C’è un ddl che colpirebbe l’Inter, insieme alle altre squadre di calcio controllate da fondi esteri, con l’obbligo di crearsi una società basata in Italia e dichiarare pubblicamente tutti gli azionisti. In caso contrario, multe milionarie e punti persi in classifica. Il testo è firmato anche da Claudio Lotito, senatore e presidente della Lazio. Ecco cosa dice.
Si chiama “disposizioni in materia di trasparenza nella proprietà delle società sportive professionistiche del settore calcistico”, e per il momento è solo un disegno di legge depositato in Senato. La prima firma è quella di Matteo Gelmetti (FdI). La seconda, più pesante, è di Claudio Lotito, senatore di Forza Italia e presidente della Lazio.
La legge, se approvata, lancerebbe dei nuovi obblighi di “trasparenza” che riguarderebbero in particolare le squadre controllate da fondi di investimento. La più interessata (ma non l’unica) tra le grandi società sportive italiane sarebbe l’Inter. Le punizioni per chi non rispetta le regole? Milioni di euro di multe e punti in meno in classifica.
Il testo del ddl è disponibile sul sito di Palazzo Madama. In apertura, i due firmatari affermano che “negli ultimi anni” c’è stato un “crescente coinvolgimento di fondi di investimento nella proprietà dei club calcistici“. Questo crea dei rischi, e in generale “la natura dei fondi” – che spesso hanno sede “in Stati a fiscalità privilegiata” oppure hanno “strutture proprietarie complesse” – rende difficile sapere chi è davvero proprietario e responsabile per la squadra. Così, “l’assenza di limiti stringenti sull’origine dei capitali investiti” può portare all’ingresso “nel calcio di soggetti non trasparenti o in conflitto con i valori dell’ordinamento democratico e dello sport“.
Cosa dice la legge a firma Lotito sulle squadre di calcio e i fondi esteri – La legge introduce l’obbligo per tutte le squadre professionistiche di comunicare ogni anno alla Figc, alla loro lega e all’Anticorruzione l’elenco di tutte le persone e le aziende che controllano almeno il 5% del loro capitale sociale o dei diritti di voto. Bisogna anche indicare da dove vengono i fondi usati per comprare questa partecipazione, e se ci sono legami con altri club italiani o stranieri.
Tutte queste informazioni saranno pubblicate sui siti della Figc e della lega di appartenenza. Per chi non le comunica, sanzioni da uno a cinque milioni di euro e anche una penalizzazione in classifica: un punto a settimana, fino a quando non si soddisfa la richiesta.
Non solo. Chi vende le proprie quote della società deve comunicare alla Figc l’identità di chi le ha comprate.
C’è poi un passaggio centrale che riguarda specificamente “i fondi di investimento, le società fiduciarie o i veicoli societari esteri“. Se possiedono almeno il 5% di una squadra, devono costituire una società con sede in Italia e nominare un legale rappresentante che risiede nel Paese. Entro sette giorni da quando la legge entra in vigore bisogna comunicare alla Figc, alla lega e all’Anac l’identità dell’acquirente e i dati sulla nuova società italiana.
Altrimenti, scatta una multa da un milione di euro a settimana e l’impossibilità di esercitare il proprio diritto di voto nella società. Se la violazione è volontaria, il legale rappresentante rischia fino a un anno di carcere.
Perché si parla di legge “anti Inter” – Il ddl in questione, per il momento, è fermo in Senato. Depositato in estate, a ottobre è stato assegnato alla commissione Cultura. Questa se ne occuperà “in sede redigente”, che significa che i tempi potranno essere rapidi: la commissione si occuperà di tutto, l’Aula dovrà solamente votare il testo definitivo, senza cambiarlo ulteriormente. Per adesso, l’esame del ddl non è ancora iniziato.
Il motivo per cui si parla di una legge “anti Inter” è che molti dei provvedimenti previsti sembrano rivolti proprio alla squadra milanese. L’Inter non è l’unica società di Serie A controllata da un fondo di investimento estero, anzi. Restando in Lombardia, ci sono il Milan – con il fondo RedBird guidato da Gerry Cardinale – e l’Atalanta di Stephen Pagliuca, presidente del fondo Bain Capital. Se si parla di imprenditori stranieri e società estere, poi, l’elenco si allunga parecchi (Roma, Como, Fiorentina e così via).
Il punto, però, è che le norme riguardano nello specifico la trasparenza dei titolari effettivi di questi fondi. Le persone che possiedono le quote societarie, esprimono il Consiglio d’amministrazione e, sostanzialmente, prendono le decisioni. Per le squadre già citate, nella maggior parte dei casi non è difficile risalire a queste informazioni.Per Oaktree, il fondo che possiede l’Inter e che in buona parte è controllato dal canadese-americano Brookfield Asset Management, la questione è più complessa. Insomma, l’Inter sarebbe la società che verrebbe messa più in difficoltà con le nuove regole.
Almeno due persone sono morte giovedì negli scantinati allagati dopo le piogge record in alcune zone di New York City, che hanno allagato anche alcune strade e stazioni della metropolitana. I dati preliminari hanno mostrato che a Central Park sono caduti 45,7 mm (1,8 pollici) di pioggia, superando il record di 41,7 mm stabilito nel 1917, ha dichiarato il National Weather Service. L’aeroporto LaGuardia ha registrato 50 mm di pioggia, superando il record di 30 mm registrato nel 1955.
Due morti trovati in scantinati allagati mentre New York è colpita da un temporale
In incidenti separati, i corpi vengono estratti dagli scantinati di Brooklyn e Manhattan mentre le forti piogge chiudono le strade e causano ritardi.
Giovedì due persone sono morte negli scantinati allagati di New YorkCity durante un temporale che ha bloccato le strade e causato ritardi in aeroporto, hanno riferito le autorità.
Una squadra di sommozzatori ha recuperato il corpo di un uomo di 39 anni dopo che i vigili del fuoco hanno ricevuto una chiamata per una persona intrappolata nel seminterrato allagato di una casa a schiera a Brooklyn intorno alle 16:30, ha riferito la polizia. Un video pubblicato online mostra i vigili del fuoco che trasportano via la vittima attraverso l’acqua alta fino al polpaccio sulla strada.
A Manhattan, un uomo di 43 anni è stato trovato morto all’interno del locale caldaia allagato del seminterrato di un condominio, ha riferito la polizia. La causa della morte è in fase di accertamento.
In alcune zone della città si sono registrate precipitazioni record. Giovedì, i dati preliminari hanno mostrato che a Central Park sono caduti 4,57 cm di pioggia, superando il record di 4,17 cm stabilito per il parco nel 1917, secondo il National Weather Service. L’aeroporto LaGuardia ha registrato 5 cm di pioggia, superando il record del 1955 di 3 cm.
Giovedì, New York ha registrato ore di pioggia di varia intensità, prima del tragitto serale per il lavoro. Foto e video sui social media hanno mostrato l’acqua che saliva fino ai paraurti delle auto e si riversava nelle stazioni della metropolitana.
“Se si considera la quantità d’acqua che scendeva, ci si rende conto che i nostri sistemi fognari non sono adatti a gestirla. È stata una pioggia continua, per tutto il tempo“, ha detto il sindaco Eric Adams alla stazione radio 1010 WINS.
Gli allagamenti stradali sono stati molto localizzati, trasformando alcuni incroci con scarichi intasati in pozze abbastanza profonde da far galleggiare le auto, mentre negli isolati successivi si sono formate solo modeste pozzanghere.
In alcuni quartieri i veicoli sono stati danneggiati dalla caduta di rami di alberi.
Le autorità non hanno reso noti immediatamente i nomi dei due uomini deceduti.
I pericoli che le inondazioni improvvise possono rappresentare per i residenti delle migliaia di appartamenti seminterrati della città sono diventati particolarmente evidenti nel 2021, quando forti piogge hanno ucciso 11 persone in tali abitazioni.
Un imprenditore arrestato, un altro con il divieto di dimora: almeno 50 lavoratori con turni massacranti e vessazioni dei caporali
Reclutavano cittadini moldavi “in stato di estremo bisogno” e li facevano arrivare in Italia, nel Mantovano, con documenti fasi in cui la loro nazionalità diventava romena o bulgara, per farli passare per cittadini comunitari e aggirare così il Decreto flussi. A quel punto li sfruttavano, con orari di lavoro massacranti – fino a 16 ore di turno al giorno –, caporali sempre all’erta per vigilare su di loro, e paghe da fame. Due imprenditori sono stati colpiti da misure cautelari emesse dal gip di Mantova dopo una lunga indagine da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo e di quelli del locale Nucleo ispettorato del lavoro che già aveva portato agli arresti due moldavi con le stesse accuse. Ai domiciliari è finito un imprenditore 39enne residente a Poggio Rusco (Mantova), mentre un altro di 56 anni, abitante a Bondeno (Ferrara), dovrà osservare il divieto di dimora nella provincia di Mantova.
Nelle loro aziende agricole che producono meloni e zucche mantovani, entrambi con il marchio Igp esportati anche all’estero, per guadagnare di più non avevano scrupoli nell’impiegare lavoratori stranieri giunti in Italia con un sistema che evitava loro di inserirsi nelle quote disciplinate dalla legge e a sottoporli a orari di lavoro massacranti oltre che dare loro alloggi fatiscenti e malsani di cui, comunque, dovevano pagare l’affitto. Ogni violazione delle regole imposte dai caporali prevedeva il licenziamento e il rimpatrio.
Loro complici erano i due imprenditori moldavi che provvedevano a far entrare clandestinamente i lavoratori: oltre 50 le persone che i carabinieri, con la collaborazione di Europol, hanno accertato essere entrate illegalmente in Italia grazie ai due moldavi. I due agivano anche da caporali perché organizzavano il lavoro dei clandestini, li spostavano da un’azienda all’altra facendosi pagare. I due imprenditori italiani erano già finiti sotto la lente dei militari quando il 14 ottobre scorso, dopo un anno di serrate indagini, furono arrestati i due moldavi. Gli imprenditori pare infatti che fossero i loro maggiori clienti. Il gip nei giorni scorsi li ha sottoposti ad interrogatorio preventivo, al termine del quale sono scattate le misure cautelari.
Paura nel primo pomeriggio sull’autostrada A21: un vasto incendio ha devastato il casello di Brescia Sud, provocando la chiusura completa del tratto autostradale. Le fiamme, partite da un furgone in transito, si sono rapidamente estese alla struttura.
L’incendio al casello di Brescia Sud dell’autostrada A21 (Foto Gdb/Teletutto)
Autostrada A21 chiusa all’altezza del casello di Brescia Sud, devastato da un ampio incendio. Le fiamme sono divampate poco prima delle 14, probabilmente scaturite da un veicolo di passaggio, presumibilmente un furgone carico di gomme, che avrebbe preso fuoco all’improvviso.
Il rogo ha rapidamente preso il sopravvento, avvolgendo prima una parte del casello e poi estendendosi anche all’altra. Numerose squadre dei Vigili del Fuoco provenienti da diverse province sono giunte sul posto per cercare di domare le fiamme e mettere in sicurezza l’area.
Il rogo al casello (Foto Gdb/Teletutto)
Sul posto presente anche personale sanitario, anche se, secondo le prime informazioni, non vi sarebbero persone ferite nè intossicate.
Nel frattempo, l’autostrada A21 è completamente bloccata, con disagi significativi al traffico. Gli automobilisti sono stati avvisati di evitare la zona e di cercare percorsi alternativi, mentre le forze dell’ordine stanno gestendo la viabilità per garantire il corretto intervento dei mezzi di emergenza.
L’ex ct ha firmato il contratto che lo legherà alla panchina bianconera. Per lui un accordo fino a giugno rinnovabile
Novello Cincinnato, Luciano Spalletti ha messo da parte l’aratro per accettare la corte della Juventus. Dai campi coltivati a vigna e olivo a quelli verdi del pallone. Per un po’ l’allenatore di Certaldo avrà meno tempo da dedicare all’amata tenuta ‘La Rimessa’, azienda agricola ed agriturismo in Toscana, suo rifugio dopo la grande delusione azzurra.
Il 9 giugno, unico caso nella storia della Nazionale, a Reggio Emilia si era seduto – benché già esonerato – sulla panchina dell’Italia che aveva poi battuto 2-0 la Moldova nelle qualificazioni al Mondiale 2026, compromesse dalla rovinosa sconfitta in casa della Norvegia di pochi giorni prima. Quella vittoria triste é stato il suo saluto dopo un’avventura durata meno di 24 mesi, con un bilancio di 12 successi, sei pareggi ed altrettante sconfitte.
Un allontanamento dall’azzurro che Spalletti ancora fatica a metabolizzare. Poteva essere l’apice di una carriera con oltre1000 presenze, invece… “Quello che non sono riuscito a fare rimane un dolore immenso, ma devo subirlo. Non voglio sconti – diceva solo una settimana fa -, me lo inietto da solo il veleno, se serve. Nessuno mi ha cercato, ma sono disponibile a parlare con tutti“. E la prima a pensare a lui é stata la Juventus in crisi di risultati e bisognosa di un uomo di provata esperienza, in Italia ed all’estero, carismatico e vincente.
Lo scudetto, inatteso, con il Napoli é solo l’ultimo frutto del suo lavoro.Sessantasei anni compiuti a marzo, Spalletti predilige schierare le sue squadre con il 4-3-3, che si trasforma spesso in 4-2-3-1. Il modulo però non é un dogma. Preferisce basare il gioco sui principi tattici, privilegiando un calcio dinamico con tanta spinta sulle fasce, pressing alto, possesso palla. Centrocampista cresciuto nelle giovanili di Fiorentina e Cuoiopelli, nel 1982 é tra i dilettanti con il Castelfiorentino. Il professionismo inizia nel 1985 con l’Entella Bacezza. Poi Spezia e Viareggio. Si conclude all’Empoli nel 1993. La prima esperienza da allenatore é con le giovanili del club toscano, dove resta fino al 1998 portandolo dalla Serie C alla A. E’ poi la volta della Sampdoria, ma in Liguria non va altrettanto bene ed arriva la retrocessione in B. Seguono – con alterne fortune – Venezia, Ancona, Udinese. Dopo un triennio in Friuli, nel 2005 arriva la chiamata della Roma. Il suo biglietto da visita sono 11 vittorie consecutive in campionato. I giallorossi raggiungono la finale di Coppa Italia, battuti dall’Inter. Si prendono la rivincita nella stagione successiva. E’ il primo trofeo di Spalletti. Il secondo arriva, sempre contro i nerazzurri, con la conquista della Supercoppa italiana. Chiude con la Roma nel settembre 2009, dando le dimissioni. Lo aspetta lo Zenit di San Pietroburgo dove, in cinque stagioni, vince due campionati, una Coppa di Russia ed una Supercoppa. Nel gennaio 2016 é di nuovo a Roma, al posto dell’esonerato Rudi Garcia. Esperienza macchiata dagli attriti con Francesco Totti, nonostante un terzo ed un secondo posto in campionato. E’ poi la volta dell’Inter, che riporta in Champions dopo 7 anni. A Milano ottiene due quarti posti. Dopo due anni sabatici, é il momento di abbracciare Napoli e la splendida cavalcata della stagione2022-’23. “Non lascio perché ho smesso di amare, ma perché ho dato tutto” afferma salutando i partenopei. Lo stesso impegno che da oggi gli chiede la Juventus.
