Il calciatore del Bologna ha riportato un infortunio nel corso della semifinale di Supercoppa Italiana: gli esami hanno evidenziato una frattura angolata della clavicola sinistra, sarà operato.
Quaranta minuti, tanto è durata la semifinale di Supercoppa Italiana per Federico Bernardeschi. A porre fine al suo Bologna-Inter è stato un infortunio occorsogli nelle battute finali del primo tempo.
Il numero 10 rossoblù, si è fatto male a seguito di un contrasto con Bonny e, nonostante l’immediato intervento dello staff medico, è stato costretto ad alzare bandiera bianca e a chiedere il cambio.
All’indomani della sfida, disputata a Riad, in Arabia Saudita, Bernardeschi si è sottoposto ad esami strumentali che hanno evidenziato una frattura alla clavicola: necessario un intervento, con il numero 10 del Bologna che dovrà fermarsi per oltre un mese e mezzo.
L’INFORTUNIO DI BERNARDESCHI –Bernardeschi si è infortunato al minuto 38’ di Bologna-Inter. L’attaccante rossoblù, dopo un contrasto con Bonny, è caduto male a terra e fin da subito le sue condizioni sono parse abbastanza serie.Il compagno di squadra Orsolini infatti, si è immediatamente rivolto alla panchina chiedendo un cambio, mimando il gesto di un problema alla spalla.
LE CONDIZIONI DI BERNARDESCHI – Dopo essere rimasto a terra per qualche minuto, Bernardeschi ha dato in un primo momento la sensazione di voler proseguire, salvo poi doversi arrendere. A fermarlo è stato dunque un infortunio alla spalla sinistra, che si è tenuto anche al momento dell’uscita del cambio.
L’ENTITA’ DELL’INFORTUNIO: IL COMUNICATOI test ai quali si è sottoposto Bernardeschi hanno stabilito l’esatta entità dell’infortunio riportato.“Gli esami cui è stato sottoposto Federico Bernardeschi hanno evidenziato una frattura angolata della clavicola sinistra“.
Il capitolo previdenza irrompe nuovamente in Senato. Il maxi-emendamento riscritto dalla maggioranza riduce le risorse per alcune categorie
l dossier pensioni ha rischiato di bloccare l’iter della manovra 2026 in Senato. Nelle scorse ore la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha convocato in fretta e furia a Palazzo Chigi un vertice per invitare i leader della maggioranza a “darsi una calmata“. L’esecutivo ha riscritto quindi l’emendamento omnibus su imprese e previdenza, criticato soprattutto dalla Lega. Ma il nuovo testo contiene dei tagli che potrebbero incidire sulla vita di molti lavoratori.
Tagli sui lavoratori precoci e usuranti – Il ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti è andato in Senato per seguire da vicino i lavori della commissione Bilancio, presieduta dal meloniano Nicola Calandrini. “Alle dimissioni ci penso tutte le mattine, che sarebbe la cosa più bella da fare per me personalmente. Però siccome è la 29ma legge di bilancio che faccio, so perfettamente come funziona, so perfettamente che sono cose molto naturali. Alla fine a me interessa il prodotto finale, non il prodotto che presento io“, ha affermatoGiorgetti parlando con i cronisti in Senato.
L’obiettivo della maggioranza è quello di portare il testo in aula entro lunedì 22 dicembre. E il centrodestra prova ad accelerare con le votazioni sugli emendamenti. Nella riscrittura dell’emendamento omnibus del governo spunta però un ulteriore taglio, rispetto a quello già previsto, al limite di spesa per il riconoscimento del trattamento pensionistico anticipato per i lavoratori precoci, ovvero quelli che hanno almeno 12 mesi di contributi maturati prima del compimento del diciannovesimo anno di età.
In particolare si prevede che resta la riduzione di 20 milioni per il 2027, 60 milioni per il 2028,90 milioni non più a decorrere dal 2029 ma per gli anni dal 2029 al 2032 mentre per il 2033 la riduzione sarà di 140 milioni di euro e 190 milioni dal 2034. La riduzione, esplicita già nel testo della legge di bilancio messo a punto dal governo “è effettuata in considerazione dell’attività di monitoraggio prevista a legislazione vigente”, si legge nella relazione tecnica. Inoltre con l’emendamento si inserisce, relativamente alla pensione anticipata dei lavori usuranti, la riduzione a decorrere dal 2033 di 40 milioni di euro annui del fondo ad hoc, con “conseguente corrispondente decremento degli importi” previsti a copertura del decreto legislativo che disciplina l’accesso anticipato al pensionamento per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti.
Stop alla previdenza complementare sulle pensioni anticipate – Con il nuovo testo messo a punto dal governo salta la possibilità di cumulare la rendita dei fondi complementari per accedere alla pensione anticipata di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi. La norma, in vigore da quest’anno, consentiva di cumulare la rendita del fondo complementare per raggiungere la soglia minima dell’assegno pensionistico necessaria per accedere alla pensione di vecchiaia. Con la nuova misura immaginata dal governo viene stimato un risparmio sulla spesa pensionistica crescente da 12,6 milioni nel 2026 a 130,8 milioni nel 2035.
E all’interno della maggioranza c’è chi ha provato a motivare il dietrofront del governo sul tema. “Era un esperimento che agli occhi del famoso tecnico zelante dava origine a futuri oneri perché incrementando la previdenza complementare avrebbe portato più persone ad ottenere i requisiti secondo quel tipo di parametro e quindi se tu lo disattivi il problema non si pone più per il futuro“, ha spiegato il relatore della Legain Senato Claudio Borghi. “Non pensiamo che sia una cosa sbagliata però quel sistema là, faremo una norma ad hoc“.
La centrale unica di risposta Nue 112 e la sala operativa regionale presso la centrale operativa della Protezione civile a Palmanova non hanno ricevuto segnalazioni di danni a persone o a cose
CLAUT (PORDENONE) – La terra torna a tremare in Friuli con una scossa di terremoto di magnitudo 3.1 della scala Richter con epicentro a Claut ma sentita da Belluno a Udine.
La scossa è stata stata registrata ieri sera verso le 21.45 nel Pordenone
Secondo le rilevazioni effettuate dai tecnici dell’Ogs-Crs per la Protezione civile della Regione Friuli Venezia Giulia, il sisma è avvenuto a 12 km di profondità, con epicentro nell’abitato di Claut, in alta Valcellina.
La centrale unica di risposta Nue 112 e la sala operativa regionale presso la centrale operativa della Protezione civile a Palmanova non hanno ricevuto richieste di informazioni né segnalazioni di danni a persone o a cose.
La sala operativa regionale non ha inoltre ricevuto informazioni di danni da parte dei Comuni e dei Comandi provinciali dei vigili del fuoco. Il sisma è stato comunque avvertito in una zona piuttosto ampia, compresa la pedemontana pordenonese, una parte della provincia di Belluno e di Udine.
Sono giorni tristi in casa Atalanta. Il club di Bergamo è stato infatti colpito da due lutti ravvicinati e proprio nelle giornate legate alle festività natalizie. Per questo motivo, infatti, i nerazzurri hanno annullato la cena di Natale prevista per il 17 dicembre. Nelle ultime ore sono morti prima Eugenio Perico, bergamasco ex calciatore nerazzurro ed ex Ascoli, e poi Ivan Pasalic, il padre del centrocampista croato e bandiera del club.
Mario Pasalic
LUTTO PER PASALIC – Grande dolore per l’Atalantae per Mario Pasalice la sua famiglia. È scomparso il padre del giocatore, una tragica notizia che ha spinto la società a cancellare la festa di Natale programmata per mercoledì 17 dicembre in segno di lutto e partecipazione al dolore del giocatore.
La Dea ha diffuso una nota ufficiale in merito che riportiamo di seguito.
“La famiglia Percassi, quella Pagliuca, la dirigenza, mister Raffaele Palladino e il suo staff, i compagni di squadra, i dipendenti e collaboratori tutti si stringono affettuosamente attorno a Mario Pasalic per la scomparsa dell’adorato papà. Il club ha voluto trasferire al calciatore “i sensi della più profonda vicinanza e del più caloroso affetto in questo momento di profondo dolore”, estendendo le condoglianze a tutta la famiglia Pasalic.
ADDIO A PERICO – Poche ore prima c’era stato un altro lutto. A 74 anni si era spento Eugenio Perico, ex calciatore nerazzurro e allenatore del settore giovanile atalantino, con cui ottenne quattro titoli tricolori nella categoria Giovanissimi Nazionali.
Santa Clara-Sporting, rigore dopo 13′ minuti di VAR: proteste ufficiali e accuse pesanti del Benfica e del presidente Rui Costa.
Putiferio di polemiche in Portogallo. La vittoria rocambolesca dello Sporting Lisbona sul Santa Clara nella Coppa nazionale ha provocato le reazioni indignate dei rivali del Benfica di Rui Costa e José Mourinho.L’epilogo della sfida è stato effettivamente clamoroso, con un controllo VAR durato addirittura 10 minuti. Questo per arrivare al calcio di rigore per lo Sporting, che poi si è imposto ai supplementari.
Cosa è successo tra Santa Clara e Sporting Lisbona, controllo VAR infinito – Il risultato era di 2-1 per il Santa Clara quando, durante un’azione offensiva dello Sporting, si è verificato l’episodio da moviola. Tiago Duarte ha leggermente toccato il volto di Hjulmand durante una mischia. Gli arbitri al VAR, dopo un lunghissimo controllo di 8 minuti, hanno deciso di invitare il collega in campo a visionare le immagini sul monitor a bordo campo. E così, dopo ulteriori 3 minuti, è arrivata la sanzione del rigore per la squadra biancoverde. Un contatto davvero minimo quello che ha portato a questa decisione e che ha fatto infuriare il Santa Clara che, dopo aver incassato il pareggio, si è arreso ai supplementari.
