Nei magazzini della Regione già disponibili 1,2 milioni di dosi. La precedenza sarà per anziani, malati cronici e donne in gravidanza
Milano, 24 settembre 2023
Un open day domenica 1° ottobre, in cui vaccinare circa 4.000 lombardi appartenenti alle categorie fragili, e in larga parte sovrapponibili, che hanno diritto all’antiflu gratis e all’antiCovid. Il cui richiamo annuale, a differenza del vaccino antinfluenzale disponibile per chi lo desidera a pagamento e iniettabile da un paio d’anni anche direttamente in farmacia, è al momento impossibile da ottenere in Italia a chi non appartiene alle categorie cui è offerto dal servizio sanitario nazionale.
La scoperta di Brescia – Nel giorno in cui Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia, annuncia che il laboratorio di microbiologia degli Spedali civili di Brescia che dirige ha isolato, per la prima volta in Italia, la variante BA.2.86 del Sars-CoV-2 nota in Rete come Pirola (“Ha tutte le carte in regola per diventare dominante”, ma “non c’è alcuna evidenza che sia più aggressiva delle precedenti”), la Regione annuncia il via alla campagna vaccinale d’autunno, che si rivolge alla popolazione più fragile (o esposta, nel caso dell’antinfluenzale).
Magazzini pronti – “In attesa di comunicare nel dettaglio nei prossimi giorni tutte le informazioni su modalità di prenotazione, somministrazione e indicazioni”, Palazzo Lombardia ha diffuso il calendario, spiegando di aver già in magazzino 1,2 milioni di dosi di antiflu, circa metà dei due milioni e mezzo opzionati quest’anno.
Il calendario:
1 ottobre: Giornata di apertura (circa 4mila posti disponibili per la vaccinazione delle categorie previste).
2 ottobre: Avvio vaccinazioni presso le strutture ospedaliere per operatori, donne in gravidanza e pazienti cronici e per gli ospiti di Rsa, Rsd e Udo sociosanitarie.
9 ottobre: Avvio vaccinazioni presso medici di medicina generale/pediatri di libera scelta aderenti per le categorie a cui la vaccinazione è raccomandata e offerta gratuitamente (i medici procederanno alle somministrazioni delle dosi secondo tempi e modalità definiti autonomamente).
16 ottobre: Avvio vaccinazioni presso le farmacie aderenti per le categorie a cui la vaccinazione è raccomandata e offerta gratuitamente.
23 ottobre: Avvio vaccinazioni nei centri vaccinali/Case di comunità del territorio per le categorie a cui la vaccinazione è raccomandata e offerta gratuitamente“.
Due vaccini insieme – Quanto all’antiCovid, le indicazioni del Ministero della Salute dono sono di offrirlo (sempre gratuitamente) “in concomitanza” con l’antinfluenzale. Perché i due vaccini si iniettano nella stessa seduta da due anni a chi ha diritto a entrambi, e perché il target definito dal ministro Orazio Schillaci è in buona sostanza sovrapponibile, con l’eccezione dei lavoratori non sanitari “esposti” (come le forze dell’ordine o chi ha a che fare con gli allevamentie dei bambini sani), ai quali è raccomandato e offerto l’antiflu, ma non l’antiCorona. Che tocca, invece, a tutte le altre categorie dell’antinfluenzale: over 60, lungodegenti, incinte, puerpere e allattanti, operatori sanitari e sociosanitari anche in formazione, persone dai 6 mesi ai 59 anni affette da un elenco di patologie, loro familiari e convivienti. Con priorità, in caso di «disponibilità insufficiente» all’inizio, a ultraottantenni, degenti in Rsa e ai più fragili.
L’Agenzia europea del farmaco ha dato l’ok. Cosa cambia ora
Via libera al primovaccino anti-covidaggiornato a XBB.1.5, la famiglia di varianti più diffusa al momento. A dare l’ok l’Agenzia europea del farmaco EMA, dopo l’approvazione del comitato per i medicinali a uso umano CHMP.
Le novità – Adattato e mirato alla sottovariante Omicron XBB.1.5, il vaccino Comirnaty contribuirà a mantenere una protezione ottimale contro il Covid causato dalle altre varianti. Secondo l’EMA, il vaccino potrà essere utilizzato nei bambini a partire dai 6 mesi di età e negli adulti. Questi ultimi, insieme ai bambini a partire dai 5 anni, dovrebbero ricevere una singola dose, indipendentemente dalla loro storia vaccinale contro il Covid-19. I bambini dai 6 mesi ai 4 anni possono ricevere una o tre dosi a seconda che abbiano completato un ciclo di vaccinazione primaria o abbiano avuto il Covid-19.
Nella decisione di raccomandare l’autorizzazione, il CHMP «ha considerato tutti i dati disponibili su Comirnaty e sugli altri vaccini adattati, compresi i dati su sicurezza, efficacia e immunogenicità».
Inoltre, il Comitato ha valutato nuovi dati di laboratorio che mostrano una «forte risposta del vaccino adattato contro XBB.1.5 e i ceppi correlati del virus Sars-CoV-2». L’EMA si dichiara inoltre in attesa di ulteriori dati sulle varianti emergenti, che il Chmp valuterà quando saranno disponibili.
A cambiare saranno anche i tamponi – Novità in arrivo anche dalla riunione del gruppo di lavoro coordinato dalla direzione Prevenzione del ministero della Salute e di cui fanno parte l’Istituto superiore di sanità, alcuni importanti Irccs, le principali società scientifiche del settore (infettivologi, igienisti e virologi) e i rappresentanti delle Regioni. Secondo quanto emerso, una circolare in uscita a breve disciplinerà l’esecuzione dei tamponi per i pazienti in ingresso in ospedale e in pronto soccorso in particolare, dove non si effettuerebbero più tamponi, se non ai sintomatici.
Annunciato l’avvio della campagna che ad autunno proteggerà gratuitamente anziani e fragili dal virus pandemico. Si svolgerà in contemporanea con quella contro l’influenza
Il ministero alla Salute diffonde una circolare sulla vaccinazione anti Covid, praticamente sovrapponibile a quella dell’anno scorso. Nel testo si annuncia la campagna gratuita per l’autunno che verrà svolta insieme a quella anti influenzale (anche questo aspetto identico nel 2022). Da ottobre, tutte le persone a rischio potranno proteggersi contro il coronavirus.
I nuovi vaccini – “In concomitanza con la campagna antinfluenzale per la stagione 2023/24, è previsto l’avvio di una campagna nazionale di vaccinazione anti COVID-19 con l’utilizzo di una nuova formulazione di vaccini a mRNA e proteici (formulazione aggiornata monovalente XBB 1.5), la cui approvazione da parte di Ema e Aifa è prevista per fine estate/inizio autunno e di cui si prevede la disponibilità di dosi a partire dal mese di ottobre”. Si attende quindi il via delle autorità regolatorie.
“Preveniamo mortalità e ospedalizzazioni” – Il ministro alla Salute Orazio Schillaci poco dopo il suo insediamento aveva annunciato che comunque il tanto vituperato, in certi ambienti di destra, vaccino si sarebbe usato ancora. La circolare conferma questa linea politica con “l’obiettivo di prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di COVID-19 nelle persone anziane e con elevata fragilità, e proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari”. L’indicazione è quella di fare una vaccinazione ogni 12 mesi. Chi ha avuto la malattia o ha fatto dosi di recente deve aspettare almeno 3 mesi prima della somministrazione.
Le categorie a rischio – Nella delibera sono elencate le categorie a rischio. La più grande è quella di tutto gli over 60. Poi ci sono gli ospiti delle strutture per lungodegenti, donne in gravidanza o nel periodo di allattamento, operatori sanitari. Poi ci sono tutti coloro che hanno tra 6 mesi e 59 anni e sono considerati fragili perché colpiti da malattie croniche e patologie che vengono elencate nella circolare (cardiopatie, diabete, insufficienza renale, problemi neurologici importanti, cirrosi gravi e tante altre ancora). Inoltre “La vaccinazione viene consigliata a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità”. Se all’inizio della campagna non dovessero esserci abbastanza dosi, visto che l’approvazione dei vaccini ancora non c’è, si partirà con gli over 80, i più fragili e gli operatori sanitari.
“Segnalate i sospetti eventi avversi” – Infine nella circolare, come era già successo, si ribadisce quando dovrebbe essere già noto a tutti gli operatori sanitari: “Si raccomanda a tutti gli operatori sanitari, il rispetto dei principi delle buone pratiche vaccinali e l’attenzione nel segnalare qualsiasi sospetta reazione avversa e si sottolinea l’importanza della tempestività della segnalazione al sistema di farmacovigilanza dell’Aifa”.Anche i cittadini possono fare segnalazioni.
Via libera dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa)ai vaccini anti-Covid adattati contro la variante Omicron 1 del virus SarsCoV2.
La decisione della Commissione tecnico scientifica (Cts) dell’Aifa dopo l’ok, lo scorso 1 settembre, da parte dell’Agenzia europea dei medicinali Ema.
Il Cts ha ribadito che la popolazione a maggior rischio di sviluppare malattia grave, per la quale quindi la dose booster con i vaccini anti-Covid aggiornati è fortemente raccomandata in via prioritaria, è rappresentata dai soggetti che presentano fattori di rischio e dagli over 60.
Tutti gli altri soggetti, sopra i 12 anni di età, afferma la Cts, “possono comunque vaccinarsi con la dose booster su consiglio del medico o come scelta individuale“.
I booster con i vaccini aggiornati contro la variante Omicron potranno essere somministrati, secondo il Cts, dopo tre mesi dal ciclo primario.
Il documento firmato dal generale Tommaso Petroni che fa seguito alla raccomandazione dell’Agenzia del farmaco di vaccinare tutti i cittadini con più di 60 anni e fragili. L’avvertimento dell’Ecdc: «Impatto minore se il richiamo viene rinviato a settembre»
Con le linee di indirizzo che il generaleTommaso Petroni, a capo dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale, ha inviato alle Regioni,entra nel vivo il piano per la quarta dose di vaccino anti Covid, destinata agli over 60 e ai fragili. Il piano prevede un hub vaccinale ogni 50 mila abitanti, integrati da altri punti vaccinali presso strutture sanitarie stanziali come presidi ospedalieri, case della salute, medici di medicina generale e farmacie. «Un modello misto di somministrazioni», specifica il documento inviato alle Regioni, che terrà conto delle caratteristiche «orografiche, demografiche e di viabilità dei singoli territori».
La platea di 12 milioni – Il piano prevede di somministrare 100 mila dosi al giorno, «valutando poi l’evoluzione del quadro epidemiologico e le eventuali ulteriori indicazioni delle autorità sanitarie italiane ed europee». Complessivamente il numero di cittadini destinatari del richiamoè stimato in circa 12 milioni, ai quali dovranno essere sottratti coloro che progressivamente saranno guariti dal Sars-CoV- 2. In linea con il quadro normativo vigente, l’Unità per il completamento della campagna vaccinale (Uccv) «provvederà ad approvvigionare i vaccini e i kit di somministrazione, a sovraintendere alla distribuzione, a monitorare i fabbisogni operando le attività di compensazione tra le varie Regioni e province autonome e a monitorare il raggiungimento dei target», riportano le linee di indirizzo dell’Uccv. Inoltre, l’Unità continuerà «a supportare le Regioni con le attività amministrative finalizzate a garantire la disponibilità di personale sanitario richiesto per la campagna vaccinale», conclude l’Uccv.