Il tecnico toscano ha varcato i cancelli della Continassa, Luciano Spalletti è arrivato per firmare il contratto da nuovo allenatore della Juventus. “Lucio” firma un contratto iniziale di otto mesi con opzione di rinnovo automatico fino al 2028 in caso la Juventus arrivasse tra le prime quattro. Tutto dipende da questo, la qualificazione alla Champions League.
L’ex commissario tecnico della Nazionale è pronto a siglare l’accordo, la squadra intanto, tornerà in campo nel primo pomeriggio per l’allenamento: Locatelli e compagni cominciano già a pensare alla trasferta di Cremona, fissata per sabato sera alle 20.45.
La scelta della società è stata guidata anche dalla condivisione della visione sportiva con figure chiave come Giorgio Chiellini, director of football strategy, che avrebbe avuto un ruolo decisivo.Spalletti assume la guida della squadra in una fase delicata, con l’obiettivo prioritario di centrare il quarto posto e riportare la Juventus competitiva ai massimi livelli.
Il tecnico rilanciato come punto di svolta dopo una stagione complicata, pronto a impostare lavoro e mentalità vincente per la squadra.
L’arrivo di Luciano Spalletti comporta cambiamenti importanti nella gestione della rosa, con alcuni giocatori che rischiano di essere messi in panchina o avere un ruolo ridotto.
In generale, Spalletti tende a privilegiare i calciatori più duttili, tecnici e capaci di interpretare al meglio un calcio di controllo, possesso e pressione organizzata, perciò la panchina potrebbe essere più ricca di giocatori meno adatti a queste caratteristiche. Ciò può generare una competizione più intensa all’interno della squadra, con movimenti importanti in ottica formazione.
Spalletti dovrebbe andare sul campo e conoscere la squadra: l’allenamento è fissato per le 15. L’esordio in panchina sarà sabato sera allo Zini, in occasione di Cremonese-Juventus.
I dettagli del contratto di Spalletti – Sul Corriere dello Sport spazio ai dettagli del contratto tra Juventus e Spalletti. Contratto da 3 milioni di euro per otto mesi, con rinnovo automatico di due anni in caso di qualificazione alla Champions League. Spalletti assumerà ufficialmente la guida della Juventus domani venerdì 1 novembre, oggi non condurrà ancora l’allenamento.
Con lui, cinque collaboratori di fiducia, gli stessi che lo hanno affiancato nel biennio di Coverciano. Vice sarà Marco Domenichini, storico braccio destro, mentre Daniele Baldini ricoprirà il ruolo di secondo assistente tecnico: ex difensore dell’Empoli, noto per i suoi inserimenti offensivi nei finali di gara. A completare lo staff tecnico ci sarà Salvatore “Sasà” Russo, mentre la preparazione atletica sarà affidata a Francesco Sinatti e Franco Ferrini, entrambi già parte dello staff azzurro.
30 ottobre 2025
Benvenuto, mister Luciano Spalletti
Luciano Spalletti è il nuovo allenatore della Juventus: il tecnico toscano ha firmato un accordo fino al 30 giugno 2026.
Nato a Certaldo, in provincia di Firenze, nel 1959, Spalletti ha intrapreso la carriera da allenatore 30 anni fa dopo aver indossato da calciatore tra le altre la maglia dello Spezia e dell’Empoli. Proprio nella società toscana ha iniziato la sua esperienza in panchina, vincendo una Coppa Italia Serie C e conquistando poi spazio in Serie A, riuscendo a imporsi come uno degli allenatori più innovativi del campionato italiano.
La consacrazione arriva con l’Udinese nei primi anni 2000, con cui raggiunge tre anni consecutivi l’accesso alle competizioni europee e nel campionato 2004/05 conquista la prima storica qualificazione in Champions League per il club friulano, che lo porta poi nelle quattro stagioni successive alla Roma, con cui vince due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana.
Dal 2009 al 2014 Spalletti ha guidato lo Zenit San Pietroburgo, con cui ha vinto due campionati, una coppa e una supercoppa di Russia, prima di rientrare in Italia sedendo nuovamente sulla panchina della Roma prima e su quella dell’Inter poi. Campione d’Italia al termine della stagione 2022/23 con il Napoli, il tecnico toscano è poi stato il ct della Nazionale Italiana fino allo scorso giugno.
Un profilo di competenza ed esperienza che siamo lieti di accogliere nella famiglia bianconera: benvenuto alla Juventus e buon lavoro, mister!
Mentre il dibattito pubblico e politico sulla violenza di genere si intensifica, la statistica nuda e cruda ci obbliga a guardare in faccia la realtà: la violenza omicida contro le donne persiste, nonostante l’Italia sia un Paese più sicuro in termini di omicidi totali.
I dati operativi del Servizio Analisi Criminale della Polizia, aggiornati ai primi tre trimestri del 2025, mostrano la gravità della situazione. Nel periodo compreso tra il primo gennaio e il 30 settembre 2025, sono stati commessi 224 omicidi totali, con 73 vittime di sesso femminile. Sebbene questi numeri siano in diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2024, la violenza in ambito familiare/affettivo e da partner rimane una piaga: 60 le donne uccise di cui 44 morte per mano di un partner o ex partner nei primi nove mesi del 2025.
È in questo scenario che si inserisce la ricerca intitolata “Femicides, Anti-violence Centers and Policy Targeting” presentata durante l’incontro “Una prospettiva territoriale sui femminicidi”, su iniziativa della senatrice del Pd Cecilia D’Elia, vicepresidente della commissione femminicidi, e realizzata dall’Università degli studi di Roma “Sapienza”.
Il problema non sembra essere più presente in alcune parti d’Italia o legato a specifiche etnie, ma alla mancata accettazione dell’emancipazione femminile.
Emancipazione femminile: un problema per gli uomini?
Per combattere efficacemente un nemico, bisogna conoscerne la posizione. Ma, come evidenzia il recente studio, curato dai docenti e ricercatori del Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche dell’Università Sapienza di Roma, Augusto Cerqua, Costanza Giannantoni, Marco Letta e Gabriele Pinto, la mappa del rischio di femminicidio in Italia è controintuitiva.
La ricerca, basata sull’analisi di1.942 casi di femminicidio tra il 2006 e il 2022, ha utilizzato tecniche di apprendimento automatico (Machine Learning, Ml) per prevedere dove la violenza estrema ha maggiore probabilità di manifestarsi. Il primo, cruciale, risultato sfata un mito: non esiste una netta distinzione tra Nord e Sud, né una correlazione diretta con il reddito o il livello di istruzione. Il femminicidio è un fenomeno pervasivo che non conosce confini di classe o provenienza.
La vera sorpresa è che i femminicidi sono significativamente meno probabili nelle aree rurali. Questo dato, in linea con l’”ipotesi di contraccolpo” (backlash hypothesis), suggerisce che la violenza più grave è una reazione maschile alla crescente emancipazione e autonomia economica o politica delle donne.
In altre parole, “là dove ci sia maggiore emancipazione e libertà femminile è generalmente maggiore il rischio di commettere un omicidio”, ha spiegato la senatrice pd Cecilia D’Elia. Un tema culturale, quindi, che pone l’accento sulla necessità di affrontare la questione non solo come un’emergenza di ordine pubblico, ma come problema sistemico legato alla mancata accettazione da parte degli assassini (e potenziali tali) della libertà delle donne.
Centri antiviolenza: opportunità e limiti – ICentri antiviolenza (Cav), si legge nel report, sono strutture vitali che offrono consulenza, supporto legale, psicologico e, nei casi più urgenti, rifugi sicuri. La loro rete è cresciuta, passando a 457 centri in Italia a giugno 2024, con almeno uno in ogni provincia. Per valutare la loro efficacia, lo studio ha esaminato l’impatto dell’apertura dei Cav. I risultati sono chiari, ma complessi: 1. L’apertura di un Cav, in media, non ha ridotto in modo significativo il verificarsi dei femminicidi. 2. L’apertura di un Cav ha ridotto i casi denunciati di violenza sessuale di circa il 20%.
Questo successo sulla violenza sessuale dimostra l’esistenza di un “effetto di riduzione della violenza”. La riduzione dei casi di violenza sessuale è particolarmente significativa nelle province che hanno visto l’apertura del primo Cav in assoluto, evidenziando il valore fondante di queste strutture. L’assenza di un effetto rilevante sui femminicidi o sui casi di stalking e abuso può essere spiegata dal bilanciamento tra l’effetto di riduzione della violenza e un “effetto di segnalazione”, per cui il centro incoraggia un maggior numero di donne a denunciare crimini che altrimenti resterebbero sommersi.
Il nodo critico: dove e quando intervenire – Se i Cav funzionano bene in alcune aree, perché non incidono sull’omicidio estremo? La risposta sta nella loro distribuzione sub-ottimale. I ricercatori hanno confrontato lamappa del rischio di femminicidio, creata con l’machine learning, con l’effettiva presenza dei centri e hanno riscontrato un allineamento solo parziale. Le aree ad alto rischio identificate dai modelli predittivi risultano molto meno coperte.
Questa inefficienza nasce dal fatto che i Cav spesso nascono da iniziative “dal basso”, guidate, cioè, dall’attivismo locale, piuttosto che da un piano nazionale di copertura basato sui dati scientifici. Ironia della sorte, la valutazione ha mostrato che l’impatto positivo sulla violenza sessuale è maggiore proprio nelle aree ad alto rischio identificate dai sistemi di machine learning. Ciò suggerisce che i criteri di targeting devono essere urgentemente rivisti, utilizzando i modelli predittivi per guidare gli interventi e concentrare le risorse pubbliche dove sono più necessarie.
Il ruolo delle istituzioni – Solo unendo il supporto locale (Cav) a un intervento culturale sistemico si potrà sperare di superare ilvuoto legislativo che fino ad oggi ha contribuito alla mancata penalizzazione del problema. L’attuale governo sta lavorando per introdurre il femminicidio come reato specifico e combattere in modo più efficace la violenza di genere
La legge, approvata dal Senato e ora in attesa di approvazione definitiva alla Camera, punisce con l’ergastolo chi uccide una donna in quanto donna, ad esempio per motivi di discriminazione, odio di genere o controllo. In caso di attenuanti, la pena non può scendere sotto i 15 o 24 anni a seconda delle circostanze.
Inoltre, il ddl del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha posto l’accento sull’importanza di introdurre un’educazione sessuale, all’affettività e all’empatia, con riguardo alla questione femminicidi, e con ilcoinvolgimento delle famiglie nei percorsi scolastici che si impegneranno in questa direzione
I tecnici dell’Arpa hanno chiarito che non c’è una situazione di pericolosità per l’ambiente. L’azienda coinvolta si chiama Synextra e si trova a Corsico. È una ditta specializzata nel riciclo di rifiuti in materiale plastico. Il video e le immagini
L’incendio
Un grossoincendioha devastato parte di un’azienda a Corsico, comune dell’hinterland sudovest di Milano. Le fiamme, scoppiate poco dopo le 22 di giovedì e durate tutta la notte, hanno coinvolto l’impianto della Synextra, ai civici 4 e 6 di via Archimede. In un primo momento l’amministrazione comunale ha invitato i residenti a non uscire di casa a meno che fosse davvero necessario. Successivamente, dopo i rilievi dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale), il sindaco Stefano Martino Ventura ha spiegato che non c’era una reale situazione di pericolosità per le persone e non ha predisposto nessun tipo di restrizione.
L’incendio a Corsico – Sul posto i vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte con sette mezzi, tra autoscale e autobotte, e il funzionario. Alle 6.30 di venerdì, i pompieri erano ancora lì: alle prese con gli ultimi focolai. Il rogo ha provocato una notevole nuvola di fumo nero che si è innalzata alta in cielo e lingue di fuoco di oltre una decina di metri.
Il lavoro dei vigili del fuoco è stato supportato da tre ambulanze inviate dall’Agenzia regionale emergenza urgenza (Areu). Solo una persona, un trentaquattrenne, ha avuto bisogno di assistenza sanitaria. È stato trasportato all’ospedale Gaetano Pini in codice verde.
Le cause dell’incendio – Le cause del rogo – ha spiegato il comune di Corsico un’ora dopo l’inizio dell’incendio – sono ancora in fase di accertamento: “Da una primissima ricostruzione pare che le fiamme siano partite dalla scintilla generata da una pressa, ma l’ipotesi è ancora da confermare”.
A bruciare, ha spiegato la centrale operativa dei pompieri a MilanoToday, sono grosse quantità di materiale plastico. Synextra è, infatti, una ditta specializzata nel trattamento dei rifiuti, in particolare, nel riciclo e riutilizzo degli scarti di plastica.
“Tenere le finestre chiuse per evitare il fumo” – “Il Comando dei vigili del fuoco ha chiesto di informare la cittadinanza sulle norme di precauzione da adottare: non uscire, se non strettamente necessario, e tenere le finestre chiuse per evitare il fumo che si sta espandendo a causa del vasto incendio”, ha comunicato l‘amministrazione di Corsico poco dopo lo scoppio dell’incendio.
Incendio a Corsico
“Scuole aperte. Si può uscire di casa” – In via Archimede sono intervenuti anche gli esperti dell’Arpa per i rilievi sulla qualità dell’aria. Dopo i controlli, il Stefano Martino Ventura, sindaco di Corsico, ha aggiornato i suoi concittadini sui canali social del comune: “I rilievi di Arpa, con esito immediato, hanno chiarito la situazione di non pericolosità. Non sono state quindi disposte misure per le prossime ore. Le scuole saranno aperte e si potrà uscire di casa”. Davanti al capannone in fiamme hanno lavorato anche i carabinieri e la Protezione civile.
Arpa: “Si attendono gli inquinanti tipici della combustione dei materiali plastici” – Nel corso della mattinata di venerdì l’Arpa ha sottolineato che “dalle rilevazioni effettuate sulla qualità dell’aria con le prime misurazioni speditive acquisite con strumentazione portatile nelle aree limitrofe, non risultano valori critici per i parametri misurati: si attendono in aria gli inquinanti tipici della combustione dei materiali oggetti del rogo che, essendo in forma gassosa, tendono a rarefarsi in atmosfera”.
“Il Gsca (Gruppo specialistico contaminazioni atmosferiche) ha posizionato il campionatore ad alto volume presso la sede del municipio in via Roma, nel centro abitato. È stato allertato il gestore del Servizio idrico integrato per quanto attiene alla gestione delle acque di spegnimento dell’incendio”, ha concluso l’agenzia.
