Euro 2020, a Londra code e folla davanti pub in attesa di Italia-Inghilterra


articolo: https://www.ansa.it/europei_2020/notizie/diario_azzurri/2021/07/11/europei-e-gia-febbre-a-londra-petardi-sotto-hotel-italia_79b08fb2-3f85-4aed-bd97-e291687cc95b.html

Verso mezzogiorno, hanno cominciato ad affluire i primi spettatori diretti allo stadio

E’ febbre altissima fin dalla tarda mattinata a Londra, malgrado le inquietudini suscitate dal rimbalzo di contagi Covid alimentato dalla variante Delta, per la finale degli Europei contro l’Italia in programma stasera (alle 20 locali, le 21 in Italia) a Wembley. La giornata, tendenzialmente nuvolosa con qualche previsione di pioggia intermittente, si è aperta con la deflagrazione di prima mattina di alcuni petardi e fuochi di artificio nella vicinanze dell’hotel che ospita la nazionale di Roberto Mancini, a quanto riferisce Sky News Uk, attribuendo la bravata a un gruppetto di tifosi inglesi, ma riportando informazioni di fonte italiana secondo cui il sonno degli Azzurri non risulta essere stato disturbato.

Poi, verso mezzogiorno, hanno cominciato ad affluire i primi spettatori diretti allo stadio, dove come per le semifinali sono ammesse oltre 65.000 presenze – mai così tante in un evento pubblico europeo dall’esplosione della pandemia -, ma anche verso le aree recintate con ingressi numerati della fan zone di Trafalgar Square e degli altri luoghi della capitale in cui sono stati installati maxi schermi. Pienone con largo anticipo, infine, pure in numerosi pub che offrono – con prenotazione obbligatoria – la visione della partita: dove si segnalano code già in corso.  

Spezia, Thiago Motta è il nuovo allenatore: “Non vedo l’ora di cominciare”


articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/spezia/2021/07/08/news/spezia_thiago_motta_e_il_nuovo_allenatore_non_vedo_l_oro_di_cominciare_-309557247/

L’italo-brasiliano ha firmato un contratto di tre anni: “Voglio trasmettere le mie idee ai ragazzi, far divertire i nostri tifosi e dare ogni giorno il massimo per centrare l’obiettivo che ci siamo prefissati“. Platek: “Colpiti dalla sua energia, dalla dedizione e dalla serietà

LA SPEZIA – Adesso c’è anche l’ufficialità, Thiago Motta è il nuovo allenatore dello Spezia. Prende il posto di Vincenzo Italiano che, dopo aver rinnovato, è andato alla Fiorentina per sostituire Gennaro Gattuso. L’ex Genoa, classe 1982, ha firmato un contratto triennale ed è alla sua seconda esperienza in Serie A. Ha guidato infatti il Grifone nel campionato 2019/20 rimpiazzando Andreazzoli ma, dopo 10 partite e con la squadra all’ultimo posto in classifica, è stato esonerato il 28 dicembre 2019.

“Felice e orgoglioso” – Adesso la sua nuova avventura ligure. “Sono davvero felice di essere qui e orgoglioso della fiducia riposta nei miei confronti della famiglia Platek, dal Direttore Pecini e da tutto il Club – le prime parole da spezzino di Thiago Motta -. Non vedo l’ora di iniziare questa nuova avventura e di conoscere i tifosi spezzini che si sono sempre contraddistinti per la loro passione. Voglio trasmettere le mie idee ai ragazzi, far divertire i nostri tifosi e dare ogni giorno il massimo per centrare l’obiettivo che ci siamo prefissati”.

Platek: “Colpiti dall’energia di Thiago Motta – Soddisfatto di aver raggiunto l’accordo con l’italo-brasiliano anche il presidente dello Spezia, Philip Platek: “Siamo molto felici di accogliere Thiago Motta e di affidargli la guida della nostra prima squadra – ha detto il dirigente americano -. Abbiamo valutato diversi candidati, ma siamo rimasti colpiti dall’energia, dalla dedizione e dalla serietà di Thiago Motta, che combina questi importanti valori che condividiamo con una filosofia calcistica di cui speriamo i nostri tifosi siano orgogliosi. Non vediamo l’ora di vedere all’opera il nuovo allenatore dello Spezia Calcio, convinti più che mai della validità della nostra scelta. Buon lavoro Thiago Motta!”, ha concluso il numero uno del club ligure.

Il dodicesimo cambio di panchina in A – Lo Spezia era l’ultimo club di serie A ancora senza allenatore. Con l’arrivo di Thiago Motta diventano 12 i volti nuovi rispetto alla passata stagione. Aurelio Andreazzoli ha rimpiazzato Alessio Dionisi (andato al Sassuolo) all’Empoli. Abbiamo poi il ritorno di Massimiliano Allegri alla Juventus, e gli approdi di Simone Inzaghi all’Inter, Luciano Spalletti al Napoli, Maurizio Sarri alla Lazio, José Mourinho alla Roma, Eusebio Di Francesco al Verona, Ivan Juric al Torino, Vincenzo Italiano alla Fiorentina e Roberto D’Aversa alla Sampdoria.

Inghilterra-Danimarca, due palloni in campo nell’azione del rigore: è bufera!


articolo: https://www.corrieredellosport.it/news/calcio/euro-2020/inghilterra/2021/07/07-83396050/inghilterra-danimarca_due_palloni_in_campo_nellazione_del_rigore_bufera_

Nel corso dell’affondo di Sterling le inquadrature tv evidenziano la presenza in campo di due palloni: la furia del web

Inghilterra-Danimarca tra le polemiche. Nel corso dell’azione che ha portato al rigore e al secondo gol inglese di Kane, le telecamere hanno evidenziato la clamorosa presenza in campo di due palloni. Quando Sterling affonda sulla corsia destra, prima del contatto con due difensori danesi, diversi frame testimoniano l’episodio che avrebbe potuto portare all’interruzione del gioco da parte dell’arbitro, che invece ha scelto di far continuare. 

Due palloni in campo sul rigore, furia social – Le immagini dei due palloni contemporaneamente in campo hanno in pochi minuti fatto il giro del web suscitando le reazioni furiose degli utenti contro la decisione del direttore di gara e quella successiva del Var che ha convalidato il penalty decisivo. 

Scandalo rigore Inghilterra – Danimarca

Italia-Spagna 5-3 ai rigori:….


Italia-Spagna 5-3 ai rigori: Donnarumma e Jorginho portano gli azzurri in finale

articolo: https://www.repubblica.it/dossier/sport/europei-di-calcio-/2021/07/07/news/europei_italia-spagna_5-3_ai_rigori_donnarumma_e_jorginho_portano_gli_azzurri_in_finale-309242230/?ref=RHTP-BL-I309239726-P1-S1-T1

Dopo i gol di Chiesa e Morata, gli uomini di Mancini s’impongono nella sfida dagli 11 metri: il portiere rossonero para il tiro di Morata e consente al centrocampista del Chelsea di segnare la rete decisiva. Domenica l’atto conclusivo contro Inghilterra o Danimarca

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Italia-Spagna, le pagelle: Chiesa migliore per l’Uefa. Verratti, che rivincita. Pedri formidabile

Londra, 06 luglio 2021

Dopo 9 anni l’Italia è in finale agli Europei. La banda Mancini non tradisce sul più bello: costretta ai rigori dalla Spagna si aggrappa alle parate di Donnarumma e alla grande lucidità di Bernardeschi e Jorginho e vola all’ultimo atto per sfidare – domenica a Wembley – Inghilterra o Danimarca. E’ stata una vittoria sofferta ma per questo ancora più bella. Gli azzurri stavolta hanno dovuto stringere i denti contro una Spagna che si è rivelata più abile nel palleggio. Trascinata anche in un terreno che non le si addice, però, la nazionale ha dimostrato ancora una volta che non si raggiungono per caso 33 risultati utili di fila. Grazie al commovente sacrificio di Insigne e Chiesa e alla monumentale prova di Di Lorenzo, Bonucci e Chiellini ha retto l’onda d’urto e ha finito per conquistarsi dal dischetto il meritato pass per la finale.

Luis Enrique senza centravanti, Mancini dà fiducia a ImmobileLuis Enrique, già privo di Sarabia, ha provato a sorprendere Bonucci e Chiellini iniziando senza un vero centravanti: fuori Morata, lasciato in panchina Gerard Moreno. Spazio in quella posizione a Dani Olmo, sostenuto sulle fasce da Oyarzabal e Ferran Torres. In difesa, poi ha tolto Pau Torres preferendogli Eric Garcia. Mancini, invece, ha cambiato il minimo indispensabile, confermando la fiducia a Chiesa e a Immobile. In difesa a sinistra al posto dell’infortunato Spinazzola ha messo Emerson Palmieri.

Donnarumma salva su Olmo, traversa di Emerson – La Spagna ha preso subito possesso del centrocampo con la sua solita fitta ragnatela di passaggi ma l’Italia si è difesa bene, tenendo cortissime le linee. Le Furie Rosse hanno creato un solo brivido a Donnarumma, bravo a distendersi sulla destra su un tiro ravvicinato di Dani Olmo. L’Italia ha preferito agire di rimessa, mancando però nell’ultimo passaggio. La vera occasione per passare gli azzurri l’hanno avuta al 45′ quando Insigne ha lanciato in area sulla sinistra Emerson che di prima ha centrato la parte alta della traversa.

Morata entra e risponde a Chiesa – Nella ripresa l’Italia ha rischiato ancora su un destro a giro dal limite, di poco alto, di Oyarzabal ma alla prima buona verticalizzazione ha sbloccato il risultato (60′): Laporte ha fermato in scivolata Immobile lanciato al limite ma ha lasciato la palla a Chiesa che con un magnifico destro a giro ha battuto Unai Simon. Luis Enrique ha tentato il tutto per tutto calando gli assi Morata e Gerard Moreno e Mancini ha risposto cercando di chiudere i conti con la freschezza di Berardi. L’attaccante del Sassuolo, però, non ha avuto la forza e la lucidità per sfruttare un paio di buone opportunità in contropiede. La Spagna ha preso forza e coraggio e, dopo aver fatto le prove generali con Oyarzabal e Olmo, ha trovato l’1-1 proprio con Morata, bravo a triangolare al limite con Olmo e a infilare sul primo palo Donnarumma.

Donnarumma para un rigore a Morata, Jorginho porta l’Italia in finale – Inevitabile la soluzione ai supplementari dove la Spagna ha provato a fare qualcosa in più sbattendo, però contro il muro azzurro. Mancini ha ordinato di resistere mettendo in pista Toloi (con Di Lorenzo spostato a sinistra), Locatelli, Belotti e, infine, Bernardeschi, e l’Italia ha ubbidito, andando anche a un passo dal 2-1, annullato a Berardi per un fuorigioco di mezzo metro. Si è andati a rigori dove gli azzurri hanno avuto la forza mentale di riprendersi immediatamente dopo la parata di Simon a Locatelli. E questo anche grazie a Dani Olmo che ha sparato alto il rigore del possibile vantaggio iberico. La svolta decisiva è arriva quando sul dischetto si presentato Morata: Donnarumma si è riscattato intuendo il tiro della juventino e ha consentito a Jorginho, con un rigore alla Maradona, di far impazzire i tanti italiani del Regno Unito arrivati a Wembley. L’Italia in finale. I ragazzi del ’68 attendono ancora fiduciosi di trovare finalmente i loro eredi.

ITALIA-SPAGNA 5-3 dopo i rigori (0-0, 1-1, 0-0, 0-0) 
Italia (4-3-3): Donnarumma, Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini, Emerson (28′ st Toloi), Barella (40′ st Locatelli), Jorginho, Verratti (28′ st Pessina), Chiesa (2′ sts Bernardeschi), Immobile, (16′ st Berardi), Insigne (40′ st Belotti). (1 Sirigu, 26 Meret, 15 Acerbi, 16 Cristante, 23 Bastoni, 24 Florenzi). All.: Mancini.
Spagna (4-3-3): Unai Simon, Azpilicueta (40′ st Marcos Llorente), Eric Garcia (4′ sts Pau Torres), Laporte, Jordi Alba, Koke (25′ st Rodri), Busquets (1′ sts Thiago Alcantara), Pedri, Oyarzabal (25′ st Gerard Moreno), Dani Olmo, Ferran Torres (17′ st Morata). (1 De Gea, 13 Sanchez, 3 Diego Llorente, 14 Gayà, 17 Fabián Ruiz 20 Traoré). All.: Luis Enrique.
Arbitro: Brych (Germania).
Reti: nel st 15′ Chiesa, 35′ Morata.
Sequenza rigori: Locatelli (parato), Dani Olmo (alto), Belotti (gol), Gerard Moreno (gol), Bonucci (gol), Thiago Alcantara (gol), Bernardeschi (gol), Morata (parato), Jorginho (gol).
Angoli: 6-1 per la Spagna.
Recupero: 0′ e 3′; 0′ e 0′.
Ammoniti: Busquets, Toloi, Bonucci per gioco scorretto.
Spettatori: 60.000 circa.

