La versione del 2024 del Club Licensing and Financial Sustainability Regulations è stata arricchita con il nuovo articolo “Licence applicant’s identity, history and legacy”.
Aleksander Ceferin (Foto: PATRICIA DE MELO MOREIRA/AFP via Getty Images)
La UEFA ha pubblicato in questi giorni la nuova edizione del “Club Licensing and Financial Sustainability Regulations”. Si tratta dell’insieme di norme che si applica alle Federazioni e ai club nell’ambito della partecipazione alle competizioni per club maschili da disputarsi sotto l’egida della UEFA: in sostanza, le coppe europee.
Il regolamento definisce, tra le altre cose, «i criteri minimi sportivi, sociali e di sostenibilità ambientale, infrastrutturali, di personale e amministrativi, legali e finanziari che un club deve soddisfare per ottenere una licenza dal proprio licenziante (es. un club di Serie A dalla FIGC, ndr) come parte della procedura di ammissione per partecipare alle competizioni per club UEFA».
La versione del 2024 di questo documento è stata arricchita da un nuovo articolo intitolato “Licence applicant’s identity, history and legacy”, che recita: «Tutti gli elementi che costituiscono l’identità visiva di un club di calcio in connessione e combinazione con il nome ufficiale e/o il nome della squadra nelle competizioni, come lo stemma ufficiale, i loghi, altri marchi e i colori ufficiali del club, devono essere di proprietà e sotto il controllo esclusivo del richiedente la licenza».
Come spiegato dalla UEFA stessa, questa nuova disposizione è stata inserita «per preservare e proteggere l’identità, la storia e l’eredità dei club, rafforzando così l’integrità delle competizioni e il modello sportivo europeo», un tasto sul quale la UEFA batte da anni in contrapposizione soprattutto al lancio del progetto per una Superlega europea.
«La disposizione è allineata con le modifiche del 2024 allo Statuto UEFA che difendono l’integrità delle competizioni per club e i principi di promozione e retrocessione, proteggendo la storia e l’eredità dei club e prevenendo l’elusione dei principi del merito sportivo o del processo di concessione delle licenze. Questa disposizione mira a garantire che i club di calcio siano proprietari dei beni chiave che definiscono la loro identità, salvaguardando così il loro controllo su tali beni, permettendo nel contempo ai club di ottimizzare l’uso commerciale e lo sfruttamento di tali beni», si legge ancora.
Con riferimento allo Statuto UEFA, l’articolo 51 bis specifica infatti che «le Associazioni Membri devono adottare le misure necessarie affinché i club non alterino la loro forma giuridica, la struttura del loro gruppo legale o la loro identità, a danno dell’integrità di una competizione per club; e/o a danno della storia e dell’eredità del club; e/o per eludere i principi del merito sportivo e/o per ottenere impropriamente una licenza».
Il giocatore olandese e il club nerazzurro hanno patteggiato una multa per lo striscione durante la festa scudetto.
Dumfries e lo striscione contro Theo Hernandez (foto Nicolò Campo/Insidefoto)
Ora è ufficiale, Denzel Dumfries ha patteggiato una multa per lo striscione contro Theo Hernandez durante la parata scudetto dell’Inter. Lo ha reso noto la FIGC in un comunicato.
“A seguito di accordo di patteggiamento raggiunto dalle parti (ex art. 126 CGS), il calciatore dell’Inter Denzel Dumfries è stato sanzionato con un’ammenda di 4.000 euro. Sanzionata con un’ammenda dello stesso importo, a titolo di responsabilità oggettiva, anche l’Inter”, spiega la FIGC.
“A carico di Dumfries e dell’Interera stato aperto un procedimento per avere, durante la sfilata organizzata lo scorso 28 aprile dal club per festeggiare la vittoria dello scudetto a bordo di un pullman scoperto, esposto uno striscione ‘dal contenuto inequivocabilmente allusivo e per ciò stesso irriguardoso e offensivo nei confronti del tesserato del Milan Theo Hernandez e, per l’effetto e più in generale nei riguardi di quest’ultima società e dei suoi tifosi – si legge nel comunicato – e, segnatamente, uno stendardo con sovraimpressa in bella mostra una immagine raffigurante il calciatore Theo Hernandez con le fattezze di un cane tenuto al guinzaglio proprio dallo stesso Dumfries”, conclude la FIGC.
I blaugrana devono liberare “spazio” o incassare nuove risorse per rispettare il tetto salariale imposto dal Fair Play Finanziario della Liga.
(Foto: ANDRZEJ IWANCZUK/AFP via Getty Images)
Riparte la corsa contro il tempo del Barcellona, a caccia di risorse per potersi garantire libertà di movimento sul mercato, nei confini del Fair Play Finanziario spagnolo. Da una parte, i 100 milioni derivanti dalla vendita del 49% di Barça Media che non sono ancora stati incassati: i 40 milioni che Libero non ha pagato l’anno scorso e i 60 relativi a questo esercizio.
Dall’altra parte, il club cerca di chiudere il nuovo accordo con Nike come sponsor tecnico, che porterebbe ulteriori 100 milioni di euro come “bonus alla firma” del contratto. Queste operazioni economiche sono direttamente legate al capitolo sportivo perché, in base a come si concluderanno, il Barcellona potrà migliorare o meno il suo tetto salariale.
Il Barcellona ha potuto tesserare i giocatori per la stagione appena conclusa per un soffio, ma alcuni di loro non hanno potuto essere registrati per la prossima perché non c’era spazio entro il tetto salariale. E questa situazione ad oggi non è ancora risolta. In primo luogo, al momento non c’è spazio per tesserare il nuovo allenatore Hansi Flick e il suo staff. Infatti, Xavi Hernández e i suoi collaboratori sono stati tesserati solo per la passata stagione, non per il 2024/25.
A livello di giocatori, ce ne sono quattro che non sono iscritti nella rosain vista della prossima stagione. Due di loro hanno assoluta priorità nel momento in cui si libererà spazio per poterli registrare: Gavi e Balde. Sono due calciatori chiave per la prossima stagione e il club li inserirà con assoluta certezza.
Con gli altri due la situazione è meno chiara. Si tratta di Vitor Roque e Íñigo Martínez. Il futuro dei due è incerto. Se Xavi fosse rimasto come tecnico, l’uscita del brasiliano sarebbe stata certa. Tuttavia, l’arrivo di Flick gli dà un certo margine per rimanere in prima squadra. Dipenderà dal suo rendimento nella fase di preparazione alla stagione.
Un altro caso complesso è quello di Íñigo Martínez. Il basco ha per contratto che se il Barcellona non potrà iscriverlo nella rosa dovrà indennizzarlo con una somma di denaro. In questo caso si combinano diversi fattori. In primo luogo, il gran numero di centrali che ci sono in squadra. Flick ha a disposizione Araujo, Koundé, Christensen, Íñigo e Cubarsí. Quest’ultimo occupa un posto che non era previsto.
E poi c’è il tema di Eric García che è stato in prestito al Girona. Flick dovrà scegliere tra lui e Íñigo. Quello che è chiaro è che il Barcellona dovrà incassare denaro per queste iscrizioni, per i nuovi acquisti e per il rinnovo di Sergi Roberto. Senza dimenticare il tecnico Flick, che attende di essere inserito insieme al suo staff.
Con il rinnovo di contratto fino al 2029 calerà l’ammortamento ma crescerà lo stipendio del calciatore argentino: ecco le cifre complessive.
(Foto: MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)
La fumata bianca sembra essere ormai a un passo. L’Inter avrebbe trovato un principio di accordo con Lautaro Martinez per il rinnovo di contratto dell’attaccante argentino fino al 2029. Secondo quanto riportato dalla stampa sportiva italiana, l’intesa dovrebbe aggirarsi sui 9 milioni di euro netti più eventuali bonus, che porterebbero l’ingaggio in doppia cifra.
Lautaro stipendio Inter – L’impatto a bilancio con il rinnovo – Ma come impatterà questo rinnovo di contratto sui conti dell’Inter? Partendo dai dati ufficiali a disposizione, il costo storico di Lautaro Martinez è pari a poco meno di 29,6 milioni di euro.Al 30 giugno 2023 – ultimo dato disponibile a bilancio – il valore netto era pari a poco meno di 7,5 milioni di euro, mentre il dato al 30 giugno 2024 sarà sceso a poco meno di 5 milioni di euro.
Il costo di Lautaro nella passata stagione per l’Inter è stato pari a circa 13,6 milioni di euro, tra poco meno di 2,5 milioni di ammortamento e gli 11,1 milioni lordi di stipendio (6 milioni di euro netti). Una cifra che crescerà con il rinnovo di contratto, perché ad un leggero calo dell’ammortamento corrisponderà una crescita importante dello stipendio.
Se le cifre del rinnovo di contratto fossero confermate, il nuovo ammortamento (considerando un accordo fino al termine della stagione 2028/29) sarà pari a poco meno di un milione di euro. Lo stipendio di 9 milioni netti corrisponderà invece a un lordo di 16,65 milioni di euro, per un costo complessivo a bilancio pari a 17,65 milioni di euro circa nel 2024/25, in crescita di poco più di 4 milioni di euro rispetto al 2023/24.
Ennesimo venerdì di sciopero per i lavoratori dei mezzi pubblici: oggi possibili disagi per metro, tram e bus
Qualche disagio sulla linea M3. Autobus e tram regolari. Lo sciopero è iniziato alle 8.45 e terminerà alle 15 per poi riprendere dalle 18 fino al termine del servizio.
Ennesimo venerdì di passione, oggi 31 maggio, di chi utilizza i mezzi pubblici Atm a Milano. Il sindacato Al Cobas ha proclamato uno sciopero di 24 ore, fatte salve le fasce di garanzia previste per legge: gli agenti di stazione, i macchinisti delle metro, i tranvieri e gli autisti che aderiranno alla protesta incroceranno le braccia dalle 8.45 alle 15 e dalle 18 fino al termine del servizio.In pratica, i mezzi di trasporto pubblico sarannodisponibili solo la mattina, fino alle 8.45, e dalle 15 alle 18. Diverso il discorso per tutti gli altri lavoratori Atm (anche turnisti) operanti negli impianti fissi, operai, impiegati, ausiliari della sosta, addetti ai parcheggi, tutor. Per loro l’astensione dovrebbe durare l’intero orario di lavoro per ogni turno.
Il punto – Ecco la situazione, secondo quanto comunica Atm:” la linea M2 è chiusa e Riapre dopo le 15. La linea M3 è in servizio ma considerate maggiori tempi di attesa. M1, M4 e M5: restano in servizio. L’ ATM Point di Garibaldi è chiuso. Aperti tutti gli altri. Tram, bus e filobus sono in servizio”.
