Dazn e Tim ancora insieme sulla Serie A. È stato comunicato ufficialmente l’accordo in base al quale fino al 2029 – anno di scadenza della validità dei diritti della Serie a per Dazn (che ha la disponibilità di tutti i match) e Sky (che ne trasmetterà 3 a settimana in co-esclusiva) – i clienti Timvision continueranno a vedere le dieci partite di ogni giornata del Campionato di Serie A per le prossime cinque stagioni.
Dopo il rinnovo dell’accordo con Digitalia ’08 per la raccolta pubblicitaria, si scaldano i motori in vista della prossima stagione. In vista del nuovo ciclo quinquennale, quella con Tim è la prima nuova intesa non esclusiva siglata da Dazn.
«L’intesa rientra nella più ampia strategia del nostro Gruppo volta a creare la prima “customer platform” italiana di servizi e contenuti di qualità per i nostri clienti, facendo leva sulla forza del nostro brand e dei nostri canali di vendita», spiega in una nota Andrea Rossini, Chief Consumer, Small & Medium and Mobile Wholesale Market Officer di Tim.
«Siamo contenti dell’accordo di reciproca soddisfazione siglato con Tim che si conferma un nostro partner strategico a livello tecnologico e distributivo. L’intesa che vede un rinnovato approccio al mercato e che rappresenta un cambio di passo nel settore dei contenuti premium relativi ad eventi sportivi live, è volta a supportare lo sviluppo del business con l’obiettivo di ampliare la capacità di commercializzazione del nostro servizio per raggiungere il maggior numero di tifosi», commenta Stefano Azzi, ceo di Dazn Italia.
Arriva così a un nuovo inizio il rapporto commerciale fra Dazn e Tim. In precedenza l’accordo era di distribuzione in esclusiva (su decoder Timvision) fino al 2021, per poi essere rivisto nell’estate 2022. L’effetto Dazn si è peraltro fatto sentire anche in termini di profit warning (inizialmente l’impegno richiesto a Tim era di 340 milioni l’anno) per l’ex incumbent delle Tlc in cui, nel frattempo, l’ad Pietro Labriola ha preso il posto di Luigi Gubitosi.
Nella zona non c’erano né medici né ambulanze. Wassim Jazzar è stato trasportato in ospedale con un’auto, ma non c’è stato niente da fare
Tragedia in campo per un ragazzo di 17 anni in Algeria a causa di un violento calcio ricevuto all’addome. La vittima è Wassim Jazzar, che stava giocando per una squadra di calcio amatoriale algerina. Durante una normale dinamica di gioco, il difensore avversario ha cercato di anticipare il 17enne che, però, come si vede nel video, viene colpito involontariamente con un calcio.
La morte – Nella zona non c’erano né medici né ambulanze. Wassim Jazzar è stato quindi trasportato esanime in ospedale con un’auto, ma non c’è stato niente da fare: è stato dichiarato morto. La causa sarebbe stata proprio il calcio all’addome, riporta il Sun, e secondo i media locali sarebbe «morto sul colpo».
La Federazione calcistica algerina ha commentato su Facebook: «Con grande tristezza e dolore, Walid Sadi, presidente della Federcalcio algerina, ha ricevuto la notizia della morte del giocatore Wassim Jazzar», si legge nel messaggio di cordoglio. Il presidente ha espresso le sue «sincere condoglianze» e ha detto che pregherà per la famiglia, affinché riceva «forza e conforto».
Fino a sabato l’attendibilità meteo è molto alta, invece per le festività permangono alcune incertezze ma sicuramente al Sud farà molto caldo
Previsioni per la Settimana Santa, prima facili poi difficili: fino a sabato l’attendibilità meteo è alta o molto alta, invece per la Pasqua e la Pasquetta permangono alcune certezze, ma anche molti dubbi previsionali. Come ogni anno.
Lorenzo Tedici,meteorologo del sito www.ilmeteo.it, conferma che da martedì a giovedì mattina il Ciclone della Colomba porterà maltempo. Il passaggio di questo ciclone, previsto ormai da giorni e confermato da tutti i modelli meteorologici, consisterà principalmente in due impulsi: un fronte caldo porterà dapprima fenomeni moderati su gran parte dell’Italia fino a stasera, poi un fronte freddo ancora più intenso attraverserà il nostro Paese da Ovest verso Est tra mercoledì e giovedì mattina.
Nel dettaglio le prossime ore vedranno piogge diffuse e anche la neve sulle Alpi fino a quote basse per il periodo, intorno ai 900 metri di quota (a causa del calo delle temperature associato alla perturbazione della Domenica delle Palme): i venti saranno in rinforzo in prevalenza di Scirocco e questo manterrà temperature elevate all’estremo Sud, anche oltre i 25°C.
Mercoledì il fronte freddo del Ciclone della Colomba causerà temporali e locali grandinate, la neve cadrà sulle Alpi oltre i 1100-1200 metri regalando un colpo di coda invernale quasi ovunque: ci sarà infatti un calo termico e i venti saranno ancora burrascosi.
Da giovedì mattina il ciclone si allontanerà verso l’Ucraina ed arriveranno ampie schiarite: il contesto generale sarà comunque ancora piuttosto variabile specie tra Liguria, Toscana e settori alpini e prealpini, mentre le temperature inizieranno a salire.
Il Venerdì Santo è previsto instabile solo sui monti del nord e via via più caldo ovunque, sabato instabile solo al nordovest con temporali, soleggiato e caldo altrove.
Qui finisce l’attendibilità meteo molto alta delle previsioni attuali; per la Pasqua e la Pasquetta le certezze (seppur in meteorologia non sia corretto parlare di certezze) sono perlopiù due: farà molto caldo al Sud dove il tempo sarà decisamente migliore rispetto al Centro-Nord, ci saranno degli acquazzoni al Nord per la Santa Pasqua e al Centro-Nord per la Pasquetta.
Le incertezze rimangono sulla posizione della perturbazione spagnola: se per la Santa Pasqua questa saccatura rimarrà piuttosto ad Ovest (tra Spagna e Francia) avremo degli acquazzoni solo sul Nord-Ovest italiano e nella notte tra sabato e domenica anche su Alta Toscana e Nord-Est; se la saccatura si sposterà un po’ più verso Est potremo trovare degli acquazzoni su gran parte del Centro- Nord; al Sud, comunque vada, la Santa Pasqua sarà buona e, pensate, con temperature massime che potrebbero toccare i 30-32°C!
Lunedì dell’Angelo o Pasquetta, come ogni anno, sembra all’insegna dell’instabilità: potrebbe piovere sul barbecue, specie al Centro-Nord. Anche qui, dobbiamo però prevedere due casi principali: con la perturbazione spagnola stazionaria o molto lenta, avremo acquazzoni solo al Nord e al massimo in Toscana e Alto Lazio; con la perturbazione un po’ più veloce verso Est, troveremo gli ombrelli aperti su quasi tutto il Centro-Nord e dal pomeriggio anche al Sud.
Tutto rimane nelle mani della perturbazione ‘spagnola’, nella sua velocità di spostamento verso Est: speriamo che prolunghi simpaticamente la ‘Siesta’ e che arrivi in Italia magari da martedì della prossima settimana, lasciando la Santa Pasqua e la Pasquetta in compagnia del bel tempo prevalente e del sole marzolino prima ed aprilino poi.
NEL DETTAGLIO
Martedì 26– Al nord: cielo coperto con pioggia e neve sulle Alpi. Al centro: spiccatamente instabile con precipitazioni sparse. Al sud: piogge sparse.
Mercoledì 27 – Al nord: maltempo, specie al mattino, migliora entro sera. Al centro: rovesci e temporali sparsi (anche forti) alternati a schiarite. Al sud: peggiora fortemente nel pomeriggio.
Giovedì 28 – Al nord: instabile. Al centro: a tratti instabile. Al sud: miglioramento.
Tendenza: venerdì e sabato con più sole. Santa Pasqua instabile al Nord e (forse) parte del Centro, molto caldo e bello al Sud; Pasquetta con temporali dal Nordovest verso il Nordest e Toscana.
Chiuso l’ingresso principale, appello ai passeggeri: presentatevi con largo anticipo
Un tornado, raffiche di vento a oltre 150 chilometri orari e danni anche all’ingresso principale, al momento inagibile. È quanto accaduto nella notte all’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani Birgi. La struttura benché danneggiata resta ugualmente operativa con l’attivazione di percorsi alternativi. Dalla notte di lunedì il maltempo si è abbattuto sul Trapanese e a creare i problemi maggiori è stato il tornado che ha investito lo scalo con raffiche che hanno anche superato i 150 chilometri orari, arrivando a sollevare alcune coperture in lamiera all’interno della struttura. Ma il forte vento ha anche divelto la segnaletica verticale presente all’interno dell’area adibita alla sosta, arrivando a spostare i blocchi di cemento che sorreggono le coperture dedicate agli utenti in attesa di auto e bus. Alcuni cartelloni spazzati via dal vento hanno superato le recinzioni e alcune lamiere sono finite sulle vetture di servizio dell’Airgest, la società che gestisce lo scalo trapanese.
L’aeroporto di Birgi, ad ogni modo, rimane operativo in quanto immediatamente le squadre di manutenzione sono entrate in azione, anche grazie alla collaborazione dei vigili del fuoco e degli agenti di polizia, impegnati nella creazione di un percorso alternativo. L’ingresso principale dello scalo trapanese è, infatti, inagibile e “per adesso l’ingresso in aeroporto è assicurato da una porta laterale – precisa Salvatore Ombra, presidente dell’Airgest, la società che gestisce lo scalo – rispettando tutte le norme di sicurezza. Adesso, alla luce del sole, stiamo valutando i danni”. La società, quindi, rivolge un appello ai passeggeri che devono partire da Birgi: presentarsi al terminal con largo anticipo per compensare eventuali ritardi dovuti ai danni e rispettare i percorsi alternativi.
La nave affonda: “Tutti salvi i membri dell’equipaggio”. Secondo alcuni testimoni sul luogo stavano lavorando venti operai
A Baltimora, Maryland, una nave portacontainer, battente bandiera di Singapore, ha urtato il ponte Key Bridge facendolo crollare e facendo precipitare nelle acque del fiume Patapsco persone e autovetture. Al momento i soccorritori starebbero cercando venti dispersi, secondo il responsabile delle comunicazioni dei Vigili del Fuoco di Baltimora. Alcuni testimoni parlano di almeno venti operai al lavoro sul ponte al momento dell’urto. La nave avrebbe preso immediatamente fuoco e sarebbe in seguito affondata.
La dinamica – La polizia di Baltimora ha confermato che la struttura è parzialmente crollata anche se al momento non è chiaro cosa abbia causato l’urto della nave portacontainer Dali, 300 metri di lunghezza e battente bandiera di Singapore diretta a Colombo, nello Sri Lanka.