🚨🚨 𝗡𝗢𝗨𝗩𝗘𝗟𝗟𝗘 𝗣𝗢𝗟𝗘́𝗠𝗜𝗤𝗨𝗘 𝗔𝗨 𝗣𝗢𝗥𝗧𝗨𝗚𝗔𝗟 !!! 🇵🇹😳
Un arbitre a pris 10 MINUTES à la VAR pour siffler ce penalty TRÈS DISCUTABLE au Sporting CP ce soir en Coupe du Portugal…
Lingua originale: francese. Traduzione di Google Un arbitro ha impiegato 10 minuti utilizzando il VAR prima di assegnare quel rigore altamente discutibile allo Sporting CP stasera in Coppa del Portogallo… I Lions si sono qualificati per il turno successivo.
Polemiche infinite in Portogallo – Polemiche infinite con il presidente del Santa Clara Bruno Vicintin che si è sfogato anche sui social: “Sono molto orgoglioso della nostra squadra. Pur con una rosa mista e giocatori provenienti dall’Under 23, abbiamo giocato una grande partita e avevamo tutto per ottenere una vittoria storica contro i campioni nazionali. Purtroppo, ancora una volta il nostro arbitraggio e ora il VAR sono diventati protagonisti, e né noi né lo Sporting ne siamo responsabili. Io e tutti al Santa Clara , per mio ordine, rimarremo in silenzio, perché temo che se dicessi la mia, il nostro club potrebbe subire danni ancora maggiori di quanto non sia già stato. Espulsioni, obbligo di giocare 3 volte in 6 giorni, ecc. Conosco la rabbia dei nostri tifosi, ma questa è la posizione che causerà il minor danno al Santa Clara rispetto a quanto già fatto!“.
Rui Costa e il Benfica all’attacco – Non sono rimasti in silenzio invece al Benfica,rivali storici dello Sporting. Già il presidente ed ex calciatore di Fiorentina e Milan Rui Costa, in occasione di un intervento con i soci ha iniziato così: “Mi scuso per questo leggero ritardo, ma ero fuori a guardare l’ennesimo scandalo del calcio portoghese e aspettavo che l’arbitro assegnasse un rigore. Ma poiché la festa di oggi è nostra, e solo nostra, concentriamoci su noi stessi…“.
Mais um episódio escandaloso.
O que se passou neste jogo da Taça de Portugal nos Açores é inqualificável e inaceitável para a credibilidade do futebol português. 12 minutos para encontrarem um penálti para beneficiar a mesma equipa de sempre, vez após vez.
Lingua originale: portoghese. Traduzione di Google Un altro episodio scandaloso. Quanto accaduto in questa partita di Coppa del Portogallo alle Azzorre è imperdonabile e inaccettabile per la credibilità del calcio portoghese. Dodici minuti per trovare un rigore a favore della stessa squadra di sempre, ogni volta. Nello stesso stadio dove l’anno scorso un rigore netto e lampante contro lo Sporting non ha nemmeno meritato l’attenzione del VAR, e dove, quest’anno, hanno vinto con un calcio d’angolo fantasma. Fenomeni che accadono sempre quando lo Sporting non vince. Qualcuno deve essere ritenuto responsabile per questo discredito totale che sta rovinando il calcio portoghese. Questa densità nel calendario è inutile se le competizioni vengono decise prima ancora di iniziare.
Presa di posizione ufficiale da parte del club biancorosso, che non ha lesinato accuse: “Un altro episodio scandaloso. Quello che è successo in questa partita di Coppa del Portogallo nelle Azzorre è imperdonabile e inaccettabile per la credibilità del calcio portoghese. Dodici minuti per cercare un rigore che andrebbe a beneficio della stessa squadra abituale, più e più volte, Nello stesso stadio dove l’anno scorso una punizione netta ed evidente contro lo Sporting non ha nemmeno attirato l’attenzione del VAR, e dove, in questa stagione, hanno vinto con un calcio d’angolo fantasma. Fenomeni che accadono sempre quando lo Sporting non vince“.
Parole che pesano come macigni e che sono il preludio a possibili iniziative forti: “Qualcuno deve essere ritenuto responsabile di questo discredito assoluto che sta rovinando il calcio portoghese. Questa densità nel calendario non ha senso se le competizioni sono decise prima che inizino“.
Il pomo della discordia è stato un “ma basta” urlato da Antonio ai milanisti dopo alcune polemiche. Da lì, tensione soprattutto tra Max e Oriali. A fine partita il tecnico rossonero è filato dritto negli spogliatoi senza salutare Conte
Allegri indica minaccioso verso la panchina del Napoli
Il pomo della discordia è stato un “ma basta” urlato da Conte ai milanisti dopo alcune polemiche. Da lì, scintille, soprattutto tra Allegri e Oriali,braccio destro di Antonio. Tra loro diversi screzi per tutta la partita. Max ha derubricato il tutto con “cose di campo”, ma ciò che ha colpito di più è statala stretta di mano mancata tra i due tecnici.
Niente streta di mano – A fine partita Allegri, sconfitto 2-0 ed eliminato in semifinale di Supercoppa dal Napoli, è filato dritto negli spogliatoi senza salutare Conte. L’allenatore degli azzurri, rimasto in campo per salutare gli avversari, ha stretto la mano a Marco Landucci, storico vice di Allegri, e ai giocatori milanisti. Lui e Max non si sono incrociati. Il clima si è acceso dopo mezz’ora di partita: al 29′ Rabiot ha scalciato da terra Politano, rimasto a terra dolorante, quindi i compagni e la panchina del Napoli hanno invocato il rosso per il francese. L’arbitro Zufferli non ha estratto neanche il giallo, come già fatto in precedenza con Hojlund per un intervento in ritardo su Maignan. Per questo Conte e Oriali si sono innervositi. Da lì in poi una serie di scaramucce e di frasi di botta e risposta tra le due panchine. Fino alla stretta di mano mancata.
19 dicembre 2025
Napoli, durissimo comunicato di accuse ad Allegri: “Aggressione fuori controllo a Oriali”
La società tricolore torna sullo scontro tra il tecnico del Milan e il dirigente degli azzurri: “Insulti pesanti e reiterati: con 33 telecamere è impossibile non riscontrare quanto accaduto”
Massimiliano Allegri – Lele Oriali
L’accusa è stata lanciata senza mezzi termini. All’indomani della vittoria in semifinale di Supercoppa italiana sul Milan, il Napoli si è lamentato pubblicamente del comportamento di Massimiliano Allegri, colpevole – secondo il club azzurro – di aver insultato Lele Oriali nel corso della partita. “La Ssc Napoli condanna con fermezza l’atteggiamento dell’allenatore del Milan, Massimiliano Allegri che, durante la semifinale di Supercoppa italiana, alla presenza di decine di persone a bordocampo e in diretta televisiva, ha pesantemente insultato Gabriele Oriali con termini offensivi e reiterati. Auspichiamo che tale aggressione, totalmente fuori controllo, non passi inosservata, a maggior ragione perché, con 33 telecamere impegnate nella produzione dell’evento, è impossibile non riscontrare quanto avvenuto” si legge nella nota.
Tensione – In effetti, nel corso della sfida, più volte si è percepita una certa tensione tra le due panchine, con Conte che verso la fine ha chiesto a tutti di smetterla. Peraltro, al fischio finale, non c’è stato alcun saluto tra gli allenatori, quantomeno immortalato dalle telecamere. L’episodio che ha scaturito tutto è un fallo di Rabiot alla mezz’ora su Politano, con il francese che ha scalciato da terra l’avversario, senza ricevere neanche un cartellino. Per questo motivo, quando Zufferli ha messo fine all’incontro, Conte ha salutato Landucci e altri calciatori del Milan, senza arrivare a contatto con Allegri. A ogni modo, nessuno dei due allenatori ha fatto riferimento a quanto accaduto davanti ai microfoni.
Mancato oggi alla Rsa di Castenedolo, aveva compiuto 83 anni ad ottobre. Entrò nella storia grazie alla leggendaria vittoria della Milano-Sanremo del 1970
Michele Dancelli (Castenedolo, 8 maggio 1942 – Castenedolo, 18 dicembre 2025) è stato un ciclista su strada e pistard italiano. Professionista dal settembre 1963 al 1974, è stato vincitore della Milano-Sanremo del 1970, di tre Giri dell’Appennino e di due Trofei Laigueglia.
Il ciclismo bresciano perde uno dei suoi grandi protagonisti.Michele Dancelli, che aveva compiuto 83 anni lo scorso 15 ottobre, è morto nel pomeriggio di oggi, 18 dicembre, alla Rsa di Castenedolo, dove era ricoverato da tempo. Castenedolese classe 1942, grinta da vendere e una lunga serie di vittorie collezionate nel ciclismo. Ciclista professionista dal 1963 al 1974, ha collezionato circa ottanta vittorie, tra cui due titoli di campione italiano, undici tappe al Giro d’Italia, una Milano-Sanremo – un’impresa leggendaria dopo oltre 70 chilometri di fuga solitaria, in avanscoperta fin dai primi chilometri, solo contro i grandi campioni dell’epoca, da Merckx a Gimondi – e una Freccia Vallone.
Nel suo palmarès figurano anche due medaglie di bronzo ai Campionati del mondo, conquistate a Imola nel 1968 e a Zolder nel 1969.
Simonelli scioglie gli ultimi dubbi e ufficializza la disputa del match a Perth a febbraio: tutti i dettagli
Presidente della Lega Serie A Ezio Simonelli
I dubbi sono definitivamente sciolti: Milan-Como, valida per la 24ª giornata di Serie A, si giocherà a Perth, in Australia, il prossimo 8 febbraio. Lo ha confermato il presidente della Lega Serie A, Ezio Simonelli, prima della semifinale di Supercoppa Italiana a Riyad tra ilMilan e il Napoli.
Le parole di Simonelli – “Si giocherà lì come da programma – le paroledi Simonelli a Mediaset – con Infantino ci siamo incontrati in modo cordiale e avevamo dei dubbi soprattutto sugli arbitri perché ce li avevano imposti stranieri. Collina mi ha dato garanzie sugli arbitri asiatici, ha dei fischietti di qualità da segnalare per la partita. Noi accetteremo questa condizione, poi metteremo a punto il resto“.
Come funziona il prelievo senza PIN e perché le banche stanno abbandonando i codici segreti.