Italia-Spagna 5-3 D.C.R, Luis Enrique: “Bisogna saper vincere ma anche perdere. Complimenti Italia”
Italia-Spagna 5-3 D.C.R. Mancini: “Ne manca ancora una.Contenti di aver regalato una gioia al paese”

Spinazzola, infortunio in Belgio-Italia: esce tra le lacrime, rottura del tendine d’Achille


articolo: https://www.corriere.it/sport/calcio/europei/21_luglio_02/spinazzola-infortunato-belgio-italia-finiscono-le-lacrime-europei-dell-azzurro-37a20528-db76-11eb-a708-517ad1a2ece3.shtml?fbclid=IwAR3nPA54pqhm0HnAzDZBhMdtVda9XtXLtdnPx6sHXv2oVB9n_hXrfkAWbGo

Infortunio al 32’ st per Leonardo Spinazzola mentre rincorreva Thorgan Hazard: al suo posto è entrato Emerson. L’esterno della Roma è stato nominato per due volte «uomo del match» agli Europei, ed è anche il giocatore più veloce del torneo

Grave infortunio per Leonardo Spinazzola al 32’ st di Italia-Belgio, la partita che ha portato la Nazionale di Mancini in semifinale. L’azzurro ha avuto un problema mentre rincorreva Thorgan Hazard, sembra al tendine d’Achille. Gli esami chiariranno l’entità dell’infortunio. Poi si è sdraiato a terra e ha cominciato a piangere, disperato, con le mani sul volto e singhiozzando, consolato dagli altri azzurri, primo tra tutti il compagno della Roma Cristante, appena entrato. Al suo posto Mancini ha inserito Emerson.

Il Corriere ha creato uno speciale sugli Europei 2021 con partite, squadre, protagonisti e risultati in tempo reale: lo trovate QUI.

Spinazzola è stata una delle rivelazioni di questo Europei: per due volte è stato nominato «uomo del match» ed è anche il giocatore più veloce di tutto il torneoDisperato l’esterno della Roma, che chiude qui i suoi Europei.

Con Insigne ha formato un asse di sinistra tra i grandi punti di forza dell’Italia. Contro il Belgio Spinazzola ha anche salvato un gol su Lukaku, nel secondo tempo. Decisivo nel deviare il pallone che l’attaccante dell’Inter aveva spinto verso la rete a pochi passi dalla porta. Praticamente sulla linea. Decisivo, insomma. Resta uno dei protagonisti di questa bella Italia in semifinale agli Europei.

Serie A, rivoluzione calendario: il girone di ritorno sarà diverso da quello d’andata


articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/2021/07/02/news/serie_a_rivoluzione_calendario_girone_di_ritorno_asimmetrico_rispetto_all_andata-308623779/

Anche in Italia il sistema asimmetrico. L’unico criterio imposto al sorteggio sarà che una partita non avrà il proprio ritorno prima che siano stati disputati altri otto incontri

Rivoluzione Serie A: dalla prossima stagione il girone di ritorno sarà diverso da quello dell’andata

Rivoluzione nel calcio italiano. Il Consiglio di Lega di Serie A ha infatti stabilito all’unanimità che “il calendario della Serie A TIM 2021/22 avrà un girone di ritorno asimmetrico nella sequenza delle giornate rispetto al girone di andata“. Dopo la proposta, bocciata, della giornata ‘spezzatino con 10 match in 10 orari diversi, arriva questa novità. Studiata soprattutto per adeguarsi agli interessi televisivi: ogni giornata avrà almeno una partita sulla carta di cartello.

Già in vigore in Premier, Liga e Ligue1 – I calendario asimmetrici non sono una novità assoluta nel calcio mondiale. Si tratta di un format già in vigore, per esempio, in Premier League, in Liga e in Ligue 1. Ma in Italia “avrà una particolare novità rispetto alle altre nazioni che lo hanno adottato, con le partite del ritorno totalmente diverse da quelle di andata, sia come ordine, sia come composizione all’interno dello stesso turno“, spiega il Consiglio.

“Miglior distribuzione degli incontri” – La nuova formula, sottolinea il Consiglio di Lega, “permetterà una migliore distribuzione degli incontri, non condizionati in questo modo da vincoli presenti all’andata che possono ricadere sulla stessa giornata del ritorno e viceversa. L’unico criterio imposto al sorteggio sarà che una partita non avrà il proprio ritorno prima che siano stati disputati altri otto incontri“.

Appuntamento al 14 luglio – Ricordiamo che il sorteggio del calendario avverrà il 14 luglio. La partenza della prossima stagione è fissata ufficialmente il 22 agosto, con la possibilità che si parta comunque il venerdì precedente o il sabato con i primi anticipi. L’ultima giornata, invece, sarà il 22 maggio 2022: in mezzo, è già stata fissata la classica sosta di Natale, con il campionato che quindi si fermerà per circa due settimane, dal 23 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022.

Abolizione della regola dei gol in trasferta in tutte le competizioni UEFA per club


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Abolition of the away goals rule in all UEFA club competitions

https://www.uefa.com/insideuefa/mediaservices/mediareleases/news/026a-1298aeb73a7a-5b64cb68d920-1000–abolition-of-the-away-goals-rule-in-all-uefa-club-competitions/?fbclid=IwAR2pS95w785a6TL_q08uu3CkSqdgDmsv0QzLA3kiXiNeh9Tuy4a-PcTVzvs

Decision follows broad consultation process across football

Following the recommendation of the UEFA Club Competitions Committee and the UEFA Women’s Football Committee, the UEFA Executive Committee has today approved a proposal to remove the so-called away goals rule from all UEFA club competitions (men, women and youth) as of the qualifying phases of the 2021/22 competitions.

The away goals rule was applied to determine the winner of a two-legged knockout tie in cases where the two teams had scored the same number of goals on aggregate over the two matches. In such cases, the team which had scored the higher number of goals away from home was considered the winner of the tie and qualified for the next round of the competition. If the two teams had scored the same number of goals at home and away at the end of normal playing time in the second leg, extra time was played, followed by kicks from the penalty mark if no goal was scored.

With the decision to remove this rule, ties in which the two teams score the same number of goals over the two legs would be not decided on the number of goals scored away, but two 15-minute periods of extra time are played at the end of the second leg and in case the teams score the same number of goals or no goals during this extra time, kicks from the penalty mark would determine the team which qualifies to the next stage of the competition.

Since away goals would no longer be given additional weight to decide a tie, they would also be removed from the criteria used to determine the rankings when two or more teams are equal on points in the group stage i.e. the criteria applied to matches played by the teams in question. They would not be removed from the additional criteria applied to all group matches if the teams remain equal (higher number of away goals scored in all group matches), in order to retain a maximum number of sporting criteria.

Statistics from the mid-1970s until now show a clear trend of continuous reduction in the gap between the number of home/away wins (from 61%/19% to 47%/30%) and the average number of goals per match scored at home/away (from 2.02/0.95 to 1.58/1.15) in men’s competitions, whereas since 2009/10, the average goals per game have remained very steady in the UEFA Women’s Champions League with the overall average of 1.92 for home teams and 1.6 for away teams.

Many different factors may be considered as having an impact on this decline in home advantage. Better pitch quality and standardised pitch sizes, improved stadium infrastructure, higher security conditions, enhanced care of refereeing (and more recently the introduction of technological support such as GLT and VAR), wider and more sophisticated TV coverage of matches, more comfortable travel conditions, a compressed calendar dictating squad turnover, and changes in competition formats are all elements which have affected the way football is played and blurred the lines between playing at home and away.

Commenting on the abolishment of the away goals rule, UEFA President Aleksander Čeferin said:

The away goals rule has been an intrinsic part of UEFA competitions since it was introduced in 1965. However, the question of its abolition has been debated at various UEFA meetings over the last few years. Although there was no unanimity of views, many coaches, fans and other football stakeholders have questioned its fairness and have expressed a preference for the rule to be abolished.”

Mr Čeferin added: “The impact of the rule now runs counter to its original purpose as, in fact, it now dissuades home teams – especially in first legs – from attacking, because they fear conceding a goal that would give their opponents a crucial advantage. There is also criticism of the unfairness, especially in extra time, of obliging the home team to score twice when the away team has scored.”

It is fair to say that home advantage is nowadays no longer as significant as it once was,“ the UEFA President concluded. “Taking into consideration the consistency across Europe in terms of styles of play, and many different factors which have led to a decline in home advantage, the UEFA Executive Committee has taken the correct decision in adopting the view that it is no longer appropriate for an away goal to carry more weight than one scored at home.”

The latest versions of all UEFA club competition regulations can be accessed here.

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Traduzione: 

La decisione segue un ampio processo di consultazione in tutto il calcio

A seguito della raccomandazione della Commissione Competizioni per Club UEFA e della Commissione Calcio Femminile UEFA, il Comitato Esecutivo UEFA ha approvato oggi una proposta per rimuovere la cosiddetta regola dei gol in trasferta da tutte le competizioni UEFA per club (uomini, donne e giovanili) a partire dalle qualificazioni fasi delle gare 2021/22. La regola dei gol in trasferta è stata applicata per determinare il vincitore di un doppio pareggio a eliminazione diretta nei casi in cui le due squadre avessero segnato lo stesso numero di gol complessivamente nelle due partite. In tali casi, la squadra che aveva segnato il maggior numero di gol fuori casa è stata considerata la vincitrice del pareggio e si è qualificata per il turno successivo della competizione. Se le due squadre avevano segnato lo stesso numero di gol in casa e in trasferta al termine dei tempi regolamentari del ritorno, si giocavano i tempi supplementari, seguiti dai calci di rigore se non veniva segnato alcun gol. Con la decisione di eliminare questa regola, i pareggi in cui le due squadre segnano lo stesso numero di goal nelle due gambe non verrebbero decisi sul numero di goal segnati in trasferta, ma alla fine si giocherebbero due tempi supplementari di 15 minuti. della gara di ritorno e nel caso in cui le squadre segnino lo stesso numero di gol o nessun gol durante questo tempo supplementare, i calci di rigore determinerebbero la squadra che si qualifica alla fase successiva della competizione. Poiché i gol in trasferta non avrebbero più un peso aggiuntivo per decidere un pareggio, verrebbero rimossi anche dai criteri utilizzati per determinare la classifica quando due o più squadre sono a parità di punti nella fase a gironi, ovvero i criteri applicati alle partite giocate dal squadre in questione. Non verrebbero rimossi dai criteri aggiuntivi applicati a tutte le partite del girone se le squadre rimangono uguali (maggiore numero di gol in trasferta segnati in tutte le partite del girone), al fine di mantenere un numero massimo di criteri sportivi. Le statistiche dalla metà degli anni ’70 ad oggi mostrano una chiara tendenza alla continua riduzione del divario tra il numero di vittorie in casa/fuori (dal 61%/19% al 47%/30%) e il numero medio di reti a partita segnate a casa/trasferta (da 2.02/0.95 a 1.58/1.15) nelle competizioni maschili, mentre dal 2009/10 la media gol a partita è rimasta molto stabile in UEFA Women’s Champions League con la media complessiva di 1.92 per le squadre di casa e 1.6 per squadre in trasferta. Si può ritenere che molti fattori diversi abbiano un impatto su questo calo del vantaggio in casa. Migliore qualità del campo e dimensioni del campo standardizzate, migliore infrastruttura dello stadio, condizioni di sicurezza più elevate, maggiore cura dell’arbitraggio (e più recentemente l’introduzione di supporti tecnologici come GLT e VAR), copertura televisiva delle partite più ampia e sofisticata, condizioni di viaggio più confortevoli, un calendario compresso che detta il turnover della squadra e cambiamenti nei formati delle competizioni sono tutti elementi che hanno influenzato il modo in cui si gioca il calcio e hanno offuscato i confini tra giocare in casa e fuori casa. Commentando l’abolizione della regola dei gol in trasferta, il presidente UEFA Aleksander Čeferin ha dichiarato: “La regola dei gol in trasferta è stata una parte intrinseca delle competizioni UEFA da quando è stata introdotta nel 1965. Tuttavia, la questione della sua abolizione è stata dibattuta in vari incontri UEFA negli ultimi anni. Sebbene non ci sia stata unanimità di opinioni, molti allenatori, tifosi e altri attori del calcio hanno messo in dubbio la sua correttezza e hanno espresso la preferenza per l’abolizione della regola“. Čeferin ha aggiunto: “L’impatto della regola ora va contro il suo scopo originale in quanto, di fatto, ora dissuade le squadre di casa – specialmente nell’andata – dall’attaccare, perché temono di subire un gol che darebbe agli avversari un vantaggio cruciale . Si critica anche l’ingiustizia, soprattutto nei tempi supplementari, di obbligare la squadra di casa a segnare due volte quando la squadra in trasferta ha segnato“. “È giusto dire che il vantaggio in casa oggi non è più così significativo come una volta“, ha concluso il presidente UEFA. “Prendendo in considerazione la coerenza in tutta Europa in termini di stili di gioco e molti fattori diversi che hanno portato a un calo del vantaggio casalingo, il Comitato Esecutivo UEFA ha preso la decisione corretta nell’adottare l’opinione che non sia più appropriato per un gol in trasferta per portare più peso di uno segnato in casa”. Le ultime versioni di tutti i regolamenti delle competizioni UEFA per club sono accessibili qui.

