Il vice presidente dell’Inter ha pubblicato una carrellata di immagini con il padre
“Mi hai aspettato per l’ultimo abbraccio, l’ultima carezza sulla mano, l’ultimo bacio…sarai presente in tutti i momenti della mia vita. La mia anima soffre, ma sarai nel mio cuore per sempre”. A scrivere le commoventi parole è il vice presidente dell’Inter, Javier Zanetti, in un post dedicato a suo papà Rodolfo, morto nelle scorse ore. Zanetti ha pubblicato una carrellata di immagini con suo papà per dirgli addio.
La notizia della scomparsa di Rodolfo Zanetti era stata divulgata proprio dal club nerazzurro che aveva espresso la sua vicinanza alla famiglia.
“L’Inter esprime il proprio cordoglio e si stringe attorno al vice presidente Javier Zanetti per la scomparsa del padre Rodolfo. A lui l’abbraccio di tutta la famiglia nerazzurra e della proprietà”, si legge nella nota.
Traduzione: Mi hai aspettato per l’ultimo abbraccio, l’ultima carezza sulla mano, l’ultimo bacio… Sarai presente in tutti i momenti della mia vita. Mi fa male l’anima, ma sarai nel mio cuore per sempre. Mi mancherai tanto vecchio caro!!!!
L’epicentro è stato registrato a circa 11 chilometri a est-sudest della zona di Calape
Un terremoto di magnitudo 6.9 è stato registrato oggi, martedì 30 settembre, al largo della costa delle Filippine. L’epicentro, secondo l’Us Geological Survey, è stato registrato a circa 11 chilometri a est-sudest della zona di Calape, nella provincia di Bohol con una popolazione di circa 33mila persone.
L’ufficio di sismologia locale ha avvertito di una possibile “lieve alterazione del livello del mare” e ha chiesto agli abitanti delle isole di Leyte, Cebu e Bilirandi “stare lontani dalla spiaggia“. “Non c’è alcun rischio tsunami collegato a questo terremoto“, hanno fatto sapere dal Centro allerta tsunami nel Pacifico. I dati iniziali parlavano di magnitudo 7, che è stata poi corretta. Non ci sono al momento notizie di conseguenze a causa del sisma.
Entrambe le coalizioni escono con le ossa rotte dal voto. Sala in silenzio, FI esce dall’aula e spacca il centrodestra. FdI: «Così ci indeboliscono». Il dietrofront di Fumagalli e le riserve sciolte da Romano
La svolta arriva pochi minuti prima dell’apertura della seduta. Forza Italia, con una mossa neanche troppo a sorpresa, annuncia che uscirà dall’aula al momento del voto. La tensione cala. La maggioranza di centrosinistra, anche se orfana di 7 voti, è ingrado di far passare la delibera, il centrodestra si spacca e si scioglie come neve al sole: Palazzo Marino ha appena venduto San Siro e la grande area intorno allo stadio a Milan e Inter per 197 milioni. Il voto finale arriva a tarda notte, intorno alle 4, dopo una maratona di quasi 12 ore che ha messo a dura prova i consiglieri (qui le immagini). La discussione interminabile su ognuno dei 239 emendamenti si interrompe bruscamente quando la maggioranza mette in atto il canguro, ossia la manovra antiostruzionismo che in un sol colpo annulla tutti gli emendamenti simili. Alla fine il pallottoliere segna 24 favorevoli, 20 contrari (tutto il centrodestra senza Forza Italia) e due consiglieri che non hanno partecipato al voto.
È il primo punto fermo di una storia infinita. Sei anni di stop and go, polemiche, esposti, ricorsi. E paradossalmente si torna al punto di partenza quando nel 2019 le squadre presentarono il loro primo progetto. Con un’unica differenza: se prima San Siro e l’area venivano date in concessione, adesso è una vera e propria vendita. Un nuovo stadio da 71.500 posti, affidato alle mani di Lord Norman Foster e di David Manica, un tandem già rodato con la demolizione e la ricostruzione di un altro impianto iconico: il Wembley Stadium. Ora, esposti e inchieste permettendo, si procederà di gran fretta all’ultimo atto, il rogito vero e proprio, prima che scatti il vincolo sul secondo anello il 10 novembre rendendo di fatto impossibile la demolizione del Meazza.
Aula piena. Il sindaco Beppe Sala non proferisce verbo. Tocca alla vicesindaca, Anna Scavuzzo, fare gli onori di casa. Ancora non è chiaro quello che potrebbe succedere. All’appello manca il nome diMarco Fumagalli, capolista della Lista Sala, il venticinquesimo voto, quello che metterebbe in sicurezza la maggioranza senza aver bisogno dell’aiuto dell’opposizione.Quando finalmente si presenta in aula, l’assessore al Bilancio, Emmanuel Conte si mette a marcarlo come Gentile su Maradona. Il Fuma, come lo chiamano i colleghi, dribbla. Si chiude nello stanzino dedicato alla stampa. «Ieri, mi avete chiamato in 140 — sbotta con i giornalisti —, non ho risposto a nessuno tranne a un numero che pensavo fosse un mio paziente». Alla fine si smolla, lasciando però aperte almeno un paio di porte: «Non voterò sì».
Che può significare o voto contro o mi astengo o esco dall’aula. I riflettori però si spengono in fretta. Tutta l’attenzione si sposta sul centrodestra. Letizia Moratti, presidente della Consulta azzurra, l’aveva detto giorni fa. «Siamo pronti a sederci a un tavolo per sostenere il progetto delle due squadre con la cittadella sportiva e commerciale,destinando una parte importante a funzioni pubbliche». Ieri, è stata molto più diretta. «Non possiamo certo ignorare i limiti di questo provvedimento, né tantomeno condividerne pienamente i contenuti — afferma Moratti — ma la nostra responsabilità verso la città ci impone una scelta chiara: evitare che Milano venga paralizzata da contrapposizioni ideologiche o da calcoli politici». La conferma arriva dal coordinatore regionale Alessandro Sorte: «Noi scegliamo di tutelare la città di Milano. Oggi rivendichiamo con chiarezza la nostra scelta: Forza Italia salva Milano».
È la sliding door della seduta. Uscendo dall’aula, tre azzurri su quattro (resta solo Alessandro De Chirico), il quorum si abbassa. La maggioranza non ha più bisogno di 25 voti, non deve più corteggiare il Fuma o gli altri contrari. Il contraccolpo è tutto nel centrodestra. La vicesegretaria della Lega, Silvia Sardone, utilizza tutti i suoi decibel: «Non avrei mai immaginato che la delibera potesse passare per colpa di qualcuno della mia stessa coalizione. Mercoledì ho letto un comunicato in cui FI diceva che avrebbe votato contro e che la posizione del centrodestra era compatta nel dire no. Noi non faremo mai la stampella del centrosinistra». Tocca aFdI bissare l’intervento: «FI indebolisce il ruolo del centrodestra». La morale? Che entrambe le coalizioni escono a pezzi da questo voto.Il centrosinistra orfano dei tre Verdi, un ambientalista e tre consiglieri Pd senza neanche la soddisfazione di avercela fatta con le sue sole forze. Il centrodestra senza i rappresentanti di Forza Italia che si sono portati via il pallone.
Visto il faro acceso su Milano, non solo per la vendita di San Siro ma anche per le inchieste sull’urbanistica, i mal di pancia sono destinati ad arrivare anche a Roma.Si va avanti nella notte: 239 emendamenti, 200 vengono cassati con un emendamento tagliola. Sala si siede solitario a mangiare un panino alla buvette. Anche se la vendita è ormai cosa fatta, l’umore che prima segnava pessimo si rasserena.
“Grazie per avermi insegnato tutto quello che so. Ti sarò sempre grato e ti apprezzo. La vita non sarà più la stessa“. Lo scrive sui suoi social Romelu Lukaku, annunciando la morte del padre Roger.
“Proteggendomi e guidandomi come nessun altro potrebbe fare. Il dolore e le lacrime scendono alla grande, ma Dio mi darà la forza di rimettermi in sesto – scrive -. Grazie di tutto, Roger Menama Lukaku Vieux Roy (per i suoi amici). Mon Papa“.
Traduzione completa da Instagram: Grazie per avermi insegnato tutto quello che so. Ti sarò sempre grato e ti apprezzo. La vita non sarà più la stessa. Proteggermi e guidarmi come nessun altro potrebbe fare. Non sarò più la stessa Il dolore e le lacrime scendono alla grande Ma Dio mi darà la forza di rimettermi in sesto Grazie di tutto Roger Menama Lukaku Vieux Roy (per i suoi amici)
Un giovane Romelu Lukaku (sinistra) con suo papà Roger (destra). Il padre è scomparso all’età di 58 anni – Credit Foto Twitter
Roger Lukaku, padre del calciatore Romelu in forza al Napoli, se ne è andato nella sua casa di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, all’età di 58 anni. Non sono ancora noti i motivi della scomparsa. Romelu e la dedica su Instagram: “Grazie per avermi insegnato tutto”.
“Grazie per avermi insegnato tutto quello che so, ti sarò per sempre grato”, si apre così la dedica di Romelu Lukaku al padre Roger, scomparso oggi all’età di 58 anni. Le notizie delle ultime ore sono state confermate dai messaggi lasciati dall’attaccante sui social e che confermano il lutto che ha colpito il giocatore del Napoli.
Roger Lukaku, ex calciatore, se ne è andato nella sua casa di Kinshasa,nella Repubblica Democratica del Congo, anche se non sono ancora noti i motivi della scomparsa. Lukaku ha deciso di ricordare il padre su Instagram cancellando tutti post e lasciando una loro foto insieme di tanti anni fa, insieme a un messaggio toccante: “Grazie per avermi insegnato tutto ciò che so. Ti sarò per sempre grato. La vita non sarà più la stessa. Proteggimi e guidami come nessun altro può fare. Io non sarò più lo stesso. Il dolore e le lacrime scendono. Ma Dio mi darà la forza di tornare“.
Articolo di alessandro54, realizzato con l’ausilio di ChatGPT, AI di OpenAI.
Morti sul lavoro: un bilancio sempre drammatico – Ogni anno, purtroppo, numerosi lavoratori perdono la vita durante lo svolgimento delle proprie mansioni. Le cause principali sono spesso incidenti diretti, come cadute, schiacciamenti o contatti con macchinari, ma non mancano casi di malori improvvisi verificatisi sul luogo di lavoro. Si tratta di eventi che non solo colpiscono le famiglie, ma ricordano quanto sia fondamentale la sicurezza sul lavoro, il rispetto delle norme e la prevenzione. Ogni morte sul lavoro è un monito a non abbassare mai la guardia, perché dietro ogni dato statistico c’è sempre una storia personale di sacrificio e fatica.