Basta PIN al Bancomat: il nuovo sistema di prelievo ultra-rapido è già attivo – greenstyle.it
Prelevare denaro dallo sportello senza inserire alcun codice. Sembra una scena da film, ma è già realtà. Sempre più istituti bancari stanno adottando il prelievo senza PIN, un sistema basato su biometria e riconoscimento facciale, pensato per eliminare del tutto i codici numerici. Il processo è più veloce, riduce il rischio di errori e aumenta la sicurezza. Non serve ricordare nulla: basta un dito, uno sguardo, o il telefono in tasca. Il sistema riconosce l’utente in automatico e autorizza il ritiro. Tutto questo grazie all’integrazione tra app bancarie, sportelli evoluti e autenticazione biometrica, che rappresentano una delle trasformazioni più profonde nel rapporto tra clienti e banche. Non è solo questione di comodità, ma anche di fiducia: meno passaggi, meno vulnerabilità.
Perché il prelievo senza PIN è più sicuro (e più veloce) dei sistemi tradizionali – Il PIN, fino a pochi anni fa considerato essenziale per proteggere i propri soldi, sta perdendo terreno. Non perché sia stato violato, ma perché esistono oggi sistemi più affidabili e meno esposti a furti o dimenticanze. Uno dei vantaggi principali del prelievo senza PIN è l’uso di dati biometrici, cioè elementi unici come l’impronta digitale, la mappa facciale o la retina. Difficili da replicare, impossibili da dimenticare, non osservabili da chi ci sta accanto allo sportello. In alcuni casi, il sistema utilizza anche la geolocalizzazione dello smartphone, per confermare che l’utente sia davvero vicino all’ATM, aggiungendo un ulteriore livello di protezione.
Perché il prelievo senza PIN è più sicuro (e più veloce) dei sistemi tradizionali – greenstyle.it
Funziona così: si accede all’app della banca, si seleziona l’opzione di prelievo contactless, si avvicina lo smartphone al lettore dello sportello e si autentica l’operazione con il volto o l’impronta. Il denaro esce, nessun codice inserito, nessun tastierino premuto. Il vantaggio è evidente soprattutto per le persone anziane o per chi soffre di difficoltà cognitive: non dover ricordare numeri o gestire sequenze ripetitive riduce gli errori e migliora l’accessibilità.
Dal punto di vista tecnico, le informazioni biometriche non vengono inviate in rete, ma restano memorizzate localmente sul dispositivo dell’utente o su sistemi crittografati. Questo riduce il rischio di attacchi informatici e rende la procedura più sicura di quanto molti credano. Le banche stanno anche sviluppando interfacce più intuitive, con schermi che guidano passo passo anche chi usa il sistema per la prima volta. In futuro, si prevede l’introduzione di prelievi vocali o tramite gesture, per rendere il tutto ancora più fluido. Il punto è chiaro:il PIN non è più centrale, e questo sta cambiando l’intera esperienza bancaria.
L’evoluzione delle banche passa dalla biometria (e non riguarda solo i prelievi) – Il prelievo senza PIN è solo una parte di una trasformazione più ampia. Gli istituti di credito stanno spostando sempre più operazioni su tecnologie che riconoscono la persona, non il codice. Pagamenti, accesso ai conti, trasferimenti: tutto si muove verso un modello in cui l’identità biologica sostituisce l’autenticazione numerica. È un passaggio che sta già avvenendo nei paesi asiatici, in alcune aree degli Stati Uniti, e ora anche in Italia, con i primi bancomat contactless e le app bancarie che integrano Face ID, impronte digitali e riconoscimento vocale.
La diffusione di questi strumenti è legata anche a un cambiamento culturale. Oggi gli utenti vogliono velocità, semplicità e sicurezza, ma senza sentirsi sotto controllo. Ecco perché molti sistemi biometrici non registrano mai l’intero volto, ma solo tratti specifici criptati, che non possono essere utilizzati per altri scopi. La sfida delle banche è bilanciare la protezione dei dati con l’efficienza. E mentre il prelievo tradizionale continua a essere supportato, la tendenza è chiara: chi ha uno smartphone moderno e una buona app può già dimenticarsi del PIN.
L’aspetto più interessante è che tutto questo non riguarda solo i clienti più giovani o esperti, ma coinvolge anche fasce più ampie della popolazione. Le banche stanno puntando a formare i clienti, con tutorial, guide e demo presso gli sportelli, per mostrare che il cambiamento è alla portata di tutti. In parallelo, si lavora anche sulla sostenibilità del sistema: meno carta, meno plastica, meno consumo di materiali.Meno sprechi, più sicurezza.
Il prelievo senza PIN è insomma un tassello di una nuova relazione tra persona e banca. Una relazione più personale, meno macchinosa, che si basa sul riconoscimento reciproco. Non servono più numeri. Serve esserci, con il proprio volto, la propria voce, o un tocco del dito.
Migliaia di agricoltori a Bruxelles contro i tagli alla Pac e l’accordo Ue-Mercosur. La protesta è stata segnata da tensioni e scontri con la polizia
Foto per gentile concessione di Ophelie Monhonval
Centinaia di trattori e migliaia di agricoltori hanno invaso oggi Bruxelles per una grande mobilitazione europea contro i tagli alla Politica agricola comune (Pac) e contro gli accordi di libero scambiotra Unione europea e Mercosur. Alla protesta hanno partecipato circa 7.300-8.000 manifestanti e un migliaio di mezzi agricoli provenienti da diversi Paesi Ue, mentre nella capitale belga era in corso il vertice dei capi di Stato e di governo.
Le ragioni della protesta – In prima linea per l’Italia Coldiretti, Confagricoltura, Cia-Agricoltori Italiani, Copa-Cogeca e numerose associazioni di produttori e lavoratori del settore. Il corteo è partito in mattinata dal quartiere di Schaerbeek, a nord di Bruxelles, per poi dirigersi verso il quartiere europeo.
“Siamo a Bruxelles con migliaia di agricoltori per ribadire la centralità dell’agricoltura e dell’agroalimentare nel prossimo bilancio europeo – ha dichiarato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti – La scelta della Commissione guidata da Ursula von der Leyen è invece quella di tagliare 90 miliardi al settore, con effetti pesantissimi anche per l’Italia”.
Al centro delle contestazioni anche l’accordo Ue-Mercosur: “Siamo favorevoli all’internazionalizzazione, ma servono regole eque – ha aggiunto Prandini – Non è accettabile importare prodotti che non rispettano gli stessi standard imposti agli agricoltori europei“.
Gli scontri con la polizia e il blocco delle strade – La manifestazione avrebbe dovuto concludersi a Place du Luxembourg, davanti al Parlamento europeo, con un punto stampa. La tappa è però stata annullata dagli organizzatori dopo che la piazza è diventata teatro di scontri tra alcuni gruppi violenti e le forze dell’ordine, con vetrine danneggiate e incendi. Gli agricoltori hanno deciso di allontanarsi per non essere associati agli atti di violenza.
🚨 UN TRACTEUR FORCE LE BARRAGE POLICIER À BRUXELLES !
La tension monte devant les institutions européennes où agriculteurs majoritairement belges et français sont mobilisés.
Nel corso della giornata la tensione è salita nel quartiere europeo: la polizia è intervenuta con idranti e fumogeni, mentre da parte dei manifestanti sono stati lanciati oggetti, ortaggi e petardi. Centinaia di trattori hanno occupato “Rue de la Loi” e le strade attorno alle istituzioni europee; secondo l’emittente belga Rtbf, circa 400 mezzi si sono poi diretti verso il raccordo per bloccare la circolazione in direzione della provincia dello Hainaut.
La posizione del governo italiano – E in serata è arrivata anche la posizione del governo sull’accordo contestato: “Il governo italiano, come già dichiarato in Parlamento dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ‘ribadito anche al presidente del Brasile‘ Inacio Lula da Silva, è “pronto” a sottoscrivere l’accordo commerciale tra l’Ue e il Mercosur “non appena verranno fornite le risposte necessarie agli agricoltori, che dipendono dalle decisioni della Commissione Europea e possono essere definite in tempi brevi” riporta una nota di Palazzo Chigi.
La novità lanciata dall’Agcom (Autorità garante delle comunicazioni) per contrastare il telemarketing illecito: da gennaio 2026 gli utenti potranno distinguere i servizi davvero utili, come la banca o l’operatore telefonico, da truffe e chiamate promozionali
Nuova “mossa” contro il telemarketing illegale e le telefonate moleste. Se sullo schermo vedremo comparire un numero con tre cifre, vorrà dire che dall’altra parte della cornetta c’è la nostra banca, l’assicurazione, il gestore telefonico o energetico,che magari ci stanno contattando per un problema. Una piccola rivoluzione lanciata dall’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom), che punta a limitare le chiamate promozionali dei call center, permettendo agli utenti di distinguerle facilmente da quelle realmente utili.
I numeri a tre cifre – Il nuovo piano dovrebbe partire dall’inizio del 2026, come spiegato a Repubblica da Laura Aria, una commissaria di Agcom,con i numeri a tre cifre, già utilizzati per l’assistenza clienti o i servizi gratuiti, che compariranno anche nei messaggi oltre che per le telefonate: “Oggi invece le aziende possono usare questi numeri brevi solo per ricevere telefonate; ma non come identificativo chiamante. Questa situazione ha creato grande incertezza. L’utente non può sapere se a chiamare sia davvero il proprio operatore o la banca, ad esempio, invece di un truffatore o di un call center illecito“.
I numeri brevi, non essendo replicabili all’estero, permettono di contrastare il fenomeno dello spoofing telefonico, uno stratagemma che consente di modificare, tramite specifici software, il numero che compare a chi riceve la chiamata. Il 17 dicembre l’Agcom ha aperto una consultazione pubblica di 45 giorni per raccogliere osservazioni da operatori e soggetti interessati, con le aziende che potranno iniziare a utilizzare i numeri brevi a partire dai primi giorni del 2026.
Il telemarketing illegale – Si tratta dell’ennesima misura introdotta negli ultimi mesi per contrastare il telemarketing illegale: a novembreera scattato il blocco per le chiamate da numeri mobili dall’estero camuffate da numeri italiani, mentre adagostoera toccato ai fissi. Dati alla mano, il risultato è stato drastico: le telefonate con numerazione mobile italiana provenienti dall’estero sono crollate da oltre 34 milioni al giorno a poco più di 7 milioni, molte delle quali riconducibili a clienti in roaming e non a call center. Dall’introduzione dei blocchi le chiamate moleste si sono spostate sui numeri con prefissi stranieri, più facilmente riconoscibili per gli utenti, che dal prossimo anno potranno anche contare anche sui numeri “certificati” a tre cifre.