Motivazioni del sindacato Al Cobas – Lo sciopero è stato proclamato “contro laliberalizzazione, privatizzazione e gare d’appalto dei servizi attualmente gestiti dal Gruppo ATM e per la ‘reinternalizzazione’ dei servizi di TPLin appalto e/o sub-appalto; Contro il progetto ‘Milano Next’, per la trasformazione di ATM S.p.A. in Azienda Speciale del Comune di Milano e il conseguente affidamento diretto in house dei servizi, non ché per la loro gratuità; riattivazione del distanziamento tra conducenti e utenti con inibizione della porta anteriore per la salita e la discesa dei passeggeri; pulizia, igienizzazione e sanificazione delle vetture e degli ambienti; tutela della sicurezza dei lavoratori più esposti ad atti aggressivi, anche con sistemi di protezione passivi; fruizione ferie per il personale viaggiante, piani aziendali d’assunzione e trasformazione dei contratti a tempo parziale; aumento di 150 euro per tutti i lavoratori, a recupero degli insufficienti aumenti dei contratti nazionali; ulteriori tematiche di carattere aziendale attinenti, tra l’altro a indennità ferie, turni particolari,vestiario ecc.”.
Albero caduto – Atm informa che : un albero caduto sulla rete aerea dei tram in piazza 4 novembre ci costringe a cambiare il servizio di queste linee:
Tram 9: Verso Centrale devia da viale Vittorio Veneto e il capolinea stazione Centrale. In questa tratta sono in servizio bus sostitutivi
Bus 42: non fa servizio tra viale Lunigiana e il capolinea stazione Centrale
Guasto M2 – Questa mattina un problema sulla metro M2 (la verde) ha causato la chiusura tra Crescenzago e Cologno Norde traCrescenzago e Vimodrone. Già alle alle 7.30 il disservizio è stato risolto dai dipendenti Atm intervenuti sul posto e la situazione è lentamente ritornata.
Notte di temporali su gran parte della regione. Nel Milanese alberi caduti e allagamenti, a Pavia l’acqua ha invaso strade e cantine e nel Bresciano chiusa la Sp 150 per il cedimento di parte della carreggiata
Notte di temporali con raffiche di vento e grandine su gran parte della Lombardia, dove ieri mattina è scattata l’allerta meteo moderata (arancione) per temporali e ordinaria (gialla) per rischio idrogeologico a partire dalle ore 18. Puntuale come da previsioni la pioggia non ha dato tregua, ha flagellando per l’intera notte diverse province con danni ingenti in alcune aree più fragili sotto il profilo idrogeologico. Nel Bresciano ha ceduto il manto stradale della Sp 150, che è stata chiusa al traffico, mentre nel Pavese e nel Milanese si sono registrati numerosi interventi dei vigili del fuoco per alberi caduti e cantine allagate. Seveso e Lambro restano osservati speciali.
Milano, alberi caduti e cantine allagate – Alberi caduti e cantine allagate: sono state alcune decine gli interventi dei vigili del fuoco dalle 19 di ieri fino a stamani a Milano a causa del maltempo. Da ieri i fiumiSeveso e Lambro sono osservati speciali e le vasche di laminazione sono pronte a entrare in funzione in caso di necessità. E ieri sera in via precauzionale è stata evacuata anche la comunità Exodus di don Mazzi, nell’area del parco Lambro. “Stanotte diversi temporali sono passati, ma Seveso e Lambro sotto controllo – scrive sui social l’assessore alla Sicurezza e Protezione civileMarco Granelli –. Il Seveso aveva la vasca pronta ad entrare in funzione, abbiamo visto che ha già salvato Milano due volte, il 10 marzo e il 15 maggio. Il Lambro è salito oltre i due metri; se vogliamo proteggere il parco e il quartiere di Pontelambro dobbiamo fare una vasca anche per il Lambro. Lavoriamo con Regione per averla quanto prima”.
Brescia, cede la strada – La pioggia caduta nella notte ha fatto danni nel Bresciano dove si registrano allagamenti,a RodengoSaiano, Pozzolengo e San Gervasio. A Gussago la Sp510 è stata chiusa in direzione Iseo per il cedimento di parte della carreggiata.
Pavia: bomba d’acqua nella notte – Flagellata dal maltempo anche Pavia e i comuni limitrofi. Verso le 2 sul capoluogo è caduta una bomba d’acqua accompagnata da forti raffiche di vento. Diversi gli interventi dei vigili del fuoco, per alcuni alberi caduti e cantine e sottotetti allagati. L’acqua ha anche invaso alcune strade. Disagi più limitati invece nel resto della provincia.
Lodi, forte pioggia e vento – Bomba d’acqua anche sul Lodigiano: raffica di interventi dei vigili del fuoco per allagamenti in abitazioni private e alberi pericolanticolpiti dalle sollecitazioni del vento.
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Maltempo nel Bresciano, a Gussago cede la carreggiata: chiusa la Sp510
Piccoli smottamenti a Polaveno e Sale Marasino. Lungo la Sp58, una frana è caduta su un autovelox mandandolo fuori uso
Gussago (Brescia), 31 maggio 2024 – La provincia di Brescia flagellata dal maltempo.
Maltempo, chiusa la SP510 a Gussago, nel Bresciano
La pioggia caduta nella notte tra giovedì e venerdì ha causato intensi allagamenti, in particolare, a Rodengo Saiano, Pozzolengo e San Gervasio.A Gussago la Sp510 è stata chiusain direzione Iseo per il cedimento di parte della carreggiata.
A Polaveno e Sale Marasino invece i pompieri segnalano piccoli smottamenti. E tra Polaveno e Iseo lungo la Sp48 la frana è caduta su un autovelox mandandolo fuori uso: sulla strada è stato istituito il senso unico alternato.
Smottamento per maltempo, chiusa la SP 48 a Polaveno
>>>>>>>>>> Bomba d’acqua e vento sul Lodigiano <<<<<<<<<<
Lodi, 31 maggio 2024
Bomba d’acqua e vento sul Lodigiano: case allagate e alberi pericolanti
I vigili del fuoco sono intervenuti in diversi paesi a nord della provincia di Lodi per aiutare le famiglie con case allagate
I vigili del fuoco hanno lavorato una notte intera in soccorso delle famiglie
Bomba d’acqua si abbatte sul Lodigiano, raffica di interventi dei vigili del fuoco per allagamenti in abitazioni private e alberi pericolanti colpiti dalle sollecitazioni del vento. Il maltempo continua a flagellare la provincia di Lodi a macchia di leopardo. E dato che tra la tarda serata del 30 maggio 2024 e il 31 maggio 2024, prima di tornare il sole, pioggia e vento hanno imperversato, rispondendo puntualmente all’allerta Meteo che era stata diramata nelle ore precedenti, il centralino dei vigili del fuoco di Lodi non ha mai smesso di suonare. Le squadre, insieme ai colleghi volontari dei distaccamenti di Sant’Angelo Lodigiano, hanno dovuto aiutare molti privati per via di allagamenti in scantinati e locali vari. Le violente precipitazioni hanno quindi messo a dura prova diverse famiglie del nord Lodigiano e del Pavese
Le chiamate sono arrivate da: Cervignano D’Adda, in via Papa Giovanni XXIII, all’una e 40, per una casa allagata;Mulazzano, in via Monsignor Pandini, all’una e 40, per una abitazione allagata; Cervignano D’Adda, in Vicolo Lodi, all’una e 50, per allagamento abitazione; Mulazzano, via IV novembre, alle 2, per allagamento e danni al tetto; Crespiatica, via Nino Dall’Oro, alle 2,30 per allagamento abitazione; Miradolo Terme, via Vignali (nel Pavese), alle 6.10, per box allagato. Poi ci sono stati un intervento, alle 6.30, aLodi, in via Nazario Sauro e uno alle 5.50, aTavazzano con Villavesco, in Vicolo Santa Maria, per alberi pericolanti. Infine c’è stato anche un incendio circoscritto, le cui cause sono sconosciute, che ha interessato del cippato.
E’ stato segnalato all’una di notte del 31 maggio 2024 aCastiraga Vidardo, nell’area dell’azienda Ecowatt di via Cartiera ma, per fortuna, grazie al pronto intervento, la combustione è rimasta in un’area confinata, senza danni a cose e persone. In questo caso sono intervenute tre squadre dei vigili del fuoco del comando provinciale di Lodi e del distaccamento di Sant’Angelo Lodigiano, con autopompa, autobotte e autoscala.
I provvedimenti pensati dai legislatori europei entreranno in vigore dal 2029 e prevedono controlli più stringenti.
(Image credit: Depositphotos)
Nella giornata di oggi, l’Unione Europea ha approvato in via definitiva le nuove norme in materia di anti-riciclaggio che saranno introdotte a partire dal 2029 e che riguardano da vicinissimo anche il mondo del calcio.
Infatti, queste norme prevedono controlli più stringenti per club, procuratori esponsor. I legislatori europei hanno fatto sapere che riconoscono che «il settore del calcio presenta un rischio elevato». Inoltre, ilgrande giro d’affari e il consistente flusso continuo di denaro, con transizioni internazionali e anche fuori dai confini europei, portano a una condizione tale che va regolamentate e posta sotto grandissima attenzione. E proprio per questo il rischio di vedere operazioni poco trasparenti e quasi irrintracciabili, visto che si ricorre spesso a paradisi fiscali che fanno del segreto bancario la loro forza, è elevato.
Le norme prevedono che la prima azione di controllo spetti ai club stessiche, a partire dal 2029, saranno chiamati a verificare l’identità dei loro interlocutori, che siano agenti di calciatori e possibili sponsor, e segnalare qualsiasi transazione sospetta alle Unità di Informazione Finanziaria competenti. Poi entrano in campo gli Stati membri dell’Unione dove questi club operano. Infatti, questi possono garantire esenzioni, parziali o totali, per quelle società che hanno un fatturato annuo inferiore ai 5 milioni di euro.
Il Consiglio dell’Ue, sempre in via definitiva, approva anche le regole che impongono disposizioni divigilanza rafforzate per i “superricchi” con un patrimonio totale di almeno 50 milioni di euro, (esclusa la residenza principale),un limite di 10mila euro valido in tutta l’UE per i pagamenti in contanti, e l’istituzione della nuova Autorità europea per la lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo (Amla) che avrà sede a Francoforte. Quest’ultime misure, a differenza di quelle pensate per il calcio, entreranno in vigore 20 giorni dalla pubblicazione in gazzetta ufficiale.
Nuovo capitolo nella vicenda che aveva visto contrapposti il fondo Usa e gli ex soci di minoranza della società rossonera
Prosegue, stavolta con una sconfitta legale in Lussemburgo per Elliott, la battaglia giudiziaria attorno al Milan. Il fondo americano, che nel 2022 ha ceduto il controllo della maggioranza delle azioni del Milan all’altro fondo statunitense RedBird di Gerry Cardinale, aveva citato in giudizio per estorsione la società Blue Skye di Salvatore Cerchione e Giuseppe D’Avanzo. Ma il tribunale del Lussemburgo ha ritenuto inammissibile la causa per “libellé obscur“, (letteralmente “formulazione oscura”), addebitando al fondo di Paul e Gordon Singer le spese legali.
Blue Skye, detentore nel 2022 del 4.27% di Project RedBlack all’epoca controllante del Milan, aveva denunciato Elliott – in Italia, Lussemburgo e Usa – sostenendo di non essere stato consultato sul passaggio del controllo del club a Cardinale e di averne dunque subito un rilevante danno economico. La risposta di Elliott era stata appunto la contro-denuncia per estorsione, “nel quadro dei contenziosi frivoli e vessatori avviati da BlueSkye“.