Riflessione finale: Questa tragedia mette in evidenza un tema spesso trascurato: l’età dei lavoratori e la loro sicurezza. Un operaio di 65 anni che muore in cantiere ci ricorda quanto sia importante rispettare i limiti fisici, garantire ambienti di lavoro sicuri e valorizzare la prevenzione. Dietro ogni dato statistico c’è sempre una persona con una storia, una famiglia e un percorso di sacrificio.
Lutto nel mondo del calcio per la scomparsa del padre del vice presidente dell’Inter
Javier Zanetti con il papà Rodolfo in una foto apparsa sulla pagina Instagram dell’ex calciatore nerazzurro
Lutto nel mondo del calcio e in particolare all’interno del club nerazzurro per la scomparsa di Rodolfo Zanetti, padre di Javier, ex capitano e attuale vice presidente dell’Inter. A renderlo noto è stato il club con un comunicato stampa diffuso in mattinata.
“L’Inter esprime il proprio cordoglio e si stringe attorno al vice presidente Javier Zanetti per la scomparsa del padre Rodolfo. A lui l’abbraccio di tutta la famiglia nerazzurra e della proprietà”, si legge nella nota.
Il messaggio del club
L’Inter si stringe attorno a Zanetti per la scomparsa del padre Rodolfo: il messaggio del club
È scomparso il papà del vicepresidente nerazzurro. Il messaggio di cordoglio dell’Inter
Javier Zanetti
Un momento di dolore ha colpito tutta la famiglia nerazzurra. Rodolfo, il papà del vicepresidente nerazzurro Javier Zanetti, è scomparso nelle scorse ore. Con un messaggio postato sui social, il club nerazzurro esprime il proprio cordoglio.
“L’Inter esprime il proprio cordoglio e si stringe attorno al Vice President Javier Zanetti per la scomparsa del padre Rodolfo. A lui va l’abbraccio di tutta la famiglia nerazzurra e della Proprietà“, si legge nel messaggio postato dall’Inter.
L’Inter esprime il proprio cordoglio e si stringe attorno al Vice President Javier Zanetti per la scomparsa del padre Rodolfo. A lui va l’abbraccio di tutta la famiglia nerazzurra e della Proprietà.
Traduzio Instragram: Ci dispiace comunicare la scomparsa di Rodolfo “Pichon” Zanetti, padre di Javier e Sergio. In questo momento difficile e difficile accompagniamo la famiglia Zanetti. Le nostre condoglianze a Sergio, Javier, sua moglie Paula e ai loro figli Sol, Ignacio e Tomas. Il C.A. Workshop è con voi.
Tristeza. Lo confirmaron Talleres de Escalada y el Inter de Italia en sus redes sociales. Tenía 93 años.
Murió Rodolfo “Pichón” Zanetti, el papá de Javier “Pupi” Zanetti.
Talleres de Escalada informó esta mañana una triste noticia: fallecióRodolfo “Pichón” Zanetti, el padre del Pupi Javier Zenetti. Tenía 93 años.
“Es un día muy triste para toda la familia de Talleres. Lamentamos comunicar el fallecimiento de Rodolfo “Pichon” Zanetti, padre de Javier y Sergio. Nuestras condolencias en este difícil y duro momento a la familia Zanetti. El C.A.Talleres está con ustedes“, expresó el club en sus redes sociales.
Traduzione aGoogle : Il Talleres de Escalada ha annunciato questa mattina una triste notizia: Rodolfo “Pichón” Zanetti, padre di Pupi Javier Zenetti, è scomparso. Aveva 93 anni. “Questo è un giorno molto triste per tutta la famiglia del Talleres. Ci dispiace annunciare la scomparsa di Rodolfo “Pichón” Zanetti, padre di Javier e Sergio. Le nostre condoglianze vanno alla famiglia Zanetti in questo momento difficile e difficile. Il C.A. Talleres è con voi”, ha dichiarato il club sui suoi social media.
Ai ballottaggi le alleanze fermano l’Afd nelle città chiave. A Dortmund cade una roccaforte Spd dopo 79 anni di dominio. Il cordone sanitario funziona ancora, ma i sondaggi premiano Weidel. La Germania resta divisa tra Est e Ovest, con il vento populista che soffia forte.
Foto: il cancelliere e leader della Cdu-Cus, Friedrich Merz, tira un sospiro di sollievo dai risultati dei ballottaggi in Vestfalia
Questa volta il “cordone sanitario” ha funzionato. Nei ballottaggi comunali in Vestfalia, cuore industriale della Germania, l’ultradestra di Alternative für Deutschland (Afd) è stata respinta dall’asse tra Cdu e Spd, che avevano annunciato sin dal primo turno la volontà di collaborare pur di impedire ai candidati di Alice Weidel di conquistare poltrone da sindaco.
Il cordone sanitario regge – A Gelsenkirchen, Duisburg e Hagen l’esperimento è riuscito. A Gelsenkirchen la socialdemocratica Andrea Henze ha travolto Norbert Emmerich (Afd) con il 66,9% dei voti. A Duisburg il sindaco uscente Soeren Link (Spd) ha ottenuto un risultato plebiscitario: 78,6% contro il 21,4% del rivale Carsten Gross. A Hagen, infine, il candidato della Cdu Dennis Rehbein ha avuto la meglio sull’ultradestra Michael Eiche.
Il messaggio è chiaro: quando i due grandi partiti storici scelgono la convergenza, l’Afd resta fuori dalle stanze del potere. Ma resta il timore che si tratti solo di una barriera temporanea, difficile da mantenere a livello nazionale.
Dortmund rompe la tradizione – A fare notizia, però, è stato soprattutto l’esito diDortmund. La città, storica roccaforte rossa da 79 anni, ha visto il successo del candidato cristianodemocratico Alexander Omar Kalouti, che ha raccolto il 52,9% contro il 47% del socialdemocratico Thomas Westphal. Un ribaltone che segna la fine di un’era e che ha già acceso un acceso dibattito interno alla Spd.
In parallelo, gli occhi restano puntati su Colonia, dove la prospettiva di un sindaco verde aprirebbe un nuovo fronte politico, spostando ulteriormente gli equilibri in un Land cruciale per il futuro della Germania.
Un partito in crescita nazionale – Se nei municipi la diga ha retto, i sondaggi raccontano un’altra verità. Secondo l’ultimo rilevamento Forsa, l’Afd sarebbe oggi il primo partito tedesco con il 27% delle intenzioni di voto, superando di due punti l’Unione di Cdu-Csu. Per il cancelliere Friedrich Merz e i socialdemocratici di governo, si tratta di un campanello d’allarme che non può essere ignorato.
L’ultradestra ha già consolidato posizioni nell’Est, dove ha conquistato alcuni municipi nonostante l’isolamento politico. Nessun altro partito, almeno finora, ha accettato di collaborare con i populisti,ma le tensioni locali e la pressione elettorale potrebbero incrinare il fronte comune.
L’ombra della normalizzazione – Le analisi degli osservatori segnalano un fenomeno preoccupante: la progressiva normalizzazione dell’immagine di Afd, nonostante gli avvertimenti dei servizi di sicurezza sul rischio estremista. Un processo che potrebbe trasformare il partito da outsider a forza strutturale del sistema politico, ribaltando equilibri storici.
Il clima che si respira è stato ben riassunto dal tabloid Bild, che ha seguito minuto per minuto i risultati: “Nessun miracolo blu in Vestfalia”, scriveva a urne chiuse, celebrando allo stesso tempo la “vittoria sensazionale della Cdu a Dortmund, dopo 80 anni di Spd”.
Germania sospesa tra due anime – La Germania esce da questo voto locale con una certezza e una contraddizione. Da un lato, il muro Cdu-Spd si dimostra ancora efficace nel fermare l’onda nera dell’ultradestra. Dall’altro, i numeri dei sondaggi raccontano di un Paese che si avvicina sempre di più a un bivio storico. L’Ovest resiste, l’Est spinge, e la tenuta della grande coalizione appare fragile di fronte al vento populista che soffia sempre più forte.
Lo sfogo per la sostituzione, la risposta piccata del tecnico, ma non solo. L’ex City influisce anche sul rendimento degli altri, a partire da McTominay…
Che l’interlocutore per sfoghi di quel tipo sia quello sbagliato è lapalissiano e a chiarirlo, se mai ce ne fosse bisogno, è proprio la storia di Antonio Conte. Per informazioni chiedere a Lautaro Martinez,apostrofato in malo modo dal tecnico allora all’Inter proprio dopo un gesto di evidente stizza susseguito a una sostituzione. L’allenatore scudettato tutto sopporta tranne che venga messa in discussionela sua leadership. Lui decide, gli altri eseguono, possibilmente in silenzio. Quali che siano gli altri in questione. Il messaggio aKevin De Bruyne, appunto non uno qualunque, è stato per questo estremamente chiaro: “Mi auguro fosse contrariato per il risultato – ha detto a margine della sconfitta contro il Milan– perché se era contrariato per qualche altra cosa ha preso la persona sbagliata“. Punto e a capo. Così, almeno, c’è da augurarsi dalle parti di Napoli.
Già, perché ricucire lo strappo con De Bruyne, professionista esemplare che, con ogni probabilità, dimenticherà al più presto l’accaduto (sostituzione, appunto, non gradita), è assolutamente imprescindibile, non fosse altro che l’ex City, fiore all’occhiello del mercato del Napoli, avrebbe dovuto garantire ai campioni d’Italia quel salto di qualità necessario a ripetersi in campionato e giocare da protagonisti in Champions. Avrebbe dovuto, perché fin qui, al netto dei tre gol messi a referto (uno su punizione e due su rigore), KdB non ha esattamente esaltato il gioco della squadra e, anzi, ha costretto Antonio Conte a modificarne gli equilibri dirottando, ad esempio, McTominay largo a sinistra in una posizione del campo che ne limita l’efficacia in zona gol. Efficacia che lo scorso anno risultò decisiva per il titolo.
Quindi? Quindi non è scontato che Antonio Conte riparta subito da De Bruyne, cui potrebbe concedere un turno di riposo anche per valutare nuove soluzioni tattiche. Neres, per dirne uno, a San Siro ha portato brillantezza, ampiezza e pericolosità nei minuti in cui è stato in campo. Rinunciarvi per fare obbligatoriamente spazio a De Bruyne potrebbe essere un errore che Conte, magari, deciderà di non ripetere. Aggiungiamo: la posizione in campo del belga lo porterà nuovamente a essere tra i primi a entrare nelle rotazioni a gara in corso. Lo accetterà? In fondo si aspettava a Napoli un ruolo da assoluto protagonista cui è abituato da sempre. Il caso, insomma, si chiuderà ma non è chiuso. Mercoledì, in Champions contro lo Sporting, la prima risposta.