“In linea di principio, il virus H5N1 ha tutte le carte in regola per scatenare una pandemia”, afferma il virologo Klaus Stöhr in un rapporto. L’influenza aviaria si sta attualmente diffondendo in Germania
Sempre più allevamenti di pollame in Germania sono colpiti dall’influenza aviaria. Dall’inizio di settembre, l’Istituto Friedrich Loeffler ha registrato circa 31 focolai del virus negli allevamenti e 131 casi di influenza aviaria negli uccelli selvatici.
Quest’autunno, secondo l’Istituto Friedrich Loeffler, si sta verificando un fenomeno insolitamente precoce e rapido. È stato necessario abbattere più di 500mila polli, anatre, oche e tacchini. Un numero particolarmente elevato di casi è stato registrato nella Germania orientale e nella Bassa Sassonia.
Secondo l’istituto, l’influenza aviaria è una malattia infettiva altamente contagiosa e rapidamente letale in molte specie di uccelli e pollame. In un prossimo futuro, ci si deve aspettare una diffusione su larga scala a causa dell’attività migratoria, ha dichiarato l’istituto in un comunicato stampa. Il rischio è stato classificato come “alto“.
I rischi causati dall’influenza aviaria – “In linea di principio, il virus H5N1 ha tutte le carte in regola per scatenare una pandemia“, ha dichiarato il virologo Klaus Stöhr all’agenzia di stampa tedesca Dpa.
Stöhr, anche responsabile del programma antinfluenzale dell’Organizzazione mondiale della sanità ha sottolineato che il rischio di infezione per gli esseri umani è stato finora estremamente basso.“Chiunque si imbatta in animali morti, ad esempio durante una passeggiata, non deve toccarli, deve tenersi a distanza, tenere a bada il proprio cane e informare l’ufficio veterinario competente“, ha consigliato il virologo.
Gli animali morti non devono essere spostati e devono essere raccolti solo dall’ufficio veterinario. Quest’autunno le gru sono tra le specie particolarmente colpite.
Un operaio mette una gru morta nella benna di un trattore a Fehrbellin, in Germania, venerdì 24 ottobre 2025. AP Photo
In tutto il mondo si sono verificati casi di diffusione del virus da parte di pollame selvatico. “Ciò significa chele possibilità di trasmissione e adattamento all’uomo sono infinitamente più numerose. Questo rischio non deve essere sottovalutato“, ha affermato Stöhr.
Allo stesso tempo, si possono prendere buone precauzioni per prevenire un’epidemia di questo tipo. “Le pandemie ci sono sempre state e una buona pianificazione delle pandemie è la migliore preparazione“, ha precisato il virologo. Le precauzioni possono essere prese monitorando il bestiame, sviluppando nuovi vaccini e piani pandemici globali.
In Germania necessario un intervento urgente per contenere la diffusione dell’aviaria – Secondo l’Istituto Friedrich Loeffler, il picco della migrazione degli uccelli deve ancora arrivare. Gli allevamenti di pollame sono quindi ancora chiamati a rispettare rigorosamente le misure igieniche. Per contenere la malattia, in molte regioni sono state istituite zone di protezione con requisiti aggiuntivi.
“Siamo già in una fase iniziale ma forte dell’epidemia: gli allevamenti di galline ovaiole e tacchini in sistemi aperti e all’aperto sono particolarmente colpiti“, ha spiegato Hans-Peter Goldnick, presidente dell’Associazione tedesca del pollame (Zdg).
Goldnick avverte che i politici devono ora intervenire per contenere l’ulteriore diffusione. Non si possono escludere strozzature nell’approvvigionamento di uova e carne di pollame. “Chiediamo agli Stati federali di agire subito. Aspettare non è un’opzione”, ha dichiarato Goldnick.
Il ministero federale dell’Agricoltura sta rispondendo. Il ministro Alois Rainer chiede una stretta collaborazione tra i governi federali e statali per proteggere il bestiame. Vuole inoltre chiedere all’Ue un aumento del massimale di risarcimento da 50 euro a 110 euro.
Aumentano le vaccinazioni contro aviaria e Covid-19 in Germania – Il Comitato permanente per le vaccinazioni (Stiko) e le associazioni dei farmacisti consigliano alle persone a rischio di vaccinarsi contro l’influenza.Chi lavora con determinati animali o ha contatti privati con essi dovrebbe evitare una doppia infezione da influenza stagionale e aviaria.
A causa del rischio di influenza aviaria, la Stiko aveva già esteso la sua raccomandazione all’inizio dell’anno, ha dichiarato Thomas Preis, presidente dell’Associazione federale delle associazioni dei farmacisti tedeschi, alRheinische Post.
“Tutti coloro che hanno contatti professionali e privati con pollame, uccelli selvatici, maiali e foche dovrebbero essere vaccinati contro l’influenza per evitare di contrarre l’influenza e l’influenza aviaria allo stesso tempo“, ha continuato Preis.
Nella stagione vaccinale 2024/2025, circa 122mila persone sono state vaccinate contro l’influenza e circa 80mila contro il coronavirus nelle farmacie, un numero significativamente maggiore rispetto al passato, secondo un rapporto delle associazioni dei farmacisti.
Per Preis“L’obiettivo è prevenire la comparsa di una nuova variante dell’influenza aviaria, che potrebbe essere trasmessa da persona a persona e costituire il punto di partenza di una nuova pandemia“.
È successo a Reggio Emilia, poco prima dell’apertura dei cancelli dello stadio Mapei dove è in corso la partita di Serie B ‘Reggiana – Modena
In cinquanta, con mazze e fumogeni in pugno, hanno raggiunto la tangenziale allo scopo di bloccare la viabilità e intercettare i tifosi del Modena per arrivare allo scontro, apprende l’Adnkronos. È successo a Reggio Emilia, poco prima dell’apertura dei cancelli dello stadio Mapei dove è in corso la partita di Serie B ‘Reggiana – Modena’. All’arrivo delle forze dell’ordine si erano già dileguati. Al momento non si hanno notizie di feriti. Sono in corso indagini.
I mezzi sono finiti nel fossato, i vigili del fuoco sono riusciti a mettere in sicurezza i veicoli coinvolti
Un automobilista di 81 anni è morto nello scontro tra il suo veicolo e un bus che aveva a bordo una cinquantina di studenti, stamani a Oderzo, in provincia di Treviso.
L’incidente è avvenuto alle ore 7.45. A seguito dell’impatto entrambi i mezzi sono finiti nel fossato che costeggia la carreggiata. All’arrivo sul posto, la squadra dei Vigili Del Fuoco proveniente dal distaccamento di Motta di Livenza (Treviso), supportata da una squadra della sede di Treviso, ha provveduto a portare soccorso alle persone coinvolte mettendo in sicurezza i mezzi coinvolti nell’incidente.
Il conducente dell’auto è deceduto all’istante a causa della violenza dell’impatto.Quindici invece gli student feriti. Sul posto anche il personale Suem 118 con tre mezzi ed elicottero insieme ai carabinieri.
Incidente tra bus di studenti e auto a Oderzo, mezzo fuori strada: un morto e ragazzi feriti
L’incidente nella mattinata di mercoledì 29 ottobre a Piavon di Oderzo, nel Trevigiano. Coinvolto un mezzo di linea dell’Atvo con una cinquantina di passeggeri. La vittima è il conducente dell’auto, i ragazzi hanno riportato ferite lievi
Il bus Atvo nel fosso e l’auto coinvolta nello schianto mortale (fotofilm)
Gravissimo incidente mercoledì mattina, 29 ottobre, attorno alle 7.45 in via Maggiore a Piavon di Oderzo: morto un uomo di 85 anni residente a Fregona, 15 feriti.
Nello schianto sono stati coinvolti un bus di linea dell’Atvo con a bordo una cinquantina di studenti e un’auto. Il bus è finito semi rovesciato nel fossato a margine della carreggiata. Stessa sorte per l’altro veicolo che è finito con la parte anteriore nel fossato dall’altro lato della provinciale che collega Oderzo a Cessalto.
Il nome della vittima non è ancora stato reso noto.
A bordo del bus una cinquantina di studenti, 15 di loro hanno riportato ferite lievi. In particolare cinque di loro sono stati portati in ospedale per le cure e gli accertamenti del caso, così come il conducente Atvo, un quarantenne residente a San Donà con diciotto anni di servizio.
Sul posto ambulanza, automedica ed elicottero del Suem, i vigili del fuoco di Motta di Livenza e Treviso, i carabinieri per i rilievi, la polizia locale.
Dalla direzione dell’azienda di trasporti è stato inviato sul posto un altro mezzo.
La dinamica – La corsa della società Atvo, destinata prevalentemente agli studenti, è quella che parteda San Donà di Piave alle 6.30, passa per i comuni di Torre di Mosto e San Stino di Livenza, nel Veneziano, per raggiungere il comune di Oderzo, nella zona delle scuole.
L’impatto è avvenuto subito dopo una grande curva. Per cause che dovranno essere accertate dai carabinieri, l’auto avrebbe invaso la corsia opposta.L’autista Atvo a quel punto ha tentato di evitare l’impatto che però è stato inevitabile. I due mezzi hanno terminato la corsa fuori strada nei due lati opposti. Il bus è finito di fianco nel fossato di destra: il conducente, dopo essersi accertato delle condizioni degli studenti, ha aperto la botola del “tetto” del bus, permettendo ai ragazzi di uscire. Niente da fare invece per l’automobilista.
Il sassofonista fondatore degli Showmen e dei Napoli Centrale aveva 80 anni
James SeneseJames Senese, pseudonimo di Gaetano Senese (Napoli, 6 gennaio 1945 – Napoli, 29 ottobre 2025), è statoun musicista, sassofonista, compositore, cantante e attore italiano. – Maria Laura Antonelli / AGF
AGI – James Senese, il sassofonista fondatore degli Showmen e dei Napoli Centrale, artista che ha fatto parte della band storica di Pino Daniele, è morto all’età di 80 anni. Il musicista venne ricoverato per un’infezione polmonare nella notte tra il 24 e il 25 settembre scorso nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Cardarelli. In un post social, l’amico Enzo Avitabile scrive: “Non bastano parole per un dolore cosi’ grande ma solo un grazie! Grazie per il tuo talento, la dedizione, la passione, la ricerca. Sei stato un esempio di musica e di vita. Un amico per fratello, un fratello per amico. Per sempre“.
Dopo che Netanyahu aveva accusato Hamas di aver violato il cessate il fuoco
Macerie di edifici distrutti da un bombardamento a Gaza, nella Striscia di Gaza, il 28 ottobre 2025 (EPA/MOHAMMED SABER/ANSA)
L’esercito israeliano ha condotto nuovi attacchi aerei sulla Striscia di Gaza. Le autorità locali, controllate da Hamas, hanno detto che sono stati almeno tre e che hanno ucciso almeno nove persone e ne hanno ferite almeno 15. Nel tardo pomeriggio il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, aveva ordinato nuovi attacchi accusando il gruppo palestinese d’aver violato il cessate il fuoco: né il governo né l’esercito hanno ancora commentato lo svolgimento degli attacchi.
I nuovi attacchi israeliani complicano la tenuta, già precaria, del cessate il fuoco in vigore dal 10 ottobre. È la seconda volta che succede: Israele aveva bombardato la Striscia anchelo scorso 19 ottobre, anche in quell’occasione dopo aver accusato Hamas di aver violato gli accordi. Il cessate il fuoco però aveva retto.
Martedì il governo israeliano ha accusato Hamas di aver violato il cessate il fuoco per via di uno scontro tra l’esercito israeliano e miliziani del gruppo avvenuto a Rafah, nel sud della Striscia. L’esercito israeliano ha detto che miliziani di Hamas hanno sparato, con cecchini e missili anticarro, su un gruppo di soldati a Rafah, senza ferirli. Hamas ha negato di essere stato coinvolto nell’attacco.
Il comunicatocon cui Netanyahu ha ordinato gli attacchi non specifica il loro motivo preciso, ma dice detto che sarebbero stati «potenti». Hamas lo ha accusato di cercare un pretesto per ricominciare la guerra e di aver violato gli accordi.
Oltre al caso di Rafah c’è la questione dei corpi dei 13 ostaggi israeliani morti durante la prigionia e ancora presenti nella Striscia, che Hamas si è impegnato a restituire. Secondo i test condotti in Israele gli ultimi resti, riconsegnati lunedì, apparterrebbero al corpo di un ostaggio che era già stato reso da Hamas in passato. Il governo israeliano sostiene che anche questa sia stata una violazione del cessate il fuoco. Hamas aveva detto che martedì sera avrebbe riconsegnato un altro corpo, ma poi ha rimandato per la minaccia dei nuovi attacchi: proprio martedì il gruppo ha infine fatto sapere di aver trovato i corpi di altri due ostaggi morti.
📰 Heart – Le sorelle Wilson, due voci per la storia del rock
Articolo di alessandro54, realizzato con il supporto di ChatGPT, AI di OpenAI.
✍️ Dalla Seattle degli anni ’70 ai palchi mondiali: Ann e Nancy Wilson hanno dato al rock una voce femminile forte, autentica e fedele alle origini. Una carriera lunga mezzo secolo tra chitarre, emozioni e coerenza musicale.
🎸 Le origini – Le Heart nascono nei primi anni ’70 a Seattle (Washington). Inizialmente, la band era formata da altri musicisti, ma con l’arrivo di Ann Wilson (voce solista) e successivamente di Nancy Wilson (chitarra, voce, flauto), il gruppo trovò la sua vera identità. Il loro sound univa hard rock, folk e elementi psichedelici, in un periodo in cui il rock era dominato dagli uomini — e proprio per questo le sorelle Wilson divennero delle pioniere.
Le Heart si sono affermate grazie a un suono personale: Ann con la sua voce potente e profonda, Nancy con la chitarra elegante e la sensibilità melodica. Dagli esordi folk-rock alle grandi produzioni degli anni Ottanta, le sorelle Wilson hanno attraversato decenni di cambiamenti restando sempre fedeli al valore più puro della musica: suonare dal vivo, con strumenti veri e passione autentica.
🌟Gli anni d’oro (1975–1985) – Il debutto Dreamboat Annie (1975) fu un successo straordinario: canzoni come
“Magic Man”,
“Crazy on You”,
“Dreamboat Annie” divennero classici immediati.
Con gli album successivi, come Little Queen (1977) e Dog and Butterfly (1978), le Heart consolidarono la loro reputazione di band potente e raffinata, grazie anche alla voce inconfondibile di Ann e alla chitarra acustica ed elettrica di Nancy. Il brano “Barracuda” resta uno dei riff più riconoscibili del rock anni ’70.
