Chernobyl e Pripyat, viaggio nelle città fantasma (30 anni dopo)


Chernobyl e Pripyat, viaggio nelle città fantasma (30 anni dopo)

il 25 aprile 1986 l’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl 

 A distanza di tre decenni poco è cambiato. Il materiale radioattivo non è mai stato rimosso e le radiazioni, che continuano a disperdersi nell’ambiente circostante, uccidono ancora oggi. In pochi hanno visto con i loro occhi che volto ha la minaccia nucleare. Ormai in pochissimi possono descriverla

Esplode la centrale nucleare della città di Cernobyl nell’Unione Sovietica. A causa di gravi errori del personale e irresponsabilità dei dirigenti, durante un azzardato test di sicurezza, si fonde il nocciolo del reattore numero 4, che esplode, disperdendo nell’aria materiale radioattivo. Nonostante la città di Cernobyl è subito evacuata, le conseguenze per la popolazione, oltre ai 65 morti accertati, sono molto pesanti e dureranno per anni. Dall’esplosione si leva una nube tossica che sorvola gran parte dell’Europa.

aprile 2014 Ventotto anni dopo la catastrofe della centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina si rende omaggio alle vittime. 

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_di_%C4%8Cernobyl%27

Alle ore 1:23:44 (ora locale) del 26 aprile 1986, il reattore numero 4 esplose. Si trattò di una liberazione di vapore surriscaldato ad altissima pressione che sparò in aria il pesante disco di copertura – oltre 1000 tonnellate – che chiudeva il cilindro ermetico contenente il nocciolo del reattore. All’esplosione del contenitore seguì il violento incendio della grafite contenuta nel nocciolo, incendio che in alcune ore disperse nell’atmosfera una enorme quantità di isotopi radioattivi, i prodotti di reazione fissili contenuti all’interno. Fu il primo incidente nucleare ad essere stato classificato come livello 7, il massimo livello della scala INES degli incidenti nucleari; il secondo caso ad essere classificato come livello 7 è quello della centrale nucleare di Fukushima in Giappone, avvenuto l’11 marzo 2011.

Le esplosioni non furono di tipo nucleare – non si trattò di una reazione a catena incontrollata di fissione nucleare come avviene nelle bombe atomiche – bensì ebbero una causa chimica. Il surriscaldamento del nocciolo dovuto all’improvvisa perdita di controllo sulla reazione nucleare portò al raggiungimento di elevatissime temperature che fecero arrivare la pressione del vapore dell’impianto di raffreddamento ad un livello esplosivo. Si innescarono inoltre reazioni fra le sostanze chimiche contenute (acqua e metalli), inclusa la scissione dell’acqua in ossigeno e idrogeno per effetto delle temperature raggiunte, che contribuirono a sviluppare grandi volumi di gas.

L’istituzione delle Nazioni Unite chiamata UNSCEAR (United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation, Comitato scientifico delle Nazioni Unite per lo studio degli effetti delle radiazioni ionizzanti) ha condotto 20 anni di dettagliata ricerca scientifica ed epidemiologica sugli effetti del disastro. A parte i 57 decessi direttamente ascrivibili all’incidente, l’UNSCEAR ha originariamente predetto fino a 4,000 casi di tumori da attribuire all’incidente.

L’UNSCEAR ha affermato:

« Fino all’anno 2005, tra i residenti della Bielorussia, la Federazione Russa e l’Ucraina, ci sono stati più di 6000 casi di tumore alla tiroide in bambini ed adolescenti che sono stati esposti al momento dell’incidente, e più casi sono da aspettarsi nei prossimi decenni. Indipendentemente dall’incremento delle misure di prevenzione e screening, molti di questi casi di tumore sono molto probabilmente da attribuirsi all’esposizione alle radiazioni. Escludendo questo incremento, non vi è evidenza di ulteriore impatto per la salute pubblica attribuibile all’esposizione di radiazioni due decenni dopo l’incidente. Non vi è evidenza scientifica di un incremento di incidenza di tumori né del tasso di mortalità né nell’insorgenza di patologie che potrebbero essere collegate all’esposizione alle radiazioni. L’incidenza di leucemia nella popolazione non sembra elevata. Tuttavia, coloro che furono esposti maggiormente alle radiazioni hanno un rischio più alto di effetti sulla loro salute associati alle radiazioni. La maggioranza della popolazione non dovrebbe comunque soffrire serie conseguenze sulla propria salute in conseguenza delle radiazioni. Molti altri problemi alla salute non direttamente collegabili con l’esposizione alle radiazioni sono stati riscontrati nella popolazione. »

Tuttavia, il tumore della tiroide è generalmente trattabile. Previo un proprio trattamento, il grado di sopravvivenza per tumori della tiroide è del 96% nei primi cinque anni, e del 92% dopo 30 anni. Tali valori suggeriscono fino a circa altri 500 decessi annui per questa patologia.

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