Napoli, il grande cuore di Koulibaly….


Napoli, il grande cuore di Koulibaly: fa partire per il Senegal una nave di medicine, alimenti e persino due ambulanze

articolo: https://napoli.repubblica.it/sport/2021/06/22/news/napoli_il_grande_cuore_di_koulibaly_fa_partire_per_il_senegal_una_nave_di_medicine_alimenti_e_persino_due_ambulanze-307080095/?ref=RHTP-BH-I304495303-P2-S6-T1

Un indovinello semplice. Primo indizio: è uno dei fuoriclasse del Napoli. Secondo: è lontano dal cliché del calciatore patinato. Terzo e ultimo: aiuta sempre le persone in difficoltà e lo fa lontano dalle luci della ribalta. La soluzione è immediata, si tratta di Kalidou Koulibaly. Il giocatore azzurro ta trascorrendo le vacanze in Senegal, dopo una breve parentesi in Francia, ed è sensibile alle difficoltà che vive il suo paese. Quello che rappresenta con orgoglio. In campo con la nazionale, ma non solo. Il suo sostegno è concreto. E silenzioso.

Nei giorni scorsi ha visitato villaggi e associazioni che danno un sostegno concreto ai bambini in difficoltà. Poi ha agito evitando pubblicità. Ieri mattina è salpata dal porto di Napoli una nave in direzione Senegal. Al suo interno, in diversi container, materiale sanitario, medicine, alcune lettighe e addirittura due ambulanze. Tutte acquistate da Koulibaly. La distribuzione comincerà al termine della navigazione, tra otto giorni circa. Ad aspettare il carico ci sarà proprio Kalidou, il campione dal cuore d’oro. La beneficenza è uno dei capisaldi della sua vita. Ad aprile, ad esempio, aveva fatto arrivare, sempre in Senegal, diversi quintali di generi alimentari. L’attenzione è spasmodica pure a Napoli, la sua città d’adozione. Ha aiutato spesso la comunità senegalese soprattutto durante il periodo del lockdown. Koulibaly è il campione dei gesti concreti: a gennaio fu riconosciuto da un tifoso ai semafori di Agnano mentre distribuiva giacche a vento ad alcuni immigrati. Altre volte ha portato anche la colazione. Sempre senza farsi riconoscere, un cappuccio in testa e tanta voglia di fare del bene. Le testimonianze sono tante: ha regalato ad un amico la maglia indossata in Champions contro il Liverpool, messa poi all’asta per acquistare generi alimentari in modo da garantire un pasto ai poveri durante l’emergenza Covid 19.

Ed ancora: donazioni alle varie parrocchie e un sostegno economico ad una donna senegalese, conosciuta a Napoli, che aveva appena partorito. Koulibaly è questo. E ha trovato in Faouzi Ghoulam un partner affiatato. I due sono grandi amici e condividono questo nobile intento. Il tandem della solidarietà ha agito tanto nel corso di questi anni sempre in rigoroso silenzio. Prima della pandemia, l’appuntamento al Santobono dai bambini ricoverati è stata una tappa fissa: doni, magliette e sorrisi a chi è più sfortunato. E ancora: nel periodo natalizio Koulibaly e Ghoulam hanno acquistato regali da distribuire nelle case famiglia di Napoli e provincia. Nel 2019 insieme scelsero il liceo Elsa Morante di Scampia per augurare buon anno scolastico a 500 studenti: «Non smettete mai di inseguire i vostri sogni». Koulibaly i suoi li ha realizzati in campo: è uno dei migliori difensori al mondo e lo ha dimostrato nel corso di questi anni in maglia azzurra. È considerato un vero e proprio simbolo. Domenica scorsa, ha compiuto 30 anni e lo ha fatto tra la sua gente per il quale è diventato un esempio. Ha sempre lottato contro il razzismo, piaga di cui è stato vittima a San Siro con l’Inter e all’Olimpico contro la Lazio. L’Uefa non a caso lo ha scelto come testimonial e Koulibaly si è schierato anche contro la discriminazione territoriale nei confronti dei napoletani che lo apprezzano soprattutto come uomo. Kalidou vince, a prescindere.

Coppa America, festino a luci rosse. Bufera sul Cile, coinvolto anche Vidal


articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/esteri/2021/06/20/news/cile_festa_luci_rosse-306943530/

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Secondo la stampa cilena, alcuni giocatori della Roja (tra questi anche il centrocampista dell’Inter) avrebbero organizzato un party con alcune prostitute dopo la vittoria sulla Bolivia

Bufera sul Cile, impegnato in Coppa America ma travolto da uno scandalo a luci rosse. Secondo la stampa locale, alcuni calciatori della nazionale avrebbero organizzato una festa con alcune prostitute al Gran Hotel Odara, dove la Roja è in ritiro a Cuiabà. Il party sarebbe stato organizzato dopo la vittoria di misura sulla Bolivia, e i media cileni rivelano l’identità dei calciatori coinvolti: si tratterebbe di Jean Meneses, Guillermo Maripan, Arturo Vidal, Gary Medel, Pablo Galdames, Pablo Aranguiz ed Eduardo Vargas. Sono attesi provvedimenti da parte della Federcalcio cilena. Già qualche giorno fa Medel e l’immancabile Vidal erano stati multati dalla Conmebol per circa 25 mila euro a testa per aver fatto venire in albergo un barbiere, violando le norme anti-Covid.

Calhanoglu conferma: “Accordo con l’Inter…


Calhanoglu conferma: “Accordo con l’Inter, domani firmerò il contratto”. Si parla di opzione per un quarto anno

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articolo: https://www.fcinternews.it/in-primo-piano/calhanoglu-conferma-accordo-con-l-inter-domani-firmero-il-contratto-si-parla-di-opzione-per-un-quarto-anno-371378?fbclid=IwAR3RzTHGXwVIrVtNjm3oSqg6wDnORdnf2kb8JVch979eMRQaDOECqNpjSnw

Hakan Calhanoglu conferma: sarà un giocatore dell’Inter. L’annuncio arriva per bocca del diretto interessato raggiunto dall’emittente pubblica turca Trt Spor: “Ho trovato un accordo con l’Inter. Andrò a Milano e domani firmerò il contratto dopo le visite mediche“. La stessa televisione aggiunge che il contratto di Calhanoglu coi nerazzurri sarà di tre anni con opzione per il quarto

Il ritorno di Zeman a Foggia……


Il ritorno di Zeman a Foggia: il santo fumatore con più di mille panchine e una sola idea, il gol

articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/legapro/2021/06/19/news/ritorno_zeman_commento-306803684/

Sarà la sua quarta volta nella città pugliese. Una carriera che ha sempre diviso le opinioni, creato sogni e ispirato personaggi televisivi e perfino canzoni

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Mille e passa panchine tutte sempre con la stessa idea, basta fare un gol più dell’avversario. Se sono tanti meglio. Sembra una sciocchezza, una banalità, in realtà è una rivoluzione che dura ancora. Ci sono allenatori che sono andati al rogo per seguire le sue idee, ce ne sono altri che hanno fatto carriera semplicemente predicando l’opposto. Tanti lo amano e ne predicano il verbo, altrettanti lo odiano e lo considerano un fallito.

A 74 anni Zdenek Zeman accresce la leggenda del santo fumatore col suo quarto ritorno a Foggia (stavolta addirittura in Serie C),  il suo 4-3-3 non ha età e richiama alla memoria un periodo d’oro del calcio italiano in cui ci si scontrava anche solo per un’idea, per filosofia. Titoli  e luoghi comuni in sequenza: “Foggia mon amour“, “Va’ dove di porta il cuore“, “Corsi e ricorsi storici“, “La Grande Bellezza“, “Chi si ferma è perduto“, “Il ritorno dello Jedi“, “La coscienza di Zeman” (Antonello Venditti, 1999). Lo Zeman dei primissimi anni ’90, quello di Zemanlandia a Foggia, è anche più rivoluzionario del Sarri di oggi. Che del resto, come tanti altri, ne è un discendente.

Zeman, a Foggia, fa parte dell’epica del calcio italiano. Al formidabile trio d’attacco SignoriBaiano Rambaudi corrispondeva un altrettanto formidabile trio fuori campo. Il presidente del Foggia Pasquale Casillo, il Re del Grano da San Giuseppe Vesuviano, responsabile di aver creato il fenomeno Zeman, il formidabile ds Peppino Pavone da Barletta con un fiuto da Bassethound per i talenti, e Zeman appunto. Nato a Praga, nipote di Cestmir Vycpalek, professore d’educazione fisica diplomato all’Isef, prime esperienze da allenatore tra i dilettanti in Sicilia, e fin da subito ossessionato dalla caccia al gol. 

Distratti dal grande calcio berlusconiano che sta rivoluzionando lo sport a colpi di miliardi, l’Italia non sa che in realtà Foggia è una grande piazza per il calcio, e fucina di allenatori leggendari da Oronzo Pugliese (quello di cui poi Lino Banfi su suggerimento di Liedholm, farà la parodia con Oronzo Canà) a Tommaso Maestrelli.

Diversamente dal calcio di oggi, dalla mania del possesso palla, Zeman è un fanatico del calcio d’attacco, assolutamente verticale, veloce, velocissimo. Lo pratica a qualsiasi costo, con tutti i giocatori, disinteressandosi quasi del tutto della difesa. Gli interessa solo “segnare un gol più degli altri“. Se perde 4-3 dice solo che gli altri hanno fatto un gol in più, basta, amen.

Zeman diventa famoso per i suoi allenamenti, i giocatori saltano, salgono e scendono ossessivamente sui gradoni dello stadio. In ritiro li massacra con percorsi all’alba, prima ancora di colazione, nel bosco e nei gelidi ruscelli di montagna. A pranzo solo patate lesse e verdura. Zeman non ha calciatori, ha dei “navy seals” pronti a qualunque cosa, pronti a gettarsi nel fuoco per lui, senza paura e contro qualunque avversario. Appena promosso, il Foggia chiude la prima stagione di Zemanlanda (91-92) al nono posto, con 58 gol fatti e altrettanti presi. All’ultima di campionato ne prenderà 8 dal Milan. Ma è una festa di popolo, Foggia è alle stelle. E’ ovviamente la peggior difesa della Serie A, ma anche un attacco inferiore solo a quello del Milan campione con Van Basten,Gullit e RijkaardBaiano fa gli stessi gol di Baggio con la Juve (16). In breve Zeman insieme al suo amico Arrigo Sacchi diventa il nuovo riferimento del calcio italiano, tanti si convertiranno alla nuova filosofia, spesso non riuscendoci e fallendo malamente. 

Nasce in quel momento l’epopea, per altro non assolutamente corrispondente a vittorie e trionfi, che per Zeman sono di tutt’altro tipo. E’ un calcio fatto di ideali, che non guarda (purtroppo) ai risultati.