Il tribunale lussemburghese ha però ora giudicato inammissibile la richiesta di Elliott. Le vicende giudiziarie proseguono adesso negli Usa, in Lussemburgo e in Italia, dove è in atto anche l’inchiesta della magistratura per i dubbi sulla proprietà del Milan, che ha portato a iscrivere nel registro degli indagati l’attuale amministratore delegato, Giorgio Furlani, e il suo predecessore,Ivan Gazidis.
Il difensore dell’Inter non sarà disponibile: il ct Spalletti ha preallertato il centrale della Juventus.
Francesco Acerbi – (Foto: Simone Arveda/Getty Images)
A causa dei postumi di un ‘groin pain’ (pubalgia), il calciatore Francesco Acerbi non farà parte della Nazionale che domani si radunerà al Centro Tecnico Federale in vista di UEFA EURO 2024.
Il Ct azzurro Luciano Spalletti ha già preallertato il difensore della Juventus Federico Gatti, che si è reso disponibile e si metterà subito al lavoro nella propria sede. Al momento, dunque, sono 27 i calciatori che domani entro le ore 12 raggiungeranno il ritiro a Coverciano: gli ultimi due, ovverosia Giorgio Scalvini e Gianluca Scamacca, arriveranno più avanti considerando che sono impegnati entrambi con l’Atalanta fino al 2 giugno per il recupero della gara contro la Fiorentina di campionato.
I convocati per il raduno:
Portieri: Gianluigi Donnarumma (Paris Saint Germain), Alex Meret (Napoli), Ivan Provedel (Lazio), Guglielmo Vicario (Tottenham);
Difensori:Alessandro Bastoni (Inter), Raoul Bellanova (Torino), Alessandro Buongiorno (Torino), Riccardo Calafiori (Bologna), Andrea Cambiaso (Juventus), Matteo Darmian (Inter), Giovanni Di Lorenzo (Napoli), Federico Dimarco (Inter), Gianluca Mancini (Roma), Giorgio Scalvini (Atalanta);
Il numero 10 del Bari è stato espulso al 78esimo minuto mentre si trovava in panchina e con la sua squadra sopra di tre gol. Rilevato anche un flusso anomalo di scommesse su tale evento.
Nicola Bellomo (Photo by Maurizio Lagana/Getty Images)
Nicola Bellomo, e la sua espulsione dalla panchina in occasione della gara di ritorno dei playout di Serie B fra Ternana e Bari, finiscono nel mirino della Procura FIGC.
La Procura Federale, guidata da Giuseppe Chiné, infatti, ha aperto un’inchiesta sul cartellino rosso arrivato al 78esimo minuto, con i biancorossi avanti di tre gol e praticamente a un passo dalla conquista della salvezza. A far scattare il provvedimento dell’arbitro La Penna è stata la discussione fra il numero 10 biancorosso e un raccattapalle.
La dinamica dell’accaduto ha incuriosito fin da subito, infatti è in solito vedere un calciatore in panchina scaldarsi così tanto con un raccattapalle quando la partita sembrava ormai incanalata verso la vittoria, e la conseguente salvezza, della propria squadre. Inoltre, le indagini hanno evidenziato come, intorno a quel cartellino rosso, ci sia stato un flusso anomalo di scommesse. Ora la palla passa alla Procura FIGC che indagherà insieme all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato per accertare i fatti e per poi eventualmente procedere con dei deferimenti o archiviare il tutto.
La Lega Serie B, in una nota, ha così voluto sottolineare come sia «da sempre, attenta a tutti gli aspetti che ruotano attorno alle condotte antisportive, il cui contrasto parte dalla costante analisi di questi fenomeni. Una verifica condotta con il supporto operativo dell’Unità Informativa Scommesse Sportive e del Gruppo Investigativo Scommesse Sportive, organismi creati dal Ministero degli Interni, oltre che dalla formazione e informazione che ogni anno la Lega Serie B svolge nei club, insieme all’Aic, con il progetto ‘Il calcio non è solo un gioco’. Allo stesso modo la LNPB è vigile verso tutte le fattispecie di doping amministrativo quale elemento che altera l’equa competizione».
«La convinzione della lotta a crimini che minacciano la credibilità, l’onorabilità e il lavoro di promozione del campionato, che Lega B e le società portano avanti in modo incessante ogni anno, è ulteriormente ribadita dalla costituzione quale parte civile in ogni procedimento che riguarda questo genere di reato».
«Per tutti questi motivi la Lega B ribadisce, anche alla luce dei recenti deferimenti e all’apertura delle indagini relative a presunte condotte antisportive degli ultimi giorni di alcuni giocatori, che sarà come sempre in prima linea nella collaborazione con la giustizia sportiva per accertare e garantire il rispetto delle regole», ha concluso la Lega Serie B in una nota.
Il club nerazzurro conferma di avere rispettato gli obblighi indicati dalla UEFA per quanto riguarda il bilancio al 30 giugno 2023.
L’Inter ha rispettato i paletti della UEFA per il Fair Play Finanziario nel 2022/23 e si aspetta di rispettarli anche nel 2023/24. È quanto emerge dai conti del primo semestre di Inter Media and Communication, la controllata in cui confluiscono i ricavi da sponsor e diritti televisivi.
«Sottolineiamo che, basandoci sui risultati consolidati del gruppo per l’esercizio chiuso al 30 giugno 2023, abbiamo raggiunto l’obiettivo finanziario fissato per quest’anno in conformità con l’Accordo di Conciliazione firmato con la UEFA nell’agosto 2022. Pertanto, non è stato necessario trattenere alcun contributo finanziario dai premi in denaro dovuti nella stagione sportiva 23/24», si legge nella nota. Rispetto alla nota pubblicata lo scorso febbraio sempre da Inter Media and Communication, quindi, il club nerazzurro ha confermato di avere rispettato gli obblighi indicati dalla UEFA (a febbraio la società aveva spiegato di «prevedere» di aver rispettato i paletti).
Inoltre, l’Inter si aspetta di rispettare le indicazioni anche nella stagione 2023/24. «Basandoci sui risultati dell’anno in corso e sulle proiezioni più aggiornate per il resto dell’anno fiscale, prevediamo di raggiungere l’obiettivo finanziario fissato dall’Accordo di Conciliazione anche per l’esercizio che si chiuderà il 30 giugno 2024», conclude il club nerazzurro.
Dalle 18 di oggi, giovedì 30 maggio, forti temporali su tutta la regione. In serata previsto un peggioramento con l’arrivo di vento forte
Allerta arancione su Milano e la Lombardia: previsti forti temporali nella serata di oggi, giovedì 30 maggio
Torna il nubifragio su Milano e sulla Lombardia. Il Centro Funzionale Monitoraggio Rischi Naturali della Regione Lombardia ha emanato un’allerta meteo moderata (arancione) per temporali e ordinaria (gialla) perrischio idrogeologico a partire dalle ore 18 di oggi, giovedì 30 maggio.
Allerta ordinaria(gialla) a partiredalle ore 21 per rischio idraulicoe a partire dalla mezzanotte per vento forte. Il Centro operativo comunale (COC) della Protezione civile comunale è attivo per il monitoraggio dei livelli idrometrici dei fiumi Seveso e Lambro e per coordinare gli eventuali interventi in città.
Prealpine e Pianura le zone che verranno maggiormente interessate da fenomeni atmosferici. In serata è prevista un’intensificazione delle precipitazioni, a partire dalle zone occidentali di Alta Pianura e Prealpine. Si attendono i fenomeni convettivi più intensi dalla serata. Irregolari picchi di precipitazione nelle 12 ore tra i 40 e i 70 mm.
Durante l’allerta meteo si invitano i cittadini a non sostare nelle aree a rischio esondazionedei due fiumi e in prossimità dei sottopassi. Inoltre si invita a non sostare sotto gli alberi e nei pressi di impalcature di cantieri, dehors e tende. È importante provvedere alla messa in sicurezza di oggetti e vasi sui balconi e tutti i manufatti che possono essere spostati dalle intemperie.
Cosa aspettarsi per domani, venerdì 31 maggio – Tra la notte e la mattinata di domani 31/05 si manterranno condizioni marcatamente instabili sul territorio, con precipitazioni diffuse ed intense a carattere di rovescio o temporale in veloce spostamento dalle zone occidentali prealpine e di pianura verso quelle centrali ed orientali. In questa fase possibili picchi isolati di precipitazione nelle prime 12 ore della giornata tra 50 e 100 mmsulle Pianure e sulle zone prealpine, con cumulate maggiori attese sulle zone orientali. Nel corso della mattinata i fenomeni saranno in attenuazione sulle zone occidentali mentre su quelle centro-orientali saranno ancora insistenti nel pomeriggio ed in generale esaurimento entro la serata. Ventilazione diffusamente moderata o forte settentrionale tra la mattina e il pomeriggio, in particolare in concomitanza degli eventi convettivi più intensi, con raffiche previste generalmente tra 40 e 70 km sulle pianure occidentali e oltre i 70 km/h in quota sui rilievi settentrionali.
L’allenatore al centro del progetto. Adesso Simone ha il potere di chiedere innesti, ponendo il veto sulla cessione dei big. Tutto nel rispetto dei bilanci
Simone Inzaghi ci mette la firma ed è sempre più al centro del progetto Inter. L’incontro di martedì con i rappresentanti della nuova proprietà ha ratificato la ferma intenzione di Oaktree di andare avanti con l’allenatore della seconda stella e di provare ad accontentarlo alla voce “richieste tecniche”. La conferma di come sia cambiato lo status del 48enne tecnico piacentino che in un triennio prima dello scudetto aveva portato altri 5 trofei.
TOP – Di sicuro rispetto al 2021 è cambiato il suo conto in banca. Dai 3,5 milioni netti a stagione del primo contratto nerazzurro, dopo la finale di Champions persa contro il Manchester City, nel settembre scorso si era passati a 5,5, allungando il vincolo al 2025. Il trionfo in campionato e le conseguenti sirene di grandi club europei hanno indotto la dirigenza a stringere i tempi per un rinnovo già apparecchiato nelle cifre. La prossima settimana l’agente Tullio Tinti incontrerà Marotta, Ausilio e Baccin per limare gli ultimi dettagli di un triennale a 6,5 milioni (bonus compresi) che porterà Inzaghi a essere il tecnico più pagato del campionato. Anche se, ora che non c’è più Allegri, il primo della lista potrebbe diventare Antonio Conte, che a Napoli prenderebbe 8 milioni.
FEELING – Un accordo che era stato concordato con la vecchia proprietà, salvo essere congelato in attesa del rifinanziamento, poi fallito. Ma pure il feeling immediato con i rappresentanti di Oaktree dice molto della crescita di Simone in questi tre anni. Anche nel modo di porsi. Prima cadeva nei tranelli, a volte entrava in polemiche che tradivano una forma di debolezza (vedi sottolineatura sull’arbitro francese nella semifinale Champions contro il Milan di Maignan, Theo e Giroud), ora si è fatto zen e per mesi non ha replicato alle provocazioni dello stesso Max Allegri e di altri avversari. Vero, dopo avere avuto un rapporto molto stretto sia con Lotito a Roma sia con Zhang, ora Simone è “orfano” di presidente. La prossima settimana verrà nominato il successore di Steven, ma martedì col fondo americano sono state gettate le basi giuste. Inzaghi ha trovato persone perbene e il dialogo è stato facilitato dalla loro conoscenza della lingua italiana. Per contro Cano, Ralph, Meduri e Ligori hanno apprezzato il suo lavoro sul campo – Oaktree studia da mesi il dossier dei dipendenti Inter – e i suoi modi.