«Impatto minore» se il richiamo viene rinviato a settembre – Il piano arriva in concomitanza con l’avvertimento lanciato oggi dalla direttrice del Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie (Ecdc), Andrea Ammon, che durante un’audizione al Parlamento europeo, a Bruxelles, ha spiegato che la quarta dose di vaccino a over 60 e fragili potrebbe avere un «minore impatto» se venisse somministrata a settembre invece che ora, in estate, mentre è ancora in fase ascendente la nuova ondata pandemica della variante Omicron Ba.5. L’Ecdc, insieme all’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, ha raccomandato lunedì scorso ai paesi Ue di vaccinare con la quarta dose tutte le persone fra i 60 e i 79 anni (per gli ultra ottantenni c’era stata una raccomandazione simile in aprile), e tutti i soggetti con condizioni cliniche che li rendono più vulnerabili al virus. Secondo la raccomandazione, il nuovo richiamo dovrebbe essere somministrato almeno quattro mesi dopo l’ultimo, con priorità per i casi in cui sono passati più di sei mesi.
L’Agenzia europea per i medicinali sottolinea l’importanza di proteggere una platea più ampia di persone. Cavaleri: «Possibile muoversi come per l’innfluenza stagionale». A settembre anche i vaccini per gli under 5
Medici ospedalieri, virologi, immunologi lo chiedono da tempo a gran voce: allarghiamo la platea degli aventi diritto al secondo booster del vaccino anti Covid agli over 60. Adesso anche l’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali suggerisce la stessa cosa alla luce della nuova ondata di contagi, guidata dalle varianti Omicron 4 e 5 che sta colpendo l’Europa. «Anche le persone tra i 60 ei 79 anni e le persone vulnerabili dal punto di vista medico di qualsiasi età – dice Ema – dovrebbero ricevereuna seconda dose di richiamo. Stiamo vedendo una nuova ondata in molti Paesi Ue. La diffusione è guidata dalle varianti che Omicron BA.4 e BA.5 che sono altamente trasmissibilie che ci si attende diventino dominanti tra i Paesi, sostituendo le altre varianti per la fine di luglio». Da questa situazione epidemiologica la decisione di aggiornare le raccomandazioni adottate in aprile con un documento congiunto con l’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie). In quello stesso testo era già stato anticipato «che in presenza di una significativa recrudescenza dei contagi come sta succedendo adesso, anche le persone tra i 60 e i 79 anni e le persone vulnerabili dal punto di vista medico di qualsiasi età dovrebbero ricevere il secondo richiamo».
Che cosa succede in Italia – Al momento in Italia il secondo richiamo coinvolge solo gli over 80, gli ospiti delle Rsa e coloro che sono stati inseriti nelle categorie a rischio con un’età compresa tra i 60 e i 79 anni. Secondo gli ultimi dati disponibilimeno del 30% degli aventi diritto ha però effettuato la quarta dose.
Con la curva dei contagi in salitae l’alta circolazione del virus, se è vero che i giovani non rischiano molto, diversa è la situazione di chi è più avanti con l’età, a partire dalle categorie a rischio come forze dell’ordine e sanitari che sono a contato costante con il pubblico. Il mese scorso si sono ammalati di Covid già 20 mila tra medici e infermierie a luglio andrà anche peggio, con il rischio di lasciare sguarniti presidi ospedalieri in un periodo non solo di aumento dei ricoveri ma anche di ferie per il personale. «Chi ha più di 70 anni e ha ricevuto la terza dose a dicembre si trova in uno stato di forte vulnerabilità di fronte a Omicron 5. In questo momento, la scelta del governo e dell’Istituto Superiore di Sanità di non permettere loro l’accesso alla quarta dose è inspiegabile e sarà responsabile dell’aumento di ricoveri e decessi» scrive l’immunologa Antonella Violasulle colonne de La Stampa.
I nuovi vaccini aggiornati – Per settembre, dice ancora l’Ema, saranno approvati inuovi vaccini su Omicron. «L’Agenzia europea – ha spiegato Marco Cavaleri, responsabile per le minacce alla salute biologica e la strategia dei vaccini – vuole controllarne la sicurezza e la capacità di stimolare la produzione di anticorpi neutralizzanti». Dati preliminari degli studi clinici indicano «che i vaccini a mRna adattati che incorporano un ceppo della variante Omicron possono aumentare ed estendere la protezione, quando usati come richiamo. E i vaccini bivalenti che combinano due ceppi di Sars-CoV-2, uno dei quali è Omicron e l’altro il ceppo originale, sembrano offrire una risposta immunitaria ancora più ampia». Cavaleri ha poi confermato quello che si dice da tempo: ogni anno sarà disponibile un nuovo vaccino anti Covid, proprio come succede con l’influenza. «A seconda dei dati che riceviamo, potremmo essere in grado di muoverci verso un quadro simile ai vaccini per l’influenza, che non richiede la presentazione dei dati clinici prima dell’approvazione dell’aggiornamento annuale. Le discussioni tra gli esperti sono in corso».
Vaccino under 5 – L’agenzia europea dei medicinali (Ema) dovrebbe dare il suo parere sui vaccini contro il Covid di Moderna e Pfizer-BioNTech per i bambini dai 6 mesi ai 5 anni «a inizio autunno» dice ancora Cavaleri. «Stiamo già valutando la richiesta per il vaccino Spikevax di Moderna e speriamo davvero di arrivare molto presto a una conclusione, possiamo prevedere che avverrà dopo la pausa estiva»
L’obbligo di indossare le protezioni potrebbe restare su aerei, treni e autobus mentre sparirebbe in cinema e teatri
Tra tre giorni, il 15 giugno, decade l’obbligo di portare la mascherina al chiuso. Il governo deve decidere se mantenerlo in alcune situazioni particolari oppure se lasciare una raccomandazione. Ci sono ancora discussioni nella maggioranza, con il ministero alla Salute che come sempre è molto cauto e vorrebbe lasciare l’imposizione di indossare le protezioni a bordo dei mezzi di trasporto pubblici. Poi c’è la questione del lavoro. Per quanto riguarda quello privato, in base ai protocolli resterà necessario avere la protezione quando non si riesce a mantenere la distanza di sicurezza dai colleghi. Ma ecco nello specifico cosa succederà.
Sui trasporti potrebbe restare – E’ il punto più dibattuto nella maggioranza, perché gli esperti ritengono che, visto che il virus circola ancora, sia necessario lasciare l’obbligo ancora per un po’, magari un mese. Per questo le mascherine potrebbero restare obbligatorie a borto di autobus, tram, metropolitane, aerei e treni.
Cinema e teatri, via l’obbligo – Per quanto riguarda spettacoli, eventi culturali e sportivi al chiuso, sembra invece esserci una certezza. L’obbligo dovrebbe infatti essere sostituito da una raccomandazione. Del resto, è la riflessione che fanno molti, con la bella stagione gli eventi culturali e sportivi si tengono prevalentemente all’aperto.
Lavoro privato, per ora non cambia niente – Se nel pubblico l’obbligo è decaduto da tempo, sostituito da una raccomandazione via circolare del ministroRenato Brunetta, nel privato ci si basa su protocolli. In questi documenti, firmati da tutte le parti sociali, si prevede che la mascherina debba essere indossata in tutte le situazioni di rischio, cioè quando il lavoro viene svolto a contatto con dei colleghi. Per ora, almeno fino al 30 giugno quando ci sarà un nuovo incontro al ministero del lavoro, non cambia niente.
Scuola, il nodo maturità – Si scioglierà domaniil nodo della maturità. Teoricamente la mascherina è obbligatoria ma i ministri alla Salute e all’Istruzione potrebbe decidere di cambiare, lasciando una raccomandazione quando gli ambienti permettono il distanziamento tra gli alunni.
Over 50, addio all’obbligo ma restano le multe – Il 15 giugno scade anche l’obbligo di vaccinazione per gli over 50, i lavoratori della scuola e quelli delle forze dell’ordine. Nessuno ha intenzione di prorogare la legge. Continuano però ad arrivare le sanzioni da 100 euro per chi non è in regola con le tre dosi. L’unica categoria per la quale l’obbligo arriverà fino alla fine dell’anno è quella dei lavoratori della sanità. Senza copertura non possono svolgere la loro attività e vanno incontro alla sospensione da parte del loro Ordine.
Le nuove re gole allo studio del governo: dubbi su lavoro, uffici, negozi e servizi alla persona
ROMA Si avvicina il giorno del «liberi tutti», con qualche eccezione imposta dalla situazione epidemiologica. Dopo oltre due anni di pandemia, il 30 aprile scade l’ultimo decreto con le regole per contrastare il Covid-19. Il green pass andrà in archivio e le mascherine al chiuso resteranno obbligatorie solo per salire sui mezzi di trasporto e partecipare ad alcune attività dove più alto è il rischio di contagio. Gli ultimi nodi da sciogliere sono scuola, lavoro, uffici, negozi e servizi alla persona.
Il provvedimento – Oggi il governo farà il punto a Palazzo Chigi anche per scegliere il dispositivo normativo che regolerà l’uso delle mascherine. Chiusa la fase emergenziale, il premier Mario Draghi non ritiene necessario un decreto, che costringerebbe il governo a discuterne in cabina di regia e poi nel Consiglio dei ministri di giovedì. La strada che prevale è un’altra: scrivere le nuove norme sotto forma di emendamenti al decreto Covid che sarà approvato giovedì dalla Camera, per poi passare (blindato) all’approvazione finale del Senato. Ma poiché il testo sarà legge fra una decina di giorni, sarà necessaria anche un’ordinanza-ponte che il ministro Roberto Speranza firmerà nelle prossime ore.
Le mascherine – È la scelta più delicata, perché in diversi Paesi d’Europa il dispositivo che è diventato il simbolo della pandemia non è più obbligatorio per legge nemmeno al chiuso. In Italia invece, sulle spinte scientifiche che arrivano dall’Oms e dall’Ordine dei medici, prevale la linea della prudenza sostenuta da Speranza e quindi le mascherine resteranno ancora nelle situazioni più a rischio.
I trasporti – Sui mezzi del trasporto pubblico locale (autobus, metropolitane, tram) l’obbligo di mascherine Ffp2 verrà prorogato dal 1° maggio in avanti, come già annunciato dal ministro Giovannini. La stessa scelta si farà per aerei, navi e treni a lunga percorrenza.
Cinema e teatri – Le mascherine Ffp2 resteranno ancora in tutti i luoghi di aggregazione sociale dove si sta a lungo in uno spazio chiuso, con posti ravvicinati: cinema, teatri, sale da concerto. Come ha detto il ministro della Cultura, Dario Franceschini, «forse le persone che vanno al cinema o al teatro si sentono più sicure se tutti gli spettatori vicini a loro tengono la mascherina».