L’incidente, avvenuto intorno all’1.30, ora locale, (le 6.30 italiane) è stato confermato dalla Guardia Costiera degli Stati Uniti. “Tutte le corsie sono chiuse in entrambe le direzioni per un incidente sulla I-695 Key Bridge. Il traffico viene deviato“, ha scritto su X l’Autorità dei trasporti del Maryland.
“Evento nella categoria perdite di massa” – Il portavoce dei vigili del fuoco di Baltimora, Kevin Cartwright, ha detto che è ancora presto per confermare il numero delle vittime, ma ha descritto il crollo del ponte Francis Scott-Key definendolo della categoria “evento di perdite di massa“.
Cartright ha affermato che in questo momento le sue forze si stanno concentrando a salvare chi si trova in acqua. L’acqua nel porto di Baltimora ha attualmente una temperatura di 9 gradi centigradi secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration. Il rischio per chi è caduto in acqua ed è sopravvissuto è l’ipotermia.
Nessun ferito a bordo del cargo – Secondo quanto riportato dal New York Times, i proprietari della Dali, una nave battente bandiera di Singapore, hanno confermato in un comunicato inviato via e-mail che l’imbarcazione si è scontrata con uno dei pilastri del Francis Scott Key Bridge intorno all’1:30 del mattino orientale. Tutti i membri dell’equipaggio, compresi i due piloti a bordo, sono stati rintracciati e non ci sono stati feriti sulla nave, si legge nel comunicato. La causa della collisione non è ancora stata determinata e, secondo il comunicato, i proprietari e i responsabili della nave stanno collaborando con le autorità.
(afp)
Il ponte costruito nel 1977 – Aperto dal 1977 viene chiamato Francisc Scott Key Bridge come il nome dell’autore dell’inno nazionale americano.
A quattro corsie, è lungo tre chilometri e la struttura, strategica per il porto di Baltimora e culmine della Baltimore Beltway (la Interstate 695, I-695), è crollata nel fiume Patapsco.
All’epoca dell’inaugurazione, il New York Times scrisse che “avrebbe fornito agli automobilisti in viaggio lungo la East Coast degli Usa “una alternativa attraente” rispetto al Baltimore Harbor Tunnel perennemente intasato dal traffico. La costruzione costò all’epoca 141 milioni di dollari, l’equivalente di 735 milioni di dollari di oggi.
La pena per l’attaccante brasiliano terminerà l’8 aprile 2025 ma potrà fare ricors
L’attaccante brasiliano Gabigol è stato sospeso per due anni per frode nel test antidoping. Il processo, iniziato la settimana scorsa, è stato concluso questo lunedì. L’attaccante del Flamengo, ex giocatore dell’Inter, è stato giudicato nel pomeriggio dall’Antidoping Sportivo, in una sessione durata poco più di due ore, come riporta il sito brasiliano UOL. La pena ha avuto inizio dall’8 aprile 2023: pertanto gli sarà vietato di giocare fino ad aprile 2025. È possibile fare appello.
Gabigol è stato accusato di violazione dell’articolo 122 del Codice Antidoping Brasiliano, che riguarda “frode o tentativo di frode in qualsiasi parte del processo di controllo”. Il codice prevede una sospensione fino a quattro anni in caso di condanna.
La difesa ha incluso la testimonianza diL.C.Cameron, biochimico, chiamato a discutere metodi e tecniche di rilevamento del test antidoping. Nella sua testimonianza, Cameron ha informato che, soprattutto dal punto di vista del risultato del campionamento, non ci sarebbe stata alcuna trasgressione. Gabigol è stato accusato in particolare di aver ostacolato l’esecuzione del test. Anche se l’ha fatto e ha dato un esito negativo, l’atteggiamento segnalato dagli ufficiali di raccolta si configura come “frode o tentativo di frode in qualsiasi parte del processo di controllo” e quindi l’attaccante è stato incriminato per violazione dell’articolo 122 del Codice Antidoping Brasiliano.
Uno dei rapporti dell’accusa riguarda il ritardo dell’attaccante nell’eseguire il test e la mancata osservanza delle istruzioni. Ad eccezione di Gabigol, i giocatori del Flamengo hanno fatto il test prima dell’allenamento delle 10. Secondo i responsabili del test, il giocatore non si è avvicinato a loro prima dell’allenamento, li ha ignorati dopo l’attività per andare a pranzo, ha trattato il team con disprezzo, non ha seguito le procedure indicate, ha preso il vaso di raccolta senza avvisare nessuno, si è irritato nel vedere che l’ufficiale lo ha accompagnato al bagno per il prelievo e, alla fine, ha consegnato il vaso aperto, contrariamente alle istruzioni ricevute.
Causata da un brillamento del Sole avvenuto il 23 marzo, è atteso per oggi il suo arrivo sulla Terra. Si temono malfunzionementi delle infrastrutture elettriche, danni ai satelliti e interruzioni delle comunicazioni. Attese anche aurore boreali e australi
C’è apprensione per l’imminente tempesta geomagnetica scaturita da un recente e potente brillamento solare. Gli esperti del settore prevedono che questa nube di plasma solare colpirà l’Europa e potrebbe causare una serie non indifferente di problemi: si prevede un’interruzione delle trasmissioni radio ad alta frequenza, come quelle tra gli aerei e le torri di controllo, difficoltà nei servizi di telecomunicazione, problemi alle infrastrutture elettriche e, nei casi più gravi, danni ai satelliti. Come riporta il Messaggero, il meteorologo della National Oceanic and Atmospheric Administration Jonathan Lash ha dichiarato che la maggior parte dei voli commerciali può fare affidamento sulla trasmissione satellitare come backup.
Cosa è una tempesta geomagnetica – Una tempesta geomagnetica è un evento atmosferico causato dall’interazione tra il campo magnetico terrestre e particelle cariche provenienti dal Sole. Quest’ultime possono essere rilasciate durante le esplosioni solari o dai brillamenti solari, e quando raggiungono la Terra, interagiscono con il campo magnetico del pianeta. Più nello specifico, tali tempeste derivano da variazioni nel vento solare che causano significativi cambiamenti nelle correnti, nei plasmi e nei campi magnetici. Le condizioni del vento solare che sono particolarmente propense a generare tempeste geomagnetiche includono periodi prolungati (di diverse o molte ore) di vento solare ad alta velocità e, soprattutto, la presenza di un campo magnetico del vento solare orientato verso Sud (opposto alla direzione del campo magnetico terrestre) sul lato diurno.
Il brillamento del Sole lo scorso 23 marzo – Lo scorso 23 marzo, il Sole ha emesso un eccezionale e potente brillamento, un doppio flare solare di classe X. Questo evento insolito è stato rilevato anche dal telescopio del National Solar Observatory in Australia, il quale ha osservato due macchie solari, AR3614 e AR3615, generare un’esplosione “in tandem“, come riportato da Meteoweb. Questo fenomeno straordinario non solo ha attirato l’attenzione degli studiosi solari, ma ha anche suscitato allarmi riguardo alle possibili conseguenze sulla Terra di un tale evento cosmico.
Quando la tempesta solare colpirà la Terra – Secondo i modelli della NASA e della NOAA, la nube di plasma solare emessa dovrebbe raggiungere il nostro pianeta proprio oggi, lunedì 25 marzo, provocando forti tempeste geomagnetiche di classe G4 (“severe” o “grave“). La classificazione dei brillamenti solari avviene in base alla loro intensità, misurata in termini di energia rilasciata. Le classi vanno da A (meno energetico) a X (più potente), con numeri che indicano il grado all’interno di ciascuna classe. Ad esempio, un’esplosione di classe X è significativamente più potente di una di classe M o C.
Dove sono attese le aurore australi e boreali – Oltre alle interferenze nelle reti di comunicazione e possibili danni ai dispositivi elettronici sensibili, gli effetti di una tempesta geomagnetica possono includere aurore boreali e australi in entrambi gli emisferi. Lunedì notte, l’aurora boreale – tipica del Circolo Polare Artico – potrebbe essere visibile negli Stati Uniti fino al Midwest, mentre in Europa ci si aspetta di ammirarla in Scozia. Nell’emisfero australe, potrebbe essere visibile nell’Australia meridionale, da Victoria fino alla parte occidentale della “terra dei canguri“. Come spiega sempre il Messaggero, questo fenomeno luminoso arriva proprio nella stessa notte di un’eclissi lunare penombrale, visibile in tutto il mondo.
Alessandro Costacurta critica, Lautaro Martinez risponde: “Dice il falso, si veda l’EuroDerby…“. Non il momento migliore per il Toro: non segna con l’Argentina, un digiuno che ormai dura dal 2022, ma anche con l’Inter non tutto va come sperava.
Nel mirino c’è in particolare l’ottavo di finale di ritorno contro l’Atletico Madrid, partita che ha visto i nerazzurri di Simone Inzaghi eliminati dai colchoneros ai calci di rigore, con l’errore decisivo proprio di Lautaro Martinez.
LE CRITICHE DI COSTACURTA – Un errore che ha attirato tante critiche da parte di tifosi e addetti ai lavori. Billy Costacurta, ex difensore del Milan e oggi opinionista Sky, aveva commentato duramente a margine del sorteggio dei quarti di finale di Champions League andato in scena venerdì 15 marzo: “Da lui sinceramente mi aspettavo di più. E pure al Mondiale, pensandoci bene, non aveva fatto bene. Mi viene da pensare che Lautaro non riesca a emergere fino in fondo in certi palcoscenici. In Europa servono una mentalità e una determinazione diversa“.
LA RISPOSTA DI LAUTARO MARTINEZ– Parole che non sono andate giù a Lautaro Martinez che, dal ritiro dell’Argentina, ha risposto parlando a TyC Sports: “Se uno fa nomi e cognomi la cosa mi dà più fastidio. Quello che dice Costacurta non è vero. Ci sono delle volte in cui la gente non si controlla in quello che dice. Commenti del genere mi fanno male. Ho segnato un gol in una semifinale di Champions League contro il Milan, una delle partite più importanti nella storia di entrambi i club… Quello non l’ha contato. Ma oltre a quello, ci sono state le prestazioni che ha fatto l’Inter in quell’occasione e quella che ho fatto io. Lo invito a vedere quella partita“.
INTER– Lautaro poi ha parlato del momento con l’Inter: “Sto vivendo un momento molto bello all’Inter. La verità è che non immaginavo la mia carriera così, con questi momenti vista anche la storia che l’Inter ha con gli argentini. E invece ho avuto questa possibilità e gioco all’Inter già da sei anni, e per me è molto importante essere presente nella storia di questo club, battere record. Lavorando giorno dopo giorno spero che continueremo questo cammino per regalare una grande gioia alla gente che che sin dal primo momento mi ha trattato in maniera incredibile. Cerco di dare tutto in campo, questo è il mio lavoro”.