Gli azzurri del ct De Giorgi hanno vinto la finale del Mondiale 2025
L’Italia – Ipa/Fotogramma
L’Italia ha vinto i Mondiali di pallavolo maschile 2025. Gli azzurri hanno battuto oggi, domenica 28 settembre, la Bulgaria 3-1 con il punteggio di 25-21, 25-17, 17-25, 25-10nella finale della rassegna iridata di scena a Manila, nelle Filippine. La squadra allenata da ct Fefé De Giorgi si conferma così campione del mondo dopo il successo del 2022.
La partita – Primo set combattuto fin dai primi punti in cui l’Italia prova a strappare affidandosi ai ‘soliti’Michieletto e Romanò, ma la Bulgaria di ct Blengini resta incollata nel punteggio. Gli azzurri salgono poi di livello a muro e riescono ad allungare nel punteggio portando a casa il primo parziale 25-21. La reazione bulgara arriva a inizio secondo set. Nikolov prova a suonare la carica e la sua Nazionale si ritrova avanti, ma la gioia dura poco. L’Italia ritrova compattezza in difesa e continuità al servizio:Giannelli piazza il muro e Romanò firma un altro ace, permettendo il sorpasso azzurro. Da quel momento è un dominio certificato dal risultato del secondo parziale: 25-17.
Nel terzo set l’Italia riparte da dove aveva lasciato. Romanò è ancora devastante al servizio, trovando il quinto ace della sua partita, la Bulgaria prova a salire di livello in attacco per restare punto a punto. La squadra di Blengini strappa ottenendo un vantaggio di quattro punti sul 15-10 grazie a Nikolov, vincente al servizio e a muro, con gli azzurri imprecisi soprattutto in ricezione. De Giorgi prova a muovere la panchina e l’Italia accorcia nel punteggio, spinta dall’asse Giannelli-Michieletto, campioni d’Italia con Trento. La Bulgaria però non si scompone e riesce a portare a casa il parziale 25-17.
L’Italia reagisce subito a inizio quarto set. Gli azzurri vanno avanti sul 9-3 spinti da Michieletto, incisivo in attacco e a muro, e Bottolo, che dopo un terzo parziale deludente si è ripreso il posto nel sestetto titolare. Passano i punti e la Bulgaria si scoraggia, con l’Italia che ne approfitta e aumenta il proprio vantaggio, volando sul 19-10. Il resto è un lento avvicinarsi alla festa azzurra, che esplode quando il quarto set si conclude con un 25-10 che certifica la superiorità della squadra di De Giorgi . L’Italia è campione del mondo, di nuovo.
Il ragazzo partecipava a una gara, l’allarme è scattato quando gli organizzatori si sono accorti che non era arrivato al checkpoint
Si è perso durante una maratona ed è stato ritrovato in ipotermia dopo alcune ore, quando gli organizzatori si sono accorti che non era arrivato a un checkpoint. È grave un ragazzo di 18 anni di Griante (Como), trovato in ipotermia dai vigili del fuoco questo pomeriggio nella cresta tra monte Bregagno, sulla sponda occidentale del lago di Como, e Sasso Bellarona. Il giovane stava partecipando a una gara maraton trail sul lago di Como con partenza da Menaggio ma probabilmente si è perso, ha sbagliato strada ed è finito in una zona impervia e fredda.
L’allarme è scattato intorno alle 15 e immediatamente sono scattate le ricerche. È stato attivato l’elicottero Drago dei Vigili del fuoco con Imsi Catcher, una squadra SAF da Como e i vigili del fuoco di Menaggio e Dongo. La squadra del soccorso alpino è stata portata in quota dall’elicottero e intorno alle 18.30 il ragazzo è stato individuato e raggiunto. I soccorritori hanno prestato le prime cure mediche sul posto. Poi, vista la gravità delle sue condizioni, il 18enne è stato portato in ospedale, a Bergamo, in codice rosso.
Si è spento a 95 anni. Entrato in Rai nel 1960, introdusse alla Domenica Sportiva l’innovazione che avrebbe rivoluzionato il dibattito calcistico
Carlo Sassi – Milano, 1º ottobre 1929 – 28 settembre 2025 – è stato un giornalista italiano.
Il mondo del giornalismo è in lutto per la scomparsa di Carlo Sassi, morto oggi all’età di 95 anni. E’ stato l’uomo che ha inventato la moviola. Nato a Milano il 1° ottobre 1929, Sassi era entrato in Rai nel 1960, iniziando fin da subito a collaborare con La Domenica Sportiva. In anni in cui la televisione sportiva era alla ricerca di nuove forme per raccontare il calcio, Sassi introdusse – e rese celebre – un’innovazione che avrebbe rivoluzionato il dibattito calcistico: la moviola televisiva. Grazie a lui la moviola divenne uno strumento centrale, capace di far discutere milioni di italiani dopo ogni partita.
LA PRIMA MOVIOLA – Una data chiave nella sua carriera è il 22 ottobre 1967, quando durante un derby Milan?Inter si verificò un episodio controverso: un gol di Gianni Rivera fu convalidato, ma dalle immagini rallentate si concluse che la palla non aveva oltrepassato completamente la linea di porta. Quell’evento segnò l’inizio della centralità della moviola all’interno di La Domenica Sportiva e nel racconto televisivo del calcio, diventando uno strumento di analisi, confronto e spesso di polemica.
Nel corso degli anni, Sassi curò per lungo tempo la rubrica della moviola all’interno della DS, e negli anni Ottanta condusse anche un segmento chiamato Pronto moviola, in cui commentava in diretta gli episodi controversi della giornata, spesso intervenendo con collegamenti telefonici con i calciatori protagonisti.
La parentesi a Mediaset, il ritorno in Rai – Fino al 1991 rimase legato alla RAI in quel ruolo. Dopo una parentesi in Mediaset (con L’Appello del Martedì) e altri impegni televisivi, tornò in Rai dove, nel 1992, condusse con Sandro Ciotti Quasi Gol e a partire dal 1993 partecipò a Quelli che il calcio affiancando Fabio Fazio e Marino Bartoletti, fino al 2001.
Si tratta del Frecciargento diretto a Lecce che viaggia con 180 minuti di ritardo
Sabato nero per i trasporti. La circolazione sulla linea Alta Velocità Roma-Napoli risulta rallentata per un guasto tecnico alla linea vicino a Cassino. I treni Alta Velocità possono registrare un maggior tempo di percorrenza fino a 60 minuti ed essere instradati sul percorso alternativo via Cassino.Tre sono i treni direttamente coinvolti e attualmente fermi, come rende noto il sito di Trenitalia:FR 9648 Napoli Centrale (14:55) – Milano Centrale (19:24), FR 9428 Napoli Centrale (15:04) – Venezia Santa Lucia (20:34) e FA 8317 Roma Termini (15:52) – Lecce (21:48).
Ma nel caso del Frecciargento diretto a Lecce, il convoglio è rimasto bloccato per circa un’ora alla stazione Prenestina, quando gli altoparlanti hanno annunciato la decisione di fare ritorno a Termini in retromarcia.
“Arriveremo lì con 150 minuti di ritardo“, hanno denunciato i viaggiatori stremati a bordo del treno. Il treno ha infine fatto rientro a Termini per poi ripartire verso Caserta, percorrendo la linea convenzionale con un ritardo complessivo di 180 minuti.
Se è improprio parlare di un clima invernale, da mercoledì una corrente siberiana porterà sull’Italia una situazione tipica di un clima tardo autunnale, decisamente insolita per essere all’inizio della prima decade di ottobre. Temperature già fino a valori di 4-6 °C sotto la media del periodo
Allerta meteo arancione in Lombardia e gialla in Emilia-Romagna, Sicilia, Abruzzo, Marche e Calabria. Lo segnala la Protezione civile dopo l’arrivo sul nostro paese di due aree depressionarie che porteranno maltempo anche le estreme regioni del Sud con temporali anche localmente intesi.
Se al Nord Italia correnti nord europee porteranno ad un abbassamento delle temperature prima di scivolare via lungo l’Adriatico, una seconda struttura depressionaria si sta sviluppando sul Nord Africa e determinerà il maltempo più intenso su Sicilia e Calabria.
L’ondata di freddo in arrivo sull’Italia
Un peggioramento di stampo tardo-autunnale è poi atteso per la prossima settimana per l’arrivo di un impulso di aria fredda proveniente dalla Siberia. Le correnti di aria fredda convogliata verso il Mediterraneo si troveranno a passare sulle acque ancora miti favorendo la formazione di un vortice ciclonico che porterà un diffuso maltempo sull’Italia a partire da mercoledì. Oltre a piogge e temporali, forti venti porteranno a un deciso calo delle temperature che potrebbe causare le prime nevicate a quote medio alte (1600/1800 metri) anche sull’Appennino.
Crollo termico: fino a 6 gradi sotto la media – Se è improprio parlare di un clima invernale, da mercoledì si potrebbe verificare una situazione tipica di un clima tardo autunnale, decisamente insolita per essere all’inizio della prima decade di ottobre, con un crollo termico fino a valori di 4-6 °C sotto la media del periodo.
In concreto, potremmo avere temperature minime tra i 5 °C e i 10 °C al Nord Italia e sulle zone di bassa collina, in particolare sui versanti adriatici, e temperature massime tra i 13 °C e i 17 °C sempre al Nord Italia e sui versanti adriatici. Sulle zone occidentali del Paese, i valori sarebbero di un paio di gradi più alti ma comunque decisamente sotto la media del periodo. Lo zero termico scenderebbe a un’altitudine compresa tra i 1.500 e i 2.000 metri, sempre sui versanti orientali della penisola, questo porterebbe minime sotto lo zero a quote superiori ai 1.000 metri nelle zone appenniniche.
Secondo i meteorologi, la situazione dovrebbe migliorare da domani: l’allerta arancione per rischio idrogeologico è in vigore fino alle 18 di oggi su Lario e Prealpi occidentali
La tempesta Alessio – l’intensa perturbazione atlantica che negli ultimi giorni ha portato sul nord Italia una violenta ondata di maltempo, così denominata dal servizio meteorologico dell’Aeronautica militare – non molla la presa sulla Lombardia e in particolare sul Comasco, già messo a dura prova dai recenti nubifragi: mentre è ancora in vigore fino alle 18 l’allerta arancione della Protezione civile per rischio idrogeologico sulla zona del Lario e delle Prealpi occidentali, nella giornata di oggi sono stati una decina gli interventi di soccorso urgente effettuati dai Vigili del fuoco del comando di Como nella zona di Albavilla, dove le strade sono state imbiancate da un’abbondante grandinata.
“La situazione è addirittura peggiore di quella di lunedì scorso” scrivono disperati gli abitanti sui social, condividendo le immagini della grandine che va ad aggiungersi ai fiumi di acqua e fango.