Oms: “Cominciata 4 settimane prima con 90% casi causati dalla nuova variante, vaccino resta miglior difesa”
“Una stagione precoce e intensa” quella dell’influenza di quest’anno, che si sta diffondendo nella Regione Europea “prima del solito, con un nuovo ceppo virale dominante che sta mettendo sotto pressione i sistemi sanitari di alcuni Paesi“. A confermarlo è l’ufficio regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l’Europa. Oltre la metà della regione si trova nella morsa del ‘super virus‘, secondo i dati diffusi oggi.La stagione influenzale è iniziata circa 4 settimane prima rispetto alle stagioni precedenti, e almeno 27 dei 38 Paesi della Regione europea dell’Oms che hanno comunicato i dati stanno ora registrando un’attività influenzale elevata o molto elevata. In 6 Paesi – Irlanda, Kirghizistan, Montenegro, Serbia, Slovenia e Regno Unito – più della metà dei pazienti sottoposti a test per sindrome simil-influenzale è risultata positiva all’influenza in questa fase della stagione.
Il nuovo ceppo – “L’influenza arriva ogni inverno, ma quest’anno è un po’ diverso“, osserva Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’Oms Europa. “Un nuovo ceppo, il sottoclade K dell’influenza A H3N2, sta causando infezioni, sebbene non vi siano prove che causi una malattia più grave. Questa nuova variante dell’influenza stagionale rappresenta ora fino al 90% di tutti i casi confermati nella regione europea. Ciò dimostra come anche una piccola variazione genetica nel virus influenzale possa esercitare un’enorme pressione sui nostri sistemi sanitari, poiché le persone non hanno un’immunità consolidata” contro il nuovo ceppo.
L’Oms Europa invita a vaccinarsi ed evidenzia che, “sebbene non possa prevenire l’infezione, i primi dati provenienti dal Regno Unito confermano che l’attuale vaccino antinfluenzale stagionale riduce il rischio di gravi conseguenze per la salute causate dal virus A H3N2. La vaccinazione rimane la misura preventiva più importante” contro le complicanze. Lo è “particolarmente per i soggetti a più alto rischio, inclusi gli anziani, le persone con patologie pregresse, le donne in gravidanza e i bambini. Anche gli operatori sanitari sono un gruppo prioritario per la vaccinazione, al fine di proteggere la propria salute e quella dei loro pazienti“.
Quando ci sarà il picco – Come in altre stagioni, i bambini in età scolare sono“i principali motori della diffusione nella comunità“. Mentre gli adulti di età pari o superiore a 65 anni costituiscono “la maggior parte dei casi gravi che richiedono il ricovero ospedaliero“, evidenziando la priorità di questi gruppi per la vaccinazione. I casi, avverte l’Oms Europa, continueranno ad aumentare fino al picco della stagione influenzale, “probabilmente tra fine dicembre e inizio gennaio“. La maggior parte delle persone guarirà dall’influenza spontaneamente. Ma “le persone con sintomi gravi o altre patologie dovrebbero consultare un medico“, avverte l’ufficio regionale dell’agenzia Onu per la salute, ribadendo “le misure comprovate per limitare la trasmissione e salvare vite umane“, cioè in primis la vaccinazione. “Vaccinarsi è la migliore difesa soprattutto per i gruppi ad alto rischio e gli operatori sanitari, che dovrebbero anche seguire le misure di prevenzione delle infezioni e indossare una mascherina quando necessario”.
Come frenare la diffusione dell’influenza? – L’Oms Europa raccomanda di “restare a casa se non ci si sente bene. In caso di sintomi respiratori, indossare una mascherina in pubblico per evitare di trasmettere il virus ad altri. E quando si starnutisce o tossisce, coprire bocca e naso“. Altre misure utili da applicare: lavarsi regolarmente le mani e aprire frequentemente finestre e porte per migliorare il flusso d’aria negli ambienti interni.
“L’attuale stagione influenzale, sebbene grave, non rappresenta il livello di emergenza globale che abbiamo affrontato durante la pandemia di Covid-19 – riflette Kluge – I nostri sistemi sanitari hanno decenni di esperienza nella gestione dell’influenza, disponiamo di vaccini sicuri che vengono aggiornati annualmente e abbiamo un chiaro manuale di misure protettive efficaci. Se utilizziamo gli strumenti comprovati che già abbiamo – vaccinazioni, comportamenti attenti alla salute e sistemi sanitari pubblici solidi per proteggere i più vulnerabili – allora supereremo questa prevedibile tempesta stagionale. È inoltre fondamentale, nell’attuale clima di disinformazione, cercare informazioni credibili da fonti attendibili come le agenzie sanitarie nazionali e l’Oms. In una stagione influenzale difficile, informazioni affidabili basate su prove scientifiche possono salvare vite umane“.
L’azienda italiana ha messo sul tavolo 289 milioni. Ma dietro la chiusura dell’accordo ci sarebbe stato un incontro con il ministro Urso
Stabilimento produttivo di Riello a Legnago (foto Google Maps)
Presto si ricostituirà un polo italiano della climatizzazione. Ariston group ha infatti annunciato di aver raggiunto un accordo con l’americana Carrier global corporation per l’acquisizione di Riello group. L’operazione da 289 milioni, fondi propri, sarà chiusa entro i primi sei mesi del 2026. Ma dietro l’accordo si sono mescolati affari e geopolitica.
Il nuovo polo – Ariston e Riello andranno a costituire un nuovo colosso nel settore caldaie e bruciatori. La prima nel 2024 ha fatturato 2,6 miliardi di euro di ricavi e ha venduto 7,3 milioni di prodotti. I numeri sono quelli di una multinazionale che dà lavoro a più di 10mila persone in tutto il mondo. Alla guida del gruppo c’è la famiglia Merloni, Paolo è presidente esecutivo della holding con sede nei Paesi Bassi, che detiene il 59 per cento delle azioni.
Riello, fondata nel 1922 a Legnago (Verona), spera di chiudere il 2025 con 400 milioni di ricavi. Dopo la parentesi americana, l’azienda tornerà sotto il controllo italiano portando in dote ad Ariston 1.150 dipendenti, la metà in Italia, e stabilimenti sparsi per il mondo: oltre a Legnago e Volpago, in Veneto, ci sono gli impianti di Torun (Polonia), di Shanghai e di Mississauga (Canada).
Le trattative – Riello era finita nel mirino delle cinesi Haier e Midea, interessate a entrare nel mercato italiano e non solo con un’azienda già conosciuta dagli utenti e con una sua rete sul territorio. A convincere gli americani non è stata l’offerta fatta da Ariston: quella dei rivali era ben più allettante.
Secondo voci di corridoio, a far tendere gli americani verso la proposta italiana sarebbe stato piuttosto il peso “geopolitico” dell’operazione. Il 16 dicembre ci sarebbe stato un incontro riservato tra il ministro delle Imprese Adolfo Urso e i vertici di Carrier. L’azienda americana avrebbe compreso che la cessione del gruppo Riello rappresentava un dossier delicato per Roma esponendo l’operazione a un ipotetico esercizio del golden power.
Per il governo, le aziende cinesi avrebbero potuto utilizzare Riello per introdurre nel mercato italiano ed europeo prodotti realizzati in Asia, aggirando così i dazi e le nuove normative ambientali.
I piani di Ariston – “Riello rappresenta con orgoglio un’icona italiana centenaria”, ha commentato il presidente esecutivo di Ariston group, Paolo Merloni, all’annuncio dell’accordo. L’acquisizione di Riello è solo una delle tappe del programma di espansione del gruppo che avviato un piano di investimenti da 500 milioni in Italia al 2028.
Il perfezionamento dell’operazione è previsto entro la prima metà del 2026
Campari Group cede amaro Averna e mirto Zedda Piras per 100 milioni di euro a Illva Saronno Holding, proprietaria, tra gli altri, dell’iconico Disaronno e degli storici vini siciliani Florio e Duca di Salaparuta. È quanto si legge in una notain cui si spiega che questa transazione rappresenta un altro passo significativo nell’attuazione della strategia di razionalizzazione del portafoglio per rafforzare il focus sui core brand contribuendo alla semplificazione del business e alla riduzione della leva finanziaria.Campari Group si rifocalizza sul brand prioritario Braulio nella categoria degli amari.
La transazione prevede la creazione di una società di nuova costituzione (‘NewCo’) a cui verranno conferiti i business di Averna e Zedda Piras, inclusi la proprietà intellettuale, il magazzino di prodotti finiti, alcuni dipendenti, gli stabilimenti produttivi di Caltanissetta in Sicilia (per Averna), e Alghero in Sardegna (per Zedda Piras).
Il corrispettivo totale dell’operazione è pari a 100 milioni di euro per il 100% di NewCo e del magazzino dei prodotti finiti detenuto da Campari Group. Il perfezionamento dell’operazione è previsto entro la prima metà del 2026.
Perché Campari vende: “meno etichette, più focus” – Campari incassa e, soprattutto, semplifica: l’operazione è presentata come un ulteriore passo della strategia di razionalizzazione del portafoglio per rafforzare il focus sui core brand, semplificare il business e contribuire alla riduzione della leva finanziaria.
Non a caso, nella categoria degli amari il gruppo segnala un rifocalizzarsi su Braulio come brand prioritario: una scelta che arriva dopo settimane di indiscrezioni su una possibile vendita “in blocco” di tre marchi storici (Averna, Braulio e Zedda Piras). Ora, invece, escono due etichette e Braulio resta.
Il dossier rientra nel riposizionamento più ampio annunciato dal gruppo negli ultimi mesi: Campari ha più volte indicato la necessità di sfoltire un portafoglio arrivato a decine di brand, concentrandosi su quelli con maggiore potenziale di crescita e redditività.