Gonzalo Plata, uno dei giocatori coinvolti nella vicenda
Tre giocatori, tra cui il sedicenne talento (già acquistato dal Chelsea) sono stati pescati in compagnia di ballerine seminude. Altri 5, invece, sono stati avvistati in un’altra discoteca. La Federcalcio per ora non ha commentato la vicenda
La nazionale di calcio dell’Ecuador è nella bufera dopo la diffusione di un video, fatta dal quotidiano ‘La Data‘, che ritrae alcuni giocatori in un night club diNew York alla vigilia della sfida con l’Italia persa 2-0. Nel filmato si riconoscono Gonzalo Plata, attaccante dell’Al-Sadd, Robert Arboleda, difensore del San Paolo e il 16enne Kendri Paez, centrocampista dell’Indipendiente Del Valle, in compagnia di alcune ballerine seminude.
Plata recidivo: nel 2022 gli fu ritirata la patente per un incidente dopo una festa – In particolare nel video si vede Arboleda mostrare con effusione un rotolo di banconote mentre una coppia di ragazze semisvestite balla accanto a lui. La telecamera fa una panoramica e si concentra su Paez, che si copre il volto, cercando di non essere ripreso. Plata, appare più tranquillo e osserva la situazione. Plata non è nuovo a situazioni del genere. L’8 dicembre 2022 fu coinvolto in un incidente stradale in Spagna a causa della guida in stato di ebbrezza dopo aver preso parte a una festa. E per questo fu gli fu ritirata per due anni la patente.
Il 16enne Paez non sarebbe dovuto entrare nel locale – Il video ha suscitato polemiche sui social network con commenti sull’illegalità di Paez a frequentare questi locali poiché è ammesso l’ingresso solo a chi ha almeno 21 anni. Paez, talento purissimo, messosi in luce ai Mondiali Under 17 e Under 20, è già di proprietà del Chelsea che lo ha acquistato a giugno lasciandolo in prestito all’Indipendiente fino al 2025, quando compirà 18 anni.
Altri 5 giocatori ripresi in una discoteca – Oltre a loro sono stati ripresi in un altro video altri 5 giocatori (Jeremy Sarmiento, José Cifuentes, Moisés Caicedo, Jhon Yeboah e William Pacho) che scherzano mentre risuonano le note dell’inno ecuadoriano all’interno di una discoteca di New York. E’ probabile che il tutto sia avvenuto venerdì sera, 22 marzo, visto che i giocatori si erano allenati la mattina e poi avevano avuto il pomeriggio libero. La Federcalcio ecuadoriana per ora non ha commentato la vicenda.
È stato uno dei calciatori rossoneri più amati degli anni Sessanta
È morto Ambrogio Pelagalli, ex calciatore del Milan e con un passato anche nella Roma, seppur breve. Si è spento all’età di 84 anni: è stato uno dei calciatori rossoneri più amati degli anni Sessanta.
La carriera di Pelagalli – Cresciuto calcisticamente nel Dagrada Manzoni, settore giovanile collegato a quello del Milan. A soli 14 anni firma il suo primo contratto con il club rossonero (dal 1959 al 1966), insieme all’allora compagno di squadra Giovanni Trapattoni, suo grande amico anche fuori dal campo. Pelagalli ha collezionato 235 presenze in Serie A, totalizzando 6 gol. In Serie B, invece, ne ha disputate 139. Ha giocato in diverse zone di campo, nel Milan spesso a centrocampo al fianco di Gianni Rivera. All’occorrenza anche in difesa.In carriera ha vestito anche le maglie di Atalanta e Roma. Terminata la carriera di calciatore, ha intrapreso quella di allenatore.
Quando Pelagalli fece il portiere durante Roma-Milan – Nell’unica stagione con la maglia giallorossa, quella 1967-68, si è reso protagonista in un ruolo del tutto differente da quello a cui era abituato, quello di portiere e proprio contro il suo ex club, il Milan. Nella partita del 5 maggio 1968, infatti, l’espulsione di Ginulfi lo costringe a vestire i panni del portiere. Pelagalli riesce a rendersi efficace, con una serie di parate incredibili che consentono alla Roma di impattare la gara. Al termine della stagione, torna a Bergamo.
Andrea Abodi (Giovanni Pasquino / Deepbluemedia / Insidefoto)
Le parole del ministro dello Sport e giovani: «Noi continuamo a pensare che San Siro debba ospitare le partite degli Europei 2032, ma attualmente non potrebbe farlo».
“Noi continuamo a pensare che San Siro debba ospitare le partite degli Europei 2032, ma attualmente non potrebbe farlo. Per come è ora, San Siro non è in grado di ospitare gli Europei del 2032”, visto che le norme UEFA richiedono un livello molto alto per quanto riguarda le strutture. Lo ha detto il ministro dello Sport e giovani, Andrea Abodi, intervenuto a margine della tavola rotonda “Impianti ed infrastrutture sportive: attori e processi– L’esperienza delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026” organizzata dallo studio legale ADVANT Nctm nella sua sede a Milano.
“La scelta dei cinque stadi per Euro 2032 avverrà nel 2026. Stiamo cercando di mettere in campo ulteriori strumenti finanziari da inserire eventualmente in una nuova norma. Gli investimenti al momento non sembrano arrivare in doppia cifra, abbiamo nove-dieci progetti di stadi che stanno andando avanti con grande sofferenza. Milano nelle attuali condizioni non sarebbe in grado di ospitare il torneo. Si sta lavorando moltissimo per ospitare la finale di Champions League del 2027, il percorso da fare è tanto e si sta provando ad accelerare”.
“Il tema dello sport in Italia non si limita alle sole infrastrutture, che comunque vanno migliorate visto che l’età media è di 50-60 anni e sono lontanissime dagli standard europei e mondiali. C’è una norma del 2021, nata però nel 2013, per semplificare la burocrazia per la costruzione di impianti sportivi. I fatti però dicono che sfruttando la legge stadi non è stato realizzato nemmeno uno stadio. Si tratta di una norma che comunque ha dato delle regole per snellire le procedure. Io mi pongo come obiettivo quello di rifare la norma per ridare un senso unitario e una spinta propulsiva. Si integrerà la vecchia Melandri per i diritti tv insieme ad una nuova norma per gli impianti sportivi”.
Il Manchester United rischierà di essere escluso dall’Europa la prossima stagione dopo che la UEFA ha mantenuto il divieto ai club sotto la stessa proprietà di competere tra loro.Cosa dice il regolamento UEFA sulle multi-proprietà?
Mentre i club sotto la stessa proprietà possono giocare in Europa se partecipano a competizioni diverse, rimane in vigore il divieto per i club di prendere parte alla stessa competizione.
Ed è qui che il recente crollo del Nizza nella Ligue 1 francese potrebbe finire per impedire allo United di giocare in qualsiasi competizione la prossima stagione. Il Nizza è interamente di proprietà del gruppo Ineos di Sir Jim Ratcliffe, mentre il miliardario della petrolchimica ha confermato che gli sarà “delegata la responsabilità per la gestione delle operazioni calcistiche dello United” come parte del suo acquisto di azioni di minoranza dai Glazers.
Manchester United e Nizza non possono ‘stare’ nella stessa competizione – Solo il mese scorso, Ratcliffe affermò che gli era stato detto dalla UEFA che “non c’erano circostanze” in cui la sua proprietà del Nizza avrebbe impedito al ManUtd di giocare in Europa.
Ma la UEFA ha ora confermato che esiste un divieto totale per i club sotto la stessa proprietà di prendere parte alla stessa competizione, nonostante una revisione del suo regolamento. Alla richiesta di confermare la situazione, un’esponente della UEFA ha dichiarato a SunSport:
“È corretto che Manchester United e Nizza non possano giocare nella stessa competizione.Potrebbero giocare in competizioni diverse, poiché non esiste più il ‘feeding’ tra le competizioni.”
Lo United, sesto in classifica, sembra destinato a un posto in Europa League la prossima stagione, anche se i club inglesi guadagnano un posto extra in Champions League grazie alle loro prestazioni in Europa in questa stagione. Ma la forma scioccante di Nizza nel 2024 potrebbe complicare enormemente la situazione. Sembravano certi di un posto in Champions League alla fine di gennaio, prima di una serie horror di una sola vittoria su sette che li ha portati al quinto posto. Se United e Nizza finissero nelle loro posizioni attuali, entrambi i club si qualificherebbero per l’Europa League.
Precedenza Nizza – Comunque, secondo le regole, il Nizza avrebbe la precedenza in quanto il club “si è classificato al primo posto nel campionato nazionale”. Ciò cambierebbe se lo United vincesse la FA Cup, il che darebbe loro la precedenza e manderebbe invece il Nizza alla Conference League.
Allo stesso modo, se sia lo United che il Nizza dovessero qualificarsi per la Champions League, chi finirà più in alto nella competizione nazionale otterrebbe il posto, mentre l’altro perderebbe l’Europa. A meno che il Nizza non arrivi quarto, il che è sufficiente solo per gli spareggi di Champions League, in cui lo United otterrebbe il posto. Se entrambi i club finissero nella stessa posizione a livello nazionale e si qualificassero per la stessa competizione, allora lo United avrebbe la precedenza a causa della posizione dell’Inghilterra in cima alla “lista di accesso” quinquennale della Uefa.
Ma, a seconda dei vincitori della coppa nazionale di ciascun paese, rimane uno scenario in cui United e Nizza si qualificano ciascuna per la Conference League, ma la squadra francese prende il posto a causa di una posizione più alta in campionato, lasciando lo United senza nulla. La UEFA sta eliminando la tradizionale fase a gironi delle tre competizioni dalla prossima stagione, sostituendola con tre campionati unici, con i club eliminati da ognuno di essi fuori dall’Europa.
Resta inteso che qualsiasi problema se sia il Manchester City che il Girona, attualmente terzo nella Liga, si qualificassero per la Champions League, verrebbe risolto se il club catalano perdesse la sua rappresentanza nel consiglio del City Football Club.
Fonte The Sun – Articolo a cura di Stefano Ghezzi – SportPress24.com
Le fiamme sono divampate tra Limbiate, Cesate e Solaro
I vigili del fuoco al lavoro per domare le fiamme
Sono servite due ore di lavoro serrato da parte di oltre 20 vigili del fuoco provenienti da diversi distaccamenti per domare l’incendio che si è sviluppato questa mattina nel Parco delle Groane, ai confini tra Limbiate, Cesate e Solaro. L’incendio boschivo è partito intorno alle 11 di questa mattina in territorio di Cesate, ai margini della XIV strada, a sud della zona industriale di Corso Europa di Solaro. Sul posto sono state inviate diverse squadre di Vigili del fuoco partite dai comandi di Monza, Lazzate, Desio, Saronno, Garbagnate. Anche il Parco delle Groane ha attivato i volontari del servizio antincendio boschivo e le Gev.