STATUS – Ma il nuovo status di Inzaghi pesa anche sul mercato. Arrivato a Milano nel 2021 dopo che proprio Conte, capace di interrompere l’egemonia Juve, non aveva accettato il piano di ridimensionamento imposto da Suning dopo che era girato il vento in Cina, Inzaghi si era fatto andar bene le cessioni di Lukaku, Hakimi e Politano, mentre nell’estate 2022 a finanziare il mercato erano bastati i sacrifici di Casadei e Pinamonti. Dodici mesi fa le uscite di Onana, Brozovic e Dzeko, senza dimenticare il voltafaccia di Romelu. Adesso Inzaghi ha il potere di chiedere rinforzi, ponendo il veto sulla cessione dei big. Il rispetto dei bilanci è sacro, lo sa lui per primo, ma l’allenatore giustamente preme perché la squadra resti competitiva in vista di una stagione extralarge con cinque trofei da inseguire. Nel vertice con gli uomini mercato previsto a breve (Simone ora staccherà per qualche giorno), premerà per pochi acquisti ma mirati. Tra i segreti dello scudetto c’è stata anche l’armonia dello spogliatoio, facilitata dal fatto di non essere troppi, oltre che dal senso di responsabilità di chi avrebbe voluto più spazio ma ha anteposto il noi all’io.
RICHIESTE – Occorrerà dunque bilanciare i numeri non solo per questioni di lista. A fine contratto ci sono Audero, Cuadrado, Sensi, Klaassen e Sanchez. A parametro zero sono già arrivati Taremi e Zielinski per allargare le rotazioni in attacco e in mediana, dove ora ci sono sei elementi di spessore per tre maglie. Ma per un vero upgrade, al netto della vicenda Dumfries, Simone chiede un’alternativa in più in difesa e una quinta punta. Senza dimenticare che la prima mossa potrebbe essere legata al portiere. Ausilio e Baccin lavorano da tempo su Bento,24enne che affiancherebbe inizialmente il 35enne Sommer per poi prendersi la titolarità. Il brasiliano però costa 20 milioni e si studiano anche alternative low cost. Malgrado la piena fiducia in Acerbi e De Vrij, visto che la sua Inter porta molti uomini oltre la linea della palla, Inzaghi vuole anche un centrale difensivo veloce nei ripiegamenti. Il sacrificio in fase di non possesso di Barella e Mkhitaryan – che infatti hanno segnato meno del solito – ha garantito gli equilibri mancati nell’annata precedente, ma un elemento di prospettiva serve. E subito. Il bisogno di una quinta punta il tecnico invece lo ha proprio dichiarato nelle scorse settimane. La dirigenza, obbligata a fare di conto, spinge per un po’ di fantasia negli eventuali momenti di emergenza, alzando uno tra Zielinski e Mkhitaryan visto che a centrocampo c’è abbondanza. Un quinto attaccante pone però dei problemi di lista. Da lì l’idea del prestito di Pinamonti, retrocesso col Sassuolo ma cresciuto nel vivaio, oppure – senza dimenticare che va piazzato anche il rientrante Correa – il sacrificio di Arnautovic, che ha 35 anni, qualche acciacco, un ingaggio pesante e caratteristiche simili a quelle di Taremi.
Aurelio De Laurentiis (Foto: Marco Luzzani/Getty Images)
Il club partenopeo è stato multato a seguito dei fatti delle mancate interviste dei mesi scorsi, su indicazione del patron Aurelio De Laurentiis.
«Il Tribunale Federale Nazionale – Sezione Disciplinare, definitivamente pronunciando, in parziale accoglimento dei ricorsi riuniti, ridetermina il complessivo importo dovuto dalla società SSC Napoli Spa per le violazioni contestate in euro 165.000,00 (centosessantacinquemila/00). Compensa tra le parti le spese del procedimento».
Con questa breve nota la FIGC ha annunciato la multa nei confronti del club di Aurelio De Laurentiis a seguito della decisione del numero uno partenopeo di non concedere a DAZN i propri tesserati per le interviste in occasione delle sfide Napoli-Torino dell’8 marzo e Barcellona-Napoli del 12 marzo.
All’epoca dei fatti, De Laurentiis aveva annunciato di aver chiuso i rapporti con DAZN e che calciatori e staff avrebbero parlato solamente con Sky e Rai. In tal senso, va comunque registrata anche una successiva sfuriata contro la pay-tv di Comcast, in relazione alla scelta di fare seguire la squadra a un corrispondente che secondo De Laurentiis non sarebbe stato tifoso del Napoli.
La rabbia nei confronti di DAZN, invece, nasceva dalla programmazione della partita contro l’Atalanta fissata per sabato 30 marzo alle 12:30, vigilia di Pasqua. Il presidente azzurro avrebbe voluto spostarla a lunedì, in quanto il tecnico Calzona avrebbe potuto preparare il match solo in due giorni per via degli impegni con la nazionale della Slovacchia. De Laurentiis si era sfogato al Maradona nel post-partita: «Chi sono? Sky o DAZN? DAZN non ha il diritto di fare niente! Quindi andatevene a fare in c**o. Fuori dai c******i».
Il regolamento della Serie A prevede che i club da contratto si impegnino ad assicurare che i propri calciatori «più rappresentativi e che abbiano avuto le migliori prestazioni nell’Evento, nonché il proprio allenatore, partecipino alle Interviste – a favore dei Licenziatari dei Pacchetti che detengono tale diritto – secondo le modalità stabilite dagli applicabili regolamenti della Lega Serie A oltre l’impegno ad assicurare la puntualità delle Interviste. Per questo motivo, in caso di violazioni del contratto sono previste delle sanzioni specifiche nei confronti delle società». Sanzione che, in questo caso, è arrivata nella misura di 165mila euro.
La posizione di uno degli investitori: «La squadra rimane in una buona posizione e ha un valore finale reale. I flussi di cassa legati ai media e ai diritti di sponsorizzazione rimangono sani».
«Sebbene la situazione dell’Inter sia ancora fluida, per gli obbligazionisti della controllata Inter Media non vediamo il cambio di proprietà del club come una sfida fondamentale per la situazione creditizia sottostante». Lo spiega Berchmans Rivera, Investment Manager di Arcano Partners, uno dei sottoscrittori istituzionali del bond da 415 milioni del club nerazzurro.
«La squadra rimane in una buona posizione e ha un valore finale reale. I flussi di cassa legati ai media e ai diritti di sponsorizzazione rimangono sani. La clausola di cambio di controllo, che richiederebbe il rimborso dell’obbligazione a 101, non sembra scatterà a meno che non si verifichi un declassamento del rating, il che è possibile ma non necessariamente probabile, dato che non è cambiato nulla nell’azienda. In tal caso, gli obbligazionisti vengono rimborsati. Continuiamo a monitorare la situazione, ma rimaniamo soddisfatti del valore dell’obbligazione», conclude Rivera.
Nei giorni scorsi, dopo il subentro di Oaktree alla guida dell’Inter, la stessa società nerazzurra aveva spiegato in una nota: «Nessun Change of Control Triggering Event è in corso in base all’emissione di Euro 415.000.000 di Senior Secured Notes al tasso del 6.750% con scadenza 2027 da parte di Inter Media and Communication S.p.A. e nessuno degli eventi di cui sopra ha determinato un Default o un Event of Default in relazione alle Senior Notes. Nessuna dichiarazione prospettica viene resa in questo comunicato e tutte le dichiarazioni sono rese solo alla data del presente comunicato».
Allo stesso modo, Fitch aveva spiegato: «Secondo lo scenario base di Fitch, il cambio di controllo non avrà un impatto significativo sulle prestazioni finanziarie o sportive dell’Inter. La documentazione delle obbligazioni include una clausola di cambio di controllo che stabilisce che, al verificarsi di determinate condizioni, ciascun obbligazionista avrebbe il diritto di richiedere il rimborso anticipato delle proprie obbligazioni al 101% del capitale. In questo scenario, Oaktree sarebbe incentivata a fornire supporto finanziario per preservare il valore del proprio investimento nella squadra. Tuttavia, il profilo creditizio del gruppo potrebbe essere influenzato se ciò non avvenisse».
Secondo quanto si legge nel prospetto del bond, infatti, la clausola legata al cambio di controllo che porta a dover ripagare interamente il debito legato al bond scatta solo nel caso di un downgrade del ratingentro 90 giorni dalla data in cui avviene il cambio di controllo, ipotesi che al momento viene ritenuta difficile. L’ultimo aggiornamento legato al rating del bond del club nerazzurro è del dicembre 2023, quando Fitch ha confermato il rating “B+” con outlook stabile, mentre nell’ottobre 2023 Standard and Poor’s aveva di non declassare il rating (oggi fissato a B) grazie ai nuovi sponsor dopo il caso Digitalbits, inoltre sottolineando un outlook stabile per il rating stesso.
Il sindaco di Corte Palasio (Lodi), Claudio Manara, è stato trovato stasera senza vita, impiccato nella sede municipale del Comune che amministrava. Il politico, 67 anni e in carica da maggio 2019 a guida della lista civica «Aria nuova», era solito trattenersi fino a tardi nel suo ufficio ma, i familiari, non vedendolo rincasare hanno lanciato l’allarme. Il dramma è avvenuto nel palazzo comunale di piazza Terraverde 2.
L’ultima assemblea e la discussione con i residenti – Solo ieri sera, martedì 28 maggio, aveva tenuto un’assemblea illustrare il bilancio del mandato appena concluso e annunciare le linee del nuovo programma in una serata che aveva visto, però, in diversi residenti toni molto accesi.
Indagano sulla morte i carabinieri coordinati dalla Procura della Repubblica di Lodi.
A lanciare l’allarme sarebbe stata la compagna del sindaco, 67 anni, che non vedendolo rincasare è andata a controllare in municipio con una dipendente. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la porta dell’edificio pubblico era chiusa dall’interno. Manara è stato trovato senza vita in un ufficio al pianoterra.
Maxi incendio a Rozzano, le immagini della colonna di fumo
In serata l’esplosione del rogo a Rozzano, in zona Gratosoglio. L’incendio sarebbe scoppiato da un mezzo per poi diffondersi per tutto il deposito: secondo le prime informazioni non ci sarebbero feriti.
Allarme incendio nel Milanese. I vigili del fuoco sono stati costretti a un intervento aRozzano, in zona Gratosoglio. Un vastoincendio è divampato all’interno di un deposito di camper a Rozzano provocando un’altissima colonna di fumo. Secondo le prime informazioni, nessuno dovrebbe essere rimasto ferito dalle fiamme.
Ancora non è chiara la dinamica del rogo, il cui fumo nero è visibile a chilometri di distanza. Sul posto stanno intervenendo cinque squadre dei Vigili del Fuoco del comando provinciale di Milano
Un’esercitazione in montagna è sfociata in tragedia oggi in Valtellina, dove hanno perso la vita tre giovani militari del Sagf-Soccorso Alpino della Guardia di finanza.
Sono precipitati da una parete rocciosa, mentre erano in cordata, sotto lo sguardo impotente di due colleghi impegnati anch’essi in un’altra cordata.
