sud ma per un malore che ha visto coinvolto un ragazzo: anche in questo caso immediato l’intervento dei servizi di soccorso. Da valutare le sue condizioni.
Nel weekend la circolazione dei treni sarà regolare
Frecciarossa – Ipa
Niente stop ai treni il 22 e il 23 febbraio 2025. È stato revocato lo sciopero nazionale del personale del Gruppo Fs Italiane, indetto inizialmente da alcune sigle sindacali autonome dalle ore 21 di sabato 22, alle ore 21 di domenica 23 febbraio. Per i giorni indicati la circolazione dei treni sarà dunque regolare. E’ quanto si legge in una nota delle Fs.
L’ex attaccante Luca Toni, presente per Prime Video al Philips Stadion di Eindhoven per commentare il ritorno del playoff di Champions League tra il PSV e la Juventus, con i bianconeri eliminati, ha così parlato dopo il match: “Di solito la Juve non sbaglia le partite importanti. Oggi è stato errato l’atteggiamento, non ho visto la rabbia e la cattiveria. Fisicamente quelli del PSV andavano il doppio, è mancato qualche giocatore che prendesse per mano gli altri. Ho visto una squadra morta mentalmente, tranne per il palo di Vlahovic che poteva mettere tutti in pista. Ma il PSV ha assolutamente meritato, uno dei migliori in campo è stato Di Gregorio. I giovani? Ai tifosi non frega nulla, vogliono vincere”.
Juventus, Thiago Motta smentisce Locatelli: “Non abbiamo buttato via la qualificazione. Convinto delle mie scelte, le rifarei tutte”
La Juventus è fuori dalla Champions League. Fatale la sconfitta con il PSV per 3-1 ai tempi supplementari, che ha condannato i bianconeri all’eliminazione. Al termine della sfida, Thiago Motta ha parlato a Prime Video. Queste le sue dichiarazioni:
LA PARTITA – “Il PSV non voleva di più la qualificazione, non sono d’accordo. In alcune situazioni sono stati superiori, ma anche noi abbiamo creato. E’ stata una partita aperta, ma abbiamo fatto un po’ più di fatica“.
QUALIFICAZIONE BUTTATA? – “Locatelli ha detto che l’abbiamo buttata via? No, non sono d’accordo. Ci abbiamo provato fino all’ultimo, ma non siamo stati in grado di riprenderla e alla fine loro hanno meritato il passaggio“. Locatelli aveva parlato così nel post gara, prima delle dichiarazioni di Motta: “Fa male perché l’abbiamo buttata via. Siamo tutti responsabili Ci dobbiamo unire, ma fa molto male. Spiegazione? Non ne ho adesso. Hanno giocato meglio, hanno voluto di più la qualificazione. Hanno meritato di vincere”.
I CAMBI – “Sono convinto di tutte le scelte che ho fatto. Koopmeiners ieri aveva la febbre, ha giocato 60 minuti e poi mi ha chiesto il cambio. Anche Cambiaso non stava troppo bene e mi ha chiesto di uscire. Gli altri sono entrati per cercare di aiutare la squadra”.
RIPARTIRE SUBITO – “Ripartiremo dal lavoro. Domenica andiamo a Cagliari e dobbiamo affrontare le difficoltà. Oggi è stata più complicata e abbiamo fatto più fatica. Dobbiamo digerire la sconfitta perché fa molto male“.
93 milioni di euro. Non stiamo dando i numeri: questa è la ragguardevole cifra che la Fiorentina dovrà sborsare se deciderà di far valere tutti i riscatti (più i relativi bonus) dei calciatori che in questo momento vestono la maglia viola in prestito da altre società. Gudmundsson, Zaniolo, Fagioli, Colpani, Adli, Bove, Gosens, Folorunsho, Cataldi. Nove giocatori che sono, o sono stati, di importanza fondamentale nel corso della stagione, ma è chiaro che la Fiorentina, da qui a giugno, dovrà valutare attentamente chi merita più di altri di poter vestire la maglia viola anche il prossimo anno. E l’impressionante cifra citata sopra fa pensare che per almeno alcuni di loro il futuro sarà altrove. I ROMANI– Questo è il caso di Edoardo Bove, la cui vicenda ha ovviamente chiuso ogni discorso sul possibile riscatto. Ma, nonostante il ruolo centrale nello scacchiere tattico di Palladino,per Danilo Cataldi il riscatto potrebbe non essere così certo. Classe ’94, Cataldi ha dato sfoggio di doti fisiche, oltre che balistiche e di palleggio, ma, di contro, una condizione fisica mai ottimale ne ha minato rendimento e minutaggio. Oggi il suo ritorno alla Lazio sembra più probabile di una sua permanenza alla Fiorentina, se le cose non dovessero sensibilmente migliorare.