Dopo circa 2 ore,l’incendio è stato circoscritto e spento. Subito dopo sono partiti i lavori di bonifica a cura delle squadre di volontari del Parco delle Groane. L’area interessata dall’incendio è di circa 30mila metri quadri, a bruciare è stata soprattutto vegetazione bassa di sottobosco. Sulle origini non ci sono dati ufficiali ma sono in molti a puntare il dito sulla presenza di spacciatori e tossicodipendenti che potrebbero avere appiccato le fiamme.
Le scuole di ogni ordine e grado di Trani resteranno chiuse oggi a causa di un allarme bomba scattato, intorno alle sei di questa mattina, nella stazione ferroviaria dove all’interno di una valigetta lasciata incustodita, è stato trovato un biglietto che annunciava la presenza di un ordigno in un istituto scolastico non precisato della città.
La presenza della piccola valigia, notata da chi aspettava i treni, ha fatto scattare l’allarme e i controlli. Il sindaco della città, Amedeo Bottaro, ha così deciso la sospensione delle lezioni. “A causa di un allarme bomba in una scuola non precisata, tutte le scuole cittadine di ogni ordine e grado resteranno chiuse nella giornata odierna“, è la comunicazione postata sui canali social ufficiali del Comune.
A lavoro ci sono i carabinieri e gli agenti della polizia ferroviaria che stanno accertando la fondatezza dell’allarme.
Attualmente sono fermi il treno Freccia rossa Lecce – Milano delle 5:55, il treno Alta velocità Bari – Milano delle 6:35, e gli Intercity Torino- Lecce delle 20:50, Milano – Lecce delle 21:15 e il Milano – Lecce delle 21:50. Trenitalia invita inoltre, a consultare il proprio sito per gli aggiornamenti. Il Comune fa sapere invece, che sono in corso le bonifiche nelle scuole per “consentire l’accesso nei plessi” degli studenti e delle studentesse al termine delle attività delle forze dell’ordine che stanno compiendo verifiche sul biglietto a quadretti scritto a mano e in stampatello con la penna blu e firmato in arabo. Analisi saranno eseguite anche sui filmati delle telecamere di sicurezza della stazione.
Lo schianto nella notte nel tratto autostradale tra Modena Sud e Valsamoggia. In azione i soccorsi e la polizia stradale
Un incidente che ha coinvolto un pullman FlixBus si è verificato nella notte, intorno alle 3, in A1, tra Modena Sud e Valsamoggia, al chilometro 174 in direzione sud. Il bilancio è drammatico: un passeggero del mezzo, giovane congolese di 19 anni, è morto. Sei i feriti.
Il mezzo era partito da Milano con direzione Roma. Una delle persone soccorse dal 118 è stato portato in ospedale in condizioni ritenute gravi. La prima ricostruzione della dinamica indica che l’autobus ha fatto tutto da solo, perdendo il controllo e finendo contro il guard rail sul lato destro della carreggiata, per motivi da accertare.
La squadra dei Vigili del Fuoco di Vignola è intervenuta per liberare dalla cabina alcune persone rimaste incastrate e fornire illuminazione e supporto logistico al 118 accorso con eliambulanza, automedica e quattro ambulanze e alle varie pattuglie della Stradale di Bologna Sud.
Il tratto autostradale interessato dall’incidente è rimasto chiuso per tutta la durata delle operazioni di soccorso, ora rimangono lunghe code. E’ stato organizzato un trasporto per le altre persone fino ad un’area di servizio dove poi è arrivato un bus sostitutivo.
Nella foto L’ Istituto Comprensivo Statale Adelaide Ristori
Sindaco e dirigente dell’istituto denunciano la gravità del fatto
Si è messo a discutere con un insegnante della figlia, proprio davanti all’ingresso della scuola. Poi, forse non soddisfatto delle risposte, l’ha colpito con uno schiaffo al volto.
È accaduto venerdì scorso in una scuola media di Massa (Massa Carrara), davanti a testimoni. Sul posto è intervenuta nel giro di pochi minuti una pattuglia dei carabinieri, che ha raccolto la versione del padre della studentessa e dello stesso insegnante: nonostante il colpo ricevuto,l’uomo ha preferito non ricorrere alle cure del 118. Al momento non avrebbe ancora presentato denuncia.
Sulla vicenda, intanto, arrivano le parole della dirigente dell’istituto in cui si è consumata l’aggressione («La scuola condanna ogni forma di violenza») e quelle del sindaco di Massa, Francesco Persiani: «Da parte mia e dell’amministrazione come prima cosa voglio esprimere la solidarietà al professore vittima dell’aggressione — ha detto — La vicenda naturalmente sarà chiarita da chi di dovere ma è chiaro che non vorremmo assistere mai a episodi del genere. La solidarietà dell’amministrazione non va solo all’insegnante coinvolto in prima persona ma all’interno corpo docente». Accertamenti sono comunque ancora in corso da parte dei carabinieri per ricostruire le cause della lite.
Preside picchiato per una sospensione dal compagno della madre di un allievo
La vittima è il dirigente dell’istituto paritario San Gabriele, in via della Giustiniana
Picchiato dal compagno della madre di uno studente per colpa di una sospensione non gradita. E’ accaduto al preside dell’istituto paritario San Gabriele, in via della Giustiniana a Roma. Raimondo Pietroletti è stato medicato con dieci giorni di prognosi. I fatti sono avvenuti il 15 marzo e secondo quanto emerso l’uomo non accettava il fatto che il ragazzo avesse preso una nota e poi anche la sospensione, a quanto pare dopo aver preso a parolacce un insegnante, e per questo motivo ha fatto irruzione nell’ufficio in cui il preside stava lavorando con alcuni collaboratori. Prima lo ha minacciato, intimandogli di annullare il provvedimento disciplinare, e poi, quando Pietroletti lo ha invitato a calmarsi, si è scagliato contro il dirigente.
“L’hanno massacrato“, raccontano i genitori degli alunni dell’istituto. Una “gravissima aggressione“, si legge nella comunicazione che il Consiglio d’amministrazione dell’istituto ha inviato ai genitori degli iscritti, per informarli dell’accaduto. Un pestaggio che, oltretutto, sarebbe avvenuto sotto gli occhi del figlio piccolo dell’aggressore, che l’uomo aveva portato con sé in quella che è sembrata una vera e propria spedizione punitiva. “Piangevano sia il dirigente, mentre veniva massacrato di botte, sia il bambino. Alcune insegnanti hanno chiamato il personale scolastico, che ha allertato i soccorsi e la polizia“, racconta un genitore.
E’ accaduto durante una partita di calcio al campo sportivo di Mezzano, nel Ravennate. Il mister ha sostituito il ragazzo per un problema ad una scarpa che gli si sfilava
Non ha gradito la sostituzione di suo figlio, undicenne giocatore di calcio della categoria Pulcini e così, entrato in campo insieme alla moglie, prima ha preso a male parole l’allenatore e un suo collaboratore e poi ha rifilato al tecnico una testata cercando – caduto a terra per il colpo subito – anche di prenderlo a calci.
L’episodio – riporta la stampa locale – è andato in scena sabato al campo sportivo di Mezzano, frazione di Ravenna, teatro della sfida, nella categoria ‘Pulcini‘ tra la squadra locale e il Cervia.
I fatti risalgono all’ultimo minuto del primo tempo quando il ‘mister‘ del Mezzano, un 22enne alla sua prima esperienza in panchina, ha sostituito uno dei suoi ragazzi, per un problema ad una scarpa che gli si sfilava. Nelle gare dei ‘Pulcini‘ si possono fare cambi ‘volanti‘ – quindi gli atleti possono uscire e rientrare a gara in corso – e l’allenatore, così ha raccontato lui stesso alla stampa ravennate, avrebbe rimesso in campo il giocatore nel secondo tempo.
Invece, visto il figlio sostituito il padre dopo avere raggiunto la panchina, avrebbe rivolto parole offensive a un collaboratore dell’allenatore, intento a sistemare la scarpa del ragazzino, mentre la madre avrebbe detto “diverse cose” allo stesso tecnico. “A quel punto – sono le sue parole –il marito è tornato verso di me e mi ha colpito con una testata. Io sono caduto per terra e il padre, prima di essere bloccato, ha cercato di colpirmi con dei calci“.
Andato in Pronto Soccorso, l’allenatore del Mezzano non ha escluso l’intenzione di sporgere denuncia contro il genitore. “Una volta letto il referto ho l’intenzione di presentare denuncia. E’ un episodio troppo grave – ha raccontato ancora ai quotidiani -: penso di avere un dito rotto e ovviamente sono in uno stato di agitazione credo comprensibile“. La dirigenza delMezzano, sempre a quanto riferito dall’allenatore avrebbe ipotizzato una sospensione a tempo indeterminato dei figli della coppia per motivi di opportunità.
Le vittime sono Gianni Boscolo Scarmanati, 64 anni, la moglie 59enne Luisella Veronese e il figlio 27enne Davide. Il decesso è avvenuto a causa del fumo
Tre persone della stessa famiglia sono morte in un incendio scoppiato nella notte in un’abitazione a Sottomarina di Chioggia (Venezia). Le vittime sono Gianni Boscolo Scarmanati,64 anni, la moglie 59enne Luisella Veronese e il figlio 27enne Davide. Un altro figlio della coppia non era in casa.
I tre dormivano al piano di sopra e sarebbero morti a causa del fumo, provocato dall’incendio divampato al piano terra, per cause ancora da accertare, verso mezzanotte e mezza. Sul posto le squadre dei vigili del fuoco di Chioggia e Cavarzere e l’autoscala di Mestre, al lavoro fino alle prime luci dell’alba. L’abitazione è sotto sequestro per consentire le indagini.
L’allarme – L’incendio ha coinvolto il piano terra dell’abitazione affiancata ad altre e disposta su tre livelli. L’allarme è stato dato da alcuni giovani che hanno visto le fiamme uscire dall’abitazione e si sono prodigati anche con una scala per provare a mettere in salvo le persone.
I vigili del fuoco hanno spento le fiamme, che hanno riguardato un locale al solo piano terra, mentre il fumo si è incanalato nel vano scala, saturando tutta l’abitazione.
Il fumo letale – I pompieri, entrati della casa con gli autorespiratori, hanno trovato al secondo piano le persone prive di vita come accertato dai sanitari del Suem. Le fiamme al piano terra sono state completamente spente e l’immobile dopo la bonifica è stato posto sotto sequestro dai vigili del fuoco. Le operazioni di soccorso sono terminate poco prima dell’alba.