Averna e Zedda Piras – Averna, uno tra i più iconici amari di Sicilia, è stato creato nel 1868 e acquisito da Campari Group nel 2014 tramite l’acquisizione di Fratelli Averna S.p.A., il proprietario dei marchi Averna, Braulio, Limoncetta e Frattina. Il Gruppo ha successivamente ceduto Limoncetta e Frattina. Il marchio Braulio rimane nel portafoglio di Campari Group, escluso dal perimetro della cessione, in linea con l’obiettivo di rafforzare il focus e l’impegno sulla sua crescita come unico amaro del portafoglio. L’Italia costituisce il mercato principale per Averna, rappresentando circa il 30% delle vendite nette, seguito da Germania, Stati Uniti e Austria, che insieme rappresentano circa l’85% delle vendite nette. Zedda Piras, creato nel diciannovesimo secolo e un importante contributore nella diffusione del liquore di mirto in Italia, fu acquisito nel 2002 da Campari Group assieme a Sella&Mosca S.p.A., proprietaria, tra gli altri, dei vini Sella&Mosca, Caytai e Chateau Lamargue. Il Gruppo ha successivamente ceduto i vini Sella&Mosca, Catai e Chateau Lamargue. La maggior parte delle vendite nette di Zedda Piras è concentrata in Italia.
Deluse le attese in campionato e Copa Libertadores il tecnico è stato sollevato dall’incarico
Davide Ancelotti
Il club del Rio de Janiero è arrivato infatti al sesto posto, a ben 16 punti dai campioni del Flamengo, ed è stato eliminato dalla Liga de Quito dell’Ecuador agli ottavi di finale dell’ultima Copa Libertadores. In un comunicato ufficiale il Botafogo ha spiegato che la decisione è stata presa dopo una serie di riunioni nella giornata di mercoledì e non ha ancora annunciato un sostituto.
Lingua originale: portoghese. Traduzione di Google COMUNICATO UFFICIALE Davide Ancelotti non è più l’allenatore del Botafogo. Il Botafogo annuncia che Davide Ancelotti non è più l’allenatore della prima squadra. Anche il preparatore atletico Luca Guerra e gli assistenti Luis Tevenet e Andrew Mangan se ne vanno. La decisione è stata presa dopo gli incontri di questo mercoledì (17). Il Club ringrazia Ancelotti per la professionalità e l’impegno dimostrati durante il suo periodo alla guida della squadra e come membro della famiglia Botafogo. Il Botafogo gli augura il meglio per il futuro. Il nuovo staff tecnico sarà annunciato a breve.
NOTA OFICIAL
Davide Ancelotti não é mais o técnico do Botafogo.
O Botafogo informa que Davide Ancelotti não é mais o técnico da equipe principal. O preparador físico Luca Guerra e os auxiliares Luis Tevenet e Andrew Mangan também estão de saída. A decisão foi tomada após… pic.twitter.com/odSXlMXdSc
Ancelotti è entrato a far parte del club dopo che il proprietario della squadra, John Textor, ha licenziato Renato Paiva per l’eliminazione della squadra agli ottavi di finale del Mondiale per club, lo scorso luglio.
Il tecnico italiano vanta oltre dieci anni di esperienza accanto al padre, con ruoli in club come Bayern Monaco, Napoli, Everton e Real Madrid, ed è attualmente anche membro dello staff della Nazionale brasiliana.
Tragedia in Ecuador: assassinato il calciatore Mario Pineida: freddato da sicari in un agguato a Guayaquil
Una tragedia scuote il calcio sudamericano e getta un’ombra inquietante sulla spirale di violenza che sta travolgendo l’Ecuador.Mario Pineida, trentatreenne difensore del Barcelona Sporting Club ed ex nazionale,è stato brutalmente assassinato nel pomeriggio in un attacco armato che ha tutte le caratteristiche di un’esecuzione mirata. La notizia ha fatto rapidamente il giro del Paese, lasciando attoniti tifosi e addetti ai lavori.
La dinamica dell’agguato: colpi mortali fuori da un negozio – Il dramma si è consumato intorno alle 16:30 locali nel quartiere Samanes 4, nella zona nord di Guayaquil. Secondo le prime ricostruzioni fornite dalla Polizia Nazionale, che ha immediatamente isolato la scena del crimine avviando le indagini, Pineida si trovava all’esterno di una macelleria quando è scattata la trappola.Un commando di sicari armati ha aperto il fuoco contro di lui e un’altra persona: per il calciatore non c’è stato nulla da fare, è morto sul colpo crivellato dai proiettili, mentre la seconda vittima dell’agguato è rimasta ferita. La conferma ufficiale dell’identità è arrivata poco dopo direttamente dal Ministero dell’Interno.
Il dolore del Barcelona SC e l’emergenza sicurezza – Pineida era un volto noto e rispettato del calcio locale, un laterale sinistro di grande esperienza con diverse presenze anche con la maglia della “Tricolor“.Il suo club, il Barcelona SC, ha reagito con sgomento diffondendo una nota in cui esprime profondo cordoglio e invita i tifosi a unirsi in preghiera per la famiglia. Questo omicidio non è purtroppo un caso isolato, ma l’ennesimo capitolo di una sanguinosa escalation criminale che negli ultimi mesi sta mettendo in ginocchio il Paese, colpendo sempre più frequentemente figure pubbliche e sportivi, ormai bersagli in un clima di totale insicurezza.
Traduzione: È arrivato nel 2016. Ha fatto la storia per sempre. 💛2 titoli. 2 semifinali di Libertadores. Con artiglio, consegna e amore per il giallo. Mario, si è guadagnato di essere parte eterna della storia dell’Idolo. Per tutto e di più, ti ricorderemo sempre Marito
La Lega denuncia una “manina” nella manovra ma nei casi peggiori anche chi aveva già fatto i conti rischia di restare al lavoro quasi quattro anni in più
Nel maxi-emendamento alla Legge di Bilancio 2026, depositato in Commissione Bilancio al Senato, il governo mette mano a tre snodi delicati del sistema previdenziale disegnando un futuro in cui uscire dal lavoro prima della vecchiaia diventa più difficile (o comunque più lento).
Oggi la pensione anticipata ordinaria si ottiene, in estrema sintesi, con un numero molto alto di contributi versati (42 anni e 10 mesi per gli uomini, un anno in meno per le donne), senza un’età minima. Raggiunto quel traguardo, però, non si prende l’assegno subito: c’è una “finestra” di decorrenza, cioè un tempo di attesa prima che parta materialmente la pensione.
Il maxi-emendamento interviene proprio qui: la finestra resta di 3 mesi per chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2031, ma poi si allunga progressivamente. Dal 2032 e 2033 diventerebbe di 4 mesi, nel 2034 di 5 mesi, e dal 2035 arriverebbe a 6 mesi. Tradotto: anche quando hai già “fatto i conti” e raggiunto i contributi necessari, potresti dover aspettare fino a mezzo anno per vedere il primo assegno.
Il riscatto della laurea vale meno – L’altra stretta riguarda il riscatto dei periodi universitari: uno strumento che permette, pagando un importo, di trasformare anni di studio in contributi utili per la pensione. La novità è che dal 2031 una parte di quei mesi riscattati non verrebbe più conteggiata solo per maturare il diritto alla pensione anticipata (non per calcolare l’importo dell’assegno).
Il taglio sarebbe progressivo: 6 mesi “sterilizzati” nel 2031, 12 mesi nel 2032, 18 mesi nel 2033, 24 mesi nel 2034 e fino a 30 mesi dal 2035. In pratica, dal 2035 un riscatto di tre anni potrebbe contare, per anticipare l’uscita, come se valesse appena sei mesi.
Quasi quattro anni in più – È questo incrocio – finestra più lunga e riscatto che pesa meno e adeguamenti legati alla speranza di vita – a far esplodere le simulazioni più dure rilanciate dai sindacati: nei casi peggiori, tra contributi “aggiuntivi” da maturare e mesi di attesa, si potrebbe restare al lavoro (o comunque senza pensione) fino a un totale vicino ai 47 anni di contributi a fronte dei 42 anni e 10 mesi previsti nel 2026. Quasi quattro anni in più.
L’effetto della manovra Meloni sulle pensioni
Si tratta di una misura retroattiva “con profili di incostituzionalità, che rompe in modo evidente il principio di affidamento – spiega Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali della Cgil nazionale – lo Stato cambia le regole a partita già giocata, penalizzando soprattutto i giovani, chi ha carriere medio-alte con ingresso tardivo nel mercato del lavoro e chi ha investito risorse significative nel riscatto della laurea”.
Tfr dei neoassunti: più spinta verso la previdenza complementare – Nel pacchetto entra anche una misura diversa, che riguarda i giovani al primo impiego: dal 1° luglio 2026, per i lavoratori del settore privato assunti per la prima volta, il Tfr maturando verrebbe destinato automaticamente a un fondo pensione individuato dai contratti collettivi, salvo rinuncia entro 60 giorni. In sostanza: se non scegli, si va verso la previdenza complementare; se vuoi tenerti il Tfr in azienda (o scegliere un altro fondo), devi comunicarlo.
Perché è una questione politica (oltre che tecnica) – Dal punto di vista del governo, l’obiettivo è contenere la spesa nel medio-lungo periodo e gestire un sistema che invecchia. Ma le opposizioni e i sindacati contestano l’impostazione: la Cgil parla di irrigidimento strutturale e solleva dubbi sulla retroattività della penalizzazione per chi ha già pagato il riscatto della laurea confidando in regole diverse.
Il calendario parlamentare è serrato: l’esame in Aula al Senato è atteso a partire dal 22 dicembre, con una corsa finale per chiudere entro fine anno. Nel frattempo, le norme restano “in discussione”: potranno essere ritoccate, riscritte o (in teoria) stralciate.
L’origine del “pasticcio” – Secondo il senatore leghista Claudio Borghi l’origine del “pasticcio” sta nella necessità di coprire i costi che potrebbero derivare dalla norma sulla previdenza complementare, contenuta sempre nell’emendamento dell’esecutivo al disegno di legge Bilancio. “L’aumento delle persone che potranno usare la previdenza complementare per usufruire dello scivolo del 64+25 aumenta e quindi lo Stato ha un’uscita di soldi. Quindi si tratta di una clausola di salvaguardia. Ma invece di andare a pescare su finestre e riscatto della laurea, si prendono coperture alternative, come l’Iva oppure l’Irap” conclude Borghi.