GLI ALTRI – È ancora molto presto per capire cosa attenda coloro che sono arrivati a gennaio, anche se Folorunsho ha fatto vedere di avere doti piuttosto importanti a fronte di un riscatto (8 milioni) tutto sommato contenuto. Quasi certo del riscatto è Gosens, che per continuità e rendimento sta convincendo tutti, e la Fiorentina dovrebbe far valere il diritto di riscatto da 7 milioni. Per Yacine Adli, invece, ci saranno alcune valutazioni da fare.La Fiorentina può far valere il riscatto da poco più di 10 milioni di euro per acquistarlo definitivamente dal Milan, ma, come per Cataldi, anche il francese non ha dato grosse garanzie dal punto di vista fisico e una decisione da parte del club deve ancora essere presa. Molto dipenderà anche da come si chiuderà la stagione e dalle disponibilità economiche del club che ne deriveranno. CHI RISCHIA – Le situazioni più spinose, invece, riguardano i due calciatori da cui Firenze si aspettava grandi cose fin dal loro acquisto: Andrea Colpani e soprattuttoAlbert Gudmundsson. Il primo ha giocato praticamente tutte le partite dall’inizio della stagione senza mai riuscire a incidere o a far vedere sprazzi del talento mostrato a Monza. La Fiorentina ha speso 4 milioni per il prestito oneroso del ragazzo e dovrebbe pagarne 12 per il riscatto. La sensazione è che, se le cose dovessero continuare così,tornerà in Brianza. Ma la grande delusione stagionale è Gudmundsson, la cui annata è stata fin qui un autentico calvario a causa degli infortuni, l’ultimo dei quali – al coccige – lo terrà fuori per oltre un mese. La Fiorentina ha speso fin qui 8 milioni per il suo prestito, e altri 20 dovrebbe tirarne fuori per il suo eventuale riscatto.Una possibilità che oggi appare più lontanadi quanto ci si potesse aspettare a inizio stagione.
Martedì 18 febbraio 2025
Fiorentina, Gudmundsson e Colpani infortunati: c’è una frattura, i tempi di recupero
Brutte notizie per la Fiorentina che perde Gudmundsson e Colpani. Il club ha diramato un report medico sulle condizioni dei due infortunatisi nell’ultima partita persa al Franchi contro il Como.
LA NOTA – “ACF Fiorentina comunica che il calciatore Albert Gudmundsson è stato sottoposto nella giornata di oggi ad accertamenti diagnostici a seguito del trauma contusivo occorso durante la gara di campionato di domenica. Gli esami radiologici effettuati hanno evidenziato una frattura a carico del passaggio sacro-coccige. Il calciatore sarà rivalutato nel corso dei prossimi giorni. Il calciatore Andrea Colpani ha riportato, nel corso della partita di domenica, un trauma contusivo a carico del collo del piede destro, gia sede di infortunio tre settimane fa. A causa del nuovo trauma il calciatore osserverà qualche giorno di riposo assoluto prima di riprendere un lavoro individuale“. TEMPISTICHE– Preoccupa soprattutto l’ex Genoa. Per lui i tempi di recupero potrebbero essere di almeno un mese.
Un tragico incidente stradale è avvenuto fra Boara e Corlo (frazioni di Ferrara): un’auto si è scontrata contro un autobus di linea che stava trasportando studenti di ritorno da scuola
Un tragico incidente stradale è avvenuto fra Boara e Corlo (frazioni di Ferrara): un’auto si è scontrata contro un autobus di linea che stava trasportando studenti di ritorno da scuola.
Un morto e sette feriti. La vittima è una donna di 36 anni, la guidatrice della macchina che, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe invaso la corsia del bus. Il pullman, dopo l’incidente, è andato fuori strada, si è accasciato su un fianco ed è finito in un fosso. Fra i feriti, anche una donna incinta.
Contestate irregolarità nelle annate dal 2019 al 2021. Le accuse riguardano le presunte plusvalenze fittizie nella compravendita di Kostas Manolas e Victor Osimhen
Acquisto Osimhen, De Laurentiis interrogato dai pm di Roma
La Procura di Roma ha chiestoil rinvio a giudizio per il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, in cui si procede per il reato di falso in bilancio in relazione alle annate 2019, 2020 e 2021. Oltre al pesidente del club i pm di piazzale Clodio, Lorenzo Del Giudice e Giorgio Orano, chiedono il processo per la società calcistica e per il braccio destro del patron, Andrea Chiavelli. Al centro del procedimento presunte plusvalenze fittizienel trasferimento di Kostas Manolas nell’estate del 2019, acquistato dal Napoli Calcio dall’As Roma e poi ceduto all’Olympiacos nel 2022, e dell’acquisto dell’attaccante Victor Osimhen nel 2020 dalla squadra francese del Lille costato oltre 70 milioni di euro più 10 di bonus.
Danni ingenti alla struttura, ma i malviventi falliscono l’assalto alla cassaforte. Non è il primo attacco subito dal supermercato.
Una potente esplosione ha scosso la notte di Turate, dove un gruppo di malviventi ha tentato di forzare la cassaforte del Supermercato D’Ambros utilizzando bombole di gas come esplosivo. Il colpo, avvenuto poco prima della mezzanotte, ha provocato danni ingenti alla struttura, ma i banditi non sarebbero riusciti a mettere le mani sul bottino.
L’allarme è scattato immediatamente, richiamando sul posto le guardie del servizio di sicurezza, i carabinieri e i Vigili del Fuoco. Le forze dell’ordine stanno ora analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza per cercare di identificare i responsabili.
Non è la prima volta che il supermercato di Turate finisce nel mirino dei ladri. Già nel 2023 si era verificato un tentativo simile, anch’esso fallito. Gli inquirenti ipotizzano che dietro questi attacchi possa esserci la stessa banda, specializzata in assalti esplosivi alle casseforti.
Le indagini proseguono per ricostruire la dinamica esatta del colpo e individuare gli autori dell’attacco.