Un volo nel vuoto di circa 30 metri che non ha lasciato loro scampo, mentre si trovavano sul cosiddetto Precipizio degli Asteroidi, nel territorio comunale di Val Masino (Sondrio). Un luogo teatro di numerosi interventi di soccorso di questi autentici angeli della montagna, per salvare spesso escursionisti e turisti in pericolo. Sarà l’inchiesta della Procura di Sondrio, diretta da Piero Basilone, a stabilire le esatte cause del drammatico incidente.
I tre sarebbero caduti nel vuoto perché, all’improvviso, avrebbe ceduto uno sperone roccioso sul quale uno di loro poggiava i piedi, trascinando con sé nel vuoto gli altri due colleghi. Le vittime, tutte valtellinesi, sono Luca Piani, 32 anni, di Villa di Tirano, Alessandro Pozzi, 25 anni, residente a Valfurva, e Simone Giacomelli, di 22 anni, che abitava a Valdisotto, a un passo dalla nota località turistica di Bormio. Giacomelli e Pozzi, arruolati nella GdF soltanto nel 2022, prestavano servizio nella Stazione Sagf di Madesimo, guidata da Alessia Guanella, mentre Piani faceva parte della squadra del luogotenente Christian Maioglio nella caserma del capoluogo valtellinese.
Mattarella: ‘Profonda tristezza per la scomparsa dei tre finanzieri’ – “Ho appreso con profonda tristezza la notizia dei tre finanzieri che oggi hanno perso la vita nel corso di una esercitazione in Val di Mello nella provincia di Sondrio. In questa dolorosa circostanza desidero esprimere a Lei, Signor Comandante Generale, e alla Guardia di Finanza, la mia solidale vicinanza. La prego di far pervenire ai familiari le espressioni della mia commossa partecipazione al loro cordoglio“. Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Comandante Generale della Guardia di Finanza, Generale di C.A. Andrea De Gennaro.
«Sono nato dirigente sin da giovane, è giusto che tenga questa carica. Il ruolo di presidente compete ad altri», ha spiegato l’ad nerazzurro.
Giuseppe Marotta (Foto: MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)
“Come è andato l’incontro di ieri? La rassicurazione la abbiamo data fin dal primo giorno. Sappiamo che Oaktree vuole dare continuità, stabilità e sostenibilità a questo club ma soprattutto vuole continuare nella scia dei risultati importanti. Devo dispensare tanto ottimismo. Io presidente? Sono nato dirigente sin da giovane, è giusto che tenga questa carica. Il ruolo di presidente compete ad altri”. Lo ha detto l’ad dell’Inter Giuseppe Marotta, intervenuto a margine della consegna del “Premio Rosa Camuna”.
“Lautaro Martinez? Non è una preoccupazione, sono negoziazioni e trattative che rappresentano dinamiche tipiche del mondo del calcio. Partiamo da una considerazione importante, cioè che Lautaro ha grande senso di appartenenza verso questo club e questa città, questo ci faciliterà sicuramente la negoziazione con il suo procuratore. Non c’è fretta, lo faremo con molta calma. Oggi ci sono priorità aziendali, a tempo debito affronteremo anche queste problematiche, sono situazioni ordinarie”, ha proseguito.
“Inzaghi? Anche per Inzaghi vale lo stesso discorso di Lautaro, ha dimostrato di essere un allenatore bravo e vincente, per cui è evidente che da parte nostra ci sia voglia di continuare il percorso che di prolungare il suo contratto. Non è solo fiducia ma è anche metterlo nella condizione di poter lavorare in tranquillità. Il suo ciclo potrà andare avanti ancora per tanto tempo”, ha concluso Marotta.
Le parole dell’ex patron del club nerazzurro: «io da ragazzo non pensavo minimamente di fare il presidente dell’Inter, poi ho cambiato idea. E quindi, in futuro chissà. Vedremo».
Massimo Moratti (Photo by Claudio Villa/Getty Images)
«Rivedremo i Moratti all’Inter? Non la vedo facile. Ma non lo escludo. Può darsi». Lo ha detto l’ex patron dell’Inter Massimo Moratti, in una intervista al settimanale Oggi. «Mia moglie mi chiede tutte le sere se ho ricomprato l’Inter. E io devo trovare sempre una scusa nuova per giustificarmi», ha proseguito.
«Comprare l’Inter è un impegno non da poco. I nostri figli Mao e Giovanni sono grandi tifosi. E anche Carlotta, che gira il mondo come presidente dell’Inter Campus… Per noi è un’esperienza ancora troppo recente. Ma sa: io da ragazzo non pensavo minimamente di fare il presidente dell’Inter, poi ho cambiato idea. E quindi, in futuro chissà. Vedremo», ha aggiunto Moratti.
«Comprare l’Inter e tenerla in alto ha costi troppo elevati. Un imprenditore da solo oggi non ce la può fare. Anche il Real Madrid è pieno di debiti… Il presidente-tifoso oggi è più difficile. Può esserci in società con costi inferiori». Infine, in merito alla nuova proprietà, aggiunge: «Oaktree è solidissima. Ma bisogna vedere le sue finalità. Il debito è talmente alto che non credo possano lasciarlo così. E vincere tenendo i conti in pareggio abbiamo visto che è impossibile».
Una nuova scossa di terremotoè stata registrata alle 14.07 dall’Istituto nazionale di geologia e vulcanologia inprovincia di Crotone con magnitudo 4.
L’evento si sismico è stato localizzato nel comune di Cirò a una profondità di 24 chilometri ed è stato chiaramente avvertito dalla popolazione.
Successivamente si sono verificati altri 2 movimenti tellurici. Uno alle 14.15 di 2. 9 con epicentro a Melissa, l’altro alle 14. 18 di 2. 6 ad Umbriatico.
La FIGC ha comunicato la durata delle due consuete finestre di mercato stagionali, quella estiva e quella invernale.
(Foto: TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)
Con la sola partita fra Atalanta e Fiorentina, in programma domenica 2 giugno, la stagione di Serie A sta è sempre più vicina alla conclusione. E come ogni estate, le settimane che anticiperanno l’inizio dell’annata 2024/25, saranno caratterizzate dalcalciomercato.
Nella giornata di oggi, la FIGC ha emanato un comunicato ufficiale in cui i termini per la stagione sportiva 2024/2025, per le società di Serie A, Serie B e Serie C. Come di consueto, la finestra estiva del calciomercato si aprirà il 1° luglio 2024 e terminerà venerdì 30 agosto.
Inoltre, è stata definita anche la finestra invernale. Il cosiddetto mercato di riparazione per le squadre iscritte ai tre campionati professionistici italiani inizierà il 2 gennaio 2025 e si concluderà il 2 febbraio. Sarà quindi di un mese esatto il tempo disponibile alle società per aggiungere i vari tasselli mancanti alle proprie rose di calciatori. Ma non va escluso un cambiamento radicale degli elementi presenti in squadra come avvenuto al Verona a inizio anno o alla Salernitana ancora prima.
Il club aveva fatto trapelare la notizia di un accordo raggiunto, ma Ferrero si oppone ancora e reclama pagamenti per 2,5 milioni di euro.
(Foto: Getty Images)
La notizia era stata fatta trapelare dalla Sampdoria: raggiunto l’accordo “tombale” tra la vecchia e la nuova proprietà. Il passaggio fondamentale atteso da Matteo Manfredi per chiudere definitivamente con il passato e cominciare il suo percorso autonomo. Ma sull’accordo è subito intervenuto a piedi uniti l’ex patron Massimo Ferrero, spiegando che «non c’è la mia firma. Ho già intrapreso ulteriori iniziative legali, civili e penali. Lo faccio annullare».
In realtà – spiega Il Secolo XIX – una firma che balla c’è, quella che Ferrero sostiene di avere messo la settimana scorsa su un documento, «mai restituito controfirmato». Ferrero reclama alcuni suoi stipendi da presidente, circa 2,5 milioni complessivi, voce che non rientra negli accordi “tombali”. Manfredi ieri ha scelto di non rilasciare commenti.
La fumata bianca è stata pubblicizzata anche perché doveva arrivare agli occhi e alle orecchie sia degli investitori di Singapore già operativi e sia di tutti quei potenziali investitori che sarebbero pronti a entrare nel club blucerchiato, ma in ogni caso non volevano farlo con un Ferrero ancora presente nel capitale azionario.
Gli accordi prevedono infatti anche che la Blucerchiati Spa, controllante della Sampdoria e a sua volta controllata da Gestio Capital, acquisisca, a un prezzo assolutamente simbolico, anche il 21,86% di azioni residue ancora nella disponibilità di Ssh Holding, la vecchia controllante della Sampdoria riconducibile al trustee Gianluca Vidal e quindi a Ferrero. Salendo in questo modo al 99,96%, la parte restante è quella dei piccoli azionisti.
Ieri mattina le parti si sono riviste per la terza volta al Tribunale di Milano. La sensazione era che si andasse verso un rinvio, a causa di alcuni tecnicismi che non erano stati risolti nei giorni precedenti. I maggiori non di natura economica, gli accordi sotto questo profilo erano stati già raggiunto lunedì della settimana scorsa, quando era trapelato da Milano un evidente ottimismo sulla chiusura della trattativa. Ottimismo ampiamente giustificato, come si è visto ieri. Ma legati alla rinuncia ad alcune azioni di responsabilità da parte di Ssh Holding, fondamentali per considerare “tombale” questo accordo.
Tuttavia, la veemente reazione negazionista di Ferrero ha generato ansia e apprensione. Da ieri e fino a ottobre le controparti dovranno dare esecuzione agli accordi, formalizzandoli attraverso una serie di adempimenti preliminari. Sul contenuto degli accordi vige una rigida clausola di riservatezza. Considerando però i contenuti della trattativa già emersi nei mesi scorsi, tanto per cominciare ci sarà la rinuncia da ambo le parti ad ogni azione legale, esposti e querele comprese, in essere o futuri. E a ogni azione di responsabilità in essere o futura.
Sampdoria rimborserà a Ssh i suoi crediti, riconosciuti dalla giudice. Ssh oltre a trasferire alla Blucerchiati il 21,86% delle azioni, cederà alla Sampdoria il contratto di “lease back” con Leasint sul Baciccia, che una volta saldate le ultime rate (per circa 9 milioni) tornerà in possesso del club blucerchiato. Tra gli altri adempimenti da intraprendere nelle prossime settimane per dare esecuzione agli accordi, la Sampdoria dovrà liberare da ogni ipoteca la vecchia sede di Corte Lambruschini che passerà quindi a Ssh, insieme ai diritti litigiosi del contenzioso tra Lega Serie A e alcuni broadcaster per i diritti tv per l’estero 2018/21.
«Tutti sogniamo di giocare nuovamente al Bentegodi ed è per questo che continuiamo a seguire il nostro progetto», le parole dell’ex attaccante e ora presidente in esclusiva a Calcio e Finanza.