Da diversi minuti Vodafone ha iniziato ad avere problemi in Italia, con le prime segnalazioni pervenute a downdetector e anche alla nostra redazione mezz’ora fa. E l’operatore rosso non sembra essere l’unico a riscontrare malfunzionamenti questa mattina: anche Fastweb – che con Vodafone condivide la medesima proprietà – risulta down, così come ho. Mobile, MVNO in capo a Vodafone.
Dai primi commenti emersi in rete pare che gli utenti lamentino l’impossibilità ad accedere al web da rete fissa, non sono pochi nemmeno coloro che non hanno alcun segnale. I clienti di ho. Mobile risultano prevalentemente offline sia su fisso che su mobile.
Come sempre, sono le grandi città a riscontrare i problemi maggiori, da nord a sud dello stivale. Le segnalazioni giungono prevalentemente da Torino, Milano, Bologna, Firenze, Perugia, Roma, Napoli e Bari.Il down di ho. Mobile si concentra invece più al centro-nord, con Milano, Perugia, Roma, Bologna e soprattutto l’area della Romagna tra Rimini e Forlì.
Riportiamo il comunicato appena inviatoci da Vodafone:Vodafone conferma che è in corso un disservizio temporaneo causato da due guasti alla rete Fibercop nelle zone di Rimini e Forlì con disagi per i clienti di rete fissa e mobile. I tecnici sono al lavoro per ripristinare i servizi nel minor tempo possibile. Ci scusiamo con i clienti coinvolti e provvederemo ad aggiornare tempestivamente sull’avanzamento dei lavori.
Ancora una volta il maltempo mette in ginocchioMarano. Un violento temporale abbattutosi sulla città ha provocato danni ingenti, riportando alla luce criticità ormai croniche del territorio.Decine gli interventi dei vigili del fuoco, chiamati a operare senza sosta per auto finite nei tombini divelti dalla forza dell’acqua e per alberi crollati in diverse zone del comune. Particolarmente colpita la zona della Cesina, parte collinare della città, dove la caduta di alberi ha creato disagi alla circolazione e momenti di paura tra i residenti. Ma la situazione non è stata migliore lungo i principali corsi cittadini: strade completamente allagate, traffico in tilt e fiumi d’acqua che hanno trascinato rifiuti di ogni genere.
La spazzatura, trascinata dalla pioggia, si è riversata ovunque, finendo anche all’interno di numerosi esercizi commerciali. Al corso Umberto e al corso Mediterraneo diversi negozi sono stati invasi dall’acqua,causando danni a strutture e merci. I commercianti parlano dell’ennesimo episodio che si ripete puntualmente a ogni temporale.
L’attaccante, al Psg dall’estate 2017, era stato messo fuori rosa nel 2024
Kylian Mbappé – (AP Photo/Jon Super)
Kylian Mbappé vince la disputa legale con il Paris Saint-Germain, la sua ex squadra. Il tribunale del lavoro di Parigi ha stabilito infatti che il club francese dovrà versare 61 milioni di euro alla stella del Real Madrid in una controversia legata a stipendi e bonus non versati alla scadenza del suo contratto, prima del trasferimento in Spagna, nell’estate del 2024. La sentenza del tribunale può ancora essere impugnata.
Mbappè-Psg, che cosa era successo – La disputa va avanti da due anni e mezzo. L’attaccante, al Psg dall’estate 2017, era stato messo fuori rosa nel 2024. E la ragione era proprio l’intenzione di arrivare a scadenza. Una scelta che avrebbe privato il club parigino di una ricca indennità di trasferimento, cosa che poi è successa, nonostante gli fosse stato offerto il contratto più redditizio nella storia della Società quando ha firmato un nuovo accordo nel 2022. Mbappè è stato escluso da una tournée pre-campionato ed è stato costretto ad allenarsi con giocatori marginali. Nel 2024 è passato al Real Madrid e i rapporti col Psg si sono definitivamente raffreddati.
La difesa di Mbappè: “Il diritto del lavoro si applica anche nel calcio” – Gli avvocati di Mbappé hanno sostenuto che il Psg gli doveva oltre 260 milioni di euro e che il Psg chiedeva a Mbappé inizialmente 440 milioni di euro, citando danni e una “perdita di opportunità” dopo che l’attaccante ha lasciato il club a parametro zero. I legali hanno anche affermato che la sentenza “conferma che gli impegni devono essere onorati. Ristabilisce una semplice verità: anche nel calcio professionistico, il diritto del lavoro si applica a tutti“.
Il club ha accusato Mbappé di essersi tirato indietro da un accordo dell’agosto 2023 che presumibilmente includeva una riduzione dello stipendio in caso di partenza a parametro zero, un accordo che il Psg ha affermato essere volto a tutelare la propria stabilità finanziaria. Il Psg ha affermato che Mbappé ha nascosto la sua decisione di non prolungare il contratto per quasi 11 mesi, da luglio 2022 a giugno 2023, impedendo al club di organizzare un trasferimento e causando gravi danni finanziari. Lo ha accusato di aver violato gli obblighi contrattuali e i principi di buona fede e lealtà.
I sostenitori di Mbappé hanno insistito sul fatto che il Psg non ha mai prodotto prove che l’attaccante abbia accettato di rinunciare a qualsiasi pagamento. I suoi avvocati hanno affermato che il club non ha pagato stipendi e bonus per aprile, maggio e giugno 2024.
“Mbappé ha adempiuto scrupolosamente ai suoi obblighi sportivi e contrattuali per sette anni e fino all’ultimo giorno”, hanno dichiarato i suoi consulenti. “Ha fatto tutto il possibile per evitare contenziosi, arrivando persino a ritirare una denuncia per molestie in uno spirito di conciliazione. In totale, chiedeva il pagamento dei suoi stipendi e bonus da oltre 18 mesi”.
Il Psg ha respinto tutte le accuse, sottolineando che Mbappé ha preso parte a oltre il 94% delle partite nella stagione 2023-24 e ha sempre lavorato in condizioni conformi alla Carta del Calcio Professionistico.
Dopo più di quattro decenni senza casi ufficiali, l’Europa torna a confrontarsi con una malattia infettiva ormai molto rara: la lebbra. Diversi casi sono stati registrati a partire dalla scorsa settimana in Romania e in Croazia. La notizia, confermata dalle autorità sanitarie, ha acceso l’attenzione dell’opinione pubblica, pur senza destare allarme epidemico.
I casi in Romania
Le misure delle autorità
Rischio basso per la popolazione
Il caso in Croazia
Una malattia curabile
1 – I casi in Romania – Il primo caso accertato in Romania riguarda una donna di origine asiatica che lavorava in un centro benessere nella città di Cluj-Napoca, nel nord-ovest del Paese. Altre tre persone legate allo stesso contesto sono state sottoposte ad accertamenti medici e sono risultate positive alla lebbra, mentre alcuni casi sospetti restano sotto osservazione. Si tratta dei primi casi segnalati in Romania dal 1981.
2 – Le misure delle autorità – In via precauzionale, le autorità locali hanno disposto la chiusura temporanea del centro benessere, avviando una sanificazione straordinaria degli ambienti e un’indagine epidemiologica per ricostruire i contatti stretti delle persone coinvolte. Tutti i soggetti potenzialmente esposti sono stati invitati a sottoporsi a controlli sanitari.
Il Ministero della Salute rumeno ha chiarito che la situazione è sotto controllo e che non vi sono elementi che facciano temere una diffusione su larga scala.
3 – Rischio basso per la popolazione – Gli esperti ricordano che la lebbra, nota anche come morbo di Hansen, non è altamente contagiosa. La trasmissione avviene solo attraverso contatti prolungati e ravvicinati con persone non ancora in trattamento. Una volta iniziata la terapia antibiotica, il rischio di contagio si riduce drasticamente.
«Non esiste alcun pericolo di epidemia», hanno sottolineato i medici infettivologi, spiegando che nei Paesi europei i casi di lebbra sono generalmente importati e isolati, spesso legati a persone provenienti da aree del mondo dove la malattia è ancora presente.
4 – Il caso in Croazia – La vicina Croazia ha registrato un caso isolato della malattia, segnalato in un lavoratore di origine nepalese residente da due anni nel paese. Secondo l’Istituto Croato di Sanità Pubblica, il paziente ha ricevuto terapia antibiotica immediata e tutte le persone che erano state in contatto stretto con lui sono state inserite in un programma di chemioprofilassi preventiva, senza alcun rischio attuale per la salute pubblica. L’ultimo caso registrato risaliva al 1993.
5 – Una malattia curabile – Oggi la lebbra è completamente curabile se diagnosticata in tempo. Le terapie moderne permettono di evitare le complicanze più gravi, che in passato hanno contribuito allo stigma e alla paura associati a questa malattia.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ribadisce che la diagnosi precoce e l’accesso alle cure sono strumenti fondamentali per prevenire disabilità e interrompere la trasmissione.
L’alta pressione ha le ore contate, sta per irrompere un fronte perturbato pilotato da aria polare-marittima
Neve a Livigno (Foto archivio)
Milano, 15 dicembre 2025 – Cielo azzurro, sole e temperature miti (nelle ore centrali della giornata) hanno le ore contate: arriva una perturbazione con pioggia e neve a partire dal Nord-Ovest. Il maltempo durerà qualche giorno, poi ci sarà una breve tregua fino quasi a Natale. E, a ridosso delle festività potrebbe cambiare nuovamente tutto: l’inverno potrebbe (finalmente) farsi sentire e, chissà, magari qualche fiocco bianco potrebbe scendere anche a quote basse. Ma vediamo tutto più nel dettaglio.
Ore contate per l’alta pressione – Federico Brescia, meteorologo de IlMeteo.it, conferma che l’alta pressione ha ormai le ore contate, sono in arrivo copiose nevicate e piogge abbondanti, grazie all’ingresso di un fronte perturbato pilotato da aria polare-marittima.