Pur non avendo mai masticato calcio Antonio Albanese, figlio di genitori siciliani, fu letteralmente preso dal fenomeno Zeman. Inventò il personaggio Frengo, telecronista maniaco dell’allenatore del Foggia. Non esiste nessuno che abbia sintetizzato meglio di Albanese il fenomeno Zeman. In uno storico sketch, ormai diventato un cult anni 90, l’attore si esibisce in un monologo di 5 minuti – prendendolo straordinariamente per i fondelli – accanto a uno Zeman seduto e avvolto dalla nuvola del fumo delle sue sigarette. Imperturbabile all’estremo: Zeman solitamente parla pochissimo e per di più pianissimo. Imperturbabile, ogni tre parole una sentenza. La sua presenza è annunciata dal fumo e dall’odore delle sigarette.

Sai, simpatia? – dice lo sciroccatissimo Frengo – Siamo rimasti soli io e te. Ormai Baiano vende figurine nel piazzale della squadra del Birmingham e Signori si compra tortellini a Bologna, si è imborghesito. Gli altri hanno tutti rischiato il centro di recupero“.

Il mondo non ti capisce, il mondo non sa che quando la tua squadra prende un gol non è un errore della tua squadra o di una tua tattica, ma è una maleducazione della squadra avversaria. Perché noi viviamo in un mondo volgare“.

Il mondo non capisce che la classifica è un modo profondamente sbagliato di misurare il valore delle squadre. Primo, secondo, terzo, quarto ma che cosa vuol dire? Quello che conta sono i sentimenti. Tu hai sempre insegnato ai tuoi giocatori che fermare l’avversario è sleale, così distruggi il gioco, è un’offesa alla bellezza del calcio. Tu giochi sempre con lo stesso modulo: 6 attaccanti, 2 centrocampisti e in difesa due assistenti degli attaccanti avversari. E così ti hanno mai capito. Sei troppo avanti, tu sei più avanti di Lou Reed“. Zeman continuava a fumare, straordinariamente muto e con un sorriso beffardo.

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Incidenti dopo Inghilterra-Scozia, 30 arresti


articolo: https://www.ansa.it/europei_2020/notizie/2021/06/19/europei-inghilterra-scozia-incidenti-30-arresti_1ba1e149-a615-4cf3-b309-5a5292701ddb.html

E’ di trenta persone arrestate il bilancio dei problemi di ordine pubblico provocati dai tifosi di Inghilterra e Scozia prima, durante e dopo la partita fra le due nazionali ieri a Wembley (0-0).
Lo ha reso noto la polizia metropolitana di Londra, ieri dispiegata in forze, precisando che i supporte fermati hanno provocato risse, al centro della capitale britannica o nei pressi dello stadio, o si sono scontrati con le forze dell’ordine.

Molti di loro hanno anche fatto uso eccessivo di alcol, e di droghe, e c’è stato chi ha proferito insulti razzisti. Tutti e trenta gli arrestati sarebbero ancora in stato di fermo

Milan, Ibrahimovic operato al ginocchio a Roma: due mesi prima di rivederlo in campo


articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/milan/2021/06/18/news/ibrahimovic_operato_ginocchio-306664538/?ref=RHBT-VS-I286350292-P1-S4-T1

Per lo svedese intervento in artroscopia. Quattro settimane prima di riprendere a correre

Zlatan Ibrahimovic è stato operato al ginocchio sinistro. L’intervento in artroscopia di cleaning articolare è stato eseguito “con successo” dai chirurghi Volker Musahl e Fabrizio Margheritini, alla presenza del direttore medico rossonero Stefano Mazzoni e del consulente ortopedico del Milan Roberto Pozzoni, presso l’Upmc Salvator Mundi International Hospital di Roma: lo ha fatto sapere il club rossonero.

L’attaccante svedese, che il 3 ottobre compirà 40 anni, sta bene ed inizierà subito, il percorso riabilitativo. I tempi di recupero sono stimati in 4 settimane per tornare a correre 8 per giocare. Nell’ultimo campionato Ibrahimovic ha giocato 19 partite con un bottino di 15 gol.

Il Milan, attraverso il proprio sito ufficiale, ha comunicato l’intervento in artroscopia al ginocchio sinistro per Zlatan Ibrahimovic

(fonte: acmilan.com)
AC Milan comunica che in data odierna, Zlatan Ibrahimović è stato sottoposto ad intervento in artroscopia del ginocchio sinistro presso l’UPMC Salvator Mundi International Hospital di Roma. L’intervento di cleaning articolare è stato eseguito con successo dai chirurghi Volker Musahl e Fabrizio Margheritini, alla presenza del Direttore medico rossonero Stefano Mazzoni e del consulente ortopedico del Club Roberto Pozzoni. Zlatan sta bene ed inizierà, da subito, il percorso riabilitativo.

Quanto amore per Eriksen: già operato, oggi torna a casa


articolo: https://www.repubblica.it/dossier/sport/europei-di-calcio-/2021/06/18/news/eriksen_operato_verso_ritorno_a_casa-306541967/?ref=RHTP-BS-I304750563-P3-S2-T1

Christian vivrà con un defibrillatore sotto pelle. La partita tra Danimarca e Belgio si ferma al 10′ fra lacrime e applausi

COPENAGHEN. Sul prato a un certo punto c’era una striscia di sole soltanto, una riga lunga e stretta proprio lì dov’è caduto Christian. E nel riverbero degli irrigatori si vedeva l’arcobaleno. Che strano giorno per un ciao che forse è un addio ma anche un ci sei, ci siamo. Poche ore prima, Chris Eriksen aveva preso atto che per vivere gli serve una scatoletta dentro il petto, il suo salvavita, la centralina elettrica che molto probabilmente è la fine della carriera perché non finisca tutto. I compagni lo sanno, anche gli avversari e i tifosi lo sanno. Applausi e lacrime. Si chiama defibrillatore sottocutaneo, Eriksen è stato operato ieri e oggi quasi certamente sarà dimesso, anche se questo chiuderà la sua avventura agonistica per lo meno all’Inter. In Italia il protocollo per concedere l’idoneità sportiva in caso di problemi cardiaci è tra i più rigidi al mondo

È molto più di una partita di calcio che la Danimarca perde. La musica picchia forte, esorcizza il silenzio spaventoso di quei momenti. Scorre di nuovo la benedetta birra, si è cantato e ballato ma adesso i calciatori danesi si passano il dorso della mano sul viso, asciugano un pianto silenzioso, occhi che gocciolano come rubinetti chiusi male. Il “fratello” di Chris, cioè Lukaku, abbraccia tutti perché i corpi che soffrono hanno bisogno di toccarsi, di stringersi.

Ci sono tanti bambini dentro lo stadio vicino all’ospedale, chissà cosa farà Chris adesso, se l’intervento è terminato, se è nella sua stanza, se avrà lasciato davvero la finestra aperta per sentire meglio. I piccoli tifosi sventolano fogli da disegno pieni di cuori, siamo un mistero fragile, siamo fili di seta. Invece del bandierone della Danimarca viene portata sul campo una gigantesca maglia numero 10, ed è una casacca di Eriksen anche quella in cornice che i giocatori del Belgio hanno firmato e poi regalato a Kjaer insieme al gagliardetto.

Difficile dire a parole quello che si sente qui dentro. Una vibrazione lunga e lenta, un boato che però è anche un sussurro. Le labbra di Simon Kjaer si increspano mentre canta l’inno, per cinque giorni era stato zitto il capitano, l’uomo del salvataggio e della carezza a Sabrina, la moglie di Christian. Ieri ha scritto su Twitter “è uno shock che porterò con me tutta la vita ma oggi lui è qui, nel nostro cuore“. Cuore è la parola, è il simbolo, il disegno e il nemico, l’origine e la fine di tutto, siamo abituati a metterlo nei messaggini ma meno ad ascoltare il suo racconto intermittente nel nostro petto, Christian sarà costretto a imparare, adesso ci sono soltanto loro due, un ragazzo e il suo cuore matto. “Dannazione, ho solo 29 anni“, aveva detto al rianimatore sul campo quando aveva ripreso conoscenza.

La partita si alza come un’onda e si abbatte subito sul Belgio. Il gol di Yussuf Poulsen (gli morì il padre di cancro quand’era piccolo, lui non lo ha mai conosciuto ma porta il suo nome sulla maglia) arriva dopo un minuto e 39″, secondo più veloce nella storia del torneo, forse Eriksen l’ha sentito veramente il boato nell’aria, magari invece gli ha messo malinconia come tutte le cose che abbiamo perduto. E al 10′ la gara si ferma e tutti applaudono.

La tensione di muscoli e nervi dei danesi dura un tempo, poi la squadra si piega su sé stessa come di carta. Il Belgio segna due volte, è entrato Kevin De Bruyne a illuminare tutto: prima l’assist per Thorgan Hazard, poi la sua rete col sinistro perfetto e l’invito istantaneo a non festeggiare, per rispetto. Non conta un gol adesso, anche se il gol è vita che riprende, è necessità. Scende un poco d’ombra sul prato. Vince il Belgio, più forte, e nelle orecchie resta la musica dei Queen e di Bon Jovi (It’s my life, la vita, praticamente un inno). I danesi guardano il vuoto, ognuno di loro è solo o forse no. Sono splendenti bambini fragili. Nell’aria dura una luce che non finisce, la sera è bianca, chissà come farà Chris a dormire. 

 

È morto Giampiero Boniperti, una vita nella Juventus


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Giampiero Boniperti (Barengo, 4 luglio 1928 – Torino, 18 giugno 2021) è stato un dirigente sportivo, politico ed ex calciatore italiano, di ruolo attaccante o centrocampista, presidente onorario della Juventus.

articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/2021/06/18/news/morto_giampiero_boniperti-306554984/?ref=RHTP-BH-I304495303-P2-S2-T1

Capitano, presidente, bandiera bianconera, avrebbe compiuto 93 anni a luglio. Le battute di caccia con Fausto Coppi. Il braccio di ferro con i giocatori da cui usciva sempre vincitore. Il brandy bevuto al San Mamés la notte del primo trofeo. E l’abitudine di andarsene in anticipo dallo stadio per soffrire un po’ di meno

TORINO – I suoi occhi, prima di tutto. Di quell’azzurro tra il ghiaccio e il cielo all’alba. Mobilissimi e a tratti luciferini: gli occhi di un uomo che aveva visto ogni cosa e guardato moltissimo il mondo. Poi le labbra, che Giampiero Boniperti muoveva a fessura come un fumetto per mostrare una corona di denti da squalo e un ghigno da iena. Sorrideva tanto, e quando accadeva tu pensavi che era arrivato il momento peggiore: perché stava per arrivarti la bastonata che uccide i conigli. 

Gli occhi, la bocca e la sua bellezza da antico romano. Perché il presidente era un uomo bellissimo anche da vecchio, anche da quando la nebbia della dimenticanza lo aveva avvolto ma non cancellato. Si arrabbiava mentre, parlandoti, non ricordava più il tuo nome anche se sapeva tutto di te. “Ti chiamavo Rui Barros perché eri così piccolo, ricordi?“, ci domandò l’ultima volta che lo cercammo per gli auguri. “Ma per favore, mi dici di nuovo il tuo nome?“. Eppure ci conoscevamo da trent’anni.

Un uomo bellissimo, e da ragazzo di più. Era biondo, gentile anche se cattivissimo in campo, e l’interista Benito Lorenzi per farlo arrabbiare lo chiamava Marisa, non un’allusione a gusti sessuali fuori discussione ma al viso d’angelo crudele. Dopo essere stato il Santiago Bernabeu della Juventus, ma pure il presidente di Sara Simeoni e Pietro Mennea, si era sistemato in un magnifico ufficio con le finestre sul Po, quello dell’allora Sisport Fiat. Andavamo a trovarlo, ogni tanto. “Ma per l’intervista, Maurizio, facciamo la volta prossima, va bene?“. La sua storica segretaria ci accompagnava dal presidente e lui, ridendo, ci metteva in mano sempre il solito soprammobile con le due sfere di plastica e la scritta: “Si prega di non romperle“. Poi Boniperti ci assestava un tremendo colpo allo stomaco, sogghignando nel vederci barcollare. “Mezza sega, però scrivi bene anche se sei così cattivo“, diceva. “Ma io lo ero molto più di te“. Poi ci metteva in mano le sue vecchie scarpette da gioco che teneva su una mensola e diceva: “Tocca, senti qui in  punta, vedi com’erano dure?“. E negli occhi gli brillava quella solita, terribile lucentezza. 

