“Un insegnante deve essere credibile, un cantautore può esserlo meno”
Intervista completa: http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2017/08/03/news/roberto_vecchioni-172098394/
Da quando il maestro di chitarra disse alla madre “suo figlio non capirà mai nulla di musica” alla nascita di ‘Luci a San Siro’, da “quella volta che mi sono buttato nel Naviglio” alle notti in osteria con Guccini e Dalla. E poi l’amicizia con Alda Merini (“mi chiamava alle tre del mattino”), la politica, i segreti dietro le canzoni e la verità sull’arresto nel 1979.
- In Parabola c’è già Luci a San Siro.
“Che però è più vecchia ancora. È addirittura del ’68. L’ho scritta la prima settimana di militare. Era una canzone per la vita e prevedevo persino il mio futuro (ride, ndr): ‘Mi venderò, farò schifo…'”.
Roberto Vecchioni – Luci a San Siro (Live@RSI 1984)
- C’è uno spezzone di lei, su Internet, insieme a Guccini e Dalla che cantate Porta Romana, mentre siete al tavolo in un’osteria bolognese…
“Non vorrei essere nostalgico”.
Porta Romana (Dalla – Guccini – Vecchioni)
- Quello che volevo dirle è che mi hanno colpito molti dei commenti sotto il video, che erano di giovani, e che dicevano: “Che tempi! Adesso una cosa così non sarebbe più possibile. Avrei voluto vivere allora…”.
“Pensi che già nei primi anni Settanta Guccini cantava: ‘Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta/ ma la gente che ci andava a bere fuori e dentro/ è tutta morta’, quindi già allora c’era qualcosa che non andava, che incominciava a perdersi……….
Roberto Vecchioni – Figlia (Live) – Umbria Green Festival – 23 Settembre 2016
- Forse manca una tensione alla politica come idea di cambiare il mondo, anche se questo può portare a delusioni. Mi viene in mente il testo di Velasquez, che considero una delle sue canzoni più intense: “Fino a quando inventeremo/ un nido di rose ai piedi dell’arcobaleno/ e tante stelle, tante nelle notti chiare/ per questo mondo, questo mondo da cambiare”.
“Quella canzone non significa quello che sembra all’inizio: io che combatto perché credo nelle lotte della sinistra. Al contrario, è un uomo di sinistra che dice ‘io non ce la faccio a essere un eroe: Velasquez è bravissimo, coerente, puro, io invece devo tornare indietro da mia moglie, dalla mia famiglia’. È una confessione di incapacità che andava controcorrente negli anni Settanta, in cui tutti si sentivano eroi rivoluzionari: è una cosa umana, umanissima. Amo molto quella canzone. L’abbiamo fatta con tanti arrangiamenti diversi ma il più bello è quello iniziale, preso da Cortez the Killer di Neil Young”.Sono pienamente d’accordo. Gliela chiedono?
“È una delle più richieste, proprio dai più giovani tra l’altro, ragazzi di vent’anni”
Velasquez – Roberto Vecchioni
- “O Alda Merini. Alda, Alda… Alda mi telefonava spesso alle tre, alle quattro di notte per sfogarsi, per raccontarmi dei suoi amori e poi mi diceva: ‘Senti qua!’ e mi suonava Luci a San Siro. Malissimo, naturalmente. E io: ‘Brava Alda!’: mentivo spudoratamente”.