💄 Gli anni ’80 e il successo commerciale – Dopo un periodo di crisi, le Heart tornarono al successo con una nuova immagine e un suono più pop e patinato negli anni ’80. L’album Heart (1985) vendette milioni di copie grazie a hit come:
“What About Love”,
“These Dreams”,
“Alone” (1987), una delle più grandi ballate rock di sempre.
🎤 Gli anni recenti e l’eredità – Le sorelle Wilson hanno continuato a suonare e pubblicare dischi anche nei decenni successivi, alternando periodi di attività con altri di pausa. Nel 2013 le Heart sono state inserite nella Rock and Roll Hall of Fame, riconoscendo il loro ruolo pionieristico e la forza del loro contributo alla musica.
Ann e Nancy hanno anche intrapreso carriere soliste, ma tornano spesso a suonare insieme: nel 2024 hanno annunciato un nuovo tour come Heart, dimostrando che la loro energia non si è spenta.
💬 Commento alessandro54 – Le sorelle Wilson hanno dimostrato che il rock non è solo un linguaggio maschile. Con chitarra, voce e determinazione hanno conquistato un posto tra i grandi, senza inseguire le mode ma restando fedeli alla sostanza: il suono, l’emozione e l’onestà della musica suonata dal vivo. Un esempio di come la tradizione rock possa ancora parlare con forza e autenticità.
🎶 “Stairway to Heaven” – Heart (Ann & Nancy Wilson) al Kennedy Center Honors 2012 – Nel dicembre 2012, durante la cerimonia dei Kennedy Center Honors a Washington D.C., le sorelle Ann e Nancy Wilsondelle Heart hanno eseguito una versione magistrale di “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin come tributo alla band, che in quell’occasione riceveva il prestigioso riconoscimento per il contributo dato alla musica.
Sul palco, insieme alle sorelle Wilson, c’era una formazione d’eccezione:
la band di supporto delle Heart,
il coro gospel di Joyce Garrett,
e, in chiusura, un’intera orchestra sinfonica.
Stairway to Heaven (Led Zeppelin Tribute): Heart’s Ann and Nancy Wilson – 2012 Kennedy Center Honors – The Kennedy Center
🌩️ Un’interpretazione che ha fatto la storia – L’esibizione parte in modo intimo, con Nancy alla chitarra acustica, rispettosa dell’originale. Poi entra Ann con una voce intensa, limpida e potente, che cresce con il brano fino a esplodere nel finale. Quando l’arrangiamento si apre con il coro gospel e la sezione d’archi, il pubblico si alza in piedi.
Il momento più celebre è la reazione dei Led Zeppelin stessi — Robert Plant con gli occhi lucidi, Jimmy Page e John Paul Jones visibilmente commossi. Sullo sfondo, mentre Ann canta “And as we wind on down the road…”, il coro indossa bombette nere, un chiaro omaggio a John Bonham, il batterista scomparso.
È una delle rarissime cover di “Stairway to Heaven” che ricevette l’approvazione totale dei Led Zeppelin, noti per essere estremamente esigenti con chi tenta di reinterpretare i loro brani.
🎸 Perché è rimasta nella memoria – Quell’esecuzione del 2012 non fu solo un tributo tecnico impeccabile, ma un atto di rispetto e amore per la tradizione rock. Le Heart non tentarono di cambiare l’anima del brano: la onoravano, con umiltà e potenza. Fu una dimostrazione di come il rock classico possa ancora emozionare profondamente, anche in un’epoca di musica digitale e artificiale.
💬 Commento alessandro54 – In quella sera al Kennedy Center, Ann e Nancy Wilson hanno fatto ciò che ogni vero artista dovrebbe saper fare: onorare il passato senza imitarlo, riviverlo con il cuore. La loro “Stairway to Heaven” è una lezione di rispetto, di femminilità forte ma mai esibita, e di fedeltà allo spirito del rock. È uno di quei momenti che ricordano come la grande musica non invecchi — semplicemente, trova nuove voci per continuare a vivere.
🎸 Heart – Discografia completa
🕰️ Anni ’70 – Gli inizi e la consacrazione
1975 – Dreamboat Annie Contiene i primi grandi successi del gruppo: Magic Man,Crazy on You e Dreamboat Annie.
1977 – Little Queen L’album che consacra le Heart al grande pubblico con il leggendario riff di Barracuda.
1978 – Dog & Butterfly Un disco diviso tra la potenza del lato “Dog” e la dolcezza del lato “Butterfly”.
1980 – Bébé le Strange Segna il passaggio agli anni Ottanta, con un sound più diretto e grintoso.
1982 – Private Audition Un disco di transizione, sperimentale e raffinato.
1983 – Passionworks Chiude il primo capitolo della loro carriera classica.
1985 – Heart Grande ritorno sulle scene: What About Love, Never, These Dreams dominano le classifiche.
1987 – Bad Animals Include Alone, una delle più celebri ballate rock di sempre.
1990 – Brigade Contiene All I Wanna Do Is Make Love to You e altri successi radiofonici.
🌅 Anni ’90 – Maturità e cambiamenti
1993 – Desire Walks On Ultimo album in studio prima di una lunga pausa artistica.
🔥 Anni 2000 – Il ritorno alle origini
2004 – Jupiter’s Darling Un ritorno alle sonorità classiche, con chitarre acustiche e melodie sincere.
2010 – Red Velvet Car Accolto positivamente dalla critica per la sua autenticità.
2012 – Fanatic Rock deciso e moderno, pubblicato poco prima del tributo ai Led Zeppelin.
🎤 Anni recenti
2016 – Beautiful Broken Una raccolta di brani rivisitati e inediti, con la partecipazione di James Hetfield (Metallica).
💿 Raccolte e album live da ricordare
Greatest Hits(1998)
Alive in Seattle (2003)
Live at the Royal Albert Hall with the Royal Philharmonic Orchestra (2016)
💬 Commento alessandro54 – La discografia delle Heart è la storia di due sorelle che hanno attraversato decenni di musica restando fedeli al suono e all’anima del rock. Dagli anni ’70, quando il palco era ancora dominato dagli uomini, fino ai giorni nostri, Ann e Nancy Wilson hanno dimostrato che la forza non è nel volume, ma nella verità con cui si suona e si canta.
1 – Maltempo, il ciclone di Halloween: pioggia forte e incubo allagamenti, l’allerta nelle regioni. Ecco dove
2 – Il Ciclone di Halloween
3 – Il peggioramento
1 –Maltempo, arriva il ciclonedi Halloween. Meteo in peggioramento nei prossimi giorni su molte regioni d’Italia con pericolo allagamenti e piogge intense.
Sta per finire un mese di ottobre altalenante: prima una lunga fase secca e calda, poi piogge e temporali forti; adesso, gli ultimi 4 giorni saranno due di sole e due di pioggia.Lorenzo Tedici, meteorologo de iLMeteo.it, conferma un meteo altalenante tra fasi soleggiate e piogge tipicamente autunnali: niente di straordinario, il mese di ottobre spesso ci mostra gli ultimi ricordi estivi (domenica scorsa con 35° in Sicilia) alternati ai primi segnali invernali (un lunedì 27 con neve fino a 1700 metri sulle Alpi).
2 – Il Ciclone di Halloween – Ci avviamo dunque verso il Ciclonedi Halloween godendo di 48 ore soleggiate e miti; da giovedì a venerdì arriveranno delle piogge dall’Oceano Atlantico, bagnando prima di noi anche Portogallo, Spagna e Francia. Nel dettaglio, una temporanea rimonta dell’alta pressione garantira prevalenza di sole nelle prossime ore, salvo locali addensamenti su due regioni, Liguria e Calabria. Non si escludono isolati locali piovaschi in Calabria, ma tutto sommato la giornata di martedi 28 ottobre è stata dominata dal sole.
Mercoledì 29, invece, avremo un graduale aumento della nuvolosita in Toscana e al Nord: qualche pioviggine non e esclusa durante la giornata, anche se il vero peggioramento e previsto dalla tarda serata; sul resto del Centro e al Sud il tempo sara ancora molto piacevole con massime fino a 22° a Roma e Napoli.
3 – Il peggioramento – Arriviamo al Ciclone di Halloween: giovedì 30 e venerdì 31 ottobre sono previste delle piogge di chiaro stampo autunnale su buona parte del nostro Paese. Inizialmente, le regioni piu coinvolte dal maltempo saranno quelle del Nord e del fianco tirrenico (come spesso accade con le perturbazioni atlantiche) poi l’instabilità raggiungera anche il Sud e il versante adriatico.
Il governo afferma di aver fatto tutto il possibile per prepararsi all’uragano più forte del paese da quando sono iniziate le registrazioni
L’uragano Melissa ha toccato terra in Giamaica, dove i residenti che vi si erano rifugiati si sono preparati ai venti violenti, alle forti inondazioni e alle frane causate dalla tempesta di categoria 5, uno degli uragani atlantici più forti della storia.
“I nostri pensieri e le nostre preghiere sono rivolti ai cittadini di quella parte dell’isola e vi assicuriamo che saremo al vostro fianco per tutto il tempo, mobilitando sostegno e soccorso”, ha twittato il primo ministro Andrew Holness mentre la tempesta si abbatteva sulla regione martedì pomeriggio.
Il colosso che si muove lentamente è l’uragano più intenso ad aver colpitola Giamaica da quando sono iniziate le registrazioni nel 1851 e sosterà sull’isola per ore prima di dirigersi verso nord-est.
Matthew Cappucci, un meteorologo americano che ha attraversato l’occhio del ciclone domenica, ha definito l’esperienza “scientificamente sbalorditiva e terrificante dal punto di vista umanitario“. “Milioni di persone potrebbero svegliarsi mercoledì e trovare la devastazione: comunità distrutte, un paesaggio irriconoscibile e cicatrici che richiederanno decenni per essere rimarginate“, ha scritto sul Washington Post.
A Portmore, una comunità sulla costa sud-orientale della Giamaica, Colin Bogle, consulente del Mercy Corps, ha dichiarato di essere stato svegliato “da una forte esplosione, e tutto è diventato buio“. “Fuori, gli alberi vengono sballottati violentemente dal vento e il rumore è incessante“, ha aggiunto.
Il governo della Giamaica ha dichiarato di aver fatto tutto il possibile per prepararsi, disponendo l’evacuazione obbligatoria delle zone basse e avvertendo che l’evento avrebbe gravi ripercussioni sui 2,8 milioni di abitanti del Paese.
Desmond McKenzie, vicepresidente del consiglio giamaicano per la gestione del rischio di catastrofi, ha esortato martedì la popolazione a cercare riparo e a rimanere in casa mentre la tempesta attraversa l’isola. “Giamaica, questo non è il momento di essere coraggiosi“, ha detto.
Martedì le strade della capitale Kingston sono rimaste in gran parte vuote, e le immagini mostrano alberi piegati dalla forza del vento.
“Non ci sono infrastrutture nella regione in grado di resistere a un sisma di categoria 5“, ha affermato Holness. “La questione ora è la velocità di ripresa. Questa è la sfida“.
Un veicolo della polizia percorre una strada disseminata di detriti di alberi causati dall’uragano Melissa a Kingston, in Giamaica, martedì. Fotografia: Rudolph Brown/EPA
La categoria 5 è la più alta della scala Saffir-Simpson, con venti sostenuti che superano i 250 km/h. Il National Hurricane Center degli Stati Uniti ha segnalato che Melissa ha portato venti sostenuti a 298 km/h, con raffiche più intense.
“È prevista una situazione catastrofica in Giamaica“, ha dichiarato Anne-Claire Fontan, specialista in cicloni tropicali dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, in una conferenza stampa a Ginevra. “Per la Giamaica, sarà sicuramente la tempesta del secolo“.
Le forti piogge hanno causato interruzioni di corrente elettrica ad alcuni residenti di Portland, St Thomas, St Andrew, St Elizabeth e Westmoreland, comprese alcune famose destinazioni turistiche come Negril e Treasure Beach.
Una zona particolarmente colpita è stata la parrocchia di Manchester, che ha dovuto affrontare giorni di piogge torrenziali e venti violenti mentre la tempesta si avvicinava.
Una residente, Emma Simms, 37 anni, ha raccontato di aver creato un rifugio di fortuna in un armadio della sua casa, dove intendeva trasferirsi con i suoi figli di un anno e di quattro anni.
“Ho cercato di renderlo piacevole e confortevole. Ci sono degli snack lì dentro, c’è dell’acqua lì dentro“, ha detto. “Se sembra che la casa non reggerà, allora ci andrò e basta. Ci metteremo un materasso sopra e faremo in modo che [i miei figli] siano felici finché non passerà. Cercherò di renderlo divertente ed emozionante“.
Simms, analista di dati e consulente dei trasporti, si è trasferita in Giamaica dal Regno Unito sei anni fa e ha vissuto il suo primo uragano giamaicano quando Beryl ha devastato il paese la scorsa estate. “Ho la sensazione che questo sia già peggio di Beryl e non è ancora arrivato“, ha detto.
“Sento di dover proteggere delle persone, di dover tenere duro. Ma la mia pancia è diversa da come mi sentivo negli ultimi giorni. Sento decisamente l’ansia dentro di me.“
Guardian graphic. Source: NOAA. Satellite image taken at 12.46 GMT 27 Oct 2025
Il capo meteorologo di AccuWeather, Jonathan Porter, ha affermato che Melissa sarà l’uragano più forte nella storia a colpire direttamente la Giamaica.
Prima della tempesta erano state segnalate delle frane, e le autorità giamaicane avevano avvertito che le operazioni di bonifica e la valutazione dei danni sarebbero state lente. La tempesta è entrata nei pressi della parrocchia di St. Elizabeth, a sud, e si prevedeva che sarebbe uscita a nord, secondo i meteorologi.
“È possibile un cedimento strutturale totale nei pressi del centro di Melissa“, ha affermato il National Hurricane Center degli Stati Uniti, con sede a Miami.
Si prevedeva un’onda di tempesta pericolosa per la vita, alta fino a 4 metri, nella Giamaica meridionale, con le autorità preoccupate per l’impatto su alcuni ospedali lungo la costa. Il ministro della Salute, Christopher Tufton, ha affermato che alcuni pazienti sono stati trasferiti dal piano terra al secondo piano, “e [ci auguriamo] che ciò sia sufficiente per qualsiasi ondata che si verificherà“.
Si ritiene che la tempesta abbia già causato sette morti nei Caraibi, di cui tre in Giamaica, tre ad Haiti e una nella Repubblica Dominicana, dove un’altra persona risulta ancora dispersa.
Melissa è così insolitamente forte che l’esercito statunitense ha dichiarato di aver spostato le sue truppe, probabilmente navi e aerei, in zone più sicure nelle vicinanze della tempesta.
Gli scienziati del clima hanno affermato che l’intensificazione dell’uragano Melissa, con venti raddoppiati da 70 miglia orarie a 140 miglia orarie in un solo giorno, è probabilmente un sintomo del rapido riscaldamento degli oceani del mondo, parte della crisi climatica causata dall’uomo.