Mai che rispondesse a una domanda senza farne un’altra, questo lo sanno tutti. Meno si sa che a volte indulgeva al romantico, lui così temuto. Un giorno ci raccontò di quando andava a caccia con Fausto Coppi “che però si stancava subito, anche se era l’airone di tutte le montagne. Però camminare lo annoiava, diceva che quei passi nel fango avrebbero guastato la sua gamba da ciclista. Così ci mettevamo a sparare da fermi ma io gli ripetevo: Fausto, facciamo come vuoi tu ma questo non è mica cacciare, neh“. 

Giampiero Boniperti è stato più del calcio, è stato la Juventus. Un’azienda incarnata, una storia fatta persona. Lui era un essere umano con le righe bianche e nere tatuate nell’anima. Ogni sua frase era “noi contro voi, noi contro tutti“. Quando lo fecero fuori per la rivoluzione di Moggi e Giraudo (non poteva sopportare che costui fosse un ex tifoso del Toro), covò una vendetta personale e un odio inestinguibile ma mai contro la sua Juventus, lei veniva prima di tutto, lei era forma e sostanza, vita e passione, era gloria, vittoria e sentimento. La Juve era il rigore sabaudo non raramente cinico e crudele, perché noi torinesi siamo anche fatti così, ed era eleganza e rispetto: Boniperti mandava i nuovi acquisti bianconeri a tagliarsi i capelli e indossare la giacca, non per capriccio ma perché nessuno mancasse di educazione alla Juventus.

E quando fece firmare i contratti in bianco ai giocatori che avevano appena perso lo scudetto contro il Toro, nel ’76, mostrò le foto delle sconfitte e nessuno banfò. Fu durissimo, Boniperti, anche nel momento di rinnovare i contratti agli juventini campioni del mondo in Spagna. Volevano l’aumento, ancora non esistevano i procuratori, lui li affrontò e seppe addomesticarli come sempre. Perché Boniperti era domatore e fiera, era il padrone del circo ed era la tigre. 

Tutti sanno di come scappava dallo stadio alla fine dei primi tempi, e di quando vagò da solo fuori dal San Mamés di Bilbao nel 1977 mentre la Juve stava vincendo la sua prima Coppa Uefa. Quando Carlos segnò il 2-1 a dodici minuti dalla fine, il presidente perdette forse qualche anno di vita. Ma quando la Juve si prese il trofeo, al bar dello stadio ordinò un Carlos Primero e lo tracannò in un sorso alla faccia di tutta la Spagna. 

Non dimenticava gli amici, soprattutto quelli morti. Pianse davanti a Scirea, col rimorso di averlo mandato per forza in Polonia a visionare un avversario insignificante, però il dovere prima di tutto. Accarezzò Carletto Parola nella bara, fu lui a sistemargli il nodo della cravatta. “Invecchiare è una merda, perché vedi andarsene tutti i tuoi amici” ci disse, quando provammo a festeggiare uno dei suoi ultimi compleanni. Se leggeva qualcosa di bello, faceva mandare un biglietto di complimenti dalla segreteria, così come chiamava egli stesso nei tempi ruggenti quando invece aveva letto una cosa sgradita: e allora cominciava a urlare nel telefono, terribilmente. E se quella cosa l’aveva vista addirittura sulla Stampa, il giornale della real casa, si metteva a chiamare di mattina presto, componeva il numero della redazione e sibilava nella cornetta: “Sono il geometra Boniperti, passami il capo“. Teneva moltissimo a quel titolo di studio preso giocando, perché lui era un figlio dell’Italia fiera del pezzo di carta, nella quale geometri e ragionieri non contavano poi molto meno di un bel dottore farmacista, o del medico condotto del paese, ma mai quanto un “ingegné”, massimo sogno di ogni padre. 

Qui non diremo delle vittorie di Giampiero Boniperti come giocatore e presidente, che tutti conoscono a memoria, né del suo inarrivabile carisma o della spaventosa astuzia. Ma ricorderemo il suo viso distrutto dopo la notte passata all’obitorio di Bruxelles. Ed è vero che lui rivendicò sempre la bontà anche sportiva di quella coppa assurda, però il dolore che quest’uomo avrebbe portato in eterno nell’anima lo hanno misurato in pochi, anche perché lui voleva custodirlo come il più impenetrabile dei segreti. Ma quella notte, e noi c’eravamo, il presidente volle vedere i cadaveri uno a uno, li passò in rassegna come un generale con la sua truppa fatta a pezzi nella battaglia. C’erano ancora sciarpe bianconere a terra, e scampoli di stoffa strappata, brandelli di Juve insieme a quei poveri corpi. E c’era lui, alla fine esatta del sogno, solo come l’ultima creatura di questa terra.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "II Inter PHC @Inter 2h FC Internazionale si stringe attorno alla famiglia Boniperti per la scomparsa di Giampiero, grande uomo di sport e nobile avversario in tantissime leggendarie bagine di calcio @juventusfc #FCIM M"

Europei, Danimarca-Belgio: l’urlo dello stadio e l’applauso per Eriksen..


Europei, Danimarca-Belgio: l’urlo dello stadio e l’applauso per Eriksen, così è stato cancellato quel terribile silenzio

articolo: https://www.repubblica.it/dossier/sport/europei-di-calcio-/2021/06/17/news/stadio_copenaghen_per_eriksen_danimarca-306511799/

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I giocatori e l’arbitro si sono fermati al 10′ della partita, il pubblico ha cominciato (anzi ha continuato dopo il gol) a urlare il nome di Christian. Che probabilmente dall’ospedale vicino allo stadio Parken avrà sentito l’affetto di tutti

COPENAGHEN L’urlo dello stadio per Chris è arrivato ben prima del decimo minuto, anzi non ne erano passati neppure due e già la Danimarca era in vantaggio. Probabile che il boato l’abbia sentito anche Eriksen dalla finestra del suo ospedale, proprio qui davanti al Parken. Ancora otto minuti scarsi, e tutti si sono fermati per applaudire questo ragazzo: i compagni, gli avversari, l’arbitro e naturalmente il pubblico.

È stata una strana, potentissima festa emotiva, ma forse non è la definizione giusta, con la Danimarca all’attacco ed Eriksen nel suo letto, dopo avere saputo che per continuare a vivere normalmente gli dovranno impiantare un defibrillatore: sarà il possibile, o forse probabile addio al calcio. Tutto si consuma in poche ore nel luogo della tragedia sfiorata sabato, ma è come se quel fatto fosse rimasto presente, qui, con il rumore del tifo e delle musiche prima della sfida al Belgio per esorcizzare il terribile silenzio di quei minuti che non passavano mai.

All’ingresso delle squadre, invece della bandiera danese è stata portata sul prato un’enorme maglia con il numero 10 e il nome di Eriksen, mentre i bambini sventolavano i loro disegni che erano scritte d’amore. Anche i tifosi del Belgio hanno mostrato un grosso striscione, “Belgium loves you Christian“, lo stesso che era stato portato nelle vie della città per tutta la mattina, quando i tifosi della Danimarca si sono mescolati agli avversari nei bar e nelle piazze per cantare, ballare e scandire insieme il nome di Eriksen. I due capitani si sono scambiati i gagliardetti accanto a una maglia di Christian incorniciata. Dopo l’inno nazionale, Delaney e Vertonghen si sono asciugati le lacrime mentre il capitano Kjaer, applauditissimo e molto emozionato, ha cantato in un sussurro. Molto più di una partita di calcio, e si sapeva. Quando il gioco si è fermato al minuto numero 10, la gradinata ha srotolato una lunghissima scritta che diceva “Christian, tutta la Danimarca è con te“. Non solo la Danimarca.

DANIMARCA BELGIO, AL 10′ LA GARA SI FERMA: OMAGGIO A CHRISTIAN ERIKSEN

UFFICIALE – Gattuso non è più l’allenatore della Fiorentina. Club alla ricerca del sostituto


E’ arrivata anche la nota ufficiale della Fiorentina, che informa della rottura definitiva tra il club e Rino Gattuso, che non sarà il tecnico della prossima stagione

NOTA ACF FIORENTINA

17 giugno 2021

ACF Fiorentina e Mister Rino Gattuso, di comune accordo, hanno deciso di non dare seguito ai preventivi accordi e pertanto di non iniziare insieme la prossima stagione sportiva.

La Società si è messa immediatamente al lavoro per individuare una scelta tecnica che guidi la squadra Viola verso i risultati che la Fiorentina e la Città di Firenze meritano.


Fiorentina, rottura tra Gattuso e Commisso a causa del mercato


articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/fiorentina/2021/06/16/news/gattuso_commisso_rottura_calciomercato-306386466/

Alla base del conflitto tra il tecnico e il patron viola la mancanza di sintonia sulla campagna acquisti

Neanche il tempo di cominciare, che l’avventura di Gennaro Gattuso alla Fiorentina pare essere già finita. Alla base della rottura tra l’allenatore calabrese e il patron viola Rocco Commisso, vedute diverse sulle strategie di calciomercato.

Il contratto biennale del successore di Beppe Iachini a Firenze potrebbe dunque non essere depositato in Lega. Secondo quanto si apprende, la tensione sarebbe salita dopo la frenata riguardo l’arrivo in Toscana di Sergio Olivera (Porto) e Gonçalo Guedes (Valencia). Giocatori che, con Gattuso, condividono lo stesso agente: Jorge Mendes.

La società viola si è ribellata al gioco al rialzo dei cartellini e alle commissioni previste per il potente procuratore. Così Gattuso e Mendes hanno deciso di prendersi qualche ora di riflessione, mentre i viola hanno abbandonato, almeno per il momento, Olivera e Guedes.

Un’irritazione, quella dell’ex allenatore del Napoli, che va ad aggiungersi a manovre di ricostruzione della rosa viola non condivise nei tempi e negli interpreti con gli uomini di mercato viola: Joe Barone, Daniele Pradè e il nuovo arrivato Nicolas Burdisso.

Euro2020, panico prima di Germania-Francia. Un paracadutista di Greenpeace plana sullo stadio


articolo: https://video.repubblica.it/dossier/euro2020/euro2020-panico-prima-di-germania-francia-un-paracadutista-di-greenpeace-plana-sullo-stadio/389426/390143?ref=RHTP-BH-I306071389-P1-S2-F

Pochi secondi prima del fischio d’inizio di Germania-Francia, a Monaco di Baviera, un attivista di Greenpeace si è paracadutato in campo in segno di protesta. Sul paracadute giallo, la scritta nera Kick out oil, ossia: date un calcio al petrolio. L’uomo, con un’elica attaccata alla schiena, ha colpito un dipendente di una delle tv e un’altra persona che è stata trasportata in ospedale. Subito prima aveva sfiorato la tribuna stampa e la panchina delle riserve della Francia, per poi cadere rovinosamente sul terreno di gioco.

 

Calciomercato, le news di oggi: Donnarumma al Psg, è fatta.


articolo: https://www.corriere.it/sport/21_giugno_07/calciomercato-news-oggi-calhanoglu-tentenna-milan-resta-un-opzione-2182c892-c7d3-11eb-9c4c-4cf000dece4f.shtml

Accelerata per il portiere che a Parigi guadagnerà 12 milioni a stagione per cinque anni. Il turco intenzionato a rifiutare le grandi cifre del Qatar e giocare con i rossoneri la Champions

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Gianluigi Donnarumma (Castellammare di Stabia, 25 febbraio 1999) è un calciatore italiano, portiere del Milan e della nazionale italiana.

Gigio Donnarumma ha trovato il suo tesoro, a Parigi, al Psg dove guadagnerà 12 milioni a stagione per 5 anni. Sono felici tutti, sicuramente l’ex portiere del Milan e il suo fantasioso e potente agente: Mino Raiola. Contento anche il c.t. Mancini che avrà un portiere sereno, non angosciato da storie di mercato. Per la firma del contratto basta attendere poche ore.

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Hakan Çalhanoğlu; Mannheim, 8 febbraio 1994) è un calciatore turco con cittadinanza tedesca, centrocampista o attaccante del Milan e della nazionale turca.