Stadi e palazzetti – Negli stadi, dove si sta all’aperto, le mascherine saranno obbligatorie fino al 30 aprile, non oltre. Nei palazzetti dello sport al chiuso, invece, le Ffp2 resteranno obbligatorie ancora per qualche settimana.
Lavoro – La decisione sulle mascherine non è ancora presa, l’unica cosa che appare certa è che il governo non farà distinzioni tra luoghi di lavoro pubblici e privati.
Scuola – Sulle mascherine a scuola la riflessione è aperta. Il ministro Bianchi è determinato a mantenerle, perché mancano poche settimane alla fine dell’anno scolastico e aumentare i rischi avrebbe poco senso.
Negozi – È uno dei punti ancora aperti perché si tratta di luoghi chiusi dove esiste il rischio di affollamento. Le mascherine potrebbero restare in alcune situazioni, come i centri commerciali durante i week end.
Parrucchieri – Barbieri, parrucchieri e centri estetici sono tra le attività ritenute più a rischio, per cui dovrebbe restare l’obbligo di mascherine Ffp2 ancora per alcune settimane
Green pass – Dal primo maggio la certificazione verde resterà per dimostrare l’avvenuta vaccinazione o guarigione, ma non sarà più obbligatoria nei luoghi di lavoro, negli uffici pubblici, nei negozi, nei bar e ristoranti, sui mezzi di trasporto. Niente pass anche per mense e catering continuativo, cinema, teatri,concerti, eventi sportivi, centri benessere, convegni e congressi, centri culturali, sociali e ricreativi, concorsi, sale gioco, feste e discoteche. L’unica eccezione riguarda «gli esercenti le professioni sanitarie dei lavoratori negli ospedali e nelle Rsa».
Le iniezioni partiranno giovedì 14 aprile nelle case di riposo, negli hub vaccinali ancora attivi, nelle farmacie dove già oggi viene fatta la vaccinazione anti Covid e dai (pochi) medici di famiglia che hanno aderito alla campagna
Al via le prenotazioni per la quarta dose di vaccino anti Covid 19 in Lombardia. Dalle 13 di oggi, 12 aprile, sarà possibile prenotare l’appuntamento sul portale online gestito da Poste Italiane, all’indirizzo prenotazionevaccinicovid.regione.lombardia.it. Le somministrazioni del vaccino saranno destinate agli over 80, alle persone fragili con patologie croniche che hanno più di 60 anni e agli ospiti delle Rsa.
Le iniezioni partiranno giovedì 14 aprile nelle case di riposo, negli hub vaccinali ancora attivi – a Milano è il caso di Palazzo delle Scintille – e nelle farmacie dove già oggi viene fatta la vaccinazione anti Covid, nonché presso i (pochi) medici di famiglia che hanno aderito alla campagna vaccinale lombarda contro il Coronavirus.
L’obiettivo è riuscire a vaccinare innanzitutto gli ospiti delle Rsa, che sono anziani e hanno varie patologie che li rendono particolarmente fragili, e quindi a maggior rischio di complicazioni in caso di infezione da Covid 19. Si tratta di 67 mila persone in tutta la Lombardia, di cui 58 mila già pronti per essere vaccinati di nuovo, poiché hanno fatto la terza dose da almeno 4 mesi. Dovranno essere vaccinati, in base a quanto previsto dalla Regione Lombardia, entro metà maggio. continua a leggere
Il virologo francese, premio Nobel per gli studi sull’Aids, aveva 89 anni. Era diventato un riferimento dei No Vax
Luc Montagnier – Ansa
È morto a Neuilly-sur-Seine, alle porte di Parigi, il professor Luc Montagnier, premio Nobel nel 2008 per i suoi studi sull’Aids, diventato negli ultimi anni un riferimento dei No Vax. La notizia circolava da ieri sera sui social ed era sorto a riguardo un giallo. Oggi l’hanno confermata anche il quotidiano Libératione la tv France Info. Montagnier aveva 89 anni.
Dopo il sito francese France Soir anche il professor Didier Raoult aveva annunciato la morte del virologo Luc Montagnier. “Luc Montagnier è morto. Perdiamo un uomo la cui originalità, l’indipendenza e le scoperte sull’Rna hanno permesso la creazione del laboratorio che ha isolato e identificato il virus dell’Aids“: scrive sul suo profilo Twitter il controverso professore dell’ospedale di Marsiglia, che nei primi tempi della pandemia divenne popolarissimo per le sue ricette alternative nella cura del coronavirus a base di idrossiclorochina. Queste scoperte, prosegue Raoult, sono valse a Montagnier “la gloria, il Premio Nobel nonché l’inaudita ostilità dei suoi colleghi. L’attenzione portata alle sue ultime ipotesi fu sproporzionata“, continua Raoult. continua a leggere
Il ministro Speranza: “Immunizzati non andranno più in Dad“. Gli esperti danno il via libera sulla Didattica a distanza: non la faranno gli studenti vaccinati mentre per quelli non vaccinati sarà dimezzata, come l’isolamento. Dopo terza dose il certificato verde non scadrà. In zona rossa restrizioni solo per i non vaccinati
“I dati sulle vaccinazioni sono molto incoraggianti. Vogliamo un’Italia sempre più aperta, soprattutto per i nostri ragazzi“. Così il premier Mario Draghi, aprendo il Consiglio dei ministri, ha brevemente annunciato le nuove misure del decreto che si appresta a firmare, dall’estensione illimitata del Green Pass per chi ha fatto la terza dose alla semplificazione delle norme per la quarantena nelle scuole, dall’abolizione delle restrizioni per i vaccinati anche in zona rossa fino alle nuove regole per favorire i turisti stranieri che potranno venire in Italia e accedere a tutte le attività anche solo con il tampone. Il premier ha annunciato anche un calendario di allentamento delle restrizioni.
I ministri della Lega, secondo quanto si apprende, in Consiglio dei ministri non hanno partecipato al voto delle nuove norme Covid su Dad e quarantene a scuola, inserite nel decreto approvate in Cdm. I leghisti hanno spiegato, a quanto si apprende, di aver deciso di non votare perché quelle norme “discriminano i bambini non vaccinati“.
“Oggi ci occupiamo della scuola in presenza, che è da sempre la priorità di questo governo. Veniamo incontro alle esigenze delle famiglie, che trovano il regime attuale delle quarantene troppo complicato e restrittivo – ha detto Draghi – Vogliamo limitare di molto l’uso della didattica a distanza, per permettere a un numero sempre maggiore dei nostri bambini e ragazzi di andare in classe” aggiunge il premier.
Parole di ottimismo anche dal ministro della Salute Roberto Speranza. Il Consiglio dei ministri “appena concluso apre una fase nuova di gestione della pandemia, consentita dal forte numero di vaccinazioni“, ha spiegato il ministro nel corso della conferenza stampa di presentazione dei nuovi provvedimenti su frequenza scolastica e Green Pass approvati dal Cdm. “Se una regione finisce in zona rossa, le limitazioni connesse non riguarderanno le persone vaccinate – ha detto Speranza – La scuola è il cuore del nostro Paese e vogliamo lavorare per ridurre il più possibile la didattica a distanza. questa è un fase diversa quindi abbiamo deciso che i vaccinati non andranno più in Dad e nei pochi casi di Dad questa durerà 5 giorni rispetto ai 10 attuali“.
I cambiamenti riguardano tutti i gradi scuola: nella scuola dell’infanzia si va in Didattica a distanza con 5 casi; nella primaria si va in Dad con 5 casi ma ci vanno solo i non vaccinati; nella secondaria dopo 2 casi vanno in Dad solo i non vaccinati.
Gli studenti che hanno un compagno positivo ma sono vaccinati non devono più fare la Dad. È quello che pensa il Cts, che si è riunito in tarda mattinata, prima della Cabina di regia del Governo e della riunione del Cdm. E’ così arrivato il via libera al quesito presentato dall’esecutivo e in più il comitato tecnico scientifico ha auspicato un cambiamento anche fuori dalla scuola. Gli esperti ritengono che i non vaccinati possano restare in quarantena 5 giorni dopo un contatto a rischio e non più dieci.
Ecco nello specifico cosa ha detto il Cts. Si parla appunto di alunni che hanno avuto contatti in classe con un positivo. I vaccinati con tre dosi o con due da meno di 120 giorni e i guariti non dovranno più fare la Dad (che ora dura 10 giorni). I non vaccinati invece faranno la didattica a distanza ma dimezzata rispetto ad ora, cioè di 5 giorni. Ovviamente per rientrare avranno bisogno di un tampone negativo. Per tutti il test va comunque fatto in caso di sintomi.
Cosa succederà nelle scuole – La Cabina di regia ha stabilito cosa accadrà a partire da lunedì a seconda del ciclo di studi. Intanto alla materna i bambini (da 0 a 5 anni) andranno in Dad al quinto caso. Come indicato dal Cts la didattica a distanza durerà 5 giorni. Alla scuola primaria, cioè le elementari (6-11 anni), a partire dal quinto caso scatterà la Dad solo per chi non ha la seconda dose da meno di 120 giorni o non ha avuto l’infezione. Alla secondaria, medie e superiori (12-19 anni) dal secondo caso in poi scatterà la Dad (di 5 giorni) sempre i non vaccinati. E a proposito di scuole Speranza ha poi spiegato che “il nuovo modello può prevedere anche il tampone fai da te. Lavoriamo ad un investimento su questa patologia perche i tamponi in autotesting possono essere uno strumento utile “.
Green Pass, con terza dose illimitato – La Cabina di regia inoltre ha dato il via libera alla durata del Green Pass illimitata per chi ha fatto la terza dose. Stessa cosa vale per chi dopo due dosi ha avuto l’infezione.
Zona rossa solo per i non vaccinati – Le restrizioni previste nelle zone rosse, dovranno essere rispettate soltanto dalle persone non vaccinate.
Porte aperte ai turisti con il Green Pass base – Gli stranieri che vengono in Italia da paesi con regole vaccinali diverse da quelle del nostro paese, e dunque senza il super Pass, potranno accedere alle strutture ricettive e a tutte quelle attività in cui è richiesto il Pass rafforzato. E’ la misura che, secondo quanto si apprende, sarebbe stata discussa nella cabina di regia e che il governo avrebbe illustrato a regioni, province e comuni.
Niente tamponi per chi arriva dall’estero. Il governo modificherà le regole in vigore dal 1° febbraio. No all’ingresso dei positivi in classe
Il green pass rilasciato a guariti e vaccinati contre dosinon avrà scadenza. La scelta del governo è fatta, nei prossimi giorni — dopo il parere del Comitato tecnico scientifico — si modificherà il decreto in vigore che prevedeva dal 1° febbraio una validità di sei mesi. La curva epidemiologica non appare ancora in discesa, il bollettino registra 167.206 nuovi casi, 426 morti e un tasso di positività al 15,2 ma il ministro della Salute Roberto Speranza ha deciso di accogliere le sollecitazioni dei presidenti di Regione e ha firmatol’ordinanza che consente a chi arriva in Italia dai Paesi dell’Unione Europeadi entrare senza il tamponema soltanto esibendo la certificazione verde. Si allarga anche la lista degli Stati dove sarà possibile andare per turismo con il «corridoio Covid free».