E un altro utente scrive: “In cinque minuti si è scatenato l’inferno, con pioggia, vento forte e grandine. Sembra neve”.
Sul posto sono al lavoro le squadre dei Vigili del fuoco delle sedi di Como, Cantù ed Erba.
Secondo il bollettino meteorologico di Arpa Lombardia, sulla regione “persistono condizioni di instabilità fino a domenica, quando il minimo si sposterà verso sudest dalla sua posizione attuale appena a nordovest dell’Italia. Cielo a tratti molto nuvoloso con precipitazioni sparse, localmente anche di moderata o forte intensità e possibili temporali”.
Dal pomeriggio di oggi si verificherà un graduale spostamento delle precipitazioni verso la Lombardia orientale, con possibili temporali. Ci saranno poi schiarite a partire dal Piemonte in estensione in serata alla Lombardia occidentale.
Domenica e lunedì è previsto “un miglioramento del tempo con molto spazio per il sole e temperature massime in aumento – continuano dall’Arpa regionale – Da metà della prossima settimana si prevede l’avvicinamento di una nuova area depressionaria da nordovest con aumento della nuvolosità e possibilità di acquazzoni sparsi”.
Gli esperti del Centro geofisico prealpino di Varese spiegano che “il vortice depressionario che è in evoluzione sulla regione alpina dalla scorsa domenica si esaurisce con le piogge di oggi. Domani e lunedì miglioramento con temperature che rientreranno nella norma stagionale”.
La situazione potrebbe subire un nuovo peggioramento fra martedì e mercoledì, quando “il transito di una debole perturbazione porterà passaggi nuvolosi, ma poche piogge”.
Massimo Moratti è a casa dopo circa un mese in cui è stato ricoverato all’Istituto Humanitas di Rozzano (Milano) a causa di una polmonite. L’ex presidente dell’Inter – che è stato intubato nel reparto di terapia intensiva per una settimana – è stato dimesso nella mattinata del 27 settembre.
I PRECEDENTI –Moratti, che lo scorso maggio ha festeggiato gli ottant’anni con una festa a sorpresa organizzata dai cinque figli e dalla moglie Milly, nel settembre del 2023 era stato ricoverato all’ospedale Galeazzi di Milano per un delicato intervento al cuore. L’imprenditore, allora 78enne, si era sottoposto a un’angioplastica coronarica, una procedura programmata per risolvere un problema di ostruzione alle arterie. L’intervento, eseguito in anestesia locale, aveva avuto un esito positivo. Dopo circa 48 ore, Moratti era stato dimesso dall’ospedale ed era tornato a casa per proseguire il periodo di convalescenza.
L’artista aveva 82 anni. Sei volte a Sanremo, le tournée internazionali, fu sposato con Dora Moroni
Addio a Christian, il cantante di Cara e di Daniela, la voce che negli anni Ottanta – nel periodo del suo maggior successo – fu definita la risposta italiana a Julio Iglesias. Aveva 82 anni ed era ricoverato al Policlinico di Milano.
Nato a Palermo l’8 settembre 1943, Christian(Gaetano Cristiano Vincenzo Rossi) ha avuto una carriera pluridecennale e milioni di dischi venduti. Fu una delle voci simbolo della musica italiana. Nel 1986 il cantante si era sposato con Dora Moroni, showgirl famosa in quegli anni, dalla quale si separò nel 1997.
A suggerirgli il nome fu Mina, all’inizio della carriera. Il consiglio di farsi chiamare Christian gli fu dato per renderlo più internazionale ed evitare una pericolosa cacofonia.
Fu anche calciatore nelle giovanili del Palermo e poi a Mantova ma un infortunio lo costrinse ad abbandonare e a dedicarsi alla musica.
Vinse prima il concorso Voci Nuove di Milano (dove la famiglia si era trasferita) e il suo primo contratto discografico, e poi il Festivalbar 1970 nella sezione giovani con il brano Firmamento.
Negli anni Settanta fu protagonista a teatro come attore e cantate di musical (lavorò anche con Mariangela Melato) e in fotoromanzi di successo. Debuttò anche al cinema con Renzo Arbore e al fianco di Roberto Benigni.
Negli anni Ottanta raggiunse l’apice del successo (fu anche uno dei primi a cantare per il papa Giovanni Paolo II): nel 1982 arriva Daniela, che insieme a Cara del 1984, rimarrà uno dei suoi più grandi successi scalando le classifiche di mezzo mondo e rimanendo ai primi posti dei dischi più venduti per quasi un anno.
In quel decennio partecipò a sei edizioni del festival di Sanremo: 1982, 1983, 1984, 1985, 1987 e 1990 senza però riuscire mai a vincere riuscì a ottenere il terzo posto di Cara nel 1984. Per la sua voce scrissero Bruno Lauzi, Mogol, Malgioglio.
E con le sue tournée raggiunse Australia, Jugoslavia, Sud Africa, Grecia e l’America, su palchi prestigiosi come il Madison Square Garden di New York.
Ad attirare l’attenzione, però, fu anche la sua vita privata. Fece discutere il matrimonio nel 1986 con Dora Moroni, la cui carriera era stata interrotta da un brutto incidente d’auto.
Un’unione in cui non mancarono da parte della donna accuse di tradimenti e violenze domestiche. I due però negli ultimi anni erano tornati amici esibendosi insieme e incidendo in coppia nel 2017 Paradiso e Inferno, un brano che raccontava la loro travagliata storia d’amore.
Il giovane, cresciuto nelle giovanili dei Gunners, non ce l’ha fatta: l’incidente sabato scorso con il suo Chichester City, poi il coma farmacologico e un intervento, ma le lesioni erano troppo gravi. Cordoglio del club: “Siamo devastati”
Billy Vigar, 21 anni, ex calciatore delle giovanili dell’Arsenal, è morto a seguito di una grave lesione cerebrale riportata sabato scorso durante una partita con il suo Chichester City. L’incidente è avvenuto all’inizio della sfida contro il Wingate & Finchley, nell’Isthmian Premier Division, settima serie. Secondo le ricostruzioni inglesi, il ragazzo avrebbe battuto la testa contro una superficie dura a bordocampo. Il club ha spiegato in una nota che “Vigar era stato indotto in coma farmacologico e martedì aveva subito un intervento chirurgico per aumentare le possibilità di recupero, ma la lesione si è rivelata troppo grave. La sua famiglia è devastata che questo sia accaduto mentre giocava allo sport che amava“. “Siamo devastati nell’apprendere che Billy Vigar ci ha lasciati“, ha dichiarato la Federazione calcistica inglese (FA). “Le nostre più sentite condoglianze vanno alla sua famiglia, agli amici, ai suoi cari e a tutto il Chichester City FC in questo momento incredibilmente difficile”.
Traduzione: arsenal Tutti all’Arsenal sono devastati dalla notizia scioccante che l’ex diplomato dell’accademia Billy Vigar è morto. Tutti i nostri pensieri vanno alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento. Riposa in pace, Billy
Chi era Vigar – Vigar era entrato nell’academy dell’Arsenal nel 2017, a 14 anni, firmando da professionista nel 2022. Aveva poi giocato in prestito al Derby, dove aveva militato nella squadra Under 21, e all’Eastbourne Borough, prima di passare a parametro zero all’Hastings United nel luglio 2024. Si era poi unito al Chichester prima dell’inizio di questa stagione. Profondo cordoglio anche da parte della sua ex-squadra: “Tutti all’Arsenal sono devastati dalla scioccante notizia della scomparsa di Billy Vigar, cresciuto nella nostra academy. I nostri pensieri vanno alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento. Riposa in pace, Billy“.
Andrea Holetz, 64 anni, si trovava con il compagno in un campeggio di Spigno Monferrato
L’alluvione in provincia di Alessandria
È stato trovato dai vigili del fuoco il corpo di Andrea Holetz, la turista tedesca di 64 anni dispersa dopo essere stata travolta dalle acque di un torrente in piena nell’Alessandrino. Il cadavere della donna è stato localizzato a circa 4 km a valle del campeggio di Spigno Monferrato dove la vittima si trovava con il compagno e i loro due cani.
La ricostruzione – Secondo quanto ricostruito, i due coniugi si erano accorti dell’arrivo della piena mentre stavano dormendo dopo che il loro camper era stato addirittura spostato dalla furia dell’acqua. Una volta compresa la situazione di pericolo marito e moglie hanno tentato di scappare a piedi. L’uomo è riuscito a mettersi in salvo con uno dei due cani. Quando si è voltato ha però visto che la moglie non c’era più: era stata inghiottita dal fango e trascinata via dalla corrente con un secondo cane.Nel camping, che si trova vicino al torrente Valle, sono rimaste a lungo isolate 15 persone.
La Corte dei Conti solleva dubbi su procedure, motivazioni e stime economiche della delibera Cipess per il Ponte sullo Stretto; attesi chiarimenti entro 20 giorni
La Corte dei Conti blocca l’appalto del Ponte sullo Stretto – Alanews
Roma, 24 settembre 2025 – La Corte dei Conti ha formalmente richiesto chiarimenti al Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS) in merito alla recente delibera che ha autorizzato la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. In un documento indirizzato alla presidenza del Consiglio, la magistratura contabile evidenzia numerose criticità soprattutto relative agli aspetti procedurali e alla completezza delle motivazioni a supporto della decisione.
Le richieste di chiarimento della Corte dei Conti sull’appalto per il Ponte sullo Stretto – Nel testo, la Corte dei Conti sottolinea come alcuni atti relativi alla delibera per la realizzazione del Ponte sullo Stretto siano stati trasmessi tramite modalità peculiari, quali la condivisione di link che rimandano al sito della società Stretto di Messina Spa, e chiede chiarimenti sulla formale acquisizione di tali atti da parte del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili (Mit) e del CIPESS in vista dell’approvazione finale. La Corte ricostruisce anche la tempistica di trasmissione degli atti, chiedendo spiegazioni in particolare sulla trasmissione del provvedimento congiunto Mit-Mef che ha assentito il terzo atto aggiuntivo dell’opera.
Sul profilo procedurale, oltre a sottolineare carenze di legittimità, la magistratura contabile domanda quali valutazioni siano state svolte dal Comitato circa l’efficacia della delibera del Consiglio dei Ministri del 9 aprile 2025. In quella delibera sono stati approvati motivi imperativi di interesse pubblico legati alla salute umana, alla sicurezza pubblica e all’ambiente, nonché l’assenza di idonee alternative progettuali. La Corte richiede altresì aggiornamenti sull’interlocuzione avviata con la Commissione europea, segnalata in seguito a un’informativa trasmessa dalla Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’UE l’11 giugno 2025.