Calhanoglu sta vacillando. Da un lato l’offerta faraonica proveniente dal Qatar che gli garantisce un triennale da 24 milioni e un bonus di 8 alla firma. 32 milioni, una cifra da capogiro per il trequartista turco, la pedina di cui Pioli non farebbe mai a meno. Dall’altro il rinnovo con il Milan a 4 più bonus a cui finora ufficialmente non ha mai dato risposta. In mezzo l’interesse svanito della Juventus che, dopo la partenza di Paratici e l’arrivo di Allegri a Torino, esclude di inserire giocatori con quelle caratteristiche offensive da inserire nell’organico.

Hakan sta riflettendo, consapevole che il trasferimento nella periferia milionaria dell’impero calcistico lo allontanerebbe dai grandi palcoscenici. Ecco perché lui e il suo procuratore, Gordon Stipic, stanno seriamente prendendo in esame la possibilità di fermarsi a Milano dove poter giocare la Champions League. Pioli lo riaccoglierebbe a braccia aperte considerandolo un elemento fondamentale negli equilibri di spogliatoio avendo Calhanoglu rapporti ottimi con Ibrahimovic e l’asse portante della squadra.

Il Milan nega di aver ricevuto telefonate nelle ultime ore ma la tentazione di Hakan di restare laddove è cresciuto e stimato sta aumentando.

Serie A, il giallo dello ‘spezzatino’ delle partite: approvato e poi revocato


articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/2021/06/07/news/dieci_partite_in_orari_diversi_approvalo_spezzatino-304634004/?ref=RHBT-VS-I286350292-P1-S4-T1

La proposta è inizialmente passata con 13 voti a favore su 19, per poi essere stoppata in seguito alle pressioni esercitate da alcuni presidenti

È successo tutto e poi tutto il suo esatto contrario. In quella che formalmente sarebbe la prima Assemblea di Lega della prossima stagione si è consumata l’ultima puntata dell’assurdo teatro della partita dei diritti tv. Sul tavolo, la controversa questione del cosiddetto “spezzatino”: le 10 partite di campionato spalmate su 10 orari differenti. Una questione profondamente divisiva, all’interno della Lega. Prima, una Serie A ridotta a 19 società per l’esclusione della Salernitana, a causa della proprietà condivisa con la Lazio (c’erano le altre neo promosse Empoli e Venezia) ha votato a favore: 13 voti (ne sarebbero serviti 14, se la Salernitana avesse potuto partecipare) ce 6 contrari – ossia Genoa, Samp, Roma, Bologna, Sassuolo e Spezia – avevano approvato la nuova distribuzione.

A quel punto, però, la situazione si è rovesciata. Il presidente della Samp Ferrero, inviperito, ha preso la parola con toni molto eccitati per denunciare quello che il ceo romanista Fienga diceva da inizio assemblea: “Così si fa un regalo a Dazn senza ottenere nulla in cambio”. Il Genoa si è accodato, visto che Preziosi è uno strenuo sostenitore di questa contestazione. Una raffica di pressioni su tutti gli altri club, provenienti da Genoa e Sampdoria.

A quel punto è partita la richiesta: vogliamo prenderci una settimana in più di tempo? E quindi, nemmeno dopo 20 minuti dall’approvazione, si è deciso per la retromarcia: “Votiamo una revoca”. Nuovo voto allora, e sì alla revoca, con voti contrari soltanto di Juventus, Napoli e Lazio. Revocare una decisione è sempre possibile, ma così alla scelta discutibile di spezzettare la Serie A su 10 turni, s’è aggiunto il grottesco di un immediato ripensamento.

La giornata si era aperta invece con il “caso” Lotito. Squalificato, multiproprietario, ma sempre protagonista. Il presidente della Lazio e della Salernitana ha provato, inizialmente, a bloccare l’apertura dei lavori dell’Assemblea per vizio di forma. Il motivo: il mancato invito alla Salernitana, a differenza delle altre neo promosse. La Federcalcio infatti, su richiesta del Presidente Paolo Dal Pino, ha scritto nei giorni scorsi – lo ha raccontato Repubblica – una lettera in cui specificava come per lo statuto federale nessuno possa essere amministratore di due club nella stessa Assemblea.  

Lotito ha preso la parola in apertura (pochi istanti prima era in corso una riunione informale tra le 20 società), annunciando l’intenzione di bloccare l’assemblea. Stando all’ordine del giorno, c’era un solo argomento di discussione a cui il presidente laziale non poteva partecipare, ma nella sua discussione ha trattato anche temi per i quali è in atto la squalifica. Il presidente di lega Paolo Dal Pino, che su questo deve fare da garante, ha risposto e rilevato questa anomalia: i toni si sono alzati, anche la Roma con il ceo Guido Fienga è intervenuta, evidenziando come non sia normale che un presidente squalificato e proprietario di due club diversi nella stessa serie, in violazione alle norme federali, possa prendere la parola e condizionare i lavori. Questione di minuti e già c’era un caso decisamente più serio con cui dover fare i conti

Serie A, in assemblea scoppia il caso Salernitana: perché il club non potrà votare – 

La Serie A in 10 orari diversi, il progetto della nuova stagione su Dazn–  

Inter, Zhang: “Inzaghi ha i requisiti giusti. Mercato? L’obiettivo è di ridurre i costi”


articolo: https://sport.sky.it/calcio/serie-a/2021/06/05/inter-zhang-intervista

Il nostro Massimo Marianella ha realizzato una lunga intervista in esclusiva per Sky Sport. In questa anticipazione della versione integrale che andrà in onda nei prossimi giorni le parole sul nuovo allenatore e sulle strategie del mercato: “Inzaghi è giovane e con grande potenziale. Sul mercato l’obiettivo è di ridurre i costi, restare competitivi e allo stesso tempo ottenere dei ricavi

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Steven Zang – Presidente FC Internazionale Milano

https://video.sky.it/sport

Da una parte il campo, dall’altra il futuro societario. Gli impegni non mancano per il presidente dell’Inter Steven Zhang che, dopo la vittoria dello scudetto, ha dovuto fare i conti anche con il cambio di allenatore. Fuori Antonio Conte, dentro Simone Inzaghi. “Si capisce subito che Simone è un allenatore allineato con il club e, allo stesso tempo, esperto e in grado di competere sia in Italia che in Europa – spiega Zhang in un’intervista esclusiva a Sky Sport realizzata da Massimo Marianella – È giovane e con grande potenziale ed è adatto alla conformazione della nostra squadra, si sposa bene“.

Parole d’elogio nei confronti di Inzaghi da parte di Zhang che, però, chiede tempo ai tifosi: “Penso che abbia tanti requisiti giusti per noi e allo stesso tempo siamo sicuri che lavorerà al meglio con il team e i dirigenti nel futuro. Spero che i tifosi gli diano tempo e supporto, che siano pazienti e che credano in lui e gli diano modo di guidare la squadra per continuare questo percorso vincente e continuare ad essere competitivi, anno dopo anno, per poi continuare a vincere tante partite“.

“Necessario contenere i costi” – L’Inter, intanto, deve fare i conti con la spending review. In questa sessione di mercato sarà necessario un contenimento dei costi, ma Zhang spiega anche l’importanza di ottenere ricavi anche dalle cessioni: “Per il club dobbiamo sempre guardare non solo alla singola stagione e alla singola sessione di mercato, ma al progetto a lungo termine e in questo senso dare possibilità al club di recuperare dalle ripercussioni della pandemia – ammette il presidente nerazzurro – Per fare questo è assolutamente necessario contenere i costi e il mercato è una modalità di fare questo, di recuperare i milioni persi nelle scorse stagioni, e parliamo di milioni e milioni persi a causa della chiusura degli stadi e di attività commerciali che abbiamo dovuto interrompere. Per questa sessione, nello specifico, l’obiettivo è di ridurre i costi, costruire la squadra insieme all’allenatore, restare competitivi, e allo stesso tempo ottenere ricavi dal mercato

Obiettivo? Rimanere competitivi” – Zhang traccia anche la strada per gli obiettivi dell’Inter sia in Italia che in Champions League dove la squadra di Inzaghi sarà inserita tra le teste di serie nel sorteggio della fase a gironi: “L’obiettivo per la prossima stagione è di rimanere competitivi, ambire al massimo e speriamo di poter andare più avanti sul palcoscenico internazionale, perché è importante competere ai massimi livelli sia in Italia che in Europa per un club come l’Inter, ed è importante non solo sportivamente ma anche per motivi economici.

Niente Tottenham per Conte. C’è l’accordo con Paratici


articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/esteri/2021/06/05/news/premier_fumata_nera_tra_conte_e_il_tottenham_c_e_l_accordo_con_paratici-304333873/

Sembra sfumare il ritorno in Inghilterra dell’ex allenatore dell’Inter. Avrebbe messo paletti sul proprio staff e chiesto un importante investimento sulla rosa. L’ex dirigente della Juve verso il sì.

Il matrimonio tra Antonio Conte e il Tottenham non s’ha da fare. Secondo la stampa britannica la trattativa si è arenata irrimediabilmente dopo le richieste del tecnico campione d’Italia. L’ex allenatore dell’Inter, infatti, è convinto che gli Spurs non abbiano una rosa adeguata per competere alla pari in Premier League con le corazzate Liverpool, Manchester City, Manchester United e Chelsea e avrebbe chiesto un forte cambiamento della rosa trovando subito l’opposizione del presidente Daniel Levy.

Troppe divergenze per dire sì – Il Tottenham, settimo nell’ultimo campionato, ripartirà dalla Conference League, ma vuole tornare tra le prime quattro d’Inghilterra pur dovendo fare i conti con la grave situazione finanziaria in cui versa, ingigantita dalla pandemia e dal grosso investimento che la società ha fatto per il nuovo stadio. E c’è anche il problema Harry Kane. La stella degli Spurs è tentato dalla corte di Manchester City e Real Madrid e non è escluso un suo addio. Non un buon segnale per Conte che aveva messo paletti anche sul suo staff, proposta accettata solo in parte dal club inglese. Per lunedì è attesa la risposta definitiva del tecnico, ma viste le condizioni attuali difficilmente sarà un sì.

C’è l’accordo con Paratici – C’è, invece, l’accordo con Fabio Paratici che, dopo 11 anni di Juventus, insegue una nuova avventura all’estero. Secondo il Guardian, quindi, il numero uno Levy si sta già guardando intorno. Si parla addirittura di un ritorno di Pochettino, ma il Paris Saint Germain non sarebbe disposto a lasciar partire il tecnico argentino a meno di un clamoroso accordo proprio con Conte. Tutto quindi è ancora possibile.

Calcio, muore a 20 anni per un malore Seid Visin…agg.: Seid Visin, suicida a 20 anni


Seid Visin, suicida a 20 anni: «Sento gli sguardi schifati per il colore della mia pelle»

articolo: https://www.corriere.it/cronache/21_giugno_05/seid-visin-suicida-20-anni-sento-sguardi-schifati-il-colore-mia-pelle-2b1edfc4-c56e-11eb-86af-ac042f3197d2.shtml?fbclid=IwAR3E7_bCM465Ybk680rBhpkVNbM2WolheRu9jynEtxdoXt_8SX9wvEGx0P0

Seid Visin era stato nelle giovanili del Milan: nato in Etiopia e poi adottato, ha lasciato una lettera raccontando il razzismo che subiva

Una lettera straziante, lucida, potente. Così potente che puoi vederlo, Seid, mentre scrive «ovunque io vada, ovunque io sia, sento sulle mie spalle come un macigno il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone». Seid Visin aveva 20 anni. Era nato in Etiopia ed era stato adottato in Italia da piccolo, a Nocera Inferiore, dove l’altro giorno si è tolto la vita e dov’era tornato dopo un paio di stagioni passate a Milano a giocare nelle giovanili del Milan con Donnarumma. Aveva indossato anche la maglia del Benevento ma alla fine aveva scelto di studiare. Fine del calcio professionistico. Di recente si era impegnato per l’Atletico Vitalica, una squadra di calcio a cinque.