Il green pass – Dal 1° febbraio il green pass avrà validità sei mesidall’ultima somministrazione. Le agenzie regolatorie Ema e Aifa non hanno però autorizzato la quarta dose e dunque chi ha già completato il ciclo vaccinale rimane senza certificazione. Per questo si è deciso disospendere la scadenzae renderlo illimitato fino a che non sarà stabilito se sia necessario fare un ulteriore richiamo.
Per chi ha una o due dosirimane dunque la scadenza di sei mesi, per gli altri non sarà previsto un limite, visto che la terza doseera stata autorizzata a metà settembre e già da metà marzo non ci sarebbe copertura. Il Cts dovrà comunque esprimersiper indirizzare le decisioni del governo soprattutto per quanto riguarda i guariti che hanno già ricevuto due dosi, oppure chi aveva fatto il vaccino monodose. continua a leggere
Qual è la durata del green pass? Per chi ha fatto la terza dose potrebbe essere senza scadenza. L’ipotesi del governo in attesa di capire se servirà un quarto richiamo. Da oggi in arancione Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia
Green pass senza scadenzaper chi hatre dosi di vaccino: la decisione è presa e nei prossimi giorni il governo metterà a punto il provvedimentoche dispone l’allungamento della validità. Ma dovrà anche decidere se rinnovare l’ordinanza che impone il tampone a chi entra nel nostro Paese, anche se possiede la certificazione verde. È uno degli argomenti all’ordine del giorno dellariunione con i presidenti di Regione convocata per domani. L’altro è l’abolizione delle fasce di coloreche prevedono restrizioni e scattanoquando si supera la soglia critica di occupazione dei reparti ospedalieri, in particolare le terapie intensive.
Green pass allungato – Il decreto in vigore prevede che dal 1° febbraio la certificazione verde sia valida sei mesi, ma per molti cittadini a metà marzo scadràla certificazione e al momento non c’è alcuna autorizzazionealla somministrazione della quarta dose. Ecco perché il governo sta valutando di renderlo valido fino a che non saranno prese decisioni sull’eventuale nuovo richiamo. Il via libera al booster è arrivato a metà di settembre e quindi nelle prossime due settimanesi dovrà procedere con l’allungamento, visto che secondo i calcoli del ministero della Salute almeno 100 mila persone sarebbero costrette a fare il tampone per lavorare, ma anche per poter svolgere tutte le altre attività della vita quotidiana.
Parere al Cts – Nei prossimi giorni il governo chiederà un parere al Comitato tecnico-scientifico per avere indicazioni, l’ipotesi più probabile è che per chi ha effettuato tre dosi non venga fissata una nuova scadenza, almeno fino a quando non sarà chiaro quali saranno i prossimi passi della campagna vaccinale. continua a leggere
Il governo vincola alla certificazione base, che si ottiene con il tampone, anche per acquistare cosmetici. Niente obbligo invece per i prodotti per animali.
Il governo ha deciso la lista dei negozi dove non sarà obbligatorio avere il green pass base (che si ottiene con tampone antigenico valido 48 ore oppure molecolare valido 72 ore) dal 1° febbraio 2022. L’elenco è frutto di una mediazione tra il ministero della Pubblica Amministrazione e il ministero dello Sviluppo Economico e comprende tutti i prodotti alimentari, le farmacie e le edicole all’aperto, i distributori di carburante, mentre per andare dal tabaccaio servirà il green pass.Il Dpcm che sarà firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi inserirà gli esercizi commerciali che vendono prodotti necessari ad «assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona».
Alimentari, mercati, grande distribuzione: Non servirà la certificazione verde per acquistare generi alimentari sia nei negozi al dettaglio, sia nei supermercati. Sono nell’elenco i negozi che vendono surgelati, le pescherie, le bevande, i rappresentanti di ittica. Libero accesso anche nei mercati rionali.
Farmacie no, cosmetica sì: Per comprare medicinali e prodotti per la cura per il corpo non servirà il green pass, che sarà invece necessario per i negozi di cosmetica.Niente green pass anche per parafarmacie e negozi che vendono i prodotti igienico sanitari compresi deodoranti, bagno schiuma, shampoo.
I tabaccai: Dal tabaccaio servirà il green pass base. Durante il lockdown questi negozi rimanevano aperti ma il governo ritiene che non possano essere inseriti nella lista degli esercizi commerciali che vendono prodotti essenziali per la cura della persona.
Prodotti per animali: Niente green pass anche nei negozi che vendono generi alimentari e per la cura degli animali.
Carburante: No green pass per acquistare carburante, ma anche i carburanti per la casa compresa la legna, o liquidi e l’alimentazione per le stufe.
Repubblica 23 dicembre 2021 –articolo di Viola Giannoli
Bar, palestre e musei accessibili solo per chi è vaccinato. Dal 1° febbraio 2022 la durata del Green Pass si riduce a sei mesi. Nessun limite di ospiti per i pranzi delle feste a casa. Obbligo di mascherine all’aperto dovunque
Il consiglio dei ministri ha approvato il “dl festività“, ovvero il decreto legge del governo per reagire all’impennata di contagi in vista delle feste di Natale e Capodanno e arginare i nuovi casi che galoppano per colpa della variante Omicron che è arrivata a toccare, secondo il dato che l’Istituto superiore di sanità ha illustrato durante l’incontro, il 28,2 per cento dei casi.
Una conferenza stampa del ministro della Salute Roberto Speranza, del coordinatore del Cts Franco Locatelli e del portavoce del Cts Silvio Brusaferro ha illustrato i contenuti del testo. Slitta per ora l’estensione ad altre categorie di lavoratori dell’obbligo vaccinale. “Una misura che è sempre stata sullo sfondo. Non è mai stata esclusa“, aveva ribadito ieri in conferenza stampa il presidente del Consiglio Mario Draghi. Ma per ora è lì, sullo sfondo, che resterà.
Si accorcia la validità del Green Pass vaccinale. Nel nuovo decreto, il cosiddetto Dl festività varato dal governo Draghi, la durata della Certificazione verde ottenuta dopo la somministrazione della seconda dose o del booster scende, a partire dal 1° febbraio 2022, da nove a sei mesi. Si torna insomma alle origini: tanto, un semestre, valeva il Green Pass nel momento della sua introduzione. La data di scadenza era stata poi dilatata a 12 mesi, ridotta a 9 a metà dicembre e ora di nuovo accorciata perché la protezione dei vaccini tende a scemare. Per questo il ministero della Salute è al lavoro anche per anticipare i tempi della terza dose: tra la seconda iniezione anti-Covid e il booster dovranno passare almeno 4 mesi (e non più 5), poi sarà raccomandata la nuova inoculazione. Anche perché, due mesi dopo, il Pass scade. La data di partenza della nuova tempistica sarà decisa dal commissario Figliuolo in accordo con le Regioni.
Tornano le mascherine all’aperto, ovunque, in tutta Italia, anche in zona bianca. L’obbligo sarà in vigore dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta e fino al 31 gennaio 2022. Si potranno indossare le mascherine chirurgiche, quelle di stoffa o le Ffp2. Proprio queste ultime, più filtranti, sono al centro della principale novità che riguarda i dispositivi di protezione individuale: fino alla fine dello stato di emergenza e quindi al momento fino al 31 marzo, sarà obbligatorio indossare le Ffp2 in cinema, teatri, locali per la musica dal vivo o l’intrattenimento, discoteche, stadi all’aperto e palazzetti dello sport. Inoltre in tutti questi luoghi, se al chiuso, è vietato consumare cibo e bevande. Proibiti quindi coca e pop corn durante i film. Le Ffp2 dovranno essere indossate anche a bordo dei mezzi di trasporto: dagli aerei ai treni, dai traghetti agli aliscafi, ma pure su bus, tram, pullman e metropolitane.
Feste e discoteche – Stop fino a gennaio, poi solo con 3 dosi
Sulle feste arriva la stretta di Capodanno. Richiudono le discoteche, le sale da ballo e gli altri locali assimilati dove si svolgono eventi, concerti, feste aperte al pubblico. La decisione, ha spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza, è stata presa all’unanimità e varrà fino al 31 gennaio. Le discoteche hanno avuto insomma vita breve: erano state riaperte l’11 ottobre. A febbraio, quando le casse torneranno a battere, e fino al 31 marzo, per ballare ci vorrà la terza dose oppure la seconda dose più un tampone antigenico o molecolare fatto al massimo 48 ore prima della serata. La stessa regola è prevista, dopo il 31 gennaio, per entrare in un locale dove è stata organizzata una festa o un evento (ad esempio un ristorante che dopo cena ha previsto un dj set): “Mega Green Pass” da booster o seconda dose più test negativo.
Concerti in piazza – Niente Capodanno nelle strade
Oltre alle discoteche si spengono, da subito, anche le luci dei concerti, degli eventi, delle feste di piazza che inevitabilmente avrebbero implicato assembramenti e presenza di folla. Stop quindi al Capodanno in strada, ai fuochi d’artificio popolari e alle iniziative di massa all’aperto. Molte delle quali già annullate a livello locale, prima del decreto, dai sindaci. La norma sarà in vigore fino al 31 gennaio 2022. Al contrario dello scorso anno, invece, non sono stati previsti da decreto limiti al numero di ospiti da ricevere in casa al cenone della Vigilia, al pranzo di Natale, alla tombolata di Santo Stefano o al Veglione di Capodanno. Restano dunque solo i consigli di virologi, epidemiologi, igienisti che invitano a tavolate contenute, con invitati vaccinati, possibilmente già conviventi o scelti nella cerchia dei contatti stretti, rispettando le norme igieniche di base: finestre socchiuse, abbracci limitati, piatti e bicchieri personali.
Bar e ristoranti – Caffè al banco col Super Pass
Nei bar e nei ristoranti, nelle enoteche, nei pub e nei locali, sarà necessario esibire il Super Green Pass, ovvero quello che si ottiene con la vaccinazione o dopo la guarigione dal Covid-19, anche per consumare al banco, se questo è al chiuso. La regola era già in vigore dal 6 dicembre per pranzare, cenare o fare colazione seduti tra i tavolini al chiuso, mentre al bancone e all’aperto era possibile consumare cibi e bevande anche con il solo tampone antigenico o molecolare negativo effettuato massimo 48 o 72 ore prima del pasto. Con il nuovo decreto la regola cambia, in senso restrittivo: fino alla fine dello stato di emergenza (31 marzo 2022) i No Vax non potranno più sorseggiare un caffè al bancone, mangiare un tramezzino con una spremuta in piedi al chiuso o sedersi sugli sgabelli per birra e patatine davanti allo spillatore.