Neve anche a quote basse – Dalla serata di oggi, lunedì 15 dicembre, e per tutta la giornata di martedì 16 la neve cadrà abbondantemente sull’arco alpino occidentale con accumuli che oltre i 1500 metri potranno superare i 50 centimetri di accumulo. Precipitazioni nevose che saranno decisamente meno intense e a quote più elevate su tutto il resto delle Alpi, anche in Lombardia.
Qualche fiocco bianco potrebbe cadere in pianura, ma solo in Piemonte, tra Cuneese e Astigiano, a causa di una omotermia da rovesciamento. Questo fenomeno si verifica quando le precipitazioni (se intense) riescono a trascinare l’aria fredda in quota fino al suolo, mantenendo la colonna d’aria sufficientemente fredda da impedire la fusione del fiocco.
Neve (Foto di repertorio Fantini)
La pioggia – Sarà invece soprattutto pioggia su Lombardia, Liguria, Emilia, basso Veneto, Toscana, Sardegna e Sicilia. In Liguria la persistenza e l’intensità dei fenomeni potrebbe portare accumuli pluviometrici anche superiori ai 100 millimetri (100 litri per metro quadro). Temperature nel complesso sempre superiori alla media.
Persone camminano in piazza Duomo indosssando giacche invernali e proteggendosi dalla pioggia con ombrelli
Il ritorno del sole – Dopo questa parentesi di intenso maltempo, da giovedì 18 dicembre l’atmosfera tenterà di ritrovare una nuova stabilità atmosferica. Nelfine settimana, si alterneranno fasi più stabili e secchea fasi blandamenteinstabili con maggiore probabilità di precipitazioni.
A Natale cambia tutto? – Ma a ridosso del Natale potrebbe cambiare tutto con la riapertura della cosidddetta‘Porta Atloantica’. In gergo meteorologico apertura della Porta Atlantica significa che non vi saranno grossi ostacoli per le perturbazioni in discesa dall’oceano affinché arrivino fin sul nostro Paese provocando, conseguentemente, un surplus di precipitazioni. Occhi puntati dunque sul Nord Atlantico dove prenderà vita una vasta area depressionaria, chiamata ‘Depressione d’Islanda’: una sorta di ‘macchina’ delle perturbazioni la quale a più riprese invierà impulsi instabili che irromperanno fin sull’Italia. Ma attenzione, perché i meteorologi non si sbilanciano troppo e non escludono che l’alta pressione riesca a riconquistare terreno, limitando il peggioramento a qualche giorno.
Secondo quanto raccolto dall’INGV a Roma, sisma è stato localizzato da: Sala Sismica INGV-Roma
Terremoto di magnitudo 5.8 nel mar Ionio, la potente scossa a 18km di profondità nella notte
Nella notte del 16 dicembre, un terremoto di magnitudo 5.8 è stato registrato sul Mar Ionio Meridionale, alle ore 00.41 italiane. Con coordinate geografiche (lat, lon) 37.5293, 20.2377 e più verso la Grecia, ad una profondità di 18 km, il sisma è stato localizzato da: Sala Sismica INGV-Rom
Terremoto di magnitudo mb 5.1 del 16-12-2025 ore 00:41:49 (Italia) in zona: Mar Ionio Meridionale (MARE)
La città non ha visto così tanta neve all’inizio della stagione dal 2018, ha detto il National Weather Service
Una forte nevicata ha colpito New York City e l’intera area del Nord-Est degli Stati Uniti, portando la prima significativa neve dell’inverno dopo un periodo di freddo intenso. Le precipitazioni sono state diffuse e, seppur non eccezionali come in altre regioni, hanno creato scenari invernali molto suggestivi nei quartieri della città. Nel cuore di Manhattan, nei parchi come Central Park, sono caduti quasi 3 cm di neve, mentre alcune zone di Staten Island e Long Island hanno visto accumuli superiori a 18 cm, rendendo questa nevicata una delle più precoci e consistenti dal 2018, secondo il National Weather Service.
Molti residenti hanno approfittato della neve per passeggiate, per portare i cani al parco o semplicemente per scattare foto nelle strade imbiancate, trasformando la Grande Mela in un quadro invernale.
Non sono mancati però i disagi.L’impatto sul traffico è stato pesante: aeroporti come LaGuardia, JFK e Newark hanno registrato ritardi fino a sei ore e cancellazioni, complicando i viaggi nel periodo di feste.
Razzismo sui campi da calcio, ancora una volta. L’Academy del Queens Park Rangers,storico club di Londra, ha deciso di ritirare la sua squadra under 13 dalla Winter Cup, il torneo internazionale che si è svolto a Trezzano sul Naviglio nel weekend.
Il motivo: un calciatore della squadra britannica ha ricevuto insulti razzisti durante il match disputato contro i pari età della Virtus Verona. Un gesto che non è stato “registrato” né dall’arbitro né dagli organizzatori del torneo.
Il ritiro dal torneo – Domenica pomeriggio la decisione, pubblicata sui social network ufficiali del Queens Park Rangers: “Il club ha preso la decisione di ritirare i suoi giocatori dalla Winter Cup. Questa misura è stata adottata dopo che uno dei nostri giocatori under 13 è stato vittima di insulti razzisti da parte di un giocatore della squadra avversaria al termine della nostra partita di sabato. Nonostante la qualificazione alla fase successiva, il club ha deciso di non proseguire la propria partecipazione”. Squadra e staff sono tornati a Londra domenica sera.
Tolleranza zero verso le discriminazioni – Sempre ai social del QPR è affidato il commento di Alex Carroll, direttore Academy: “È deplorevole trovarsi in una situazione del genere. Esporre i nostri giovani a tornei in diversi Paesi può essere enormemente benefico per il loro sviluppo. Tuttavia, abbiamo una politica di tolleranza zero verso ogni forma di discriminazione e adotteremo sempre le misure necessarie per proteggere i nostri giocatori. Siamo incredibilmente orgogliosi del modo in cui i nostri ragazzi hanno gestito una situazione molto difficile”.
La Strikers Agency, organizzatrice della Winter Cup, ha espresso solidarietà al Queens Park Rangers, confermando la decisione degli inglesi di ritirarsi. “Condanniamo fermamente l’episodio di razzismo avvenuto nella giornata di ieri”, si legge in una nota diffusa domenica pomeriggio: “Sosterremo sempre l’uguaglianza nello sport e nella società”.
Disordini iniziati intorno alle 16,30, intervento delle forze dell’ordine con lancio di lacrimogeni per disperdere le tifoserie
Una fase degli incidenti
Scontri, cariche e lanci di lacrimogeni lungo il torrente Bisagno, prima della partita fra Genoa e Inter. I tafferugli fuori dallo stadio Ferraris, nel quartiere Marassi, sono cominciati poco dopo le 16:30. Secondo le prime ricostruzioni delle forze dell’ordine, tutto sarebbe cominciato con un lancio di oggetti fra i tifosi del Genoa, che si trovavano in via Monnet, e quelli dell’Inter, radunati in uno spiazzo appena fuori dall’ingresso del settore ospiti.
Cariche delle forze dell’ordine, feriti tre agenti – La situazione è presto degenerata, con gruppi di tifosi che si rincorrevano fuori dallo stadio, mentre Polizia e Carabinieri lanciavano fumogeni per disperdere le tifoserie. Almeno un’auto è andata bruciata. Sul posto è stato necessario l’intervento di almeno due ambulanze, feriti lievemente tre agenti e alcuni tifosi.
Vigili del fuoco in azione – A prendere fuoco sono state una piccola automobile utilitaria, uno scooter e parte di un camion, parcheggiati a poca distanza dall’ingresso dello stadio. I vigili del fuoco hanno impiegato circa mezz’ora per spegnere completamente le fiamme.
Le nuove proiezioni per le festività di Natale, Santo Stefano e Capodanno indicano un colpo di scena a livello emisferico, con la riapertura della cosiddetta “Porta Atlantica”.
In gergo meteorologico apertura della Porta Atlantica significa che non vi saranno grossi ostacoli per le perturbazioni in discesa dall’oceano affinché arrivino fin sul nostro Paese provocando, conseguentemente, un surplus di precipitazioni. E’ possibile che per molti giorni l’Europa centro-occidentale resti intrappolata in una sorta di area depressionaria con condizioni di maltempo diffuso anche in Italia. La causa va ricercata in una particolare configurazione che si andrà a disegnare a livello emisferico dal 20 Dicembre in avanti e che condizionerà il tempo fino alla fine dell’anno. Occhi puntati dunque sul Nord Atlantico dove prenderà vita una vasta area depressionaria, chiamata “Depressione d’Islanda”. Si tratta di una sorta di “macchina” delle perturbazioni la quale a più riprese invierà impulsi instabili che irromperanno fin sull’Italia.
NATALE: TENDENZA AGGIORNATA – Dopo una fase relativamente mite, si profila uno scenario diversoproprio per l’ultima decade di Dicembre, dunque anche perNatale, che potrebbe riportare il maltempo su molte regioni. Le perturbazioni, sostenute da correnti molto instabili, raggiungerebbero dapprima l’Europa occidentale per poi estendersi al bacino del Mediterraneo e quindi all’Italia, determinando precipitazioni localmente anche consistenti dal 23 Dicembre in avanticon possibili effetti anche tra la giornata di Natale e quella di Santo Stefano. Se ciò dovesse venir confermato è lecito attendersi un ritorno delle piogge su molte delle nostre regioni con la possibilità più che concreta di abbondanti nevicate sull’arco alpino.
Non si può tuttavia escludere che l’alta pressione riesca a riconquistare rapidamente terreno, limitando il peggioramento a una finestra molto breve, forse di appena un giorno, o poco più.
Area depressionaria sull’Europa occidentale
CAPODANNO IN BILICO – La tendenza per gli ultimi giorni del 2025 e Capodanno appare al momento incerta, con l’Italia stretta tra due grandi figure atmosferiche. Da un lato un possibile affondo del flusso atlanticocon il transito di nuove perturbazioni; dall’altro invece la discesa di correnti via via più fredde dal Nord Europa in grado di provocare un sensibile abbassamento delle temperature.
Torna la neve, anche abbondante e localmente a quote basse
Dopo settimane di sole, nebbie e temperature fuori stagione, si profila all’orizzonte una decisa svolta invernale. Prepariamoci a rivedere lanevesulle nostre montagne, con la concreta possibilità di sorprese a quote insolitamente basse.