La famiglia – Lo sport, lo studio, la famiglia. Ma Seid avrebbe voluto anche altro, e cioè vivere in un mondo senza razzismo. Lo sguardo di disprezzo, la donna che si tiene la borsetta se sali sull’autobus, la commessa che ti segue convinta che ruberai… ogni piccolo gesto è la lama di un coltello che ti tormenta. E Seid la sentiva ogni giorno di più, quella lama. Tempo fa aveva scritto sull’argomento una lettera mandata ad alcuni amici e alla sua psicoterapeuta. Parole drammatiche che oggi sono anche il suo testamento. Eccone alcuni stralci. «Io non sono un immigrato» scriveva. «Sono stato adottato da piccolo (…). Ricordo che tutti mi amavano. Ovunque fossi, ovunque andassi, tutti si rivolgevano a me con gioia, rispetto e curiosità. Adesso sembra che si sia capovolto tutto». (…) «Ero riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perché troppe persone, specie anziane, si rifiutavano di farsi servire da me e, come se non mi sentissi già a disagio, mi additavano anche come responsabile perché molti giovani italiani (bianchi) non trovassero lavoro». E ancora: «Dentro di me è cambiato qualcosa», scriveva Seid. «Come se mi vergognassi di essere nero, come se avessi paura di essere scambiato per un immigrato, come se dovessi dimostrare alle persone, che non mi conoscevano, che ero come loro, che ero italiano, bianco».

La confessione – Poi una sorta di confessione: «Facevo battute di pessimo gusto su neri e immigrati (…) come a sottolineare che non ero uno di loro. Ma era paura. La paura per l’odio che vedevo negli occhi della gente verso gli immigrati». Il finale chiarisce che «non voglio elemosinare commiserazione o pena, ma solo ricordare a me stesso che il disagio e la sofferenza che sto vivendo io sono una goccia d’acqua in confronto all’oceano di sofferenza che sta vivendo chi preferisce morire anziché condurre un’esistenza nella miseria e nell’inferno. Quelle persone che rischiano la vita, e tanti l’hanno già persa, solo per annusare, per assaggiare il sapore di quella che noi chiamiamo semplicemente “Vita”».


Calcio, muore a 20 anni per un malore Seid Visin: aveva giocato con Donnarumma nelle giovanili Milan

articolo: https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/21_giugno_04/calcio-muore-20-anni-un-malore-seid-visin-aveva-giovato-donnarumma-giovanili-milan-c93c10be-c50f-11eb-86af-ac042f3197d2.shtml

Ucciso da un malore, si era ritirato dallo sport professionistico. Il suo club: lanciamo un pallone nel cielo

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Seid Visin

Era una giovane promessa. Ha vestito le maglie di Milan e Benevento. Nelle giovanili rossonere aveva condiviso la stanza al ritiro con un altro talento, il portiere Gianluigi Donnarumma. , origini etiopi, è morto a soli vent’anni. Trovato senza vita in casa. Un malore.

Trasferitosi in Italia da bambino, ha vissuto per alcuni anni a Nocera Inferiore, in Campania, la città dei suoi genitori adottivi, per poi trasferirsi a Milano e cercare di sfondare nel grande calcio. Prima del 2016-2017, il suo ultimo anno di attività a livello agonistico, Seid si è messo in mostra in mostra nei settori giovanili dei due club. La voglia di tornare a casa l’ha riportato a Benevento nel 2016, prima che Seid dicesse definitivamente addio al calcio professionistico per tornare a divertirsi in una squadra di calcio a cinque, l’Atletico Vitalica.

Proprio il club campano ha salutato Seid con un post sui canali social della squadra: «Il tuo sorriso, il tuo indiscusso talento, la tua naturale e straordinaria predisposizione a dare del “tu” alla palla restano impressi nella nostra mente. Nel cuore porteremo per sempre la tua discrezione e la refrattarietà a vedere il calcio come fonte di guadagno. Decubertiano nell’animo, hai fatto della partecipazione l’unica vera vittoria ricercata e la compagnia l’unico compenso di cui avevi bisogno. Oggi vai via, come sei arrivato: lasciandoci attoniti, senza parole. Sei e resterai nella storia di ciascuno di noi, perché eterni sono i legami di chi vuol bene senza chieder nulla in cambio. La bandiera dell’Atletico Vitalica oggi, più che mai, è ammainata. Lanciamo idealmente un pallone al cielo, se non torna indietro, sappiamo chi ce lo avrà nascosto ancora una volta. A-DIO Seid, talento enorme dal cuore fragile».

SIMONE INZAGHI È IL NUOVO ALLENATORE DELL’INTER


SIMONE INZAGHI È IL NUOVO ALLENATORE DELL’INTER

Il tecnico ha firmato un contratto biennale con il Club nerazzurro

articolo: https://www.inter.it/it/news/2021/06/03/simone-inzaghi-nuovo-allenatore-inter.html

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MILANO – FC Internazionale Milano dà il benvenuto a Simone Inzaghi come nuovo allenatore della Prima Squadra: il tecnico ha firmato un contratto biennale con il Club nerazzurro. #WelcomeSimone

LA SCHEDA DI SIMONE INZAGHI

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La scheda: 

IL PALLONE NEL DESTINO, BENVENUTO SIMONE!

Gli inizi a Piacenza, il salto alla Lazio, ora nuove sfide con l’Inter: inizia oggi l’avventura di Simone Inzaghi sulla panchina nerazzurra

Il pallone nel destino. Perché quando nasci in un piccolo paese alle porte di Piacenza e hai un fratello di nemmeno tre anni più grande di te, non fai altro che sognare una cosa, assieme a lui: il calcio. La maglia del Piacenza, gli autografi di quei centravanti che, per chi aveva la stanza tappezzata di bandiere e sciarpe biancorosse, erano degli idoli da inseguire, da aspettare per una foto. San Nicolò: il fiume Trebbia a dividere dal Galleana, a 5 chilometri da casa, l’impianto che ispirava i fratelli Inzaghi. Tra passeggiate nei boschi alla ricerca di funghi e le giornate passate a pescare, alla fine vinceva sempre il pallone. Ovunque, e in ogni modo. In cortile o in mansarda, sui campi di terra o sull’asfalto.

Simone e una sfida continua: fare gol. Negli esordienti della squadra di San Nicolò chiuse una stagione con 92 reti. 92! L’obiettivo sempre fisso: diventare un calciatore. E allora il naturale sbocco proprio al Piacenza, nel primo sogno di infanzia realizzato. Oltre al costo del cartellino il San Nicolò, il giorno in cui salutò Simone, ricevette 40 palloni, le casacche per gli allenamenti e delle nuove reti per le porte.

Intrecci e ricordi, che fanno ripercorrere la carriera da calciatore di Simone Inzaghi. La gavetta sui campi di provincia tra Carpi, Novara, Brescello e Lumezzane, prima dell’affermazione attesa con il suo Piacenza. 15 gol alla prima stagione in Serie A, nel 1998, a 22 anni. Poi il salto alla Lazio, con gol pesanti e lo storico Scudetto nel 2000. Ci sono 3 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane nel passato da calciatore di Simone Inzaghi, miglior marcatore nelle coppe europee della storia biancoceleste ed entrato negli annali come primo giocatore italiano a segnare 4 reti in una partita in Champions League (14 marzo 2000, Lazio-Marsiglia 5-1).

Terminata la carriera da calciatore nel 2010, Inzaghi passa subito sulla panchina: nel 2010-2011 inizia l’avventura come tecnico nel Settore Giovanile della Lazio. Nel 2014 diventa l’allenatore della Primavera (2 Coppe Italia e una Supercoppa), poi nell’aprile del 2016 sul finire di campionato viene promosso in Prima Squadra. 7 partite per chiudere la stagione e ottenere la riconferma anche per l’anno successivo. Allenerà la Lazio per altri cinque: un trionfo in Coppa Italia nel 2019, due Supercoppe Italiane (2017 e 2019) e il quarto posto nel 2020 con il ritorno in Champions League per i biancocelesti.

Simone Inzaghi, che in carriera da calciatore ha collezionato tre presenze con la maglia della nazionale azzurra, è ora pronto a intraprendere una nuova, esaltante avventura: quella di allenatore dell’Inter.

#WelcomeSimone

La Lega incorona Lukaku: il miglior giocatore della stagione.


Lukaku è il Re della Serie A 2020/21: Big Rom premiato come miglior giocatore in assoluto dell’ultima stagione

La Lega incorona Lukaku: il miglior giocatore della stagione. Ronaldo deve accontentarsi

articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/2021/05/31/news/la_lega_incorona_lukaku_e_lui_il_miglior_giocatore_della_stagione-303668122/

Il belga, con i suoi 24 gol e ben 11 assist, ha trascinato l’Inter allo scudetto. Ronaldo deve “accontentarsi” del premio di miglior attaccante. Donnarumma il numero 1, Romero premiato tra i difensori. I campioni d’Italia festeggiano anche a centrocampo con Barella

Cristiano Ronaldo è stato il miglior attaccante della serie A 2020/2021, ma il miglior giocatore in assoluto è Romelu Lukaku. La Lega di serie A incorona il numero 9 nerazzurro, capace di trascinare l’Inter allo scudetto con 24 gol e ben 11 assist, primo giocatore capace di raggiungere la cosiddetta “doppia doppia” in una singola stagione di Serie A.

MVP Serie A 2020/21, premio per Barella: il 23 dell’Inter eletto come miglior centrocampista della stagione
Nicolo Barella 2020/21Best Skills, Assists & Highlights 💙🖤

Inter, c’è anche Barella tra gli Mvp – Straordinario anche tatticamente per la capacità di protezione della palla favorendo l’inserimento dei compagni, Lukaku ha percorso in ogni partita quasi un chilometro sopra la soglia di altissima intensità (20 km/h). Tra le principali caratteristiche che hanno permesso al numero 9 nerazzurro di primeggiare su altri grandi campioni l’efficienza tecnica costantemente in linea con i Top Player Europei (95,1%) e lo strapotere atletico con un indice di efficienza fisica media del 95,5% e picchi del 99%. L’Inter festeggia anche l’incoronazione di  Nicolò Barella, come miglior centrocampista, premiato per l’efficienza tecnica (94,2%) e fisica (94,8%), risultando il giocatore con il più alto valore nel pressing (95,5%), con il 60% dei passaggi riusciti a coefficiente di difficoltà medio-alto e un eccellente rendimento anche dal punto di vista atletico, riuscendo a percorrere una media a partita di 3,4 chilometri ad alta intensità, 27 sprint e 65 accelerazioni brusche.

Serie A, Ronaldo miglior attaccante: la Lega svela i top 6 del 2020/21
Miglior Portiere Gianluigi DonnarummaMiglior difensore: Cristian Romero Miglior centrocampista: Nicolò BarellaMiglior Under 23: Dusan VlahovicMiglior attaccante: Cristiano RonaldoMigliore in assoluto: Romelu Lukaku

Ronaldo miglior attaccante – La Juve si “accontenta” del miglior attaccante. Cristiano Ronaldo ha vinto la classifica marcatori con 29 gol.  Tra le principali caratteristiche che hanno permesso al numero 7 bianconero di primeggiare su altri grandi campioni si evidenziano l’indice di Efficienza Tecnica del 94,3%, la capacità di risparmiare energie gli consente di essere sempre lucido e toccare picchi di Efficienza Fisica del 95% quando è chiamato in causa. Inoltre il portoghese si è fatto trovare sempre nel posto giusto al momento giusto (K-Movement 95,9%) e quando i compagni gli hanno consegnato la palla ha già previsto cosa dovrà fare (K-Solution 96,2%). In ogni partita ha prodotto ben 24 sprint esplosivi di circa 15 metri l’uno.

Donnarumma miglior portiereGigio Donnarumma è il miglior portiere della stagione. L’ormai ex numero uno del Milan è stato premiato per l’affidabilità, parando il 66% dei tiri subiti da dentro l’area, con un indice di efficienza dell’88%. Insieme ad Handanovic, detiene il record di clean sheet stagionale di 14 partite. Miglior difensore l’atalantino Romero, insuperabile nell’uno contro uno, rapido nei recuperi e abile a leggere in anticipo le giocate avversarie. Infine, Dusan Vlahovic è stato incoronato miglior U-23 per forza fisica, tecnica sopraffina e 21 reti realizzate: una stagione da ricordare per il giovane serbo della Fiorentina.

La prima pagina della #GazzettadelloSport del primo giugno:

Germania, paura per Klose: “Ho due trombosi alle gambe”


articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/esteri/2021/05/28/news/klose_trombosi_calcio_tedesco-303221795/

L’ex cannoniere di Bayern Monaco, Lazio e Nazionale tedesca, deve fermarsi: “Non posso correre nè giocare al calcio”. Si allontana la panchina del Fortuna Dusseldorf: “Devo poter insegnare ai giocatori gli esercizi in allenamento”

Monaco Di Baviera, 287 maggio 2021 – 

Paura per Miroslav Klose: l’ex attaccante di Bayern Monaco, Lazio e nazionale tedesca, con la quale ha vinto il Mondiale dei 2014, ha rivelato in una intervista a Kicker di avere due trombosi alle gambe. “Avevo forti dolori alla gamba, mi sono state diagnosticate due trombosi. Sono stato sottoposto a delle cure e indosso delle calze speciale, i medici mi hanno spiegato che la situazione non deve essere presa alla leggera“.