Leanne Archer, ricercatrice associata in condizioni climatiche estreme presso l’Università di Bristol, ha affermato: “Si è verificata una tempesta perfetta di condizioni che ha portato alla forza colossale dell’uragano Melissa: un oceano caldo che ha alimentato la sua rapida intensificazione negli ultimi giorni, ma si sta anche muovendo lentamente, il che significa che può cadere più pioggia mentre si sposta sulla terraferma.
“La maggior parte di queste condizioni è stata aggravata dal calore extra nei nostri oceani e nell’atmosfera dovuto al cambiamento climatico. Un oceano più caldo significa più energia; più forza; e più umidità nell’atmosfera più calda significa che può cadere più pioggia con maggiore intensità.“
L’anno scorso, gli oceani del mondo hanno raggiunto i livelli più caldi mai registrati , confermando una recente tendenza al caldo record. E uno studio del 2023 ha rilevato che gli uragani atlantici hanno ora più del doppio delle probabilità di intensificarsi rapidamente, passando da tempeste minori a eventi potenti e catastrofici.
Dopo la Giamaica, si prevede che Melissa attraverserà Cuba e le Bahamas entro mercoledì.
L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) delle Nazioni Unite ha dichiarato martedì che invierà lampade solari, coperte, tende da interni, generatori e altri articoli dal suo centro logistico di Barbados alla Giamaica non appena la tempesta avrà attraversato l’isola.
“Molte persone rischiano di essere sfollate dalle loro case e di avere urgente bisogno di riparo e soccorso“, ha affermato Natasha Greaves, responsabile ad interim dell’OIM Giamaica.
Nel decreto un fondo per borse studio a orfani con importi tra i 3 e i 7mila euro e stop studenti pcto in attività alto rischio
Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi martedì 28 ottobre il decreto legge per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
“Il nostro obiettivo è prevedere tutele sempre più ampie” per le famiglie delle vittime di incidenti sul lavoro “paragonabili a quelle che vengono riconosciute a chi ha perso un familiare perché vittima di mafia”, ha detto la ministra del Lavoro, Marina Calderone, in conferenza stampa dopo il Cdm.
Il decreto “peserà 900 milioni di euro per annualità”, ha affermato ancora, sottolineando che ci saranno da “aggiungere ancora altri tasselli: non ci fermeremo qui”.
Fondo per borse studio a orfani con importi tra i 3 e i 7mila euro – Il testo, ha spiegato la ministra, istituisce, tra le altre cose, anche un fondo per le borse studio che saranno corrisposte agli orfani di chi è deceduto a causa di un incidente sul lavoro, con importi tra i 3 e i 7mila euro. “E’ un messaggio per noi importante: lo Stato si fa carico di accompagnare chi ha perso un familiare per un evento così doloroso”, ha sottolineato Calderone.
Stop studenti pcto in attività alto rischio – Con il decreto “abbiamo una serie di misure concrete che, mi piacerebbe dire, consentono di poter dire ‘mettiamo in sicurezza il futuro’”, ha detto illustrando per prime le misure a tutela degli studenti impegnati nei percorsi di alternanza scuola-lavoro. “Avevamo già previsto l’assicurazione Inail per gli infortuni in ambito scolastico, ora interveniamo per potenziarla inserendo anche, nella protezione, gli infortuni in itinere per i giovani impegnati nei Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (Pcto)”, a cui si aggiunge un ulteriore intervento “per ribadire un concetto importante: i giovani, negli accordi tra scuole e datori lavoro, non possono essere adibiti ad attività ad alto rischio”
Altre novità – Secondo la bozza del decreto circolata, tra le novità previste c’è il anche badge digitale nei cantieri, multe raddoppiate per chi non ha la patente a crediti, prevenzione delle molestie sul lavoro.
Il badge digitale – Nei cantieri arriva la tessera di riconoscimento digitale per i dipendenti, che avrà un codice univoco anticontraffazione. “Al fine di garantire la tutela della salute, della sicurezza e dei diritti dei lavoratori”, tutte le imprese edili in regime di appalto e subappalto pubblico o privato, “sono tenute a fornire ai propri dipendenti la tessera di riconoscimento – corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore e l’indicazione del datore di lavoro che deve contenere anche la data di assunzione e, in caso di subappalto, la relativa autorizzazione – dotata di un codice univoco anticontraffazione”, si legge nel testo. La tessera, “utilizzata come badge recante gli elementi identificativi del dipendente, è resa disponibile al lavoratore, anche in modalità digitale, tramite strumenti digitali nazionali interoperabili con la piattaforma Siisl(Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa).
Senza patente a crediti cantieri multe raddoppiate – Raddoppiate le multe per chi non ha la patente a crediti per i cantieri. Lo prevede la bozza del decreto sulla sicurezza sul lavoro, che approderà domani in Consiglio dei ministri, che modifica la misura introdotta nel 2024 aumentando la sanzione da un massimo di 6mila euro ad un massimo di 12mila euro per “imprese e ai lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili“.
Prevenzione molestie su lavoro – Tra le misure di tutela di salute e sicurezza, anche la prevenzione delle molestie sul lavoro. La bozza modifica il decreto del 2008 aggiungendo, tra le misure generali, anche “la programmazione di misure di prevenzione di condotte violente o moleste nei confronti dei lavoratori come definiti all’articolo 2, comma 1, lettera a), nei luoghi di lavoro di cui all’articolo 62”.
E ancora. Permessi retribuiti ai lavoratori per gli screening oncologici nei contratti collettivi, nuove funzioni per il medico competente, supporto alle microimprese per organizzare la sorveglianza sanitaria. Sono alcune delle misure che “rafforzano la tutela della salute nei luoghi di lavoro” contenute nel Decreto legge sulla sicurezza sul lavoro approvato in Consiglio dei ministri. “La salute nei luoghi di lavoro è una delle competenze centrali del ministero della Salute“, sottolinea in una nota ministro della Salute, Orazio Schillaci, evidenziando che “le norme inserite nel decreto vanno nella direzione di potenziare le attività dei servizi di prevenzione delle Asl e integrare la promozione della salute nella sorveglianza sanitaria dei lavoratori con particolare riguardo agli screening oncologici. Si tratta una svolta significativa per migliorare la qualità di tutte le iniziative di tutela della salute dei lavoratori“.
Commento alessandro54 : “Il decreto sicurezza varato dal governo, pur annunciato come un passo avanti, non introduce risorse nuove né un reale rafforzamento dei controlli. Si tratta di una redistribuzione di fondi già esistenti, che non incide sulle cause profonde delle troppe morti sul lavoro. Finché la sicurezza resterà solo un tema da decreto, e non una priorità concreta sul territorio, nulla potrà davvero cambiare.”
La vittima era su una carrozzina elettrica. Lo sportivo, che è rimasto illeso ma è sotto choc, si è fermato per prestare i primi soccorsi
Josep Martinez. Foto Spada-LaPresse
Tragico incidente stradale oggi, 28 ottobre, a Fenegrò (Como). Un anziano in carrozzina è stato travolto e ucciso da un’auto. Al volante della vettura c’era il secondo portiere dell’Inter Josep Martinez. L’incidente è avvenuto non lontano da Appiano Gentile, centro di allenamento dei nerazzurri. Sono in corso le indagini dei carabinieri. Il calciatore si è fermato dopo l’incidente e – come da prassi – sarà sottoposto ad accertamenti.
Il secondo portiere dell’Inter Josep Martinez investe con l’auto un anziano in carrozzina – L’incidente è accaduto lungo la provinciale 32 a Fenegrò (Como) nel tratto che collega l’abitato di Fenegrò con Limido Comasco e Lurago Marinone intorno alle 9.40 di oggi, 28 ottobre. La vittima è un uomo di 81 anni, che si trovava su una carrozzina elettrica. Un’auto lo ha travolto e per lui non c’è stato scampo. Alla guida del veicolo c’era Josep Martinez, 27 anni, secondo portiere dell’Inter. Lo sportivo è rimasto illeso ma sotto choc.
Le indagini sull’incidente sono ancora alle battute iniziali. Dall’Inter nessun commento ufficiale, intanto però è stata annullata la conferenza dell’allenatore dell’Inter Chivu prevista per le 14.
Chi è Josep Martinez – Originario di Alzira, nella Comunità Valenciana, Josep inizia a giocare a 5 anni quando entra nelle giovanili dell’Alzira. Per dodici anni gioca nella squadra della sua città, poi a 17 anni cresce improvvisamente di statura e viene notato dal Barcellona in un torneo giovanile. Nel 2015 arriva così nella cantera blaugrana, dove trascorre due anni. Nel 2017 passa al Las Palmas. Le sue ottime prestazioni attirano l’attenzione del Lipsia, che lo porta in Germania nel 2020. Dopo aver vinto la Coppa di Germania nel 2022 passa al Genoa, in Serie B. I rossoblù volano in classifica fino a conquistare la promozione in Serie A e nel suo primo campionato nella massima serie italiana Martinez stupisce tutti diventando uno dei protagonisti dell’incredibile stagione del Genoa. Quindi il passaggio all’Inter.
Portiere dell’Inter Martinez travolge e uccide con l’auto anziano carrozzina
Portiere dell’Inter Martinez travolge eÈ successo questa mattina a Fenegrò, in provincia di Como. L’uomo aveva 82 anniuccide con l’auto anziano carrozzina
Josep Martinez – Ipa/Fotogramma
Dramma questa mattina a Fenegrò, in provincia di Como. Poco prima delle 9.45, in via Bergamo,un uomo di 82 anni che si muoveva a bordo di una carrozzina elettrica — descritta dai presenti come una “motoretta a quattro ruote” — è stato investito da un’auto in transito. Al volante c’era ilsecondo portiere dell’Inter Josep Martinez Riera.
L’impatto è stato violentissimo. Sul posto sono immediatamente intervenuti i soccorsi: l’elisoccorso, un’ambulanza e i carabinieri. Nonostante i tentativi dei sanitari di rianimarlo, per l’anziano non c’è stato nulla da fare: è deceduto sul posto.
Alla guida dell’auto c’era Josep Martinez, secondo portiere dell’Inter, rimasto illeso e non trasportato in ospedale. I carabinieri hanno eseguito i rilievi per ricostruire con precisione la dinamica dell’incidente. La strada è rimasta temporaneamente chiusa per consentire le operazioni di soccorso e i rilievi di rito.
La ricostruzione: Sul luogo dell’incidente, avvenuto intorno alle 9.45 lungo la strada provinciale 32, sono intervenuti i carabinieri della stazione di Lomazzo. Dai primi accertamenti, pare che la vittima a bordo di una carrozzina elettrica avesse lasciato la ciclabile e attraversato la carreggiata per raggiungere la pista sul senso opposto. Mentre attraversava, è stato travolto dall’auto di Josep Martinez. Il calciatore si è fermato dopo l’incidente e – a quanto si apprende – sarà sottoposto ad accertamenti dai carabinieri.
Il secondo portiere dell’Inter Josep Martinez investe in auto e uccide un anziano in carrozzina: l’incidente a Fenegrò, nel Comasco. Annullata la conferenza stampa di Chivu
Il calciatore 27enne ha investito e ucciso un 81enne a Fenegrò, a pochi minuti dal centro di allenamento dei nerazzurri, Appiano Gentile. Sembra che l’anziano abbia sbandato all’improvviso, forse per un malore
Un pensionato di 81 anni che si spostava su una carrozzina elettrica è morto martedì mattina a Fenegrò, nel Comasco, investito da un’auto guidata dal secondo portiere dell’Inter, Josep Martinez. Proprio per questa vicenda l’Inter ha ritenuto opportuno annullare la conferenza stampa con l’allenatore Christian Chivu, che era programmata alle 14 alla Pinetina, in vista della partita di mercoledì contro la Fiorentina.
I rilievi dopo l’incidente
I carabinieri della compagnia di Cantù, intervenuti per i rilievi, stanno lavorando per ricostruire la dinamica dell’incidente.
Lo scontro è avvenutoin via Bergamo poco prima delle 10 di martedì. L’anziano viaggiava da solo sulla carrozzina elettrica quando all’improvviso è statotravolto dall’auto del calciatore 27enne spagnolo.
Nell’impatto, l’anziano ha riportato traumi e ferite gravissimi. Subito sono stati allertati i soccorsi. A Fenegrò è intervenuta un’ambulanza ed è stato inviato poi anche l’elicottero del 118. Nulla da fare però per l’81enne, morto praticamente sul colpo nell’incidente. Martinez è stato sottoposto a controlli perché si trova ancora in stato di choc.
Secondo alcuni testimoni,sembra che l’anziano abbia sbandato all’improvviso, forse per un malore, e abbia invaso la corsia oppostamentre sopraggiungeva l’auto di Martinez, portando alla tragica fatalità. Sono in corso gli accertamenti dei carabinieri per chiarire la dinamica dell’incidente.
In base alle prime informazioni le fiamme sono divampate intorno alle 21.30 in via Giovanni Keplero all’interno di un deposito di circa 2mila metri quadrati sede di un’azienda di import export alimentari, la Mirva
Settimo Milanese (Milano), 28 ottobre 2025 – Sei mezzi dei vigili del fuoco del comando di Milano sono ancora al lavoro per spegnere il vasto incendioche è divampato ieri sera all’interno di un capannone industriale a Settimo Milanese. In base alle prime informazioni le fiamme sono divampate intorno alle 21.30 in via Giovanni Keplero all’interno di un deposito di circa 2mila metri quadrati sede di un’azienda di import export alimentari, la Mirva.
La centrale operativa dei pompieri ha inviato sul posto sette mezzi insieme ai mezzi di emergenza del 118. L’Agenzia regionale emergenza e urgenza ha inviato in via precauzionale cinque ambulanze ma per fortuna a quell’ora all’interno del capannone non c’era nessuno e non ci sono stati né feriti, né intossicati.Le fiamme e la colonna di fumo nero erano visibili a diverse centinaia di metri di distanza dalla zona industriale, tante le chiamate arrivate alla centrale da parte dei residenti.
I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte per spegnere l’incendio che ha interessato una vasta area e il materiale stoccato all’interno. In questo momento in via Keplero ci sono alcune squadre dei pompieri per la messa in sicurezza dell’area e le verifiche del caso. Le cause non sono ancora state accertate. I primi rilievi non avrebbero non avrebbero evidenziato segni di dolo. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Rho e i tecnici del Nucleo investigativo antincendio dei Vigili del fuoco continuano.
Lesione di alto grado del bicipite femorale della coscia destra per il centrocampista belga
Foto LaPresse
Tegola per il Napoli di Antonio Conte. Kevin De Bruyne, che si era infortunato trasformando il calcio di rigore dell’1-0 nella gara contro l’Inter, poi vinta dagli azzurri per 3-1, rischia fino a quattro mesi di stop. Gli esami a cui si è sottoposto il giocatore al Pineta Grande Hospital, infatti, hanno evidenziato una lesione di altro grado del bicipite femorale della coscia destra.