La Corte esprime inoltre perplessità sul disallineamento tra l’importo asseverato dalla società di revisione KPMG (pari a circa 10,48 miliardi di euro) e quello indicato nel quadro economico ufficiale approvato (pari a 10,5 miliardi di euro) e chiede chiarimenti sulle stime di traffico e sul piano tariffario elaborato dalla società di consulenza TPlan Consulting, base fondamentale per il Piano economico-finanziario (PEF).
Il documento ricorda infine che la normativa vigente prevede un termine massimo di 20 giorni per la risposta da parte dell’amministrazione, trascorso il quale la Corte potrà decidere allo stato degli atti.
Le questioni ambientali e le richieste dell’Unione Europea – Parallelamente alle verifiche della Corte dei Conti, l’Unione europea ha avanzato ulteriori richieste di approfondimento riguardo all’impatto ambientale del progetto del Ponte sullo Stretto. A Bruxelles, come riportato da fonti ufficiali e da Bloomberg, sono state individuate aree in cui sono necessari chiarimenti e misure aggiuntive per colmare possibili lacune prima di rilasciare l’autorizzazione ai lavori.
Tra i temi sollevati figurano l’effetto dell’opera sugli habitat animali, le misure di compensazione ambientale e le problematiche relative a acqua, aria e rumore. La lettera della Commissione nasce anche per rispondere a reclami e richieste di informazioni avanzate da associazioni ambientaliste, tra cui quella firmata da Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), che ha evidenziato la necessità di chiarire perché l’Italia abbia proceduto nonostante i vincoli ambientali europei.
Da parte sua, l’amministratore delegato di Stretto di Messina Spa, Pietro Ciucci, ha minimizzato la situazione definendo gli approfondimenti come parte della normale dialettica tra lo Stato italiano e l’Unione Europea. Ha inoltre ricordato che la Commissione Tecnica di Valutazione dell’Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente ha espresso un parere favorevole con prescrizioni da rispettare nel progetto esecutivo.
Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha confermato che l’avvio dei cantieri è previsto per ottobre 2025, condizionato all’ok della Corte dei Conti, e che il completamento dell’opera è stimato entro il 2032, anche se la Commissione europea ha definito tale tempistica “ambiziosa”.
Ancora smottamenti sulla Regina e sulla Lariana, salvate due famiglie rimaste bloccate in casa a Laglio, 10 sfollati tra Brivio e Nesso
La frana sulla provinciale 583 in territorio comunale di Blevio
Como, 24 settembre 2025 – Non si arrestano nel Comasco le conseguenze dell’ondata di maltempo: questa notte i vigili del fuoco del comando di Como e dei distaccamenti sono stati chiamati a effettuare altri novanta interventidi soccorso urgenti in tutta la provincia.
A Laglio sullaStatale Regina, sono state raggiunte emesse in salvodue famiglie bloccate nelle loro abitazioni, mentre unafrana si è abbattuta sulla strada che collega Como alla Val Chiavenna, costeggiando la riva occidentale del lago coinvolgendo un veicolo, ma senza feriti.
Diversi automobilisti in difficoltà sono stati soccorsi a Brienno, mentre altri smottamenti sono avvenuti a Argegno e Colonno. Infine una persona disabile è stata soccorsa a Sala Comacina. La statale non è transitabile al momento, finché non termineranno le operazioni di pulizia.
Sul fronte opposto, sulla provinciale Lariana, oltre a varie richieste intervento per frane, nei Comuni di Blevio e Nesso sono state evacuate altre dieci persone, che si sommano a quelle delle ultime ore. Blocco temporaneo del transito tra Veleso e Nesso, dove sono presenti piante pericolanti a causa di un smottamento non ancora concluso.
Maltempo a Como, il 22 settembre 2025
In città – A Como la polizia locale ha da poco annunciato la chiusura della Statale per Lecco da Lipomo a San Martino. Inoltre rimane chiusa via dei Patrioti a Civiglio: sulla strada sono presenti detriti e non è possibile riaprire in sicurezza.Via Ghislanzoni è invece percorribile. Riaperta via Castelnuovo in direzione San Martino, ma restano chiuse via Santa Marte via Regina Teodolinda. Dalle cinque di questa mattina il Lungo Lago è al percorribile verso piazza Santa Teresa su una corsia di marcia. Per gli autobus, traffico deviato in Ztl da via Cairoli.
Un violento nubifragio ha colpito l’isola di Procida, trasformando le strade in fiumi d’acqua. Il maltempo si è abbattuto questa mattina su gran parte della Campania.
Forio d’Ischia, la situazione stamattina
Come era stato annunciato dal bollettino della Protezione Civile, l’allerta meteo gialla prevista per la giornata odierna, martedì 23 settembre e prorogata anche per domani mercoledì 24, non si è fatta attendere: a partire da questa mattina, violenti nubifragi hanno colpito gran parte della Campania. Particolarmente intensa la bomba d’acqua che si è abbattuta sulle isole flegree del Golfo di Napoli: a Procida e a Ischia l’intenso temporale ha trasformato le strade in veri e propri corsi d’acqua simili a fiumi. A Ischia, in particolare, si registrano strade allagate, scuole evacuate e chiuse.
Sull’isola verde, in località Monterone,due automobili dei carabinieri, parcheggiate negli appositi stalli, sono state travolte e trascinate dalla potenza dell’acqua che ha invaso la sede stradale. Per fortuna, al momento non si registrano feriti. Nella zona della spiaggia di Citara, sempre a Forio, a causa delle abbondanti piogge una voragine si è aperta in strada. In località Porto, una scuola è stata evacuata a causa delle copiose infiltrazioni d’acqua sul tetto, altre due sono state evacuate sempre a Forio. Si stanno effettuando ricognizioni con i droni su tutta la parte alta del territorio per rilevare eventuali criticità. «Non risulta nessuna segnalazione di danni a cittadini», spiega il prefetto di Napoli Michele Di Bari. Anche sull’isola di Capri le piogge intense di stamattina hanno provocato copiose infiltrazioni d’acqua in alcune attività commerciali e depositi e danneggiamenti di alcune strade, senza tuttavia alcun danno alle persone.
In Costiera, tra Sant’Agnello, Sorrento e Piano di Sorrento strade allagate, piccoli smottamenti, fango e detriti e tombini saltati. Chiuse alcune strade invase dall’acqua, blackout elettrici rilevati in tutta l’area costiera. Il Comune di Sorrento ha comunicato che, a causa di un dissesto stradale, il traffico veicolare in via Capo, in prossimità dell’hotel Bristol, procede a senso unico alternato.
Disagi anche in alcune zone di Napoli, come per esempio nell’area occidentale. Nella sede dell’Università Federico II che sorge ad Agnano, come testimoniano anche alcuni video pubblicati sui social, il temporale ha provocato infiltrazioni dal soffitto in alcuni ambienti, con conseguente acqua sul pavimento.
Maltempo Ischia, il sindaco di Forio: “Non uscite di casa” – Come testimoniano anche le immagini diramate dai carabinieri di Ischia, la situazione è particolarmente critica, come detto, nel Comune di Forio. Per questo, il sindaco, Stani Verde, ha invitato la cittadinanza a non uscire di casa: “Si informa la popolazione che, nonostante l’allerta meteo diramata dalla Protezione Civile fosse di livello giallo, in queste ore si stanno registrando forti criticità con allagamenti in diverse zone del territorio comunale. Si raccomanda vivamente di non uscire di casa se non per motivi strettamente necessari, evitando spostamenti a piedi o in auto nelle aree maggiormente interessate” si legge in una nota dell’amministrazione comunale.
I fulmini sul Golfo di Napoli
In pochi minuti centinaia di fulmini sulle isole e nel Golfo – Non solo forti piogge. Insieme ai temporali – come era previsto anche dall’allerta meteo – si è verificata anche una vera e propria tempesta di fulmini: il sito specializzato blitzortung.org mostra infatti come a Ischia e Procida e, in generale sul Golfo di Napoli, si stia registrando una intensa attività elettrica, con centinaia di fulmini “caduti” sulle isole e nel mare circostante.
Vertice in prefettura sui danni causati dal maltempo – Il prefetto di Napoli Michele di Bari ha convocato il Ccs, Centro Coordinamento Soccorsi. Alla riunione hanno partecipato i Sindaci dei Comuni di Forio, di Anacapri e di Capri, i rappresentanti della Protezione Civile regionale, del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, delle Forze dell’ordine nonché i Comandanti delle Capitanerie di Porto di Pozzuoli e di Capri. I sindaci interessati hanno attivato i rispettivi Centri Operativi Comunali con il coinvolgimento anche del volontariato di Protezione Civile.
Alla vigilia della partita di Europa League tra Roma e Nizza le forze dell’ordine francesi hanno arrestato oltre 100 ultras giallorossi prevenendo possibili scontri in città: “Tutte le armi rinvenute sono state sequestrate”.
Un centinaio di tifosi della Roma sono stati arrestati martedì sera a Nizza, alla vigilia della partita di Europa League tra i giallorossi e il club francese. Gli scontri sono avvenuti nel centro della città e hanno coinvolto supporter giallorossi, con 102 persone fermate in possesso di oggetti potenzialmente pericolosi, come comunicato mercoledì mattina dalla prefettura delle Alpi Marittime.
Secondo testimoni citati dal giornale Nice-Matin, la tensione sarebbe esplosa in Place Masséna, nel cuore della città: alcuni tifosi, seduti sulle terrazze di un ristorante, avrebbero lanciato bicchieri contro la polizia, scatenando inseguimenti tra le vie della Vecchia Nizza. Diversi dei protagonisti indossavano cappucci, rendendo la scena ancora più caotica, secondo il quotidiano locale.
24.09.2025, Nice🇫🇷 – As Roma🇮🇹, More than 25 AS Roma arrested in city, click for more here: https://t.co/huOi9Ys8ZP
Tifosi della Roma arrestati a Nizza prima della sfida di Europa League – Secondo quanto riportato dalle autorità locali i supporter giallorossi erano preparati a provocazioni e possibili scontri con i tifosi locali: tutti gli arrestati erano in possesso di armi e strumenti contundenti, ma non si sono registrati episodi di rissa o danni materiali.Le telecamere della città hanno immortalato il loro raduno vicino al parcheggio Sulzer, non lontano dalla Vecchia Nizza e da Place Masséna, dove sono stati sequestrati oggetti come spranghe di ferro e tirapugni.
La Prefettura delle Alpi Marittime ha spiegato che l’intervento rapido e massiccio delle forze dell’ordine ha permesso di evitare scontri e danni fisici e/o materiali: in totale sono state arrestate 102 persone. Una forza di oltre 200 agenti, comprensiva di due unità mobili, è stata schierata nel centro cittadino per prevenire disordini. Nel comunicato stampa del Prefetto si legge: “Questi individui sono stati arrestati e messi a disposizione dell’autorità giudiziaria sotto l’autorità della Procura della Repubblica di Nizza. Tutte le armi rinvenute sono state sequestrate“.
