Ligabue operato a corde vocali, sta bene


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L’operazione è perfettamente riuscita“. Claudio Maioli, manager di Luciano Ligabue, tranquillizza con un video su Facebook i fan del rocker, che è stato operato a Lione alle corde vocali.
 “Ciao a tutti da Lione – dice Maioli -. So quanto state aspettando notizie su Luciano e io sono qui per dirvi che si è appena svegliato dall’anestesia e l’operazione è perfettamente riuscita! Fra pochi giorni avrete notizie direttamente dalla sua voce”

Marina Rei, un tour, quattro strumenti:


“Come stare a casa. Ma non usiamo la parola intimo”

Fonte e articolo completo: http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2017/04/04/news/marina_rei_tour_intervista-162175117/

Mancano pochi giorni al concerto romano, il 6 aprile all’Auditorium Parco della Musica, nella sua città. Un tour senza titolo e col suo nome: sul palco Marina Rei (voce, chitarra, batteria, pianoforte) e Mattia Boschi, violoncello. “Col suo strumento, lui è la mia base, la terra su cui appoggio i piedi. Io suono gli altri, alterno, e il repertorio è vario”, racconta. E spiega che suonerà come fa a casa, perché “se la batteria è il mio strumento, gli altri sono quelli con cui scrivo, provo, improvviso. Così stavolta è come se facessi entrare il pubblico nella mia vita”. 

Partita scalza sul palco di Sanremo nel ’96, tornata a casa col premio della critica per Al di là di questi anni, ora gli anni per lei non sono più un argomento di discussione. “Ho cominciato con incoscienza, per questo su quel palco avevo tolto le scarpe. Perché mi sentivo più a mio agio senza, stavo più comoda. Non c’era un messaggio di ribellione, ribelle lo ero al punto da non sentire il bisogno di mostrarlo”.

Conosciamo un pò Marina Rei

Marina Restuccia, detta Rei (Roma, 5 giugno 1969), è una cantautrice, percussionista e batterista italiana.

Nell’aprile del 1995 esce il brano Sola, inciso con un nuovo pseudonimo, Marina Rei: anche il genere è nuovo e si discosta dalla precedente produzione, imponendosi subito nelle radio grazie ai ritmi soul ed acid jazz. Nell’Autunno dello stesso anno è la volta di un altro singolo di successo, Noi e pubblica il primo omonimo album Marina Rei, da lei interamente scritto (autrice dei testi) con Frank Minoia (compositore e arrangiatore delle musiche). La consacrazione avviene però l’anno successivo al Festival di Sanremo: Marina partecipa nella sezione giovani col brano Al di là di questi anni e si classifica terza vincendo anche il premio della critica.

MARINA REI –  Al Di Là Di Questi Anni (Sanremo 1996)

Paola Turci & Marina Rei – I miei complimenti – Trento 2008

Marina Rei intervistata da Ernesto Assante (2016)

Fossati racconta Gaber:


Risultati immagini per Ivano Fossati “Da lui ho imparato l’arte di dominare il palcoscenico”:

L’autore di indimenticabili brani ha lasciato le scene 5 anni fa. Ci tornerà il 3 maggio a Milano per parlare dell’artista scomparso nel 2003, di teatro canzone e molto altro

Fonte e articolo completo: http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2017/04/05/news/fossati_racconta_gaber_da_lui_ho_imparato_l_arte_di_dominare_il_palcoscenico_-162223563/

Cosa è stato Gaber per Fossati?
«Da ragazzo lo conoscevo perché aveva una grande popolarità televisiva, faceva la pubblicità, cantava canzoni alte ma anche canzoncine popolari. Ricordo ancora perfettamente la prima volta che lo vidi dal vivo e fu una rivelazione. Era una situazione insolita, un doppio concerto a Genova di Mina e Gaber, doveva essere intorno al 1970, tutti si aspettavano il Gaber della televisione, la Torpedo blu per capirci, e lui invece se ne uscì con il Signor G, come un uomo di teatro, con una pièce spiazzante, meravigliosa. Al pubblico piacque, lasciò un segno indelebile».

Qual è il Gaber che le sta più a cuore?
«Ammetto, sono innamorato della prima parte della sua carriera, quella degli anni Sessanta, quando parte dal basso, fa canzoni meravigliose come Le strade di notte, o Non arrossire, alternandole a cose tremende tipo “…ma tu vuliv’a pizza” al festival di Napoli. Si è anche sporcato le mani. Non nasceva aristocratico, come De André che aristocratico lo è stato dal primo minuto. Gaber no: suonava nei locali, nei gruppi di rock’n’roll, aveva inciso Ciao ti dirò, o un altro pezzo assurdo come La risposta al ragazzo della via Gluck. E poi i due corsari con Jannacci, i duetti folgoranti con Mina. Spaziava tra l’alto e il basso in modo armonico. Poi dal Signor G è partita una storia importante: era diventato un uomo capace di fare Il grigio, d’inventarsi il teatro canzone. Spesso sono rimasto atterrito dalla sua bravura. Credo che ci sia ancora molto da dire e da spiegare su tutto quello che ha fatto Gaber. Ma, lo ripeto, sono molto affezionato a quegli anni».

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Ivano Alberto Fossati (Genova, 21 settembre 1951) è un polistrumentista, cantautore e compositore italiano. Polistrumentista dal percorso articolato ed eterogeneo è considerato uno degli autori più importanti di tutto il panorama cantautorale italiano. In oltre quarant’anni di carriera ha spaziato nei più diversi generi musicali, dagli esordi prog alla fase rock, fino alle introspezioni colte della maturità. I testi del suo canzoniere hanno spesso toccato argomenti di natura esistenziale, producendo finanche canzoni per alcune delle interpreti più significative della musica italiana.

Ivano Fossati – La costruzione di un amore

Ivano Fossati – La musica che gira intorno

Ivano Fossati – Una notte in Italia

Giorgio Gaber

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Giorgio Gaber, nome d’arte di Giorgio Gaberščik (Milano, 25 gennaio 1939 – Montemagno di Camaiore, 1º gennaio 2003), è stato un cantautore, commediografo, regista teatrale e attore teatrale e cinematografico italiano tra i più influenti dello spettacolo e della musica italiana del secondo dopoguerra.

Affettuosamente chiamato “Il Signor G” dai suoi estimatori, è stato anche un chitarrista di valore, tra i primi interpreti del rock and roll italiano (tra il 1958 e il 1960).

Molto apprezzate sono state anche le sue performance come autore ed attore teatrale; è stato iniziatore, assieme al suo collaboratore Sandro Luporini, del “genere” del teatro canzone.

« La libertà non è star sopra un albero, / non è neanche il volo di un moscone, / la libertà non è uno spazio libero, / libertà è partecipazione. »
(Giorgio Gaber, La libertà)

Giorgio Gaber – L’amico      

Giorgio Gaber – Storie del signor G – 22/10/1972