Il comunicato del club: “In seguito all’infortunio occorso durante il match contro l’Inter – si legge nella nota del club -, Kevin De Bruyne si è sottoposto a esami strumentali presso il Pineta Grande Hospital che hanno evidenziato una lesione di alto grado del bicipite femorale della coscia destra. Il calciatore azzurro ha già iniziato l’iter riabilitativo”.
I tempi di recupero: I tempi di recupero, in questi casi, si aggirano sui tre-quattro mesi. Il 2025 di De Bruyne, approdato in estate al Napoli dopo la lunga esperienza al Manchester City, può quindi considerarsi già concluso. Una gravissima perdita per i partenopei, dato che il belga era stato ingaggiato per far compiere alla formazione di Antonio Conte un importante step di qualità non solo in Italia, ma anche in Europa.
Il presidente della Federazione calcistica turca: “Abbiamo iniziato a fare pulizia”. Sette gli arbitri di massima categoria coinvolti
Il presidente della federcalcio turca İbrahim Hacıosmanoğlu durante la conferenza stampa sullo scandalo arbitrale a Istanbul (Foto amet Yalcin/Dia Photo via AP/ La Presse)
La federcalcio turca (Tff) ha annunciato l’apertura di procedimenti disciplinari nei confronti di decine di arbitri scoperti ad avere conti scommesse, dopo un’indagine interna che ha rivelato un quadro allarmante: 371 dei 571 arbitri attivi nei campionati professionistici del Paese risultano titolari di un account su piattaforme di betting, e 152 di loro hanno effettivamente piazzato scommesse.
Una notizia che scuote il calcio turco – La notizia, resa pubblica oggi, lunedì 27 ottobre, dal presidente della Tff İbrahim Hacıosmanoğlu, ha scosso il calcio turco. “Come federazione abbiamo deciso di iniziare a ripulire il nostro stesso ambiente“, ha dichiarato in conferenza stampa a Istanbul, per poi aggiungere “tra coloro che avevano conti scommesse figurano sette arbitri di massima categoria.
La Tff ha fatto sapere che i nomi dei coinvolti saranno deferiti alla commissione disciplinare, la quale adotterà le sanzioni previste dal regolamento. In base all’articolo 57 del codice disciplinare della federazione chi viene riconosciuto colpevole di scommesse sul calcio rischia dalla sospensione da tre mesi fino a un anno da ogni attività legata al calcio. L’inchiesta copre un periodo di cinque anni, in conformità con la legislazione sportiva turca.
Le reazioni dei club – Le rivelazioni della federazione hanno portato l’ufficio del procuratore capo di Istanbul ad accettare le dichiarazioni di Hacıosmanoğlu come denuncia formale, estendendo così l’inchiesta penale già avviata ad aprile. I magistrati stanno verificando eventuali violazioni delle norme su prevenzione della violenza sportiva, regolamenti federali e legislazione sulle scommesse.
Le reazioni del club, intanto, non si sono fatte attendere. Il presidente del Galatasaray, Dursun Özbek, ha definito l’inchiesta “una svolta cruciale per il calcio turco“, chiedendo alla federazione di pubblicare in modo trasparente i nomi degli arbitri coinvolti, le partite da loro dirette e i dettagli delle puntate.
Il numero uno del Fenerbahçe, Sadettin Saran, ha commentato che le rivelazioni “confermano i timori del club“, mentre il Beşiktaş ha invece chiesto la pubblicazione immediata dei nomi degli arbitri coinvolti. Altri club minori avrebbero invece chiesto addirittura di abolire le retrocessioni ottenute sul campo, per le presunte irregolarità arbitrali.
Il sisma è avvenuto nella zona occidentale del Paese a una profondità di 10 km
Un terremoto di magnitudo 6.1 ha colpito la zona occidentale della Turchia. Lo ha riferito il Centro tedesco di ricerca per le geoscienze (GFZ). Il sisma è stato registrato nella città di Sindirgi a una profondità di 10 km. L’Agenzia turca per la gestione dei disastri (AFAD) ha dichiarato che il sisma è stato avvertito anche in molte altre città, tra cui Istanbul e Smirne. Al momento non sono state segnalate vittime.
La sconfitta con la Lazio all’Olimpico è stata fatale per l’allenatore bianconero
Igor Tudor – (Ipa)
La sconfitta con la Lazio all’Olimpico è stata fatale per l’allenatore della Juventus Igor Tudor. Oggi, lunedì 27 ottobre, la società bianconera ha deciso di esonerare il tecnico croato, ufficializzando la decisione con una nota sul proprio sito. La Juventus FC ha infatti annunciato ufficialmente di “aver sollevato in data odierna Igor Tudor dall’incarico di allenatore della Prima Squadra maschile e con lui il suo staff composto da Ivan Javorcic, Tomislav Rogic e Riccardo Ragnacci”.
La Società comunica inoltre di aver “affidato momentaneamente la guida della Prima Squadra Maschile a Massimiliano Brambilla che mercoledì sera siederà sulla panchina in occasione del match Juventus-Udinese“, spiega il club bianconero in una nota. “Il Club ringrazia Igor Tudor e tutto il suo staff per la professionalità e la dedizione dimostrate in questi mesi e augura loro il meglio per il futuro professionale“.
La Juventus ufficializza l'esonero di Tudor. Brambilla sostituto ad interim. A pesare è stata anche la crisi di risultati in campionato e in Champions League. SHORT VIDEO. #ANSApic.twitter.com/QMvehDUW65
Juventus Football Club comunica di aver sollevato in data odierna Igor Tudor dall’incarico di allenatore della Prima Squadra maschile e con lui il suo staff composto da Ivan Javorcic, Tomislav Rogic e Riccardo Ragnacci.
La Società comunica inoltre di aver affidato momentaneamente la guida della Prima Squadra Maschile a Massimo Brambilla che mercoledì sera siederà sulla panchina in occasione del match Juventus-Udinese.
Il Club ringrazia Igor Tudor e tutto il suo staff per la professionalità e la dedizione dimostrate in questi mesi e augura loro il meglio per il futuro professionale.
Halloween di piogge e temporali, mentre oltreoceano c’è un uragano categoria 4
Sole e pioggia sull’Italia
Mentre l’Italia si prepara a vivere una settimana a due facce, prima con il sole e poi con la pioggia, lo scenario è drammaticamente preoccupante oltreoceano dove è presente un pericoloso uragano. Nel Mar dei Caraibi, infatti, l’uragano Melissa ha raggiunto l’impressionante categoria 4 e punta alla 5 (il massimo), rappresentando una grave e immediata minaccia per Giamaica e Cuba.
Meteo Italia dei prossimi giorni – Tornando all’Italia, la parentesi di calma di inizio settimana è destinata a esaurirsi rapidamente. I modelli indicano infatti un netto e deciso peggioramento delle condizioni atmosferiche proprio in vista della festività di Halloween sottolineaiLMeteo.it. Già da giovedì 30 ottobre osserveremo l’ingresso di un forte fronte perturbato. Ci attende un Halloween molto cupo e piovoso, con il maltempo che colpirà in modo particolare il Centro-Nord e le regioni affacciate sul Tirreno. Sono attesi rovesci e temporali anche di forte intensità e la possibile formazione di fenomeni violenti, con il concreto rischio di nubifragi, allagamenti localizzati e disagi soprattutto nelle aree più vulnerabili.
Tuttavia, si intravede subito una via d’uscita. Infatti una volta superata l‘ondata di maltempo più acuta, le condizioni dovrebbero gradualmente migliorare, promettendo un weekend più sereno ma con la minaccia delle nebbie al Nord e di qualche pioggia sulla Liguria.
Nel dettaglio
Oggi, lunedì 27 ottobre – Al Nord: in gran parte stabile, freddo al mattino. Al Centro: stabile e soleggiato. Al Sud: piovaschi su Campania e Calabria in serata, sole altrove.
Domani, martedì 28 ottobre– Al Nord: soleggiato. Al Centro: stabile e soleggiato. Al Sud: piovaschi occasionali sulla Calabria tirrenica.
Mercoledì 29 ottobre – Al Nord: nuvoloso, piogge in Liguria, locali in Piemonte.. Al Centro: molto nuvoloso, sole in Abruzzo. Al Sud: stabile e sereno.
Notte di paura in Campania, dove la terra ha tremato per tre volte in poche ore. L’Irpinia è tornata a rivivere momenti di apprensione, ma fortunatamente senza conseguenze gravi.
Un terremoto di magnitudo 4.0 è stato registrato sabato sera, alle 21.49, con epicentro a un chilometro da Montefredane, in provincia di Avellino. La scossa, chiaramente avvertita anche nei comuni limitrofi, ha spinto centinaia di persone a lasciare le proprie abitazioni per riversarsi in strada. Dieci minuti dopo, alle 21.59, una seconda scossa di magnitudo 2.0 è stata localizzata a Prata di Principato Ultra, a una profondità di 19 chilometri. Infine, alle 22.08, la terra ha tremato di nuovo: un nuovo evento sismico di magnitudo 2.4, sempre con epicentro a Montefredane, è stato registrato a 11 chilometri di profondità.
Secondo gli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), le scosse sarebbero legate alle faglie regionali dell’Irpinia, un’area storicamente sismica, e non avrebbero alcuna correlazione con l’attività del Vesuvio o dei Campi Flegrei, dove in serata si è comunque registrato un lieve evento di magnitudo 3.1.
La paura, però, è stata tanta. Nel centro di Avellino decine di persone hanno passato la notte in auto o all’aperto, temendo ulteriori scosse. La Protezione Civile regionale e i Vigili del Fuoco hanno immediatamente attivato i protocolli di emergenza, allestendo due centri di accoglienza nelle scuole cittadine per chi non ha voluto fare ritorno a casa. “Non si registrano danni né a persone né a edifici”, ha rassicurato Italo Giulivo, capo della Protezione civile della Campania, mentre i Vigili del Fuoco, guidati da Mario Bellizzi, hanno avviato controlli sugli edifici pubblici e sulle strutture più esposte.
Per precauzione, i sindaci di Avellino, Montefredane e dei comuni vicini — tra cui Grottolella, Altavilla Irpina, Capriglia Irpina e Atripalda — hanno disposto la chiusura delle scuole per lunedì 27 ottobre.
A complicare la situazione, un’ondata di maltempo ha interessato la zona nella stessa notte: forti piogge e vento hanno spinto la Protezione civile a diramare un’allerta meteo. Una notte difficile, dunque, per l’Irpinia, che torna a fare i conti con la paura del terremoto, ma anche con la consapevolezza di una risposta tempestiva ed efficace delle autorità locali.
Terremoto Campi Flegrei, scossa di magnitudo 3.1 nella notte. In Irpinia lo sciame sismico fa registrare altri eventi
In diversi comuni della provincia di Avellino molta gente ha preferito dormire in strada. Ma la Protezione Civile tranquillizza: nessun danno
Trema tutta la Campania, con due distinti – e assolutamente non collegati – epicentri sismici. Da oramai quasi due giorni, la provincia di Avellino è interessata da una serie di eventi tellurici, con la scossa più forte ieri sera – 25 ottobre alle 21.49 – di magnitudo 4 avvertita in tutta la regione. Qualche ora dopo, si è fatto sentire anche l’altro fronte sismico campano: quello dei Campi Flegrei.
A mezzanotte e 51 minuti, con epicentro nell’area della Solfatara, gli strumenti dell’Osservatorio Vesuviano hanno registrato una scossa di magnitudo 3.1. La più forte di una lunga serie, alcune decine, che nella notte si sono susseguite seppur con intensità molto bassa. E solo qualcuna che ha superato la magnitudo 1 a una profondità di due chilometri nel sottosuolo.
La scorsa settimana era già stato registrato uno sciame sismicocon oltre 60 scosse. E sempre ad ottobre, il 5, una scossa di intensità 3.3 era stata avvertita in maniera nitida dalla popolazione. Ma le scosse più forti nell’area dei Campi Flegrei sono state registrate sempre quest’anno: una di magnitudo 4.4, il 13 maggio poco dopo mezzogiorno; l’altra più potente il 13 marzo di intensità 4.6. Quest’ultima la più forte mai registrata nella zona.
In Irpinia, invece, oltre al terremoto di magnitudo 4 avvertito ieri in tutta la Campania e anche nella provincia di Foggia con epicentro a Montefredane, si sono susseguite altre scosse. In sequenza, alle 21.59 un sisma di magnitudo 2 con epicentro a Prata di Principato Ultra e alle 22.08 ancora a Montefredane con magnitudo 2.4. Infine alle 2.45 l’ultima scossa importante di intensità 2.1.
Molta gente, in provincia di Avellino, ha preferito dormire in auto o nei centri di accoglienza predisposti dai comuni. Ma, comunque, dalla Protezione Civile è stato confermato che non ci sono danni rilevanti. In ogni caso, nel corso di una riunione in Prefettura ad Avellino, è stato deciso che lunedì 27 ottobre le scuole resteranno chiuse.
Foto da Facebook Pazzi per il meteo goriziano & storm chasing relative al Friuli Occidentale
Come da previsioni, nella giornata di lunedì 21 luglio 2025, il maltempo ha colpito il Friuli con numerosi temporali che si sono sviluppati fin dal mattino nel Pordenonese, estendendosi poi verso est in provincia di Udine e Gorizia.
Alcuni di questi fenomeni si sono rivelati intensi, con grandinate e raffiche di vento che hanno raggiunto punte di 100-110 km/h in pianura e fino a 136 km/h sul Monte Rest, in provincia di Pordenone. Le precipitazioni più abbondanti si sono concentrate sulle Prealpi Carniche, con accumuli di 80-90 mm di pioggia, mentre in bassa Carnia, alta pianura orientale e Prealpi Giulie si sono registrati fino a 40-50 mm. Nelle altre zone, le piogge sono state meno intense.
Evoluzione meteo nelle prossime ore – Nelle prossime ore serali e notturne l’afflusso in quota da ovest di masse d’aria progressivamente più fresche provocherà ancora marcata instabilità, con probabili temporali sparsi su tutta la regione, che localmente potranno essere ancora forti, accompagnati da grandinate e raffiche di vento.
Sulla costa e sul Golfo di Trieste, al passaggio dei temporali, potrebbero verificarsi repentini cambi di direzione e di intensità del vento, con brusco passaggio di direzione da sudovest a nordovest. Nella seconda parte della notte e fino al mattino di martedì è probabile ancora moderata instabilità con rovesci e temporali sparsi, specie su pianura e costa. Martedì mattina possibile presenza di Bora moderata sulla costa.
Danni e interventi in corso – Dal primo pomeriggio di oggi, la Sala Operativa Regionale ha ricevuto diverse segnalazioni di caduta alberi in località quali Caneva, Arba, Roveredo in Piano, Rive d’Arcano, Clauzetto, Sequals, Sacile, Polcenigo, Pinzano, Montereale Valcellina e Budoia. Segnalato un albero caduto anche in viale Cadore a Udine.
