Tutti ci ricordiamo di Brescello il paese di Don Camillo e Peppone


Brescello è anche il paese dove vennero girati i film di Don Camillo. Oltre al museo dedicato ai protagonisti, si possono ammirare anche vari luoghi e oggetti che erano presenti nei film: ad esempio la chiesa o la piazza adiacente ad essa, in cui sono state collocate due statue in bronzo, ognuna nella metà della piazza che gli si addice, ritraenti Don Camillo e Peppone nell’atto di salutarsi vicendevolmente. A Brescello si girarono cinque film della serie:

f1_0_in-compagnia-di-peppone-e-don-camillo-a-brescello-sugli-argini-del-po-ciak-si-gira-g-carnevali[1]

I simpatiche contrasti fra Peppone sindaco comunista e Don Camillo parroco.

ora: Il comune di Brescello è stato sciolto dal governo per infiltrazioni mafiose ed è il primo caso in Emilia-Romagna. Una volta disposto il decreto da parte del Presidente della Repubblica e la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale il comune sarà retto per 18 mesi da una triade di commissari. Saranno quindi annullate contestualmente le elezioni comunali previste per il prossimo 5 giugno.

DON CAMILLO – Comizio di Peppone

Pronta reazione nella città emiliana dopo lo scioglimento dell’amministrazione per infiltrazioni mafiose

‘Mafia? Stronzate’. ‘Cose che non mi interessano’
Brescello, dai cittadini l’omertà che non t’aspetti

“E’ una montatura politica. Meglio che a Roma guardassero ai loro affari, lì c’è la mafia davvero, non qui”

 

Diritti tv, multa record dell’Antitrust: 51 milioni a Mediaset Premium, altri 15 tra Sky, Lega Calcio e Infront


BIG-telecamera-campo[1]

Fonte : http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04/20/diritti-tv-multa-record-dellantitrust-51-milioni-mediaset-premium-altri-15-tra-sky-lega-calcio-e-infront/2655946/

Mediaset Premium, Sky, Lega Calcio e Infront: tutti condannati a pagare una multa record di 66 milioni di euro per aver alterato nel 2014 la gara sui diritti televisivi sul campionato di Serie A per il triennio 2015-2018. Era il tassello mancante. Ed è arrivato oggi. La decisione dell’Antitrust non ha precedenti: secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, l’intesa tra concorrenti si è realizzata sostituendo con una soluzione concordata l’esito dell’assegnazione dei pacchetti A, B e D che discendeva dal confronto delle offerte presentate dai broadcaster il 5 giugno di quello stesso anno. In base a quanto detto, l’Agcm ha condannato Mediaset Premium a pagare 51,5 milioni di euro di multa, mentre la Lega, Infront e Sky dovranno versare rispettivamente 1.9, 9 e 4 milioni di euro.

La sentenza è arrivata a conclusione del procedimento avviato il 13 maggio 2015 e che ha appurato l’intesa restrittiva della concorrenza. Gli operatori, secondo l’antitrust, in violazione dell’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, hanno alterato la gara. La Lega calcio, su suggerimento e con l’ausilio di Infront, invece di aggiudicare su questa base i diritti ha promosso – secondo l’Agcm – una soluzione negoziale che, in contrasto con le regole del bando, ha recepito l’assegnazione concordata con i due principali concorrenti. Per l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, RTI/Mediaset Premium ha condiviso la soluzione concordata per l’assegnazione dei diritti fin dall’apertura delle buste, in ragione delle offerte da essa presentate. Né l’autorizzazione ricevuta a concedere la sub-licenza sul pacchetto D avrebbe potuto ingenerare alcun affidamento sulla liceità delle condotte assunte dalle parti, emerse solo in seguito agli accertamenti ispettivi svolti dall’Autorità.

Quanto a Sky, benché abbia aderito in ultimo al disegno di spartizione, ha assunto all’inizio un atteggiamento nettamente contrario alle iniziative delle altre parti ed è stata “indotta” all’intesa anche dal loro comportamento, per mantenere poi un “atteggiamento collaborativo” nei confronti dell’Agcm. I soggetti sanzionati dal provvedimento dell’Autorità hanno concertato così l’esito dell’aggiudicazione dei diritti, sostituendo tale accordo al risultato della procedura competitiva prevista dalla legge. Tutto ciò ha prodotto l’effetto di garantire la ripartizione del mercato tra i due operatori storici, assicurando l’assegnazione di diritti a uno di questi (RTI/Mediaset Premium) e precludendo l’ingresso di nuovi operatori sia nell’immediato (Eurosport in relazione al pacchetto D), sia in futuro (l’alterazione della gara è tale da incidere negativamente sulla credibilità delle future gare e, quindi, sulle aspettative di ingresso di nuovi player, scoraggiando qualsiasi concorrenza sul merito).

L’intesa accertata dall’Antitrust, sovvertendo l’esito della gara rispetto alla procedura competitiva stabilita dal “Decreto Melandri”, ha influito di conseguenza sulla ripartizione di risorse strategiche per il mercato della pay tv e per quello della raccolta pubblicitaria. L’Autorità ha ritenuto perciò l’intesa “restrittiva per oggetto”, giudicandola particolarmente grave ai sensi della consolidata giurisprudenza nazionale e comunitaria. Nello stesso provvedimento dell’Antitrust, infine, “si condivide l’esigenza rappresentata dall’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni circa un rafforzamento dell’efficacia delle Linee Guida previste dal d. lgs. n.9/2008, che andrebbe altresì estesa a una più ampia riforma del quadro normativo, al fine di incentivare ulteriormente le dinamiche competitive dello specifico settore interessato”.

Sky : l’amministratore delegato della filiale italiana Andrea Zappia ripone piena fiducia nell’Antitrust e ricorda che quello con Mediaset fu «un accordo legittimo, anche se assai più penalizzante per il nostro business rispetto al risultato emerso all’apertura delle buste»