Klose, che ha lavorato al Bayern Monaco come assistente di Hansi Flick, sembrava in procinto di prendere la panchina del Fortuna Dusseldorf, squadra gloriosa attualmente in Zweite Liga: “Ma non posso correre nè giocare al calcio, non voglio iniziare ad allenare una squadra senza poter spiegare ai giocatori gli esercizi da fare in allenamento“. Scartata anche l’eventualità di seguire  Flick, fresco di nomina a ct della Nazionale: “Ho un bel rapporto con lui, ma ho preferito fare altre scelte

Miro Klose premiato dalla dirigenza del Bayen Monaco (ansa)

Il Chelsea è campione d’Europa Manchester City battuto 1-0


articolo: https://www.ansa.it/sito/notizie/sport/calcio/2021/05/29/champions-league-finale-manchester-city-chelsea_c65a3aac-f23d-4363-95b6-23283e04cad3.html

Il Chelsea batte 1-0 il Manchester City e si laurea campione d’Europa nella notte di Porto in uno stadio con i tifosi in presenza. La Champions League vinta dai Blues è la seconda per la squadra inglese.

Players of Chelsea celebrate with the trophy after winning the UEFA Champions League final between Manchester City and Chelsea FC in Porto, Portugal, 29 May 2021. EPA/Pierre-Philippe Marcou / POOL

La prima nel 2012. Decisivo al 42′ il gol di Havertz sfruttando una disattenzione difensiva dei Citizens.

Jorginho “ho i brividi, adesso l’Europeo” – “Questa vittoria è incredibile. Quando dico che non ci sono parole è davvero così. Non ci credo ancora, al fischio dell’arbitro mi sono chiesto‘ma come siamo arrivati qui?’. Mi vengono i brividi quando ci penso“. Queste le prime parole di Jorginho, centrocampista del Chelsea campione d’Europa per club, rilasciate a Sky Sport. “All’Europeo porterò la mia energia positiva, abbiamo tante emozioni da vivere ancora in questa stagione – aggiunge l’azzurro -. Per me questa sera è un’emozione indescrivibile. Questo è stato un passo avanti nella mia carriera, ma di certo non finisce qui“.

Azpilicueta, questo Chelsea ha scritto la storia – “Abbiamo scritto la storia, sono molto contento. Lo avevo detto prima della partita: abbiamo un gruppo incredibile, tutti stanno lavorando, è incredibile. Ce lo meritiamo, festeggeremo“. Così lo spagnolo César Azpilicueta, difensore e capitano del Chelsea, dopo avere alzato al cielo la Champions League. “Non so cosa dire, proprio non lo so. Ho aspettato tanto questo momento. Voglio ringraziare la mia famiglia, i miei genitori, mia nonna e la mia ragazza. Ho aspettato 15 anni per vivere questo momento ed eccoci qua“, ha aggiunto Kai Havertz, l’attaccante della squadra londinese e autore del gol della vittoria sul Manchester City.

Tuchel, vinto grazie a un gruppo molto forte – “E’ stata la partita più importante, una finale eccezionale e l’abbiamo vinta, è incredibile. Sono molto orgoglioso, ma lo ero già prima, perché ho piena fiducia in questo gruppo, è un gruppo molto, molto forte. Sapevamo benissimo di non essere i favoriti, ma siamo un gruppo molto, molto forte, siamo tutti uniti e così tutto diventa possibile“. Queste le prime parole di Thomas Tuchel, allenatore tedesco del Chelsea che questa sera ha vinto la finale della Champions contro il Manchester City. “Abbiamo battuto per due volte il City, fra campionato e coppa, l’abbiamo fatto una terza volta – aggiunge Tuchel -. Di solito teniamo di più il pallone, ma è stato difficile farlo nei primi minuti della partita. Dopo la fine del primo tempo è andata meglio, abbiamo creato dei contropiede molto pericolosi, ma è stata una battaglia molto dura“.

Napoli, è ufficiale: Spalletti nuovo allenatore


articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/napoli/2021/05/29/news/napoli_spalletti_allenatore_de_laurentiis-303308941/

L’annuncio del presidente De Laurentiis: “Insieme faremo un grande lavoro”. Contratto biennale

E’ ufficiale: Luciano Spalletti è il nuovo allenatore del Napoli. “Sono lieto di comunicare che Luciano Spalletti sarà il nuovo allenatore del Napoli a partire dal prossimo 1 luglio. Benvenuto Luciano, insieme faremo un grande lavoro”. Con queste parole riportate sul sito del club il presidente Aurelio De Laurentiis ha ufficializzato l’arrivo del tecnico toscano.

Spalletti torna ad allenare in Serie A due anni dopo il  divorzio dall’Inter. Il tecnico toscano aveva guidato i nerazzurri dal 2017 al 2019. Spalletti ha firmato con il Napoli un contratto biennale con l’obiettivo di riportare la squadra azzurra in Champions League e far dimenticare la cocente delusione della stagione appena conclusa. Il tecnico di Certaldo avrà un ingaggio di quasi 3 milioni di euro a stagione e prenderà il posto di Rino Gattuso. Il Napoli torna ad affidarsi ad un allenatore toscano dopo gli ottimi risultati ottenuti nel passato recente prima da Walter Mazzarri e poi da Maurizio Sarri.

Luciano Spalletti

Il Venezia torna in Serie A….


Il Venezia torna in Serie A dopo 19 anni: impresa in 10, con il Cittadella finisce 1-1. Eplode la festa in città

articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-b/2021/05/27/news/venezia_cittadella_ritorno_finale-303107417/

Venezia-Cittadella 1-1: un gol di Bocalon manda la squadra di Zanetti in Serie A

La squadra di Zanetti promossa nonostante l’inferiorità numerica dal 35′. Vantaggio ospite con Proia al 26′ del primo tempo, pari di Bocalon al 93′. Zanetti: “Dedicata ai tifosi”

È il Venezia la terza squadra promossa nel massimo campionato. L’ultimo atteso verdetto della Serie B è arrivato al termine della finale play-off, che ha visto nella gara di ritorno la formazione lagunare festeggiare l’approdo alla serie A grazie al pareggio interno per 1-1, allo stadio Penzo, con il Cittadella (match disputato a porte chiuse) sconfitto per 1-0 a domicilio all’andata nel derby veneto con la rete di Di Mariano. La squadra guidata da Zanetti, che torna nella massima serie a distanza di 19 anni, va dunque a fare compagnia ad Empoli e Salernitana così da comporre la definitiva griglia dei club partecipanti alla Serie A 2021-2022. Gli arancioneroverdi soffrono in inferiorità numerica per più di un’ora (espulso al 36′ Mazzocchi), ma i granata, in vantaggio con Proia a metà prima frazione, non riescono ad approfittarne, e Maleh a tempo ormai scaduto trova le forze per strappare e servire Bocalon, che chiude la gara.

Seconda finale playoff amara per il Cittadella – Spinto e sostenuto da circa 200 tifosi all’esterno dell’impianto, il Venezia subisce gol al 26′ (a segno Proia su assist di Iori) e dieci minuti dopo resta in dieci uomini per l’ingenuità di Mazzocchi, ammonito due volte nel giro di un minuto da Orsato (a metà ripresa espulso per proteste dalla panchina Aramu). Nella seconda frazione di gioco la squadra di casa si trincera nella propria metà campo e prende le misure agli uomini di Venturato, che dal 60′ in poi faticano ad affacciarsi con pericolosità dalle parti di Maenpaa. L’assedio finale non basta ad un Cittadella che vede sfumare la Serie A in finale playoff per la seconda volta dopo la rimonta del 2019 dell’Hellas Verona. Anzi, nel finale c’è anche la rete della sicurezza: la firma è di Bocalon in contropiede e fa esplodere la festa. In campo e anche in città.

Zanetti: “Promozione dedicata ai tifosi” – “Non abbiamo fatto la nostra miglior partita, il Cittadella è stato aggressivo e noi abbiamo sentito la tensione. Dedico la promozione ai tifosi e a tutte le persone che ci seguono”. Queste le dichiarazioni a caldo del tecnico del Venezia, Paolo Zanetti, che ai microfoni di Rai Sport analizza una gara che si è complicata dopo l’espulsione di Mazzocchi nel primo tempo: “All’andata abbiamo conquistato la promozione. Oggi gli avversari hanno giocato un’ottima partita ma siamo stati bravi a rispondere colpo su colpo, per come si era messa la sfida“.

Gioia Bocalon: “Pochi possono capire cosa provo” – Al settimo cielo anche Riccardo Bocalon, autore del gol dell’1-1. “Sono nato a dieci minuti da qui, mia moglie è veneziana e in pochi possono capire questa cosa e il valore di questa promozione – sottolinea l’attaccante ai microfoni di Dazn -. Il gol? Ho cercato di colpire la palla nell’unico modo possibile. Ho lavorato tantissimo per tentare di conquistare un posto, così è stato e non è una frase fatta. Festeggiamenti? Decidono i tifosi“.

Venezia alla 24esima partecipazione in serie A – Il Venezia si prepara dunque alla 24esima partecipazione al massimo campionato della sua storia. Prosegue a gonfie vele il progetto del presidente statunitense Duncan Niederauer che ha vinto la scommessa con Paolo Zanetti. Una rivincita importante per il tecnico di Valdagno, reduce dall’esonero con l’Ascoli nella scorsa stagione e capace di rimettersi in gioco con una stagione trionfale: il quinto posto maturato nella stagione regolare, l’impresa in semifinale playoff contro il Lecce e la promozione al primo tentativo sulla panchina lagunare. Ora la Serie A, con il punto interrogativo legato proprio al futuro del tecnico, adocchiato anche da Udinese e Sampdoria. Uno dei punti fermi sarà Francesco Forte, un uomo da doppia cifra (15 reti) che a 28 anni inizia a sentire stretta la Serie B: dal ritorno dal Belgio, ha realizzato 32 reti in due stagioni tra Juve Stabia e Venezia. I lagunari ripartiranno da lui, a prescindere da Zanetti, per tentare un’altra impresa, stavolta in massima serie.

VENEZIA-CITTADELLA 1-1 (0-1)

VENEZIA (4-3-3): Maenpaa 6.5; Mazzocchi 4, Modolo 7, Ceccaroni 5.5, Molinaro 6.5; Crnigoj 5.5 (30′ st Cremonesi sv), Taugourdeau 5 (10′ st Fiordilino 6), Maleh 6; Aramu 6 (38′ pt Ferrarini 6), Forte 5.5 (30′ st Bocalon 7), Di Mariano 5.5 (st 10′ Johnsen 6). A disp. Pomini, Dezi, Felicioli, St. Clair, Bjarkason, Ricci, Esposito.
All.: Zanetti 7.
CITTADELLA (4-3-1-2): Kastrati 5; Ghiringhelli 6 (20’st Pavan 5.5), Perticone 6.5 (20’st Frare 5.5), Adorni 6.5, Donnarumma 6.5; Vita 6, Iori 6.5, Branca 7; Proia 6.5 (20’st Gargiulo 5); Tsadjout 6.5 (37’st Rosafio sv), Beretta 5.5 (33’st Ogunseye sv). A disp.: Maniero, Benedetti, Camigliano, D’Urso, Tavernelli, Mastrantonio, Cassandro. All.: Venturato 7.
ARBITRO: Orsato di Schio 6.
RETI: 26′ pt Proia (C ), 43′ st Bocalon (V).

ESPULSI: Mazzocchi al 36′ pt (doppia ammonizione). Al 25′ st espulso Aramu dalla panchina per proteste.
AMMONITI: Perticone, Ghiringhelli, Mazzocchi, Iori, Modolo, Forte, Bocalon.
ANGOLI: 8-1 per il Cittadella.
RECUPERO: pt 1′; st 4′.

Così la Serie A 2021-2022: Atalanta, Bologna, Cagliari, Empoli, Fiorentina, Genoa, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli, Roma, Salernitana, Sampdoria, Sassuolo, Spezia, Torino, Udinese, Venezia, Verona.