Sulla SR117 è stato istituito il senso unico alternato per albero sulla carreggiata tra il cimitero di Gorizia e il semaforo di Savogna mentre la Strada provinciale 512 tra le frazioni di Cavazzo Carnico Somplago e Mena è chiusa per caduta massi e i vigili del fuoco sono già sul posto. Al Numero Unico Emergenze 112 sono arrivate circa 30 chiamate, soprattutto dalla zona pedemontana. Durante l’evento sono stati rilevati oltre 10.000 fulmini (dato aggiornato alle 17:00).
Protezione civile al lavoro – Dalle ore 12:00 sono impegnati oltre 50 volontarie una ventina di mezzi per le attività di soccorso e monitoraggio, a supporto dei gruppi comunali di Protezione Civile.
1 – Addio all’ora legale, e benvenutaora solare. Questo weekend, e più precisamente nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre, gli italiani dovranno spostare le lancette indietro di un’ora. Questo passaggio, come quello inverso, non è mai indolore e ha effetti negativi su salute, energia, bollette, ambiente e tasche dei cittadini, al punto che gia oltre 350mila italiani hanno firmato la petizione online per rendere permanente l’ora legale tutto l’anno.
Lo afferma la Societa Italiana di Medicina Ambientale (Sima) che assieme a Consumerismo No Profit ha avviato una raccolta firme per chiedere al Governo l’ora legale permanente.
2 – I rischi per la salute – «Il passaggio ora legale/ora solare e viceversa determina ripercussioni negative sulla salute umana – spiega il presidente Sima, Alessandro Miani – Si altera la ritmicita circadiana, ossia l’orologio biologico del nostro organismo che, in assenza di segnali provenienti dall’ambiente esterno, completa il proprio ciclo in circa 24 ore. Il mancato rispetto di questi ritmi naturali ha effetti sulla pressione arteriosa e la frequenza cardiaca: diversi studi hanno attestato una correlazione tra cambio di orario e patologie cardiache, con l’Universita di Stoccolma che ha riportato un’incidenza del +4% di attacchi cardiaci nella settimana successiva all’introduzione dell’ora solare. Si registrano poi problemi del sonno in una consistente fetta di popolazione, con conseguenze negative su concentrazione e umore e quindi su rendimento scolastico, efficienza sul lavoro, relazioni personali, ecc».
Altri studi hanno poi certificato una correlazione tra il passaggio da ora legale a ora solare e l’incremento di incidentalità stradale e sul lavoro: ad esempio nei periodi di ora legale e stata registrata una diminuzione fino al -13% degli incidenti a danno di pedoni connessa all’aumento della visibilita lungo le strade nelle ore serali. Mentre una ricerca condotta in Australia ha perfino riscontrato un aumento dei suicidi nelle prime settimane di cambiamento dell’orario. Senza parlare delle possibili conseguenze sulla criminalita: con l’ora solare si allungano le ore di buio serali, quelle in cui si concentrano furti, rapine e altri reati», conclude Miani.
3 – I consigli per aiutare l’organismo ad adattarsi – Con il passaggio dall’ora legale all’ora solare «il nostro organismo sarà chiamato a riadattare i propri ritmi biologici». Un cambio che «per molti rappresenta solo un’ora di sonno in più, ma che può comunque influire sul benessere generale, in particolare sulla qualità del sonno, sull’umore e sulla concentrazione». Lo spiega l’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Firenze, che alla vigilia dello switch fornisce alcuni consigli per ‘assorbire’ l’effetto-fuso.
«Il cambio d’ora – illustrano i medici fiorentini in una nota – ha l’effetto di un piccolo jet lag: il nostro corpo deve sincronizzarsi nuovamente con il ciclo luce-buio e con le abitudini quotidiane. E’ un adattamento che, per quanto lieve, può farsi sentire soprattutto in chi soffre già di disturbi del sonno, negli anziani e in chi ha orari di lavoro irregolari. Per aiutare il nostro organismo a riadattarsi – suggeriscono – bastano pochi accorgimenti: anticipare leggermente i propri orari nei giorni precedenti, esporsi alla luce naturale nelle ore centrali della giornata e mantenere una regolarità nei pasti e nel sonno. Si tratta di un equilibrio che si recupera in pochi giorni, ma che richiede rispetto dei propri ritmi naturali».
Le analisi hanno confermato la positività per salmonella non tifoidea in 19 casi, mentre per gli altri gli esami sono ancora in corso
In provincia di Reggio Emilia è allerta salmonella. Il dipartimento di sanità pubblica della Regione ha reso noto di aver ricevuto oltre 50 segnalazioni di sospette tossinfezioni alimentari nelle ultime tre settimane. La maggior parte delle persone presentava febbre associata a sintomi gastrointestinali (come diarrea, febbre, crampi addominali, nausea, vomito). Solo per tre pazienti è stato necessario il ricovero in ospedale, mentre in tutti gli altri casi l’infezione si è risolta in pochi giorni. L’Ausl locale spiega che le analisi hanno confermato la positività per salmonella non tifoidea in 19 casi, mentre per gli altri gli esami sono ancora in corso.
Allarme salmonella a Reggio Emilia, le persone coinvolte avevano mangiato in esercizi pubblici – Al momento non è chiaro cosa abbiano mangiato le persone rimaste intossicate, ma c’è un indizio non trascurabile: la maggior parte di loro, spiega infatti il dipartimento di sanità, nei giorni precedenti all’insorgenza dei sintomi ha consumato almeno un pasto anche “in pubblici esercizi della provincia di Reggio Emilia“. Quali siano i locali dove abbiano pranzato o cenato è per ora ignoto. Sul punto l‘Ausl fa sapere che “gli esiti analitici delle indagini ambientali e alimentari sono ancora in corso“.
Infezione da salmonella: come evitare i rischi– I casi registrati sono di salmonella Cnon tifoidea. La salmonellosi è un’infezione dell’apparato digerente provocata da un gruppo di batteri della famiglia Enterobacteriaceae, del genere Salmonella. Come spiega l’istituto superiore di sanità si trasmette per via oro-fecale, “attraverso l’ingestione di cibi o bevande contaminate o per contatto, attraverso la manipolazione di oggetti o piccoli animali in cui siano presenti le salmonelle“.
La salmonella non tifoidea è in particolare responsabile di oltre il 50% del totale delle infezioni gastrointestinale. Per evitare di correre rischi è fondamentale cuocere sempre bene i cibi, soprattutto se parliamo di pollo, carne di maiale e uova, e stare attenti all’igiene delle mani e delle superfici. Altre misure raccomandate sono il consumo di latte esclusivamente pastorizzato, il lavaggio accurato di frutta e verdura e la separazione degli alimenti crudi da quelli cotti.
La terra ha tremato alle 14:40 di venerdì. La scossa è stata percepita distintamente anche in provincia di Napoli
credits: Global Quake
La terra torna a tremare in Campania. Una forte scossa di terremoto si è verificata alle 14:40 di oggi, venerdì 24 ottobre, con epicentro localizzato in provincia di Avellino, a 16 chilometri di profondità. La magnitudo, inizialmente stimata compresa tra 3.4 e 3.9, è stata rivista dall’Ingv a 3.6.
Earthquake alert system
La scossa sismica è stata avvertita distintamente in alcune zone della provincia di Napoli e di Caserta, senza contare la provincia di Salerno, più vicina all’avellinese. Il sisma non avrebbe ragioni vulcaniche non essendo legato né al Vesuvio, né ai Campi Flegrei.
Vari esponenti di Forza Italia hanno criticato con durezza l’innalzamento delle tasse sugli affitti brevi inserito nellalegge di bilancio, il provvedimento con cui il governo decide come spendere i soldi nell’anno successivo: «Una misura iniqua», l’ha definita il deputato Alessandro Cattaneo. Anche il leader della Lega Matteo Salvini l’ha contestata: «Non mi sembra che sia un modo per aiutare il consumo interno e la domanda interna», ha detto. Pure Fratelli d’Italia, anche se con toni più pacati, ha chiesto delle correzioni.
Insomma tutti i partiti di governo hanno disconosciuto una norma che i loro leader avevano votato pochi giorni prima. C’entra ovviamente una certa dose di ipocrisia e di opportunismo politico. Ma in buona parte, quando i ministri sembrano scoprire l’effettivo contenuto della legge di bilancio solo dopo averla votata, è perché è successo davvero così: in Consiglio dei ministri hanno approvato un testo di cui conoscevano approssimativamente le norme principali, e poco o nulla del resto.
Venerdì 17 ottobre, durante la conferenza stampa tenuta al termine del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini avevano presentato sommariamente icontenuti della legge di bilancio, dicendosi tutti molto soddisfatti e orgogliosi per il testo appena promosso. Poche ore dopo sono iniziati i bisticci: prima sulla tassa alle banche, poi sugli affitti brevi. Tra gli altri, infine, anche il ministro della Difesa Guido Crosetto ha riconosciuto alcune storture del testo che aveva da poco votato.
Ci sono riflessioni che occorre fare sulla manovra? Probabilmente si, come ogni volta, per ogni manovra, perché come sempre ci sono cose che diventano chiare solo quando si leggono tutte le norme e si scorrono tutti i capitoli. I capitoli veri e non le tante bozze che sento…
Non è una novità. Successe l’anno scorso – e sono solo alcuni esempi – con l’innalzamento delcanone RAI (riportato a 90 euro all’anno dopo una temporanea riduzione nel 2024), con l’estensione della cosiddetta “digital tax”alle piccole e medie imprese, con l’aumento delle tasse sulle criptovalute: tutte norme votate in Consiglio dei ministri insieme alle altre contenute nella legge di bilancio, e tutte disconosciute pochi giorni dopo dagli stessi partiti che avevano esaltato i pregi di quella legge di bilancio.
Non succede solo con questo governo, anzi: è una prassi ormai consolidata, che in alcuni anni o circostanze è diventata particolarmente grottesca. Di solito il ministero dell’Economia inizia a lavorare alla redazione della legge finanziaria a partire da settembre (anche se, per certi aspetti, si potrebbe dire che l’allestimento della legge di bilancio è un lavoro che dura tutto l’anno, per quanto a intensità variabile). I funzionari del ministero, a seconda delle varie indicazioni che ricevono, iniziano a elaborare grafici e simulazioni, a stimare l’effetto che certe misure avrebbero sul bilancio dello Stato. Ma non è un lavoro lineare.
Spesso alcune misure vengono annunciate solo per fini propagandistici. Altre volte il governo fa in modo di rendere pubbliche certe intenzioni anche per valutare l’effetto che avrebbero sull’opinione pubblica o sulle categorie più direttamente interessate. E poi, man mano che ci si avvicina alla fine di settembre, il contesto si definisce meglio. Ma è un esercizio spesso caotico: perché alcune norme sono collegate tra loro, e toglierne una implica anche modificarne un’altra, e questa modifica a sua volta impone una revisione di alcune previsioni già fatte, e così via.
Forza Italia dice no ad una misura che danneggerebbe i piccoli proprietari di immobili. pic.twitter.com/xKAz52Hrte
Poi bisogna tenere conto dei confronti più o meno riservati che il ministero dell’Economia ha con la presidenza della Repubblica, e soprattutto con le istituzioni che svolgono un po’ il ruolo di controllori, come la Banca d’Italia o l’Ufficio parlamentare di bilancio, e ovviamente con la Commissione Europea. Infine bisogna attendere che l’ISTAT, l’istituto nazionale di statistica,aggiorni le previsioni sulla crescita per l’anno in corso: di solito lo fa tra fine settembre e inizio ottobre, e anche da quei dati dipende la pianificazione della spesa del governo.
A quel punto comincia la redazione effettiva della legge di bilancio, che deve avvenire in tempi rapidi nel rispetto di scadenze ben precise: entro il 15 ottobre il governo deve inviare alla Commissione Europea il Documento programmatico di bilancio (DPB), con le linee guida essenziali e i saldi di spesa della manovra (come viene anche chiamata la legge di bilancio); entro il 20 ottobre il disegno di legge di bilancio va approvato dal Consiglio dei ministri e inviato al parlamento.
Il grosso del lavoro, però, viene svolto dal ministero dell’Economia, in coordinamento con la presidenza del Consiglio. Gli altri ministeri vengono consultati per le norme di loro diretto interesse, e coinvolti solo marginalmente sul resto. A seconda dell’indirizzo seguito dal ministro dell’Economia, poi, possono esserci riunioni coi responsabili dei vari partiti di maggioranza, più o meno formali. Ma alla fine è il ministro stesso, con pochi collaboratori fidati, a lavorare sulle singole voci della legge di bilancio.
Tutto avviene in un contesto convulso: con le varie categorie, i sindacati, le lobby, che fanno pressioni sul governo per ottenere qualcosa, e la presidente del Consiglio che valuta quali diqueste richieste accogliere, imponendo al ministro dell’Economia correzioni in corso d’opera, con un effetto domino che poi impone di effettuare aggiustamenti. Se si riduce una tassa a una certa categoria magari bisogna alzarla a un’altra, oppure bisogna tagliare i fondi per un progetto, e così via.
Si arriva così, tra tensioni e baruffe, e nella generale incertezza, al Consiglio dei ministri decisivo. Quasi sempre in questa sede è il ministro dell’Economia che, su invito della o del presidente del Consiglio, illustra la manovra: però entra nel dettaglio solo delle misure rilevanti dal punto di vista finanziario o politico, e il resto si dà per assodato. Anzi, spesso il testo che viene approvato non è neppure completo, e tutti sanno che stanno in sostanza delegando il ministro dell’Economia a sistemare le ultime questioni irrisolte o quelle marginali. Poi, quando le prime bozze della legge di bilancio iniziano a circolare, puntualmente vengono scoperte alcune norme che generano polemiche (dai giornalisti, dagli esperti dei vari settori o dai parlamentari stessi). E lì che inizia il gioco delle parti della politica.
Quest’anno, per dire, il governo ha tenuto le ultime riunioni coi sindacati e con le imprese tra il 10 e il 13 ottobre: anche per via di quegli incontri si è deciso di modificare alcuni aspetti della legge di bilancio. Ne è stata anche aumentata la portata, da 16 a 18 miliardi di euro: una scelta che ha consentito al governo di accogliere alcune istanze delle varie categorie, ma che ha costretto il ministro dell’Economia a trovare maggiori risorse economiche.
Così venerdì 17 ottobre, in Consiglio dei ministri, quasi tutti i membri del governo – tranne Giorgetti e un paio d’altri – si sono trovati per la prima volta conun testo di 110 pagine e 137 articoli pieno di numeri e riferimenti ad altre norme, in un lessico burocratico piuttosto inafferrabile (cose tipo: «così come previsto dall’articolo 1, comma 797, della legge 30 dicembre 2020, n. 178»; oppure: «all’articolo 4 del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96, sono apportate le seguenti modificazioni»). È inevitabile che abbiano votato senza leggere, o quasi.