24.09.2025, Nice🇫🇷 – As Roma🇮🇹, AS Roma arrested in city, click for more here: https://t.co/huOi9YrBah
Il procuratore Damien Martinelli ha confermato che, durante i controlli al parcheggio Sulzer e nei pressi della Fontaine du Soleil, le forze dell’ordine hanno trovato armi e dispositivi di protezione come giubbotti antiproiettile. Tutti i fermati sono stati accusati di far parte di un gruppo con l’intento di preparare atti violenti o danni a proprietà, punibili con un anno di reclusione e una multa di 15.000 euro, senza che alcuna violenza fosse stata commessa prima o dopo l’arresto.
Lo stesso procuratore ha confermato la sequenza degli eventi in una dichiarazione e ha raccontato l’accaduto: “Per effettuare controlli di identità sulle persone nell’ambito delle requisizioni giudiziarie emesse, la polizia si è avvicinata a loro ed è stato notato che molti individui che tentavano di lasciare il parcheggio Sulzer avevano il volto coperto. Mentre si avvicinavano ai due gruppi, composti da una sessantina di persone nei pressi del parcheggio e da una trentina di persone nei pressi della Fontaine du Soleil, è stata notata la presenza di armi (in particolare bastoni, coltelli, martelli) e di dispositivi di protezione, tra cui giubbotti antiproiettile, a terra“.
24.09.2025, Nice🇫🇷 – As Roma🇮🇹, city center Nice before match, mob 120-130 Nice looking for 70-80 Roma, Nice forced a police roadblock but no real contact with the Italians, click for more here: https://t.co/huOi9YrBah
In vista della partita le autorità hanno predisposto ulteriori misure di sicurezza: divieto di consumo di alcolici in pubblicofino alle ore 5 del mattino e chiusura anticipata delle discoteche alle ore 2. I tifosi della Roma saranno scortati in bus navetta lungo il percorso verso lo stadio e riportati a termine gara sotto controllo della polizia, con accesso consentito solo ai possessori di biglietto verificato.
Dopo aver flagellato le Filippine e avere colpito Taiwan con piogge torrenziali, il super tifone Ragasa si è diretto verso le coste della Cina
Il super tifone Ragasa, tra i più potenti degli ultimi anni, ha attraversato l’Asia orientale lasciando una scia di devastazione e allarme diffuso. Dopo aver flagellato le Filippine (immagini nella gallery) con frane e inondazioni e avere colpito Taiwan con piogge torrenziali che hanno trasformato intere cittadine in fiumi di fango, la tempesta si è spinta verso le coste della Cina meridionale, dove ha costretto milioni di persone a fuggire dalle proprie case e ha paralizzato le attività economiche e sociali. In poche ore, onde alte quanto lampioni hanno sommerso i lungomare di Hong Kong, i venti hanno sradicato alberi e scoperchiato infrastrutture, mentre in Guangdong scuole, fabbriche e trasporti sono stati sospesi. Con raffiche che hanno superato i 190 km/h e un’estensione imponente, Ragasa ha mostrato con forza quanto i cicloni tropicali possano rappresentare una minaccia mortale per le metropoli più moderne e popolose della regione Asia-Pacifico, rievocando i ricordi del tifone Mangkhut del 2018.
Foto ansa
Foto ansa
Foto ansa
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Bilancio drammatico tra Filippine e Taiwan – Nelle Filippine, il passaggio del tifone ha causato almeno 4 vittime, tra cui un anziano travolto da una frana. Quasi 700mila persone sono state colpite dagli effetti della tempesta, con oltre 25mila costrette a rifugiarsi in centri di emergenza.
A Taiwan, la situazione è risultata ancora più grave: le piogge torrenziali hanno provocato l’esondazione di un lago di sbarramento nella contea di Hualien. Le acque hanno distrutto un ponte e trasformato le strade del comune di Guangfu, circa 8.500 abitanti, in veri e propri fiumi di fango. Quattordici persone hanno perso la vita, 34 sono rimaste ferite e oltre 120 risultano ancora disperse. Più della metà dei residenti del paese ha trovato rifugio ai piani superiori delle abitazioni o su terreni più elevati, in attesa dei soccorsi.
Hong Kong e Macao in stato di emergenza – Nella notte tra martedì e mercoledì, i venti di Ragasa – con raffiche fino a 195 km/h – hanno svegliato i cittadini di Hong Kong, causando crolli e allagamenti. Parti di una passerella pedonale sono state divelte, centinaia di alberi abbattuti e intere aree costiere invase dall’acqua. Venti feriti sono stati ricoverati negli ospedali della città.
Le autorità hanno chiuso scuole e fabbriche e sospeso i trasporti in gran parte della regione del Guangdong, dove quasi 1,9 milioni di persone sono state evacuate preventivamente. Anche Macao ha chiuso scuole e voli, allestendo rifugi temporanei: qui si registra almeno un ferito.
L’Osservatorio di Hong Kong ha stimato che il tifone sia transitato a circa 100 km a Sud del centro urbano, con una traiettoria verso Ovest-Nord/Ovest a una velocità di 22 km/h. La classificazione di “super tifone”scatta in città per cicloni con venti sostenuti oltre i 185 km/h, una soglia che Ragasa ha ampiamente superato.
Rischi economici – Il governo locale ha avvertito che l’innalzamento delle maree potrebbe avvicinarsi ai livelli registrati nel 2018 con il tifone Mangkhut, evento che provocò danni economici stimati in 4,6 miliardi di dollari di Hong Kong (circa 592 milioni di dollari statunitensi).
Una traiettoria ancora minacciosa – Secondo le previsioni, Ragasa dovrebbe toccare terra tra le città di Taishan e Zhanjiang entro la serata di mercoledì ora locale, mantenendo una potenza in grado di produrre ulteriori allagamenti, frane e interruzioni dei servizi essenziali.
Prese di mira le imbarcazioni in coda alla spedizione che fa rotta verso Gaza, tra cui quella su cui viaggiano i parlamentari italiani: “Il governo intervenga”
Torna sotto attacco la Global Sumud Flotilla.Diversi droni hanno sganciato una serie di ordigni nei pressi delle 43 barche della flotta che si sta dirigendo verso Gaza e adesso naviga al largo di Creta. A essere prese di mira sono state le imbarcazioni in coda alla spedizione, fra cui la Karma su cui viaggiano i parlamentari del Pd.
Secondo le prime informazioni, vicino ad alcune sarebbero state sganciate delle granate stordenti, la Zefiro invece sarebbe stata colpita direttamente e avrebbe riportato danni all’albero. I primi video che arrivano dalla flotta confermano che l’allarme lanciato dagli equipaggi. Il ronzio dei droni in volo, che da giorni ormai accompagna le barche che fanno rotta verso la Striscia, diventa sempre più forte, poi la notte è rotta da un’esplosione.
“Cinque barche sono state colpite da un ordigno, potete sentire distintamente il suono delle esplosioni anche adesso mentre parlo – dice in un video pubblicato su Instagram Yasemin Acar, del comitato direttivo – al momento non sappiamo con certezza quali imbarcazioni siano state colpite. Date l’allarme, siamo in acque internazionali, non trasportiamo armi ma aiuti, è Israele che sta uccidendo migliaia di persone, che le sta affamando, sono i nostri Paesi che stanno permettendo tutto questo, politicamente e fornendo armi”.
Su tutte le barche è scattato l’allarme. A bordo, tutti hanno indossato i giubbotti di salvataggio, pronti a qualsiasi emergenza. “Siamo sovrastati da decine di droni che continuano a sorvolarci in maniera aggressiva, alcuni hanno lanciato degli ordigni sulle barche, altri hanno sganciato granate stordenti”, spiega Maria Elena Delia, la portavoce italiana della Flotilla.
“Esplosioni, droni non identificati e interferenze nelle comunicazioni. Stiamo assistendo in prima persona a queste operazioni psicologiche, proprio ora, ma non ci lasceremo intimidire”, dicono da bordo. “Ogni tentativo di intimidirci non fa che rafforzare il nostro impegno. Non ci lasceremo mettere a tacere. Continueremo a navigare”.
L’allarme è stato subito rilanciato dai centri di controllo che da terra seguono la Flotilla. E a tutti arriva l’invito a mandare email di protesta ai ministeri degli Esteri di tutti 44 Paesi di provenienza dei membri dell’equipaggio. “Chiediamo con urgenza un’immediata presa di posizione pubblica di condanna questi attacchi, la protezione dei partecipanti da parte delle istituzioni internazionali, pressione diplomatica e politica sui responsabili per fermare queste azioni illegali”, si legge nel testo. “Se qualcuno dovesse essere ferito o ucciso, si tratterebbe di un ulteriore crimine di guerra da aggiungere alla lunga lista di violazioni già commesse. È fondamentale che governi, istituzioni e organizzazioni internazionali intervengano ora, prima che sia troppo tardi”.
Una carriera di oltre mezzo secolo, più di 150 film
Claudia Cardinale, pseudonimo di Claude Joséphine Rose Cardinale (Tunisi, 15 aprile 1938 – Nemours, 23 settembre 2025), è stata un’attrice italiana.
E’ morta Claudia Cardinale, l’attrice aveva 87 anni. L’attrice, nata a Tunisi il 15 aprile 1938, è deceduta oggi 23 settembre 2025 a Nemours, nei pressi di Parigi, dove viveva da tempo.
Claudia Cardinale – all’anagrafe Claude Joséphine Rose Cardinale – è stata un’icona del cinema italiano e internazionale per oltre mezzo secolo grazie alle interpretazioni in oltre 150 film tra commedie e opere drammatiche, spaghetti western e produzioni hollywoodiane. La sua dimensione planetaria è stata consacrata dai premi ricevuti: dal Leone d’oro alla carriera al Festival di Venezia all’Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino passando per il Premio Lumière e il Premio Flaiano.
Attrice di rara intensità e fascino magnetico, è stata la stella più luminosa emersa dal firmamento cinematografico degli anni Sessanta. Unica, tra le sue coetanee, a raggiungere una notorietà internazionale paragonabile a quella di Sophia Loren e Gina Lollobrigida – protagoniste della generazione precedente – è stata celebrata dalla stampa mondiale come “la donna più bella del mondo” in un decennio che ha fatto dell’estetica un’arte e del cinema un culto.
Claudia Cardinale
La sua carriera, iniziata quasi per caso nella metà degli anni Cinquanta, si è snodata lungo più di sei decenni, attraversando generi, stili e continenti. Ha saputo imporsi non solo per la sua bellezza enigmatica ma per un talento interpretativo che le ha permesso di lasciare un’impronta profonda nella storia della settima arte.