Palestre e musei – Il test negativo non basta più
Il decreto allunga pure la lista dei luoghi in cui sarà richiesto il Green Pass rafforzato rilasciato a chi è vaccinato o guarito dal Covid. Per entrare in musei e luoghi di cultura, palestre e piscine, svolgere allenamenti di sport di squadra, nei centri benessere al chiuso e nei centri termali (salvo che per livelli essenziali di assistenza e attività riabilitative o terapeutiche), nei centri culturali, sociali e ricreativi (esclusi i centri educativi per l’infanzia), nei parchi tematici e di divertimento, in sale gioco, sale bingo e casinò non sarà più sufficiente il solo tampone. Lo stesso vale per i corsi di formazione privati, se svolti in presenza. Il decreto prevede un rafforzamento delle misure anti-contagio anche per far visita ai propri cari nelle strutture residenziali, socio-assistenziali, socio-sanitarie e negli hospice: potranno entrare solo le persone con Super Green Pass e tampone negativo oppure vaccinati già con la terza dose. continua a leggere
Virginia Ammendola (direttore qualità) fa il punto sul siero italiano: «Aspettiamo di ricevere i finanziamenti. Avuto 1,4 milioni di dollari dalla Fondazione Bill & Melinda Gates. Studiamo un vaccino valido contro le varianti e per i Paesi più poveri»
Non se ne parla da tempo, ma in molti se lo chiedono: il vaccino italiano vedrà mai la luce? A rispondere è Virginia Ammendola, direttore dell’assicurazione di qualità di ReiThera, nella sede di Castel Romano. «Nella sperimentazione clinica del vaccino — spiega — si sono concluse la fase 1 e 2: nella prima è stato dimostrato su 90 volontari che il siero è sicuro e non dà effetti collaterali». «Mentre la seconda ha permesso di vederne anche l’efficacia nell’indurre risposta immunitaria su 900 persone — prosegue —. Efficacia che è al 93% dopo la prima dose e al 99 dopo la seconda. Adesso è tutto pronto per la fase 3, quella cioé in cui verrà fatta la comparazione con un vaccino già approvato su migliaia di pazienti. Ma siamo in attesa di ricevere i fondi».
A che punto è la questione finanziamenti? – «Nel maggio 2021 i fondi per la sperimentazione sono stati bloccati con una sentenza della Corte dei Conti per un cavillo burocratico. Per poter continuare, ReiThera ha rimodulato il progetto e lo ha ripresentato al Mise (ministero dello Sviluppo economico, ndr). Al momento siamo in attesa di risposte».
Prima di questo stop, di quali fondi avevate goduto? – «ReiThera aveva ottenuto un finanziamento di circa 6 milioni durante la fase 1. Ne abbiamo già ricevuti l’80% e stiamo per ricevere il restante 20. La Regione Lazio e il Miur (ministero dell’Università e della ricerca, ndr) avevano destinato in totale 8 milioni per il progetto».
A che punto è la questione finanziamenti? – «Nel maggio 2021 i fondi per la sperimentazione sono stati bloccati con una sentenza della Corte dei Conti per un cavillo burocratico. Per poter continuare, ReiThera ha rimodulato il progetto e lo ha ripresentato al Mise (ministero dello Sviluppo economico, ndr). Al momento siamo in attesa di risposte».
Prima di questo stop, di quali fondi avevate goduto? – «ReiThera aveva ottenuto un finanziamento di circa 6 milioni durante la fase 1. Ne abbiamo già ricevuti l’80% e stiamo per ricevere il restante 20. La Regione Lazio e il Miur (ministero dell’Università e della ricerca, ndr) avevano destinato in totale 8 milioni per il progetto».continua a leggere
È il quinto vaccino contro il virus del Covid autorizzato in Europa. L’Ue, già prima del via libera odierno, hafirmato un contratto per l’acquisto di 200 milioni di dosi. Si basa sulla tecnica tradizionale delle proteine ricombinanti, come il vaccino già in uso contro l’epatite B e il papilloma virus
(reuters)
L’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha dato lil via libera all’immissione in commercio condizionata nell’Ue del vaccino anti-Covid Nuvaxovid, prodotto da Novavax. Lo ha deciso il Comitato tecnico per i medicinali a uso umano dell’Ema dopo una riunione straordinaria. È il quinto vaccino contro il virus del Covid autorizzato in Europa.
Novavax è un vaccino di tipo “tradizionale“, basato sulla tecnologia delle proteine ricombinanti, già usata per altri vaccini, come quello già in uso contro l’epatite B e il papilloma virus.
Dopo un’approfondita valutazione, il Comitato per i medicinali umani (Chmp) dell’EMA ha concluso per consenso che i dati sul vaccino Novavax erano solidi e soddisfacevano i criteri dell’Ue per l’efficacia, la sicurezza e la qualità.
I risultati degli studi – I risultati di due principali studi clinici hanno scoperto che Nuvaxovid era efficace nel prevenire il Covid-19 nelle persone dai 18 anni di età. Gli studi hanno coinvolto in totale oltre 45 mila persone. Nel primo studio, circa due terzi dei partecipanti hanno ricevuto il vaccino e agli altri è stata somministrata un’iniezione di placebo; nell’altro studio, i partecipanti erano equamente divisi tra Nuvaxovid e placebo.
“Il primo studio, condotto in Messico e negli Stati Uniti, ha riscontrato una riduzione del 90,4% del numero di casi sintomatici di Covid-19 da 7 giorni dopo la seconda dose nelle persone che hanno ricevuto Nuvaxovid (14 casi su 17.312 persone) rispetto alle persone a cui è stato somministrato Nuvaxovid.
“Anche il secondo studio condotto nel Regno Unito ha mostrato una riduzione simile del numero di casi sintomatici di Covid-19 nelle persone che hanno ricevuto Nuvaxovid (10 casi su 7.020 persone) rispetto alle persone a cui è stato somministrato placebo (96 su 7.019 persone); in questo studio, l’efficacia del vaccino è stata dell’89,7%“, aggiunge.
Le modalità di somministrazione – Novavax viene somministrato nelle persone dai 18 anni in su tramite due iniezioni, di solito nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di 3 settimane l’una dall’altra.
Come funziona – Quando Nuvaxovid viene somministrato, il sistema immunitario identifica la proteina come estranea e produce difese naturali – anticorpi e cellule T – contro di essa. Se in seguito la persona vaccinata entra in contatto con il coronavirus Sars-CoV-2, il sistema immunitario riconoscerà la proteina Spike sul virus e sarà pronto ad attaccarla. Gli anticorpi e le cellule immunitarie possono proteggere da Covid lavorando insieme per uccidere il virus, impedire il suo ingresso nelle cellule e distruggere le cellule infette. continua a leggere
I test di laboratorio evidenziano che anche la mezza dose attualmente autorizzata alza gli anticorpi di 37 volte ma ancora non si sa per quanto tempo. La società intende concentrarsi sul richiamo
Foto Repubblica
Una dose di richiamo del vaccino contro il coronavirus prodotto da Moderna aumenta significativamente il livello di anticorpiche possono contrastare la variante di Omicron. Lo ha annunciato la compagnia americana in una nota. È una buona notizia che arriva nei giorni in cui Omicron sta avanzando rapidamente in tutto il mondo, causando anche infezioni tra chi ha terminato il ciclo vaccinale.
I risultati mostrano che la dose di richiamo attualmente autorizzata di 50 microgrammi (metà della dose somministrata per il ciclo vaccinale primario in cui ogni singola dose è di 100 microgrammi) haaumentato il livello di anticorpi di circa 37 volte. Una dose completa di 100 microgrammisi è mostrata ancora più potente, aumentando i livelli di anticorpi di circa 83 volte rispetto ai livelli pre-boost. I dati non sono stati ancora pubblicati o revisionati da esperti indipendenti tuttavia Moderna aveva già comunicato nei giorni scorsi che stava preparando il lavoro da pubblicare online
Entrambe le dosi hanno causato effetti collaterali paragonabili a quelli osservati dopo il primo ciclo vaccinale, ma la dose di 100 microgrammi ha mostrato reazioni avverse leggermente più frequenti rispetto alla dose autorizzata di 50 microgrammi.
I risultati si basano sutest di laboratorioche misurano solo la presenza degli anticorpi neutralizzanti, senza indagare sull’immunità cellulare (presenza di linfociti T e B) contro il virus. Sebbene i vaccini non possano prevenire l’infezione dalla variante (non sono neutralizzanti e sono stati creati per prevenire le conseguenze gravi del virus) , ci si aspetta che prevengano malattie severe nella stragrande maggioranza delle persone.
Moderna ha testato il booster su 40 persone, 20 per ogni tipologia di dose. Prima del booster tutti i volontari avevano livelli bassi di anticorpiche possono prevenire l’infezione da Omicron.Un mese dopo il booster si è registrato un netto aumento degli anticorpi. Nel dettaglio la mezza dose ha aumentato i titoli anticorpali neutralizzanti contro Omicron a 850, vale a dire 37 volte superiori ai livelli pre-boost. Con la dose intera i titoli anticorpali neutralizzanti contro Omicron sono saliti a 2228, che è circa 83 volte superiore ai livelli pre-boost. continua a leggere
I dati del dicembre 2020 dimostrano che i vaccini funzionano ma serve fare più terze dosi e proteggere i bambini
Due curve su quattro si sono invertite appena qualche giorno fa, tra il 13 e il 14 dicembre, portando ad un sorpasso preoccupantema non così inaspettato. Destano allarme certo, perché il numero dei casi complessivi (e il tasso di positività sui tamponi molecolari, i più attendibili) è superiore ora rispetto allo stesso periodo del 2020. Ma è l’ennesima conferma che la barriera vaccinale sta tenendo.
Le spiegazioni sono chiare. La più importante: le altre due curve sotto la lente degli scienziati, cioè il numero di decessi e il numero di posti occupati in terapia intensiva, diverge fortementetra dicembre 2021 e dicembre 2020. Per il numero di morti correlate al Covid, il cui indice di letalità è ora al 2,5% (ultimo dato Iss), siamo adesso «in un fattore 6», come lo chiama il fisico Giorgio Sestili .
Nell’ultima settimana il bollettino delle regioni segnala in media circa 100 morti giornalieri (ieri 97), un anno fa oscillavano tra i 600 e i 700(il 19 dicembre 2020 registrammo 655 vittime). «Significa che i vaccini stanno riducendo il rischio di decesso di 6-7 volte», aggiunge Sestili. Grazie agli oltre 47,8 milioni di vaccinati con almeno una dose, oltre l’80% della popolazione con più di 5 anni, platea attuale della campagna. Sulle ospedalizzazioni in area critica negli ultimi giorni siamo invece scesi ad un fattore 3.
Al momento abbiamo poco meno di mille ricoveratinelle intensive (ieri 966), il 19 dicembre scorso erano 2.794.