Enzo Zanin e Sergio Pellissier (Photo by ufficio stampa AC Chievoverona)
La Clivense continua nel suo progetto, iniziato tre anni fa da Sergio Pellissier e dal vice Enzo Zanin. E ora è arrivato il momento di far tornare nel mondo del calcio quel Chievo Verona che li ha visti protagonisti nel corso degli anni. Il nuovo capitolo di questa storia, ancora in via di scrittura, si chiamerà AC Chievoverona. Questo il nome scelto dai soci della Clivense dopo l’acquisizione del marchio avvenuta a inizio maggio, che farà così il suo esordio alla prima partita ufficiale della Serie D 2024/25. Il logo Chievoverona rimane, al momento, invariato: nei prossimi giorni sul sito e sui social media della società verranno progressivamente aggiornati logo e nome.
Proprio quel 10 maggio, si è visto un Pellissier in versione attaccante: esultanza sfrenata con i tifosi dopo aver ottenuto il marchio del suo tanto amato Chievo. «Quell’esultanza dopo l’ufficialità di aver ripreso il marchio ChievoVerona mi ha riportato indietro a quando giocavo: la stessa esultanza di un mio gol – ha ammesso a Calcio e Finanza l’ex attaccante ora 45enne –. È stata una soddisfazione che ci voleva. Dopo tre anni di fatica, impegno, anche sofferenza per quanti non hanno capito il nostro nuovo progetto. Ma noi stavamo solo lavorando per riportare il Chievo a casa. È stata una doppia felicità».
Come detto, la Clivense prende ora il nome di ChievoVerona: «Oggi possiamo dirlo: i soci, come promesso, hanno deciso. Ci chiameremo ChievoVerona e i nostri colori sociali saranno il bianco e l’azzurro (confermati quindi quelli adottati fin da subito dalla Clivense, ndr). L’impegno per riappropriarci di quel marchio è stato massimo, sia in termini di energie che economico. Sono contento e orgoglioso di questa scelta condivisa che unisce due anime: la storia, il nome AC Chievoverona, e l’eredità presente dell’esperienza di questi ultimi tre anni di Clivense, ovvero i colori bianco e azzurro. Queste anime oggi diventano una cosa sola: un nuovo sogno da costruire, una storia ancora tutta da scrivere. E che parte da un percorso iniziato tre anni fa con un progetto che, anno per anno, stiamo riuscendo a portare avanti, aggiungendo sempre qualcosa di diverso, ma estremamente importante».
Un traguardo raggiunto, l’ennesimo in questi tre anni, ma Pellissier vuole continuare sulla strada tracciata: «Il nostro obiettivo era quello di cercare di costruire un modello di società molto simile a quello in cui siamo cresciuti con un gruppo familiare di persone che tengono al progetto e con tifosi appassionati. Il marchio è stata la ciliegina sulla torta di questi tre anni che sono partiti con un business plan con le idee che volevamo portare avanti e che stiamo piano piano conseguendo. La prossima stagione? Abbiamo sempre detto che puntiamo a vincere e lo faremo anche l’anno prossimo. Non si punta mai a fare il minimo indispensabile altrimenti i risultati non arriveranno mai, ma cercheremo di non fare il passo più lungo della gamba. Lavoriamo ogni giorno per cercare di migliorarci. Il nostro obiettivo rimane sempre e solo quello di vincere».
L’avventura Clivense è iniziata con il grande sforzo degli attuali soci, che non sono venuti meno per portare a casa il marchio: «I mezzi finanziari, che moltissimi nostri soci hanno messo a disposizione per dare il proprio aiuto nel riportare il marchio a casa, saranno al servizio di un nuovo aumento di capitale che è stato disegnato precisamente in vista dell’acquisto di questo importante asset: è stato un sacrificio da parte di tutti ed è giusto che venga riconosciuto. Nell’immediato, non vedo un’altra campagna di crowdfunding (strumento scelto inizialmente per reperire le risorse economiche, ndr), ma chi vuole investire in una società nuova che ha delle ambizioni e dei progetti che pian piano sta portando avanti, è benvenuto e può far domanda».
Ma la prossima stagione è alle porte e Pellissier guarda al futuro con un obiettivo chiaro: «Da parte di tutti c’è il desiderio di tornare a giocare nei professionisti e di farlo nuovamente al Bentegodi. Ho imparato tantissimo in questi tre anni nei dilettanti, ma so anche quanto è importante per tutti, e per il nostro progetto, andare nei professionisti. Ma sono consapevole, anche, di quanto è difficile e complicato arrivarci nei professionisti, quindi c’è da lavorare tanto. Noi siamo una comunità. E anche se siamo in minoranza a Verona, ci sono tanti tifosi del Chievo e lo hanno dimostrato: sia nel sottoscrivere il crowdfunding, sia ora quando ci siamo fissati l’obiettivo di rilevare il marchio. Ci sono tanti appassionati di calcio che lo seguono con piacere, che hanno amato il Chievo per tanti anni perché era una squadra simpatica e familiare».
«Noi vorremmo essere quello: una squadra familiare – ha concluso il presidente dell’AC Chievoverona –. Non abbiamo alcun sentimento di rivalsa verso nessuno. Vogliamo fare i nostri campionati cercando di vincere più partite possibili e provare di fare la nostra scalata per raggiungere i professionisti. Credo che il nostro modello non debba essere ora l’Atalanta, che sta raggiungendo dei grandissimi obiettivi, ma che ha comunque ha alle spalle una proprietà economicamente solidissima con un presidente che sa come si gestiscono certe realtà imprenditoriali. Inoltre, hanno una tifoseria e una piazza importantissima. L’Atalanta riempie lo stadio, visto che sono anche l’unica squadra della città e tutti a Bergamo, e non solo, la tifano. L’Atalanta non credo sia una favola, anche se i risultati che sta ottenendo ora sono strepitosi. Bergamo è comunque una città importante e l’Atalanta non è mai stata una realtà sconosciuta, come magari lo era il Chievo all’inizio della sua storia».
L’attaccante del Genoa era stato accusato da una donna per molestie lo scorso anno
Alfred Gudmundsson rischia un anno di carcere a causa delle accuse diviolenza sessuale. Come riporta Goal.com, in Islanda è stato riaperto il processo con la denuncia di una donna, risalente alla scorsa estate, che potrebbe decidere il futuro dell’attaccante del Genoa. L’islandese, che si è sempre dichiarato innocente, era finito al centro di un’indagine per molestie sessuali da parte di una donna. Ora la Procura della Repubblica ha deciso di riaprire il caso con il pubblico ministero che potrebbe condannare l’ex Juventus.
L’accusa – La storia risale ad agosto 2023, quando una donna aveva sporto una denuncia contro il calciatore del Genoa per molestie sessuali. Il caso aveva creato scalpore tanto che la presidentessa della Federcalcio aveva sospeso Gudmundsson dalle gare con la Nazionale dato che secondo le regole della federazione non può allenarsi o partecipare alle partite con il resto della squadra mentre è in corso un’indagine contro di lui.
Il suo nome era apparso l’ultima volta negli spareggi contro Ucraina e Israele, ma questo solo perché la Procura aveva archiviato il caso facendo cadere così la regola contro i calciatori indagati.
Dopo il ricorso presentato al pubblico ministero però la faccenda è stata riaperta e così il calciatore, tra i migliori della nazionale grazie alle prestazioni in Serie A, rischia di nuovo la nazionale.
Cosa rischia Gudmundsson – Ora nel futuro di Gudmundsson potrebbe esserci anche la galera, come riporta la legge islandese. Secondo l’avvocato che segue la donna la sua testimonianza sarebbe particolarmente credibile e in circostanze simili la decisione di archiviare i casi viene revocata soltanto quando si riscontra un’effettiva colpevolezza. L’articolo 194 del Codice penale generale islandese recita che «chiunque ha rapporti o altri rapporti sessuali con una persona senza il suo consenso è colpevole di stupro ed è punito con la reclusione da un minimo di 1 anno a un massimo di 16 anni».
La strage di piazza della Loggia è stato un attentato terroristico di matrice neofascista con collaborazioni da parte di membri dello Stato italiano dell’epoca, servizi segreti ed altre organizzazioni, compiuto il 28 maggio 1974 a Brescia, nella centrale piazza della Loggia: una bomba nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista, provocando la morte di otto persone e il ferimento di altre centodue, una persona morirà in seguito alle ferite molto tempo dopo, portando a 9 il numero totale dei decessi.
Manifesto che riproduce il manifesto originale della manifestazione che si teneva in piazza della Loggia il 28 maggio 1974
Le vittime furono:
Giulietta Banzi Bazoli, 34 anni, insegnante di francese.
Livia Bottardi in Milani, 32 anni, insegnante di lettere alle medie.
Alberto Trebeschi, 37 anni, insegnante di fisica.
Clementina Calzari Trebeschi, 31 anni, insegnante.
Sono passati 50 anni dall’attentato di matrice neofascista. Il ricordo Manlio Milani, presidente dell’Associazione Familiari dei Caduti. La celebrazione con Mattarella
Brescia non dimentica. Sono passati cinquant’anni dalla strage di piazza della Loggia, l’attentato di matrice neofascista che il 28 maggio 1974 uccise 8 persone e ne ferì 102. Sono passati cinquant’anni dallo scoppio della bomba, nascosta in un cestino portarifiuti per colpire i partecipanti alla manifestazione indetta dal Comitato antifascista e dai sindacati contro la violenza e il terrorismo neofascista che aggredivano anche Brescia. La Leonessa d’Italia non dimentica. E accogliendo oggi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è come se accogliesse il Paese intero per rilanciare la sfida di difendere e rigenerare le ragioni della democrazia, della libertà, della dignità umana, che la violenza, il terrorismo e le “zone d’ombra” delle istituzioni e della politica – come quelle che contrassegnarono gli anni di piombo e della “strategia della tensione” e che oscurarono anche la ricerca della verità sulla strage di piazza della Loggia – non cessano di minacciare.
Memoria pubblica – «Celebrare questo avvenimento cinquant’anni dopo è estremamente importante, e non sarà un esercizio di retorica, se sapremo riscoprire le ragioni di chi andò in piazza allora, e come alla violenza del terrorismo Brescia seppe reagire senza altra violenza ma restando nella democrazia, e come iniziammo un cammino per interrogarci sulle radici della violenza, e costruire una memoria pubblica che sa accogliere le vittime di ogni violenza e di ogni terrorismo, ascoltare le loro ragioni e le loro storie, lette sempre nella luce dei valori della Costituzione. Perciò è bello che ci sia il presidente Mattarella che con la sua storia, la sua personalità e sensibilità, sa testimoniare e trasmettere credibilmente i valori della Costituzione», afferma Manlio Milani, presidente dell’Associazione “Familiari dei Caduti della strage di piazza della Loggia” e della Casa della Memoria di Brescia, che era in piazza, cinquant’anni fa, e nell’attentato perse la moglie, Livia Bottardi, 32 anni, insegnante di lettere alle medie.
Messaggio ai giovani – «Tutto questo – riprende Milani – è una lezione preziosa per il nostro tempo. Che non conosce la violenza politica degli anni Settanta ma vede lo spazio pubblico e politico abitati dal linguaggio della contrapposizione e dell’odio, della costruzione di identità conflittuali ed esclusive, dall’uso strumentale della memoria storica – fino a ricordare i “propri” morti e solo quelli, ignorando gli altri. Disconoscere l’altro, escluderlo, negarne l’umanità, ecco la radice della violenza. Che dobbiamo combattere. E ai giovani d’oggi dico: fate bene a ribellarvi a ingiustizie ed emarginazioni, ma restate sempre nella legalità e nella non violenza».