Il pilota spagnolo approfitta del ko della Red Bull dell’olandese e trionfa a Melbourne precedendo il compagno di squadra, sul podio anche la McLaren
Buongiorno Italia. Doppietta Ferrari a Melbourne. Carlos Sainz vince davanti a Charles Leclerc. Sul podio l’arancione, la McLaren di Lando Norrisdavanti a quella di Oscar Piastri. Due rosse davanti a tutti non si vedevano da queste parti dal 2004: ed erano Schumacher e Barrichello. Perché il vincitore seriale, Max Verstappen, non c’è: ritirato al 4° giro per un guaio tecnico al freno posteriore destro. Carlos lo aveva passato poco prima. “Incredibile. Forza, grazie Ferrari” dice lo spagnolo, piangendo sotto la bandiera a scacchi.
Il podio: Leclerc, Sainz e Norris (afp)
Sainz, terza vittoria in carriera – Due settimane fa era su un letto di ospedale a Gedda, operato di appendicite d’urgenza, veniva sostituito da Oliver Bearman. Neanche era certo di poter esserci in Australia. Invece: “Smooth operator, smooth operator” canta Sainz in radio. Il suo soprannome, da Sade. Perché è uno che arriva all’obiettivo, piano e dolcemente. “Ho gestito, ma gara dura, felice e orgoglioso di tutta la squadra, contento anche di aver vinto davanti a Charles. Tutto questo dimostra com’è incredibile la vita”.
Successo numero 3 in carriera, Sainz fu l’unico a vincere contro la Red Bull l’anno scorso, a Singapore. Papà Sainz, commosso, lo abbraccia. E così tutta la squadra, che lo assale con energiche carezze. Carlos: “Sto bene, solo gli ultimi giri un po’ lunghi, mi mancava un po’ di allenamento e forza. Gara pulita, ho potuto gestire gomme e me stesso. Sono felicissimo, dopo tutto quello che è successo quest’anno, è iniziato con la notizia del non rinnovo, poi subito un podio, poi appendicite e adesso la vittoria. Sono felicissimo, la vita è incredibile. Dimostra che quando fai le cose bene, si può fare. Alla squadra abbiamo dato indicazioni precise dove dovevamo migliorare, il team ha lavorato bene, ci ha dato una macchina per spingere, e quando hai una macchina così buona puoi vincere. Un gran passo avanti”.
Leclerc: “Meglio di così non poteva andare” – Leclerc sperava di più, qui aveva vinto dominando nel 2022 con una macchina che definì “una bestia” ma le sue qualifiche non sono andate al meglio, sbagliando all’ultima fase e classificandosi 5° al via. La penalità a Perez sulla Red Bull di tre posizioni, ha fatto avanzare il monegasco alla quarta piazza sotto i semafori. “Bella sensazione, soprattutto per la squadra, bello riprodurre le emozioni della doppietta che non c’era da Bahrain 2022, bravissimo Carlos. Meglio di così non poteva andare”. All’ultimo si prende la soddisfazione del giro veloce. Carlos scatta un selfie con lui e tutta la squadra.
I freni mettono ko Verstappen – Che la Ferrari fosse competitiva si era capito da inizio stagione, anche se ancora indietro alla Red Bull. A Melbourne c’erano stati indizi da subito, che la rossa avesse un’occasione contro una blu più in difficoltà. Quella di Max, dopo una pole straordinaria, si ritira. Aveva cambiato il motore prima delle qualifiche, per precauzione, Verstappen lo aveva danneggiato nelle libere sui cordoli. Anche la blu, ogni tanto, raramente, ha problemi di affidabilità. “Un problema di surriscaldamento dei freni, la macchina è diventata molto difficile da guidare. Peccato perché avevo buone sensazioni. Era sempre attivo il freno posteriore destro. Purtroppo può succedere”, ammette l’alieno Max. Il suo compagno, Checo Perez, è 5°: a 56 secondi.
La Mercedes di Russell (afp)
Ritiro anche per Hamilton – Male le Mercedes: fuori anche Lewis Hamilton (al 17°) per un guaio alla power unit. Sarà proprio il 7 volte campione del mondo a sostituireSainz in Ferrari nel 2025. George Russell si schianta a muro all’ultimo giro mentre insegue Fernando Alonso per il sesto posto. E provoca l’uscita della vettura di sicurezza virtuale. Sta bene George. Sta benissimo la rossa. Una nuova alba? Il boss di Maranello, Fred Vasseur. festeggia ma chiede anche di tenere i piedi per terra: “Non possiamo sapere se avremmo vinto lo stesso se ci fosse stato Max in gara, ma il nostro passo è stato forte da subito, uno dei week end più puliti negli ultimi 12 mesi, molto costanti in tutte le sessioni. Dobbiamo costruire il resto della stagione partendo da qui, la grande differenza è che la macchina è più comprensibile per noi e per i piloti e si può migliorare durante il week end. Il percorso è ancora molto lungo, già a Suzuka sarà diverso. Non dobbiamo pensare che siamo arrivati e trarre conclusioni, si riparte da qui”. Si riparte benissimo.
Il provvedimento rientra nelle domeniche ecologiche nel calendario fissato dal Campidoglio come disposto dall’ordinanza del sindaco
Stop alle auto domani a Roma. Domenica 24 marzo infatti, ci sarà il blocco del traffico della domenica ecologica. Quinto e ultimo stop alla circolazione della stagione invernale della Capitale ai veicoli più inquinanti e per tutti i veicoli a motore nella nuova Ztl “Fascia Verde”.
Gli orari del blocco del traffico – Come da ordinanza del sindaco, lo stop alla circolazione sarà in vigore dalle 7:30 alle 12:30 e poi dalle 16:30 alle 20:30. Il blocco servirà per ridurre l’inquinamento in città.
Le deroghe al provvedimento – Come accaduto in passato, i veicoli elettrici o ibridi e quelli monofuel a metano o gpl non saranno interessati dal provvedimento così come i veicoli bi-fuel (con doppio sistema di alimentazione benzina-gpl o benzina-metano) anche trasformati ma solo se marcianti a gpl o metano e omologati in classe Euro 3 e successive. Esenti anche i veicoli a benzina classe Euro 6, i ciclomotori (50cc) con motore a 4 tempi di classe Euro 2 e successive e i motocicli a 4 tempi di classe Euro 3 e successive. Tutte le deroghe previste per altre categorie di veicoli sono specificate nell’ordinanza consultabile sul sito di Roma Capitale.
Riscaldamenti – Anche se l’inverno sembra che quest’anno non sia mai arrivato, sull’intero territorio comunale, tra le misure volte al contenimento delle emissioni inquinanti, restano ferme le disposizioni dell’ordinanza sindacale del 31 ottobre scorso sull’utilizzo degli impianti di riscaldamento domestico per un massimo di 11 ore giornaliere e una temperatura di non oltre i 19°C (+2°C di tolleranza).
I veicoli esentati dal blocco del traffico
1 – veicoli a trazione elettrica e ibridi;
2 – veicoli alimentati a metano, a gpl e veicoli Bi-Fuel (benzina / GPL o metano), anche trasformati, marcianti con alimentazione a GPL o metano;
3 – autoveicoli ad accensione comandata (benzina) ‘Euro 6’;
4 – ciclomotori a 2 ruote con motore 4 tempi ‘Euro 2’ e successivi;
5 – motocicli a 4 tempi ‘Euro 3″ e successivi;
6 – veicoli adibiti a servizio di polizia e sicurezza, emergenza anche sociale, ivi compreso il soccorso, anche stradale, e il trasporto salme;
7 – veicoli adibiti a servizi manutentivi di Pronto Intervento e pubblica utilità (come ad es. acqua, luce, gas, telefono, ascensori, impianti di sicurezza, impianti di regolazione del traffico. Impianti ferroviari, impianti di riscaldamento e di climatizzazione) che risultino individuabili o con adeguato contrassegno o con certificazione del datore di lavoro;
8 – veicoli adibiti al trasporto, smaltimento rifiuti e tutela igienico-ambientale, alla gestione emergenziale del verde, alla Protezione civile e agli interventi di urgente ripristino del decoro urbano;
9 – autoveicoli per il trasporto collettivo pubblico e privato;
10 – veicoli regolamentati ai sensi delle D.A.C. n. 66/2014 e n. 55/2018;
11 – taxi e autovetture in servizio di noleggio con conducente, dotati di concessioni comunali;
12 – autoveicoli adibiti a car sharing, car pooling, servizi Piano Spostamenti Casa Lavoro (PSCL) attivati sulla base di appositi provvedimenti del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare o dell’Amministrazione capitolina;
13 – veicoli con targa C.D., S.C.V. e C.V.;
14 – veicoli muniti del contrassegno per persone invalide previsto dal D.P.R. 503 del 24 luglio 1996;
15. autoveicoli impiegati dai medici e veterinari in visita domiciliare urgente, muniti del contrassegno rilasciato dal rispettivo Ordine: autoveicoli impiegati da paramedici in servizio di assistenza domiciliare con attestazione rilasciata dalla struttura pubblica o privata di appartenenza;
16 – autoveicoli utilizzati per il trasporto di persone sottoposte a terapie indispensabili e indifferibili o trattamenti sanitari per la cura di malattie gravi, in grado di esibire la relativa certificazione medica e autoveicoli utilizzati per il trasporto di persone finalizzato all’effettuazione di accertamenti o trattamenti sanitari connessi al Covid 19;
17 – autoveicoli adibiti al trasporto di persone sottoposte a misure di sicurezza;
18 – autoveicoli adibiti al trasporto di merci deperibili, alla distribuzione di stampa periodica e di invii postali; 19. Veicoli aventi massa massima non superiore a 3,5 tonnellate, adibiti al trasporto di medicinali e/o trasporto di materiale sanitario di uso urgente e indifferibile adeguatamente certificato, nonché al trasporto di valori;
20 – veicoli utilizzati per il trasporto di persone che partecipano a cerimonie religiose programmate antecedentemente alla data della presente Ordinanza, cerimonie nuziali o funebri, purché i conducenti siano in possesso di appositi inviti o attestazioni rilasciate dai ministri officianti;
21 – veicoli degli operatori dell’informazione quotidiana in servizio, muniti del tesserino di riconoscimento e con attestazione della redazione, o adibiti al trasporto di materiali a supporto del servizio di riprese televisive (es. strumenti di ripresa, gruppi elettrogeni, ponti radio etc.) relative ai telegiornali;
22 – veicoli utilizzati dai controllori del traffico aereo in servizio di turno presso l’aeroporto di Ciampino e Fiumicino, previa esibizione di apposita attestazione rilasciata da Enav S.p.A.;
23 – autoveicoli e motoveicoli a due ruote utilizzati da lavoratori con turni lavorativi o domicilio/sede di lavoro tali da impedire la fruizione dei mezzi di trasporto pubblico, con apposita certificazione del datore di lavoro;
24 – automezzi adibiti ai lavori nei cantieri delle linee metropolitane in costruzione;
25 – veicoli o mezzi d’opera che effettuano traslochi per i quali sono state precedentemente rilasciate autorizzazioni per l’occupazione di suolo pubblico dagli uffici competenti;
26 – veicoli di imprese che eseguono lavori per conto di Roma Capitale o per conto di Aziende di sottoservizi, forniti di adeguata documentazione dell’Ente per cui lavorano o che eseguono interventi programmati con autorizzazione della regia;
27 – veicoli utilizzati per la realizzazione delle iniziative promosse o patrocinate da Roma Capitale forniti di apposita documentazione rilasciata dai Settori competenti o di contrassegni rilasciati dall’organizzazione;
28 – veicoli utilizzati nell’organizzazione di manifestazioni per le quali sono stati precedentemente rilasciati atti concessori di occupazione suolo pubblico, forniti di apposita documentazione rilasciata dai Settori competenti;
29 – veicoli dei commercianti ambulanti dei mercati domenicali, unicamente utilizzati per l’attività lavorativa, limitatamente al percorso strettamente necessario da e per il proprio domicilio;
30 – veicoli dei Sacerdoti e dei Ministri di culto di qualsiasi confessione per le funzioni del proprio ministero;
31 – veicoli delle Associazioni o Società sportive appartenenti a Federazioni affiliate al CONI o altre Federazioni riconosciute ufficialmente, o utilizzati da iscritti alle stesse con dichiarazione del Presidente indicante luogo e orario della manifestazione sportiva nella quale l’iscritto è direttamente impegnato;
32 – autoveicoli utilizzati da coloro i quali sono tenuti obbligatoriamente all’ottemperanza di sentenze e decreti del Tribunale sia penale che civile forniti di adeguata attestazione;
33 – veicoli utilizzati per interventi di urgenza dai funzionari UNEP e dagli Ufficiali giudiziari della Corte d’Appello di Roma, debitamente forniti di apposita certificazione della Presidenza della stessa Corte di Appello;
34 – autoveicoli in uso ai soggetti operanti in ambito cinetelevisivo e audiovisivo per lo svolgimento di riprese cinematografiche. audiovisive e fotografiche per le quali siano stati precedentemente rilasciati i relativi atti concessori di occupazione del suolo pubblico da parte del Dipartimento Attività Culturali.