Vuol dire che i vaccini stanno riducendo l’impatto sul sistema ospedaliero di tre volte anche se le due curve 2020 e 2021 si stanno avvicinando pertre motivi. continua a leggere
Il sistema si è fermato per circa 40 minuti per un problema sull’infrastruttura cloud di Microsoft su cui si appoggia la piattaforma per le prenotazioni dei vaccini gestita da ‘Poste spa’ e ha provocato rallentamenti al Palazzo delle Scintille, al drive through di Trenno e all’ospedale militare di Baggio
Code che si sono allungate più del previsto. E rallentamenti che per una parte del pomeriggio hanno reso molto più difficoltosa del previsto la già complicata organizzazione delle vaccinazioni in Lombardia. Succede negli hub lombardi, dove dopo le 14 di oggi, 15 dicembre, sono stati registrati sempre più rallentamenti alle somministrazioni di prime, seconde e terze dosi di vaccino anti Covid, a causa di un blocco al portale online gestito da Poste Italiane.
Il sistema si sarebbe fermato, per cause ancora da approfondire, dopo le 14. Facendo sì che nei centri vaccinali i medici e gli infermieri, per poter andare avanti, fossero costretti a registrare tutte le somministrazioni fatte una per una, manualmente e su supporto cartaceo: di qui, i rallentamenti, in primis a Palazzo delle Scintille, l’hub milanese che, da solo, ogni giorno macina oltre 11 mila somministrazioni di vaccini anti Covid e antinfluenzali. E dove ogni giorno si formano code più o meno lunghe dovute al fatto che circa il 10 per cento delle somministrazioni giornaliere vengono fatte a persone che non arrivano dopo aver prenotato la vaccinazione. Ma si ‘auto-presentano’ e, quindi, si mettono in coda e allungano le attese. Tempi un po’ allungati e rallentamenti, a causa del blocco informatico, sono stati registrati anche al drive through di Trenno e all’ospedale militare di Baggio. continua a leggere
Ecco come funziona l’app di controllo del super green pass
L’app VerificaC19 diventa super per controllare anche il green pass rafforzato. É tutto pronto alla Sogei per il debutto dell’app aggiornata di verifica. Proprio mentre è arrivato il via libera dell’Agenzia italiana del farmaco al vaccino anti-Covid nella fascia 5-11 anni: i dati disponibili – rileva Aifa – dimostrano un elevato livello di efficacia e non si evidenziano al momento segnali di allerta in termini di sicurezza.
Super Green pass: Sogei ha rilasciato gli aggiornamenti: Intanto il super green pass riservato a vaccinati e guariti dal Covid sarà indispensabile dal 6 dicembre per bypassare alcune restrizioni legate alla corsa dei contagi da nuovo coronavirus. Le novità sono state illustrate in anteprima al Sole 24 ore dalla Sogei. Giovedì sera sono stati rilasciati gli aggiornamenti sugli store Apple, Google e Huawei ed è in atto il processo di review che dura circa 48 ore. Pronto in anticipo e operativo dopo il via libera del ministero della Salute.
Due tipologie di verifica per pass base o rafforzato: La prima operazione per chi ha già la app VerificaC19 è scaricare l’aggiornamento e scegliere la tipologia di verifica: quella di base per il tampone o quella rafforzata per la vaccinazione o guarigione dal Covid. Per controllare l’attendibilità di un super green pass si dovrà quindi optare per la “verifica rafforzata”, mentre per controllare il green pass standard si dovrà optare per la “verifica base” .
A quel punto non resta che scansionare il Qr code e attendere il responso: se la certificazione è valida compare “Certificazione valida in Italia e in Europa”, se non si è in regola con il pass compare la scritta “Certificazione non valida”. continua a leggere
Il governo di Vienna intende imporre una sanzione fino a 7.200 euro per chi persisterà nel rifiuto dell’immunizzazione. La Grecia opta invece per 100 euro al mese
In Austria dal 1 febbraio 2022le persone che persisteranno a non farsi vaccinarerischiano di dover pagare una multa fino a 7.200 euro. È quando prevedela bozza preliminare del disegno di legge sull’obbligo vaccinaleche sarà annunciato il 6 dicembre dal governo. La prima sanzione per i «no vax» austriacipotrebbe essere pari a 3.600 euro, importo che verrà poi raddoppiato se proseguirà l’inottemperanza.
Come ha precisato la ministra per gli Affari europei e costituzionali, Karoline Edtstad, gli importi potrebbero essere ancora ritoccati perché non è escluso possa essere introdotta la specifica sulla situazione finanziaria del singolo. L’obbligo di vaccinazione dovrebbe applicarsi alle persone residenti sul territorio austriaco el’obbligatorietà potrebbe scattare già dal 14esimo anno di età. Infatti, da questa età non sarà più necessario il consenso dei genitori per sottoporsi alla vaccinazione. Le persone che non possono essere immunizzate per motivi medici saranno esentate dalla vaccinazione obbligatoria.
Anche la Grecia ha deciso di imporre obbligo di vaccinazionea tutti i cittadini che abbiano compiuto i 60 anni.Coloro che rifiuteranno dovranno pagare una multa di 100 euro per ogni mese in cui non verranno vaccinati, a partire dal 16 gennaio. I fondi raccolti dalle multe verranno devoluti agli ospedali greci che combattono la pandemia. «Non è una punizione — ha detto il premier greco Kyriakos Mitsotakis — direi che è una tassa sanitaria».
Mentre i contagi crescono, i “Freiheitstrychler” e la destra sovranista Udc di Blocher volevano cancellare le norme anti-Covid. Ma i cittadini hanno dato il via libera con oltre il 60% dei voti
Gli svizzeri dicono si al Green Pass con una larga maggioranza: il 63% degli elvetici ha votato a favore nel referendum di domenica sulla legge che prevede l’introduzione del certificato anti-Covid.
La legge approvata quest’anno stanzia aiuti finanziari per le persone colpite dalla crisi sanitaria e introduce l’obbligo di essere vaccinati, di avere un test negativo o di essere guariti per entrare in bar e ristoranti e partecipare ad alcuni eventi.
Il governo finora si era guardato dall’inasprire le misure nonostante i casi si avvicinassero a livelli record, ma venerdì e sabato ha imposto nuove restrizioni di viaggio per arginare la diffusione della nuova variante del coronavirus Omicron.
Il referendu è stato voluto dal movimento No Vax che nelle ultime settimane ha fatto una dura campagna per evitare che venissero introdotte nuove misure. Nel fronte dei contrari al Green Pass spiccano i Freiheitstrychler, un gruppo di barbuti suonatori di campane, il cui aspetto rimanda ai suprematisti bianchi statunitensi. Questi montanari che indossano una maglietta bianca con le stelle alpine, rappresentano al meglio gli svizzeri contrari alle misure anti-Covid varate dal Consiglio Federale, il governo elvetico, per fronteggiare la pandemia. Misure su cui, oggi, si deciderà con un referendum, lanciato contro quella che è stata definita la “dittatura sanitaria” di Berna. continua a leggere
Il presidente Massimiliano Fedriga anticipa il decreto che nel resto d’Italia entra in vigore il 6 dicembre. Passa nella zona gialla anche la provincia di Bolzano
Il Friuli-Venezia Giulia entra in zona gialla da lunedì e fa scattare subito i divieti per i no vax. La decisione è stata presa dal presidente Massimiliano Fedriga e concordata con il governo.Il decreto che in tutta Italia entra in vigore il 6 dicembre viene applicato «per evitare confusione e soprattutto per fermare la curva epidemiologica in salita», come spiegano fonti della Regione. In queste ore si sta mettendo a punto il meccanismo per garantire i controlli.
In giallo anche la provincia di Bolzano. L’ordinanza sarà firmata domani dal ministro della Salute Roberto Speranza.
Ristoranti, feste, discoteche solo al green pass “rafforzato” – Da lunedì in Friuli soltanto chi ha il green pass “rafforzato” (quindi guariti o vaccinati) potrà svolgere le seguenti attività: andare al ristorante al chiuso, assistere a spettacoli a cinema o a teatro, andare allo stadio e nei palazzetti dello sport, partecipare alle feste e alle cerimonie pubbliche, andare in discoteca.
Lavoro, autobus e treni al green pass “base” – Chi invece ha il guariti o vaccinati (tampone molecolare valido 72 ore e tampone antigenico valido 48 ore) potrà svolgere le seguenti attività: andare al lavoro, andare in palestra, prendere i mezzi pubblici locali, prendere treni regionali e a lunga percorrenza, alta velocità, aerei.
I controlli – Il governo sta cercando di adeguare la App C19 ma non è scontato che ciò avvenga entro lunedì. Se il sistema non fosse ancora adeguato si procederà, almeno per i primi giorni, con le verifiche cartacee dei certificati.
Riassumendo:
Green pass “rafforzato” : per i Vaccinatie iguariti
Green pass “base” : per chi ha fatto il tampone molecolare valido 72 ore e tampone antigenico valido 48 ore
Covid, ecco quando una regione cambia colore: Friuli in giallo da lunedì ma varrà solo per i No Vax
Ecco come le regioni potranno cambiare colore: entreranno in fascia giallacon 50 casi settimanali per 100 mila abitanti, con il 15% di posti letto occupati nei reparti Covid, e il 10% di posti letto occupati nelle terapie intensive.
Si entra invece in fascia arancione con 150 casi ogni 100mila abitanti, il 30% di posti letto occupati nei reparti Covid e il 20% di posti letto occupati in terapia intensiva. Mentre le regioni entreranno in fascia rossa se avranno più di 150 casi per 100mila abitanti, il 40% dei posti letto occupati nei reparti Covid e il 30% dei posti letto occupati in terapia intensiva.
Le ospedalizzazioni – Oggi in Italia il tasso nazionale di occupazione delle terapie intensive è 6% mentre è all’8% quello dei reparti Covid, ma l’ospedalizzazione è in crescita. La situazione più critica è in Friuli Venezia Giulia, con il 18% dei posti letto occupati nei reparti Covid e con il 15% nei reparti di terapia intensiva.Segue la provincia autonoma di Bolzano.
L’incidenza – Quanto all’incidenza secondo Gimbe ci sono già 18 province oltre 150 casi su 100mila abitanti. Si tratta di Trieste (674), Gorizia (492), Bolzano (442), Forlì-Cesena (311), Padova (274), Rimini (249), Aosta (248), Ravenna (214), Treviso (213), Venezia (213), Vicenza (200), Pordenone (186), Udine (183), Fermo (172), Ascoli Piceno (166), Belluno (162), La Spezia (162) e Imperia (160).
La terza dose di vaccino Covid, la cui somministrazione era aperta a tutti gli over 40 che avevano effettuato la seconda da almeno 6 mesi, è ora disponibile dopo 5 mesi. Cosa deve fare chi si è già prenotato? Un vademecum, regione per regione
Martedì 23 novembre è stato ufficializzato (con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della determina dell’Aifa che ha dato origine a una circolare del ministero della Salute) l’anticipo della dose «booster» del vaccino anti-Covid da 6 a 5 mesi (qui l’approfondimento sulla terza dose: perché bisogna farla, e quando).