Ha lavorato con i più grandi registi italiani del suo tempo:Mario Monicelli (I soliti ignoti), Luchino Visconti (Il Gattopardo, Vaghe stelle dell’Orsa), Federico Fellini (8½), Mauro Bolognini, Valerio Zurlini, Luigi Comencini, Sergio Leone (C’era una volta il West), Damiano Damiani e molti altri. Al di fuori dei confini nazionali, ha dato volto e anima a ruoli intensi sotto la direzione di maestri come Abel Gance, Blake Edwards, Werner Herzog e Manoel de Oliveira.
Claudia Cardinale ha attraversato epoche e cinematografie, mantenendo sempre intatta la sua aura. Ha recitato accanto a leggende del cinema mondiale come John Wayne, Sean Connery, William Holden, Henry Fonda, Orson Welles, Anthony Quinn, Burt Lancaster, David Niven e Laurence Olivier, portando con sé un’immagine di donna emancipata e determinata, capace di affermare la propria indipendenza sia nella vita che sullo schermo.
Oltre al suo contributo artistico, Claudia Cardinale è stata simbolo di un femminismo moderno e fiero, incarnando un modello di donna libera, volitiva e consapevole del proprio valore. Ha sfidato stereotipi e convenzioni, costruendo una carriera autonoma in un mondo che spesso relegava le donne a ruoli di secondo piano.
Nel corso della sua lunga vita professionale ha ricevuto numerosi riconoscimenti: cinque David di Donatello, cinque Nastri d’argento, tre Globi d’oro, il Premio Pasinetti alla Mostra di Venezia,una Grolla d’Oro, il Premio Barocco. A livello internazionale ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera al Festival di Venezia, l‘Orso d’Oro a Berlino, il Premio Lumière e molti altri premi che hanno consacrato la sua statura artistica. Nel 2011, il Los Angeles Times l’ha inserita tra le 50 donne più belle della storia del cinema, riconoscimento simbolico di un fascino che non ha mai conosciuto il passare del tempo.
Come previsto dall’allerta, un nuovo temporale ha colpito il pomeriggio di oggi: attese ancora criticità sul Comasco
Foto di Martina Schmidt
La pioggia ha ripreso a cadere con intensità. Il maltempo non dà tregua a Como e al suo territorio. Come previsto dall’allerta della protezione civile nelle prossime ore, in particolare dalle 15. La situazione è in continua evoluzione, per restare aggiornati ora per ora questoil link.
La strada Regina come da programma riaprirà in serata (salvo nuove comunicazioni) ma l’instabilità proseguirà per tutta la giornata. Regione Lombardia ha emesso oggi, 23 settembre, l’allerta numero 101, con codice giallo per rischio idrogeologico e codice giallo per temporali e rischio idraulico. Sono attesi nuovi fenomeni temporaleschi localizzati fino a questa sera. Proprio intorno alle 17.15 una nuova perturbazione ha colpito Como con pioggia intensa e ha interessato anche altri comuni, come Senna Comasco, dove si è registrata grandine
Cielo prima della tempesta, oggi 23 settembre Anzano del Parco (Como)
Con il passare delle ore, però, l’attenzione si sposta soprattutto sulle conseguenze: dopo giorni di precipitazioni i terreni sono ormai saturi d’acqua e il rischio di frane e smottamenti resta molto elevato, anche se la pioggia dovesse attenuarsi.
Dopo una notte di lavoro ininterrotto, la situazione resta molto critica. Ecco le strade che al momento risultano interdette al traffico, come segnalato dalla polizia locale a Como:
via Bixio da via XXVII Maggio a piazza Santa Teresa,
via XXVII Maggio da San Fermo (transito consentito solo ai residenti),
via Santa Marta (vietato anche il passaggio pedonale),
via Regina Teodolinda fino a via Santa Marta,
via Castel Baradello,
via Brambilla,
sottopasso di via Colombo,
via dei Patrioti a Civiglio,
via Torno e SPLariana nei tratti di Blevio e Torno.
Dalla giornata di ieri è operativo il Centro operativo comunale, mentre la prefettura ha attivato il Centro coordinamento soccorsi a livello provinciale. In campo ci sono 20 operatori della polizia locale per turno (10 pattuglie), affiancati da dieci volontari. Anche durante la notte è stato garantito un presidio, grazie alla collaborazione delle associazioni di volontariato convenzionate.
Dopo il disastro di ieri a Blevio (qui i report) anche il Comune di Faggeto Lario ha diffuso una comunicazione urgente a causa della pioggia battente che sta di nuovo interessando il territorio. Sono segnalati smottamenti, detriti e cedimenti locali: molte strade risultano pericolose, impraticabili e potenzialmente franabili.
Le raccomandazioni sono chiare: non mettersi in strada se non strettamente necessario, evitare zone esposte come scarpate, sottopassi, corsi d’acqua, aree boscate e sentieri. Vietato oltrepassare transenne o restringimenti provvisori. Ai cittadini viene chiesto anche di parcheggiare lontano da muri di contenimento e versanti.
Le raccomandazioni – Le autorità chiedono ai cittadini di limitare gli spostamenti allo stretto necessario e di non ostacolare il lavoro dei soccorritori. Per eventuali emergenze è necessario contattare il 112, mentre per segnalazioni o richieste di intervento della Polizia locale si può chiamare lo 031 26 55 55. Articolo in continuo aggiornamento.
Como devastata dal maltempo, Fàbregas: “Scene che fanno male”. La squadra donerà l’incasso
L’allenatore: “La città per me è famiglia, siamo con voi”. E anche Morata rilancia la decisione sulla sfida con Sassuolo
Il Como donerà l’intero incasso della prossima partita di Coppa Italia, in programma domani sera contro il Sassuolo,alla comunità locale colpita ieri dal maltempo. L’annuncio è arrivato dall’allenatore spagnolo Cesc Fàbregas che, in un post su Instagram, ha scritto: “Oggi (ieri, ndr.) il mio pensiero va a tutte le persone di Como. Vedere il nostro bellissimo lago esondare e i danni che ha portato fa davvero male al cuore“.
Il Pallone d’Oro: un’illusione individualista nello sport più collettivo
Ogni anno, quando arriva il momento dell’assegnazione del Pallone d’Oro, si riapre la solita discussione: chi è stato il migliore? Chi merita di essere incoronato come re del calcio mondiale? Eppure, a ben guardare, questo premio tanto celebrato non rappresenta davvero l’essenza del calcio. Il calcio è uno sport di squadra.
Nessun giocatore, nemmeno il più talentuoso della storia, può vincere da solo. Senza compagni, senza un allenatore capace, senza una società organizzata, anche il più grande rimane un fuoriclasse isolato. Ecco perché il Pallone d’Oro appare sempre più come un’illusione: un tentativo di ridurre la grandezza del calcio, che nasce dalla coralità, a un singolo nome. Basta guardare alcuni casi emblematici.
Nel 2010, Diego Milito trascinò l’Inter al Triplete con gol decisivi in tutte le finali. Eppure non fu nemmeno inserito tra i candidati. Lo stesso anno vinse Lionel Messi, pur non avendo vinto né la Champions League né il Mondiale. Perché? Perché il premio non premia solo i meriti sportivi, ma anche la popolarità, il marketing e la narrazione mediatica.
Il paradosso è evidente: se Messi avesse giocato in una squadra modesta come il Pisa, non avrebbe mai ricevuto un Pallone d’Oro. Perché il premio è strettamente legato alla forza della squadra e alla visibilità internazionale. Un riconoscimento che si presenta come individuale, ma che in realtà dipende quasi interamente dal contesto collettivo. Alla fine, ciò che rimane nella memoria non sono i Palloni d’Oro, ma le squadre leggendarie e le partite indimenticabili.
L’Inter del 2010, il Milan di Sacchi, il Barcellona di Guardiola, l’Italia del 2006: questi sono i veri immortali del calcio, più dei singoli trofei individuali. Il Pallone d’Oro continuerà a far discutere, a creare polemiche e confronti. Ma forse dovremmo accettare che non è altro che uno spettacolo mediatico, un premio che gratifica l’immagine più che la sostanza. Perché il calcio, quello vero, resta e resterà sempre un inno alla squadra e non al singolo.
Quest’anno nessuna sorpresa: a vincere è il francese del Psg davanti al baby fenomeno del Barça e Vitinha
“Nasser come un padre” – “Non ho parole per quello che sto vivendo questa sera – le parole di un commosso Dembélé -. È stato un anno incredibile col Psg ed essere premiato da una leggenda come Ronaldinho è speciale. Grazie ai compagni, allo staff, a Luis Enrique el Presidente Nasser che per me è come un padre. Un pensiero lo dedico anche a tutte le mie squadre dal Rennes, il club che mi ha formato, al Dortmund e al Barcellona, dove ho avuto compagni come Messi e Iniesta”. Un pensiero anche alle sue origini: “Ringrazio la mia città, Evreux, dove sono cresciuto e dove ho giocato a calcio per la prima volta. Cerco sempre di tornarci quando ho del tempo libero. Grazie anche al mio agente che mi ha detto che un giorno avrei vinto il Pallone d’Oro. Grazie anche alla mia mamma“
DEMBéLé COMMOSSO – Ousmane Dembélé, nel ritirare il Pallone d’Oro, non è riuscito a trattenere le lacrime nel ringraziare la sua mamma, tutte le sue squadre e la sua città, Evreux, in Normandia. L’annuncio della sua vittoria è stato accolto da applausi e cori dei tanti tifosi parigini presenti al teatro di Chatelet .
Sesto francese della storia – Dembélé è il sesto francese della storia a vincere il Pallone d’Oro: prima di lui c’erano riusciti Kopa, Platini (che ne ha vinti tre), Papin, Zidane e Benzema
VINCE DEMBélé – Quest’anno nessuna sorpresa: vince Ousmane Dembélé davanti a Lamine Yamal. Era il vincitore annunciato dopo la straordinaria stagione col Psg. Succede a Rodri nell’albo d’oro del trofeo
Otto i manifestanti che sono stati accompagnati in questura per accertamenti in seguito ai disordini. Una cinquantina invece gli esponenti delle forze dell’ordine feriti o contusi. Il bilancio della giornata di scontri al termine del corteo
Scontri Propal Stazione Centrale (foto Mannu:Mt)
Una cinquantina di feriti tra poliziotti, carabinieri e membri delle forze dell’ordine. Un bilancio ancora provvisorio, al termine di una lunga giornata a cui si aggiungono anche otto fermi. Meno di una decina al momento le persone che risulta siano state fermate e accompagnate in questura in seguito agli scontri durante la manifestazione indetta per Gaza che a Milano si è trasformata in una guerriglia urbana, con scontri e devastazioni.