Il giorno dopo nel luogo dell’attentato vittime e famigliari si raccolgono nel dolore. Comunicate le identità di 29 vittime, da una reginetta di bellezza a una giovane coppia
MOSCA – Un sottile refolo di fumo si solleva ancora dal tetto del Crocus City Hall, all’indomani della tragedia nella quale hanno perso la vita 133 persone. I soccorritori rimuovono le macerie del tetto crollato della sala concerti. Avanzano spegnendo gli ultimi focolai dell’incendio e l’odore acre del fumo raggiunge la colonna di auto ferme sulla tangenziale. Accanto le pattuglie sfrecciano a sirene spiegate. Il frastuono copre il rumore degli elicotteri sempre in volo.
Sulle strade, nella metro e nei luoghi pubblici i cartelli pubblicitari riportano tutti lo stesso messaggio: “skorbim”, piangiamo. Il Paese affronta il dolore con un dignitoso silenzio, interrotto di tanto in tanto da un bollettino aggiornato delle vittime. In giornata il Comitato investigativo ha pubblicato le prime immagini dell’interno di quella che fino a ieri era la sala concerti del Crocus City Hall: un groviglio di lamiere piegate dalle fiamme. Lo scheletro irriconoscibile di quello che resta del centro commerciale si staglia sullo sfondo del cielo grigio.
Sulla facciata del Crocus City Hall, sotto i segni dell’incendio si distingue ancora il nome del cantante lirico sovietico a cui era dedicata la sala concerti, Muslim Magomaev. Nel parcheggio che separa la strada dall’edificio ci sono un centinaio di auto abbandonate dalle persone in fuga. Sull’asfalto umido, le bottigliette d’acqua distribuite con i primi soccorsi. I camion dei pompieri, le auto della polizia e le gru della protezione civile sono allineati vicino all’ingresso principale.
Ai media e ai visitatori la polizia ha destinato un’area sgombra del parcheggio, vicino all’ingresso della metropolitana. È proprio lì, lungo una transenna di metallo, che da ieri mattina le persone hanno iniziato spontaneamente a deporre fiori, candele e peluche in memoria delle vittime. Solo alcuni si lasciano andare al pianto. I più si limitano a contemplare le lamiere contorte, in silenzio, ingoiando il dolore.
A pochi metri, alcune persone sono in attesa di poter recuperare le loro auto. L’agente di polizia spiega loro che non sarà possibile neanche avvicinarsi «per almeno un paio di giorni»: sono in corso delle indagini.
Uno di loro, Roman, ci spiega che era nella sala all’inizio dell’attacco, ma che non ha visto né gli attentatori, né le vittime: è stato tra i primi a uscire. «Ho capito subito di cosa si trattava, sono un militare – chiarisce – Ho sentito raffiche brevi, significa che è gente che con le armi ci sa fare». La conversazione è interrotta dal poliziotto.
Anche Pavel e Maragrita Bunov erano in sala quando è cominciato l’attacco, ma ci hanno messo un po’ a capire che non si trattava di effetti speciali per il concerto. Sono riusciti a fuggire verso l’alto, attraverso le uscite antincendio, «grazie alla prontezza di una guardia giurata» che seguiva gli spostamenti degli attentatori attraverso le telecamere di sorveglianza. «Siamo corsi ad abbracciare i nostri figli», dice Margarita mentre stringe in mano il tagliando del guardaroba.
Le vittime – Non tutti sono stati così fortunati. In serata Mosca ha comunicato la lista dei primi 29 corpi riconosciuti. Tra di loro c’è anche Maksim Verbenin, 25enne, immobilizzato sulla sedia a rotelle. Nel cadere sotto i colpi degli attentatori ha coperto con il corpo la fidanzata Natalja miracolosamente viva. C’è anche Ekaterina Novoselova, 42 anni, ex reginetta di bellezza. E ancora: Natalia Zudina, 44 anni, laureata in Economia. Pavel Okishev, 34 anni, era con sua moglie, la fotografa Irina Okisheva, 33 anni: entrambi sono stati uccisi nell’attacco.
La 61 enne Elena ha raccontato di aver visto un giovane strappare l’arma a uno degli attentatori. «Ci ha dato l’opportunità di attraversare tutti il palco, attraverso l’uscita di emergenza siamo corsi in strada. Ha salvato molte persone…», ha detto Elena al canale Baza Telegram. “Splotitsa”, unirsi, compattarsi. È la parola più pronunciata intorno al memoriale. Molti sono tornati per riprendere le loro cose e per rendere omaggio a chi non ce l’ha fatta.
Altri sono vivi semplicemente perché si sono attardati prima di entrare in sala. Anastasia Radionova, moscovita, è una fan del gruppo che doveva suonare. Quando ha sentito gli spari si è prima nascosta sotto un tavolino del bar, poi è fuggita con altri spettatori in un locale di servizio. Da lì tutti insieme sono fuggiti rompendo una vetrata. La cognata invece è stata trascinata dalla folla nell’ascensore, dove è rimasta bloccata a lungo.
Olga Muraviova ha raccontato una storia simile. Una volta in strada con il marito ha tentato invano di fermare qualche auto di passaggio per farsi aiutare: «Non so perché si sono comportati così».
La città ha però mostrato da subito il suo lato più solidale: sono già settecento i donatori di sangue che dalla notte dell’attacco si sono rivolti alle cliniche della regione. Sul posto sono attivi gruppi di volontari pronti a fornire supporto psicologico. Tra la folla compaiono le t-shirt della ong filogovernativa Molodaja Gvardia. Per la maggior parte dei presenti però di fronte alla tragedia «non è il momento di fare politica».
Nel primo pomeriggio si è abbattuta nella zona ovest della città
Una forte grandinata si è abbattuta nel pomeriggio sui quartieri della zona ovest di Milano. I chicchi di ghiaccio, accompagnati dal vento, hanno provocato danni alle auto in sosta ma non si registrano al momento gravi problemi. Particolarmente colpite, come testimoniano i video postati in tempo reale sui social, le zone tra piazzale Cantore e piazzale Brescia. Nel resto della città c’è stata una pioggia abbondante e improvvisa, durata però solo mezz’ora. Una violenta grandinata è stata segnalata anche a Rozzano, Buccinasco e ad Arconate.
Aleksander Ceferin (Foto: PATRICIA DE MELO MOREIRA/AFP via Getty Images)
La Federcalcio europea ha modificato il regolamento a seguito dell’introduzione del nuovo format per Champions, Europa League e Conference League.
La rivoluzione del format delle coppe europee a partire dalla stagione 2024/25 è ormai nota. Tra regolamento, premi distribuiti e numero di partite, sono tante le cose che cambieranno a partire dal prossimo anno. I nuovi format portano con sé dei cambiamenti anche per quanto riguarda un altro aspetto molto dibattuto di questi tempi: la multiproprietà.
Sono sempre di più i gruppi che acquistano club sparsi per il mondo con l’obiettivo di creare sinergie e sviluppare dei modelli sostenibili. Tante le storie che coinvolgono anche società di alto livello, come il Manchester City (con il City Football Group), il Milan(con RedBird, che controlla anche il Tolosa), il Chelsea, che fa parte dello stesso gruppo dello Strasburgo o il Lipsia, nella galassia Red Bull.
Nuove regole multiproprietà UEFA – Cosa dice l’articolo 5 – La UEFA ha sempre posto particolare attenzione a queste realtà, in particolare in caso di partecipazione alle coppe europee da parte di squadre che fanno parte dello stesso gruppo. L’articolo 5 del regolamento sulla Champions League recita infatti: «Per garantire l’integrità delle competizioni UEFA per club (vale a dire UEFA Champions League, UEFA Europa League e UEFA Europa Conference League), si applicano i seguenti criteri:
Nessun club che partecipa a una competizione UEFA per club può, direttamente o indirettamente:
detenere o negoziare titoli o azioni di qualsiasi altro club che partecipa a una competizione UEFA per club;
essere socio di qualsiasi altro club che partecipa a una competizione UEFA per club;
essere coinvolto a qualsiasi titolo nella gestione, amministrazione e/o prestazione sportiva di qualsiasi altro club che partecipa a una competizione UEFA per club;
avere qualsiasi potere nella gestione, amministrazione e/o prestazione sportiva di qualsiasi altro club che partecipa a una competizione UEFA per club.
Nessuno può essere coinvolto simultaneamente, direttamente o indirettamente, a qualsiasi titolo nella gestione, amministrazione e/o prestazione sportiva di più di un club che partecipa a una competizione UEFA per club.