In altri termini: a partire dal 24 novembre, la terza dose del vaccino anti-Covid (o la seconda per chi avesse fatto una dose di Johnson&Johnson) è disponibile a chiunque abbia più di 40 anni e abbia ricevuto la seconda dose (o l’unica dose, nel caso di Johnson&Johnson) da almeno 5 mesi.
Molti cittadini si erano però già prenotati per la terza dose seguendo il «limite» precedente, quello di 6 mesi, e ora si trovano in imbarazzo: è meglio anticipare la prenotazione? Vale la pena? E come farlo, praticamente? Date le differenze nei diversi sistemi, ecco una guida, regione per regione.
Lombardia (Stefania Chiale e Sara Bettoni) – Il sistema, spiega l’assessorato al Welfare della Regione Lombardia permetterà dalla serata di mercoledì 24 novembre di cancellare l’appuntamento preso, e di riprenotarsi. La prenotazione può essere fatta tramite il portale della Regione (qui il link), o tramite call center al numero gratuito 800 894 545 (ma c’è qualche problema, al momento, a causa di un enorme numero di chiamate). Chi ha necessità di ricevere la terza dose a domicilio deve chiedere al proprio medico di famiglia. È possibile richiedere la somministrazione anche in una delle farmacie lombarde aderenti. In questo caso la prenotazione va fatta direttamente in farmacia. C’è un enorme «ma»: le agende verranno ampliate, ma la Regione ammette che è consigliabile tenere per ora la propria prenotazione e, eventualmente, cambiarla più avanti. Il rischio infatti è quello di cancellare l’appuntamento e poi di trovarne uno ancora più in là nel tempo, finché non saranno aperte tutte le agende.
Veneto (Michela Nicolussi Moro) – Le Usl del Veneto — come indicato nel dettaglio qui — hanno iniziato ad aggiornare i rispettivi siti di prenotazione a partire dalla sera stessa di martedì 23 novembre: chi avesse già prenotato a sei mesi dalla seconda dose può cancellare la prenotazione e scegliere una nuova data indicata dal sistema con un mese di anticipo. È infatti il portale a calcolare esattamente i tempi dalla seconda dose e a proporre all’utente più opzioni tra date e orari, nell’ambito delle quali scegliere quelle più congeniali. Attenzione: le prenotazioni valgono per le vaccinazioni nei 58 hub vaccinali; se si preferisce assumere l’anti-Covid (sia per il ciclo primario sia per il richiamo booster) dal proprio medico di base o in farmacia, bisogna rivolgersi direttamente a loro.
Piemonte (Simona De Ciero) – In Piemonte il cittadino potrà cambiare la prenotazione nell’area personale del sito internet Ilpiemontetivaccina.it e spostare data e luogo della dell’iniezione, anticipando o posticipando a seconda delle necessità e della disponibilità delle agende. Chi deve ancora prenotarsi? La fascia d’età 40-79 anni blocca la sua terza dose sullo stesso sito internet dai 15 giorni che precedono la maturazione dei 5 mesi dalla data del richiamo. Trascorsi 10 giorni dalla maturazione del requisito, se il cittadino non ha prenotato la terza iniezione, il sistema sanitario regionale lo convoca direttamente, attraverso sms. Tutte le altre categorie – immunocompromessi, altamente fragili, personale sanitario, operatori e ospiti delle Rsa, over 80 – accedono automaticamente alla terza dose (senza doversi prenotare) e vengono contattati direttamente dalle strutture che li hanno in carica, dalle Aziende sanitarie dopo segnalazione del medico di base o, nel caso delle residenze per anziani, all’interno della stessa struttura in cui lavorano o vivono. Sanitari pubblici e privati possono prenotare o spostare la terza dose del vaccino anche in farmacia.
Liguria (Simona De Ciero) – Il sistema digitale delle vaccinazioni è gestito dal sito internet Liguria Digitale che interconnette le agende delle Aziende sanitarie e il portale prenotovaccino.regione.liguria.it dove i cittadini possono bloccare una data per la terza dose di siero. Dalla Regione Liguria spiegano che «il sistema sanitario manda in automatico un sms a tutti quelli che possono fare la terza dose», che potranno prenotare sul sito, attraverso il numero verde 800 938 818, nelle farmacie che effettuano il servizio Cup o agli sportelli territoriali Cup di Asl e ospedali. Il sistema informatico propone automaticamente le migliori date disponibili a cinque mesi di distanza dall’ultima somministrazione. Pochi giorni prima dell’appuntamento, il cittadino riceve un nuovo sms promemoria con orario, giorno e luogo dell’iniezione. Per spostare (anticipare o posticipare) la data del vaccino, i liguri devono disdire l’appuntamento attraverso il portale (serve la tessera sanitaria) e procedere a una nuova prenotazione.
Valle d’Aosta (Simona De Ciero) – In Valle d’Aosta i cittadini possono prenotare la data per la terza dose sul sito internet prenotazioni.vaccinicovid.gov.it, tramite il call center 800 009966 (tutti i giorni dalle 8 alle ore 20), agli sportelli Postamat degli uffici postali (non è necessario essere clienti di Poste Italiane. Serve la tessera sanitaria) o dal proprio postino. Durante la fase di prenotazione è possibile scegliere la sede in cui fare l’iniezione. Per spostare (anticipare o posticipare) la data del vaccino, i Valdostani possono passare dal sito internet, chiamare il call center o chiedere il cambio data al portalettere.
Lazio (Clarida Salvatori) – Nel Lazio — come spiegato nel dettaglio qui — ci sono due opzioni: o resti prenotato a sei mesi oppure puoi modificare la prenotazione anticipandola. Per quanto riguarda il rischio di averla più in là, come tempi, credo sia difficile dal momento che per dicembre e gennaio c’è ancora circa un milione di slot disponibili e quindi prenotabili.
Toscana (Giulio Gori) – In Toscana, il problema di anticipare la prenotazione per la terza dose, ora che è stata portata a cinque mesi dal richiamo e non più a sei, non si pone: l’appuntamento era ed è prenotabile solo nei 14 giorni precedenti al giorno in cui si matura il diritto di avere la dose «booster» (qui il dettaglio). Così, chi avrebbe avuto diritto alla dose a gennaio, e ora ha la possibilità di farla a dicembre, non poteva aver già preso l’appuntamento. In ogni caso, col servizio Last Minute, che si apre ogni sera per offrire i posti rimasti vuoti sul giorno successivo, il sito web della Regione Toscana «Prenota Vaccino» si occupa automaticamente di cancellare l’appuntamento già preso per una data successiva. Resta inoltre in vigore la possibilità di autopresentazione agli hub, senza prenotazione, pur dovendo sottostare all’eventuale disponibilità o meno di dosi presenti nel centro vaccinale.
Emilia-Romagna (Antonio Scolamiero) – A Bologna si attendono ancora le linee guida della regione sulla possibilità di anticipare da 6 a 5 mesi. Per la terza dose — in generale — il principio è quello di rivolgersi agli sportelli Cup (ma non in farmacia), di passare dal numero verde 800 884888, dal CupWeb (http://www.cupweb.it), dal fascicolo sanitario elettronico e dall’App ER-Salute.
Campania In Campania non serve prenotazione per la terza dose. Chiunque può accedere alla somministrazione presentandosi ai centri vaccinali con tessera sanitaria e certificato rilasciato in occasione della seconda dose. Questa procedura valeva per i sei mesi, ora vale anche per i cinque mesi. Non ci sono neanche limiti territoriali: chi è di Napoli può ad esempio vaccinarsi a Benevento, e viceversa.
Puglia (Nicolò Delvecchio) – In Puglia le possibilità per anticipare la terza dose sono tante (qui il dettaglio). Le più semplici sono due: telefonare al Cup o recarsi in farmacia. Operatori e farmacisti, infatti, possono vedere in anteprima le date disponibili e dire subito se, cancellando la prenotazione precedente, è possibile anticipare l’iniezione. Ma nella Regione si potrà prendere appuntamento anche con il proprio medico di base o nelle stesse farmacie, fermo restando che ci si può sempre presentare agli hub anche senza prenotazione. È invece un rischio fare la procedura online: dal portale dedicato infatti non si possono vedere le date disponibili in anteprima, e cancellare la prenotazione già fatta può significare dover posticipare la terza dose.
Sicilia (Roberto Chifari) Anche la Sicilia — come spiegato nel dettaglio qui — si allinea alle direttive provenienti dall’ultima circolare del Commissario nazionale per l’emergenza Covid-19. In considerazione dell’anticipo a 5 mesi dei tempi per la dose «booster» dai 40 anni in su e in caso sia già stata effettuata una prenotazione a sei mesi, il commissario Covid per Palermo e Provincia, Renato Costa, tranquillizza: «Chi si trova in questa può recarsi direttamente presso gli hub senza prenotazione: lo vacciniamo senza alcun problema. Il nostro interesse è quello di vaccinare quante più persone possibili. Stiamo aumentando di molto le vaccinazioni proprio per raggiungere tutti i target d’età».
VX-CoV2373 si basa sulla tecnologia delle proteine ricombinanti, già usata per altri vaccini. L’Ema ha avviato sul farmaco la revisione già da febbraio, così anche la Fda statunitense. Ecco come funziona quello che potrebbe essere il quinto vaccino utilizzabile nell’Unione Europea.
Prenotazioni al via tra questa settimana e l’inizio della prossima. Ipotesi iniezioni booster per i 300mila coperti con il monodose Janssen
Le prenotazioni per la terza dose anti-Covid saranno aperte agli over 60 nei prossimi giorni. E si ragiona sull’ipotesi di unrichiamo «anticipato» per gli immunizzati con Johnson&Johnson. L’unità di crisi regionale definisce il calendario d’autunno della campagna vaccinale. Agli hub è stato chiesto di ampliare le agende per le somministrazioni. L’assessorato al Welfare vorrebbe permettere ai 60enni e 70enni di fissare un appuntamento per l’iniezione «booster» già dalla fine di questa settimana o al più tardi all’inizio della prossima. I lombardi in questa fascia d’età si aggiungeranno così agli over 80, agli operatori sanitari e ai pazienti fragili che già possono chiedere la terza dose tramite il sito prenotazionevaccinicovid.regione.lombardia.it. Con una differenza nei tempi: per medici, infermieri e cittadini senza patologie il richiamo va programmato ad almeno 6 mesi dall’ultima puntura, per i malati con basse difese immunitarie l’intervallo scende a 28 giorni e si parla di dose addizionale, a completamento del ciclo vaccinale.
Le autorità regolatorie stanno inoltre valutandola possibilità di una nuova iniezioneper gli immunizzati con il farmacoJanssen di Johnson&Johnson, a prescindere dall’età dei vaccinati. Potrebbe essere consigliata a due mesi dalla prima dose. «Il vaccino Johnson&Johnson ha ottenuto l’approvazione da parte delle agenzie regolatorie per una somministrazione monodose — ha detto alla trasmissione tv Che tempo che fa Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico —. È di queste ore la notizia che è in corso da parte di Fda (l’americana Food and Drug Administration, ndr) e successivamente anche da parte di Ema (Agenzia europea per i medicinali, ndr), la valutazione della possibilità di somministrare una seconda dose con un vaccino a mRna, che avrebbe anche il vantaggio di generare una risposta immunologica migliore». Superare l’intervallo di due mesi non minerebbe l’efficacia della protezione. «Appena arriva l’ok saremo veloci» ha aggiunto Locatelli.