Risposta di democrazia – Milani riavvolge il nastro della memoria. Brescia e l’Italia del 1974. Tempo segnato da conflitti e lacerazioni: nella politica, nelle istituzioni, nella cultura, nella società. «Come portò alla luce il referendum sul divorzio, che aveva rilanciato il tema del pluralismo e della laicità dello Stato». Ci fu chi “abitò” quel pluralismo conflittuale nel segno del confronto democratico. E chi invece scelse l’intolleranza e la violenza. «Come il neofascismo, che a Brescia aveva già colpito. Il 28 maggio 1974 il Comitato antifascista unitario – al quale aderivano i sindacati, associazioni come le Acli e tutti i partiti tranne il Msi – chiamò i cittadini in piazza per dire: ora tocca a voi. Tocca a tutti contrastare la violenza con la partecipazione democratica. Fu quella risposta di democrazia che l’eversione neofascista volle colpire. E la risposta della comunità bresciana, dalla città ai paesi, dalle fabbriche alle scuole, fu ancora di più una risposta di democrazia, di recupero dei valori costituzionali, di non violenza, di rigetto della “strategia della tensione”: come dimostra il fatto che a Brescia, città di lotte operaie, pur ferita dalla violenza nera, le Br e il terrorismo rosso non attecchirono».
Per tutte le vittime – Fra gravi depistaggi e ritardi, la verità giudiziaria ha dato un nome, via via, a mandanti, esecutori e matrice politica della strage. Ed è indispensabile, per la credibilità della democrazia. Ma Brescia volle andare oltre. «Ci chiedemmo: vogliamo restare per sempre “vittime” o trovare la strada per tornare cittadini? Perciò abbiamo cercato di avviare processi culturali per andare alla radice di questa strage e della violenza politica, e per custodire e rilanciare le ragioni della convivenza civile in questa Brescia plurale, dove le forze della sinistra e la straordinaria esperienza del cattolicesimo sociale hanno saputo dialogare e camminare insieme. Così, con parte della sottoscrizione a favore dei caduti della strage – caduti, non vittime: erano in piazza per scelta – si decise di avviare il centro bresciano dell’antifascismo.
Quell’esperienza, come quella dell’Associazione dei Familiari dei Caduti, sono alla sorgente – con la partecipazione delle istituzioni democratiche – della Casa della Memoria, che non solo raccoglie materiali e documentazione, ma è luogo d’incontro, studio, rigenerazione della memoria, cammino con le scuole e i giovani», spiega Milani. Con questo respiro si è dato vita al Memoriale «che collega la stele per i caduti di piazza Loggia con piazza Tito Speri – luogo dell’ultima barricata delle Dieci Giornate del 1849 – e col Castello – dove vennero torturati e uccisi i partigiani – grazie a 441 formelle, sull’esempio delle “pietre d’inciampo”, ognuna dedicata a una vittima del terrorismo e della violenza politica in Italia. Le vittime ci sono tutte, senza esclusioni. E ci sono formelle per le vittime di altre stragi, da Portella della Ginestra alle Torri Gemelle». La questione di fondo, riflette Milani: «non si tratta di fabbricare una “memoria condivisa” – quale memoria possono condividere un partigiano e un repubblichino? – ma di costruire una memoria pubblica che riconosce la dignità di ogni persona, che comprende e dà ascolto e fa conoscere le memorie e le storie di tutti – del partigiano come del repubblichino – sempre nella luce dei valori della nostra Costituzione. Che non va superficialmente esaltata, ma interiorizzata».
Dialogare con i “neri” – Il cammino di questi cinquant’anni ha cambiato in profondità Manlio Milani. Con percorsi ed esiti inattesi. «Nel 2009, accogliendo l’invito di padre Guido Bertagna, di Adolfo Ceretti e di altri, partecipai – nell’alveo dei percorsi di giustizia riparativa – a esperienze d’incontro tra familiari di vittime e esponenti della lotta armata di sinistra. Andai col timore di trovarmi davanti dei mostri. Scoprii invece che anche chi ha ucciso è e resta una persona». E poi: «io mi sono iscritto al Pci nel 1959. Con quei terroristi condivido la matrice politica e culturale comunista. Ma loro hanno scelto la via della lotta armata, io no. Perché? A “salvarmi” sono stati il lavoro e la militanza sindacale nella Cgil, palestra decisiva per educare al dialogo con chi ha visioni, idee e proposte differenti. Ma ho capito pure un’altra cosa, ancora più decisiva – scandisce Milani –. Anch’io, vittima di quella violenza, ho avuto una responsabilità in quegli anni: quando andavo in piazza e gridavo slogan come “basco nero il tuo posto è al cimitero” contribuivo anch’io ad alimentare il linguaggio e la cultura del nemico, della contrapposizione violenta, dell’intolleranza, dell’odio, del rifiuto dell’altro, in contraddizione con i valori e lo spirito della Costituzione.
Oggi sto cercando di allacciare un dialogo con ex terroristi neofascisti: è molto difficile, spero di non dover abbandonare questi tentativi. Ho già avuto, invece, occasioni di confronto con Casa Pound, sempre con l’obiettivo di promuovere una memoria pubblica. All’indomani della strage, con parole che vennero contestate, il vescovo di Brescia Luigi Morstabilini parlò dello spirito e della “mano di Caino” all’origine di quella e di ogni altra violenza. Quelle parole – riconosce Milani – mi sono rimaste dentro, mi hanno “lavorato”, aprendomi alla riflessione e all’esperienza della giustizia riparativa. Oggi, con serenità, posso dire che dietro ogni violenza c’è una domanda, un problema, alla radice un essere umano. Con cui ricostruire relazioni e riconoscimento, perché la violenza non abbia l’ultima parola».
Inviata una lettera al presidente della FIGC Gabriele Gravina Lettera a Gravina dopo l’istituzione della nuova Commissione indipendente.
(Foto: TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)
La presidente e tre componenti della Covisoc hanno rassegnato oggi nelle mani del presidente della Figc, Gabriele Gravina, le loro irrevocabili dimissioni. Hanno ritenuto di rassegnare le dimissioni “perché – scrivono in una lettera – con l’approvazione del Decreto Legge in cui si istituisce la Commissione indipendente per la verifica dell’equilibrio economico e finanziario delle società sportive professionistiche, con la contestuale soppressione della Covisoc, sono venute meno le condizioni per operare”. Lo riporta l’ANSA.
Le dimissioni dalla ‘Commissione di vigilanza per le società professionistiche’ di Germana Panzironi, Angelo Fanizza, Gianna Galluzzo e Salvatore Mezzacapo varranno a far data dal 30 giugno, una volta terminate le procedure di iscrizione ai campionati professionistici per la stagione 2024/25. I quattro componenti erano stati nominati all’unanimità lo scorso mese di novembre, insieme al prof.Giuseppe Marini, e il loro incarico sarebbe durato ancora più di tre anni.
“Ringrazio la presidente Panzironi e i componenti per la competenza e l’imparzialità che hanno mostrato sin dal primo giorno della loro nomina – dichiara il presidente della Figc Gabriele Gravina – comprendo le ragioni di questa scelta e mi rammarico del fatto che il mondo dello sport perda figure di così alto profilo. In questi mesi, hanno svolto il loro incarico con professionalità e spirito di servizio, come peraltro hanno confermato garantendo il loro apporto fino al termine di questa stagione sportiva, sia sul versante dei controlli sia nel costante e proficuo confronto per il perfezionamento delle norme che riguardano la sostenibilità economico-finanziaria del calcio professionistico”.
Con Sky Stream tutti i contenuti Sky, delle principali app oltre ai principali canali in chiaro, saranno finalmente visibili in un’unica interfaccia.
Avere sempre più contenuti a disposizione ci ha dato molta più possibilità di scelta, ma quante volte abbiamo perso tempo cercando un contenuto da vedere? In un mondo in cui il tempo è prezioso, ora Sky Stream rende tutto più semplice e immediato. È infatti l’unico box che integra i contenuti, sia live che on demand, di Sky, dei principali canali in chiaro e app. E dal 3 giugno, sceglieretra i tanti contenuti disponibili sarà facile e veloce.
Sky Stream porta sullo schermo di casa l’interfaccia semplice e intuitiva di Sky Glass. Il software Entertainment OS – sviluppato grazie alla tecnologia all’avanguardia di Comcast – è infatti lo stesso delle TV Sky Glass ma è ora disponibile in un box piccolo e maneggevole che trasforma l’esperienza televisiva di tutte le TV dotate di una porta HDMI. Ogni televisore diventerà così ancora più smart.
Il tempo passato a cercare i contenuti diventerà quindi un lontano ricordoe non sarà più un problema trovare una serie o un film, qualunque sia la piattaforma su cui è disponibile. Con Sky Stream tutti i contenuti Sky, delle principali app – tra cui Netflix, Disney+, Prime Video, DAZN, RaiPlay, Discovery+, Paramount+, Apple TV+ e Mediaset Infinity – oltre ai principali canali in chiaro, saranno finalmente visibili in un’unica interfaccia, controllabile anche con la voce. Basterà pronunciare, ad esempio, il nome del proprio attore preferito per veder comparire, tutti insieme, i suoi film e le sue serie disponibili sulle diverse piattaforme.
Tutto sarà sempre a portata di mano tra le varie rail a partire dall’homepage, senza dover passare da un’app all’altra. Per non perdersi nemmeno un minuto del proprio programma preferito sarà inoltre possibile mettere in pausa la TVe, con la funzione Restart, far ripartire dall’inizio il programma in onda, anche in diretta e sui principali canali in chiaro. Creare il proprio palinsesto personalizzato diventa un gioco da ragazzi. Ogni componente della famiglia avrà a disposizione una playlist personale, dove raccogliere i contenuti preferiti di Sky, delle varie app e dei principali canali in chiaro. Sky Stream supporta inoltre lo standard 4K per poter godere delle emozioni in diretta su SkySport 4K e vedere i tanti contenuti on demand disponibili con il massimo della definizione.
Avere Sky Stream è davvero facile: si installa in pochi minuti, ha dimensioni ridotte, è estremamente leggero e si collega facilmente ad ogni TV. Non ha bisogno di parabola o dell’intervento di un tecnico, si riceve direttamente a casa e per iniziare a guardare i propri contenuti preferiti basta collegarlo alla propria rete domestica.
Sky Stream è solo l’ultima delle innovazioni di Sky, che offre diverse soluzioni per accedere alla sua straordinaria offerta di contenuti. Sky Glass è la soluzione all-in-one per chi vuole avere tutto in un’unica TV, senza fili, decoder e parabola, con una qualità audio-video eccezionale e un software all’avanguardia. Chi invece non può o non vuole cambiare la propria TV, può scegliere adesso Sky Stream per non rinunciare all’interfaccia che rende tutto ancora più “smart”. Per chi non dispone ancora di una connessione veloce c’è Sky Q via satellite, mentre chi predilige la flessibilità di un servizio over-the-top può optare per NOW, l’app in streaming con l’offerta più varia sul mercato. A tutto questo si aggiungono Sky Wifi, la rete fissa più stabile d’Italia secondo Ookla®, e la nuova offerta mobile Sky Mobile powered by Fastweb.