Nessuna persona fisica o giuridica può avere il controllo o l’influenza su più di un club che partecipa a una competizione UEFA per club, tale controllo o influenza essendo definiti in questo contesto come:
detenere la maggioranza dei diritti di voto degli azionisti;
avere il diritto di nominare o revocare la maggioranza dei membri dell’organo di amministrazione, direzione o controllo del club;
essere azionista e controllare da solo la maggioranza dei diritti di voto degli azionisti in virtù di un accordo stipulato con altri azionisti del club;
poter esercitare con qualsiasi mezzo un’influenza determinante nel processo decisionale del club».
Al comma 2 dello stesso articolo, si specifica invece che «se due o più club non soddisfano i criteri volti a garantire l’integrità della competizione, solo uno di loro può essere ammesso a una competizione UEFA per club, secondo i seguenti criteri (applicabili in ordine decrescente):
il club che si qualifica per merito sportivo alla più prestigiosa competizione UEFA per club (ovvero, in ordine decrescente: UEFA Champions League, UEFA Europa League o UEFA Europa Conference League);
il club che si è classificato in posizione migliore nel campionato nazionale dando accesso alla relativa competizione UEFA per club;
il club la cui federazione è classificata più in alto nelle liste d’accesso».
Il comma 3 sottolinea che «le società non ammesse sono sostituite», e dunque che «una società che non è ammessa alla competizione viene sostituita dalla squadra successiva meglio classificata nel massimo campionato nazionale della stessa federazione, a condizione che la nuova società soddisfi i criteri di ammissione».
Nuove regole multiproprietà UEFA – La novità con il cambio format – Fino a questo punto l’articolo 5 è rimasto inalterato, mentre è cambiato il comma 4. Nella versione del regolamento in vigore fino a questa stagione, il testo recitava: «Questo articolo non è applicabile se uno dei casi elencati al paragrafo 5.01 si verifica tra un club qualificato direttamente alla fase a gironi della UEFA Champions League e uno qualificato per una qualsiasi fase della UEFA Europa Conference League».
In sostanza, l’impossibilità per due squadre ammesse alle due diverse competizioni di scontrarsi nel loro cammino europeo “eliminava” i problemi legati alla multiproprietà. La stessa cosa non poteva dirsi per due club controllati dallo stesso azionista e presenti – per esempio – uno in Champions e uno in Europa League. Questo perché l’incrocio tra le competizioni (le terze classificate in Champions scalavano in Europa League) poneva il rischio di una sfida tra i club della medesima proprietà.
Con il nuovo format delle coppe europee, i passaggi da una competizione UEFA per club all’altra sono stati eliminati. Da qui, l’aggiunta del comma 5 che specifica: «Questo articolo non è applicabile se si verifica uno dei casi elencati al Paragrafo 5.01 tra:
un club che si qualifica (in conformità con l’Articolo 3) per la UEFA Champions League e accede direttamente alla fase a gironi e un club che si qualifica per la UEFA Europa League o UEFA Conference League;
un club che si qualifica (in conformità con l’Articolo 3) per la UEFA Champions League e accede direttamente ai playoff (percorso campioni o percorso lega) o al terzo turno di qualificazione del percorso lega o per la UEFA Europa League e accede direttamente alla fase a gironi e un club che si qualifica per la UEFA Conference League».
In sostanza, data l’eliminazione dei passaggi da una coppa europea all’altra all’interno della stessa stagione, la multiproprietà sarà tollerata anche per club che prenderanno parte a competizioni “attigue”, come la Champions e l’Europa League o l’Europa League e la Conference League.
Giuseppe Marotta (Foto: Marco Luzzani/Getty Images)
Il dirigente è legato alla società nerazzurra da un contratto che scade il 30 giugno 2027. Il contratto tra l’Inter e Marotta, arrivato in nerazzurro nel 2018, è stato rinnovato lo scorso novembre.
«Quando terminerà il mio contratto con l’Inter e lascerò il club, mi occuperò solo dei giovani». Lo ha annunciato l’amministratore delegato dell’Inter, Giuseppe Marotta parlando nel corso di un convegno a Varese, come riportato dal sito di Sky Sport.
«Il settore giovanile», ha spiegato il dirigente, «è il patrimonio più grande di una società, soprattutto dal punto di vista umano. Sono sempre più convinto che lo sport per i giovani dovrebbe essere gratuito per coinvolgere anche le famiglie povere, quelle in cui si nascondono i campioni».
Marotta è legato alla società nerazzurra da un contratto che scade il 30 giugno 2027. Il contratto tra l’Inter e il dirigente di Varese, arrivato in nerazzurro nel 2018, è stato rinnovato lo scorso novembre.
Inter, l’AD Giuseppe Marotta rinnova il proprio contratto fino al 2027
L’ufficialità arriverà nelle prossime ore, ma la conferma arriva direttamente dal Consiglio di Amministrazione che si è tenuto nella giornata di oggi.
Giuseppe Marotta (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
A poche ore dal derby d’Italia in programma domenica sera a Torino, novità importanti in casa Inter. Il club nerazzurro, infatti, ha rinnovato il contratto con l’amministratore delegato Giuseppe Marotta fino al 2027. Il dirigente proseguirà dunque il proprio lavoro nel club della famiglia Zhang ancora per tre stagioni (oltre a quella attuale).
L’ufficialità arriverà nelle prossime ore, ma la conferma arriva direttamente dal Consiglio di Amministrazione che si è tenuto nella giornata di oggi. Il dirigente varesino, classe 1957, è arrivato in nerazzurro nel dicembre del 2018 dopo 10 anni di Juventus. L’Inter lo blinda fino al 2027, proprio a poche ore dalla sfida di Torino contro i bianconeri.
Inter rinnovo Marotta – Lo stipendio fino a oggi – Non è chiaro quanto guadagnerà Marotta con il rinnovo di contratto. Le cifre del suo stipendio non sono mai state ufficiali, ma secondo alcune indiscrezioni con l’intesa precedente l’amministratore delegato nerazzurro aveva un ingaggio da 1,5 milioni di euro netti a stagione più bonus consistenti.
Gli sversamenti che da decenni vengono dalle miniere abbandonate di Montevecchio, ad Arbus, nel sud della Sardegna, sono una costante e arrivano al mare senza che si sia provveduto negli anni a bonificare la zona in prossimità della costa. Ma da qualche giorno il corso di acqua rossastra, che porta con sé residui di lavorazione da sottoterra, ha raggiunto dimensioni che fanno gridare gli ambientalisti al disastro: ambientale e anche economico, considerato che siamo a ridosso della stagione turistica per la Marina di Arbus. Nel video si vede la ‘marea rossa’ che dalle miniere arriva prepotentemente fino al mare, con il suo carico di veleni, e causando un danno al paesaggio intorno. Il complesso di Montevecchio, nei suoi oltre 140 anni di attività, ha prodotto più di 1.700.000tonnellate di piombometallo e più di 1.200.000 tonnellate di zinco metallo oltre ad argento, bismuto, antimonio, rame, cadmio e germanio. (a cura di Francesca Zoccheddu)
Andrea Agnelli (Foto: Valerio Pennicino/Getty Images)
In contestazione c’è la decisione con la quale la giustizia sportiva ha dichiarato in parte inammissibile e in parte infondato il ricorso di Agnelli contro la condanna a 10 mesi di inibizione.
E’ stato presentato oggi al TAR del Lazio il ricorso amministrativo con il quale l’ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli, contesta la decisione del Collegio di garanzia dello sport presso il Coni sul cosiddetto caso “manovra stipendi”.
In contestazione c’è la decisione – il cui dispositivo è stato depositato il 19 gennaio scorso – con la quale l’organo della giustizia sportiva ha dichiarato in parte inammissibile e in parte infondato il ricorso di Agnelli contro la decisione della Corte Federale di Appello della FIGC.
Decisione con la quale, in parziale accoglimento del reclamo contro la decisione del Tribunale federale nazionale del luglio 2023, è stata riformata la decisione di primo grado con la condanna dello stesso Andrea Agnelli alla sanzione dell’inibizione della durata di 10 mesi e dell’ammenda di 40mila euro.
Il ricorso amministrativo è stato affidato alla prima sezione ter; si attende adesso la fissazione dell’udienza di merito (l’impugnativa non prevede alcuna istanza cautelare).
Steven Zhang (Foto: ALBERTO PIZZOLI/AFP via Getty Images)
Nei mesi scorsi la China Construction Bank Asia aveva attivato le procedure per rendere esecutiva in Italia la sentenza che obbliga il presidente dell’Inter a ripagare la cifra.
La Corte d’Appello di Milano ha accolto il ricorso di China Construction Bank Asia Corporation (CCBA), decidendo di riconoscere la sentenza del Tribunale di Hong Kong legata alla causa per i 320 milioni di euro non pagati da Steven Zhang, presidente dell’Inter (vicenda in cui il club nerazzurro non è coinvolto). Nei mesi scorsi, infatti, l’istituto bancario aveva attivato le procedure per rendere la sentenza esecutiva in Italia, in particolare con la richiesta di riconoscimento della sentenza nel nostro Paese.
Una causa davanti alla Corte d’Appello avviata nell’aprile 2023 la cui sentenza è stata ufficialmente depositata nei giorni scorsi e che ha visto i giudici dare ragione ai creditori di Zhang. In particolare, nella sentenza si legge che la quota che deve essere ripagata è pari a 255 milioni di dollari più interessi per 2,6 milioni fino al 2 agosto 2021 e poi interessi annui pari al 13% sui 255 milioni di cui sopra dal 3 agosto 2021 fino alla data del pagamento (circa 30 milioni annui), in base a quanto spiegato dal Tribunale di Hong Kong nella sentenza del luglio 2022 e passata in giudicato nel settembre 2022.
La difesa di Zhang ha provato a puntare sulle “macroscopiche anomalie” della sentenza di Hong Kong, oltre a diversi temi su cui ha sollevato eccezioni: tuttavia, la Corte d’Appello non ha accolto nessuna delle tesi portate avanti dalla difesa. In particolare, ad esempio, sulla competenza territoriale della stessa Corte d’Appello i giudici hanno spiegato che i creditori di Zhang non hanno al momento “indicato né quali beni del resistente intende aggredire, né ove, in ipotesi, detti beni si trovino, ma è altresì vero che la presenza degli stessi nel territorio della Corte milanese la si desume dal ruolo e dalla carica” dello stesso Zhang, ovverosia presidente dell’Inter (dal club traspare comunque serenità sulla vicenda). “Tale circostanza, che ovviamente implica la proprietà delle relative quote societarie, appare sufficiente per ritenere correttamente radicata avanti a questa autorità giudiziaria l’azione” proposta dai creditori.
“Sussistendo pertanto tutti i presupposti di cui all’art. 64 L. 218/95 […], la domanda deve essere accolta. Le spese di lite, liquidate con il ricorso ai criteri della causa di valore indeterminabile di bassa complessità e con esclusione della fase istruttoria, non svoltasi, devono essere poste a carico della resistente”, conclude la Corte d’Appello, indicando le spese in complessivi 6.946 euro oltre spese forfettarie (15%), iva e Cpa.