In Lombardiacirca 300 mila persone hanno ricevuto J&J. Il 38 per cento della platea ha più di 60 anni e quindi potrebbe rientrare nel prossimo turno di richiami, eventualmente in via prioritaria se la nuova puntura dovesse essere fissata a due mesi dalla prima. Anche i più giovani potrebbero essere invitati alla dose «booster». I dettagli però sono ancora tutti da definire. Regione attende le indicazioni delle autorità regolatorie e del ministero della Salute prima di muoversi su questo fronte.
La variante individuata in Italia, Gb e Israele. Potrebbe essere più contagiosa della Delta
E’ presente anche in Italia, con soli 9 casi identificati fra settembre e ottobre, la nuova variante AY.4.2, derivata dalla Delta e indicata con la sigla B.1.617.2.4.2. Lo indicano delle sequenze genetiche contenute dalla banca dati internazionale Gisaid, analizzate dagli esperti del Ceinge-Biotecnologie avanzate di Napoli.
Complessivamente sono state finora depositate 1.860 sequenze della variante AY.4.2. Di queste, la maggior parte proviene dalla Gran Bretagna e le rimanenti sono distribuite, anche se con piccoli numeri, in una decina di Paesi europei fra i quali l’Italia. “E’ un possibile esempio, ma va dimostrato, di come il virus AY.4.2. provi a sfuggire ai vaccini con tutto il suo carico mutazionale“, osserva il genetista Massimo Zollo, dell’Università Federico II di Napoli e coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge. “Se l’ipotesi dovesse essere confermata, la situazione epidemiologica potrebbe peggiorare nel caso in cui dovesse restare ancore elevato il numero delle persone non vaccinate. Potrebbero essere colpite anche le persone già vaccinate con una risposta anticorplae bassa o assente“.
Risalgono vicino a 50.000 i contagi giornalieri da Covid nel Regno Unito (oltre 40.000 per l’ottavo giorno di fila), che toccano oggi quota 49.139, appena una ventina meno del numero registrato due giorni fa, record da metà luglio. Ancora sotto il livello di guardia, invece, ma in leggero aumento fin a quasi 7.900, il totale dei ricoveri in ospedale: frenato apparentemente dai vaccini, somministrati in doppia dose a circa l’80% della popolazione. Mentre i morti, appesantiti il martedì e il mercoledì dal consueto recupero statistico relativo al weekend, ridiscendono rispetto ai 223 di ieri, picco da marzo, ma restano 179.
In Gb aleggia l’ombra della sotto-variante del coronavirus, la ‘AY.4.2’, indicata dagli specialisti britannici come potenzialmente più trasmissibile di un ulteriore 10%, sebbene apparentemente non destinata al momento a prevalere sul ceppo d’origine. Mentre il trend di un nuovo incremento di contagi legato all’avvicinarsi della stagione invernale inizia a far capolino pure in altri Paesi europei – protetti sulla carta da qualche cautela in più rispetto al Regno Unito – come la Francia dove il governo ha ammesso che l’epidemia ha ripreso a “guadagnare terreno“. Ancor più seria la situazione nell’est, dove molti Paesi sono alle prese con un numero di nuovi contagi ai massimi da mesi e, in alcuni casi, anche record di decessi. Con la Lettonia costretta a tornare in lockdown e sotto coprifuoco fino al 15 novembre. continua a leggere
Al policlinico Umberto I, 4 i feriti. Speranza: “Altro atto di squadrismo”. Alessio D’Amato: “Un fatto gravissimo”. Anelli presidente Ordine dei medici: “Attacco alla professione, clima inaccettabile”
Una trentina di manifestanti ha assaltato nella notte il pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma dove era stato ricoverato uno dei partecipanti alla protesta contro il green pass, sfondando la porta di ingresso. “La situazione è tornata alla normalità dopo alcune ore con l’intervento delle forze di polizia – spiega l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, sul posto per un sopralluogo – Ci sono 4 feriti, due tra le forze dell’ordine e due operatori sanitari“.
Il caos sarebbe scoppiato quando il manifestante ricoverato avrebbe rifiutato di sottoporsi al tampone anti-covid al pronto soccorso del policlinico Umberto I assaltato nella notte. A quanto reso noto dalla Questura, arrivato in ospedale “il manifestante no vax si è rifiutato con modi violenti di essere sottoposto al triage e alle misure previste per il contenimento del Covid -19“. E’ stato posto in isolamento, in quanto persona non vaccinata “Nel frattempo – prosegue la Questura – all’esterno dell’ospedale si sono adunati alcuni parenti e amici, i quali hanno iniziato ad inveire verbalmente contro il personale sanitario, aizzati dallo stesso manifestante“
“Solidarietà ai medici, infermieri e operatori sanitari del pronto soccorso dell’Umberto I di Roma vittime di un vile attacco avvenuto questa notte. Un altro atto di squadrismo ai danni di chi tutti i giorni lavora per tutelare la salute delle persone. Piena fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine affinchéindividuino al più presto i responsabili“. Lo afferma il Ministro della Salute, Roberto Speranza, commentando l’aggressione al pronto soccorso dell’Umberto I di Roma dopo le manifestazioni ‘No Green pass‘.
“E’ un fatto gravissimo quello che è accaduto nella notte al pronto soccorso dell’Umberto I“. A dirlo l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, andato sul posto per un sopralluogo. “Non è tollerabile che vengano aggrediti degli operatori sanitari – aggiunge -. Bisogna fermare il clima d’odio, questa escalation di violenza“.
Una infermiera è stata colpita con una bottigliata in testa durante l’assalto avvenuto nella notte al prontosoccorso dell’Umberto I di Roma. A riferirlo all’ANSA l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato. “E’ stata colpita durante la colluttazione e poi refertata con alcuni giorni– spiega D’Amato – l’assalto è scattato perché uno dei fermati, un uomo proveniente dalla Sicilia, era stato ricoverato in ospedale. Probabilmente nel tentativo di liberarlo“. L’assessore spiega che ci sono stati dei danni: “E’ stata forzata la porta d’ingresso, sono state divelte barelle e gli operatori si sono barricato dentro. I facinorosi sono però riusciti ad entrare nell’area rossa del pronto soccorso“.
“Sta montando un clima che non può essere accettato in nessuna maniera, un attacco alla democrazia e anche a coloro come i medici che garantiscono il diritto alla salute. Ci sentiamo sotto attacco perché siamo coloro che credono nei vaccini come strumento che nel tempo ha evitato milioni di morti e oggi pensano sia lo strumento per uscire dalla pandemia“. Così all’ANSA il presidente Fnomceo, Filippo Anelli,sull’assalto al Pronto soccorso a Roma. “Chi non crede ai vaccini ha la libertà di non farlo ma lasciate stare i medici che hanno già pagato un prezzo molto alto con 364 morti“.Ora, rigore con la legge sulla sicurezza dei sanitari.
Domande e risposte dopo il via libera del ministero della Salute agli over 60
A chi è destinata la terza dose? – Il ministero alla Salute e l’Aifa l’hanno prima indicata per chi ha problemi al sistema immunitario per chi ha più di 80 anni, per gli ospiti delle Rsa e per il personale sanitario over 60, a rischio perché fragile o perché esposto al rischio dell’infezione. Da ieri sera a queste categorie sono stati aggiunti tutti gli over 60, cioè circa 12 milioni di persone, nonché tutti gli altamente vulnerabili, cioè le persone colpite da malattie come il diabete, la sclerosi multipla, lo scompenso cardiaco e altre ancora.
Quanti cittadini italiani riguarda? – Le persone di più di 60 anni già vaccinate in Italia sono 16,5 milioni. A queste vanno aggiunti fragili e operatori sanitari più giovani, quindi si sale a circa 20 milioni.
Ci sono abbastanza vaccini disponibili per fare la terza dose a tutti? – Sì, al momento le Regioni ne hanno da parte una quantità importante, circa 13,5 milioni di dosi, ma ci saranno altre consegne.
Quando vafatta la terza dose? – Per chi ha problemi al sistema immunitario, come i trapiantanti,almeno 28 giorni dopo la seconda. Per tutti gli altri invece devono passare almeno 6 mesi dal completamento del primo ciclo di vaccinazione, cioè dal richiamo o dall’unica dose se si tratta di Johnson&Johnson. Per questo motivo soprattutto per quanto riguarda gli over 60, che hanno fatto il richiamo da maggio-giugno in poi, si dovrà aspettare dicembre.
Dove viene somministrata? – Le Regioni stanno dismettendo gli hub perché la domanda è calata. Il commissario per l’emergenza, generale Francesco Figliuolo, ha detto che si continueranno ad utilizzare queste strutture e i centri vaccinali. In generale tutte le amministrazioni stanno rivedendo l’offerta e coinvolgendo anche i medici di famiglia e le farmacie, dove ci si potrà rivolgere per avere la nuova somministrazione. I fragili e gli immunodepressi saranno invece chiamati dai centri che li seguono.
Sarà obbligatoria? – No, non ci sono previsioni in questo senso, nemmeno per il personale sanitario, cioè l’unica categoria per la quale era scattato l’obbligo di fare le prime due dosi.
Che tipo di vaccino si userà? – Al momento è autorizzato solo quello di Pfizer, ma la settimana prossima Ema dovrebbe dare anche il via libera a quello diModerna. Siccome la maggior parte dei sessantenni e settantenni hanno fatto le prime due dosi con AstraZeneca, per loro si tratterà di una vaccinazione “eterologa”, già autorizzata da mesi nel nostro Paese.
Darà diritto al Green Pass? – Ancora non ci sono disposizioni che lo prevedano. Va ricordato che al momento il certificato verde dura per un anno dopo la seconda dose, quindi teoricamente è valido anche per alcuni mesi successivi alla terza, se viene fatta poco dopo il limite dei sei mesi. Probabilmente il governo farà un atto specifico per prolungare la durata del documento.
Con la terza dose aumenta il rischio di effetti avversi? – L’immunologo dell’Università di Modena e Reggio-Emilia Andrea Cossarizza ha spiegato che “gli effetti collaterali sono sempre gli stessi. Gli israeliani che hanno fatto svariate milioni di somministrazioni non ne hanno visti in più rispetto a quelli registrati con le prime dosi. Non si può negare che tra i giovani ci siano casi molto rari, circa 1 su 100mila, di miocardite che comunque si risolve sempre in modo favorevole, ma per l’appunto non riguardano le categorie alle quali stiamo facendo la terza dose in questo momento“.
In quanti l’hanno fatta fino ad ora? – Al momento sono state coinvolte meno di 230mila persone, prevalentemente pazienti immunodepressi. Proprio in questi giorni le Regioni stano avviando la campagna tra gli utra ottantenni e il personale sanitario