Ovviamente ciascun governo ha le sue prassi, più o meno virtuose. Giorgetti ha adottato un metodo tutto suo, tenendo i partiti quanto più possibile all’oscuro dalle sue decisioni, ignorandone spesso le sollecitazioni, e lasciando anche a deputati e senatori scarsissimi margini di spesa per chiedere misure di natura elettorale o clientelare. È stata la sua grande esperienza politica a suggerirgli di inserire consapevolmente nella legge di bilancio alcune norme su cui sapeva che si sarebbero concentrate le critiche dei partiti della sua stessa maggioranza, così da poterle usare come oggetto di scambio per vincere le loro resistenze su altre questioni. Vari indizi lasciano intendere che anche sulla questione degli affitti brevi sia andata un po’ così.
Altre volte, più semplicemente, il governo si accorge di aver sbagliato. Successe per esempio nel dicembre del 2022. Il governo inserì nella legge di bilancio una normache limitava l’utilizzo dei pagamenti elettronici, per poi accorgersi – grazie a una segnalazione arrivata da funzionari del precedente governo Draghi – che quella norma violava un’indicazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e rischiava dunque difar perdere all’Italia una parte dei finanziamenti europei connessi. Il governo dovette cancellare la misura in modo un po’ precipitoso.
In ogni caso, se c’è una certa leggerezza nell’approvare la prima bozza della legge di bilancio è anche perché è risaputo che poi il parlamento, su indicazioni o su pressioni del governo stesso, interverrà nelle settimane seguenti per modificare il testo, che deve essere infine approvato in via definitiva da Camera e Senato entro la fine dell’anno (e anche qui negli ultimi anni sonosuccesse cose strane e problematiche).
Lo ha fatto in un modo non molto visibile, ma intanto la pressione fiscale resterà alta anche con questa legge di bilancio
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la presentazione della legge di bilancio per il 2026, il 17 ottobre del 2025 (Roberto Monaldo/LaPresse)
I partiti al governo – Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – ci sono arrivati con la promessa di ridurre le tasse, e dicono spesso che lo stanno facendo con successo.Ma non è proprio così. Dal 2023 infatti il carico fiscale è notevolmente aumentato, e contribuirà a tenerlo alto anche la legge di bilancio che il governo ha appena presentato in parlamento, che la dovrà discutere e approvare entro la fine dell’anno. Prevede per quest’anno una pressione fiscale ai massimi degli ultimi dieci anni. La prospettiva non migliora nel prossimo biennio.
La pressione fiscale alta non è frutto soltanto dell’azione di questo governo: in Italia è alta da sempre, serve tra le altre cose a finanziare uno stato sociale tra i più generosi d’Europa per pensioni e sanità. Non è un bene o un male di per sé, è semplicemente una caratteristica come un’altra del sistema economico (anche se qualcosa si potrebbe dire sulla qualità della spesa pubblica italiana). Guardando il suo andamento nel tempo, però, si capisce cosa hanno deciso al riguardo i diversi governi.
La pressione fiscale si misura con la somma di determinate imposte: quelle indirette (tra cui l’IVA sui consumi) e dirette (come l’IRPEF sui redditi), le imposte in conto capitale (come quelle sulla successione), i contributi sociali (come quelli che finanziano le pensioni e i congedi parentali). Dalla pressione fiscale sono escluse alcune voci residuali, come le cosiddette “altre entrate” e le “entrate in conto capitale non tributarie”: sommandole si ottiene il valore delle entrate totali, cioè quanto incassa davvero lo Stato dalle tasse. In poche parole: la pressione fiscale è l’indicatore da guardare per vedere l’andamento delle tasse su cui può davvero agire il governo (per esempio abbassando l’IRPEF o l’IVA, e via così); le entrate totali danno un quadro più realistico considerando tutto quanto, anche cosa è fuori dal potere del governo.
Le entrate totali sono dunque sempre più alte della pressione fiscale, ma i due valori hanno sostanzialmente lo stesso andamento. Si usa metterli in rapporto al PIL, cioè alla dimensione dell’economia.
Il governo di Giorgia Meloni è entrato in carica a ottobre del 2022 e, come si vede dal grafico, da allora le entrate totali e la pressione fiscale sono aumentate rispettivamente di 1 punto e di 1,3 punti percentuali di PIL: ai valori di oggi significa che sono più alte di circa 28 e 22 miliardi di euro. Nel secondo trimestre di quest’anno, l’ultimo per cui sono disponibili i dati, i due indicatori sono arrivati ai massimi degli ultimi dieci anni, al 42,8 e al 47,6 per cento. Sono valori vicino a quelli raggiunti durante il governo di Mario Monti, il governo nato per mettere a posto i conti pubblici in un momento di grande difficoltà economica, nel 2011, e diventato poi simbolo delle politiche di “austerità”.
Come si vede dal grafico, anche durante il secondo governo di Giuseppe Conte ci fu una pressione fiscale alta: ma quel governo fu penalizzato dagli anni della pandemia, che sballarono tutti i valori per via del grande calo del PIL.
Secondo le previsioni del governo di Meloni nel 2025 la pressione fiscale si chiuderà al 42,8 per cento del PIL, in aumento rispetto al 42,5 del 2024, e il valore più alto dal 2015. Nel 2026 il disegno di legge presentato prevede che rimarrà stabile al 42,8 per cento. Secondo i calcoli dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani la pressione fiscale aumenterà ancora al 42,9 per cento nel 2027, per poi scendere al 42,7 nel 2028. Un andamento simile lo avranno le entrate totali. Questo significa che quasi la metà di ciò che produce l’economia finisce allo Stato.
I dati comunque non vengono presentati in maniera trasparente dal governo, perché fa un uso piuttosto estensivo delle voci di bilancio residuali, che restano quindi fuori dall’indicatore della pressione fiscale e lo falsano. La cosa viene denunciata da molte istituzioni ed esperti dall’anno scorso, quando fu impossibile capire se le tasse sarebbero aumentate o meno quest’anno.
A prescindere dal metodo a questo punto però potreste chiedervi: ma com’è possibile che la pressione fiscale sia aumentata così tanto mentre il governo dice di ridurre le tasse? Perché da una parte i dati dicono che erano da dieci anni che in Italia non si pagava un ammontare di tasse così alto; dall’altra è vero che il governo ha fatto alcune cose per ridurle.
Partiamo dagli interventi del governo. Ci sono effettivamente alcuni aumenti delle imposte: rinnegando anni di battaglie, il governo ha aumentato le accise sui carburanti e prevede un altro aumento per il prossimo anno; ha rimodulato il sistema di bonus fiscali a svantaggio dei redditi più alti; e vuole imporre per l’anno prossimo alcune tasse a banche e assicurazioni.
Ma i provvedimenti fiscali più significativi sono state due riduzioni. Il governo ha reso innanzitutto permanente il cosiddetto “taglio del cuneo fiscale”, cioè uno sconto sulle tasse dei lavoratori dipendenti che era stato introdotto dal governo di Mario Draghi per compensare l’aumento del costo della vita. Il passaggio dal regime transitorio a quello permanente è stato comunque un pasticcio, e dall’inizio dell’anno lo sconto è diminuito per diverse categorie di lavoratori, che hanno visto ridursi lo stipendio netto mensile.
Il governo ha poi ridotto le aliquote IRPEF, cioè le percentuali che si applicano agli scaglioni di reddito delle persone fisiche per stabilire quante imposte sono dovute. Nel 2022 le aliquote erano 4 mentre ora sono 3, ed è stata ridotta di due punti percentuali quella per i redditi sotto i 28mila euro. Il disegno di legge di bilancio per l’anno prossimo prevede una riduzione ulteriore dell’aliquota del secondo scaglione, che per i redditi tra i 28 e i 50mila euro passerà dal 35 al 33 per cento.
Seppure i due interventi di riduzione delle imposte appena menzionati siano in teoria consistenti, non hanno avuto l’effetto di ridurre il carico fiscale complessivo. Anzi.
Da quando si è insediato il governo di Meloni paghiamo materialmente più tasse per colpa di un meccanismo chiamatofiscal drag, o drenaggio fiscale, che esiste nei sistemi fiscali progressivi quando c’è un’inflazione elevata, come l’aumento generale del livello dei prezzi che si è visto negli ultimi quattro anni. Il sistema italiano è per l’appunto progressivo: significa che più si guadagna e più si paga una quota più alta di tasse, per il principio costituzionale che chi ha un reddito più alto deve contribuire in misura maggiore al fabbisogno dello Stato.
Quando aumenta il costo della vita si innescano anche aumenti delle retribuzioni per tentare di tenere il passo dei prezzi. Non è un problema di per sé, anzi, gli stipendi devono aumentare per adeguarsi gradualmente a una vita più cara: da gennaio del 2021 a gennaio del 2025 i prezzisono aumentati complessivamente del 16 per cento, mentre leretribuzioni di poco più dell’8 per cento, la metà, ma l’andamento è positivo.
Il problema c’è quando questi aumenti avvengono in un sistema fiscale progressivo che non si adegua al nuovo livello di redditi, o non si adegua abbastanza: gli aumenti di stipendio spesso portano a sforare la soglia entro cui si ha diritto a bonus o detrazioni, o quella dello scaglione successivo in cui si pagano aliquote più alte (solo per la parte di reddito che sfora). Il drenaggio fiscale è proprio questo: in caso di inflazione comporta un tradimento del principio dell’equità del sistema fiscale, perché porta a pagare più tasse senza aver avuto davvero un miglioramento della propria situazione economica. Non solo si pagano più imposte sul reddito, ma con l’aumento generale dei prezzi si paga anche più IVA (che viene calcolata in percentuale del prezzo dei prodotti).
Deriva da questo fenomeno l’aumento delle entrate e della pressione fiscale in questi anni di governo di Meloni, che è stato avvantaggiato da un eccezionale aumento delle entrate senza aver dovuto imporre evidenti – e impopolari – aumenti delle tasse. Anzi, con questi soldi è riuscito anche a introdurre e propagandare alcune riduzioni delle imposte, che però nella pratica non hanno compensato il drenaggio fiscale.
Una stima di lavoce.info indica in 17 miliardi di euro l’aumento delle imposte incassate dallo Stato nel solo 2024 a causa del drenaggio fiscale. Un’altra stima dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio dice che proprio i due grandi interventi fiscali spiegati qui sopra non solo non hanno provocato una compensazione del drenaggio fiscale, ma lo hanno peggiorato per circa 300 milioni di euro all’anno.
Allarme della Cgia di Mestre: pressione fiscale reale è al 48%! Oltre alla marea di tasse, i contribuenti subiscono anche il salasso degli aumenti di luce, acqua, gas, pedaggi autostradali, servizi postali, trasporti. Basta trattare gli italiani come bancomat! CHOC FISCALE SUBITO pic.twitter.com/DqVKtji30z
È stata una scelta precisa del governo, che ha deciso di non “restituire” al sistema i proventi del drenaggio fiscale, per esempio adeguando in misura appropriata le soglie di accesso ai bonus o gli scaglioni dell’IRPEF. Con tutti questi soldi in più ha deciso invece di mettere a posto i conti pubblici. Secondo il governo la pressione fiscale sarebbe aumentata perché è aumentata la gente al lavoro, e quindi le persone che pagano le tasse. Lo hanno detto più volte Meloni e il suo ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ma non è vero, e sono stati smentiti categoricamente dagli economisti.
Villarreal-Barcellona non si giocherà a Miami, l’Uefa applaude. E la Fifa deve ancora dare l’ok alla serie A
L’Optus Stadium di Perth, 61.266 posti, è l’impianto designato per Milan-Como
Salta Villarreal-Barcellona a Miami e sia la Uefa che il commissario europeo per lo Sport applaudono. Sul tavolo, ora, resta Milan-Como in Australia, nel fine settimana dell’8 febbraio 2026. Resta anche e soprattutto sul tavolo della Fifa, che deve ancora dare l’ok. Effetto domino, ipotizza qualcuno del nutrito fronte dei “no“ alla storica prima gara di campionato all’estero. La Liga, martedì sera, ha ufficializzato il dietrofront: “A seguito di colloqui con l’organizzatore della partita di Miami, quest’ultimo ha annunciato la sua decisione di annullare l’evento a causa dell’incertezza generata nelle ultime settimane in Spagna“. Ha vinto il “no“, in pratica.
Il partito al quale si è accostata anche la Uefa che “accoglie con favore la decisione. La nostra posizione riguardo alle partite dei campionati nazionali disputate all’estero resta chiara. Il nostro presidente ha già affermato che devono essere giocate nella nazione corrispondente, qualsiasi altra soluzione priverebbe i tifosi più fedeli e introdurrebbe potenzialmente elementi di distorsione nelle competizioni“. Ceferin aveva comunque, obtorto collo, autorizzato l’espatrio. Aggiungendo: “Deplorevole dover rinunciare a queste due partite, questa decisione è eccezionale e non deve essere considerata un precedente“. Glenn Micallef, commissario europeo per lo Sport, ha poi messo il carico sullo stop della Liga: “Una vittoria per i tifosi, i giocatori e per le tradizioni che rendono speciale il calcio europeo. Confido che la Serie A rifletta su questo aspetto. Mantenere il nostro gioco radicato in Europa rafforza tutti“. La Lega Serie A resta sempre più isolata, insieme a Milan e Como. Dopo il comunicato dei lariani (“sacrificio necessario“) e la risposta della curva (“la nostra fede non viaggia in business class, non accettiamo lezioni di sacrificio, esortiamo chiunque a non essere complice di questa pagliacciata“), ha parlato il direttore sportivo Ludi: “Se sarà limitata a una partita spot, comprendo chi si pone dei dubbi“.
I dubbi se li è posti il Codacons che ha deciso “di diffidare nuovamente Ac Milan, ribadendo la necessità di tutelare gli abbonati. L’erogazione di un voucher pari a 1/19 del costo dell’abbonamento non è conforme alla normativa vigente in materia di tutela dei consumatori, che prevede invece il rimborso in denaro in caso di mancata prestazione“. I dubbi se li è posti l’associazione italiana calciatori, per voce del presidente Umberto Calcagno: “Il problema non è la partita in sé, anche se viene giocata a 28.000 chilometri di distanza, con fusi orari e cambi di temperatura duri da affrontare. Resta il dubbio se sia questo il modello da inseguire“. Per l’ad della Lega Luigi De Siervo la risposta è affermativa. Vedasi il battibecco a distanza con Adrien Rabiot che ha definito “folle” la trasferta australiana: “Guadagna milioni ed è pagato per giocare a calcio. Dovrebbe avere più rispetto per il suo datore di lavoro, il Milan, che ha spinto perché questa partita si giocasse all’estero“. Ora, palla alla Fifa.