Dal corteo alla guerriglia: devastazione in piazza – Un cancello di ferro divelto, poi una distesa di lacrimogeni, qualche macchia di sangue, oltre pali dell’illuminazione abbattuti, ombrelli a pezzi e vetri infranti. È ciò che resta in piazza Duca d’Aosta a Milano dopo la guerriglia (che è poi proseguita lungo via Vittor Pisani).
Si è concluso con scontri tra manifestanti e polizia il corteo con circa 10mila persone organizzato lunedì 22 settembre, giornata di sciopero per Gaza. Durante il serpentone sono state bruciate le bandiere di Israele, Stati Uniti e Unione europea. Diverse persone sono state fermate dalle forze dell’ordine.
La guerriglia in stazione Centrale: cos’è successo – Tutto è iniziato intorno alle 13.30, al termine del corteo. Alcuni manifestanti sono scesi nel mezzanino della metropolitana. I cancelli dello scalo ferroviario erano stati chiusi e le forze dell’ordine, in tenuta antisommossa, presidiavano la zona. Nonostante ciò, i manifestanti sono riusciti a sfondare il cordone di sicurezza e a risalire le scale fino alla “Galleria delle Carrozze”, il porticato antistante la stazione.
In quel momento gli agenti hanno bloccato le porte della stazione per impedire l’accesso all’atrio. È lì che la situazione è degenerata: le forze dell’ordine hanno utilizzato i lacrimogeni per disperdere i manifestanti, che a loro volta hanno lanciato oggetti contro le porte danneggiandole e si sono impossessati degli idranti, rivolgendoli contro gli agenti.
Scontri Propal Stazione Centrale (foto Mannu:Mt)
Intorno alle 15 i manifestanti sono stati spinti su piazza Duca d’Aosta, la piazza davanti allo scalo. Secondo quanto appreso da MilanoToday, alcune persone sono state fermate. Per oltre un’ora i treni della M2 e della M3 hanno saltato la fermata di Stazione Centrale.
Gli scontri in Vittor Pisani – Gli scontri sono poi proseguiti lungo via Vittor Pisani, il lungo vialone che collega la stazione a Repubblica. Lanci di pietre, bottiglie e bastoni da parte dei manifestanti a cui le forze di polizia hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni.
Guerriglia in via Vittor Pisani (foto LaPresse)
Sospesa la circolazione dei treni – La circolazione dei treni è rimasta bloccata dalle 14.40 fino alle 15.10. Molti i disagi: i treni ad Alta velocità e gli Intercity, che erano stati garantiti malgrado lo sciopero, hanno subito ritardi fino a 120 minuti.
I treni alta velocità direttamente coinvolti e oggetto di provvedimento, con passeggeri a cura del personale di assistenza clienti di Trenitalia sono: Fr 9543 Torino Porta Nuova-Salerno, che oggi ha fermato a Milano Porta Garibaldi anziché a Milano Centrale; Fr 9321 Torino Porta Nuova-Roma Termini, che ha fermato a Milano Porta Garibaldi anziché a Milano Centrale;Fr 9641 Torino Porta Nuova-Roma Termini, che ha fermato a Milano Rogoredo anziché a Milano Centrale e Fr 9648 Napoli Centrale-Milano Centrale, che ha terminato la corsa a Roma Termini.
Evacuata l’area commerciale della Stazione Centrale – Tutta l’area commerciale della Stazione Centrale è stata evacuata dopo gli scontri tra manifestanti e polizia: tutte le persone sono state portate all’interno dei binari.
Le reazioni – Dopo gli scontri e la guerriglia in Stazione Centrale al termine della manifestazione per Gaza, non si sono fatte attendere le reazioni del mondo politico. Qui tutte le reazioni del mondo politico milanese.
Il corteo per le strade della città – Il corteo, composto da circa 10mila persone secondo i dati della questura, ha iniziato a muoversi intorno alle 10. Una delegazione si era radunata davanti alla stazione Cadorna già prima delle 9 e un gruppo, entrato all’interno dello scalo con i megafoni, ha scandito slogan come: “Siamo qui per bloccare Israele. Cerchiamo di fermare questo sistema infame”.
Il serpentone è partito ufficialmente da piazzale Cadorna alle 10, mentre gli studenti delle scuole superiori si erano già ritrovati in piazza Cairoli. Il percorso ha toccato viale Gadio, via Legnano, i Bastioni di Porta Volta, viale Crispi, i Bastioni di Porta Nuova, viale Monte Santo, piazza Repubblica e via Vittor Pisani, con arrivo in piazza Duca d’Aosta, davanti alla Stazione Centrale.
Qualche attimo di tensione si è registrato intorno alle 13 in via Turati, quando alcuni manifestanti – perlopiù studenti – hanno cercato di forzare le transenne delle forze dell’ordine poste a protezione dell’ambasciata americana. Poco prima, invece, altri manifestanti avevano bruciato le bandiere di Israele, Stati Uniti e Unione europea.I motivi dello sciopero – Lo sciopero di lunedì 22 settembre è stato indetto dall’Unione sindacale di base per chiedere il cessate il fuoco a Gaza, sostenere il progetto della Global Sumud Flotilla – il gruppo di imbarcazioni che ha cercato di portare aiuti in Palestina via mare – e chiedere al governo l’interruzione di ogni relazione con Israele. Si sono fermati i lavoratori di diverse realtà, compresi quelli del trasporto pubblico. Hanno aderito anche docenti e personale di scuole e atenei.
Gli orari di metro, bus e tram Atm – All’agitazione aderiscono anche i lavoratori diAtma Milano. L‘azienda di Foro Buonaparte fa sapere che il servizio di trasporto pubblico non è garantito tra le 8.45 e le 15 e dalle 18 fino a fine giornata (dalle 8.30 alle 16.30 e dalle 19.30 per la funicolare di Brunate).
Lo sciopero, si legge nella nota di Atm, è stato indetto per l’aggravarsi “della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza oggetto di un vero e proprio genocidio da parte dello Stato di Israele e la continua rapina di territorio palestinese; totale blocco da parte dell’esercito israeliano degli arrivi umanitari alla popolazione stremata; gravi minacce di attacco da parte del Governo israeliano nei confronti delle navi della missione umanitaria mondiale Global Sumud Flotilla; rischio concreto di attacco da parte delle forze armate Israeliane alle navi della Flotilla; inerzia del Governo italiano e dell’Unione Europea nel respingere le gravi affermazioni dei ministri Israeliani che equiparano gli equipaggi della Gdf a terroristi; indisponibilità dell’Unione Europea e del Governo italiano di imporre sanzioni adeguate alla gravità della situazione e a interrompere ogni relazione istituzionale e collaborazione economica, scientifica e politica con lo stato di Israele”.
Gli orari dei treni Trenord – Lo sciopero, inoltre, potrà avere conseguenze sul servizio regionale, suburbano, aeroportuale e di lunga percorrenza di Trenord. Saranno comunque garantiti i treni previsti nelle fasce orarie di garanzia, dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21, come da lista dei treni garantiti disponibile (qui).
I treni con partenza prevista entro le 23.59 di domenica 21 settembre e con arrivo entro le 00.59 di lunedì 22 settembre raggiungeranno regolarmente la destinazione finale. In caso di cancellazione dei collegamenti aeroportuali, saranno attivati autobus sostitutivi senza fermate intermedie tra Milano Cadorna e Malpensa Aeroporto, con partenza da via Paleocapa 1, e tra Stabio e Malpensa Aeroporto per la linea S50. Trenord, in una nota, invita a prestare attenzione all’app ufficiale e agli annunci sonori e alle informazioni sui monitor presenti nelle stazioni.
‘Accampata’ in Cadorna
Il gruppo in Cadorna già da domenica sera (foto Potere al popolo Milano)
Già da domenica sera diversi manifestanti si sono accampati in stazione a Cadorna, “un segnale – scrive Potere al popolo Milano sui social – per dare forza alla giornata di sciopero generale”. Davanti allo snodo ferroviario si sono riunite decine di persone con bandiere palestinesi, alcuni anche con la tenda. Affisso uno striscione con il claim della protesta. “Blocchiamo tutto”.
“Come equipaggio di terra siamo pronti a difendere con determinazione la Global Sumud Flottilla: fermiamo il genocidio e la complicità del governo Meloni con il sionismo, blocchiamo tutto!”, si legge sulle pagine social.
Brusco calo delle temperature e temporali con un forte rischio idraulico e idrogeologico
Il maltempo non dà tregua all’Italia. Dopo l’esondazione del Seveso e le frane nel Comense di ieri, scatta oggi, martedì 23 settembre, l’allerta meteo arancione in tre regioni:Lombardia, Veneto e Lazio. E’ prevista per quanto riguarda la Lombardia una moderata criticità per rischio idrogeologico su alcune aree:Valchiavenna, media e bassa Valtellina, laghi e prealpi varesine, occidentali, Orobie bergamasche e il nodo Idraulico di Milano.
Intense e forti piogge sul Veneto sono previste fino alla sera di mercoledì 24 settembre. Una situazione di preallarme per rischio idraulico e idrogeologico in molte parti della Regione – unica eccezione la sola zona dell’Alto Piave – per cui la Protezione civile regionale ha deciso di attivare la sala operativa emergenze per seguire l’evolversi della situazione. Le previsioni indicano che a essere più colpita dovrebbe essere la zona centro orientale della regione. Sotto stretta osservazione anche i diversi movimenti franosi che potrebbero ripresentarsi per le abbondanti piogge.
Moderata criticità per rischio temporali nel Lazioin particolare per quanto riguarda i bacini di Roma, quelli costieri del nord, quello del Liri, i bacini costieri del sud e dell’Aniene.
Prorogata in Toscana l’allerta giallaper rischio idrogeologico e temporali forti fino alle ore 17 di oggi, martedì 23 settembre. “Oggi saranno possibili rovesci e temporali sparsi, più probabili sulle zone centro-meridionali” annuncia il presidente della Regione, Eugenio Giani.
Le previsioni meteo – Come già anticipato da ieri c’è stato un vero e proprio cambio di rotta per il meteo con temporali e freddo. Federico Brescia, meteorologo de iLMeteo.it annuncia che il peggioramento sarà più evidente al Nord e sulle regioni tirreniche, dove sono attesi temporali, rovesci intensi e grandinate. In particolare, le zone a maggior rischio sono la Liguria di Levante, l’alto Piemonte e l’alta Lombardia con fenomeni di forte intensità.
Via via il maltempo si sposterà progressivamente anche verso il Centro, colpendo in particolare la Toscana, l’Umbria e il Lazio. Le regioni del Sud e le isole maggiori, dopo un’ultima giornata dal sapore estivo, vedranno un peggioramento delle condizioni meteo nei giorni successivi. Tornerà anche la neve. La dama bianca sulle vette alpine non si farà aspettare molto quest’anno, infatti da martedì è possibile che questa possa imbiancare i paesaggi anche intorno ai duemila metri.