Andrea Duilio, Amministratore Delegato di Sky Italia, commenta: “In un mondo in cui le persone hanno sempre più scelta, quasi la metà dei consumatori afferma di avere difficoltà a decidere cosa vedere. Proprio per questo è nato Sky Glass che, con il suo sistema operativo all’avanguardia, permette di risolvere questo problema e risparmiare tempo. Oggi, con Sky Stream, portiamo questa esperienza innovativa su qualsiasi TV, dando a tutti la possibilità di trovare il contenuto giusto tra le varie app, Sky e i principali canali in chiaro in modo semplice e immediato. Scegliere cosa vedere sarà davvero facile per tutti”.
L’arrivo di Sky Stream sarà accompagnato da una campagna di comunicazione pianificata su tutti i mezzi, che sarà svelata a ridosso del lancio commerciale.
Novità nella composizione del tabellone della Coppa Italia 2024/2025: ecco cosa cambierà.
Cambia il tabellone per la Coppa Italia a partire dalla stagione 2024/25. La Lega Serie A ha ufficializzato oggi le novità relative al nuovo regolamento per il prossimo triennio, che comprende in una modifica al formato del tabellone e ai possibili incroci.
Sul format complessivo, il regolamento ha confermato quello del precedente triennio. Non vengono toccati, quindi, temi come il numero di partecipanti né il fatto che le big giochino la gara secca in casa. Tutto confermato, quindi, a partire dalle 44 squadre partecipanti, così suddivise:
tutte le 20 Società ammesse al Campionato di Serie A;
tutte le 20 Società ammesse al Campionato di Serie B;
4 Società segnalate dalla Lega Pro.
Tutte le Società verranno posizionate in un tabellone di tipo tennistico con posti dal n. 1 al n. 44. Le Società partecipanti entreranno nella competizione in tre momenti successivi:
8 Società a partire dal turno preliminare;
28 Società a partire dai trentaduesimi;
8 Società (“Teste di Serie”) a partire dagli ottavi di finale.
Tabellone Coppa Italia, il ranking – La formazione dei suddetti gruppi di Società avviene sulla base di un ranking sportivo determinato tenendo conto dei risultati conseguiti dalle 44 Società partecipanti alla Competizione nei rispettivi Campionati della stagione precedente, come segue:
Società vincitrice della Coppa Italia Frecciarossanella stagione sportiva precedente;
Società che, nella stagione sportiva precedente, hanno acquisito il diritto di partecipare alla UEFA Champions League o alla UEFA Europa League o alla UEFA Europa Conference League nella stagione di disputa della Competizione, secondo l’ordine di classifica in Campionato;
Società classificatasi all’8° posto in Serie A nella stagione sportiva precedente, qualora la vincitrice della Coppa Italia Frecciarossa nella stagione sportiva precedente rientrasse tra quelle di cui al punto b. 1;
Società classificatesi dal 9° fino al 17° posto in Serie A nella stagione precedente e le 3 Società promosse dalla Serie B alla Serie A al termine della stagione precedente, secondo l’ordine di classifica in Campionato al termine dei play-off (laddove previsti);
Società retrocesse dalla SerieA alla SerieBal termine della stagione precedente, secondo l’ordine di classifica in Campionato e la Società perdente la finale dei play–off per la qualificazione al Campionato di Serie A della stagione sportiva in corso (laddove previsti);
Le rimanenti Società di SerieB classificatesi fino al 16°posto o,in caso di play-out, fino al 15° posto e la società vincitrice i play-out al termine della stagione sportiva precedente (così come determinato dall’annualeCU FIGC che fissa i criteri dei ripescaggio, in assenza di quest’ultimo, dalle norme federali di riferimento);
Le quattro Società promosse al Campionato di Serie B al termine della stagione sportiva precedente;
la vincitrice della finale playoff del Campionato di Serie C al termine della stagione sportiva precedente;
Le tre Società seconde classificate nei gironi del Campionato Serie C al termine della stagione sportiva precedente, con assegnazione dei numeri da 41 a 43;
La posizione in tabellone n. 44 sarà assegnata alla Società vincitrice della Coppa Italia Serie C.
Fin qui, come dicevamo, tutto confermato. La novità riguarda i possibili incroci tra le squadre, a partire dal tabellone:
la testa di serie numero 1 troverà agli ottavi le teste di serie numero 16 e 24 (nel precedente triennio trovava le teste di serie 9 e 17);
la testa di serie numero 2troverà agli ottavi le teste di serie numero 15 e 23 (nel precedente triennio trovava le teste di serie 10 e 18);
la testa di serie numero 3 troverà agli ottavi le teste di serie numero 14 e 22 (nel precedente triennio trovava le teste di serie 11 e 19);
la testa di serie numero 4 troverà agli ottavi le teste di serie numero 13 e 21 (nel precedente triennio trovava le teste di serie 12 e 20);
la testa di serie numero 5 troverà agli ottavi le teste di serie numero 12 e 20 (nel precedente triennio trovava le teste di serie 13 e 21);
la testa di serie numero 6 troverà agli ottavi le teste di serie numero 11 e 19 (nel precedente triennio trovava le teste di serie 14 e 22);
la testa di serie numero 7 troverà agli ottavi le teste di serie numero 10 e 18 (nel precedente triennio trovava le teste di serie 15 e 23);
la testa di serie numero 8 troverà agli ottavi le teste di serie numero 9 e 17 (nel precedente triennio trovava le teste di serie 16 e 24).
Tabellone Coppa Italia 2024 2025, i possibili incroci
In una lunga intervista alla rivista Semana, Fredy Guarin ha ammesso di essere in cura per l’alcolismo
In una lunga intervista alla rivista Semana, Fredy Guarin ha ammesso di essere in cura per l’alcolismo, una dipendenza iniziata quando era un calciatore. Dopo essersi affidato a dei professionisti, l’ex centrocampista dell’Inter vive una vita serena senza abbassare la guardia. Il demone è sempre lì, dietro l’angolo e Guarin lo sa bene. “Ora sono felice, non lo cambierei per nulla al mondo. Vivo giorno per giorno. Voglio davvero poter vivere una vita normale, calma e pianificata. Oggi sono completamente in pace e desideroso di vivere la vita di una persona normale, una persona che si alza, si allena, lavora, torna a casa la sera e si riposa”.
“Non avevo una vita normale. Niente mi disturba oggi. Vivo una vita in pace con me stessa. Anche se il calciatore non vive una vita normale al 100%. Quando mi sono ritirato dal calcio e soprattutto dal modo in cui mi sono ritirato, che non era appropriato, mi è rimasta la sensazione: cosa faccio adesso? Per 20 anni il mio obiettivo è stato dedicarmi al calcio ed è quello che so fare. Inoltre, non mi ero preparato per altre cose. Sono rimasto impotente e ho preso decisioni che non erano buone. Ho dovuto imparare. Torno indietro per ricordare le cose brutte che ho fatto, andare avanti e continuare a vivere la vita migliore”
Cosa ti è successo? Sui social si vedeva che bevevi, vivere brutte situazioni familiari, piangere… – “Ad un certo punto ho dovuto spiegarlo. Non è un obbligo, ma ci sono persone che nutrono un affetto enorme per Guarín. Famiglia, tifosi, club. La verità è che mi sono lasciato distrarre. La mia decisione è stata quella di aggrapparmi all’alcol, ho commesso molti errori, ho preso decisioni sbagliate, ho ferito molte persone, ho fatto stare male i miei cari, la mia cerchia di amici e la mia famiglia. L’alcol è sempre stato il peggior fattore scatenante per tutto ciò che vedevi.
Sei un alcolizzato? – “Al cento per cento. Sono un alcolizzato e lo ammetto. Sono un tossicodipendente in via di guarigione. Ricordo cosa non è stato fatto bene, cosa è stato fatto male. L’apprendimento è una grande motivazione.
A che punto sei caduto nell’alcolismo? – “Sono stato un alcolizzato per diversi anni. Quando ho lasciato il Millonarios è stato il punto più basso che ho toccato, perché in questi ultimi tre anni ho toccato il fondo della mia dipendenza. Non lavoravo più, avevo perso la mia dignità, la fiducia delle persone care e la cosa più importante e preziosa che ho, ovvero i miei tre figli. Ho perso molte cose a livello sentimentale e amoroso. È arrivato un punto in cui non potevo più continuare così. Ho dovuto chiedere aiuto, lo avevo già fatto diverse volte, ma avevo sempre una ricaduta. Ho dovuto arrendermi e chiedere aiuto ad alcuni professionisti con cui sto lavorando e poter rimediare a tante cose che non erano state fatte bene. Riacquistare la fiducia mia, dei miei figli e dei miei parenti. Proiettarmi e accettarmi era la cosa principale”.
“Non potevo farcela da solo e mi sono lasciato aiutare. Sono in quel processo. Posso tranquillamente dire: questo è quello definitivo. Ho già bussato alla porta del diavolo e non è il massimo. Sto recuperando i miei tre figli. Sono nel loro spazio. Rispetto molto anche le decisioni che in un modo o nell’altro hanno preso. Amo i miei figli e per un po’ ho pagato io per loro. So già quale non è la strada e che la strada è Dio che mi dà forza ogni giorno e una vita sobria e sana, per poter dare loro tutto pulito e l’amore infinito che ho per i miei figli”.
Qual è stata la tua più grande paura in tutto ciò che hai vissuto? – “Ho veramente paura di due cose: la morte e il carcere. Ho una frase, l’ho scritta io stesso: “Ho paura della morte e del carcere e, senza saperlo, vivevo in un carcere condannato a morte” .
Eri vicino alla morte o al carcere? – “Sì, la verità è che in quel cammino oscuro che stavo facendo ero vicino alla morte perché non avevo rispetto, non avevo limiti, non avevo coraggio e mi lasciavo portare ogni giorno più in là in quel buco. Ho bussato alle porte dell’inferno. So di cosa si tratta e non voglio mai tornare indietro nella mia vita. Non è molto bella l’oscurità e l’inquietudine con cui convivevo. Non ho misurato i rischi quando ero ubriaco. Sono stati momenti molto dolorosi. La prigione era ciò che stavo vivendo. Il giorno in cui è successo quello che è successo ai miei genitori, non mi hanno portato in prigione. Infatti i poliziotti sono stati cordiali, tranquilli, mi hanno messo in macchina, non mi hanno mai ammanettato né maltrattato. Erano coscienziosi e professionali. Si sono comportati in modo molto umano con me, anche se ero aggressivo”.
Del mondo del calcio, chi ti ha aiutato? – “Quando dico che ho perso gran parte della mia famiglia, dei miei figli, degli amici più cari, intendo anche che ho perso i miei veri amici. Ho perso il rispetto e tante cose. Ma molti di loro erano sempre lì. So chi sono i miei amici, quelli che vogliono vedermi stare bene. Ci vuole tempo per capirlo. So chi c’era nei miei momenti peggiori. Mi sono stati accanto Falcao, James, Juan Fernando Quintero, Ospina, Cuadrado, Zanetti, Córdoba e altri che erano lì saldi e bravi in quei momenti bui. Erano disponibili ad aiutarmi. Altri, senza dire una parola, se ne sono andati. Non erano amici”. (Semana)