Una forte perturbazione atlantica è pronta a investire l’Italia all’inizio della prossima settimana, innescando una rapida ondata di maltempo, con fenomeni che potrebbero essere anche intensi. La spinta decisiva arriverà da correnti fredde di origine polare-marittima, in discesa dal Nord Europa, che faranno calare le temperature e riporteranno la neve, specialmente sull’arco alpino centro-occidentale.
ATTESE ABBONDANTI NEVICATE, I DETTAGLI – Secondo gli ultimi aggiornamenti la neve è pronta a tornare e cadrà sulle Alpi occidentali nel corso di Martedì 16 Dicembre con fiocchi dai 7/800 metri specie sulle province di Cuneo, Torino e Biella. Si tratterà di un evento localmente intenso, con accumuli superiori ai 30-40 centimetri sulle Alpi Liguri e Marittime al di sopra dei 1000 metri. Un’ottima notizia per località sciistiche comePrato Nevoso (CN), Sestriere (TO) e Limone Piemonte (CN) pronte a fare il pieno in vista delle feste natalizie. Le precipitazioni nevose poi si estenderanno rapidamente anche a Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Cadore e Friuli Venezia Giulia, con fiocchi oltre i 1200/1300 metri di quota; sugli Appennini la neve cadrà invece solamente oltre i 1900/2000 metri a causa del richiamo mite delle correnti in arrivo dai quadranti meridionali.
La mappa della quota neve
TORNA LA NEVE A QUOTE BASSE, ECCO DOVE – Il Nord-Ovest italiano torna protagonista: parliamo infatti di una delle aree più nevose del Paese, dove spesso i fiocchi riescono a spingersi fino a quote molto basse. E anche nei prossimi giorni non mancheranno le sorprese. Le inversioni termiche favoriranno la creazione di un mini cuscino freddo nei bassi strati, condizione ideale per vedere la neve non appena le precipitazioni diventeranno più intense.
In termine tecnico, queste precipitazioni nevose improvvise vengono chiamate “nevicate da rovesciamento” (trasferimento del freddo dalle quote superiori verso il suolo indotto dalle forti precipitazioni) e risultano, soprattutto per gli amanti del freddo e della neve, tra i fenomeni più emozionanti, caratterizzati da fiocchi molto bagnati e pesanti, di ampie dimensioni, piuttosto scenografici, ma che possono anche provocare maggiori problemi alla viabilità vista la forte intensità che provoca spesso accumuli rapidi. Sulle province di Cuneo, Astie parte dell’alessandrino la neve potrebbe fare la sua comparsa fin verso i 250/300 metri di quota!
Con l’arrivo di questa nevicata le montagne torneranno a tingersi di bianco, regalando paesaggi fiabeschi. Le prossime ore saranno decisive per confermare gli accumuli previsti,ma l’impressione è che la stagione sciistica possa finalmente riprendere slancio. Resta ora da capire se questo episodio sarà solo una parentesi o l’inizio di una fase più stabile e fredda: i prossimi aggiornamenti lo diranno.
Caos in Eccellenza A: tifosi Gladiator picchiati a Sant’Anastasia, luogo di violenza seriale. L’accusa alle autorità dopo i fatti sul Real Forio.
SANT’ ANASTASIA (NA)–Il calcio campano è nuovamente scosso da gravi episodi di violenza, questa volta nel cuore del campionato di Eccellenza, Girone A. La società Gladiator 1924 ha emesso un durissimo comunicato per denunciare una vile aggressione subita dai propri tifosi in occasione della trasferta a Sant’Anastasia.
Secondo il racconto del club, un gruppo di sostenitori del Gladiator è stato circondato e assalito da circa trenta individui, definiti dalla società come “delinquenti”, armati di spranghe e bastoni. L’attacco ha causato ferite ad alcuni tifosi, costretti a ricorrere alle cure mediche.
Sant’Anastasia, un luogo di violenza seriale – Il comunicato del Gladiator sottolinea un elemento di allarmante continuità: è il secondo anno consecutivo che lo stadio di Sant’Anastasia si rivela teatro di violenza contro la società di Santa Maria Capua Vetere.
L’anno scorso, l’episodio riguardò una “violenta e ingiustificata aggressione in danno di un nostro calciatore ad opera di persone riconducibili alla società ospitante.” La condanna della società è ancora più forte in quanto, tre settimane fa, stessa sorte è capitata ai tifosi del Real Forio, confermando un modus operandi e una pericolosità strutturale nell’impianto.
L’accusa formale di inerzia alle istituzioni – Il punto più critico del comunicato del Gladiator è rivolto alle autorità competenti. La società dichiara di aver inoltrato ripetuti inviti e allarmi proprio per prevenire il ripetersi di tali fatti, ma invano.
”Siamo altresì sconcertati perché nonostante le ripetute segnalazioni, le autorità non prendono i dovuti accorgimenti evitando così che tali fatti possano reiterarsi,” si legge nella nota.
Questa accusa di inerzia solleva gravi interrogativi sulla gestione dell’ordine pubblico in un campionato, l’Eccellenza, che dovrebbe rappresentare il massimo livello dilettantistico regionale. Nonostante i chiari precedenti noti, sembra che le misure preventive siano state insufficienti a tutelare l’incolumità dei tifosi in trasferta.
Condanna e richiesta di provvedimenti – La società Gladiator esprime “profondo rammarico e amarezza” e condanna fermamente “tali episodi che non appartengono al mondo dello sport”.
Dopo due anni di aggressioni subite in quello che la società definisce un “luogo dove la violenza è di casa”, l’unica speranza è che la gravità e la serialità dei fatti portino finalmente la Federazione, gli organismi di giustizia sportiva e le Forze dell’Ordine a prendere provvedimenti immediati e risolutivi. Tali misure dovrebbero mirare non solo all’identificazione e alla punizione dei “delinquenti”, ma anche a garantire la sicurezza degli stadi e la regolarità delle competizioni nel Girone A di Eccellenza.
La violenza nel calcio dilettantistico campano è una ferita aperta che, senza interventi decisi, rischia di allontanare sempre più i veri appassionati dagli spalti.
Il commento di Farina – Vittoria pesantissima del Gladiator a Sant’Anastasia contro una squadra che era quarta in classifica perdendo una sola volta. Prova di forza de nerazzurri che tornano così a casa con tre punti fondamentali nella ricorsa alla vetta. Mister Farina commenta così lo 0-3: “Una partita giocata bene dai ragazzi e devo ringraziarli perché hanno dato il massimo. Abbiamo avuto tantissime occasioni da gol correndo pochissimi pericoli. Non dimentichiamoci che andavamo ad affrontare un avversario che aveva perso una sola volta in 16 gare. I ragazzi hanno fatto una grande impresa”. Con l’arrivo del tecnico i nerazzurri hanno cambiato completamente passo: “In quasi 50 giorni abbiamo lavorato tanto. Il merito è dei ragazzi, della società perché mi hanno messo a disposizione i rinforzi e un grande bomber come Malafronte che ha subito segnato. Completeremo ancora la rosa perché vogliamo giocarci le nostre chance fino alla fine. A tal proposito da lunedì testa alla Puteolana perché sarà un altro duro ostacolo. Servirà grande attenzione e concentrazione, ma se li affronteremo con questa mentalità sono certo che riusciremo a portare a casa un buon risultato. Infine vorrei dedicare la vittoria di oggi alla società, ai tifosi che sono stati vittima di un’assurda aggressione e permettetemi anche al mio amico Antonello Schwich che da ieri non è più con noi”.
Era in corso una celebrazione della festività ebraica di Hanukkah. Due uomini sono stati fermati, la matrice dell’attacco non è ancora stata confermata
Immagini diffuse sui social
Una cinquantina di spari sono stati esplosi contro la folla nella Bondi Beach di Sydney, la spiaggia più famosa d’Australia. Ad aprire il fuoco sarebbero stati due uomini scesi da un veicolo a Campbell Parade, scrivono i media australiani.
Gli agenti del Nuovo Galles del Sud hanno risposto con una massiccia operazione e poco dopo è stato confermato il fermo di due sospettati, mentre i primi bilanci parlano di almeno 10 morti e numerosi feriti.
La polizia: “Mettetevi al riparo”. Era in corso una festa per Hanukkah – “Vi preghiamo di condividere il nostro messaggio affinché tutti evitino la zona di Bondi Beach mentre l’intervento continua”, ha avvisato la polizia. “Stiamo ancora chiedendo alle persone nella zona di mettersi al riparo finché non saremo in grado di determinare cosa sta succedendo“.
Lingua originale: inglese. Traduzione di Google .I terroristi hanno aperto il fuoco sulle persone durante le celebrazioni di Hanukkah in Australia Una sparatoria è avvenuta a Bondi Beach, a Sydney. Testimoni hanno riferito di aver udito fino a 50 colpi d’arma da fuoco, secondo il Sydney Morning Herald. La polizia ha arrestato due sospettati e l’operazione è ancora in corso. Un testimone oculare ha dichiarato di aver visto decine di feriti e una grande quantità di sangue. Secondo le prime informazioni, la sparatoria è avvenuta durante le celebrazioni di Hanukkah. La notizia è stata riportata dal Daily Mail e dal Jerusalem Post. Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha confermato una “grave minaccia alla sicurezza” a Bondi Beach. Il numero delle vittime non è stato ancora reso noto ufficialmente.
⚡️ Terrorists opened fire on people during Hanukkah celebrations in Australia
A shooting occurred at Bondi Beach in Sydney. Witnesses reported hearing up to 50 shots, according to The Sydney Morning Herald.
Nella spiaggia era in corso una celebrazione della festività ebraica di Hanukkah, che ha inizio oggi, 14 dicembre.
“La comunità ebraica è sotto shock. C’erano 2mila membri della comunità che celebravano Hanukkah e accendevano insieme la prima candela a Bondi Beach. Siamo in stato di massima allerta“, ha affermato Jeremy Leibler, presidente della Federazione sionista d’Australia. Tuttavia il legame della festività con l’attentato non è stato ancora confermato dalle autorità.