A Milano intanto va verso la conclusione anche l’altro procedimento avviato da China Construction Bank nei confronti di Zhang, ovverosia quello in cui viene richiesto l’annullamento della delibera con cui l’assemblea degli azionisti nerazzurri nel 2018 ha approvato la composizione del CdA sottolineando come a Zhang non spetti alcun emolumento in quanto presidente. Il club nerazzurro, tra le righe del bilancio al 30 giugno 2023, aveva spiegato: “Sulla base delle informazioni disponibili, la Società ritiene di avere validi motivi per ottenere il rigetto delle domande delle controparti”. La prossima udienza al Tribunale Ordinario di Milano è fissata per il 10 aprile 2024 e potrebbe anche arrivare la sentenza.
Il Tar del Lazio, a cui l’ex dirigente della Juventus si è rivolto, ha sentenziato un «difetto di giurisdizione» rimandando indietro il procedimento a un tribunale ordinario.
Nella giornata di ieri il TAR del Lazio ha sottolineato un «difetto di giurisdizione» in merito al ricorso presentato da Antonio Giraudo, ex amministratore delegato della Juventus radiato dalla FIGC dopo il caso Calciopoli. Ed è proprio su questa decisione che i legali di Giraudo hanno presentato un esposto al TAR.
Come riporta l’edizione odierna di Tuttosport, il pronunciamento di ieri del TAR porta i legali di Giraudo, che sono comunque in attesa della documentazione completa, a doversi rivolgere a un tribunale ordinario, ma da cui questo procedimento già viene, senza mai essere stato trattato nel merito. «C’è un chiaro difetto logico in questa decisione, che non può essere valutata in alcun modo condivisibile – ha commentato di Amedeo Rosboch, avvocato di Giraudo –. La vicenda deriva già da una causa che era stata radicata davanti a un giudice del lavoro, iter al termine del quale era stato rilevato il difetto del giudice ordinario».
«C’è un dato che reputo incredibile – ha continuato il legale –, tutte le cause portate avanti dal dottor Giraudo in questi anni si sono puntualmente concluse con sole sentenze di inammissibilità, senza che alcun giudice sia mai voluto entrare nel merito». Ma, nelle intenzioni degli avvocati di Giraudo, non c’è solo la vicenda legata alla radiazione. Uno degli obiettivi del pool, che conta anche Jean-Louis Dupont a cui si deve la celeberrima sentenza Bosman, è infatti quello di scardinare i principi della Legge 280 del 17 ottobre 2003, che disciplina la giustizia sportiva secondo il criterio di specificità dello sport, rispetto ai principi del diritto comunitario.
Ma dopo la sentenza del TAR del Lazio, cosa possono fare i legali di Giraudo? Ci sono due strade diverse: la prima porta all’impugnazione davanti al Consiglio di Stato. La seconda, invece, a radicare nuovamente la causa dinnanzi al giudice ordinario, come “suggerito” dallo stesso TAR. Questa volta con spalle più larghe in virtù della sentenza della Corte di Giustizia Europea che, in merito a un caso di pattinaggio, lo scorso dicembre si è espressa in maniera chiara sull’incompatibilità con l’ordinamento europeo di organi disciplinari le cui decisioni non possano essere appellate presso la giustizia ordinaria. E ci sarebbe anche una sorta di terza via, ovvero quella che conduce a entrambe le strade citate.
Tra i feriti ci sono anche dei bambini. Terroristi in fuga. Washington aveva avvertito Mosca del rischio attacchi dello Stato islamico. Kiev: ‘Noi estranei’
Mosca è tornata a vivere i peggiori incubi degli attacchi terroristici ceceni degli anni ’90 quando stasera un gruppo di uomini armati, in tenuta mimetica, ha fatto irruzione in una sala da concerti a nord-ovest del centro aprendo il fuoco senza pietà sugli spettatori.
Secondo alcune testimonianze, gli assalitori avrebbero lanciato anche granate o bottiglie incendiarie e poco dopo l’intero edificio si è trasformato in un rogo. Oltre 60 morti e 145 feriti, tra cui alcuni bambini, è il bilancio ancora provvisorio fornito dai servizi di sicurezza interni russi, Fsb. Le autorità hanno aperto un’inchiesta per terrorismo e qualche ora dopo l’Isis ha rivendicato l’attacco. Miliziani dello Stato islamico, si legge in un messaggio sul canale Telegram del gruppo jihadista, “hanno attaccato un grande raduno (…) alla periferia di Mosca” e poi si sono “ritirati sani e salvi nelle loro basi“.
Il presidente russo Vladimir Putin per il momento si è limitato ad augurare una pronta guarigione a tutte le persone rimaste ferite nell’attacco terroristico, riporta l’agenzia di stampa Tass. Putin, inoltre, è stato informato sullo stato di avanzamento delle indagini dai capi dei servizi di sicurezza interni russi (Fsb), del ministero degli Interni, della Commissione investigativa e della Guardia nazionale russa. Circa due settimane fa l’Fsb aveva detto di avere eliminato una cellula della branca afghana dell’Isis che pianificava un attacco armato nella capitale. L’attacco di questa sera è avvenuto nel quartiere di Krasnogorsk, fuori e dentro la sala da concerti Crocus City Hall, la più grande di Mosca con una capacità di oltre 6mila persone, dove stava per esibirsi la rock band Picnic. Un centinaio di persone sono state tratte in salvo da dentro la sala o dal tetto, dove si erano rifugiate e che poi in parte è crollato a causa delle fiamme. Per spegnere l’incendio sono stati fatti alzare in volo alcuni elicotteri. L’ambasciata italiana si è immediatamente attivata per verificare l’eventuale presenza di italiani, che al momento non risulta. In un video si vedono gli assalitori – almeno quattro, altri parlano di cinque – che si avvicinano armi in pugno verso l’entrata della sala da concerti, situata nel salone di un centro commerciale, e sparano a sangue freddo su alcune persone che cercano di ripararsi in un angolo. In un altro video, rilanciato da Novaja Gazeta Europa, si vedono decine di persone accalcarsi verso l’uscita dell’edificio per sfuggire all’attacco, mentre intorno si riconoscono ben visibili decine di corpi raggiunti dai colpi d’arma da fuoco.
Secondo informazioni non confermate, 4 dei 5 assalitori sarebbero riusciti a scappare dopo la strage. Ria Novosti ha pubblicato una foto della vettura usata dagli assalitori per lasciare il luogo della strage: una Renault Symbol bianca. Tutti gli eventi di massa e di intrattenimento in Russia sono stati cancellati per i prossimi giorni, mentre sono stati rafforzati i controlli di sicurezza sui mezzi di trasporto pubblici e negli aeroporti. La premier Giorgia Meloni ha espresso la “ferma e totale condanna del governo italiano per questo efferato atto di terrorismo“, affermando che “l’orrore del massacro di civili innocenti a Mosca è inaccettabile“.
Anche l‘Unione europea ha condannato l’assalto, e la Casa Bianca ha detto che i suoi “pensieri sono per le vittime del terribile attacco“. Secondo il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby, “non c’è alcun segno al momento del coinvolgimento dell’Ucraina o di ucraini nella sparatoria a Mosca“. “Se gli Stati Uniti hanno o avevano dati affidabili al riguardo – ha risposto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova – questi dati devono essere immediatamente condivisi con la parte russa. E se non hanno informazioni, la Casa Bianca non ha il diritto di pronunciare assoluzioni nei confronti di nessuno“. Lo scorso 7 marzo l’ambasciata americana a Mosca aveva messo in guardia i propri cittadini per possibili attentati terroristici nelle 48 ore successive, specie ad eventi affollati come concerti musicali.
E la Cnn, citando “fonti informate“, ha detto che gli Usa avevano avvertito la Russia del rischio di attacchi da parte dell’Isis.
Anche la presidenza ucraina ha negato qualsiasi coinvolgimento, così come ha fatto il Corpo dei Volontari Russi (Rdk), una delle unità paramilitari inquadrate nelle forze di Kiev che nelle ultime settimane hanno rivendicato diversi tentativi di infiltrazione nelle regioni russe frontaliere di Belgorod e Kursk.
Ad alzare però subito i toni ci ha pensato l’ex presidente e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, il falco Dmitry Medvedev: “Se fosse accertato che dietro ci sono terroristi del regime di Kiev, dovranno essere tutti trovati e uccisi senza pietà, compresi i leader dello Stato che ha commesso tali atrocità“, ha minacciato sul suo canale Telegram. Mentre da Kiev l’Intelligence del ministero della Difesa ha parlato dell’attacco come di “una provocazione deliberata da parte del regime di Putin“. L’allarme dell’ambasciata americana era stato lanciato dopo che, il giorno prima, l’Fsb aveva detto di aver sventato un attacco con armi da fuoco contro i fedeli di una sinagoga nella capitale.
L’intelligence russa aveva precisato che l’attentato era stato pianificato da una cellula del Wilayat Khorasan, la branca afghana dell’Isis, apparsa per la prima volta nel 2014, che si pone come obiettivo la fondazione di un nuovo califfato che riunisca vari Paesi asiatici, tra cui l’Afghanistan, il Pakistan, l’Iran, ma anche alcune ex repubbliche sovietiche, come il Turkmenistan, il Tagikistan e l’Uzbekistan.
Mattarella, ferma condanna per orrore del crudele attentato – “Il crudele attentato terroristico consumato a Mosca invoca la più ferma condanna. Orrore ed esecrazione debbono accompagnare la violenza contro tutte le innocenti vittime civili. Combattere ogni forma di terrorismo deve essere un impegno comune a tutta la comunità internazionale“. Lo scrive in una nota il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Meloni, massacro civili innocenti a Mosca è inaccettabile – “L‘orrore del massacro di civili innocenti a Mosca è inaccettabile. Ferma e totale condanna del Governo italiano a questo efferato atto di terrorismo. Esprimo la piena solidarietà alle persone colpite e ai familiari delle vittime“. Lo scrive in una nota la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
La condanna di Onu, Ue e Usa – Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, condanna “nel modo più forte possibile” l’attentato a Mosca. Lo riferisce il suo portavoce.
“L’Ue è scioccata e inorridita dalle notizie di un attacco terroristico nel municipio Crocus di Mosca” e “condanna qualsiasi attacco contro i civili“. Lo scrive su X il portavoce per la Politica estera dell’Ue, Peter Stano. “I nostri pensieri vanno a tutti i cittadini russi colpiti”, aggiunge.
Gli americani a Mosca restino dove sono dopo la sparatoria in una sala da concerti: lo ha raccomandato il portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale Usa John Kirby, definendo “orribili” le immagini dell’accaduto e assicurando che “i nostri pensieri sono per le vittime“.